Natura Morta con Pupazzi

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valter_carignano
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Natura Morta con Pupazzi

Messaggio#1 » venerdì 31 marzo 2017, 21:49

L’uomo guarda il parco, una ventina di piani più sotto.
Gli piacciono, quelle figurine: persone con il cane, uomini d’affari che mangiano un panino parlando al cellulare, barboni, innamorati, tossici, pusher; quella mattina c’è anche una classe di prima o seconda elementare, coi loro bei grembiulini puliti. Tutti insieme nel bizzarro affresco che lui aveva contribuito a comporre, a dipingere dei colori che lo rendevano unico. Sospira con orgoglio.
– Ma si usano ancora, i grembiulini? – chiede la donna, avvicinandosi alla grande finestra.
– Non saprei. Forse è una scuola privata.
Il tablet, sul tavolo da riunioni dietro di loro, cinguetta. Lei lo prende e vi passa sopra le dita.
– Guarda qua. Non ha ancora finito di parlare che già i social sono infuocati. Certo che un altro tronfio babbeo così…
Lui mette gli occhiali e dà una scorsa veloce. – Vediamo: indegno, buffone, la kasta, un insulto a tutti i giovani in cerca di lavoro… – Le schermate si susseguono veloci: facebook, twitter, persino Google+. – Adesso si sta esagerando, qualcuno vuole che si scenda in piazza… chi è questo? – Un tap e appare il profilo. Entrambi sorridono.
– Dì la verità, ti eri preoccupato – dice lei, prendendolo in giro.
Lui fa un cenno di assenso con la testa, senza smettere di sorridere. – Ebbene sì, lo ammetto., vostro Onore. – La sua voce si alza in una parodia oratoria. – Ho temuto per il futuro.
Lei ride, si siede e versa un cucchiaino di foglie di te nella teiera di ghisa che attende sulla piastra, in un angolo del tavolo. Subito, il profumo si spande nella stanza.
– Da Ong Pao – dice lui, aspirando col naso.
– Ce lo meritiamo, no?
– Mmh… sì, ma mi sembra di rubare le caramelle a un bambino. – Prende la tazza e torna a guardare le persone nel parco. Un vecchio sta agitando il bastone contro un tossico buttato sotto una panchina. La ‘sua’ panchina. Nessuno bada a lui. – Voglio dire… ma questa gente, possibile che non capisca?
Lei attende, prima di rispondere. Nel team, lei è la dura, quella che organizza, quella che spinge, che realizza. Lui è il poeta, quello che ha la visione d’insieme, come fosse una sinfonia di Mozart. Quello fragile. Li hanno messi a lavorare insieme apposta.
– Dobbiamo essere soddisfatti. Un successo oltre ogni aspettativa, un esperimento di controllo delle coscienze mai riuscito, nella storia. Nemmeno ai peggiori dittatori.
– Un conto è schiacciare, un conto addormentare…
Di sotto, un pusher magrebino fa il verso al vecchio, i suoi compagni di diversa provenienza e colori sghignazzano.
– Infatti. Quelli che abbiamo scelto negli ultimi venticinque anni, poi, hanno fatto tutto da soli, come questo deficiente che oggi parla di calcetto, o quell’altro che dice che se si riaprissero i casini ci sarebbe meno violenza sulle donne perché l’uomo ‘deve sfogarsi’, o quelli che ‘non hai gridato, quindi eri consenziente’… Abbiamo dato loro la carica e quelli via come pupazzi a fare e dire stronzate una sull’altra. Quasi non ci credevo nemmeno io. – La sua voce si abbassa, intima e ammirata. – Ma il tocco da maestro sono stati gli ultimi due, mister Bean e il comico. E quelli li hai scelti tu. Sei un genio. Dài, che fra un po’ ce ne andiamo.
Lui assente, sorride. Nel parco, il vecchio ora se la prende con l’uomo che svuota il cestino della spazzatura.

