Le cose sottili

Ogni soffio di brezza, o respiro, nasconde un messaggio. Direttamente dal Laboratorio, un racconto di Andrea Grillone.

 
Diario clinico della paziente C.L.
14/10/2005 – 06:25
Somministrati 10mg i.m. di aloperidolo per ripresa di delirio di rovina. La paziente ha tentato di scappare attraverso la finestra picchiando contro le sbarre, procurandosi diverse ecchimosi sul volto e sugli arti superiori. Continuava a gridare che tutto era finito e che doveva andare a scavare per tirarla fuori.

 
Mia madre mi ha sempre ribadito l’importanza di quelle che chiamava “le cose sottili”. Ricordo le sue dita sporche di terra mentre travasava una delle sue piante aromatiche nel giardino di casa nostra. Nella mia mente questo ricordo è sempre ambientato in un crepuscolo estivo, con gli insetti che ronzano attorno a lei come se fosse la loro regina. Adesso che siamo così lontane non ricordo più molto bene la sua voce. Se provo a pensarci, riesco soltanto a figurarmi il rumore di uno stelo spezzato, il tinnito delle campanelle di cristallo che aveva appeso in veranda, l’eco di un canto proveniente da lontano.
Dalla morte di mio padre siamo sempre state io, lei e le cose sottili. All’età di sette anni ho iniziato a percepirne qualcuna. Erano nel polline che cadeva dai corpi vibranti degli insetti e nelle forme che creavano le bolle di sapone scoppiando sul pavimento. Così mia madre sapeva sempre quando qualcuno stava per bussare alla nostra porta, sapeva sempre se a scuola avevo mentito a un insegnante e sapeva sempre quando un nostro parente o un caro amico erano morti, ancor prima che ci fosse comunicato. Aveva lo strano dono dell’intuizione subitanea, grazie a canali non percepibili tramite i sensi comuni. Diceva sempre “Presta attenzione alle cose sottili. Sono sempre attorno a noi e ci collegano al resto del mondo come una ragnatela. Se imparerai a interpretarle, saprai tutto mentre sta succedendo, non dopo”.
Sono venuta in Messico due mesi fa per il mio dottorato di ricerca. Ho amato tutto ciò che ho incontrato in questa terra ma di notte, mentre guardo il cielo attraverso la finestra, penso a lei in quella stanza d’ospedale. I medici hanno parlato di “schizofrenia a esordio tardivo”. Prima che la ricoverassero, aveva iniziato a smettere di mangiare sostenendo che il cibo fosse avvelenato. Il mio cuore si è spezzato.
Anche se non con l’intensità di mia madre, percepisco anch’io le cose sottili. Quando un brivido mi percorre la colonna vertebrale o quando il riflesso del sole su una finestra mi abbaglia, so che in quel momento sta succedendo qualcosa. È un’elaborazione diversa rispetto a quella del comune pensiero. So cosa sta avvenendo. È una consapevolezza che entra dentro il mio cervello senza che io me ne accorga, come se fosse sempre stata lì. Talvolta mi è capitato di percepire le cose sottili in sogno. Una notte ho sognato una tempesta che imperversava violentemente sulle coste messicane. Una nave, tra i banchi di nebbia, ondeggiava pericolosamente e all’improvviso ho capito che non si trattava di un normale fenomeno onirico. Mi sono svegliata e ho guardato fuori dalla finestra giusto in tempo per vedere la nave rovinare nell’abisso pescoso. “Saprai tutto mentre sta succedendo, non dopo” diceva sempre mia madre.
Questa notte ho fatto un breve sogno: tutto tremava e la bottiglia di vetro che avevo lasciato sul tavolo della cucina cadeva a terra e si infrangeva. Subito dopo, i frammenti venivano polverizzati da qualcosa di molto pesante che vi crollava addosso.
Ho potuto realizzare tutto in un attimo. Stavo sognando un terremoto e ciò che avevo visto tremare era l’appartamento in cui vivevo.
A volte le cose sottili permeano i sogni.
Sono sicura che mia madre le percepisca ancora. Mi addolora che lei abbia già saputo che il mio cadavere giace sotto le macerie e che per questo si disperi senza essere capita da nessuno. Adesso la vedo dormire. È stranamente coperta di lividi.
Sono accanto a lei e, non ne sono sicura, ma credo che abbia sorriso quando ho poggiato le mie labbra sulla sua fronte.