Le radici del futuro

La 64ª Edizione (la 63ª è il Contest Best - non te la sarai mica perso, vero?) è denominata Contest Live. Questa edizione speciale si è tenuta il 28 febbraio 2015 alla Biblioteca Ginzburg di Torino. Quindici scrittori selezionati hanno partecipato alla sfida sul tema: Il passato è una bestia feroce, il titolo del primo thriller di Massimo Polidoro, Edizioni Piemme.
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patty.barale
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Le radici del futuro

Messaggio#1 » sabato 28 febbraio 2015, 16:51

Il porticato di piazza San Pietro era spettrale con le sue colonne spezzate e le ombre che si muovevano alla luce dei lampi. Faceva freddo, nonostante fosse già primavera avanzata, e la donna si guardò intorno con attenzione: non c'erano Vigilanti. Poteva tentare la sortita.
Attraverso le rovine degli edifici del Vaticano raggiunse una piazza, poi corse lungo la strada che portava alla vecchia stazione della metropolitana e si intrufolò tra i calcinacci che ne chiudevano parzialmente l'ingresso.
Il buio della notte era nulla al confronto di quel l'oscurità. Sorreggendosi al corrimano rimasto miracolosamente in piedi, scese fino al fondo di quell'ammasso di cemento che un tempo si chiamava scala e si immobilizzò.
Un coltello si materializzò sulla sua gola mentre il braccio destro le veniva torto dietro la schiena.
"Gea, Madre Terra, sorta dal Caos..." una voce femminile disse alle sue spalle.
"Dammi la forza di evirare Urano" rispose la donna.
Il coltello si abbassò e le due figure si abbracciarono.
"È tutto pronto?" domandò la nuova arrivata sfilandosi il passamontagna zuppo di pioggia.
"Si, Michela, aspettano solo te." rispose la sentinella accendendo la torcia elettrica "Vai!".
Presa la torcia Michela si avviò verso la banchina, scese sui binari e si incamminò.
Il cono di luce che la precedeva si allargava verso le pareti, proprio come i fari dei treni che, fino a solo una quindicina di anni prima, avevano percorso quei binari carichi di uomini, donne e bambini: ora restavano solo traversine sconnesse, muri pericolanti e un silenzio interrotto dal ticchettio delle infiltrazioni d'acqua.
Come aveva potuto l'umanità arrivare a tanto?
I suoi passi rimbombavano tra le pareti vuote.
La sua mente corse ai giorni della prigionia: la cella era buia, silenziosa e l'unico suono era dato dal passo ritmico e cadenzato dei suoi torturatori che si avvicinavano.
Si passò una mano sulla guancia destra e le dita accarezzarono le cicatrici prodotte dall'acido. Non erano quelle che l'avevano fatta soffrire di più.
Un suono di voci giunse alle sue orecchie. Scacciò la zavorra dei ricordi e allungò il passo.

***

Il vagone della metropolitana le ricordò le astronavi dei film di fantascienza che vedeva quando era bambina: monitor, pulsanti, leve e fili elettrici.
Amira e Jasmine, due candidate al Nobel per la scienza nel 2039, si muovevano nervose tra queste vecchie apparecchiature riportate in vita.
Una giovane dai tratti nordici si avvicinò a Michela e le porse, con la mano che si era salvata dall'amputazione, un vecchio registratore: "Registra i tuoi dati e le notizie salienti della tua vita: se, arrivata a destinazione, qualcosa sarà andato storto e non ricorderai perché sei li, questo ti aiuterà. Hai portato anche la foto?"
"Si, guarda che bella!" rispose Michela mostrando una vecchia fotografia che ritraeva una sorridente ragazza bionda in short e camicia di jeans: "Mia mamma ha sempre detto di averla scattata il giorno in cui, pochi minuti prima che mio padre lasciasse Roma, nel bagno di un bar mi ha concepita! Poi non l'ha più visto e non ha mai voluto dirmi chi fosse."
Michela si sedette e cominciò a registrare:" Mi chiamo Michela Darsi..."