Iacopo rientra a casa alle due e mezza, incazzato a palla. Attesa infinita del bus, che poi si era pure rotto. Alla fine, è passato dal parco. Un vecchio fuori di testa gridava contro un tipo che svuotava la monnezza, gli ha pure fatto un video ma non c’aveva più giga per condividerlo. Vaffanculo.
Nell’altra stanza, un talk show celebra le qualità delle donne dell’est.
– Mà, e allora! Non c’è da mangiare?
La madre si scuote e si alza a fatica dalla poltrona, entra in cucina. – Ciao, caro. Non ti avevo sentito. Sai, dopo pranzo mi viene un sonno… ti scaldo gli spaghetti con le polpette, va bene? –Mette la padella sul fuoco. – Com’è andata?
Iacopo ha già aperto il notebook, la compilation Italian Rap Hits scaricata col Mulo parte in automatico, copre la voce della madre. Lui scrive su wazzup, aspettando che si carichi fb.
– Allora, com’è andata? – ripete la madre, mettendogli piatto e posate.
– Ma niente, la solita roba. La prof di mate voleva interrogarmi, io mi sono sbiancato di brutto ma per fortuna il mio bro è saltato su con la storia che Melissa si è incicognata e si è parlato tutta l’ora di quello. Altrimenti erano cazzi.
– Melissa… cosa?
– Massì, quella che abita alle popolari. – Ridacchia per qualcosa sullo schermo.
– Sì, ma non ho capito…
– Spé che devo taggare il bro.
Digita qualche tasto, ridacchia di nuovo. In salotto, un giornalista dalla voce metallica ciarla della prossima e decisiva partita di campionato fra le due capolista.
– Ah, mà. Dopo vado a vedere la partita dal bro, che poi scendiamo con la macchina a fare casino in piazza.
La madre lo serve degli spaghetti. Lui cominciò a mangiare senza staccarsi dal computer. I ‘like’ bippano, lui ridacchia rapito e soddisfatto.
– Bellalì, l’ho taggato sopra ‘sta cicciona negra che scorreggia. E adesso pure la sis. Ahah.
– Ma mi dicevi di Melissa…
– Che Melissa? Ah, sì. Embè?
– Cosa le è successo? Conosco bene la mamma e…
– Si è incicognata, mà. C’ha il piatto nel forno.
– Ma… ma è incinta? Oddio, ha solo quindic’anni. Com’è successo?
– Ahah. Mà, cazzo dici? È successo che l’ha preso, no? – Si blocca, guarda lo schermo. – Oh, quarantasette like in due minuti. Minchia, spacco.
– Poveretta… ma tu quindi non eri preparato, di matematica?
Iacopo non risponde, fissa il video con la bocca piena di spaghetti. La donna, lenta, torna davanti al talk show. Le piace, quella trasmissione. Parlano di tante cose interessanti, adesso c’è uno che è tornato dalla morte, ha visto un tunnel, la luce… ma non parlavano delle donne dell’est, prima? Ah, fra poco c’è il servizio su Medjugorie, ci è andata anche quella velina, come si chiama? Quella bionda. Si vede che è una brava persona, è così carina, pulita, quelle storie di droga chissà chi le ha messe in giro. Sta con quel calciatore che gioca stassera…

