Lista dei racconti ammessi e vostre classifiche - MC Live alla Ginzburg

La 64ª Edizione (la 63ª è il Contest Best - non te la sarai mica perso, vero?) è denominata Contest Live. Questa edizione speciale si è tenuta il 28 febbraio 2015 alla Biblioteca Ginzburg di Torino. Quindici scrittori selezionati hanno partecipato alla sfida sul tema: Il passato è una bestia feroce, il titolo del primo thriller di Massimo Polidoro, Edizioni Piemme.
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Lista dei racconti ammessi e vostre classifiche - MC Live alla Ginzburg

Messaggio#1 » domenica 1 marzo 2015, 11:26

Sono il padrone di casa, chiamatemi L'Antico: custode di ciò che è stato, traghettatore di ciò che è. Su queste sponde si sono alternati centinaia di autori, ora ci siete voi. Benevenuti, che l'esperienza vi possa divertire ed essere utile.

E ora vediamo i racconti ammessi:

Perfection, di Eleonora Rossetti, 6415 caratteri, ore 15.31

- Ombre, di Carolina Pelosi, 6535 caratteri, ore 15.40

- L'assurda colpa di esistere, 6526 caratteri, ore 15.51

- Buried Town, di Viviana Spagnolo, 4829 caratteri, ore 16.18

- Se solo sapessero, di Viviana Tenga, 6876 caratteri, ore 16.22

- Incenso, di Cristina Danini, 6958 caratteri, ore 16.33

- NON CAMBIA MAI, di Marco Roncaccia, 6363 caratteri, ore 16.34

- Rimpianto, di Enrico Nottoli, 6979 caratteri, ore 16.47

- Aida, di Nicolas Lozito, 2967 caratteri, ore 16.50

- Le radici del futuro, di Patty Barale, 5844 caratteri, ore 16.51

- Tutto torna, di Diego Ducoli, 5319 caratteri, ore 16.51

- Radioman, di Sharon Galano, 6906 caratteri, ore 16.52

- La bestia di Gévaudan, di Francesco D'Amore, 5916 caratteri, ore 16.52

- Solo tu puoi prenderlo, di Filippo Santaniello, 4920 caratteri, ore 16.57

- La bestia di fuoco, di Giulio Lepri, 6933 caratteri, ore 17.04

Giulio Lepri ha sforato l'orario di consegna, ma i miei collaboratori in loco mi hanno raccontato di problemi logistici diffusi legati alle connessioni. Considerato che molti di voi erano alla prima esperienza e che il ritardo di quattro minuti non è tale da procurarmi un fastidio permanente... Decido di ammetterlo senza penalità alcuna.

Avete tempo fino alle 23.59 di lunedì 16 marzo per commentare i racconti e postare le vostre classifiche, vi avverto che sarò fiscale e non accetterò classifiche postate anche solo alle 00.00 (del resto avete solo 14 racconti a testa da commentare e un bel po' di giorni per organizzarvi). Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere ridotte ai vostri primi 7, ma che dovrete comunque commentare TUTTI i racconti.

La Classifica Finale di quest'Edizione sarà ottenuta dalla somma delle vostre classifiche, di quelle dei moderatori del sito (Maurizio aka Peter7413, Beppe Roncari e Francesco Nucera aka Ceranu) e di quelle di tre giurate esterne (Erika Adale, Lucia Coluccia aka Silver e Ilaria Tutti).

Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (con un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:

- 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti.

- 10 punti malus per chi commenta la metà dei racconti + 1

- 20 punti malus per chi non commenta i racconti o arriva a commentarne meno della metà + 1

Ha valore questo CONTATORE per il conteggio dei caratteri.

Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati, se noterò qualche sgarro procederò all'eliminazione. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me o al moderatore che ho delegato a seguirvi, il fido CERANU.

Potete commentare i vari racconti nei singoli tread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata qui.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

Detto questo: BUONA EDIZIONE A TUTTI!



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Filippo Santaniello
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Messaggio#2 » venerdì 6 marzo 2015, 11:57

Ciao ragazzi,
è stato divertente leggere i vostri racconti, complimenti a tutti per le idee e la rapidità compositiva. Ecco la mia classifica:
 
1. Perfection - Eleonora Rossetti
 
"Bel racconto! Secondo me avrebbe avuto una marcia in più se fossi stata più pulita nella parte centrale, dove mi pare che qualcosa tentenni, soprattutto durante la spiegazione dell’indecisione della rimozione. E’ come se la storia si caricasse di troppe informazioni, laddove sarebbe bastato dire che il programma entra in tilt ed è necessario l’intervento del consulente. Non sono un appassionato di fantascienza quindi c’è il rischio che il mio giudizio pecchi d’ignoranza, comunque, a parte il contenuto, mi è piaciuto lo stile preciso e asciutto, sai dove vuoi andare e ci arrivi con precisione. Bene così!"
 
2. Non cambia mai - Marco Roncaccia
 
"Ciao Marco,
è stato un piacere conoscerti di persona ed è stato un gran gesto venire da Roma per la prima live di Minuti Contati, sono di Roma anch’io, anche se da qualche tempo vivo a Torino. Si vede che sei un appassionato di letteratura di genere, sai dosare gli ingredienti nel modo giusto, horror e umorismo sono gestiti bene e la scrittura scorre fluida come i liquami del tuo zombie, eppure ci sono alcune cose che mi hanno fanno riflettere, tipo l’inizio, quando dici: “Da quando sei nato non è mai cambiato niente”. Mi fa strano perché in realtà, da quando il protagonista è nato, di cose ne sono successe un sacco: una su tutte l’apocalisse zombie.
O mi sbaglio? Poi leggendo il racconto ho avuto l’impressione che la bestia feroce non sia il passato, ma il presente. I brevi squarci che apri nella storia facendoci sbirciare nell’infanzia del protagonista non mi sono sembrati più disperati della situazione attuale. Inoltre ho provato un senso di straniamento quando il protagonista sente parlare i due uomini. Cioé: usa il mirino per inquadrare lo zombie eppure quando i due parlano li sente senza problemi. E poi perché dopo aver ucciso lo zombie uccide anche gli umani? Mi sarei aspettato un finale diverso. A questo punto avrei dato più valore al flashback della Safari Chiorda e avrei puntato sul fatto che il protagonista uccida lo zombie solo per portargli via la bicicletta che gli ricorda un caro momento dell’infanzia, anche se questo non aggiusta il problema che il presente rimane sempre una bestia feroce più del passato. A parte queste piccoli appunti il racconto mi è piaciuto. Quando ci sono gli zombie mi diverto sempre!"
 
3. Le radici del futuro - Patty Barale
 
"Ti faccio i complimenti per l’idea vincente, però mi devo accodare a chi ha fatto fatica a convincersi che una storia del genere sia plausibile, infatti anche io non ho capito se Michela spara al padre prima o dopo essere stata concepita. Per un racconto di settemila battute accadono fin troppe cose. Credo che il problema sia proprio questo: il bisogno di comprimerle in poco spazio senza approfondire gli snodi centrali. Detto questo ribadisco che lo spunto è molto buono, fossi in te lo svilupperei dandogli il respiro che merita. Ciao!"
 
4. Buried Town - Viviana Spagnolo
 
"È un peccato che la storia stenti a decollare perché il tono è accattivante e il ritmo rende la lettura scattante.  Mi sarei sforzato d’inserire a tutti i costi un minimo di trama per non dare al lettore la sensazione che ci sia troppo di non detto, tuttavia anche così il racconto è godibile e guadagna punti soprattutto per un lessico muscolare tipico di certi romanzi contemporanei. Bella prova!"
 
5. Incenso - Cristina Danini
 
"Ciao Cristina,
ho notato che il racconto stenta un po’ a decollare e quando lo fa vola basso, come se non ti fossi concentrata sulla storia quanto sui sentimenti dei personaggi che secondo me è sempre meglio far emergere attraverso azioni dinamiche e non descrizioni introspettive.
Mi sono piaciute le similitudini e la sensazione di rassegnata amarezza che si respira tra le tue righe. Però il tuo passato non l’ho inteso come una bestia feroce, quanto come una bestia acquattata e sorniona. Un racconto un po’ sonnacchioso, fumoso, che ben si sposa con l’immagine dell’incenso che fluttua nella stanza. Un consiglio: cerca di far accadere più cose in termini d’azione e fai sì che i personaggi parlino attraverso i gesti. Stai meno nella loro testa, falli muove, agire, seguili come una telecamera, falli sedere il meno possibile. Ciao!"
 
6. Radioman - Sharon Galano
 
"Ciao Sharon, il racconto è ben scritto, regali belle immagini, la trovata dello Snake Wine è fica, eppure ho avuto la sensazione che la storia non partisse. Apri un sacco di porte ma è come se non entrassi in nessuna di esse. La sensazione è di un quadro incompiuto, stilisticamente ben architettato, ma privo di quell’elemento che faccia la differenza. Poi devi stare attenta ai salti temporali. Nel raccontare le vicende del reduce c’è un po’ di confusione. Ripeto: lo stile c’è, devi solo far attenzione a qualche piccolo scricchiolio."
 
7. La bestia di fuoco - Giulio Lepri
 
"Ciao Giulio, bel dramma familiare ricco d’introspezione e traumi interiori destinati a ripercuotersi nella vita adulta del personaggio. La storia si legge senza intoppi e la scrittura è fluida anche se con attriti qua e là, soprattutto nella parte finale, durante lo scontro cane/bambino. Quello che non mi ha convinto è il personaggio della madre (cattiva senza una vera ragione), l’artificiosità dei dialoghi (un po’ scontati) e il dubbio di Daniele riguardo il fatto che la madre abbia avuto un altro uomo. La frase “Babbo, perché tu e mamma avete gli occhi marroni e io azzurri?” è stata per me una coltellata: troppo diretta, avresti dovuto mediarla in qualche modo, magari evitando di fargliela dire, mantenendo il concetto nella testa di Daniele. Il problema è che tutte le scene familiari mi sono sembrate forzate, come se più che raccontare la realtà descrivessero un mondo grottesco che avrebbe dovuto essere tratteggiato con più cura.
Anche sul finale ho i miei dubbi: parli di bestia di fuoco, ma il cane non è in fiamme. Il dottore dice a Daniele di parlargli della sua paura per il fuoco, ma il bambino il fuoco nemmeno lo vede perché le fiamme non entrano in cantina. Al massimo avrebbe dovuto avere terrore dei cani… Tutto questo crea confusione, tuttavia rinnovo i complimenti per aver scelto di raccontare tematiche forti come l’adolescenza, i rapporti familiari e i traumi destinati a cambiare per sempre la vita di un individuo."
 
Ecco i commenti agli altri racconti:
 
L'assurda colpa di esistere - Jacqueline Nieder
 
"Ciao Jacqueline, complimenti per le emozioni che offre il tuo racconto, anche se la comprensione del testo, soprattutto all’inizio, si fa difficile perché oscilli spesso dalla prima alla seconda persona singolare. Fino a metà racconto, per colpa di alcune frasi macchinose, ero distante anni luce dalla storia, non mi riuscivo a immergere nella vicenda, tanto che sono stato costretto a interrompere la lettura per rileggere il pensiero precedente, invece molto ben riuscita la descrizione del parto durante la guerra. Se tutto il racconto avesse mantenuto quell’andamento, il mio giudizio sarebbe sicuramente più positivo.
Ho notato un paio di refusi: “il ginecologo ti ha controllata per la settimana volta” e “carrarmato”.
 
La bestia del Gevaudan - Francesco D'Amore
 
"Ciao Francesco, sarò sincero: ho avuto non pochi problemi a trovare un senso nel tuo racconto. Le sfere presente/passato non sono ben distinte e la faccenda della bestia del Gévaudan rimane per me ancora un mistero, per non parlare di Creolina. Non odiarmi, quasi sicuramente il problema è mio. Sono un lettore che ha bisogno di essere guidato con precisione. Mi piacciono storie più nitide.
Poi ti faccio notare che “cercavamo di costruire un arco con i rami degli alberi” suona strano perché non so come si possano usare dei rami per ricavare un arco.
“Una parte di me era spaventato”, c’è una o al posto della a. “pieni di se” va con l’accento. Basta così! Alla prossima!"
 
Aida - Nicolas Lozito
 
"Ciao Nicola, mi ha fatto piacere leggerti.
Se devo essere sincero, la prima impressione che ho avuto è che il racconto sia sbilanciato. Costruisci una buona introduzione affidandoti ai sensi della protagonista, ma poi ti affretti a chiudere la storia come se tu stesso avessi paura di bruciarti le mani con una serie di drammi che rendono il tono molto patetico: lo stupro, il bambino che nasce morto, il padre che caccia la figlia.
Poi non ho capito una cosa: se Aida è sorda come fa a sentire la musica che le fa sentire Michele? “Tanto che un giorno le porta una radio, le spiega dove appoggiare le mani e le fa sentire la musica.” Mi sono perso un passaggio?
Occhio poi ai tempi verbali: “Trent’anni anni prima, Aida è una diciassettenne sordo-cieca da quando ha iniziato imparato a parlare.” “Ha un assistente che ogni settimana va da lei, le insegnava i gesti per comunicare attraverso il tocco delle mani”. Alla prossima sfida, ciao!
 
Ombre - Carolina Pelosi
 
"Ciao Carolina,
appena letto il tuo racconto l’ho riletto un’altra volta, ma un vago senso di confusione persiste ancora. Ho capito che Julian ha ucciso la madre, ho capito che è in cura da uno psichiatra, ho capito che la sorella continua a volergli bene nonostante quello che abbia fatto, ma perché accade tutto questo? Cioé: il problema non è la storia in sé, quanto la decisione di volerla raccontare. Secondo me, prima di iniziare a scrivere un racconto, bisogna avere in mente il tipo di lettore per il quale si scrive e fare di tutto per convincerlo che la storia che leggerà sia affidabile. Nel tuo caso non mi pare che tu abbia avuto in mente il lettore ideale e nemmeno che abbia fatto di tutto affinché la storia risultasse credibile. Infatti, arrivato in fondo, sono rimasto indifferente come se avessi visto un cortometraggio girato benino ma che non mi abbia fatto credere di trovarmi davanti a un’opera ben gestita. Cosa sono questi uomini ragno? Li nomini, ma non li spieghi, così come il braccialetto. Tutto questo crea mistero, certo, ma anche perplessità. Alla prossima!"
 
Se solo sapessero - Viviana Tenga
 
"Ciao Viviana, mi piace il tuo stile preciso, sai cosa vuoi raccontare e lo fai con consapevolezza. Il racconto però è come quelle persone che quando hanno fame ordinano tutto il menù e alla fine lasciano il cibo sul piatto. C’è troppa roba nella storia, così tanta che sei stata costretta a scrivere alcuni passaggi di fretta senza approfondire i personaggi, che mi sono sembrati poco sfaccettati. Nelle loro parole c’è molta retorica, ma il problema più grande credo sia l’aggeggio elettronico che spunta sul finale. Non ci ho creduto. E’ decontestualizzato e rovina ciò che di buono hai costruito prima. Detto questo, spero di leggere presto qualcos’altro di tuo, ciao!"
 
Tutto torna - Diego Ducoli
 
"Ciao Diego, confusione anche per me, dovrei rileggere tutto da capo, ma quando è così signfica che ci sono problemi d’intreccio e di continuità.
Tralasciano la storia che non saprei commentare ti faccio notare che ogni tanto perdi il controllo della punteggiatura. Una frase su tutte: “Si fermò sfinito, da quanto correva, troppo, non sapeva neanche il perché, ma erano vicini, sentiva le zampe che raschiavano il terreno, il loro ringhiare, l’avrebbero dilaniato, ucciso, distrutto.” Troppe virgole, m’ha fatto venì la tachicardia.
Poi ti sei perso qualche accento: “Un fuoco gli incendio le guance”. “Cerco di fermare il secondo manrovescio”. Alla prossima!"
 
Rimpianto - Enrico Nottoli
 
"Ciao Enrico,
credo sia la prima volta che leggo qualcosa di tuo. D’istinto ho pensato che sai tenere desta l’attenzione del lettore, utilizzi uno stile pulito, preciso, frasi brevi e buoni dialoghi, ma subito dopo mi sono reso conto che in certi punti hai perso il controllo dell’attendibilità ed è come se fossi scivolato verso zone poco chiare, almeno per me. Ovviamente sono gusti, siamo qui per confrontarci. Spero di rileggerti presto, ciao!"

sharon.galano
Messaggi: 61

Messaggio#3 » venerdì 6 marzo 2015, 16:30

Ciao a tutti,

è stato un piacere confrontarmi con voi. La mia classifica è la seguente :

1. Non cambia mai di Marco Roncaccia
Ciao Marco,
bella prova. Coraggiosa la scelta della seconda persona singolare. Tu, tu, lettore, quasi zombizzato, da tecnologie varie e tv… scusa ma mi sono presa la libertà di divagare un po’. Ti dico dove ho sentito il brivido: il momento della bicicletta è stato epico. Quasi mi aspettavo che prendesse il volo come in E.T. Ci sono delle cose su cui puoi ancora lavorare, come ti hanno fatto notare gli altri partecipanti, ma credo che il racconto funzioni.

2. L'assurda colpa di esistere di Jacqueline Nieder


Ciao Jacqueline,
partiamo dal titolo: è già un racconto, ottimo come trampolino di lancio per la lettura. Operi delle scelte ben precise: la cornice non appare subito ben delineata, si intravede una creazione, ma non si sa bene ancora di che natura. Le vicende della guerra funzionano solo laddove la protagonista le vive in prima persona. L’emozione nasce in quel continuo diverbio interiore : abortire, abbandonare, perdonare, vivere.Ti consiglierei maggiore chiarezza sin dalla prima battuta. La storia è forte, non avere paura di osare.

3. Ombre di Carolina Pelosi
Ciao Carolina,
ammetto che in un primo momento avevo pensato che il protagonista fosse uno stupratore seriale che fosse arrivato addirittura a quel numero esorbitante di vittime, bambine dai tratti orientali come quelli della madre (sconvolgente). Si intuiva dalla tua descrizione quasi onirica che era un luogo non reale. Ma appunto si intravedeva un altro tipo di trauma.Tutto cambia quando il dottore ci svela parte del passato del protagonista. Alla madre non piaceva che il figlio bevesse di brutto: mi sembra un po’ poco. Come hanno già detto gli altri partecipanti si è già fatto molto su questo genere di storia. Tu comunque hai scelto di raccontarci un piccolo pezzo di vita di quest’uomo: le descrizioni mi sono piaciute. C’è da lavorare sul tema e sulla struttura.

4. Solo tu puoi prenderlo di L.Filippo Santaniello
Ciao Filippo,
il racconto è scritto bene. Mi è piaciuto leggerlo. Il tema dell’infanzia e dei rapporti famigliari è una scelta vincente. Penso a Salinger e al suo racconto “Un giorno perfetto per i pesci banana”. Intelligente anche la scelta di non spiegare troppo il passaggio tra passato e presente. Penso , a differenza degli altri, che non sia lì il problema di fondo del tuo racconto. L’intoppo si crea quando si avverte troppo la costruzione della struttura sottostante. Si intravede che lì c’è la tua firma, del narratore, e non più del personaggio a fianco del quale siamo stati per tutta la prima parte.

5.Incenso di Cristina Danini
Ciao Cristina,
il racconto affronta il tema di un amore perduto-non corrisposto. Tu segui una delle parti in causa e lo fai con grande delicatezza. L’incenso aleggia nella tua scrittura leggera, scorrevole. Anche persone che si amano possono non incontrarsi mai, ma ci sono posti in cui ritrovarsi. Ti consiglio una lettura veloce http://digilander.libero.it/dlpasquale/duesposi.pdf. Si tratta di un racconto di Calvino. Lui non ci dice mai come si sentono i due protagonisti, li fa agire. Mi ha fatto piacere leggere questo tuo racconto.

6.Perfection di Eleonora Rossetti
Ciao Eleonora,
di solito racconti di questo tipo non mi appassionano, perché non è il mio genere. Il tuo invece mi è piaciuto. Ci sono però cose su cui puoi lavorare: i dialoghi sono poco convincenti, in modo particolare quelli del consulente. Questo personaggio è interessante, forse non originale, ma offre molti spunti. Solo che acquisterebbe molta più forza se parlasse di meno, se spiegasse di meno. Less is more. Per es. “quante cose hai voluto gettarti alle spalle, quante umiliazioni”, io avrei tagliato, perché tu questo stato d’animo l’hai già reso nella descrizione del personaggio, quando scrivi “quel volto trasfigurato dalla rabbia”.
Credo che sia debole anche la scelta dell’articolo di giornale, perché nel breve spazio del racconto ci impone uno spostamento del punto di vista.
Questo contest sarebbe interessante se ci permettesse dopo il confronto una riscrittura, perché credo che solo così ognuno di noi potrebbe avere tra le mani un prodotto di valore.