***

La croce verde in campo nero sopra la farmacia si illuminava a intermittenza lasciando scorrere al suo interno le cifre che indicavano l'ora: 15.30. Faceva un caldo infernale.
Una donna dal volto sfigurato parve materializzarsi in piazza della Repubblica.
La gente le passò accanto senza degnarla di uno sguardo.
Michela si guardò intorno.
Gli autobus erano incolonnati e pronti a partire.
Lui era in ritardo.
Forse aveva sbagliato orario o addirittura giorno!
Sentì lo stomaco contorcersi a questo pensiero.
Poi lo vide comparire.
Camminava verso di lei ma non la vedeva, intento com'era a scorrere il monitor di un tablet.
Era molto sexy con quei jeans strappati, la canottiera sgualcita che metteva in mostra i tatuaggi sui bicipiti.
Non aveva bagaglio, eppure lei sapeva che stava per partire...
Era il momento di affrontarlo. Michela inspirò a fondo, quasi che l'aria potesse portarle il coraggio di cui aveva bisogno, infilò la mano in tasca, sollevò lo sguardo su Paolo Cirri e si bloccò.
Una donna lo aveva raggiunto correndo.
Capelli biondi, camicetta in jeans e short..
All'improvviso il mondo parve crollare sotto i suoi piedi e le sue dita si fecero scivolose.
No! Non poteva finire in questo modo, non era pronta per sparire nel nulla!
Ma non poteva tirarsi indietro, milioni di vite dipendevano da lei.
Le lacrime cominciarono a inondarle gli occhi mentre lei, con lentezza, estraeva la pistola dalla tasca e, guardando negli occhi quel feroce passato, puntò su Paolo e fece fuoco.

***

La gente aveva urlato e l'uomo era crollato a terra.
La pistola era caduta con un tonfo sordo.
Una fotografia era scivolata sotto un'auto parcheggiata.
In un'aiuola il tasto PLAY del vecchio registratore aveva urtato contro un ramo:

"Mi chiamo Michela Darsi, sono nata il 22 aprile 2022 a Roma. Sono sopravvissuta alla furia del Gruppo Armato Della Superiorità di Genere che, creato da un Foreign Figheter, partito per combattere tra le fila dell'ISIS, ha generato una deviazione volta all'asservimento del genere femminile ai soli fini del piacere maschile e del mantenimento della specie.
Il soggetto si chiamava Paolo Cirri, e il suo viaggio verso la follia ebbe inizio il 15 agosto 2011.
In conseguenza della presa del potere del gruppo nel 2040, sono stata fatta prigioniera, torturata, stuprata e ho messo al mondo tre bambine, che sono state uccise sotto i miei occhi.
Sono riuscita a fuggire e oggi compio questo viaggio nel tempo per uccidere il responsabile di tutto questo: se le cose andranno bene, arriverò alle 15.30 del 15 agosto a Roma e lo aspetterò al capolinea dell'autobus.
Lui morirà e io, che all'epoca di questo fatto non sono ancora nata, potrò avere quella vita che mi è stata rubata."









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marco.roncaccia
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Messaggio#2 » lunedì 2 marzo 2015, 20:03