Max esce di casa alle cinque. Abita vicino allo stadio, venti minuti a piedi. E tanto con la macchina non ci potrebbe andare, già qua ci sono i blocchi.
– Stai attento, eh? – Gli aveva detto la madre. Cazzo, ha quasi quarant’anni, saprà bene andare alla partita, no? Che palle, si facesse un po’ la sua vita, invece di stare sempre addosso a lui.
Un uomo alla sua età avrebbe bisogno di un po’ di privacy, non lo capisce? E invece sempre a chiedere dove vai, cosa fai, perché stai sempre al bar… e dove deve stare? Lì fa due chiacchiere, tira la giornata, ieri ha pure vinto cento euro alle macchinette. È soddisfatto di sé.
Sente la suoneria di un messaggio. Prende il telefono, apre la schermata, pensa che ormai quel coso è da buttare, ce l’ha già da quasi due anni. Quello nuovo costa un po’, ma avrà pure il diritto di comprarsi un cellulare nuovo, no? Non è mica un barbone. Legge il messaggio: Carlo chiede se per favore domani lo puoi accompagnare all’aeroporto. Bestemmia fra sé. E certo, lui è al servizio di suo fratello, con la scusa che quell’altro lavora e lui no. Ma lui non l’ha cercato, il lavoro? Non l’ha presa, la laurea al DAMS, quando aveva ventinove anni, dopo tutto il rompimento di coglioni? Mica può accettare lavori che non lo valorizzino, piuttosto rimane a casa. Non è mica uno schiavo, come quel senzapalle del fratello che si fa comandare dalla fidanzata.
Gli monta una rabbia sorda e sterile, rivolta non sa nemmeno lui a chi. Apre senza pensare fb, vede un video di una grassona negra che scorreggia.
Minchia la negra, pensa.

Sono le sette. Il vecchio mette su l’acqua per la pasta. È ancora incazzato per la sua panchina. Ma come? Ci si siede ogni giorno da almeno un anno, come si permette, quel drogato?
Non c’è più disciplina, educazione, niente di niente. Quand’era giovane, le cose non andavano così, c’era ordine. E se qualcuno alzava la cresta, ci pensavano loro a fargli capire che bisognava avere rispetto. Eh, sì, lui non le mandava mica a dire, a quei capelloni che volevano cambiare tutto, il divorzio, l’aborto, i froci… Ne avevano pestati parecchi, lui e i suoi amici. Erano furbi, aspettavano che si separassero dagli altri e giù botte.
I suoi occhi s’illuminano al pensiero. Rimane lì un po’, con il pacco di Barilla in mano, rivive quei bei momenti che davano un senso alla sua vita.
Una volta forse avevano esagerato. Ma no, colpa di quel culattone che ha gridato, e dell’altro rottinculo che è tornato indietro per aiutarlo. Aveva fatto judo o qualche altra roba orientale da debosciato, quasi spaccava il braccio ad Antonio… non ci avevano visto più e li avevano ammazzati di botte. Ma ammazzati proprio. Ci voleva, una bella lezione per loro e tutti gli altri senzadio.
Butta i rigatoni nell’acqua bollente.
Devo sbrigarmi, o mi perdo l’inizio della partita, pensa.



valter_carignano
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Re: Natura Morta con Pupazzi

Messaggio#2 » sabato 1 aprile 2017, 11:57

Ecco, mi autocommento, e lo faccio per scusarmi del fatto che lo stile di Ballard mi sembra ci sia davvero poco, nel mio racconto.
Il fatto è che avevo letto cose sue in passato, e mi erano piaciute, mentre invece questo romanzo mi è piaciuto proprio poco. In sintesi, mi è sembrato - parere personalissimo, naturalmente - che la 'tesi politico-antropologica' prendesse il sopravvento sulle narrazione, la volontà di dimostrarla facesse languire e imprigionasse la storia, rendendola a tratti molto lenta e anche al limite della credibilità.
Non volevo più scrivere, quindi. Ma già una volta ho paccato, e non esiste che lo faccia una seconda volta, a meno di terremoti, cataclismi o vincite milionarie al gratta e vinci.
E quindi sono uscite queste scene, un poco tangenziali fra loro, forse da sviluppare se col tempo mi sembrerà lo meritino (ne dubito, in realtà). Certo, 'l'uomo' non fa una gran figura (e questo potrebbe forse essere in linea col contest) ma per il resto...
Insomma, scrivere è sempre meglio che non farlo. Detto questo, grazie della pazienza quando leggerete.

