Conta fino a dieci

[Kuranes]

Uno.

Sempre con un occhio aperto. Così diceva Papà: sempre con un occhio aperto. La Bestia aspetta solo che ti addormenti. Per questo bisogna tenere sempre almeno un occhio aperto. Se non tu, io. Dammi la buonanotte. Poi spegneva la luce, si sedeva sulla sedia e restava lì tutta la notte. Sono sicuro che non dormisse mai davvero.

Due.

Andavamo a trovare la mamma due volte all’anno. Il cimitero non mi piaceva, ma papà mi ci portava sempre. Diceva che l’aveva uccisa il crepacuore, ma quando lo diceva piangeva e io pensavo che non era vero. Pensavo che l’aveva uccisa la Bestia, una notte che la sedia era vuota e gli occhi di tutti si erano chiusi. Una volta gliel’ho detto. E lui, tutto serio, mi ha risposto che avevo ragione. Che era la stessa cosa.

Tre.

Le stelle fosforescenti dipinte sul soffitto della mia cameretta: avevano tutte un nome. Ho dimenticato come si chiamassero, ma non quanto splendessero. A volte le guardavo per tenermi sveglio. Altre volte non ce la facevo e dormivo. Ma quando dormivo la sedia era sempre occupata, e almeno un occhio di Papà sempre aperto. Pensavo che la Bestia non sarebbe venuta mai.

Quattro.

Quattro generazioni, fin dai tempi del nonno di tuo nonno... La colpa è nel sangue, capisci? Il sangue desidera la carne, e dal desiderio non si scappa. Però si può combattere. Basta respirare a fondo, pensare a lungo. Tenere gli occhi aperti. E quando è troppo forte, contare fino a dieci.

Cinque.

Cinque passi. Solo cinque passi dal mio letto alla sua sedia. A volte faceva avanti e indietro per delle ore. Per ore intere.

Sei.

Il Numero della Bestia è 666. La Bestia si può riconoscere perché questo è il suo numero. Questo è il numero della Bestia, che in nessun incubo né centimetro di pelle nuda ho mai visto o riconosciuto.

Sette.

Una notte dormivo, poi mi sono svegliato e la sedia era vuota. Ho incontrato la Bestia una notte di Settembre in cui gli occhi di mio padre si sono chiusi. Una notte in cui gli occhi di entrambi si sono riaperti sull’inferno.

Otto.

Gli anni dalla morte di mio padre. Al suo funerale ho sentito la Bestia alitarmi sul collo. Un alito vecchio di generazioni. Al funerale di mio padre ho seppellito un corpo, e una manciata di terra bagnata di sangue.

Nove.

Domani mio figlio fa nove anni. La notte dorme da solo e nella sua stanza non ci sono sedie. Quando faccio l’amore con sua madre i miei occhi non si chiudono mai.

Dieci.

Ogni notte, dopo che mia moglie si addormenta, la Bestia mi fa visita. Mio figlio dorme nella stanza accanto alla nostra, a cinque passi di distanza. Ogni notte penso di alzarmi e fare cinque passi di troppo. Ogni notte respiro a fondo, penso a lungo. Tengo gli occhi bene aperti. Ogni notte ripenso al mio primo incontro con la Bestia, e conto almeno fino a dieci.

[alexandra.fischer]

Il racconto è valido, perché con frasi brevissime e l’uso dei numeri, mostra tutto l’orrore di una maledizione atavica, per colpa della quale il padre è destinato a uccidere il figlio se osa addormentarsi (il Demonio si impossessa di lui). La maledizione ha ucciso la madre dell’io narrante e poi il padre. Nel primo caso, di crepacuore, nel secondo, è stata la bestia a uccidere il genitore. Il finale è agghiacciante, con il protagonista che conta fino a dieci e fa forza su se stesso per non fare quei cinque passi.


Attenzione a:
Refuso: una notta per una notte.
Nella frase: Li ho dimenticati, ma non ho dimenticato quanto splendessero userei un sinonimo (mi sono passati di mente).

Fatto questo:
Chiedo l’ammissione alla vetrina.

[Andrea Partiti]

Che peccato non fosse in gara (nella sera giusta), mi piace davvero molto come idea.
E' un tipo di elenco originale, tipo i riquadri dei Focus degli anni '90 con "I numeri di *argomento di turno*"

Forse cambierei l'inizio di alcuni dei paragrafi per non ripetere il numero, tipo:

Tre.
Le stelle fosforescenti dipinte sul soffitto della mia cameretta: avevano tutte un nome.

Otto.
Gli anni dalla morte di mio padre.

Nei casi in cui si può fare. Non sono sicuro che sia meglio, ma ci proverei per scrupolo, per far risaltare di più quel dieci finale perfetto che non introduci subito nel paragrafo ma lasci come dubbio finale.

Indipendentemente da come farai è da promuovere, vetrina subito :p

[Kuranes]

In effetti torna meglio, grazie!

Ho aggiunto un altro paio di frasi. Non so quanto emerga l'ambiguità di fondo sulla natura della "Bestia"... Nella mia testa alla spiegazione sovrannaturale se ne sovrapponeva una più terra terra e più sgradevole.

[Andrea Partiti]

Sì, l'ambiguità non è così ambigua, anzi. Soprattutto al #10 è molto esplicita la lotta per trattenersi e non spezzare il ciclo generazionale di abusi. Se anche non si sono messi insieme le dinamiche prima, lì si capiscono per forza.

[angelo.frascella]

Ciao Kuranes.

Per me il racconto è valido. Forse il conteggio lo rende un po' frammentario (punto debole), ma su questa lunghezza è accettabile.
Unica cosa che modificherei (ma è solo un fatto estetico), toglierei il grassetto (che non è mai gradevole nella narrativa) dai numeri e userei il corsivo.

Per me può passare in vetrina: CHIEDO LA GRAZIA

[Il Dottore]

Ciao, Kuranes.

Avresti il numero di richieste di grazie per "sfidare" il Dottore, ma mi pare non tu abbia commentato nessun altro racconto (se mi sbaglio, dimmelo pure).
Fammi sapere che vuoi fare (altrimenti sposto il racconto in archivio).

[antico]

Procedo a disattivare il racconto