Ciao Patty, se non ho capito male nel primo dei quattro capitoli Michela arriva al luogo dell’appuntamento e viene riconosciuta da una complice, siamo nel futuro. Nel secondo (successivo anche nell’arco temporale al primo) registra un messaggio stile Kamikaze Jihadista in una specie di macchina del tempo ricavata da un vagone della metro. Nel terzo (siamo nel passato) si materializza a Piazza della Repubblica a Roma e vede Paolo Cirri (il macho cattivo, padre stesso di Michela mentre incontra la madre) e gli spara. Nel quarto non c’è più Michela ma la pistola e la foto della mamma che cadono e il registratore che si attiva da solo e ci fa capire cosa è successo.
L’idea è interessante, il tema è centrato (il passato è una bestia tanto quanto lo è uno stupratore, figuriamoci una società fondata sullo stupro) l’ambientazione in una Roma mezza distrutta è coerente e piacevole (ma forse su questo argomento sono di parte :) ). Sul racconto ho un dubbio:
Michela spara al padre prima o dopo essere stata concepita?
Se spara prima e quindi coerentemente sparisce (non sarà mai esistita nella nuova linea temporale) perché parla di riavere una “ vita che le è stata rubata”
Se invece spara dopo essere stata concepita perché non la vediamo più nella scena successiva?
Mi pare che il testo sia accurato nelle prime parti e frettoloso verso la fine. Alcuni passaggi potrebbero essere resi meglio. Ad esempio questa sorta di resistenza femminile non si capisce da cosa abbia origine ne è chiaro come Michela sia fuggita dalla sua situazione di asservimento L’attivazione del registratore alla fine è poco credibile (perché porta il registratore con se l’attentatrice? Se è destinata a sparire come fa a essere sicura che venga rinvenuto? Sembra un registratore “tinca”)
A titolo informativo (chiaramente questo non ha alcun peso sulla mia valutazione) a Piazza della Repubblica a Roma non ci sono capolinea di autobus.
Buona scrittura e buona lettura. E’ stato un piacere conoscerti.

beppe
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Messaggio#3 » martedì 3 marzo 2015, 12:24

Ben ritrovata a Minuti Contati. :-)
 
Il racconto è ben scritto e l’ambientazione interessante, purtroppo rilevo varie debolezze nei fili della trama. È sempre difficile scrivere un racconto in cui il viaggio nel tempo sia credibile, ma non è solo questo che mi lascia perplesso.
 
Il presupposto che basti uccidere “Paolo Cirri” perché cessi di esistere nel futuro il “Gruppo Armato Della Superiorità di Genere” mi pare molto debole. Ancora più debole se il registratore era idealmente destinato alla gente del passato per non ripetere gli errori futuri: dal loro punto di vista sarebbe stato preso per il gesto di una mitomane, tanto più in assenza della protagonista (sparita perché mai concepita?). Da un punto di vista “materiale” se sparisce lei, con i vestiti e tutto, perché non spariscono anche la pistola e il registratore? Sono sempre “materia” che ha fatto con lei il viaggio nel tempo, no?
 
Quindi trovo che il tuo racconto sia un’interessante spunto del tema fantascientifico: “Torno indietro nel tempo e uccido Hitler [sostituiscilo pure con Stalin, Pol Pot, Mussolini o Paolo Cirri…] e…” ma con uno sviluppo insufficiente, soprattutto sul finale.
 
Da un punto di vista di mia preoccupazione sulla degradazione della donna nel mondo fondamentalista, temo che non le avrebbero torturate così apertamente, ma in modo molto più terribile e sottile, costringendole in casa a figliare, senza diritti, stuprate e picchiate da mariti e altri uomini, ma non incarcerate e torturate tutte in quanto donne… in qualche modo i torturatori dovevano salvare l’apparenza di decenza e sentirsi “i buoni”, almeno ai propri occhi. Parere personale. Però. E forse il Vaticano avrebbe collaborato e non sarebbe stato distrutto? Chissà…
 
Ocio a qualche errorino di battitura: “quel l’oscurità” per “quell’oscurità”; “perché sei li” per “lì”, “Foreign Figheter” per “Fighter”.
 