7. Buried Town di Viviana spagnolo
Ciao Viviana,
hai scelto una voce narrante impegnativa. Si tratta di una prima persona che in un monologo vuole condensare un passato feroce. Ci sono vari pericoli che gli altri partecipanti hanno già evidenziato: non viene dato molto spazio alla trama, mancano i dialoghi, e il racconto diventa un incipit. Ma penso che sia proprio questo il punto forte della tua storia: la voce è tutto. E tu la scrivi proprio come se stessi lì ad ascoltarla. C’è molta paratassi, proprio come nel parlato. Ti consiglio di continuare su questa linea e ampliare il racconto, oppure, di riscrivere la storia, sacrificando parte dell’io narrante. Prova, siamo qui per questo. Buon lavoro.

Rimpianto di Enrico Nottoli
Ciao Enrico,
il tuo racconto è veloce. Per questo ti consiglierei di eliminare il paragrafo introduttivo dal sapore introspettivo e passare direttamente all’azione. I dialoghi reggono bene la prova del nove, almeno quelli della prima parte. Il misunderstanding si ha proprio nella seconda parte del racconto: la trasformazione del cinghiale in coinquilino, non è credibile. Se questo è un segno della pazzia del protagonista, deve essere anticipato da indizi disseminati un po’ prima. La poesia poteva essere una buona occasione: es. banale fai in modo che utilizzi quattro o cinque versi per parlare della sua ex paragonandola a un animale. Sono solo suggerimenti, tutti siamo qui per confrontarci. Buon lavoro.

Se solo sapessero di Viviana Tenga
Ciao Viviana,
scrivi in modo preciso cercando di mantenere tutto sotto controllo. Penso che sia proprio questo il problema del tuo racconto. Per controllare una materia complessa come quella che hai scelto di narrare, hai dovuto mettere da parte alcune cose: mi riferisco prima di tutto ai dialoghi in cui dici troppo e in modo quasi didascalico. Per il personaggio di Mattia non hai mai descritto visivamente il suo essere strano. Hai riportato i pensieri di altri sul suo conto, tanto che al lettore sembra che quella un po’ fuori sia la madre insieme ai compagni di scuola: Mattia è l’unico gentile, onesto, affettuoso. Nel finale l’aggeggio elettronico distrae da quello che il lettore vuole veramente sapere: quali sono i ricordi dei sopravvissuti?
Spero di leggerti ancora.
a presto

Tutto torna di Diego Ducoli
Ciao Diego,
mi sono persa in questa corsa folle di ricordi. Ci sono tante domande che non trovano una risposta. Io mi soffermerei su quelle che sono delle frasi già sentite, che per mio gusto personale taglierei. Ti faccio un paio di esempi: fradicia di sudore gelido, un sottile strato di pelle diafana. Poi risulta davvero pesante una delle frasi finali : Aldo sospirò un ultimo, pesante sospiro.
Il racconto doveva prendere un’unica direzione e seguirla per tutte le 7000 battute, come i velocisti che devono fare 100 metri e basta.
Piacere di averti letto.

Le radici del futuro di Patty Barale
Ciao Patty,
la tua scrittura è da cinema. Le scene sono costruite visivamente, anche se in alcune mancano i dettagli necessari alla trama. Ho fatto fatica come gli altri nella lettura: sono dovuta tornare indietro un paio di volte per capire cosa stesse accadendo. Come dicevo sei brava nelle descrizioni, per questo, a mio parere, ti consiglierei di tagliare frasi troppo esplicite. Mi riferisco alla tipica domanda retorica che si sente in tutta la letteratura di questo genere: Come aveva fatto l’umanità a ridursi così? Io qui taglierei. Il finale non poteva essere contenuto in 7000 battute. Mi ha fatto piacere conoscerti e leggerti.

Aida di Nicolas Lozito
Ciao Nicolas,
del tuo racconto mi piace l’accuratezza della prima parte, l’attenzione per il dettaglio. Purtroppo da metà in poi ho avuto difficoltà a seguire la storia. Si perde di credibilità per la sovrabbondanza di tragedie. Ne sarebbe bastata una sola.

La bestia del Gevaudan di Francesco d’Amore
Ciao Francesco,
hai una buona storia, classica per certi versi, ma che non hai sfruttato al meglio. Per i salti temporali devi fare più attenzione all’uso dei tempi verbali: per es. “uomini sbranati proprio nei pressi del bosco dove ero quella mattina con mio nipote.”, bastava mettere “ero stato”. Ci sono delle frasi cacofoniche come “incontro ai suoi colpi incurante”. Era un ottimo spunto, mi ha fatto piacere leggerti.

La bestia di fuoco di Giulio Lepri
Ciao Giulio,
non voglio accanirmi sui temi già dibattuti dagli altri partecipanti. Ti dico solo che io avrei puntato di più sul momento di rottura che avviene tra madre e figlio, quel momento fisico in cui lei si taglia dopo aver sentito la domanda di Daniele. Lì forse avresti dovuto caricare. Iniziare a descrivere i tic di un personaggio che appare, a mio parere, bipolare.

cristina.danini
Messaggi: 90

Messaggio#4 » martedì 10 marzo 2015, 11:05

Ciao a tutti,

è stato un piacere scrivere con voi e leggere i vostri commenti. Ecco la mia classifica:

1. Ombre - Carolina Pelosi

Ciao Carolina, ho dovuto leggere il tuo racconto un paio di volte per capirlo (o almeno, credo di averlo capito), ma alla fine mi è piaciuto molto. Non ho letto i commenti degli altri ma vorrei provare a dare una mia interpretazione senza essere influenzata. Quello che ho visto io nella storia è che il protagonista, Julian, soffre di uno sdoppiamento della personalità, e come ovvio non riconosce l’altra metà di sé stesso, che prende nome di Naìluj, ed è in tutti i sensi il suo opposto. Mentre era Naìluj ha commesso un omicidio e alla fine scopriamo che si trova in una casa di cura per guarire da questa forma di “pazzia” se così la vogliamo chiamare. Anche se in realtà le ultime parole della sorella mi lasciano il dubbio che l’omicidio non ci sia stato nella realtà ma solo nella sua fantasia. Ho capito il tuo racconto o mi sono fatta un viaggione io?

2. L'assurda colpa di esistere - Jacqueline Nieder

Racconto davvero toccante, complimenti. Non è facile commuovere senza diventare patetici con i racconti storici, ma questo ci riesce eccome. Ho solo qualche dubbio sull’incipit, secondo me partendo dal secondo capoverso è comunque esplicito quel che prova quella donna e perché. Comunque anche il primo non risulta fastidioso, anche perché è molto breve.

3. Solo tu puoi prenderlo - Filippo Santaniello

Premetto che la storia mi è piaciuta, ma ammetto di averla dovuta leggere due volte per essere sicura che il padre fosse morto. Mi piace che nella prima parte il suo destino resti sospeso, ma secondo me potevi essere anche un po’ più esplicito alla fine. Non credo che si sarebbe perso il carico emotivo. Mi piace anche l’idea di parallelismo tra Luca e Nicola, che alla fine fa lo stesso gioco del padre anche se non gliene ha mai parlato, riporta il racconto sulla naturalezza del gioco, come a dire che la vita va avanti. Almeno, così l’ho intesa io, spero di non aver frainteso tutto o averti offeso!

4. Radioman - Sharon Galano

Bel racconto, con una serie di elementi che sembrano essere grandi classici e poi si rivelano dettagli originali. Per esempio quando dice “Ho cominciato a bere per colpa di una donna”, ma mentre tutti ci aspettiamo una tragica storia d’amore lui parla della birra che la madre ha bevuto mentre era incinta. Resto nel dubbio se sia un vero militare richiamato al fronte o solo un barbone con una radiolina, in ogni caso è un disperato a cui personalmente perdonerei di aver ricominciato a bere. La chiusura ci fa capire che sarebbe disposto a tutto per dimenticare, e forse anche che non gli interessa molto di morire di cirrosi. Nel complesso scorre bene e il personaggio incuriosisce, se ne vorrebbe sapere di più.

5. Buried Town - Viviana Spagnolo

Bell’attacco, dato il tono che prende il racconto mi piace che si indirizzi direttamente al lettore. Sembra che gli stia dando le istruzioni per scrivere una storia, o per giocare un gioco e fargli capire come stanno le cose. Anche la distinzione in due parti numerate sembra enfatizzare l’idea di “regolamento”. La scrittura è pulita e scorrevole, l’unica cosa che mi lascia un po’ stupita è che ho come al sensazione che sia un incipit e la storia vera e propria debba ancora arrivare. Ora sono incuriosita, vorrei sapere qualcosa di questo tizio che mi sta parlando, degli scheletri che nasconde nell’armadio e di cosa sta architettando. Mi piace l’idea di nascondere le storie marce dietro a un passato eroico inventato. In totale… sono curiosa!

6. Se solo sapessero - Viviana Tenga

Bel racconto, ben strutturato e è chiaro il passaggio dal presente ai flashback del passato. Io sarei andata un po’ più a fondo su quello che è il vero orrore (cioè l’olocausto), magari tagliando altri dettagli, come l’ospizio e il contrasto madre figlio. Magari descrivere almeno in parte cosa ha vissuto Dario mentre era “in trance” avrebbe reso meglio quel che volevi trasmettere. Mi piace come hai sviluppato il personaggio del nonno, che all’inizio sembra uno dei soliti vecchi che per principio criticano i giovani e alla fine dimostra tutta la sua umanità. Mi spiegheresti meglio come dovrebbe funzionare l’oggettino che ti butta nel passato? Ti proietta le immagini negli occhio come?

7. Non cambia mai - Marco Roncaccia

All’inizio del racconto ero convinta (non so bene perché) che lo zombie non fosse veramente uno zombie, ma solo una metafora dell’umanità in generale. Poi ho capito che no, era effettivamente un non morto, infatti continua a camminare anche dopo che la sua bici l’ha impalato. Mi piace il rimando ai ricordi d’infanzia, ma mi trovo in parte d’accordo con Filippo: alla fine del racconto la sensazione che ho è che in realtà il presente sia una bestia feroce, mentre il passato, nonostante come dice il titolo non fosse troppo diverso, era una realtà migliore. Alla fine mi aspettavo quasi che il protagonista usasse uno dei proiettili per ammazzarsi, conscio del mondo atroce in cui vive. Detto questo bel racconto, si vede che conosci il genere abbastanza da saperlo fare tuo, aggiungendo anche un pizzico di nostalgia, che a volte manca nella fantascienza.

La bestia del Gevaudan - Francesco D'Amore

Felice di aver trovato qualcun altro che conosce la leggenda del Gévaudan, davvero. Dove sia la bestia feroce in questa storia è chiaro, sia una iena, una creatura mitologica che ammazza bambini o Creolina. Anche dopo averlo riletto però non mi è ben chiaro dove sia il passato. Ti riferisci al passato cui appartiene la leggenda originale? O solo al passato recente quando il protagonista vede la bestia col nipote? Detto questo molto originale!

Rimpianto - Enrico Nottoli

Peccato per il cambio di nome, perché la trovo bella come storia. L’ultima frase ricorda vagamente l’incipit di "Cent’anni di solitudine", ma forse è solo un’impressione mia. Anche la poesia nel mezzo non mi è dispiaciuta, qualunque cosa dicano i personaggi e pensassi tu mentre la scrivevi. Complimenti!

Perfection - Eleonora Rossetti

Bel racconto, davvero originale! Ammetto di essere partita un po’ prevenuta quando la sigla mi è saltata agli occhi, non sono una grande amante dei racconti futuristi. Ma l’idea di un passato personificato che ti obbliga a superare ogni singolo trauma perché non puoi continuare a scaricare i tuoi problemi su altro mi piace. L’unico appunto che posso farti anch’io è che forse la parte centrale poteva essere un po’ concentrata, infondo il punto centrale di tutto è lo scontro con ciò che non accettiamo di noi. Complimenti comunque!

Le radici del futuro - Patty Barale

Confesso di aver fatto un po’ fatica a seguire i alti temporali, detto questo l’idea è interessante. La scoperta che quello che si è sempre chiamato mostro in realtà è il proprio padre senza dubbio apre uno squarcio nella protagonista che e rende molto difficile portare a termine la missione. Forse avrei voluto che approfondissi un po’ meglio proprio il momento del suo arrivo nel “passato” e questa scoperta; mi sembra che prenda la decisione di sparare un po’ troppo in fretta, considerando che comporta uccidere il proprio padre, condannare la propria madre all’infelicità e rinunciare alla vita che la protagonista sognava di costruire, dato che impedisce ai suoi genitori di concepirla. Ben strutturato comunque, anche se io avrei messo le date all’inizio di ogni spezzone per rendere chiaro dove e quando ci troviamo.

La bestia di fuoco - Giulio Lepri

Non so se sia più tragico il povero Billy infuocato e ucciso, il passato della madre o la consapevolezza con cui il povero Daniele si ritrova a convivere. Bel dramma famigliare, anche se il tema “figlio di un altro padre” è un tema trattato e ritrattato. Anche io ho avuto qualche difficoltà a seguire i salti temporali, ci ho messo un paio di frasi a capire dove ero finita. Non capisco neanche molto tutta questa violenza della madre verso il figlio, d’accordo che le ricorda un amore finito ma lui è sempre suo figlio, no? Ho un dubbio anche sul fatto che le fiamme siano arrivate o no in cantina, ma se Daniele ha paura del fuoco probabilmente sono io che ho capito male. Comunque complimenti per non essere caduto nel patetismo parlando di un figlio che scopre di non essere figlio di suo padre.

Aida - Nicolas Lozito

Certo è una scelta interessante quella di una protagonista sorda e cieca, anche difficoltosa per l’autore, dato che costringe l’autore a descrivere utilizzando i sensi che più spesso trascuriamo. Mi sono piaciuti i primi due paragrafi, dove appunto c’è questa descrizione d’ambiente fatta dal suo “punto di vista” (come sono ironiche a volte le parole). Nel terzo paragrafo però ho trovato alcuni verbi che mi sembrano discordanti e a volte il senso si fraintende (come nella frase “è una diciassettenne sordo-cieca da quando ha iniziato imparato”, prima è presente e poi passato prossimo). Bella di nuovo la descrizione di come percepisce i suoni e la fine è a dir poco un gran colpo di scena. A mio parere personale finisce un po’ troppo in fretta, io mi sarei dilungata un po’ di più, ma piuttosto che diluire troppo meglio puntare sul less!

Tutto torna - Diego Ducoli

Spero che non te la prenda, ma trovo il racconto un po’ confuso. All’inizio il protagonista sembra inseguito da una vera e propria bestia; poi capiamo che è una metafora, e fin qui tutto bene. Capiamo che la bestia è il padre, ok. Poi però si salta a Nunzio, il figlio di Aldo, che lo sta seppellendo vivo e non è chiara la ragione. Anche lui è crudele come lo è stato suo padre? E come fa a seppellirlo se è ancora vivo? Poi capiamo che era una visione, che era svenuto (presumo per un incidente d’auto, a giudicare dalla fine). Alla fine arrivano i ricordi della madre, che sembra essere stata amorevole. Nonostante questo lui l’ha abbandonata e non vuole vederla neanche in punto di morte. Ma la madre che colpe ha? Non averlo difeso dal padre è sufficiente a farsi odiare tanto? Non sembra convinto neanche lui a un certo punto. Mi rimane anche il dubbio che sia stato lui a provocare l’incidente.
Conclusione: non posso definirlo brutto, ma mi sento confusa.

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eleonora.rossetti
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Messaggio#5 » martedì 10 marzo 2015, 11:13

Premetto che la classifica è stata veramente ardua (come sempre del resto), avrei voluto mettere molti pari merito ma ahimè non è possibile. Quindi ecco la mia classifica con commenti (PS: i racconti oltre l'8° posto non sono in ordine di classifica):

1. Non cambia mai, di Marco Roncaccia

Niente male davvero! Mi piace il tuo stile, fresco, che va diretto al punto. Ho notato una certa familiarità col tema che, da quanto ho capito, riappare in altri tuoi lavori: lo zombie in primis e il dettaglio della bicicletta ;) Se proprio devo fare un neo, è che a mio avviso ti sei concentrato tantissimo sulla situazione presente e poco sul passato, che appare solo nel dettaglio dei due che appaiono per sfogare la loro ferocia sullo zombie. Gran parte del racconto, infatti, si concentra sul protagonista che si “gode” lo spettacolino dello zombie, che instilla quasi tenerezza anziché paura.

In ogni caso, un ottimo lavoro, complimenti ^_^

 

2. Rimpianto - di Enrico Nottoli

Ciao Enrico, devo dire che il tuo racconto mi è piaciuto. I dialoghi rendono, mi piace lo scambio di battute tra Sebastian e il protagonista e il tema mi pare afferrato. L’unica che mi è parsa un po’ artificiosa è stata la moglie al telefono, ma la breve comparsa che fa non mi ha guastato l’atmosfera.

Avrei tolto in toto la premessa iniziale e sarei partita con lui che si alza dal letto. La quotidianità rende ancora più insopportabile, a mio avviso, il tormento del passato, perché non ti fa uscire dal tunnel, e concentrarsi su quei dettagli anziché sulle riflessioni sarebbe stato più efficace.

C’è solo un appunto che mi ha tolto un po’ credibilità alla vicenda: nel duello tra un cinghiale e una Panda ti assicuro che vince il cinghiale ^^ vivo in Valtellina e cose del genere capitano, e anche con daini e volpi, ti posso testimoniare che un cinghiale preso a tutta velocità, detta fuori dai denti, “ti entra in macchina”, ovvero te la devasta, il muso non lo ritrovi più ^_^

A te è capitato un cucciolo, ma siccome nella storia non lo specifichi, mi sono immaginata un bel bestione e ho pensato “ma che Panda ha? Un carroarmato?” ^_^”

Al di là di questo, il mio giudizio è positivo. Bel lavoro!

 

3. L’assurda colpa di esistere - di Jacqueline Nieder

Mi sono un po’ persa all’inizio, lo ammetto. Ho dovuto rileggere più volte per capire (sempre se ho capito bene ^^”) che a parlare è la nonna che vede venire al mondo sua nipote. Superato questo ostacolo la narrazione ha cominciato a filare, con la reminiscenza. All’inizio sei inciampata un po’ nelle descrizioni che, pur curate, mi hanno un po’ allontanata dalla vicenda della nonna, mentre invece avrei voluto che il punto di vista fosse suo e basta. Meglio nella seconda parte, con la descrizione del parto che ci proietta proprio di fronte a lei e ci fa vivere nel dettaglio ogni sua emozione.

Ho notato refusi sparsi (già segnalati dagli altri) ma nel complesso una prova ben riuscita, i miei complimenti ^^

 

4. Ombre - di Caterina Pelosi

La narrazione scivola molto bene, ci presenti il passato come una reminiscenza con cui lui si confronta ogni giorno, ossessivamente, e che lo schiaccia con il peso della colpa. Le uniche cose che mi stonano sono in effetti (come altri ti hanno fatto notare) l’enorme lasso di tempo che intercorre tra l’omicidio e la scena narrata: un po’ tanti per il tipo di terapia e per la reazione stessa dell’uomo (che chiede alla sorella se lo odiano tutti, è un po’ un sentimento che si prova “a caldo”). Anche il pezzo del dottore mi ha convinto poco: se era pronto con l’ago per sedarlo, non credo che avrebbe fatto quelle domande così “provocatorie” aspettandosi una reazione simile, specialmente considerando che il paziente è appunto in terapia da parecchio tempo, da come ci hai fatto intuire.

In sostanza è un buon lavoro.

A rileggerci!

 

5. Solo tu puoi prenderlo - Filippo Santaniello

Anche qui abbiamo un passato che continua a tornare a galla. Confesso che però non ho sentito molto l’angoscia che dovrebbe provocare un ricordo traumatico, come il tema del contest poteva suggerire. Ho ben inteso, come hai spiegato, che lui supera questo trauma insegnando lo stesso gioco al figlio, ma non lo percepisco molto quando lui è bambino, nella narrazione al passato. Di quell’incidente e del dolore che ha causato abbiamo soltanto una vaga traccia (sua madre che gli artiglia la spalla), mentre di lui non riusciamo a provare nulla, mentre invece avrei preferito capire cosa avesse provato in quella circostanza. E’ stata una reminiscenza “fredda”.

