Uomo e Superuomo RELOADED
Inviato: sabato 13 maggio 2017, 16:04
L’isola è poco più di uno scoglio, schiacciato tra lo smalto del cielo e l’immensità equorea.
Sulle torrette degli U-boot, corruschi come pinne di squalo, garriscono i vessilli bianco rosso e nero, mai tanto feroci e dispotici su un’unica insegna.
Formiche in uniformi d’acciaio vegliano il nulla, la costa scabra, e le tre sagome in cima alla ziggurat di rocce.
-Ritengo sia giunto il momento di liberarla, herr Professor- suggerì il Reichsfuhrer dell’Anhenerbe Ewers.
La spilla dell’Istituto Ancestrale scintillava sul bavero, beffarda e trionfante come il teschio sulla visiera. L’interpellato, il solo a non vestire da SS bensì un eteroclito paramento sacerdotale, fessurò gli avidi fuochi verdi nella valanga di rughe e schioccò le dita macilente.
-Alfred, a te l’onore- sussurrò.
La sua voce era sprezzante e ineluttabile come l’onda su un naufrago.
Alfred Naujocks, i freschi galloni da Oberfuhrer sulla giacca da parata, attivò le batterie diodiche che accerchiavano l’avamposto rituale.
Fasci ronzanti e azzurrati intrappolarono gli officianti con un crepitio indolore quanto onnipossente.
La stella a cinque punte, su Yuggoth come a Xiccarp, nel Leng desolato come a Carcosa avrebbe protetto i maghi dagli influssi mortiferi delle Sfere Ulteriori.
Poi Alfred Naujocks, comandante in pectore dei reparti occulti del IV Reich, si accostò solennemente al suo mentore e gli offrì la reliquia per cui aveva compiuto e ordinato purghe e stragi.
Era una scatola di palissandro, antiquata più che antica.
Il mistico la scompose in una scatola più piccola d’avorio, poi in un cofano d’antimonio e ancora in uno scrigno di un quarzo traslucido.
Infine, la gemma.
Un cinabro insignificante, eppure scaglia di una sapienza preumana, il portale su altri regni dell’essere.
Ja, era la vera Wunderwaffe, l’ordigno definitivo di un conflitto che aveva sancito il trapasso dall’Era Atomica all’Era Esoterica, dove il potenziale distruttivo insito in un coccio adorno di geroglifici o in una cartapecora di von Juntz evaporava qualsiasi arma fondata sulla meccanica e la fisica astratta.
Herr Professor declinò un esorcismo in Aklo per impedire alle sue cellule di fondersi nell’attingere la pietra dalla custodia.
Percepì nel formicolio della gemma tra i suoi palmi ossuti la titanica, incommensurabile energia che stava per essere rilasciata.
-Ma ..cosa accadrà realmente?- chiese esitante il Reichsfuhrer Ewers. A Berlino, inutile dirlo, erano proverbialmente allergici ai fallimenti.
Herr Professor gli riservò una smorfia di scherno: “Che pretendereste di distinguere realmente nel Vuoto tra le Sfere, nello spazio tra gli Spazi, nelle ombre tra le Soglie?”
Figurarsi se l’occultista non se ne usciva con la solita, strampalata sbruffonaggine!
-L’essenziale- sentenziò Ewers, modellando a volitiva una mascella che mal si attagliava a tale definizione -è che spazzi via la sub-umanità e i suoi indegni cascami, e che frantumi il blocco orientale in modo che la sua polvere tramuti la Siberia in un deserto!-
Naujocks approvò.
Ora i tre superuomini si stagliavano sul limite dell’orizzonte, affacciati alle nebbie che li dividevano dal trionfo della Volontà.
L’etere dava l’impressione di sfrigolare per l’imminenza.
Herr Professor sgomberò la mente e cercò le formule d’invocazione.
Ma non vennero.
Nonostante la pietra, nonostante la vittoria ad un respiro non vennero.
Il cristallo terso del meriggio si macchiò improvvisamente di notte.
I nembi viaggiavano come missili sparati da un T34, propulsi da una mareggiata che curvava l’Est in un’onda alta quanto la Terra.
E nella tromba di schiuma e di flutti strappati agli abissi, quale osceno orrore … Un volto di alghe e squame scolpito nella follia di eoni dimenticati, scosso da flagelli lunghi quanto autostrade che si torcono in spire, e tra le spire occhi profondi quanto oscure lune subacquee ….
-Avevi detto che era andata distrutta …- singhiozzò Ewers mentre Naujocks si prosternava, le ginocchia e l’anima divenute spugna - … che la versione di Teodoro Fileto era stata distrutta …-
La voce del tedesco si spense nel ruggito del vento cosmico che scardinava l’orizzonte.
Pur presentendo l’arrembante catastrofe, herr Professor non poté trattenere un sorriso.
Quei bogostrotiely, quei creatori di Dei lo avevano beffato sul tempo!
Da scacchista dell’Occulto, riconobbe l’audace maestria di Beria e della sua accolita di cosmisti.
La pietra gli cadde inerte dalle dita.
No, stavolta la stella a cinque punte non lo avrebbe salvato. Figurarsi la svastica!