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giuseppe.gangemi
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Re: Natura Morta con Pupazzi

Messaggio#3 » sabato 8 aprile 2017, 15:12

Ciao Valter,
nel tuo racconto ci sono abbastanza elementi di Ballard.
L'inizio va bene e vanno bene anche le successive scene.
io avrei fatto un finale circolare che riprendesse le due figure iniziali e non il vecchio e il leitmotiv della partita.
A mio parere mancano delle scene in cui presenti la gente prima dell'inizio di questo esperimento di dominazione sociale. Voglio vedere il progredire della degenerazione.
Magari la madre presente nella storia anni fa prima di diventare una teledipendente di talk show spazzatura era una brillante studentessa in cui molti credevano. Magari il suo futuro è stato spazzato via perchè ha iniziato a guardare Non è la rai ed è stata influenzata da quelle sgallettate. tu fai vedere i personaggi già persi, io li avrei fatti vedere mentre si perdono.
il vecchio è un personaggio ben descritto ma secondo me non si collega bene alla dominazione sociale gestita dai due personaggi iniziali. il vecchio ha lo stesso carattere da manganellatore che aveva in gioventù e quindi il suo modo di fare non sembra modellato e riconducibile al piano nato nel tuo racconto 25 anni fa.
Lo stile di scrittura va bene.
il racconto ha il suo punto di forza nell'incipit. Manca un raccordo finale. Forse è presente con il tema della partita, ma non mi piace.
Le altre scene sono buone ma mi hanno ricordato più la serie shameless (che a me piace) che Ballard (che a me piace pure).
la critica sociale è presente.
Io scriverei un nuovo finale.

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raffaele.marra
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Re: Natura Morta con Pupazzi

Messaggio#4 » giovedì 13 aprile 2017, 9:32

Secondo me il merito maggiore di questo racconto consiste nella capacità che mostri nell'italianizzare il mondo ballardiano. E così la critica sociale si fa critica della nostra società attraverso una lunga serie di particolari che definiscono l'italiano medio e dunque lo abbassano a rango di "Pupazzo" vivente. Il titolo è molto efficace, in ogni sua parola. Considerando la trama, devo dire che si sente alla fine la mancanza di un qualche sviluppo, positivo o negativo che sia. La situazione che illustri è agghiacciante e dunque, in un certo senso, affascinante. E la capacità che mostri nel descriverla è sicuramente notevole. Manca però un crescendo, un colpo di scena, o qualunque altra cosa che dia uno sviluppo un po' meno statico al tutto. Questa mancanza la riscontro sia giudicando il testo "in assoluto", sia provando a ricondurlo in un'ottica ballardiana: manca la crescente deriva mentale con tanto di gesti estremi che ne denotano infine la drammaticità. Ad ogni modo, sicuramente si tratta di un ottimo lavoro.

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Peter7413
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Re: Natura Morta con Pupazzi

Messaggio#5 » venerdì 14 aprile 2017, 14:36

Il pregio maggiore è che sei riuscito a riempire di rabbia tutto il racconto, tranne che nella prima parte. Il difetto più evidente è che si sente la mancanza di una chiusa, apri presentando due personaggi che dovrebbero fare da cornice al tutto e poi non li fai tornare per completare. L'impressione è quella di una pallottola lanciata in avanti, lievemente impazzita nella sua traiettoria, ma incisiva. Sicuramente da rivedere per ottimizzarlo, ma ha grosse potenzialità e soprattutto, lo ribadisco, hai la giusta carica di cattiveria. Per quanto riguarda Ballard e CONDOMINIUM, c'è la presenza di più punti di vista, ma la scena è statica, manca di sviluppo. Descrivi una singola scena, insomma, e non una storia compiuta.

valter_carignano
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Re: Natura Morta con Pupazzi

Messaggio#6 » venerdì 14 aprile 2017, 14:50

grazie a tutti
alla fine, devo dire che sono parecchio contento delle cose positive che avete trovato, tanto che quasi quasi mi metterei a lavorare sui punti critici (che sono quelli che avete riscontrato).
Quasi quasi, perché non so la critica sociale è un vestito che vorrei mettere. Ma forse sì.
Insomma, grazie a tutti e chi vivrà vedrà.

