Essere bagonghi

 

L’incomprensione può essere il peggiore dei mali e a volte non esiste proprio modo per comunicare. Un racconto di Alessandra Lusso.

 
Essere Bagonghi è dura, perché succede che qui al circo tutti ti canzonano, e la gente si avvicina alle gabbie a lanciare le noccioline, come se fossi una scimmia zozza.
Non sono un merdoso di scimpanzé.
Io me ne sto tutto il giorno per il conto mio a cantare le canzoni d’amore, e a chi mi tira le noccioline abbaio perché non voglio essere cercato.
E’ successo che a me prudesse per la Teresina, che è la figlia del mangiatore di fuoco, che ci ha tredici anni e le trecce belle, nere e lucide che mi ci potrei specchiare. Una notte mi sono spinto fino a dietro il carrozzone del mangiafuoco e l’ho vista, tutta, mentre si faceva il bagno nel catino. La Teresina era bella come una colombella, e gonfiava il petto e si bagnava nella tinozza come fanno le tortore giù al fiume. La volevo toccare. A me è andata bene che il mangiafuoco quella volta non mi vedesse, che sennò mi avrebbe spezzato l’osso del collo, e poi lo avrebbe usato per cuocerci il pastone per i cani.
Però io non ci avevo dormito la notte, per la Teresa che si lavava con l’acqua di luna, e il giorno dopo mi sono fatto bello, con il vestito elegante per lo spettacolo e il ciuffo ordinato come me lo faceva mia madre, con lo sputo sul palmo delle mani. Io me la volevo fare sposa, per quanto era bella.
Lei era sola, giù al fiume, che lavava le lenzuola e le sbatteva sulle rocce con le braccia bianche, e non lo sapeva che arrivavo, altrimenti poteva essere che fosse là per aspettare me. Io mi avvicino, le faccio l’inchino, quello lungo, dello spettacolo della domenica, e le dico: «Ti amo.»
«Allora chiudi gli occhi che ti do un bacio» mi dice lei.
Poi quando ha riso ho capito. Un riso acuto, che mi ha spezzato il cuore e avvelenato lo stomaco, e ho dovuto farla smettere, smettere.
Quando le ho tolto le mani dal collo non assomigliava più tanto a una colomba, era più del colore dei conigli, quando gli levi via la pelle e sotto sono nudi, e viola.
Quando le ho tolto le mani dal collo non rideva più.
 

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