Battuta di caccia 3.0 - di Maurizio Bertino
Inviato: lunedì 9 gennaio 2017, 14:14
Ecco il racconto con cui sono arrivato quarto alla Vaporosamente Live Edition. Alle guest è piaciuto, agli altri partecipanti meno, vediamo se riesco a migliorarlo e renderlo presentabile per la Vetrina...

Battuta di caccia 3.0
di Maurizio Bertino
«Carabina, quella automatica, cinque colpi in sequenza, grazie.»
«Preferisce lo stile anni novanta del diciannovesimo o anni venti del ventesimo? O magari qualcosa di più moderno?»
«Quella con il mirino 150X, possibilmente adattata su un modello anni venti del ventesimo, grazie. E si acquatti che rischia di farmi scappare la preda, non mi fido di una distanza di quattrocentocinquanta metri, quegli animali sono dotati di sensi particolarmente affilati.»
«Certo, mi acquatto e sussurro, così va meglio?»
«Molto meglio, un caddy perfetto, tesserò le sue lodi nel modulo.»
«La ringrazio, obbligato. La carabina, dorata o stagionata?»
«Stagionata, la considerò più adatta all’impresa.»
«Decisione inappuntabile, mi congratulo.»
«Ho una lunga esperienza, in effetti. Lo vede? Tenga, usi il mio binocolo. Laggiù, all’altezza della quercia, quella che svetta nella radura.»
«Lo vedo.»
«Noti la tensione dei muscoli sospesi nell’attesa del momento più propizio per aggredire la preda…»
«La noto, uno spettacolo meraviglioso, in effetti.»
«E quella livrea nera, perfettamente lucida, quasi sembra che i raggi della luce le si riflettano contro, non trova?»
«Abbagliante… Nel mirino della carabina l’occhio rischia di rimanere offeso dal riflesso… E questo rende la presa della preda ancora più valorosa in caso di riuscita e anche di non riuscita perché il fallimento del cacciatore sarebbe giustificato dalla difficoltà dell’impresa.»
«Esattamente, lei mi capisce. Ed era proprio la sfida che cercavo, non ha idea dell’adrenalina che mi sta assalendo in questo preciso momento, sensazioni sopite di pura bestialità legata, senza dubbio, all’istinto di sopravvivenza che riesco a riscoprire solo in battute tarate su una difficoltà così alta. E ora mi scusi, ma procederei all’atto finale.»
«Prego, mi scanso.»
«La ringrazio. Un colpo che costa quanto dieci stipendi di un normale ingegnere della mia azienda, ma un gatto di quella perfezione è raro perfino tra le riproduzioni d’epoca. Ma s’immagina? Animali che vivevano nella case anche di poveracci e tutto questo solo fino a pochi secoli fa. A volte provo a concentrarmi e a pensare a quei mentecatti a stretto contatto con animali vivi e davvero, le giuro, la mia mente si perde negli infiniti bivi che abbiamo dovuto superare per giungere a ciò che siamo. Immagini quante volte abbiamo rischiato di prendere la direzione sbagliata e perderci portando l’umanità verso chissà quale tragico destino…»
«Già…»
«E ora impalliniamo quella creatura, sono curioso di scoprire quale reazione gli è stata programmata nel caso di colpo non mortale… Punterò alla coda.»

Battuta di caccia 3.0
di Maurizio Bertino
«Carabina, quella automatica, cinque colpi in sequenza, grazie.»
«Preferisce lo stile anni novanta del diciannovesimo o anni venti del ventesimo? O magari qualcosa di più moderno?»
«Quella con il mirino 150X, possibilmente adattata su un modello anni venti del ventesimo, grazie. E si acquatti che rischia di farmi scappare la preda, non mi fido di una distanza di quattrocentocinquanta metri, quegli animali sono dotati di sensi particolarmente affilati.»
«Certo, mi acquatto e sussurro, così va meglio?»
«Molto meglio, un caddy perfetto, tesserò le sue lodi nel modulo.»
«La ringrazio, obbligato. La carabina, dorata o stagionata?»
«Stagionata, la considerò più adatta all’impresa.»
«Decisione inappuntabile, mi congratulo.»
«Ho una lunga esperienza, in effetti. Lo vede? Tenga, usi il mio binocolo. Laggiù, all’altezza della quercia, quella che svetta nella radura.»
«Lo vedo.»
«Noti la tensione dei muscoli sospesi nell’attesa del momento più propizio per aggredire la preda…»
«La noto, uno spettacolo meraviglioso, in effetti.»
«E quella livrea nera, perfettamente lucida, quasi sembra che i raggi della luce le si riflettano contro, non trova?»
«Abbagliante… Nel mirino della carabina l’occhio rischia di rimanere offeso dal riflesso… E questo rende la presa della preda ancora più valorosa in caso di riuscita e anche di non riuscita perché il fallimento del cacciatore sarebbe giustificato dalla difficoltà dell’impresa.»
«Esattamente, lei mi capisce. Ed era proprio la sfida che cercavo, non ha idea dell’adrenalina che mi sta assalendo in questo preciso momento, sensazioni sopite di pura bestialità legata, senza dubbio, all’istinto di sopravvivenza che riesco a riscoprire solo in battute tarate su una difficoltà così alta. E ora mi scusi, ma procederei all’atto finale.»
«Prego, mi scanso.»
«La ringrazio. Un colpo che costa quanto dieci stipendi di un normale ingegnere della mia azienda, ma un gatto di quella perfezione è raro perfino tra le riproduzioni d’epoca. Ma s’immagina? Animali che vivevano nella case anche di poveracci e tutto questo solo fino a pochi secoli fa. A volte provo a concentrarmi e a pensare a quei mentecatti a stretto contatto con animali vivi e davvero, le giuro, la mia mente si perde negli infiniti bivi che abbiamo dovuto superare per giungere a ciò che siamo. Immagini quante volte abbiamo rischiato di prendere la direzione sbagliata e perderci portando l’umanità verso chissà quale tragico destino…»
«Già…»
«E ora impalliniamo quella creatura, sono curioso di scoprire quale reazione gli è stata programmata nel caso di colpo non mortale… Punterò alla coda.»