Alla prossima, e complimenti per lo stile e le scene visive! :-)

cristina.danini
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Messaggio#4 » mercoledì 4 marzo 2015, 14:52

Ammetto di aver fatto un po' fatica a seguire i alti temporali, detto questo l'idea è interessante. La scoperta che quello che si è sempre chiamato mostro in realtà è il proprio padre senza dubbio apre uno squarcio nella protagonista che e rende molto difficile portare a termine la missione. Forse avrei voluto che approfondissi un po' meglio proprio il momento del suo arrivo nel "passato" e questa scoperta; mi sembra che prenda la decisione di sparare un po' troppo in fretta, considerando che comporta uccidere il proprio padre, condannare la propria madre all'infelicità e rinunciare alla vita che la protagonista sognava di costruire, dato che impedisce ai suoi genitori di concepirla. Ben strutturato comunque, anche se io avrei messo le date all'inizio di ogni spezzone per rendere chiaro dove e quando ci troviamo.

jacqueline.nieder
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Messaggio#5 » giovedì 5 marzo 2015, 11:40

Ciao Patty,

a me l'idea piace ma forse sono poche le battute per questa storia. Sarebbe interessante saperne di più di questo nuovo equilibrio mondiale, di ciò che è successo al personaggio. Questi treni, le torture, mani salvate dalle amputazioni, stupri: sono tutti fili narrativi che disponi ma che per il poco spazio non possono essere sviluppati. Sarei molto curiosa di conoscere il perché e il percome di ogni cosa. Nonostante tutto non ho avuto difficoltà a saltare da uno spazio temporale all'altro, credo che tu sia stata chiara. Anche l'andare spesso a capo aiuta molto il lettore, perciò brava!

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Filippo Santaniello
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Messaggio#6 » venerdì 6 marzo 2015, 10:41

Ciao Patty,
ti faccio i complimenti per l'idea vincente, però mi devo accodare a chi ha fatto fatica a convincersi che una storia del genere sia plausibile, infatti anche io non ho capito se Michela spara al padre prima o dopo essere stata concepita. Per un racconto di settemila battute accadono fin troppe cose. Credo che il problema sia proprio questo: il bisogno di comprimerle in poco spazio senza approfondire gli snodi centrali. Detto questo ribadisco che lo spunto è molto buono, fossi in te lo svilupperei dandogli il respiro che merita. Ciao!

sharon.galano
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Messaggio#7 » venerdì 6 marzo 2015, 14:29

Ciao Patty,

la tua scrittura è da cinema. Le scene sono costruite visivamente, anche se in alcune mancano i dettagli necessari alla trama. Ho fatto fatica come gli altri nella lettura: sono dovuta tornare indietro un paio di volte per capire cosa stesse accadendo. Come dicevo sei brava nelle descrizioni, per questo, a mio parere, ti consiglierei di tagliare frasi troppo esplicite. Mi riferisco alla tipica domanda retorica che si sente in tutta la letteratura di questo genere: Come aveva fatto l'umanità a ridursi così? Io qui taglierei. Il finale non poteva essere contenuto in 7000 battute. Mi ha fatto piacere conoscerti e leggerti.

viviana.tenga
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Messaggio#8 » sabato 7 marzo 2015, 11:23

Ciao Patty,

Comincio con una piccola nota: il "nobel per la scienza" non esiste. A parte questo, il tema del viaggio nel tempo è sempre problematico, ma mi sembra che per un racconto breve (quindi, dove non c'era lo spazio per discutere dettagli e paradossi) tu l'abbia gestito bene. In generale, l'idea del racconto è interessante, bella l'ambientazione del futuro con piazza S. Pietro e la metropolitana abbandonata. Forse c'è fin troppo materiale per un racconto così breve, tanto che le informazioni vengono passate con uno stratagemma (quello della registrazione) che risulta un po' forzato (ma riconosco che era difficile fare di meglio). Piccola perplessità sulla trama: perché le bambine di Michela sono state uccise?

francesco.damore
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Messaggio#9 » domenica 8 marzo 2015, 0:39

Non ho trovato la storia credibile, non a causa dell'ambientazione e dei personaggi, anche se in Italia si fa sempre un po' di fatica a trovare storie del genere plausibili, quindi bisogna scegliere il tema giusto da raccontare. Secondo me, il punto debole è proprio il fine per cui è stato organizzato il tutto; ovvero un movimento chiamato "gruppo della superiorità di genere" che fa tutto un piano folle per manovrare le donne al solo scopo del piacere maschile. Non lo so, trovo il tema trattato con superficialità, portato troppo agli estremi, forse a causa delle poche battute che avevi a disposizione però le motivazioni le trovo un po' forzate e il tutto inverosimile e poco plausibile.