A parte questo, lo stile è ben scorrevole, la storia si legge d’un fiato e il mio giudizio verte al positivo. Buona prova.

 

6. Incenso - di Cristina Danini

Condivido le osservazioni degli altri. Mi piace come descrivi l’introspezione della donna che ha perso l’amore, tuttavia a parte il lieve intermezzo dell’amica Alessandra che dà un po’ di “vita” alla narrazione stessa si rimane impantanati al punto di partenza, senza un’evoluzione, e il racconto diventa quasi un flusso di coscienza raccontato in terza persona. Avrei voluto un punto di svolta, nel bene o nel male, in meglio o in peggio, senza che il racconto si concludesse più o meno com’era iniziato. A parte questo, il tuo stile è ben scorrevole e si legge d’un fiato. A rileggerci!

 

7. Le radici del futuro - di Patty Barale

Ho trovato la prima parte molto più snella della seconda, in cui mi è sembrato che tu volessi chiudere più in fretta, non per questo ovviamente ne ho risentito troppo nella lettura.

Il tema è ben centrato, mi ha colpito meno lo sviluppo. Quando si tratta di viaggi nel tempo il rischio del paradosso è altissimo e, per questo, alcuni dettagli mi hanno reso più irreale la cosa, come la pistola e il registratore che non svaniscono assieme alla protagonista, per dire un dettaglio. Quando Michela parla di “vita rubata” anche qui ho storto un po’ il naso, perché hai menzionato poco prima che aveva paura di sparire, sacrificandosi per tutte le vite. Quindi questa paura stride con il concetto di “nuova vita”, che invece sembra l’unico appiglio di speranza.

Niente male come lavoro comunque. A presto!

 

Buried Town - di Viviana Spagnolo

Partiamo dall’apprezzamento: adoro come scrivi. Mi piace questo colloquio a tu per tu con il lettore, il dialogo non scade mai nel banale e ti cattura. Solo che, come altri ti hanno già fatto notare, ti lascia con un gigantesco punto interrogativo, mille dubbi che non trovano risposta, mentre invece in un racconto ci deve essere un inizio e soprattutto una chiusura che perlomeno dia un senso a quanto narrato. Si può considerare, appunto, un buon incipit e ti assicuro che se aprissi un libro e leggessi questo inizio, proseguirei nella lettura.

A rileggerci!

 

Radioman - di Sharon Galado

Ammetto che al principio ho avuto difficoltà a leggerlo, soprattutto per l’uso dei trattini del discorso e per la punteggiatura spesso assente tra un inciso e l’altro. Ci ho impiegato più tempo a capire dove finisse il dialogo e dove iniziasse la narrazione che a capirne la trama :-\ Anche i salti temporali mi hanno un po’ disorientata, ma qui alzo le mani, forse è colpa mia che senza confini netti vado nel pallone. Come nota positiva: il personaggio che mostri non è affatto banale, ottimi i dialoghi (il dito di vino sopra tutti è stato geniale)  e anche io sono nel dubbio che sia veramente un reduce o se si sia inventato tutto, e secondo me non guasta lasciarmi il dubbio fino alla fine, permettendomi di rimuginare ancora. In sostanza, l’idea è buona, un po’ caotica la resa.

Spero di rileggerti!

 

Se solo sapessero, di Viviana Tenga

Ciao Viviana, ben trovata.

Mi è piaciuto come hai sviluppato la storia, la nota dolente è l’apparizione del congegno di cui prima non è stata fatta menzione in alcun modo, un dettaglio fantascientifico che prima non ha riscontro, nemmeno nelle passioni di Mattia. Se mi avessi detto che Mattia avrebbe voluto studiare, diventare ingegnere, anziché rendermelo anonimo a parte il rapporto con il nonno e con la madre (by the way, il flashback con la madre l’avrei omesso in toto) l’avrei accettato meglio e non come un “deus ex machina” che risolve il racconto. Altra cosa: show don’t tell. Fammi vedere l’orrore dell’Olocausto, in tutta la sua crudeltà, non dirmelo soltanto. Fammi vedere attraverso Dario la sofferenza, l’orrore, fammelo vivere, non liquidarlo in una frase. Sistemate queste cose il racconto sarebbe stato a dir poco perfetto ;-)

 

La bestia del Gevaudan - di Francesco d’Amore

Ciao Francesco,

l’idea è interessante e quando si parla di leggende rimango subito affascinata. Tuttavia, verso la metà, ho cominciato a perdere il focus della narrazione. Non riuscivo a capire, d’un tratto, cos’era presente e cos’era futuro. Il modus narrandi in raccontato, inoltre, me lo ha appesantito un po’, mentre invece la prima parte, coi dialoghi, filava meglio. Occhio alle ripetizioni (sfida-sfidò, qualcosa-qualcosa). In sostanza, giudizio positivo anche se può migliorare.

 

Aida - di Nicolas Lozito

Ciao Nicolas!

Lo spunto è interessante, la prima parte del racconto, con la descrizione del mondo da parte di una sordo-cieca, mi ha preso molto. Verso la metà, invece, hai perso mordente. Nonostante l’infinità di tragedie che subisce questa poveretta (lo stupro, il padre che la scaccia (perché?) e il figlio nato morto) per come sono narrate sono fredde, non mi rendono partecipe. Anche il finale secco non aiuta: ho capito l’intento, darmi la botta finale sullo stomaco, ma la freddezza con cui sono raccontate le disgrazie di cui sopra non me lo fa vivere come avrei voluto e come tu, forse, avevi progettato. Aida viene stuprata, e non prova nulla? Passa subito alla rassegnazione, all’apatia? E’ questo che non mi convince, di conseguenza la parte finale declassa un po’. A rileggerci!

 

La bestia di fuoco - Giulio Lepri

Sono uscita parecchio confusa da questo racconto. Il tema è centrato, è la resa che non mi quadra. Perché la madre si è accanita col cane, anzitutto, tenendolo segregato per tre giorni? Inoltre trovo esagerata la sua reazione nei confronti del figlio, posso capire che gli ricordi un tradimento, ma da lì a odiarlo mi sembra un salto troppo grosso  e che non approfondisci se non a suon di ceffoni. Inoltre alla fine ti incentri sul fuoco, ma risulta essere un dettaglio che passa di sfuggita, come se fossi partito con un’idea e poi sulle ultime battute l’avessi cambiata.

PS: puntigliosità mode on: avere gli occhi azzurri da genitori con gli occhi scuri non è mica raro ;-) è invece impossibile il contrario (avere occhi scuri da chi ha occhi azzurri).

 

Tutto torna - Diego Ducoli

Ho dovuto rileggerlo due volte per capire bene dove volessi andare a parare.

L’idea del tormento in punto di morte è buona, un po’ meno la resa. Ci sono tanti punti di vista in cui mi sono persa, e la scena della madre non l’ho molto capita. Ho inteso che Aldo è un padre crudele e un figlio ingrato, ma ne ho perso i motivi, perché non vengono spiegati, o se l’hai fatto, non l’ho afferrato.

Occhio agli accenti mancati e all’abuso di virgole, ho intuito che volessi creare in alcuni punti una narrazione frenetica, ma troppe rischiano, IMHO, di non farmi prendere fiato mentre leggo e di disorientarmi anziché catturare la mia attenzione.

 

Nota: è stato fantastico sfidarsi dal vivo! Alla prossima!
Uccidi scrivendo.

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marco.roncaccia
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Messaggio#6 » martedì 10 marzo 2015, 11:32

Ciao a tutt*,
è stato divertente, faticoso, importante. Ecco la mia classifica. Tenere fuori dai primi sette alcuni racconti è stata per me una scelta difficile. Il mio apprezzamento va in ogni caso a tutt* i/le partecipanti.

1 Solo tu puoi prenderlo di Filippo Santaniello
2 Rimpianto di Enrico Nottoli
3 Eleonora Rossetti Perfection
4 Radioman Sharon Galano
5 Le radici del futuro di Patty Barale
6 Ombre di Carolina Pelosi
7 Tutto torna di Diego Ducoli

Rimpianto
di Enrico Nottoli

Ciao Enrico,
hai avuto una buona idea, hai materializzato la “bestia feroce” del tema prendendo il toro per le corna, anzi il cinghiale per le zanne e sfruttando in modo originale il topos (non il topo) degli animali (amici o nemici) immaginari: Harvey, Donnie Darko e l’armadillo di Zerocalcare sono i primi riferimenti che mi vengono in mente.
Trovo inappuntabile il primo dialogo tra Seba e il protagonista e in generale quella scena lì. Tanto che fossi in te avrei iniziato così.
Ti segnalo alcuni elementi deboli, almeno per il mio gusto:
– la premessa in seconda persona mi sembra non aggiungere niente anzi appesantisce costringendoti a passare dalla seconda alla prima persona poco dopo, cosa che non andrebbe fatta in una racconto breve senza un serio motivo;
– Al dialogo tra il cinghiale in agonia e il protagonista sbronzo non riesco a credere pienamente lo trovo un po’ sopra le righe;
– La commistione tra poesia e prosa in questo contesto mi pare forzosa
– Il titolo (!!!)
In ogni caso reputo la tua una buona prova. Complimenti.

Solo tu puoi prenderlo
Filippo Santaniello

Ciao Filippo,
ho trovato il tuo racconto molto piacevole da leggere. Ho apprezzato soprattutto il ritmo e la scelta di lasciare al susseguirsi degli eventi il compito di trasmettere gli stati d’animo del protagonista. Anche io, come già detto da altri, credo che la scena della morte del padre possa essere resa meglio e che il flashback in cui la racconti sia confusivo e involontariamente spiazzante per il lettore. La mia valutazione è comunque molto positiva.

L'assurda colpa di esistere
Jacqueline Nieder

Ciao Jacqueline,
mi è piaciuto il tuo racconto soprattutto per la capacità che dimostri nel saper trasmettere emozioni.
Trovo però che la seconda e prima persona che si alternano ostacolino la lettura e l’eccesso di particolari in alcune scene (Vukovar ad esempio) e la velocità con cui liquidi altre potenzialmente drammatiche (lo stupro della mamma/nonna) rendano squilibrato il racconto nelle sue parti.
Anche l’accostamento (ripetuto) del parto alla creazione più che aggiungere solennità al momento sembra togliere scorrevolezza ed essere un po’ sopra le righe.
In ogni caso complimenti.

Ombre
di Carolina Pelosi
Ciao Carolina,
ho apprezzato il tuo racconto, nonostante alcuni clichè (le croci sul muro, il pazzologo pronto col sedativo ed in generale la messa in scena della pazzia) ha un buon ritmo, una gestione del testo attenta a non perdersi il lettore nel passaggio dal delirio alla descrizione della realtà. Ti segnalo un passaggio che mi ha lasciato perplesso:
“Julian incrocia il suo sguardo, vorrebbe dirgli che è una persona orribile e si merita quello che sta avendo, ma quello che fa è soltanto un mezzo rimprovero da sorella maggiore.”
Julian vuole dire alla sorella che è una persona orribile? O è il contrario? Oppure Julian percepisce dallo sguardo quello che la sorella vorrebbe dirgli ma non gli dice?
Secondo me è la terza, in ogni caso attenta a non passare dal punto di vista di Julian a quello della sorella, sarebbe un errore.
Complimenti … però attenta ai luoghi comuni ☺

Tutto torna
di Diego Ducoli
Ciao Diego,
leggerti è stato complicato. Una riga vuota tra lo spezzone di Aldo bambino e il successivo avrebbe aiutato. Credo sia parecchio rischioso passare da una scena in cui il protagonista è figlio a una in cui è padre utilizzando le stesse parole (padre, figlio) per identificare personaggi diversi. Detto questo i flashback sono nitidi e ben descritti e sprofondano il lettore nei momenti più bui della vita del protagonista. In questi momenti la tua scrittura è molto potente. L’impressione è quella di un potenziale bel racconto ancora in una fase di scrittura intermedia.

Le radici del futuro
di Patty Barale
Ciao Patty, se non ho capito male nel primo dei quattro capitoli Michela arriva al luogo dell’appuntamento e viene riconosciuta da una complice, siamo nel futuro. Nel secondo (successivo anche nell’arco temporale al primo) registra un messaggio stile Kamikaze Jihadista in una specie di macchina del tempo ricavata da un vagone della metro. Nel terzo (siamo nel passato) si materializza a Piazza della Repubblica a Roma e vede Paolo Cirri (il macho cattivo, padre stesso di Michela mentre incontra la madre) e gli spara. Nel quarto non c’è più Michela ma la pistola e la foto della mamma che cadono e il registratore che si attiva da solo e ci fa capire cosa è successo.
L’idea è interessante, il tema è centrato (il passato è una bestia tanto quanto lo è uno stupratore, figuriamoci una società fondata sullo stupro) l’ambientazione in una Roma mezza distrutta è coerente e piacevole (ma forse su questo argomento sono di parte :) ). Sul racconto ho un dubbio:
Michela spara al padre prima o dopo essere stata concepita?
Se spara prima e quindi coerentemente sparisce (non sarà mai esistita nella nuova linea temporale) perché parla di riavere una “ vita che le è stata rubata”
Se invece spara dopo essere stata concepita perché non la vediamo più nella scena successiva?
Mi pare che il testo sia accurato nelle prime parti e frettoloso verso la fine. Alcuni passaggi potrebbero essere resi meglio. Ad esempio questa sorta di resistenza femminile non si capisce da cosa abbia origine ne è chiaro come Michela sia fuggita dalla sua situazione di asservimento L’attivazione del registratore alla fine è poco credibile (perché porta il registratore con se l’attentatrice? Se è destinata a sparire come fa a essere sicura che venga rinvenuto? Sembra un registratore “tinca”)
A titolo informativo (chiaramente questo non ha alcun peso sulla mia valutazione) a Piazza della Repubblica a Roma non ci sono capolinea di autobus.
Buona scrittura e buona lettura. E’ stato un piacere conoscerti.

PERFECTION
Eleonora Rossetti
Il racconto è scritto molto bene e non fa una piega, sia dal punto di vista della credibilità sia da quello della scorrevolezza. Ha, secondo me, un’unica pecca: quella di inserirsi in un filone fantascientifico molto abusato (la memoria umana gestita da macchine) e su cui è stato detto tutto o quasi. Basti citare film come Vanilla Sky o Total Racall o i racconti di P.K. Dick a partire dallo stesso “Ricordiamo per voi” a cui il film Total Recall si ispira. Lo trovo quindi poco originale. Altra cosa che mi lascia perplesso (ma questa è una questione di gusti) è l’estemporaneo inserimento dell’articolo che spiega al lettore cosa sta succedendo tra inizio e fine del download. Da dove arriva questo articolo? Chi lo legge (a parte il lettore)? Che ruolo ha nel piano di realtà dove avviene il racconto, ovvero il soggiorno del cittadino AC54….?
A parte questo è tra i migliori che ho letto finora.

La bestia del Gévaudan
di Francesco D'Amore
Ciao Francesco,
del tuo racconto trovo interessante e la voce narrante e anche le continue digressioni ed i salti che proponi ci potrebbero stare se, a mio avviso, non perdessi il controllo del testo.
Dalla comparsa di Creolina in poi, ho faticato a seguire gli eventi ed a collocarli nella scala temporale. “Scemo chi legge”. Questa frase, che sicuramente ti sarà capitato di vedere scritta in qualche bagno, è, secondo me, la prima regola che chi scrive dovrebbe rispettare. Se in una eventuale riscrittura ne tenessi conto ne uscirebbe fuori un ottimo racconto.

Buried Town
Viviana Spagnolo
Non hai scritto un racconto ma hai tra le mani le due cose più difficili da trovare nella narrativa: una voce convincente, un ritmo avvincente. Anche il titolo e il nome del personaggio che parla sono intriganti. Ho anche pensato, all’inizio, che volessi sfondare la cosiddetta quarta parete e inserire il lettore (che nel caso del contest è anche scrittore, proprio come colui a cui si rivolge Tobia Lux) all’interno del racconto. La seconda parte evidenzia quello che manca al tuo testo per diventare racconto: la drammaturgia e il movimento che si intravedono ad un livello ancora troppo embrionale. Una raccomandazione, non mollare l’osso! Tobia Lux, evidentemente ha parecchio da dire ancora ed ha scelto proprio te per scrivere la sua biografia.

Se solo sapessero…
Viviana Tenga
Ciao Viviana,
il tuo racconto è ben scritto e mi piace come alterni le due linee temporali. E’ interessante il personaggio del nipote sociopatico e forse andrebbe sviluppato di più. Trovo debole la scelta di utilizzare degli studenti che protestano per far testare il dolore del Lager. Forse il protagonista potrebbe aiutare “a ricordare” in questo modo giovani razzisti o antisemiti. Il culmine del racconto sarebbe potuto essere le sensazioni provate in questo viaggio nella sofferenza. Non basta citare gli orrori dell’Olocausto per convincere il lettore. Gli vanno fatti sperimentare attraverso la lettura. Un po’ come fa Mattia con la sua macchina.

Incenso
Cristina Danini
Ciao Cristina,
il tuo racconto comincia bene, la voce narrante è adeguata e lo stato di stallo disperato della protagonista lascia ben sperare sugli avvenimenti che seguiranno. Il problema è che poi gli avvenimenti non arrivano e rimaniamo al punto di partenza. Peccato perché l’idea dell’incenso che da il titolo è interessante, quella che “ognuno ha i suoi mostri” e che non si possano fare classifiche tra generazioni condivisibile e la regressione della farfalla a larva ricchissima di potenziali implicazioni per Clara. Forse avresti dovuto raccontare questa trasformazione e/o mettere in azione la larva famelica sotto gli occhi del lettore. A mio avviso non hai un racconto finito ma parecchio (buon) materiale su cui lavorare.

La Bestia di Fuoco
Giulio Lepri
Ciao Giulio,
il racconto nella prima parte scorre abbastanza bene. I problemi, per me, cominciano dal Crash in poi. Lo stesso crash ed i successivi sciaff sono, a mio vedere, una contaminazione fumettistica che non aiuta certo a rendere la drammaticità dei momenti in cui li inserisci. Altro punto dolente è la trasformazione della madre da angelo ad arpia: la dai per scontata e non la fai vedere al lettore. L’impressione complessiva sul testo è quella di uno stadio intermedio tra una prima stesura e la sua versione definitiva. Sono però convinto che lavorandoci ancora potresti tirarne fuori un bel racconto.

Aida
Nicolas Lozito
Ciao Nicolas, il tuo racconto ha due intuizioni con un potenziale interessante: la scelta del personaggio (una donna/adolescente sordo cieca e con un trauma terribile alle spalle) e la narrazione attraverso due soli dei tre sensi residui della protagonista(olfatto tatto). Sei riuscito a stare benissimo dentro al tema proposto: la bestia feroce del passato ha l’ odore acre del sudore e la violenza del contatto fisico di uno stupro.
Quello che manca, a mio avviso, è una voce narrante convincente dall’inizio alla fine, il ritmo e l’accuratezza del testo che passa da momenti alti (la percezione del legno) ad altri sciatti (concordanza dei verbi non rispettata). Anche la conclusione sembra in contraddizione con se stessa (se il bimbo nasce morto una volta l’anno non può nascere ogni giorno).

Radioman
di Sharon Galano
Ciao Sharon,
per come l’ho compreso io il Generale Maggiore è un barbone e basta (o almeno mi piace crederlo) che riesce a coinvolgere nei suoi spassosi deliri etilici anche gli altri del gruppo degli Alcoolisti Anonimi con sommo dispetto della maestrina. Hai una buona vena ironica e una inventiva niente male.
Ho apprezzato fino a un certo punto la modalità di narrazione surreale però, secondo me, dovresti curare di più le connessioni logiche dei vari passaggi e la qualità del testo in generale. Detto questo la mia valutazione è positiva.

francesco.damore
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Messaggio#7 » martedì 10 marzo 2015, 14:54

  NON CAMBIA MAI di Marco Roncaccia

Il racconto  mi è piaciuto molto. L’ho trovato scorrevole, divertente e originale, almeno nel modo di trattare lo zombie. Anche io, seguendo la storia, avrei scelto di fare lo stesso finale; quindi non concordo con il commento precedente di Filippo. L’unica scelta possibile era di eliminare anche quei nazisti. Il tema è chiaro ed è inserito bene nella struttura della storia. L’unica cosa è che, come ha detto Filippo, forse potrebbe disturbare il fatto che il protagonista senta i due uomini parlare, magari specificherei il perché riesce a sentirli, così che il lettore non si faccia alcuna domanda. Detto questo, davvero un bel racconto.