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Andrea Partiti
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Re: Natura Morta con Pupazzi

Messaggio#7 » sabato 15 aprile 2017, 17:09

Devo ammettere di essere d'accordo col tuo commento. Vedo molto poco Ballard nel tipo di critica sociale che fai. E' troppo legato alla contemporaneità, esasperi lievemente la realtà, ma non la estremizzi quanto potresti, non la rendi paradossale ed esagerata.
Sono d'accordo che Condominium non sia il Ballard migliore, quelli dei racconti, soprattutto se da prendere a modello per un racconto. E' difficile riuscire a mantenere il ritmo pacato lento e inesorabile di una società eccessivamente strutturata che viene mostrate anche grazie a questa cadenza regolare.
In generale ho la sensazione che tu sia partito con un'idea precisa, abbia iniziato a svilupparla, ti sia un po' impegolato nel "tenere Ballard nel sacco" e alla fine sia scappato, lasciandoti a tirare i fili di una storia che è un po' sfuggita al controllo.
Come sempre, le voci dei tuoi protagonisti sono davvero belle, sei uno dei miei dialoghisti preferiti su MC per l'anima che riesci a infilare in ogni battuta.

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lordmax
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Re: Natura Morta con Pupazzi

Messaggio#8 » domenica 23 aprile 2017, 20:57

Bel titolo e ottimo inizio.
Vedo un inizio molto in stile ballardiano e poi un calo di energia.
Dall’inizio mi aspettavo un crescendo di situazioni sempre più tese per tornare poi ai due personaggi ‘misteriosi’ che sembrano I burattinai della nostra Italia.
Mi è piaciuta molto la rabbia che coltivi per tutto il racconto con l’unico ‘buco’ della madre di Iacopo che fa da contraltare agli altri.
L’idea mi è piaciuta, i temi ballardiani ci sono. L’unico problema è che viene tutto posato sul piatto e non consumato.
Sarebbe veramente da riprendere e completare per arrivare a vedere come i personaggi si evolvono e come i due burattinai si inseriscono nel tutto.
Direi che le tematiche sociali di Condominium ci sono anche se solo accennate, lo stile, soprattutto all’inizio dove si vede la situazione dall’alto e quasi da spettatori c’è. Un po’ di lavoro nel laboratorio e può uscirne proprio un bel prodottino.

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Lo Smilodonte
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Re: Natura Morta con Pupazzi

Messaggio#9 » lunedì 24 aprile 2017, 9:40

Ciao Valter, parto da te.
Come è già stato fatto notare inizi ballardiano e poi perdi di abbrivio, pur avendo molte delle tematiche di Ballard. Non so se consapevolmente o meno, quando hai mostrato i burattinai dall'alto del palazzo di venti piani, ho pensato che eri sulla strada giusta. Certo, c'è la critica sociale, c'è la distorsione delle interazioni tra persone, ma rimani sempre un poco sotto le righe. Manca l'isola distopica rappresentata dal condominio e manca soprattutto l'elemento di rottura, ovvero il personaggio che in qualche modo si allontana dalle regole della distopia (almeno apparentemente). Certo, la pluralità di punti di vista è tipica di condominium, ma la situazione rimane statica e pertanto non c'è reale svolgimento ma ti limiti a descrivere uno stato di fatto. Attenzione a refusi e sviste varie, ci sono un paio di occasioni dove salta la consecutio e in almeno un'altra occasione la concordanza.

Lavoraci sopra, ad ogni modo, perché ha potenzialità per diventare un buon racconto alla Black Mirror. Bravo soprattutto per la parte del ragazzino (che ho trovato fastidioso a livelli epidermici) mentre meno efficace ho trovato il pensiero del vecchio (non lo vedo a usare rottinculo, forse frocio, o invertito).
Comunque una buona prova.

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