Re: La Fiera delle Fiere - di Angelo Frascella (FORLANI EDITION)
Inviato: mercoledì 3 maggio 2017, 16:00
Ciao Angelo.
Avevo letto il tuo racconto nel corso della Forlani edition (anche se non ho partecipato, ogni tanto ho dato una sbirciatina...) e mi era piaciuto. ;)
Vedo che qui hai aggiunto un finale.
Ti segnalo delle piccole cose del testo, poi alla fine mi soffermo sul finale.
Se il racconto mi è piaciuto e l'ho trovato divertente e originale, il finale mi lascia un po' freddina. Capisco il capovolgimento ma qui non capisco dove ci si ritrova. In un mondo all'incontrario? Parrebbe di sì, però mi mancano gli agganci con l'inizio. Non lo so, forse mi sbaglio. Sentiamo altri commenti e intanto io ci rimugino su. :)
Avevo letto il tuo racconto nel corso della Forlani edition (anche se non ho partecipato, ogni tanto ho dato una sbirciatina...) e mi era piaciuto. ;)
Vedo che qui hai aggiunto un finale.
Ti segnalo delle piccole cose del testo, poi alla fine mi soffermo sul finale.
angelo.frascella ha scritto:Orione sedeva sul palco. I giapponesi avevano presentato uno dei loro kaijū e gli americani Bigfoot. Stava per parlare Jack, per l’UK. Come al solito, avrebbe magnificato Nessie. Poi sarebbe stato il suo turnodi Orione.
Jack esordìdicendo: “Vi porto una novità mostruosa dall’Irlanda.”
Orione rimase senza fiato, mentre Jack mostrava un contenitore pieno di fumo verde san Patrizio.
“Nebbia senziente di Dublino, capace di avvolgervi e teletrasportarvi, Dio solo sa dove.”
“No!” urlò Orione, alzandosi in piedi, pronto a scagliare la nebbia padana contro il suo avversario, a costo di un incidente internazionale.
Si rese conto troppo tardi di essere stato lento: Jack aveva già aperto il proprio contenitore e il fumo verde stava avvolgendo Orione.
L’uomo che gli stava porgendo la mano parlava un inglese dall’indubbio accento irlandese. Orione accettò l’aiuto e, una volta in piedi, si guardò attorno. Si trovavano in un ampio spazio rettangolare, molto ben arredato e piacevole alla vista, ma confinato da quelle che sembravano sbarre di luce.
All’interno di quella specie di gabbia, una cinquantina di persone sedevano, chiacchieravano e mangiavano. Oltre le sbarre, creature che parevano fatte di fumo e luce, li osservavano curiosi. Qualcuno lanciava nella gabbia del cibo. Ne afferrò un po’ al volo e lo assaggiò. Era decisamente buono. Avrebbe dovuto sentirsi disperato, eppure una strana rilassatezza si impadronì di lui.
Una ragazza, rossa, con gli occhi azzurri e molto carina gli si avvicinò, gli accarezzò un braccio e gli disse: “Ciao. Sei nuovo? Ai visitatori dello zoo piace molto guardarci mentre ci accoppiamo. Hai voglia di farli divertire un po’?”
Orione annuì e iniziò a togliersi i vestiti. La libertà, decise, era un concetto decisamente sopravvalutato.
Se il racconto mi è piaciuto e l'ho trovato divertente e originale, il finale mi lascia un po' freddina. Capisco il capovolgimento ma qui non capisco dove ci si ritrova. In un mondo all'incontrario? Parrebbe di sì, però mi mancano gli agganci con l'inizio. Non lo so, forse mi sbaglio. Sentiamo altri commenti e intanto io ci rimugino su. :)