2° PERFECTION – Eleonora Rossetti

L’idea che hai avuto è molto interessante, però ho trovato il testo poco seducente a accattivante. Molte scelte che hai fatto mi sono piaciute e lo ho trovate originali, ma tutta la struttura della prima parte del racconto, compreso l’incipit, non mi ha fatto entrare subito nella storia, anzi ha avuto su di me un effetto fuorviante. La parte finale invece mi sembra un po’ un grande spiegone. Magari, se la struttura di tutto il racconto fosse stata impostata in maniera diversa, avrebbe fatto su di me un’altro effetto, perché l’idea mi piace molto.

3° Aida – Nicolas Lozito

Il finale mi ha sorpreso in modo positivo, mi hai davvero colpito. Prima di arrivare al finale non avevo capito il motivo del tuo racconto. Tutta la prima parte la trovo un po’ didascalica e quasi inutile, il testo potrebbe essere ancora più breve e avere un effetto migliore sul lettore. Nel complesso hai fatto davvero un ottimo racconto.

4° Solo tu puoi prenderlo – Filippo Santaniello

Il racconto mi piace, è scorrevole ed è scritto bene, solo che c’è un punto che non mi convince molto ed è la morte del padre: Come ha fatto a non vedere prima un motoscafo che andasse nella sua direzione? in fondo è stato solo un minuto sott’acqua. Io non ne capisco di pesca ma di solito le tane dei polpi non dovrebbero trovarsi così a largo, un motoscafo che è a pochi metri dalla riva, non dovrebbe muoversi con più attenzione e magari andare più lento? Non lo so, sono dubbi che mi vengono al momento, ma ripeto, io di pesca non ne capisco nulla. Detto ciò, trovo sia una bella storia.

5° Radioman – di Sharon Galano

Complimenti, è proprio un bel racconto, anche se personalmente non mi piacciono le storie che si riducono a un problema di alcolismo. Anche io ho avuto un po’ di confusione durante i passaggi temporali, ma non credo che il personaggio sia un barbone e basta, credo davvero che quello che ha passato sia reale e che adesso sia ridotto in quello stato. Mi è piaciuto, anche se vorrei sapere di più sul suo passato e sulle vicende che gli sono capitate durante la guerra, tutta la parte degli alcolisti anonimi mi è piaciuta meno. A presto.

6° La Bestia di Fuoco – di Giulio Lepri

L’unica mia perplessità, di cui ti ho parlato anche in classe, è: cosa ha innescato l’incendio nella casa? Lo so che il narratore non è onnisciente, ma è posto sulla spalla del tuo protagonista e che quindi, giustamente, il protagonista, non può sapere cosa sia successo al piano di sopra, ma ti consiglierei di farglielo sapere quando esce sano e salvo dalla casa in fiamme. Magari da un esterno o dallo psicologo, o quanto meno mettere in evidenza una strana e pericolosa abitudine della madre che poi faccia capire al lettore, senza troppe spiegazioni, che quell’abitudine possa aver causato l’incendio. Questo è l’unico appunto che mi sento di farti.

7° Ombre – di Carolina Pelosi

Il racconto scorrevole, si comprende alla fine la pazzia del tuo protagonista. Le immagini descritte sono suggestive. Il punto negativo del racconto è il fatto che non l’ho trovato convincente e che ci sono dei lassi temporali che hanno stonato durante la lettura. Ho trovato molto più piacevole la parte onirica di tutto il testo.

Incenso – Cristina Danini

Concordo con il commento di Filippo, anche secondo me dovevi concentrarti di più sulla storia oltre che ai sentimenti dei personaggi che sono ben presenti e si sentono molto durante tutto il racconto, ma di storia c’è molto poco. Se ci fossero stati dei punti di svolta, il racconto poteva essere davvero niente male. Detto questo, l’ho trovata una buona prova.

L'assurda colpa di esistere – Jacqueline Nieder

Nonostante l’intesità emotiva del testo, mi sono perso un po’ all’inizio del racconto e ciò ha scaturito in me una perdita d’attenzione. Spesso mi domandavo se succedesse davvero qualcosa perché non riuscivo a seguire bene il tutto. Forse è stato proprio questo accumulo di emozioni che ha appesantito il testo. Troppo e niente hanno più o meno riscontri simili. Nel complesso la reputo comunque una buona prova.

Se solo sapessero… – Viviana Tenga

Ciao Viviana, non saprei cosa dirti di più di quello che già ti hanno detto nei commenti precedenti. Concordo con il fatto che c’è troppa carne sul fuoco e che su alcuni temi forse ci sei andata troppo leggera. Tutti questi argomenti di cui hai trattato, hanno avuto su di me un effetto dispersivo: mi hanno fatto calare l’attenzione durante la lettura e per questo mi sono perso tra alcuni passaggi; ma, probabilmente, questo è solo un problema mio.

Tutto torna – di Diego Ducoli

Ho trovato il testo molto confuso. Mi sono perso spesso tra i passaggi e questo mi ha portato a rileggere più volte le scene che hai descritto. Il racconto comunque è pieno di belle immagini descritte molto bene; quella che si trova nell’incipit l’ho trovata suggestiva, però, ripeto, la storia è molto confusa e fuorviante.

Rimpianto – Enrico Nottoli

Io concordo con il commento precedente di Ceranu, non trovo un motivo per il quale si dovrebbe leggere questo racconto, non accade nulla di così particolare se non nella follia dello stesso protagonista e mi sembra un po’ poco; la sua follia non porta ripercussioni sugli altri a parte che a se stesso, e tutto ciò gli dura trentanni di vita senza che riesca a superarlo. Come ha fatto a durare così tanto senza che nessuno si occupasse di lui? Insomma, gli dura un po’ troppo questa follia senza che degeneri completamente in una schizofrenia. Magari la sua ex moglie o sua figlia prima o poi lo avrebbe portato da uno psichiatra, non credo lo avrebbero lasciato completamente solo. Quando la sua ex moglie gli attacca il telefono dopo che il protagonista le fa una domanda riguardante sul suo coinquilino immaginario, credo che abbia capito che sia uscito fuori di testa; magari la sua preoccupazione non dovrebbe ricadere solo nei 500 euro di alimenti.

Le radici del futuro – di Patty Barale

Non ho trovato la storia credibile, non a causa dell’ambientazione e dei personaggi, anche se in Italia si fa sempre un po’ di fatica a trovare storie del genere plausibili, quindi bisogna scegliere il tema giusto da raccontare. Secondo me, il punto debole è proprio il fine per cui è stato organizzato il tutto; ovvero un movimento chiamato “gruppo della superiorità di genere” che fa tutto un piano folle per manovrare le donne al solo scopo del piacere maschile. Non lo so, trovo il tema trattato con superficialità, portato troppo agli estremi, forse a causa delle poche battute che avevi a disposizione però le motivazioni le trovo un po’ forzate e il tutto inverosimile e poco plausibile.

Buried Town – Viviana Spagnolo

Il racconto è ben scritto e molto accattivante, ma non riesco a trovare il tuo protagonista, ovvero Tobia, convincente, sia nel modo in cui parla, sia in quello che dice.Non ho creduto in lui e nella sua “grandezza” neanche per un secondo e tra l’altro non vedo il motivo per cui qualcuno debba scrivere un libro su di lui o perché dovrebbe considerarsi un grande dato che non ci hai fornito alcun elemento nel racconto per cui dovremmo pensarlo.Forse il racconto dovrebbe continuare con la storia che vuole raccontarci per capire il perché noi lettori dovremmo ascoltare le sue parole e anche per vedere se il personaggio ci convince di quello che dichiara in tutto il racconto.

viviana.tenga
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Messaggio#8 » martedì 10 marzo 2015, 19:18

Ciao a tutti,

Premetto dicendo che secondo me tutti i racconti hanno qualcosa di molto valido, fare una classifica è stato difficile come sempre. Quindi, complimenti a tutti!

1) Perfection, di Eleonora Rossetti

Il racconto mi è piaciuto molto. La svolta drammatica arriva come una sorpresa tanto per il lettore quanto per il protagonista, che credono di avere davanti solo un piccolo inconveniente tecnico. L'unica cosa che non mi convince è l'articolo di giornale finale, l'epilogo tragico si intuiva comunque bene, le informazioni in più che dai non sono così necessarie e forse si potevano lasciar trapelare in altri punti del racconto.

2)Non cambia mai, di Marco Roncaccia

Sono sempre stata un po’ prevenuta riguardo agli zombie, e mai mi sarei aspettata che un racconto sul tema potesse far commuovere. Invece, è stato proprio questo l’effetto del tuo racconto, che quindi si è rivelato per me una piacevole sorpresa (anche se sapevo già della tua fissa per zombie e biciclette XD). L’idea è davvero molto bella, non ho niente da dire al riguardo. Non mi ha convinto solo la digressione sul 2015, mi è sembrato un po’ una forzatura del tipo “voglio fare questa riflessione sul presente e ce la butto qui dentro”.  Dal punto di vista stilistico, ho notato anch’io una certa quantità di D eufoniche di troppo e “un Hammer” invece che “uno Hammer”, ma niente che non si sistemi con una revisione in più.

3)Ombre, di Carolina Pelosi

Mi è piaciuto come hai saputo gestire l’intreccio tra allucinazioni e realtà, facendo emergere pian piano dettagli che permettono al lettore di ricostruire la situazione. Dal punto di vista della trama, eviterei di dire che il motivo dell’omicidio è il fatto che la madre ce l’avesse con lui perché beveva: forse questo è quello che si dice Julian nella sua testa, ma sembra quasi che tu la voglia far passare per la motivazione vera, quando dietro a un atto del genere ci deve necessariamente essere un disagio più complesso e profondo. Inoltre, gli oltre 5000 giorni trascorsi dall’omicidio mi sembrano un po’ una forzatura. Immagino che la tua intenzione fosse mostrare come il trauma lo accompagnerà ormai per tutta la vita, ma, di nuovo, il fatto che dopo così tanto tempo sia ancora in condizioni simili sembra indicare un disagio che va molto più in profondità di quello che ci hai mostrato o anche solo lasciato intendere.

4)Radioman, di Sharon Galano

Ammetto che dopo la prima lettura ero rimasta un po’ confusa, ma dopo una seconda lettura ho apprezzato molto. Il punto di forza del racconto è senz’altro l’ottima caratterizzazione del personaggio principale, un ex-soldato dedito all’alcolismo che ormai vive in un mondo tutto suo. Ben reso anche l’ambiente della riunione degli Alcolisti Anonimi, con i vari personaggi resi in modo efficace anche se con pochi tocchi. Direi che l’unico problema è il fatto che risulti un po’ ostico alla prima lettura, ma per il resto è un racconto molto buono.

5)Solo tu puoi prenderlo, di Filippo Santaniello

Il racconto è scritto molto bene, con uno stile preciso e delle immagini efficaci. Il passaggio dal passato al presente poteva essere forse gestito un po’ meglio, ma non l’ho comunque trovato troppo difficoltoso. La cosa che non mi ha convinto del tutto è invece la trama: il parallelismo tra passato e presente mi sembra un po’ troppo artificioso e secondo me non è del tutto chiaro fino a che punto il protagonista stia cercando di esorcizzare il passato e in che misura questo si riproponga per caso.

6)Buried Town, di Viviana Spagnolo

A parte un paio di refusi lo stile è veramente ottimo, la prima parte cattura subito il lettore in modo originale e coinvolgente. Come hanno detto anche altri, però, il racconto è secondo me poco equilibrato. La parte introduttiva, per quanto bella, finisce col dilungarsi un po’ troppo, mentre i fatti veri e propri vengono esposti in modo frettoloso solo alla fine. Per i limiti di battute, il racconto di una storia così non poteva che essere un incipit, però secondo me si poteva limare un po’ sulla prima parte e aggiungere elementi alla seconda, in modo da lasciare il lettore con qualcosa di più. Comunque, per essere una prima partecipazione a Minuti Contati il livello è davvero molto buono, complimenti.

7) Le radici del passato, di Patty Barale.

Comincio con una piccola nota: il “nobel per la scienza” non esiste. A parte questo, il tema del viaggio nel tempo è sempre problematico, ma mi sembra che per un racconto breve (quindi, dove non c’era lo spazio per discutere dettagli e paradossi) tu l’abbia gestito bene. In generale, l’idea del racconto è interessante, bella l’ambientazione del futuro con piazza S. Pietro e la metropolitana abbandonata. Forse c’è fin troppo materiale per un racconto così breve, tanto che le informazioni vengono passate con uno stratagemma (quello della registrazione) che risulta un po’ forzato (ma riconosco che era difficile fare di meglio). Piccola perplessità sulla trama: perché le bambine di Michela sono state uccise?

Altri commenti in ordine sparso:

Incenso, di Cristina Danini

Mi è piaciuta molto l’immagine della farfalla che diventa larva carnivora e di sicuro hai saputo rendere molto bene il disagio della protagonista. Il problema è che non c’è nessuna evoluzione, nemmeno accennata. La visita dell’amica sembra dover essere un passaggio chiave, e invece Alessandra arriva e se ne va senza che sia cambiato niente. Non dico che doveva esserci necessariamente un grande cambiamento, che la situazione dovesse risolversi del tutto, anche perché questo probabilmente avrebbe stravolto il racconto per come l’hai pensato, ma una piccola cosa, un piccolo passo verso una via d’uscita pur facendo capire che la strada è ancora lunga e non è detto che la protagonista riesca a percorrerla tutta, ecco, una cosa di questo tipo avrebbe secondo me reso il racconto più completo e appagato un po’ il lettore. Altro appunto: lo stile andrebbe in alcuni punti un po’ snellito e ho la digressione sul nonno e la guerra mi è sembrata un po’ fine a se stessa.

Aida, di Nicolas Lozito

Il racconto parte molto bene, hai scelto un punto di vista molto difficile ma l’hai saputo gestire bene. Poi ti perdi un po’. Alcune frasi sono un po’ traballanti, e così alcuni tempi verbali, ma mi sembra che i passaggi specifici ti siano già stati segnalati tutti nei commenti precedenti. Come altri, anch’io ho trovato il finale decisamente troppo affrettato. In poche righe succedono troppe cose, una più drammatica dell’altra, poi il racconto si chiude subito. L’effetto (almeno per me) è che la carica drammatica arriva così in fretta che quasi scivola via senza colpire il lettore come dovrebbe.

Tutto torna, di Diego Ducoli

Hai scelto di rappresentare il passato come una bestia feroce in senso letterale, attraverso il sogno di un protagonista in fin di vita. L’idea del sogno-metafora è forse un po’ abusata, ma avrebbe potuto funzionare con un po’ più di lavoro sul testo. L’impressione che ho avuto è che tu abbia scritto tutto molto di fretta: ci sono un po’ di refusi, frasi con scelte di termini non ottimali (ti faccio un esempio nelle prime righe: “Riprese la marcia incurante delle gambe pesanti, i muscoli bruciavano, tendini e cartilagini urlavano il loro disappunto”. “disappunto” è un termine un po’ debole rispetto alla tensione che la frase dovrebbe creare). Inoltre, si intuisce che i mostri del passato sono i vari familiari del protagonista, ma non è chiaro quale sia stato nello specifico il problema con ognuno di loro e questo lascia il lettore un po’ confuso. Probabilmente era un’idea che aveva del potenziale, ma che non è riuscito a emergere.

La bestia di fuoco, di Giulio Lepri

Mi trovo a ripetere cose già dette da altri: il problema di questo racconto sta nelle dinamiche poco chiare tra i personaggi. Il padre sembra tornare a casa troppo poco per essere giustificato con il lavoro, però rimane poco chiaro il rapporto con la madre e con Daniele (sa che non è figlio suo? In fondo, genitori con gli occhi scuri possono avere un figlio con gli occhi chiari, quindi non è che quella sia davvero una prova). Quanto alla madre, non è chiaro cosa la porti a scatti d’odio contro il figlio e contro il cane. Insomma, la trama non è particolarmente originale ma poteva essere interessante, se solo si fosse capito meglio perché succede quello che succede. Forse era giusto che le vere dinamiche psicologiche della madre rimanessero un mistero, ma secondo me si poteva almeno mostrare le spiegazioni che prova a darsi Daniele di quello che gli succede (o che gli è successo se consideriamo il piano temporale in cui lei parla con lo psicologo).

La bestia del Gévaudan, di Francesco D'Amore

Secondo me hai impostato il tema della bestia allo stesso tempo reale e metaforica in modo interessante, ma il racconto è un po’ rovinato da uno stile da rivedere a livello di ripetizioni, punteggiatura e tempi verbali. Inoltre, ho trovato tutta la narrazione un po’ fumosa, anche perché è tutto molto raccontato e poco mostrato. Anche il personaggio di Creolina è interessante, ma le dinamiche che lo coinvolgono non vengono sviluppate del tutto. In ogni caso, credo che il racconto abbia delle ottime potenzialità, ma c’è bisogno di lavorarci su un po’.

Rimpianto, di Enrico Nottoli

Ho trovato molto carina l'idea del coinquilino che si rivela essere un amico immaginario cinghiale. Il racconto si legge bene, la trama non è niente di particolare ma riesci a tenere su ugualmente la curiosità del lettore. Non mi sono piaciuti molto solo l'inizio (un po' dispersivo) e frase finale: il racconto è già completo, con quell'ultima frase fai un balzo precipitoso avanti nel tempo senza aggiungere niente a livello di impatto emotivo.

L'assurda colpa di esistere, di Jacqueline Nieder

Un racconto molto intenso, pieno di emozioni forti, ma secondo me non riesce a rendere al meglio delle sue potenzialità. L'idea con cui hai impostato il racconto (protagonista che racconta la sua storia rivolgendosi alla figlia che sta partorendo) è bella, ma secondo me non funziona del tutto la voce narrante, a tratti decisamente troppo altisonante, anche tenendo conto delle origini umili della protagonista. Da questo punto di vista, la parte centrale è quella che funziona meglio, inizio e finale risultano fin pesanti alla lettura, quasi retorici. Comunque, hai scelto una storia impegnativa e nel complesso ne sei uscita più che bene.

 

 

 

carolina.pelosi
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Messaggio#9 » mercoledì 11 marzo 2015, 19:49

È stato difficile, ma ne sono uscita viva:

1. Non cambia mai, Marco Roncaccia
Ciao Marco.
Io, al contrario, quando leggo storie così mi entusiasmo! Sei stato bravo, bravo con le descrizioni, bravo con la punteggiatura, bravo con la scelta del tono della voce narrante. Bravo, insomma. Mi ha quasi rattristata la morte dello zombie, per via della scena che hai descritto in precedenza: lui e una bicicletta. Non c’è da aspettarselo da un mostro del genere, intento solo a cercare da mangiare, che si metta a perdere tempo con una bici arrugginita, è stato sorprendente. Anche il finale lo è stato, perché (come ha già scritto Peter) i veri mostri sono altri. Sai cosa non mi ha convinto troppo? Il motivo. Insomma, non sono riuscita a trovare questo passato feroce, io piuttosto vedo un PRESENTE feroce.
Per il resto però hai fatto un buon lavoro… ah, mi è piaciuta tanto l’immagine a cui hai rimandato quando ci fai vedere lo zombie per la prima volta, “Ti hanno subito fatto pensare agli addobbi ciancicati e imbrattati di vomito dopo che la festa è finita”, molto efficace!

2. Incenso, Cristina Danini
Ciao Cristina,
hai presente quando si dice “i libri piacciono perché le persone riescono a immedesimarsi”? Ecco, io sono riuscita a immedesimarmi nel tuo personaggio. Ho capito la sua sofferenza, il suo disagio, ho sentito il dolore dei suoi sogni e il fastidio della sua insonnia. Per questo la tua storia mi è piaciuta. Sono riuscita a immaginarmi l’appartamento, il letto sfatto, la frase sul muro (mi è piaciuta anche la frase che hai scelto!); hai una buona scrittura. Forse certe immagini non sono così necessarie, come quella del film che le viene in mente. Soltanto che (per colpa della mia insaziabile curiosità) voglio sapere di più su loro due! Ma questa è un’altra storia…Brava!

