Figlio in TV

Un Sistema che fagocita se stesso e se qualcuno sbotta, no problem, può servire anche così. Un racconto di Maurizio Bertino sull’Italia che siamo.

 
La donna si asciuga una lacrima con il fazzoletto che le ha offerto la giornalista.
«Non capisco, è sempre stato un bravo ragazzo…»
La giornalista la osserva, visibilmente commossa. «Odio farle questa domanda in un momento così drammatico, ma quale può essere stato, secondo lei, il fattore scatenante?»
«Non lo so, non lo so, era così contento. Laureato con il massimo e subito accettato al master, sa?»
«Il sogno di ogni genitore.»
«Proprio così… Eccolo, eccolo alla tv!»
Le due donne sono sedute di fronte alla televisione accesa.
 
«Sta puntando la pistola alla testa di uno degli ostaggi! » commenta il telecronista. «Urla qualcosa, chiediamo al fonico di avvicinarsi per una migliore qualità dell’audio! Ecco, si è avvicinato, sta chiedendo al folle di ripetere!»
«E questo barilotto è il bambino scritturato per la parte! Vi sembra adatto per interpretare un povero affamato? Lo sapete chi è? Lo sapete chi è?»

 
«Chi è quel bambino, signora? Lei lo sa?» chiede la giornalista.
«No che non lo so, non capisco perché Luca si comporta così…» la donna scuote la testa, affranta.
 
«Il figlio del produttore! Ecco chi è!» urla Luca sparando in testa al bambino e subito scomparendo dentro l’edificio.
«Gli ha sparato! Ha sparato al bambino!» urla il telecronista.

 
La donna si porta una mano alla bocca, soffoca un singhiozzo. La giornalista si alza dalla sedia, le si avvicina, l’abbraccia.
«Perché l’ha fatto? Perché?» la madre di Luca non riesce a darsi pace.
«Ha dato dei segni d’instabilità le ultime volte che l’ha sentito?» le chiede la giornalista.
«No, era contento…» le risponde la donna fra le lacrime. «Aveva trovato subito lavoro, sa? Uno stage, gli piaceva tanto. Gli mandavo 1500 euro ogni mese e diceva che gli bastavano. Sa, la metà andavano per i suoi superiori, per il lavoro che gli avevano offerto. E poi l’affitto costa. E poi i trasporti. E succedeva anche, ma non spesso, che gli chiedessero degli extra per quando si fermava oltre l’orario per sbrigare le ultime faccende, sa, per la corrente che consumava…»
«Certo, certo…» la giornalista le accarezza la testa. «Ecco suo figlio, è di nuovo in tv.»
 
«E questo è il regista! Sapete chi è? Il figlio di un cazzo di segretario di un ministero di merda! E sapete come ha avuto i soldi per questo film? Glieli ha trovati papà attraverso un finanziamento statale!» Luca spara in testa al regista e torna a sparire dentro l’edificio.
«Ha sparato anche al regista!» urla il telecronista «Questo folle non si ferma più! Ma vediamo che le forze speciali stanno per intervenire!»

 
«Che ne sarà di Luca e dei suoi ostaggi, lo scopriremo dopo la pubblicità.» dice la giornalista guardando dritta in camera. «Siamo fuori onda?» qualcuno urla di sì. «Bene. Dov’è quello stagista di merda? Me lo vuoi portare il caffè o no?» qualcun altro urla di sì. «E chiamatemi il capo della polizia sul posto, prima che intervenga voglio almeno altri tre morti. Che lascino sfogare quel frustrato, qui abbiamo altri due spazi pubblicitari da gestire!»