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patty.barale
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Messaggio#10 » lunedì 9 marzo 2015, 23:12

Ciao a tutti.

Chiedo scusa per la latitanza, ma ho avuto una strana reazione al contest LIVE: un conto è avere a che fare con degli avatar, un altro è metterci la faccia... E per una psico e sociopatica come me ci vuole un po' di tempo per metabolizzare la situazione!

in poche parole in questi giorni ero terrorizzata all'idea di leggere i commenti al mio racconto (che, lo so, fa acqua da tutte le parti) e scoprire le vostre storie che immaginavo bellissime.

Di certo la seconda che ho detto è prossima al vero, mentre per il resto devo ammettere che siete stati troppo buoni e gentili!

in ogni caso, ora che ho fatto il primo passo, avrete al più presto i miei commenti e la classifica.

Ora mi limito solo a spiegare alcune cose del mio racconto che non sono arrivate (e che quindi IO non sono stata capace a rendere):

Michela non sa chi sia suo padre, quindi, quando vede la madre avvicinarsi al villain che deve uccidere capisce e tentenna: il suo concepimento è successivo, quindi se lei agisce... Lei non esisterà.

La registrazione è realizzata per Michela stessa: se il viaggio alterasse la sua memoria, il registratore l'aiuterà a ricordare chi è e che cosa deve fare.

Per gli errori di battitura segnalati da Beppe... Dannato correttore automatico del pad! (Bella scusa, eh? ;-))

infine:

Ho tentato di cimentarmi con un genere che non mi appartiene per niente, (quindi chiedo scusa ai cultori) con un racconto di cui, a mezz'ora dalla fine, avevo scritto tante battute di ambientazione e introduzione e che poi ho tagliato malamente, chiudendo con un finale a membro canino!

Beh, in ogni caso il ghiaccio è rotto, per cui spero di fare meglio nelle prossime sfide!

È stato un trauma conoscervi!

È un piacere confrontarmi con voi!

 

 

 

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ceranu
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Messaggio#11 » lunedì 9 marzo 2015, 23:36

Ciao Patty.
Racconto interessante, scritto in maniera ottima. C'è azione e sentimento, e cavalca a pieno l'onda del momento. L'unica pecca è la trama. Non è un'idea originale. Una donna che torna nel passato affinche il futuro cambi. Ammetterai che è una storia già sentita, persino Terminator si basa su quella. Questo non sminuisce l'ottima prova.
Nel complesso il racconto è avvincente.
Ciao e alla prossima.

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eleonora.rossetti
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Messaggio#12 » martedì 10 marzo 2015, 10:47

Ho trovato la prima parte molto più snella della seconda, in cui mi è sembrato che tu volessi chiudere più in fretta, non per questo ovviamente ne ho risentito troppo nella lettura.

Il tema è ben centrato, mi ha colpito meno lo sviluppo. Quando si tratta di viaggi nel tempo il rischio del paradosso è altissimo e, per questo, alcuni dettagli mi hanno reso più irreale la cosa, come la pistola e il registratore che non svaniscono assieme alla protagonista, per dire un dettaglio. Quando Michela parla di “vita rubata” anche qui ho storto un po’ il naso, perché hai menzionato poco prima che aveva paura di sparire, sacrificandosi per tutte le vite. Quindi questa paura stride con il concetto di “nuova vita”, che invece sembra l’unico appiglio di speranza.

Niente male come lavoro comunque. A presto!