3. Rimpianti, Enrico Nottoli
Ciao Enrico!
Mi è piaciuto il tuo racconto, la tua scrittura mi piace, dura, un po’ bukowskiana (ma questo lo sai già). Mi sono piaciute tanto le ripetizioni “dovrei, dovresti” che fanno già capire che quel Sebastiano non è un amico qualunque. Un po’ come il “grugnì”, quando parli di lui essere umano e poi lui cinghiale. Questa personificazione della coscienza l’ho apprezzata tanto e ho apprezzato anche il “non-dialogo” quando lui investe il cinghiale. L’unica cosa su cui io avrei fatto più forza è il dialogo telefonico tra lui e la sua ex moglie, che invece viene fuori nelle ultime due battute tra lui e Sebastiano (molto bello il finale).
Hai fatto un buon lavoro!

4. Buried Town, Viviana Spagnolo
Nonostante sia un enorme incipit (come hai detto anche tu), io l’ho trovato molto, molto potente! L’idea è pazzesca, lo stile mi piace un sacco, è forte, è diretto. La voce narrante è una voce vicina, quasi una voce amica, e arriva proprio dove vuole arrivare. Il titolo anticipa qualcosa di sepolto, un segreto, un grande segreto. che incuriosisce e intriga già dalle prime righe. Continua a lavorarci, più che un racconto, a me piacerebbe averne un romanzo vero e proprio!

5. La bestia di Gévaudan, Francesco D'Amore
Ciao Francesco. Leggendo il tuo racconto ho avuto la sensazione che per il tuo protagonista fosse tutto una grande illusione: Creolina non è poi così forte come ha creduta, quella iena era solo una iena, niente di più, questo dà un’aria quasi fallimentare a tutta la sua vita, nonostante la gente lo chiami ‘eroe’. Non sei caduto nel banale, così facendo. La scena della lotta con la iena è ben descritta, crea suspense e funziona. Hai fatto un buon lavoro!

6. L'assurda colpa di esistere, Jacqueline Nieder
Ciao Jacqueline.
Anche a me, come a  Sharon, è piaciuto il titolo. Una garanzia, praticamente, che descrive già il dramma della storia. Ma, come Eleonora, mi sono persa un pochino all’inizio: ho finito di leggere il racconto e poi ho capito che a parlare è sua madre, non lei che partorisce. Mi sono piaciute le descrizioni dei luoghi, mi sono piaciute tanto certe frasi (“Le hai dato un nome di questa terra. Ma tua figlia sarà figlia di questa terra, amore mio? E noi che siamo? Di che cosa siamo figlie, di chi sei figlia?”, “Li ho trovati così. Due figli bastardi che Dio non ha riconosciuto”), altre invece non mi hanno convinta (“mi sono infilata degli oggetti nella vagina”). Ho trovato toccante l’amore incondizionato verso sua figlia, nonostante fosse frutto di uno stupro, e la parte finale. Alla prossima

7. Aida, Nicolas Lozito
Nicolas, ho letto il racconto e mi è piaciuta molto la storia che hai deciso di raccontare. Sei riuscito a vestire bene i panni di un personaggio sordo – muto con l’emotività a pezzi, donna per giunta. Ho apprezzato molto le descrizioni, di cose che solo col tatto e l’olfatto lei percepisce, il salto temporale e il dettaglio della radio, che assume un’importanza esplosiva. Ho trovato questo racconto parecchio intimista, per questo mi piace. Sai qual è l’unica cosa che non mi ha soddisfatta pienamente? Il finale. Subito dopo l’atto di violenza, corre un pochino. Hai raccontato in una sola frase che lei è incinta, che viene cacciata dal padre e che il bimbo nasce morto, probabilmente hai scelto così per dare un impatto più potente. Secondo me l’avrebbe avuto a prescindere, perché è molto forte.
Comunque sia, bravo!

Perfection, Eleonora Rossetti
Ciao Eleonora!
Ho trovato il tuo racconto originale, per la scelta della storia e del tempo in cui collocarla. Ho trovato interessante il flusso di pensieri del personaggio, in sequenza continua, interrotta solo dalla voce del macchinario, rende più credibile la situazione (nonostante sia pura fantasia). Interessante è anche il personaggio del consulente personale come proiezione dei suoi errori, della sua parte sbagliata. Mi è piaciuta la scelta di raccontare l’accaduto sotto forma di articolo di giornale, non banalizzandola, soltanto che mi ha lasciata un pochino perplessa. Insomma, non ho afferrato bene se il tempo della sua morte è passato o futuro, quindi non sono riuscita a spiegarmi la frase finale. Sarà soltanto una mia svista.
Sei stata brava, in ogni caso!

Solo tu puoi prenderlo, Filippo Santaniello
Ciao Filippo. Leggendo il tuo racconto, inizialmente, non mi sono neanche soffermata sulla storia, ma sulla scrittura. Mi è piaciuta, hai uno stile deciso, punteggiatura usata perfettamente, per dare il giusto tono, buone descrizioni. E’ quella che mi coinvolge, più della storia in sé. Sarà perché non ho trovato troppo potente la storia dei polipi, oppure quella del motoscafo e, come ha già scritto Beppe, la frase “il motoscafo mi assorda” risulta poco efficace perché non è stato Luca in prima persona a vivere la scena in precedenza. Al contrario, ho trovato interessante, forte, il parallelismo tra Luca e suo figlio, tra passato e presente, realizzato con descrizioni di scene semplici.
Ciao e alla prossima!

Se solo sapessero, Viviana Tenga
Ciao Viviana,
il tuo racconto mi è piaciuto, sostanzialmente. Mi è piaciuto tanto il continuo salto temporale, mi è piaciuto anche il fatto che tu abbia usato il corsivo per specificare il passato. Ho apprezzato il colpo di scena finale (che l’uomo che incontra Dario sia Mattia) e mi piace che tutto torni (persino il dettaglio del ragazzo che Dario vede in precedenza). L’unica cosa che non mi convince tanto, e che hanno già scritto diversi prima di me, è che la storia dell’Olocausto è soltanto accennata. Probabilmente hai pensato che essendo una cosa tanto importante non si sarebbe sentita la necessità di sapere, di avere dettagli, invece avrebbe aiutato tanto, avrebbero alzato il livello di coinvolgimento ed emozione.
Però mi è piaciuta la tua storia, alla prossima!

Le radici del futuro, Patty Barale
Ciao Patty!
L’idea del tuo racconto è intrigante, le descrizioni molto piacevoli, sia delle scene che dei dettagli. Il salto nel tempo della terza parte è molto riuscito, hai saputo gestirlo, brava. Però, hai detto tante cose soltanto accennandole. Sono successe parecchie cose nella tua storia, il ritmo è veloce per questo (e va bene), solo che lasciano la fame, arrivata alla fine della storia volevo sapere di più, su tante cose. Forse su questo dovresti lavorarci, magari con più tempo e più spazio a disposizione.
Mi ha fatto piacere leggerti, alla prossima!

Radioman, Sharon Galano
Ciao Sharon.
Confesso che il tuo racconto mi ha un pochina confusa, in certi punti ho dovuto fare un passo indietro, per questo non sono riuscita a farmi coinvolgere completamente. La tua scrittura è scorrevole, piacevole, ma anche nelle battute di dialogo ho fatto fatica a seguire per via della punteggiatura. Ho apprezzato molto la frase con cui lui apre la sua storia di alcolismo, una frase ironica. Brava, smorza la situazione teoricamente tragica. Mi è piaciuta anche la scena finale, lui seduto in mezzo agli altri barboni e il suo cartello.
Alla prossima.

La bestia di fuoco, Giulio Lepri
Ciao Giulio. Trovo insensato mettermi a scrivere tutto quello che hanno già scritto gli altri e che tu hai spiegato in un commento precedente, quindi mi permetto di dirti una cosa proprio riguardo alla tua spiegazione: la libera interpretazione che hai lasciato per la violenza della madre a me sembra una scorciatoia. Da un dramma di queste dimensioni mi sarei aspettata motivazioni altrettanto drammatiche. Mi è piaciuta però l’apertura e la chiusura nel presente, mentre il resto del racconto è un flashback.

Tutto torna, Diego Ducoli
Ciao Diego,
mi spiace, ma devo ripeterti quello che hanno scritto tutti: grande confusione. Va bene che bisogna mostrare senza dire, ma qui è esagerato. Inoltre è confuso anche a livello strutturale, i passaggi non sono chiari, passato e presente sono confusi. Peccato, perché l'idea è carina e poteva venirne fuori qualcosa di bello, se gestito bene.

 

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Messaggio#10 » sabato 14 marzo 2015, 2:02

PREMESSA: sono solita commentare i racconti senza leggere gli altri commenti per non farmi influenzare, per cui la ripetizione di cose già dette è inevitabile.

 

CLASSIFICA:

 

1-RIMPIANTO

2-NON CAMBIA MAI

3-SOLO TU PUOI PRENDERLO

4-L'ASSURDA COLPA DI ESISTERE

5-PERFECTION

6-INCENSO

7-BURIED TOWN

 

SE SOLO SAPESSERO:

Racconto interessante e scritto bene con una buona gestione dei due piani temporali.

Purtroppo mancano le immagini, nel senso che i personaggi e i luoghi non sono descritti in alcun modo, sono lasciati lì, sospesi e alla totale immaginazione del lettore (forse la cosa è voluta al fine di esporre un concetto che vorrebbe essere "universale", ma non mi convince)

In particolare la comparsa nel presente di Mattia è straniante, non c'è nulla che, anche fisicamente, ricolleghi il bambino a quell'uomo dagli  occhi chiari, magro e dall'aria dimessa.

Anche il tema trattato, i terribili ricordi dei sopravvissuti, sono solo accennati e affidati  alle conoscenze del lettore: in questo modo, però viene meno il contrasto tra il dolore passato e la protesta presente.

Ma la cosa che mi convince di meno è l'aggeggio inventato da Mattia: te la cavi definendolo "congegno elettronico", non lo connoti in altro modo, se non dicendo che per attivarlo serve un telecomando. Eppure dovrebbe avere qualcosa di particolare che lo fa aderire al palmo della mano, ad esempio, perché se uno sconosciuto mi mette in mano un oggetto che all'improvviso inizia a vibrare... Beh, io lo lascio subito cadere!

 

NON CAMBIA MAI

Ti piace vincere facile! Bonzi bonzi bon bon bon!

Si vede che hai dimestichezza col genere zombi e soprattutto sai affrontarlo con originalità.

All'inizio ero un po' prevenuta sia nei confronti dell'uso della seconda persona (che non amo) sia delle apocalissi zombie, ma sei riuscito a spiazzarmi con una scrittura ineccepibile (con l'esclusione delle d eufoniche!) e una storia originale e cinematografica (il pezzo della bicicletta che impala lo zombie e fuoriesce all'addome, beh nella mia testa la sequenza ha preso forma sulle tue parole!)

Non posso fare altro che farti i miei complimenti!

 

RADIOMAN

Questo racconto mi ha lasciata molto perplessa: confusa alla prima lettura, dubbiosa alle successive.

Mi spiego meglio. Si vede una buona fantasia e l'ambientazione è resa bene: gli incontri della AA sono ormai parte del nostro immaginario, grazie a tutti i film e serie tv americane, per cui bastano pochi cenni per immergerci nell'atmosfera. Brava (anche se, secondo me, l'esplicitazione "i compagni dell'Alcolisti Anonimi" è ridondante, proprio per quanto detto prima).

Purtroppo, però, ho faticato molto a seguire la storia nei suoi passaggi temporali, e nella gestione dei dialoghi, forse per un non felice uso della punteggiatura.

In ogni caso il racconto, al di là del cliché del reduce alcolizzato/sbandato/homeless, è interessante e con una buona dose di ironia che non guasta mai.

 

LA BESTIA DEL GÉVAUDAN

Racconto che parte da un'idea intrigante, cioè un mito che svolge realmente la sua funzione: la catarsi.

Purtroppo, però, secondo me, la storia è narrata in maniera troppo confusa, nel senso che, i miei limiti di lettrice (che mi portano ad amare storie meno sfocate), non mi hanno permesso di goderne appieno.

Ti segnalo, poi, parecchie ripetizioni di termini che appesantiscono la lettura, come pure alcune confusioni nell'uso dei tempi verbali.

Di certo i limiti di tempo e di battute non aiutano a dare la giusta forma alle idee che sovraffollano la fantasia: sicuramente una buona revisione del tutto potrà rendere questo racconto molto interessante.

 

LA BESTIA DI FUOCO

Un storia di violenza familiare che porta il protagonista a ricorrere all'aiuto di uno psichiatra per superare il trauma: idea di per sé non particolarmente originale, ma che può  permettere un viaggio interessante nel cuore degli esseri umani.

Ma, nonostante una scrittura che scorre bene, dal mio punto di vista, non sei riuscito a dare fino in fondo lo spessore psicologico di questi personaggi, in particolare della figura della mamma, per la quale basta una semplice constatazione del figlio per scatenare una furia terribile.

Certo, fin dall'inizio ce l'hai mostrata fredda e autoritaria, ma senza quell'odio che rivela nella parte finale (anche perché il bambino la descrive con termini dolci: bella anche mentre pulisce il letame, dall'aria severa, ma immacolata, dolcezza che un bambino maltrattato non potrebbe avere). L'odio che si vede nella parte finale (tanto da progettare una tortura terribile per il figlio: lasciare il cane a digiuno per tre giorni per renderlo pericoloso), dovrebbe essere evidente già da prima e non solo manifestato come indifferenza.

Un simile odio si spiegherebbe se il piccolo fosse frutto di una violenza, ma non di un amore infelice, come si evince dal testo, anzi, forse questa situazione potrebbe portare a un attaccamento ancora più forte al bambino quale unica prova tangibile rimasta di un amore perduto.

Infine, per rigore scientifico: due genitori dagli occhi scuri possono generare un figlio dagli occhi chiari, mentre due genitori con occhi chiari non possono generare un figlio dagli occhi scuri.

 

PERFECTION

Fantascienza, futuro, robot... Tutto un arsenale di racconti a me sconosciuto (lo ammetto, sono una perfetta ignorante nel campo).

Il che, ovviamente, non mi ha predisposto alla lettura.

E...sorpresa: mi è piaciuto!

Mi è piaciuto lo stile secco, asciutto, dritto al punto.

Mi è piaciuta l'ambientazione: un futuro asettico.

Mi è piaciuta l'idea di un deposito di cose spiacevoli.

Insomma: brava!

 

RIMPIANTO

Di' la verità: tu sei Zerocalcare!

Il tuo cinghiale profuma talmente di Armadillo, che per tutto il racconto mi sono immaginata la  rappresentazione grafica della storia!

Hai uno stile che mi piace molto, leggero nel trattare temi triti e ritriti in salsa melodrammatica, e capace di strappare il sorriso.

Solo un passaggio mi ha un po' lasciata perplessa:

"Non capii mai perché quella sera, di ritorno dall’ufficio, la tradii con una prostituta" : sta ricordando il motivo per cui lei lo ha lasciato?

In questo caso, secondo me, sarebbe meglio un "l'avevo tradita".

A parte questo, il racconto mi è piaciuto veramente tanto (anche se forse dovresti rivedere un po' la parte dell'incidente: un cinghiale ti distrugge la macchina!)

 

INCENSO

Un racconto che mi ha riportato alla memoria lo stato d'animo che accompagnò la fine del mio primo amore: immobilità emotiva e fisica, fissazione, feticci.

Lo stile mi è piaciuto molto, soprattutto perché le parole paiono sollevarsi in soffici volute, proprio come l'incenso del titolo; bellissime certe immagini capaci di rendere in maniera perfetta il disagio e la sofferenza della protagonista.

Quindi, brava, ma c'è un "ma": è vero che a volte, alla fine unilaterale di un amore, succede la totale apatia (che hai reso benissimo, come ho detto) ma in un racconto ho bisogno di trovare una motivazione alla lettura, ho bisogno che accada qualcosa, magari di infinitesimale, ma che mi indichi un cambiamento (in meglio o in peggio, non importa). Qui, invece non succede nulla, nemmeno l'arrivo dell'amica riesce a vivacizzare il quadro!

Infine, proprio non mi è piaciuta la digressione sui ricordi dei vecchi: non aggiunge niente alla comprensione del suo dolore e del suo vivere in funzione del passato, di quella larva che la tiene ancorata a terra e non le permette di tornare a volare.

 

BURIED TOWN

Wow, che stile, che incisività, che bella scrittura, mi sento carica, mi sento curiosa, voglio sapere tutto, questa storia mi prende un casino... Ma dov'è la storia?

A parte battute, in questo racconto vedo un incipit capace di incollarmi alla pagina e di catturare il mio interesse, ma, appunto, un incipit!

La mia sensazione è che tu avessi in testa un'idea molto più complessa e che il limite di tempo e battute ti abbia costretto a stringere il tutto in un qualcosa di incompiuto e anche affrettato nella seconda parte.

O forse sono io che non ho capito un tubo?

 

L'ASSURDA COLPA DI ESISTERE

Questo racconto mi ha molto colpita non solo per la descrizione del parto nella cantina e del legame che subito unisce la donna con quella figlia della violenza, ma anche perché mi ha riportato ai racconti dolorosi dei molti sopravvissuti alla guerra dei Balcani che ho conosciuto quando vivevo a Sarajevo.

Il tuo sguardo vivido sugli orrori di quella guerra mi ha fatto pensare che tu possa essere originaria di lì e che, quindi, quello che racconti possa appartenerti come ricordo indiretto e se non è così... brava!

La critica che mi permetto di fare è sull'uso della prima e seconda persona: ho faticato un po' a capire chi era l'io narrante.

In ogni caso bella prova!

 

TUTTO TORNA

A dispetto del titolo, alla prima lettura di questo racconto, niente mi torna!

Mi sono servite più letture per comprendere che Aldo, in punto di morte viene aggredito dal proprio passato, o meglio, dalle disgrazie e dalle nefandezze del proprio passato, in particolare ho faticato a capire la scena della madre,a capire che lui vive quella situazione nel modo in cui, probabilmente, l'ha vissuta la vecchia mamma.

Non sto a segnalarti alcuni accenti mancanti, che sono sicuramente da attribuire alla velocità che caratterizza questo contest.

 

SOLO TU PUOI PRENDERLO

Bello. Semplice, lineare, pulito ed emozionante.

Questo racconto mi ha immersa subito (tanto per restare in tema) in quel mare di dolci ricordi, resi senza cadere nel patetico.

Mi è piaciuto molto anche il filo che unisce il passato al presente, questa ciclicità dei gesti e degli affetti.

Unica critica: IMHO non hai reso molto la "bestialità" del passato, quello che racconti è solo un deja vu del protagonista, doloroso, triste, ma che non ha nulla della bestia feroce.

 

OMBRE

Racconto che alla prima lettura non mi è stato chiaro fino in fondo.

All'inizio credevo che Julian fosse un pedofilo che portava nella casa del bosco le sue povere vittime e l'ombra fosse la parte di lui che voleva essere fermata.

Poi, alla comparsa del medico ho capito che la prima parte descriveva un'allucinazione.

Un'allucinazione nata da un evento traumatico accaduto molti anni prima.

Un evento non ancora elaborato, un evento di cui il protagonista pare non essere ben cosciente dal momento che il dottore parla di "uomini ragno".

Però, poi, non mi torna il fatto che lui, lucidamente, dica alla sorella “Sono passati cinquemilacentoquindici giorni, da quando l’ho uccisa”: forse, visto che nelle sue allucinazioni sostituisce la madre con una bambina a lei somigliante, non dovrebbe riuscire a parlare chiaramente dell'omicidio, forse dovrebbe parlare di "cosa brutta", "incidente" e cose così. Forse.

Ma questa è solo una mia opinione!

 

AIDA

La prima parte del racconto mi ha catturata, mi ha portata a interrompere la lettura, chiudere gli occhi, tappare le orecchie e provare a sentire con gli altri sensi: sei stato bravo a descrivere il mondo buio e silenzioso di Aida.

Poi tutto precipita in un vortice di disgrazie e il pensiero che mi ha attraversato la mente è stato:"minchia, che sfiga questa qua!" pensiero che ha sdrammatizzato il tutto, portando a una perdita di pathos, che non mi sembra fosse nelle tue intenzioni.

Forse se dopo lo stupro (che non mi ha convinta, non perché cose simili non possano accadere, ma perché non era convincente dal punto di vista di una narrazione) lei avesse avuto un bambino e la famiglia l'avesse costretta a darlo in adozione in quanto figlio della violenza, la celebrazione del compleanno avrebbe comunque avuto un senso e la storia sarebbe stata, secondo me, più credibile.

In ogni caso hai fatto un buon lavoro, penalizzato, forse solo dalla fretta dei...minuti contati!

