“Digestione” - Il mostro del vicino è sempre più verde - FORLANI

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Adry666
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“Digestione” - Il mostro del vicino è sempre più verde - FORLANI

Messaggio#1 » giovedì 4 maggio 2017, 17:06

Ciao a tutti,

dopo i commenti nel contest di Forlani posto il mio racconto riveduto e corretto secondo indicazioni.
Fatemi sapere che ne pensate! :-)))

“Digestione” -V1.2


L’amaca è la più grande invenzione dell’umanità, specie dopo un lauto pasto. Però se in zona è presente anche tua moglie, iperattiva e ansiosa, e un vicino stakanovista e super-perfettino, può diventare all'istante uno strumento di tortura medioevale bandito dall’ONU.
C’è quel preciso, fantastico, momento, in cui il dolce rollio dell’amaca, unito alla visione ondeggiante delle nuvole bianche nel cielo cobalto e alla danza dei rami colmi di foglie e al canto degli uccelli, ti fa superare la soglia delle coscienza, instillandoti una visione che sai che sarà risolutiva per la tua vita. L’idea geniale che cambierà tutto.
In quel preciso momento, nell’istante in cui stai cercando di memorizzare i punti principali per traghettarli incolumi nella realtà, una voce stridula ti urla a pochi centimetri dall’orecchio: “Caro, dai svegliati! Prendi esempio dal tuo vicino che sta preparando il barbecue per tutta la famiglia! Senti che buon odore?”
No, sento solo odore di uxoricidio; una forte puzza di cadavere in decomposizione.
La mia “visione” cade giù come un castello di carta al vento, non riesco più a ricordare nulla. Cerco nella mente irritata, ma quella idea mi sfugge come quando non riesci a ricordare un nome di un attore famoso: “ce l’ho sulla punta della lingua!”
E intanto mia moglie che mi incalza: “Caro, dovresti fare come il tuo vicino, guarda come taglia il prato; guarda come gioca con i bambini in giardino, ammira come cucina le bistecche con il barbecue, che arte!”
Che arte nello scassarmi le scatole, direi, cintura nera terzo Dan.
E poi i miei figli: “Papà ci costruisci la casetta come quella bellissima del vicino; ci compri l’altalena a due posti come quella; ci monti il canestro come hanno fatto loro?”
E certo, perché io non ho niente da fare come quel riccastro, che lavorerà, se lo fa, per hobby. Ma io mi appoggerò alla staccionata che ci separa e aspetterò: come il saggio con il fiume, prima o poi verrà il mio momento.

E il momento arriva.
Brutto bastardo, finalmente te ne sei andato, tu e la tua famigliola schifosa; un bel weekend in montagna, nella tua baita di lusso, e io qui al caldo. Tu con i tuoi occhiali di corno di rinoceronte, la mogliettina che addosso ha più silicone che pelle, i figli perfetti con il ciuffo gelatinato biondo slavato e la giacchetta di tweed anche con quaranta gradi all’ombra. Ma la cosa che non sopporto proprio, a parte la tua erba verde smeraldo tagliata all’inglese e l’odore di fiori anche in inverno, è la puzza costante del tuo barbecue serale; sempre accesso con bistecche formato dinosauro, e con contorno la famiglia perfetta da telefilm per casalinghe.
E adesso mi vendico, come è giusto. E’ il mio momento.
Mi guardo attorno: non c’è nessuno, bene. Scavalco la staccionata di rovere perfettamente allineata e piallata al millimetro. L’erba è più soffice e perfetta di quello che sembra dal mio giardino pieno di buche e piante secche. Ecco il barbecue di acciaio cromato, lucido come la Bentley del principe di Monaco. Zac, con la tronchesina taglio il tubo del gas. Fiuu, apro la manopola della bombola che si svuota come un palloncino bucato. Puah, sputo sulla griglia tirata a lucido della tua stupida e puzzolente graticola. Che schifo, che orrore! Operazione compiuta, amico mio, rido. Si ritorna a casa.
Calpesto il più possibile la tua erbetta da frocetto, ci salto sopra anche a piè pari; faccio pipì sull’aiuola piena di fiori. OK, ora posso andare e… ehi! Mi sta girando la testa, ho la nausea. Dovrei sedermi un attimo. Erba, cielo, erba cielo, terra, cado con la faccia sul prato. Buio.