 
Uccidi scrivendo.

enrico.nottoli
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Messaggio#13 » martedì 10 marzo 2015, 17:47

Ciao Patty.

il tuo racconto mi è piaciuto. Forse  un pizzico di suspanse in più non avrebbe guastato, a volte leggendo mi è sembrato che tu avessi accelerato i tempi per chiudere in fretta. Però alla fine una distrazione del genere in un contest che si chiama "minuti contati" ci può stare benissimo. Ecco, un paio di descrizioni qua e là per rendere le vicende ancora più palpabili ci stavano. Secondo me chiaramente.

Però ripeto che il racconto mi è proprio piaciuto e poi personalmente apprezzo un sacco le storie distopiche, le trovo incisive.

Brava e alla prossima

 

carolina.pelosi
Messaggi: 72

Messaggio#14 » mercoledì 11 marzo 2015, 15:35

Ciao Patty!
L'idea del tuo racconto è intrigante, le descrizioni molto piacevoli, sia delle scene che dei dettagli. Il salto nel tempo della terza parte è molto riuscito, hai saputo gestirlo, brava. Però, hai detto tante cose soltanto accennandole. Sono successe parecchie cose nella tua storia, il ritmo è veloce per questo (e va bene), solo che lasciano la fame, arrivata alla fine della storia volevo sapere di più, su tante cose. Forse su questo dovresti lavorarci, magari con più tempo e più spazio a disposizione.
Mi ha fatto piacere leggerti, alla prossima!

viviana.spagnolo
Messaggi: 20

Messaggio#15 » lunedì 16 marzo 2015, 22:05

Ciao Patty! La tua idea mi piace davvero molto... certo, ti sei scelta una storia bella complicata da raccontare. Nel farlo, i rischi sono tanti... e tu, in parte, li hai schivati, in parte no. In generale, però, il mio giudizio è positivo e il mio consiglio è solo di riscrivere alcune parti con più calma. Complimenti!

diego.ducoli
Messaggi: 265

Messaggio#16 » lunedì 16 marzo 2015, 22:51

Ciao Patty

Il racconto non è male, l'inizio, l'ingresso nella metro fila molto bene, anche il carrozzone fantascientifico mi è sembrato azzeccato.

Il finale mi ha fatto storcere un po' il naso, troppo frettoloso e non con qualche incongruenza, sia la pistola che il registratore dovevano sparire in quella linea temporale.

Il fatto che l'omicidio di un singolo uomo cambi la storia, mi sembra difficile, ma comunque plausibile, in fondo abbiamo un  buco di quasi trentanni e poteva succedere di tutto.

Non sparire ancora, tra poco c'è un altra edizione e mi farebbe piacere rileggerti.

A presto.

 

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Peter7413
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Messaggio#17 » venerdì 20 marzo 2015, 12:11

Un bel racconto di genere che necessita di diverse riparazioni che spero proprio vorrai operare, tanto più che ce n'è la possibilità, anche in ottica di eventuale ripescaggio. Parti bene e inciampi per la prima volta sul registratore. Vuole essere una semina, è chiaro, un qualcosa che aiuti più avanti il lettore a capire il contesto, ma che si trasforma in un pericoloso e mai totalmente gradito infodump, pur ben mascherato, e va inoltre a scontrarsi con la questione del paradosso del viaggio temporale: se sparisce la protagonista, sparisce anche il registratore (e la pistola), non se ne esce. Ti segnalo anche qualche altra "riparazione": 1) perché la torturano? Perché le uccidono le bambine? Per caso è più importante di altre donne? 2) perché Roma è distrutta? Ok, è diventato un uomini contro donne, ma esplicitalo meglio... Bella comunque l'idea di ambientare il tutto presso "il covo" di altri maschilisti convinti quali sono al Vaticano, magari faccela una battuta sopra, non stonerebbe 3) non può risolversi tutto con l'assassinio di un singolo uomo, a meno che tu non ci faccia capire perché proprio quell'uomo è stato quello giusto nel momento storico giusto. Detto questo, è stato un piacere rileggerti e già te lo dico: per le tue caratteristiche non puoi proprio mancare all'edizione di Minuti Contati di aprile, no no, non puoi mancare... ;)

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