 

Ps.: occhio agli errori tipo " ha iniziato imparato" o "Ha un assistente ....le insegnava"

 

 

jacqueline.nieder
Messaggi: 28

Messaggio#11 » sabato 14 marzo 2015, 11:13

Ciao Ragazzi, vi mando un saluto e qui di seguito scrivo la mia classifica.
 
Complimenti a tutti, è stata una gara difficile :)
 
1. Enrico Nottoli - Rimpianto
 
 2. Viviana Spagnolo - Buried Town
 
 3. Filippo Santaniello - Solo tu puoi prenderlo
 
 4. Marco Roncaccia - Non cambia mai
 
 5. Sharon Galano - Radioman
 
 6. La bestia di Fuoco - Giulio Lepri
 
 7. Perfection - Eleonora Rossetti
 
I commenti ai vostri racconti :
 
 Aida – Nicolas Lozito
 
Ciao Nicolas,

allora il racconto mi piace e trovo bella l’idea. So come scrivi e mi piaci di più quando nelle tue storie metti quel pizzico di ironia che ti contraddistingue, anche se mi rendo conto che la storia in questo caso non lo permetteva. So anche che hai un’ottima padronanza della lingua e qui c’è un “arrotolarsi” delle parole intorno a uno stesso concetto, a una stessa immagine, un suono producendo un rallentamento forse eccessivo.

So che il tempo era quello che era e abbiamo tendenzialmente fatto tutti lo stesso errore (e cioè di accelerare il finale) e qui è davvero repentino. C’è un cambio narrativo profondo (ritmo incalzante, fatto di verbi e azioni, condensazione estrema di spazio e tempo (30 anni)) che non si lega alla parte precedente (fatta di sensi, di minuscoli dettagli, odori).

La nota che ti faccio è perciò sulla velocità e la densità dei due paragrafi. In ogni caso a me piace molto come scrivi e penso che a una distanza maggiore dai tuoi personaggi (come nella seconda parte e condivido con Giulio per la chiusa) dai il meglio di te, perché con quella distanza hai una focalizzazione migliore. Poi, come sempre, sono opinioni personali.

 

Ombre - Carolina Pelosi

Ciao Carolina, farò forse un commento un po’ diverso dagli altri, ma spero possa servirti ugualmente. Innanzi tutto vorrei dirti che mentre leggevo la prima parte, da come è narrata e descritta, ho avuto la netta sensazione che si trattasse di un sogno o di un’allucinazione. Perciò mi ha fatto piacere che la mia sensazione fosse confermata più sotto, perché altrimenti se avessi voluto descrivere una situazione e un ambiente reale, ti avrei consigliato di inserire più dettagli di verità. Trovo il racconto compatto anche se a volte il ritmo cambia un po’ troppo velocemente (poi ti dico esattamente dove). Come ultima nota generale (ma gusto del tutto personale), non amo particolarmente i sogni e le allucinazioni. In generale credo che il lettore sia più attratto dalla verità del reale. Queste, invece, sono note di “editing” (se così si possono chiamare), poi tu sei liberissima di seguire il tuo gusto personale.

– la croce numero cinquemilacentoquindici, sulla parete scura della sua stanza, con un coltellino appuntito. (toglierei entrambe le virgole)

 

– imbrattato di polvere: imbrattare = sporcare, insudiciare con sostanze fluide o appiccicose o coloranti. La polvere non può farlo.

 

– il pezzo di pavimento: meglio secondo me “la parte di pavimento”

 

– sciacqua il coltello con acqua bollente (sciacqua e acqua = pleonastico. Metterei: sotto un getto bollente)

 

– regalato una profonda ruga: la frase che segue descrive la ruga come simbolo di qualcosa di negativo. Per questo cambierei con un verbo di segno negativo quello di “regalare” che è invece di segno positivo.

 

– i topi a sporcare l’acqua. In che senso sporcano l’acqua?

 

– suoi passi silenziosi: toglierei i “suoi” perché si capisce che sono quelli del protagonista.

 

-Non è riuscita a salvarla (…). Scava una buca (…). Secondo me qui il finale è troppo repentino. Almeno metterei “Scava…” a capo come cambio di paragrafo.

 

– Vede (…) davanti ai suoi occhi: credo sia già implicito nel “vedere”.

 

– Non le piaceva che bevevi troppo (…): è una battuta secondo me irrealistica in bocca a un dottore (soprattutto se psichiatra) perché ha un forte tono d’accusa.

ecco tutto, spero di esserti stata utile.

 

Se solo sapessero – Viviana Tenga

Ciao Viviana,

il racconto è ben scritto, c’è però una cosa che non mi convince. Credo che un sopravvissuto all’Olocausto non parli mai di ciò che ha vissuto e sia molto restio ad evocarlo, soprattutto come termine di confronto. Ciò che arriva da parte del vecchio è questo: “io ho sofferto più di voi, io posso lamentarmi e voi no”. Credo che l’esperienza dei lager sia qualcosa di così assoluto e profondamente distruttivo da non creare vittimismo in chi è riuscito a sopravvivere. E’ un dramma silenzioso.

 

Tutto torna - Diego Ducoli

Ciao Diego,

purtroppo devo condividere con gli altri la completa confusione nel leggere il tuo testo. Sento che c’è l’idea che pulsa sotto le parole, ma non ha una forma vera e propria, non è compiuta. Poi per quanto riguarda l’incipit, per esempio, è  troppo spinta la descrizione della corsa del protagonista per fuggire dalla bestia: zanne, pelle lacerata ecc ecc. Si parte subito altissimo, con una brutalità forse troppo sottolineata.

 

Solo tu puoi prenderlo – Filippo Santaniello

Ciao Filippo,

il racconto mi è piaciuto molto, per ora è tra quelli che preferisco in assoluto, sopratutto per la l’equilibrio della scrittura, il suono e la musicalità della frase. Come per gli altri mi ha spiazzato un attimo il ritorno al presente, ma è stato un attimo. Il fatto che tu non abbia usato spaziature per evidenziare il flashback e che questo si sia capito subito è molto positivo! Mi piace molto la tua lingua pulita e la scelta di un’immagine semplice, adatta alla lunghezza del racconto.Se posso fare una nota, che poi è puro gusto quindi prendila così, è questa: “C’ho provato. S’è rintanato. Solo tu puoi prenderlo”. Non ha nulla di sbagliato, sarà il ritmo, sarà la parola “rintanato” o il tono di “Solo tu puoi prenderlo” che non mi convince in bocca a un bambino. Ma ripeto, gusto. Complimenti ancora.

 

Viviana Spagnolo – Buried Town

Molto bello, geniale l’idea, stile molto personale, complimenti davvero.

Anche io terrei caro questo racconto, rimaneggiandolo e non dandoti limiti di battute. L’idea è davvero originale e anche io onestamente sento il racconto come l’incipit di un romanzo. Oppure  rielaborandolo un attimo riesci a chiudere il cerchio, spiegare “come” queste persone diventano protagoniste di una storia che non è la Storia ma una manipolazione su “misura” trasformandolo in un racconto lungo.

In ogni caso, complimenti di nuovo.

 

Marco Roncaccia – Non cambia mai

 Ciao Marco,

ho letto il tuo racconto e per qualche paragrafo ho pensato che non si trattasse di uno zombie vero e proprio ma di una metafora! L’immagine mi piace davvero molto, descritta in modo tale che riuscissi a immaginare senza inciampi la scena, i movimenti del personaggio. Hai scelto una storia della misura giusta per le battute che avevamo a disposizione. In questo racconto non si sente la “metratura”, è ben distribuito e costruito. Quindi complimenti!

 

La bestia di fuoco – Giulio Lepri

Ciao Giulio. Come ti ho già detto a voce il racconto mi è piaciuto molto, anche se alla fine accelera e diventa un po’ didascalico.L’unica nota che ti farei è sulla madre. La sua reazione violenta nei confronti del figlio è dovuta a:

– la paura di essere scoperta?

– il senso del rimorso?

– il dolore perché quel bambino gli ricorda l’uomo della foto?

Questo non riesco a capirlo ed è determinante, secondo me, per giustificare il suo comportamento e il grado di violenza, sia verbale che fisica, che ha nei confronti del figlio. Ad esempio, se il suo fosse dolore perché quel bambino gli ricorda ogni giorno il suo adulterio e dell’uomo della foto che non c’è più, i suoi scatti di violenza sarebbero forse più radi e piccoli, lei più combattuta tra gesti d’affetto (come se lui fosse la proiezione dell’uomo che ha amato) e gesti di rabbia. In ogni caso gli scatti di violenza che ha, sia fisici che verbali insieme, mi sembrano un po’ troppo perché si tratta pur sempre di una madre  e di suo figlio. Nelle diverse situazioni, perciò, ti consiglierei di scegliere se aggredire o verbalmente o fisicamente, non entrambi insieme. Dai un’occhiata al racconto di Salinger “Lo zio Wiggily nel Connecticut”, può aiutarti e farti capire meglio cosa intendo

Ciao ciao

 

Incenso - Cristina Danini

Ciao Cristina,

mi è piaciuta molto la terza persona di questo racconto, perché permette di creare una distanza tra il personaggio e i suoi sentimenti in cui trova spazio il lettore. Purtroppo sento anche io la necessità di un evento che non c’è. Il racconto è molto buono, manca solo un’azione centrale che crei la parabola. Forse voleva esserla la scritta sul muro? Se sì, non la sento abbastanza potente.

 

Rimpianto – Enrico Nottoli

 

Ciao Enrico,

il tuo racconto mi è piaciuto tantissimo. E’ come leggere in un salone luminoso con grandi finestre spalancate e un venticello d’aria fresca che ti entra piacevolmente nei polmoni. Credo che tu abbia una grande padronanza del dialogo. E’ vero, è naturale. Il lettore scorre nel testo con piacere e voglia di saperne di più. E poi mi hai fatto ridere. L’idea del cinghiale come coinquilino mi ha fatto morire.L’unica cosa è il dettaglio della coscia, troppo preciso per essere verosimile.Ah altra cosa: belli i dettagli dentro casa. Il caffè, lo sporco sui fornelli. Ne sento l’odore, armeggio con le mani del personaggio. Complimenti insomma

 

Perfection – Eleonora Rossetti

Ciao Eleonora,

il tuo racconto mi è piaciuto molto e l’ho trovato originale anche se hai scelto un campo minato come quello della fantascienza. Quindi  brava! hai una scrittura molto misurata e precisa, non si fa alcuna fatica a leggerti. L’unica cosa che non mi è piaciuta è l’immagine dell’alter ego, del consulente: essendo la sintesi di tutto ciò che di negativo il protagonista vuole gettarsi alle spalle, risulta avere un aspetto mostruoso, specchio della sua rabbia e del suo fallimento. Evoca molto il ritratto di Dorian Gray. Mi piacerebbe sorprendermi della descrizione fisiognomica di questo consulente. Così come è descritto nella storia è un po’ un cliché. Alla prossima!

 

 La bestia del Gévaudan  – Francesco d’Amore

Ciao Francesco,

mi piace molto come si chiude il racconto, la bestia altro non è che una iena scappata dallo zoo. Non so quali fossero effettivamente le tue intenzioni ma la storia ha un che di mistico, di onirico e poco si sposa con la realtà. E’ una serie di eventi che sembrano accadere nella testa del protagonista. Manca di realtà, di tridimensionalità secondo me.Altra nota che ti faccio: alcuni concetti vengono ripetuti all’interno della stessa frase e la rendono ridondante. Es.  “Mio fratello Dario e la sua quasi moglie Elena, erano spaventati: e se la bestia avesse incontrato voi? (è già implicito che siano preoccupati per questo).

Alla prossima!

J

 

Radioman – Sharon Galano

Ciao Sharon,

ho trovato molto interessante il personaggio e anche i dialoghi li trovo piacevoli, naturali, mai forzati. Solo non riesco a capire se si tratta davvero di un reduce, se è stato davvero richiamato alla guerra o se è un semplice barbone. Ho fatto un po’ di confusione con i passaggi temporali nella storia, che secondo me non sono troppo chiari. Per il resto, però, complimenti! Si sente un personaggio vivo.

 

Patty Barale – Le radici del futuro

Ciao Patty,

a me l’idea piace ma forse sono poche le battute per questa storia. Sarebbe interessante saperne di più di questo nuovo equilibrio mondiale, di ciò che è successo al personaggio. Questi treni, le torture, mani salvate dalle amputazioni, stupri: sono tutti fili narrativi che disponi ma che per il poco spazio non possono essere sviluppati. Sarei molto curiosa di conoscere il perché e il percome di ogni cosa. Nonostante tutto non ho avuto difficoltà a saltare da uno spazio temporale all’altro, credo che tu sia stata chiara. Anche l’andare spesso a capo aiuta molto il lettore, perciò brava!

 

sharon.galano
Messaggi: 61

Messaggio#12 » sabato 14 marzo 2015, 19:37

Ciao a tutti,
è stato un piacere confrontarmi con voi. La mia classifica è la seguente :
 
1. Non cambia mai di Marco Roncaccia
Ciao Marco,
bella prova. Coraggiosa la scelta della seconda persona singolare. Tu, tu, lettore, quasi zombizzato, da tecnologie varie e tv… scusa ma mi sono presa la libertà di divagare un po’. Ti dico dove ho sentito il brivido: il momento della bicicletta è stato epico. Quasi mi aspettavo che prendesse il volo come in E.T. Ci sono delle cose su cui puoi ancora lavorare, come ti hanno fatto notare gli altri partecipanti, ma credo che il racconto funzioni.
 
2. L’assurda colpa di esistere di Jacqueline Nieder
Ciao Jacqueline,
partiamo dal titolo: è già un racconto, ottimo come trampolino di lancio per la lettura. Operi delle scelte ben precise: la cornice non appare subito ben delineata, si intravede una creazione, ma non si sa bene ancora di che natura. Le vicende della guerra funzionano solo laddove la protagonista le vive in prima persona. L’emozione nasce in quel continuo diverbio interiore : abortire, abbandonare, perdonare, vivere.Ti consiglierei maggiore chiarezza sin dalla prima battuta. La storia è forte, non avere paura di osare.
 
3. Ombre di Carolina Pelosi
Ciao Carolina,
ammetto che in un primo momento avevo pensato che il protagonista fosse uno stupratore seriale che fosse arrivato addirittura a quel numero esorbitante di vittime, bambine dai tratti orientali come quelli della madre (sconvolgente). Si intuiva dalla tua descrizione quasi onirica che era un luogo non reale. Ma appunto si intravedeva un altro tipo di trauma.Tutto cambia quando il dottore ci svela parte del passato del protagonista. Alla madre non piaceva che il figlio bevesse di brutto: mi sembra un po’ poco. Come hanno già detto gli altri partecipanti si è già fatto molto su questo genere di storia. Tu comunque hai scelto di raccontarci un piccolo pezzo di vita di quest’uomo: le descrizioni mi sono piaciute. C’è da lavorare sul tema e sulla struttura.
 
4. Solo tu puoi prenderlo di L.Filippo Santaniello
Ciao Filippo,
il racconto è scritto bene. Mi è piaciuto leggerlo. Il tema dell’infanzia e dei rapporti famigliari è una scelta vincente. Penso a Salinger e al suo racconto “Un giorno perfetto per i pesci banana”. Intelligente anche la scelta di non spiegare troppo il passaggio tra passato e presente. Penso , a differenza degli altri, che non sia lì il problema di fondo del tuo racconto. L’intoppo si crea quando si avverte troppo la costruzione della struttura sottostante. Si intravede che lì c’è la tua firma, del narratore, e non più del personaggio a fianco del quale siamo stati per tutta la prima parte.
 
5.Incenso di Cristina Danini
Ciao Cristina,
il racconto affronta il tema di un amore perduto-non corrisposto. Tu segui una delle parti in causa e lo fai con grande delicatezza. L’incenso aleggia nella tua scrittura leggera, scorrevole. Anche persone che si amano possono non incontrarsi mai, ma ci sono posti in cui ritrovarsi. Ti consiglio una lettura veloce http://digilander.libero.it/dlpasquale/duesposi.pdf. Si tratta di un racconto di Calvino. Lui non ci dice mai come si sentono i due protagonisti, li fa agire. Mi ha fatto piacere leggere questo tuo racconto.
 
6.Perfection di Eleonora Rossetti
Ciao Eleonora,
di solito racconti di questo tipo non mi appassionano, perché non è il mio genere. Il tuo invece mi è piaciuto. Ci sono però cose su cui puoi lavorare: i dialoghi sono poco convincenti, in modo particolare quelli del consulente. Questo personaggio è interessante, forse non originale, ma offre molti spunti. Solo che acquisterebbe molta più forza se parlasse di meno, se spiegasse di meno. Less is more. Per es. “quante cose hai voluto gettarti alle spalle, quante umiliazioni”, io avrei tagliato, perché tu questo stato d’animo l’hai già reso nella descrizione del personaggio, quando scrivi “quel volto trasfigurato dalla rabbia”.
Credo che sia debole anche la scelta dell’articolo di giornale, perché nel breve spazio del racconto ci impone uno spostamento del punto di vista.
Questo contest sarebbe interessante se ci permettesse dopo il confronto una riscrittura, perché credo che solo così ognuno di noi potrebbe avere tra le mani un prodotto di valore.
 
7. Buried Town di Viviana Spagnolo
Ciao Viviana,
hai scelto una voce narrante impegnativa. Si tratta di una prima persona che in un monologo vuole condensare un passato feroce. Ci sono vari pericoli che gli altri partecipanti hanno già evidenziato: non viene dato molto spazio alla trama, mancano i dialoghi, e il racconto diventa un incipit. Ma penso che sia proprio questo il punto forte della tua storia: la voce è tutto. E tu la scrivi proprio come se stessi lì ad ascoltarla. C’è molta paratassi, proprio come nel parlato. Ti consiglio di continuare su questa linea e ampliare il racconto, oppure, di riscrivere la storia, sacrificando parte dell’io narrante. Prova, siamo qui per questo. Buon lavoro.
 
Rimpianto di Enrico Nottoli
Ciao Enrico,
il tuo racconto è veloce. Per questo ti consiglierei di eliminare il paragrafo introduttivo dal sapore introspettivo e passare direttamente all’azione. I dialoghi reggono bene la prova del nove, almeno quelli della prima parte. Il misunderstanding si ha proprio nella seconda parte del racconto: la trasformazione del cinghiale in coinquilino, non è credibile. Se questo è un segno della pazzia del protagonista, deve essere anticipato da indizi disseminati un po’ prima. La poesia poteva essere una buona occasione: es. banale fai in modo che utilizzi quattro o cinque versi per parlare della sua ex paragonandola a un animale. Sono solo suggerimenti, tutti siamo qui per confrontarci. Buon lavoro.
 
Se solo sapessero di Viviana Tenga
Ciao Viviana,
scrivi in modo preciso cercando di mantenere tutto sotto controllo. Penso che sia proprio questo il problema del tuo racconto. Per controllare una materia complessa come quella che hai scelto di narrare, hai dovuto mettere da parte alcune cose: mi riferisco prima di tutto ai dialoghi in cui dici troppo e in modo quasi didascalico. Per il personaggio di Mattia non hai mai descritto visivamente il suo essere strano. Hai riportato i pensieri di altri sul suo conto, tanto che al lettore sembra che quella un po’ fuori sia la madre insieme ai compagni di scuola: Mattia è l’unico gentile, onesto, affettuoso. Nel finale l’aggeggio elettronico distrae da quello che il lettore vuole veramente sapere: quali sono i ricordi dei sopravvissuti?
Spero di leggerti ancora.
a presto
 
Tutto torna di Diego Ducoli
Ciao Diego,
mi sono persa in questa corsa folle di ricordi. Ci sono tante domande che non trovano una risposta. Io mi soffermerei su quelle che sono delle frasi già sentite, che per mio gusto personale taglierei. Ti faccio un paio di esempi: fradicia di sudore gelido, un sottile strato di pelle diafana. Poi risulta davvero pesante una delle frasi finali : Aldo sospirò un ultimo, pesante sospiro.
Il racconto doveva prendere un’unica direzione e seguirla per tutte le 7000 battute, come i velocisti che devono fare 100 metri e basta.
Piacere di averti letto.
 
Le radici del futuro di Patty Barale
Ciao Patty,
la tua scrittura è da cinema. Le scene sono costruite visivamente, anche se in alcune mancano i dettagli necessari alla trama. Ho fatto fatica come gli altri nella lettura: sono dovuta tornare indietro un paio di volte per capire cosa stesse accadendo. Come dicevo sei brava nelle descrizioni, per questo, a mio parere, ti consiglierei di tagliare frasi troppo esplicite. Mi riferisco alla tipica domanda retorica che si sente in tutta la letteratura di questo genere: Come aveva fatto l’umanità a ridursi così? Io qui taglierei. Il finale non poteva essere contenuto in 7000 battute. Mi ha fatto piacere conoscerti e leggerti.
 
