Il gioco della guerra
Inviato: sabato 19 maggio 2018, 17:36
Le polveri di un bambino giacciono ora in una misera tomba,
perchè il suo peggior crimine è stato quello di esser nato da un liquido grembo innocente.
Quel bambino giocava con la palla e i suoi fratelli,
in quel mondo che amava pensare un Luna-Park,
pervaso da pirati bendati e soldati armati
con mimetiche che sembravan vere.
Nel cielo,
costellazioni di aerei rendevano il gioco eccitante;
i ridondanti boati la musica caricante il piccolo animo esaltato.
Ed il pupillo amava lasciarsi sbigottire dalle grida adulte,
dal pianto nero e tagliente delle donne,
dal color vermiglio su cui spesso sguazzava per le strade
insieme ai suoi fratelli.
Ma quel vivissimo Luna-Park,
mangiatore di anime,
un giorno lo chiamò a sè
ed il piccolo non potè rifiutarsi;
finalmente ad esser protagonista era proprio lui.
Il piccino fece allora quello che gli era stato ordinato di fare:
consegnare una magica sfera buia ad una fata tenebrosa,
coperta da testa a piedi da veli funesti.
Il bambino corse sorridendo,
attraversò il ciglio della sorte
e subito una carrellata di spari filtrarono il suo corpo,
facendolo cadere per terra
come una mela marcia.
Ed ecco il suolo colorarsi improvvisamente di carminio,
ma i fratelli non sguazzano più su quella pozza dilaniante;
adesso piangono
piangono
e piangono...
Stanno ancora piangendo,
mentre il corpo viene gettato in una fossa,
accanto a quello della madre.
perchè il suo peggior crimine è stato quello di esser nato da un liquido grembo innocente.
Quel bambino giocava con la palla e i suoi fratelli,
in quel mondo che amava pensare un Luna-Park,
pervaso da pirati bendati e soldati armati
con mimetiche che sembravan vere.
Nel cielo,
costellazioni di aerei rendevano il gioco eccitante;
i ridondanti boati la musica caricante il piccolo animo esaltato.
Ed il pupillo amava lasciarsi sbigottire dalle grida adulte,
dal pianto nero e tagliente delle donne,
dal color vermiglio su cui spesso sguazzava per le strade
insieme ai suoi fratelli.
Ma quel vivissimo Luna-Park,
mangiatore di anime,
un giorno lo chiamò a sè
ed il piccolo non potè rifiutarsi;
finalmente ad esser protagonista era proprio lui.
Il piccino fece allora quello che gli era stato ordinato di fare:
consegnare una magica sfera buia ad una fata tenebrosa,
coperta da testa a piedi da veli funesti.
Il bambino corse sorridendo,
attraversò il ciglio della sorte
e subito una carrellata di spari filtrarono il suo corpo,
facendolo cadere per terra
come una mela marcia.
Ed ecco il suolo colorarsi improvvisamente di carminio,
ma i fratelli non sguazzano più su quella pozza dilaniante;
adesso piangono
piangono
e piangono...
Stanno ancora piangendo,
mentre il corpo viene gettato in una fossa,
accanto a quello della madre.