Un istante dopo lo Juggernauta lo ingoiò.
Sulle torrette degli U-boot, corruschi come pinne di squalo, garriscono i vessilli bianco rosso e nero, mai tanto feroci e dispotici su un’unica insegna.
Formiche in uniformi d’acciaio vegliano il nulla, la costa scabra, e le tre sagome in cima alla ziggurat di rocce.
-Ritengo sia giunto il momento di liberarla, herr Professor- suggerì il Reichsfuhrer dell’Anhenerbe Ewers.
La spilla dell’Istituto Ancestrale scintillava sul bavero, beffarda e trionfante come il teschio sulla visiera. L’interpellato, il solo a non vestire da SS bensì un eteroclito paramento sacerdotale, fessurò gli avidi fuochi verdi nella valanga di rughe e schioccò le dita macilente.
-Alfred, a te l’onore- sussurrò.
La sua voce era sprezzante e ineluttabile come l’onda su un naufrago.
Alfred Naujocks, i freschi galloni da Oberfuhrer sulla giacca da parata, attivò le batterie diodiche che accerchiavano l’avamposto rituale.
Fasci ronzanti e azzurrati intrappolarono gli officianti con un crepitio indolore quanto onnipossente.
La stella a cinque punte, su Yuggoth come a Xiccarp, nel Leng desolato come a Carcosa avrebbe protetto i maghi dagli influssi mortiferi delle Sfere Ulteriori.
Poi Alfred Naujocks, comandante in pectore dei reparti occulti del IV Reich, si accostò solennemente al suo mentore e gli offrì la reliquia per cui aveva compiuto e ordinato purghe e stragi.
Era una scatola di palissandro, antiquata più che antica.
Il mistico la scompose in una scatola più piccola d’avorio, poi in un cofano d’antimonio e ancora in uno scrigno di un quarzo traslucido.
Infine, la gemma.
Un cinabro insignificante, eppure scaglia di una sapienza preumana, il portale su altri regni dell’essere.
Ja, era la vera Wunderwaffe, l’ordigno definitivo di un conflitto che aveva sancito il trapasso dall’Era Atomica all’Era Esoterica, dove il potenziale distruttivo insito in un coccio adorno di geroglifici o in una cartapecora di von Juntz evaporava qualsiasi arma fondata sulla meccanica e la fisica astratta.
Herr Professor declinò un esorcismo in Aklo per impedire alle sue cellule di fondersi nell’attingere la pietra dalla custodia.
Percepì nel formicolio della gemma tra i suoi palmi ossuti la titanica, incommensurabile energia che stava per essere rilasciata.
-Ma ..cosa accadrà realmente?- chiese esitante il Reichsfuhrer Ewers. A Berlino, inutile dirlo, erano proverbialmente allergici ai fallimenti.
Herr Professor gli riservò una smorfia di scherno: “Che pretendereste di distinguere realmente nel Vuoto tra le Sfere, nello spazio tra gli Spazi, nelle ombre tra le Soglie?”
Figurarsi se l’occultista non se ne usciva con la solita, strampalata sbruffonaggine!
-L’essenziale- sentenziò Ewers, modellando a volitiva una mascella che mal si attagliava a tale definizione -è che spazzi via la sub-umanità e i suoi indegni cascami, e che frantumi il blocco orientale in modo che la sua polvere tramuti la Siberia in un deserto!-
Naujocks approvò.
Ora i tre superuomini si stagliavano sul limite dell’orizzonte, affacciati alle nebbie che li dividevano dal trionfo della Volontà.
L’etere dava l’impressione di sfrigolare per l’imminenza.
Herr Professor sgomberò la mente e cercò le formule d’invocazione.
Ma non vennero.
Nonostante la pietra, nonostante la vittoria ad un respiro non vennero.
Il cristallo terso del meriggio si macchiò improvvisamente di notte.
I nembi viaggiavano come missili sparati da un T34, propulsi da una mareggiata che curvava l’Est in un’onda alta quanto la Terra.
E nella tromba di schiuma e di flutti strappati agli abissi, quale osceno orrore … Un volto di alghe e squame scolpito nella follia di eoni dimenticati, scosso da flagelli lunghi quanto autostrade che si torcono in spire, e tra le spire occhi profondi quanto oscure lune subacquee ….
-Avevi detto che era andata distrutta …- singhiozzò Ewers mentre Naujocks si prosternava, le ginocchia e l’anima divenute spugna - … che la versione di Teodoro Fileto era stata distrutta …-
La voce del tedesco si spense nel ruggito del vento cosmico che scardinava l’orizzonte.
Pur presentendo l’arrembante catastrofe, herr Professor non poté trattenere un sorriso.
Quei bogostrotiely, quei creatori di Dei lo avevano beffato sul tempo!
Da scacchista dell’Occulto, riconobbe l’audace maestria di Beria e della sua accolita di cosmisti.
La pietra gli cadde inerte dalle dita.
No, stavolta la stella a cinque punte non lo avrebbe salvato. Figurarsi la svastica!
Un istante dopo lo Juggernauta lo ingoiò.