La bestia del Gévaudan, di Francesco D’Amore
Ciao Francesco,
hai una buona storia, classica per certi versi, ma che non hai sfruttato al meglio. Per i salti temporali devi fare più attenzione all’uso dei tempi verbali: per es. “uomini sbranati proprio nei pressi del bosco dove ero quella mattina con mio nipote.”, bastava mettere “ero stato”. Ci sono delle frasi cacofoniche come “incontro ai suoi colpi incurante”. Era un ottimo spunto, mi ha fatto piacere leggerti.
 
La bestia di fuoco di Giulio Lepri
Ciao Giulio,
non voglio accanirmi sui temi già dibattuti dagli altri partecipanti. Ti dico solo che io avrei puntato di più sul momento di rottura che avviene tra madre e figlio, quel momento fisico in cui lei si taglia dopo aver sentito la domanda di Daniele. Lì forse avresti dovuto caricare. Iniziare a descrivere i tic di un personaggio che appare, a mio parere, bipolare.
 
Aida di Nicolas Lozito
Ciao Nicolas,
come ti ho già scritto, mi ha fatto piacere leggere la storia che hai proposto. Mi ha colpita l'accuratezza della prima parte: ancora prima di dirci quale fosse il problema della protagonista, sei riuscito in poche battute a farci mettere nei suoi. Riusciamo a sentire quello che lei sente. Questa tua precisione, il modo in cui descrivi le sensazioni legate al tatto, mi ha fatto venire in mente il libro di Flannery O'Connor, Nel territorio del diavolo. Lei consiglia di inserire in un racconto delle azioni legate almeno a tre dei nostri sensi. Spero che in futuro ti possa essere utile.
La storia parte nel migliore dei modi. Però quando appare il sovraccarico di tragedie, non riusciamo più a seguirti. Perdi autorevolezza: il lettore non crede più a quello che stai raccontando.
Come ho già fatto presente in altri commenti, spero che questo contest ci permetta una riscrittura alla luce delle impressioni raccolte tramite l'aiuto dei nostri colleghi-partecipanti.

enrico.nottoli
Messaggi: 82

Messaggio#13 » domenica 15 marzo 2015, 17:41

Ciao ragazzi, mi sono divertito un sacco ed è stato davvero difficile decidere fra tutti i racconti. Ma ecco la lista dei primi sette e i commenti in ordine sparso:

  • Carolina Pelosi, Ombre

  • Eleonora Rossetti, Perfection

  • Marco Roncaccia, Non cambia mai

  • Nicolas Lozito, Aida

  • Giulio Lepri, La bestia di Fuoco

  • Patty Barale, Le radici del futuro

  • Jacqueline Nieder, L’assurda colpa di esistere


 
AIDA, NICOLAS LOZITO
Ciao Nicolas.
Allora, la storia mi è piaciuta molto ma non mi ha convinto al cento per cento per due ragioni: la prima (banale) è che mi ricorda un certo film :) la seconda è che, secondo me, hai calcato troppo la mano con le tragedie. Lo stupro ci sta ma il bimbo morto e il padre che la butta fuori sono davvero pese. Perché il padre scaccia di casa Aida? Alla fine è stata lei una vittima di stupro, per giunta cieca, non so, o quel padre è pazzo o è una gran testa di minchia.
La lingua mi piace tanto, è molto pulita, anche se magari potevi inserire il passato nel flash back, ma anche così tiene la lettura. E per quanto riguarda il finale, invece, io l’ho apprezzato un sacco. L’ultima frase è davvero poetica.
Nel complesso mi sei comunque piaciuto!
 
OMBRE, CAROLINA PELOSI
Ciao Carolina.
Io ho interpretato l’omicidio legato alla follia vera e propria, e questo giustifica già tutto di per sé. Per me hai fatto un lavoro ottimo. Bello il risuono del doppelganger nel solo nome al contrario, bello il cambio di ambientazione dal figurato al reale dentro all’ospedale, bello anche il finale. Se devo per forza trovare una critica può essere la somiglianza a Shutter Island (non so se lo hai visto, bel film, se non lo hai ancora visto guardalo invece che ti piacerà un sacco di sicuro), ma veramente una bella storia. Se letto con attenzione torna tutto nonostante abbia una narrazione comunque molto intrecciata e non semplice da gestire. Brava.
 
LA BESTIA DI FUOCO, GIULIO LEPRI
Ciao Giulio.
Il tuo racconto mi è piaciuto, anche se anche io ho qualche perplessità sul comportamento della madre, ma di questo ne hai già discusso con gli altri e quindi è inutile insistere. Ho apprezzato la trama e il modo in cui viene raccontata, tramite questo flash back, scusato con l’ingresso in scena dello psicologo. Una cosa invece che proprio non mi piace per nulla sono quei suoni onomatopeici, mi sembrano un po’ troppo carnevaleschi ecco.
Per il resto sei stato bravo!
 
SE SOLO SAPESSERO, VIVIANA TENGA
Ciao Viviana.
Purtroppo ti devo dire che il racconto non mi ha convinto. La storia è bella sì però non ho capito la questione del congegno, non è spiegata a sufficienza. Anche i dialoghi mi sembrano un po’ troppo costruiti a regola d’arte, non sembrano spontanei nei personaggi. L’ambivalenza fra le storie invece mi piace e è resa bene da una scrittura pulita.
Non so, era una storia con del potenziale che però non è riuscito a emergere del tutto. Alla prossima.
 
TUTTO TORNA, DIEGO DUCOLI
Ciao Diego.
Allora, è vero che è stata una lettura complessa e è vero anche che bisogna concentrarsi al cento per cento per arrivare fino in fondo capendo tutto. Però non mi sento di reputare la storia negativamente per questo, in fondo non c’è niente di più confuso che una valanga di ricordi che travolge ogni cosa. Ora, la domanda è questa: la confusione nell’intreccio è volutamente inserita per creare un’atmosfera onirica? Oppure in effetti non sei riuscito a tenere bene in mano la narrazione?
L’incipit mi piace molto, dà l’idea di asma quasi leggendo.
Spero di rileggerti. A presto
 
SOLO TU PUOI PRENDERLO, FILIPPO SANTANIELLO
Ciao Filippo.
Il racconto non è male, ben scritto e la storia è intrigante. La grossa pecca è che ho dovuto rileggerlo più volte per far tornare tutti i conti. Non mi convince il passaggio fra la morte del padre e il ritorno al presente, lo vedo un po’ confuso. Nelle prime due letture non riuscivo a orientarmi al meglio fra passato e presente, magari era mia la colpa però, è solo una mia impressione.
Altra nota positiva è il gioco di lanciare il polipo in mare, ripreso anche dal figlio sul finale.
 
BURIED TOWN, VIVIANA SPAGNOLO
Ciao Viviana.
Mi piace un sacco la lingua che hai usato, e questo ormai è appurato. Molto moderna e veloce. Però quello che mi chiedo è: perché hai raccontato proprio questa storia? Questa è solo la premessa a una storia e non la storia in sé, forse era meglio aggiungere una parte di trama per non rendere la lettura un po’ vaga. Bella la riflessione sul passato dell’umanità invece.
Peccato per quel guizzo di trama che mi è mancato, altrimenti come struttura e lingua davvero niente da ridire.
 
NON CAMBIA MAI, MARCO RONCACCIA
Ciao Marco.
Il tuo è proprio un bel racconto, nonostante io non ami particolarmente le storie di zombie e di nazisti, forse perché ne ho lette fin troppe. Però la tua ha quel tocco di classe in più che molte non hanno, come il particolare della bicicletta. Non so, ha dato spessore a un personaggio che nei luoghi comuni pensa solo a mangiucchiare i cervelli. Quindi bravo! Molto particolare anche il tipo di interlocutore in seconda persona.
Non ho amato particolarmente la metafora su Albano però. Comunque speriamo che con l’ultima apparizione a Sanremo esca dalle scene una volta per sempre :)
Scherzi a parte hai fatto proprio un buon lavoro! Alla prossima.
 
INCENSO, CRISTINA DANINI
Ciao Cristina.
La tua scrittura mi ha trasmesso qualcosa, è molto lineare e calda allo stesso tempo. Il problema di questo racconto è simile in certi aspetti a quello che mi è stato fatto notare anche a me da qualche feedback: la trama. Non accade molto, anzi forse accade fin troppo poco.
Altra cosa che ho apprezzato invece sono le similitudini mirate che hai fatto.
Alla prossima!
 
PERFECTION, ELEONORA ROSSETTI
Ciao Eleonora.
La tua storia è molto intrigante e senza dubbio un lavoro ben riuscito. Personalmente ho apprezzato anche il finale, l’articolo di giornale spezza al modo giusto la narrazione e mette in risalto il precedente racconto. L’unica pecca è che a volte ho fatto un po’ di fatica a seguire il filo generale, ma con attenzione torna tutto, ci sta fosse colpa mia se inizialmente non riuscivo a entrare nel vivo della vicenda.
Mi ha ricordato un film di qualche anno fa, se hai voglia di guardarlo si intitola Eternal Sunshine, con Jim Carrey.
Nel complesso un bel lavoro. Brava
 
LA BESTIA DEL GEVAUDAN, FRANCESCO D’AMORE
Ciao Francesco.
Allora la storia del tuo racconto mi è piaciuta, bella la storia di questa caccia a una bestia mitica. Anche con il tema della sfida si incastra a pennello, c’è sia il passato che la bestia feroce. Ho trovato anche quel pizzico di ironia (specie nella frase finale) che ci stava bene. Il grosso problema, per me, è la lingua con cui hai narrato. Ci sono diverse imprecisioni e errori grammaticali e temporali, andrebbe editato e rivisto un po’ da questo punto di vista.
Nel complesso, però, sei uscito bene.
 
RADIOMAN, SHARON GALANO
Ciao Sharon.
Onestamente non sono riuscito a tenere bene le briglie della vicenda, cioè: barbone o soldato? Non l’ho capito tutt’ora. Anche la punteggiatura confonde un po’ e mi ha fatto perdere il filo qualche volta. Al contrario invece ci sono scene davvero ben costruite e che arrivano dritte addosso (una su tutte la “donna” che conduce il protagonista all’alcol). Purtroppo a mio gusto personale, e quindi non c’entra nulla con la valutazione, le storie che parlano di Vietnam non piacciono troppo, abbiamo un sacco di storia anche noi qua in Italia, potremmo sfruttarla di più.
Invece il finale è davvero davvero bello, con questa immagine del cartello …
Ciao e alla prossima
 
LE RADICI DEL FUTURO, PATTY BARALE
Ciao Patty.
il tuo racconto mi è piaciuto. Forse un pizzico di suspanse in più non avrebbe guastato, a volte leggendo mi è sembrato che tu avessi accelerato i tempi per chiudere in fretta. Però alla fine una distrazione del genere in un contest che si chiama “minuti contati” ci può stare benissimo. Ecco, un paio di descrizioni qua e là per rendere le vicende ancora più palpabili ci stavano. Secondo me chiaramente.
Però ripeto che il racconto mi è proprio piaciuto e poi personalmente apprezzo un sacco le storie distopiche, le trovo incisive.
Brava e alla prossima
 
L’ASSURDA COLPA DI ESISTERE, JAQUELINE NIEDER
Ciao Jacqueline!
Questo è stato uno dei racconti più difficili da giudicare per me. Da un lato ho una bella storia, ricca di pathos, bella e intrigante; inoltre hai un gran bel modo di scrivere, mi piace molto e la narrazione fila bene. Però io (come chiunque altro) sono un fan di Hemingway e dei suoi insegnamenti cerco sempre di trarne qualcosa. Forse sai già che lui disse qualcosa del tipo “scrivi di quello che sai”, e in effetti non aveva tutti i torti. Chiaramente non si deve solo scrivere cose accadute o vicine a noi, altrimenti avremmo solo biografie, però penso che bisogni stare attenti agli argomenti che affrontiamo.
Detto ciò ti ripeto che la storia in sé è notevole, ma non mi convince al cento per cento per questa ragione.
Spero di leggerti ancora. Ciao

nicolas.lozito
Messaggi: 1

Messaggio#14 » lunedì 16 marzo 2015, 1:44

Ciao, questa è la mia classifica. Seguono i commenti, in ordine sparso, per ciascuna storia.
Approfitto del messaggio per ringraziare tutti dei feedback. Preziosi.
A presto!

1. Rimpianto – Enrico Nottoli
2. Solo tu puoi prenderlo – Filippo Santaniello
3. Ombre – Carolina Pelosi
4. L'assurda colpa di esistere – Jacqueline Nieder
5. La bestia del Gévaudan (di Francesco D'Amore)
6. NON CAMBIA MAI di Marco Roncaccia
7. Radioman, di Sharon Galano

——

La bestia di fuoco – Giulio Lepri
Bravo Giulio, mi è piaciuto il salto lettino dello psicologo e flashback. Il racconto in generale è molto cinematografico e non va per il sottile: se c’è una cosa da dire la dici e basta. Per vie molte traverse mi ha ricordato Pastorale Americana, in cui la figlia dello svedese ha un rapporto burrascoso con la madre e con la famiglia in generale.

3. Ombre – Carolina Pelosi
Grande Carolina, nonostante il mistero e lo spaesamento continuo la storia fila e corre velocissima. Mi piace perché rileggendolo capisco il senso del corsivo nei dialoghi e apprezzo molto la scelta stilistica. E mi piacciono anche le descrizioni del viso, degli occhi, di come sia tutto chiodi e lame e coltellini: in inglese usano l’idioma “another nail in the coffin”, un altro chiodo nella tomba, e questo racconto secondo me racconta un po’ questa cosa qui.

Se solo sapessero… – Viviana Tenga
Viviana, il materiale è per un romanzo intero. E questo è bene – che sia da trampolino! Ho apprezzato molto il conflitto familiare e come il nonno dia idee diverse di sé con il passare del racconto! Ottimo! Tra l’altro: l’ho letto senza corsivo, tra l’altro e ho ben capito comunque i salti spazio-temporali.

Tutto torna di Diego Ducoli
Tutto torna: sono tutte bestie dal passato che emergono alla fine. Tutto è dolore, tutta la famiglia ne è pervasa. E, come è giusto che sia, ) bisogna pagare il conto (era giusto così, dici tu). Inizio e finale mi piacciono e mi piace molto il salto tra incipit con le bestie e il paragrafo successivo con il padre.

2. Solo tu puoi prenderlo – Filippo Santaniello
Filippo, grande! Costruito benissimo, con una proprietà di linguaggio e di struttura ottima. Un po’ tarantiniana la scelta del motoscafo. In ogni caso, ripeto: bello, fin dall’inizio ci si aspetta che qualcosa succeda, ma si capisce solo dalla boa in poi. Bravo!

4. L'assurda colpa di esistere – Jacqueline Nieder
Potente. L’incipit che hai scelto, non per altro, dice già dice tutto perfettamente quello che si andrà a provare: sopresa, shock, amore, destino. Mi piace l’idea di usare la religione per approfondire il punto di vista (Ma attenta, se è di quelle parti, probabilmente è ortodossa non cattolica). E mi piace il riferimento a Vukovar, senza però cadere nell’errore di fare troppa non-fiction/ricostruzione storica in un testo così breve. Brava!

Buried Town – Viviana Spagnolo
Certo, l’hai detto anche tu Viviana: probabilmente è solo un incipit. Un prologo di un romanzo o una voce fuori campo dell’intro di un film. Allo stesso tempo, con quel gioco finale sulle considerazioni sul passato può anche essere visto come racconto escatologico da leggere e rileggere in cerca di dettagli che si sono persi, di cose dette/non dette che ci possono fare capire di più. Un “dov’è Wally?” concettuale. Oltre a questo: ottimo stile e linguaggio comunque.

6. NON CAMBIA MAI di Marco Roncaccia
Zombieland ambientato in nord-italia. E al posto di Harrelson fissato con i Twinkie c’è un cecchino partigiano fissato con le bici. Mi piaciuto e mi è piaciuta la frase: «“Assorto a contemplare” è un tipo di espressione che mai avresti pensato di attribuire a uno zombie». Attenzione alla sottile linea tra ironia e sarcasmo nel finale (quello sul 2015): l’ironia piace, il sarcasmo rischia di pesare.

Incenso – Cristina Danini
Cristina, molto delicata. Descrivi il blocco, l’impossibilità a far qualsiasi cosa di una persona che ama ancora troppo. L’immagine dell’incenso, che ti serve anche per il titolo, è molto bella e ti faccio i complimenti per come la tratti.

1. Rimpianto – Enrico Nottoli
Enrico, complimenti! Hai fatto centro con molte delle frecce che hai provato a scoccare. Vincono soprattutto le scene con il cinghiale e quelle con il coinquilino, che a me sembra uno sparring partner immaginario. Il ritmo è molto incalzante e la storia si scopre un po’ alla volta.

PERFECTION – Eleonora Rossetti
Distopica Eleonora. La prima parte alla Black Mirror, la seconda all’Arancia meccanica e il finale con la strage: avvincente. La scelta della prima persona è molto cinematografica, spero sia la scelta migliore e non mandi il lettore fuori strada (il protagonista alla fine è ucciso: perché e a chi sta raccontando la sua storia?). In ogni caso la storia nasce da una buona intuizione!

5. La bestia del Gévaudan (di Francesco D'Amore)
Francesco, una storia che sembrava un soggetto di un film ma con un finale proprio da racconto. I miei complimenti. Hai creato bene l’aurea mitica al racconto senza mai perdere il ritmo. Hai seminato qua e là elementi che a posteriori fanno capire la storia ancora meglio. Bravo bravo!

7. Radioman, di Sharon Galano
Molto brava, Sharon: ci hai trasportato laggiù e sei stata molto credibile. Alcolisti anonimi, Vietnam, guerre. Ironia velata e profonda malinconia. Il personaggio è sfaccettato e le descrizioni delle scene e dell’ambientazione funzionano molto, grande gestione del linguaggio.

Le radici del futuro – Patty Barale
Un racconto che ci prepara al colpo di scena / spiegazione finale, seminando molto e facendo fare al lettore molte domande. Il ritmo è veloce e la scrittura fa venire voglia di capire di più. Mi piace come è usata Roma, quella alla luce del sole e quella più segreta e la tensione della scena della parola d’ordine!

giulio.lepri
Messaggi: 19

Messaggio#15 » lunedì 16 marzo 2015, 22:14

È il mio momento di celebrare la vostra gloria. Innanzitutto vorrei ringraziare tutti per l'esperienza del contest: mi sono divertito tantissimo, e ne ho pure tratto qualche consiglio prezioso; non male direi!
Ma quello di cui vi importa a tutti è la classifica, per cui eccola.
Un ultimo appunto. Nel giudicarli non ho considerato errori ortografici palesemente dovuti alla fretta, ho considerato i racconti per quello che sono: opere scritte di getto, e in quanto tali non ho punito chi ha scritto storta qualche parola o chi si è un po' perso tra un rigo e l'altro. Ho tenuto bene a mente l'idea e lo stile, e su questi due metri ho basato le mie decisioni.

1 - AIDA, Nicolas Lozito

La tua storia è stata un pugno nell'occhio. Per carità, hai provato a rovinare tutto con quell'orribile frase finale, ma non ho potuto sottovalutare la potenza del tuo racconto e quindi eccoti qua: <span style="text-decoration: underline;">primo classificato</span>.
Sei partito patetico e molto melenso. Rischiavo il diabete a metà racconto, anche se apprezzavo l'immedesimazione ben resa nella donna cieca, e poi hai cambiato totalmente registro. Secco, duro, diretto. Perfetto. Non potevi concludere meglio.
La frase finale la devi assolutamente cambiare, ma sono certo che con un po' più di tempo a disposizione avresti trovato la frase giusta, e in fondo il resto del racconto è perfetto così: ottimo lavoro.

2 - L'ASSURDA COLPA DI ESISTERE, Jacqueline Nieder

Ne abbiamo parlato a scuola e ti ho detto subito che avevo apprezzato tanto il tuo racconto. Mi è piaciuto tutto: le metafore, lo stile la storia che parla di un luogo preciso, ma è estendibile a tutti i paesi del terzo mondo. È un racconto in un certo senso storico, ma che trascende le sue coordinate geografiche e si fa voce per tutte le mamme costrette a partorire un figlio sbagliato in un sottoscala che può essere un vero sottoscala o semplicemente il luogo più buio dell'umanità.
Bellissimo pezzo, anche se l'inizio e la fine sono un po' confusi. Ma storie perfette in cinque ore non so quante ne vengano scritte, perciò buon secondo posto, e continua così.