Caldo, prurito. Apro un occhio e vedo un’enorme formica che trascina un insetto morto. Cerco di muovermi, niente. Ho le gambe interrate fino al ginocchio. Come è possibile? Chi mi ha fatto questo? Grido aiuto. Non c’è nessuno, ma allora chi può essere stato? Sento che dei piccoli denti, tanti piccoli denti, mi stanno mordendo i polpacci. Maledizione, faccio forza con le braccia per tirarmi fuori. Con la lingua cerco di raggiungere la formica, ma mi sfugge, maledetta! Le nuvole bianche iniziano a girare vorticosamente disegnando oscene figure. Forse la mia visione era… mi gira la testa. Svengo.

Caldo, dolore. Apro gli occhi e vedo che il prato mi ha assorbito fino alla vita. C’è qualcosa di viscido che sta strisciando dentro i miei pantaloni. Ahi! Mi azzanna un gluteo, che cavolo! Certo meglio il sedere che… Urlo, ma nessuno accorre. Riesco a muovere le punte delle dita dei piedi come una ballerina classica che danza sulle punte. Le mani invece suonano un pianoforte invisibile interrato nel prato. Urlo ancora, grido aiuto. Quel bastardo tornerà solo in serata. Ma è già passato un intero giorno? Svengo.

Caldo, mal di testa lancinante. Apro gli occhi e vedo l’erba plastificata all’altezza del mio mento. Il prato sta continuando la sua inesorabile opera. Ecco perché è così verde! Si nutre di tutto quello che gli capita a tiro. Bastardo, carogna! Un coleottero si arrampica sulla mia guancia, scuoto la testa, ma lui se ne frega. Sa che non posso schiaffeggiarlo, vigliacco! Quando arriva sulle mie labbra, tiro fuori la lingua e me lo pappo. Muori, bastardo. Ho come la sensazione che qualcosa si stia insinuando nel mio ombelico, e non è una sensazione piacevole, affatto. Sento che sto per perdere coscienza, appare ancora la mia visone che ho avuto sull’amaca… ah, ecco cos’era e quindi… Svengo.

Caldo, mi manca l’aria, sto soffocando. Apro gli occhi. Del terriccio s’infila nelle mie palpebre. Respiro polvere. Sento delle voci. E’ il bastardo. Con la coda dell’occhio ancora emerso vedo un figlio che sta correndo sul prato e quasi mi calpesta. Provo a urlare, ma non esce nulla della mia bocca, anzi, ingoio terra.
Hai pensato a un’erba carnivora come antifurto, eh? Bravo, sei furbo, ma adesso prova ad accendere il barbecue. Fatti una bella bistecca.
Vediamo chi riderà per ultimo. Vediamo.



alexandra.fischer
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Re: “Digestione” - Il mostro del vicino è sempre più verde - FORLANI

Messaggio#2 » lunedì 8 maggio 2017, 21:32

La storia è mordace. Il protagonista, vessato dai paragoni con il vicino Super Efficiente, decide di vendicarsi di lui rovinandogli l’attrezzatura da barbecue (oltre che l’aiuola) per poi concentrarsi sul prato. E qui c’è la sorpresa: il prato è un essere famelico che lo divora poco a poco, perché è…un antifurto vegetale.
Questo spunto geniale, è unito a una capacità descrittiva davvero notevole (soprattutto nell’immagine del riposo estivo sull’amaca con tanto di cielo cobalto, ma anche sulle descrizioni della famiglia da spot pubblicitario del vicino fatte mostrandole al lettore riportandogli i commenti della moglie e dei figli di lui, oltre che del finale stato allucinato del protagonista, ormai parte del mondo del prato, vedi formica e coleottero) e anche a un certo spiritaccio (l’odore di barbecue che per lui è lezzo di decomposizione da uxoricidio come pure il ghigno di vendetta finale del protagonista, ormai quasi interamente fagocitato dal prato: adesso, vicino, prova ad accendere il barbecue).

Chiedo l’ammissione alla vetrina.

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angelo.frascella
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Re: “Digestione” - Il mostro del vicino è sempre più verde - FORLANI

Messaggio#3 » mercoledì 10 maggio 2017, 23:06

Ciao, Adriano.

Prima un paio di piccolezze:

"che sai che sarà" - quel doppio che è cacofonico
"un nome di un attore" - direi invece "il" nome di un attore.

Veniamo al racconto: piacevole e divertente, ma con un paio di difetti
1) Sento una frattura fra la prima e la seconda parte. All'inizio volta abbiamo un racconto satirico, ma realistico: potrebbe essere scambiato per il post su un blog. Poi, nella seconda, viene fuori l'elemento fantastico/orrorifico che secondo me, non essendo adeguatamente preparato, spezza un po' il "patto col lettore". Credo ci starebbe bene, nella prima parte, qualcosa che, in qualche modo, prepari il terreno per ciò che accadrà (giusto come esempio; si potrebbe far sapere al lettore che il vicino di casa è un ingegnere genetico e sta brevettando un nuovo prodotto innovativo e unico).

2) Capisco che il tuo intento è umoristico, ma non è una cosa così logica che ci sia un prato cannibale: il protagonista, invece, lo intuisce facilmente e lo accetta come fosse la cosa più normale del mondo. Inoltre sa che sta per morire, ma sembra non gliene freghi niente. Come lettore voglio essere nel panico, sentire di stare per impazzire insieme a lui, in quel prato. Insomma, anche se l'intento è satirico, un po' di pathos è necessario.

A rileggerci,
Angelo

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Adry666
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Re: “Digestione” - Il mostro del vicino è sempre più verde - FORLANI

Messaggio#4 » giovedì 11 maggio 2017, 15:33

Ciao Alexandra,

grazie per il commento; scusami per il ritardo nella risposta ma sono stato fuori per lavoro.

Bene, sono contento ti sia piaciuta questa nuova versione! A breve leggerò il tuo lavoro, grazie ancora

Ciao
Adriano

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Re: “Digestione” - Il mostro del vicino è sempre più verde - FORLANI

Messaggio#5 » giovedì 11 maggio 2017, 15:39

Ciao Angelo,

grazie per la recensione. Correggo subito i refusi, grazie.
Per quanto riguarda i due punti ti rispondo puntualmente:

1) In effetti una frattura c'è; all'inizio il racconto l'ho pensato come crescendo di pazzia / visioni del protagonista che poi si doveva tramutare in un incubo a occhi aperti. Provo a lavorarci su.

2) Il protagonista accetta il prato cannibale perché è un pazzo completo, ossessionato dal vicino "ingombrante" non razionalizza quanto gli sta accadendo.
La mia intenzione era quella di creare un racconto totalmente surreale; in effetti avendo più caratteri a disposizione devo cercare di caratterizzare meglio il protagonista.
Anche qui ci provo.

Grazie & a presto
Adriano

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Re: “Digestione” - Il mostro del vicino è sempre più verde - FORLANI

Messaggio#6 » domenica 23 luglio 2017, 22:39

Ciao, Adriano.

Vedo che il tuo racconto è fermo da un po' (il tuo ultimo commento è dell'11 maggio) e, inoltre, mi sembra tu non abbia commentato i racconti altrui (N.B. non è un accusa: periodo pieni, magari imprevisti, possono capitare a tutti!).

Quello che volevo sapere è se tu hai intenzione di lavorarci ancora o se vuoi mollarlo lì e lo spostiamo nel limbo...ehm, volevo dire nell'archivio dei racconti passati.
Sono pronto a vivisezionare i vostri racconti... soffriranno, ma sarà per il vostro bene!

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Re: “Digestione” - Il mostro del vicino è sempre più verde - FORLANI

Messaggio#7 » martedì 1 agosto 2017, 16:26

Ciao, Adriano.

Visto che non ti sei fatto vivo a breve provvederò a spostare il racconto nell'archivio
Sono pronto a vivisezionare i vostri racconti... soffriranno, ma sarà per il vostro bene!

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Re: “Digestione” - Il mostro del vicino è sempre più verde - FORLANI

Messaggio#8 » mercoledì 2 agosto 2017, 17:38

Su segnalazione del Dottore, provvedo a disattivare il racconto.

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