3 - RIMPIANTI, Enrico Nottoli

Devo confessarti che tre anni fa ho scritto un racconto praticamente identico a questo, e quindi l'effetto sorpresa dell'amico cinghiale non ha sortito effetto su di me perché me lo ero immaginato subito, ma mi sono divertito un sacco a leggere la tua storia. Oddio, in certe parti mi sono perso un po' devo dire, ma il divertimento mi ha ripagato di ogni sforzo e alla fine se un racconto è buono si perdonano gli errori. Riscrivilo, sistemando qualche verbo e qualche errore di fretta e avrai in mano una gran bella storia.

4 - LA BESTIA DEL GÈVAUDAN, Francesco D'Amore

Lo stile. Mi hai convinto con lo stile. Duro, diretto e semplice. Mi sono immaginato questa specie di rincretinito peruviano che mi parlava tutto fiero al tavolino di un bar sudamericano mostrandomi le sue mutilazioni e di come avesse sconfitta questa bestia, che alla fine era una semplice bestia, proprio come aveva sempre sostenuto dall'inizio del racconto. Mi è piaciuto perché per tutto il racconto ho aspettato che la bestia fosse magica e invece si è rivelata una semplice iena, ma invece di sentirmi frustrato ho trovato la tua scelta la più corretta e coerente possibile. Sei quarto perché la storia è un po' piatta, forse avrebbe meritato qualche sottotrama in più, o avresti potuto "allegorizzare" meglio la bestia. Magari se decidi di riscriverla pensaci.

5 - NON CAMBIA MAI - Marco Roncaccia

Parli di zombie e quindi ti devo premiare a prescindere. Ne parli in modo molto pulito e moderno e, con la trovata dei nazisti, riesci a contestualizzare la storia in una realtà italiana credibile, anche se poi dove sia ambientata mi pare non lo dici. Mi sono divertito a immaginare il povero zombi che cerca di pedalare senza successo. Per il resto non ho avvertito però quel tipo di suspence che un racconto di zombie dovrebbe generare, tutto divertente ma anche tutto troppo ovvio, e quindi questo ti piazza quinto.

6 - PERFECTION, Eleonora Rossetti

Ed ecco Matrix, ed ecco la fantascienza. E meno male! nessuno ha avuto la tua idea, e sei riuscita a creare un contesto credibile e davvero interessante. Certo, gli spinotti nel cervello sono rubati a Matrix, ma rubare è un'arte preziosa e tu la padroneggi bene. Peccato per il finale, che mi è sembrato davvero tirato via. Ma ottima idea, e quindi brava: sesto posto.

7 - SOLO TU PUOI PRENDERLO, Filippo Santaniello

Il tuo è un bel racconto, ma l'ho trovato scolastico. È pulito, preciso, scorre bene e non si fa a fatica né ad arrivare in fondo né a capire cosa succede, ma non osi nulla. Il momento in cui il padre muore ero a distanza siderale empaticamente col protagonista. Mi aspettavo che nella seconda parte il trauma provocasse dei risvolti di qualche genere, e invece non accade niente. L'ho apprezzato però perché si vede che padroneggi la scrittura e quindi sono convinto che con una fase di riscrittura tu possa dare un grande spessore ad un racconto dal grandissimo potenziale.

Da qui in poi è la terra di nessuno, nel senso che sono tutti ottavi, per cui li scrivo in ordine casuale.

Ombre

Porti in scena una storia psicologica e dalle possibilità molto forti, ma ti perdi nel bicchiere e non ne esci più. apri con quel 5115 che è stilisticamente d'impatto, ma poi risulta essere solo il numero dei giorni e nient'altro. Non so, mi aspettavo più simbolismo, peccato.

Tutto Torna

Ecco, a me non è tornato niente. Mi spiace, non so che dirti.

Incenso

Scrivi una storia d'amore, un tema che la gente crede semplice e invece è il più difficile che ci sia, proprio perché è stato affrontato e abusato fin dalla notte dei tempi. Il tuo racconto è buono, e ha molti elementi interessanti, ma l'impressione che ho avuto è tu non volessi aprire tutto il coperchio del vaso. Non so quanto ci sia di autobiografico e non ha importanza, ma per scrivere di sentimenti bisogna avere il coraggio di frugare nella propria anima, e mi è sembrato che tu a un certo punto ti sia rifiutata di farlo. Ci sono rimasto male, perché il tuo racconto poteva essere il migliore e invece mi hai fatto solo odiare la sua protagonista e il suo immobilismo.

Buried Town

Incipit della madonna. Finito l'incipit però è finita anche la storia.

Radioman

Troppo simpatico il vecchietto ubriacone, ma non ho capito nulla di lui, e, come è stato detto anche a me, certe cose vanno dette o il lettore ha solo la sensazione di aver perso tempo. Dai più spessore al tuo protagonista e dacci almeno la possibilità di intuire qualcosa. Le risposte non sono necessarie per leggere un racconto soddisfacente, ma qui mancano pure gli indizi.

Le radici del passato

Il finale col classico spiegotto con cui il lettore tira le somme. Beh no, lo spiegotto proprio non ci sta. Devo essere io a capire le cose, non tu a dirmele. Però con i giusti ritocchi può venire fuori una bellissima storia intrigante.

Se solo sapessero

Non mi è proprio piaciuto. E sì che l'idea di criticare le manifestazioni e un certo modo di "protestare per protestare" la approvo in pieno e speravo approdasse a delle conclusioni brillanti che magari avrei potuto persino fare mie in una qualche futura conversazione. E poi invece arriva il classico nonno che ha fatto la guerra, che ha visto i lager etc, etc. Sembra il nonno dei simpson: il vecchietto che nessuno ascolta e che quando parla tutti voltano la testa e pensano ai fatti loro, e così fa infatti il lettore. E invece il vecchio parla di una delle più grandi tragedie dell'umanità, e dovrebbe essere il metro di paragone per tutta la storia. Invece è solo un rompiballe che sei quasi contento di lasciare a marcire all'ospizio.

FUORI GARA - Beppe Roncari

Per me dovevi vincere tu. Se partecipavi ti mettevo primo senza neanche pensarci.

viviana.spagnolo
Messaggi: 20

Messaggio#16 » lunedì 16 marzo 2015, 22:17

Ciao a tutti/e! Ecco la mia classifica.

1. Ombre di Carolina Pelosi.

2. Non cambia mai di Marco Roncaccia.

3. Solo tu puoi prenderlo di Filippo Santaniello.

4. L'assurda colpa di esistere di Jaqueline Nieder.

5. Rimpianto di Enrico Nottoli.

6. Incenso di Cristina Danini.

7. Perfection di Eleonora Rossetti.

viviana.spagnolo
Messaggi: 20

Messaggio#17 » lunedì 16 marzo 2015, 23:01

 

Tutto Torna di Diego Ducoli

Ciao Diego! Purtroppo devo unirmi al coro e ripetere la parola: confusione. Il tuo racconto è difficile da seguire e si “inceppa” spesso. A rendere la situazione più complicata, c’è questo surplus di subordinate. Crei periodi troppo lunghi e troppo complessi. Il mio consiglio è di frammentare le frasi e snellirle maggiormente.</span>

Le radici del futuro di Patty Barale

Ciao Patty! La tua idea mi piace davvero molto… certo, ti sei scelta una storia bella complicata da raccontare. Nel farlo, i rischi sono tanti… e tu, in parte, li hai schivati, in parte no. In generale, però, il mio giudizio è positivo e il mio consiglio è solo di riscrivere alcune parti con più calma. Complimenti!</span>

Aida di Nicolas Lozito

Ciao Nicolas! L’inizio del tuo racconto mi è piaciuto molto, mi ha subito catturata ed introdotta nella storia. La tua scrittura è pulita e bella, mi piace molto. Secondo me, il problema principale del tuo racconto, però, è che hai scelto un punto di vista troppo difficile in cui calarti. Certe sensazioni, per quanto si possano immaginare, si riescono a restituire con efficacia solo se si provano in prima persona. La componente drammatica, poi, risulta un tantino sovraccarica. Comunque bravo!</span>

Perfection di Eleonora Rossetti

Ciao Eleonora! Ho visto che l’hanno detto in molti, ma lo ripeto… hai avuto proprio una bella idea! Riconducibile ad una filone fantascientifico già esplorato, ma bella. Sviluppi la storia in maniera precisa, arricchendola di dettagli… forse fin troppi. Alle volte, il tutto risulta troppo “pesante” e c’è il rischio di distrarsi o perdersi. Eliminandoli, in favore della storia e del suo sviluppo, avresti ottenuto un risultato più efficace, secondo me.</span>

L'assurda colpa di esistere di Jaqueline Nadier

Ciao Jaqueline! La tua scrittura è agile e corretta. Ho apprezzato molto quelle frasi brevissime che inserisci qua e là e che colpiscono puntuali nel segno. Purtroppo anch’io sono caduta un po’, in confusione all’inizio… per il resto, però, il racconto fila bene e la storia tocca e coinvolge. E credo sia questo l’importante! Brava.</span>

La bestia di Gévaudian di Francesco D'Amore

Ciao Francesco! All’inizio la tua storia incuriosisce e sembra avviarsi verso una rielaborazione del tema promettente. Poi, però, qualcosa si incrina e le cose si fanno confuse… complice anche l’aspetto formale della tua scrittura che, qua e là, possiede qualche pecca. Il finale mi è piaciuto molto. In generale, non è male comunque… complimenti!</span>

Rimpianto di Enrico Nottoli

Ciao Enrico! Bel lavoro. Del tuo racconto ho apprezzato molto le frasi ripetute, una scelta stilistica che mi piace molto, e la verosimiglianza dei dialoghi. Nel leggerti, si intravedono con chiarezza alcuni dei tuoi riferimenti letterari. Unica pecca della tua scrittura è un’eccessiva puntualità, alle volte. Soprattutto nelle descrizioni. Snellendo un po’ il tutto potresti ottenere un ritmo ancora più agile che, secondo me, ben si accorderebbe al tuo modo di scrivere. Comunque bravo!</span>

Ombre di Carolina Pelosi

Ciao Carolina! Per prima cosa, vorrei dirti che io non ho avuto alcuna difficoltà a capire il tuo racconto… la storia richiede una lettura attenta, ma mi sembra ben sviluppata. Il tuo modo di scrivere è lineare, pulito e formalmente molto corretto. L’atmosfera che crei è avvincente e sei stata in grado di creare, con le tue parole, un bel climax. Brava!</span>

Radioman di Sharon Galano

Ciao Sharon! Mi piace l’ambientazione della tua storia, il gusto americano che possiede e lo spunto degli alcolisti anonimi. Personalmente, quello che mi ha convinto un po’ meno sono i dialoghi e l’utilizzo di un po’ di luoghi comuni del panorama a stelle e strisce. Per il resto, la tua idea mi piace e il mondo che descrivi è, forse, quello più vicino ai miei gusti… perciò brava!

Non cambia mai di Marco Roncaccia

Ciao, Marco! Io e gli zombie non andiamo troppo d’accordo… ma questo è un mio gusto personale, del quale tu non hai alcuna colpa! Quello che mi è piaciuto di più del tuo racconto non risiede nella trama, ma è riconducibile più ad un aspetto formale/ stilistico. Posso dire di aver davvero apprezzato il tuo modo di usare la punteggiatura. “Abusi” molto bene del punto (proprio come piace a me), usandolo per frammentare le frasi e renderle molto brevi. Questo conferisce al racconto un bel ritmo… quasi una musicalità. Aspetto accentuato da quel “Non cambia mai un cazzo” ripetuto più volte (quasi come fosse un ritornello). In generale, quindi, zombie a parte, il mio giudizio è positivo!

Incenso di Cristina Danini

Ciao, Cristina! La tua storia mi piace molto… tutto sommato, racconti una vicenda nella quale non è difficile immedesimarsi. L’unica cosa è che il tutto è, forse, poco feroce… nelle tue parole si legge più che altro una rassegnazione. Concordo sul fatto che la parentesi della guerra non aggiunge molto… forse, usata diversamente, avrebbe potuto dare quel peso che manca alla storia… non so. Comunque brava!

La Bestia di Fuoco di Giulio Lepri

Purtroppo devo concordare con gli altri: il tuo racconto genera un po’ di confusione. L’intenzione è buona, ma sembra che tu non riesca a svilupparla con efficacia. La sensazione è che tu ti perda nella tue stesse parole, non so come spiegarti… e, ripeto, è un peccato perché l’idea è buona. Magari prova a riscriverla con più calma e facendoti prima una specie di scaletta, ecco…

diego.ducoli
Messaggi: 265

Messaggio#18 » lunedì 16 marzo 2015, 23:15

E anche al contest live sono l'ultimo a consegnare

Classifica

 

1)NON CAMBIA MAI, di Marco Roncaccia

2)Perfection, di Eleonora Rossetti

3)Solo tu puoi prenderlo, di Filippo Santaniello

4)Ombre di Caterina Pelosi

5)Rimpianto, di Enrico Nottoli

6)Se solo sapessero, di Viviana Tenga, 6876 caratteri

7)Buried Town, di Viviana Spagnolo, 4829 caratteri

 

 

Le radici del futuro di Patty Barale

 

Ciao Patty

Il racconto non è male, l'inizio, l'ingresso nella metro fila molto bene, anche il carrozzone fantascientifico mi è sembrato azzeccato.

Il finale mi ha fatto storcere un po' il naso, troppo frettoloso e non con qualche incongruenza, sia la pistola che il registratore dovevano sparire in quella linea temporale.

Il fatto che l'omicidio di un singolo uomo cambi la storia, mi sembra difficile, ma comunque plausibile, in fondo abbiamo un  buco di quasi trentanni e poteva succedere di tutto.

Non sparire ancora, tra poco c'è un altra edizione e mi farebbe piacere rileggerti.

A presto.

 

Radioman di Sharon Galano

 

Ciao Sharon

Confermo i commenti degli altri, la storia risulta confusa.

Nella mia testa il protagonista è veramente un reduce, alcune battute sono veramente geniali

( quella del dito ci ho messo un po' a capirla, geniale).

Un racconto con del potenziale ma il risultato è un po' troppo nebuloso, mi è rimasta troppa confusione.

 

La bestia di Gévaudan di Francesco D'Amore

 

Ciao Francesco

L'idea non è male, il problema principale è che racconti troppo invece di far vivere le immagini.

Il brano meriterebbe un taglio molto più ampio, e potrebbe venirne fuori qualcosa di molto buono.

Ristretto in poche battute non riesce ad avere il giusto mordente e alcuni passaggi rimangono un po' nebulosi. Inizialmente credevo che fosse una metafora e che la vera bestia fosse il protagonista.

 

Perfection di Eleonora Rossetti

 

Ciao Eleonora

Un buon racconto.

Non ho molto da dire il pezzo mi è piaciuto, non trovo particolari problemi da segnalarti.

Forse invece dei pulsanti che preme il protagonista avrei preferito un interfaccia “virtuale” ma è poca cosa e lo stacco dalla prima parte all'articolo è un po' forte. La frase di chiusura l'avrei evitata ma mi sembra fuori luogo.

Resta comunque uno dei miei racconti preferiti.

 

Rimpianto di Enrico Nottoli

 

Bella l'idea del cinghiale immaginario come coinquilino, anche io me lo immaginavo si 200-300 Kg

forse perché l'idea di un bestione del genere in cucina mi divertiva.

La parte della panda che colpisce la bestia mi è sembrata un po incoerente, ma quella è una mia fissazione sugli incidenti e sui danni ai mezzi.

La svista sui nomi non l'ho trovata cosi grave una buona prova.

 

Incenso di Cristina Danini

 

Ciao Cristina

Personalmente non mi piacciono molto i drammoni sentimentali ma quello è solo mio gusto.

Le descrizioni che hai fatto sono molto belle, soprattutto quella di Torino e anche la larva  carnivora riesce a dare una bella immagine.

Un altro problema è che racconti troppo invece di mostrare, ma mi rendo conto che il numero di battute sono un limite pesante.

La frase di King merita un applauso, nonostante tutto è uno dei miei autori preferiti.

 

Non cambia mai di Marco Roncaccia

 

Lo zombie va bene in tutte le salse e anche qui ci sta bene.

Nulla da dire, la seconda persona è una scelta intrigante, mi hai fatto quasi venir voglia di provarci, il racconto fila molto bene, ero curioso di capire come avresti infilato la bicicletta e ammetto che il risultato è molto divertente, a tratti il tuo zombie mi ha ricordato i “cellulati” di King.

L'ambientazione è rimasta un po' dubbia, siamo in america o in italia? Il nazi con la svastica e molto americano, anche l'hummer ma altri particolari(San Remo in primis) molto italiani.

Un ottima prova.

 

Buried Town di Viviana Spagnolo

 

Ciao Viviana

Azzeccatissimo lo stile scelto per la narrazione, forte  e incisivo. Metti tantissima carne al fuoco, crei un personaggio intrigante, per certi versi cattivo. Vorrei saperne di più, cos'è questa Buried Town, cosa fa e cos'è ma poi...Nulla. Questo è il difetto principale del brano, non mi ha soddisfatto.

È un ottimo inizio per qualcosa di più lungo ,se mai decidi di portare avanti la storia voglio sapere come prosegue.

 

L'assurda colpa di esistere di Jacqueline Nieder

 

Ciao Jacqueline

Un racconto ricco di sentimenti e disperazione, tanta disperazione forse un po' troppa.

Rende il racconto un po' pesante, non posso dire molto sull'ambientazione e sul contesto ho solo qualche racconto di gente che l'ha vissuto, ma si parla di molti anni addietro.

In verità non mi piacciono molto i brani nel quale si avvicendano le disgrazie sembrano fatti apposta per commuovere,ma do il beneficio del dubbio in quanto il contesto storico è reale.

 

Solo tu puoi prenderlo di Filippo Santaniello

 

Un bel brano scritto molto bene e senza particolari intoppi.

Ammetto che ho dovuto rileggerlo per capire lo stacco tra le due parti, non sono in grado di dirti come fare per rendere meno brusco o meno nebuloso quel passaggio, sicuramente quelli “studiati” sapranno aiutarti.

Bello il passaggio finale chiude bene il cerchio della storia.

Una buona prova.

 

Aida di Nicolas Lozito

 

Ciao Nicolas

La prima parte, quella della chiesa, è molto bella, veramente ben descritta ed evocativa.

Nella seconda non mi fa impazzire, nel cumulo di sfighe non so cosa aggiungere:sorda, cieca, violentata, cacciata dalla famiglia e il bimbo nasce morto. Non ci manca niente.

Il tutto poi avvieno in modo troppo veloce è tutto raccontato, ma anche in questo caso il numero di caratteri ha giocato in tuo sfavore.

 

Ombre di Caterina Pelosi

 

Ciao Caterina

Devo ammettere che inizialmente credevo che avesse ucciso la sorella, quando alla fine ho trovato la sorella viva sono rimasto un po' spiazzato, anche gli” uomini ragno” mi hanno fatto storcere il naso ma questo punto è veramente marginale.

Del racconto ho apprezzato molto la scena in cui il sogno (o forse  l'incubo) crolla, hai creato delle immagini veramente suggestive mi ha ricordato  un film di Di Caprio ( non Shutter island forse si chiamava Inception)

 

 

Se solo sapessero di Viviana Tenga

 

Ciao Viviana

Un racconto gestito con maestria, i passaggi tra Dario e Mattia sono ben definiti, il tema dei Lager benché non proprio originale da un certo spessore alla storia.

La nota che stona in tutto il brano è il finale, quel marchingegno che salta fuori dal nulla stona veramente molto, sembra quasi che non sapessi bene come chiudere la storia.

 

 

La bestia di fuoco

 

Ciao GiulioIl brano scivola via bene, quindi come stile direi che ci siamo.La vera pecca del racconto sono i rapporti tra personaggi, come ti avranno già detto, mi sono sembrati veramente forzati.Anche il comportamento della madre, posso capire il raptus omicida, ma organizzalo cosi bene è veramente, troppo.Inoltre mi sembra veramente irreale che un cane trattato bene, nonostante il digiuno si rivolti contro il padrone in quel modo, tuttalpiù l'avrei visto implorare il cibo.Che dire, forse approfondendo i rapporti tra madre e figlio ne potrebbe uscire qualcosa di buono, ma cosi non mi ha convinto.

 

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