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Il coraggio di abbandonarsi

Inviato: lunedì 15 maggio 2017, 23:34
da SalvatoreStefanelli
Ho sempre tenuto presente la mia vita. Ogni minima cosa, programmata e vissuta come volevo io. Nessuno è mai stato in grado di smuovermi dal mio cammino. Nessuno! Sino a poche ore fa.
Adesso sono qui, con i piedi a un passo dal vuoto mentre la morte mi segue. L’alba è lontana e il cielo stellato non illumina abbastanza il futuro. Li sento. Le loro urla si avvicinano. L’intera comunità mi dà la caccia e tutto perché mi sono lasciato andare a una serata di follie. Cristo, Deborah, quanto mi stai costando! Lo dicevano gli amici che non ti avrei dimenticata, che saresti stata la mia dannazione. Credevo di non temere nulla. Poi, ho incontrato te e ho avuto paura d’innamorarmi, così ho stretto la paura tra le mani sino a spezzarla, sentendone l’ultimo rantolo sparire in un orgasmo. Ti ho lasciata inerte tra le lenzuola e sono scappato, però la morte era sempre lì a un passo da me. Ho provato a correre più forte, a non guardarmi indietro, in silenzio, quasi senza respirare, e sono arrivato qui. Lei non c’era più, ma la sento arrivare. Non mi lascerà mai libero di tornare alla vita di prima. Nulla sarà mai più come prima.
— Lo sai cosa penso, Morte? Che non me ne frega un cazzo! Prendimi pure, forza! Ormai lei non ci sarà più per me, non potrò liberarmi del suo sorriso, di quelle labbra avvinghiate alle mie, del muoversi flessuoso su di me, della sua voce… Maledizione, Morte, perché non arrivi? Ti sei stancata di venirmi dietro?
Osservo il vuoto: è l’unica salvezza che mi rimane. Salto.

Nebbia. È questa la morte? Uno stato nebbioso e senza suoni? È come essere immersi in un mare di vapore gelato. Brividi mi scuotono come lampi, flash di ricordi stampati sul velo bianco. Allora è vero che la vita ti scorre davanti quando si muore. A che servirà mai? mi chiedo. Lampi di scene che fuggono, si contorcono, stridono contro di me. Ricordi liquidi distorti come mostri tentano di afferrarmi. Urlo la disperazione nel risentire la tua voce, mentre la nebbia cala. Deborah, dannatamente bella, sembri prenderti gioco di me. Risa improvvise infrangono la fragilità della mia anima. Mani che da tutte le parti mi scuotono. Voci che non ridono più. E tu, che mi baci come a invertire i ruoli nella fiaba di Biancaneve.

— Svegliati Andrea. Era solo uno scherzo.
— Ragazzi mettiamolo in piedi, deve camminare e prendere aria.

Dentro me rido anche io, una risata amara per la rabbia nell’esserci cascato. Il gioco deve finire. Ho una gran voglia di riprendermi una rivincita. Forza, occhi apritevi. Deborah vorrei dirti che abbiamo ancora molto da divertirci prima dell’alba ma non riesco a emettere suono. Battiti impazziti sino a un attimo fa ora tacciono. La verità è un muro invalicabile. Vorrei lottare ma il silenzio è ambrosia per la mia anima. Vi ascolto ancora, amici, ma solo per un attimo. Quindi decido di afferrare tutto il mio coraggio e abbandonarmi alla morte. In fin dei conti è l’unica vera follia della mia vita.

Re: Il coraggio di abbandonarsi

Inviato: lunedì 15 maggio 2017, 23:39
da antico
Ciao Salvatore e benvenuto a Minuti Contati! Tutto ok con i caratteri e il tempo, buona Franco Forte Edition!

Ps: ti ricordo che puoi modificare il racconto fino alle 00.59 senza incorrere in malus. Occhio a modificarlo dalle 01.00 alle 01.33 perché in tal caso lo considererò postato fuori tempo e quindi in malus. Ovviamente ripasserò per ricontrollare i caratteri in caso di tue modifiche.

Re: Il coraggio di abbandonarsi

Inviato: martedì 16 maggio 2017, 14:34
da Callagan
Ciao, Salvatore.
Il tuo racconto mi ha messo molto in difficoltà.
Leggo e rileggo, ma non afferro il senso, mentre tutte le spiegazioni che mi vengono in mente le rigetto nella pattumiera sperando che non siano quelle giuste. Sopratutto spero che non fosse "tutto un sogno" come certe battute suggeriscono.
Se, invece, la spiegazione è tanto lineare che il protagonista, per paura di amare e restare deluso come in passato con Deborah, ha ucciso la sua nuova partner per poi togliersi la vita, beh, è tutto fuorché coraggioso: non si è coraggiosi ad "accogliere" la morte per evitare gravi conseguenze in vita, tutt'altro.
Il finale, a ogni modo, getta nel caos il lettore al posto di fornirgli una chiave di lettura o un qualcosa su cui riflettere, col quale guardare con occhio diverso la vicenda.
Leggo questo racconto e penso a un'occasione sprecata, mi dispiace.

Re: Il coraggio di abbandonarsi

Inviato: martedì 16 maggio 2017, 15:00
da SalvatoreStefanelli
Callagan, di cosa ti dispiaci? Ognuno è libero di avere i propri gusti e le proprie opinioni. Quello che ti posso dire riguardo alla storia è che non avevo un'idea ben definita prima di scriverla. Il protagonista sta vivendo un incubo fatto di droga; troppo spesso si sente di ragazzi che la provano per sfida o curiosità e alcuni ci restano secchi. Questa è una parte della trama, c'è la paura di amare (comunque non ci sono altre donne, nel suo incubo dovuto alla droga lui uccide Deborah mentre fanno sesso e scappa), c'è l'incoscienza così come la sfida alla morte. Proprio nella sua sfida alla morte c'è il nascere di una voglia di ribellione e di follia vera, quella di abbandonarsi a lei, non perché non abbia il coraggio di affrontare la vita ma per il suo esatto opposto: volontà di affrontare la morte. Non so se sono stato chiaro. Non credo che sarò riuscito a migliorare la tua opinione sul racconto. Non ti preoccupare, anch'io ho voluto provarmi in una sfida che rimandavo da tempo, quella di Minuti Contati. Spero di fare abbastanza esperienza per riprovarci meglio in futuro. Il tuo commento è stato gradito. Ciao.

Re: Il coraggio di abbandonarsi

Inviato: martedì 16 maggio 2017, 20:25
da alexandra.fischer
IL CORAGGIO DI ABBANDONARSI di Salvatore Stefanelli Lo spunto del tuo racconto è il coraggio di accettare la morte. Fin qui, tutto bene. Va bene anche lo smarrimento del granitico protagonista davanti alla passione erotica per Deborah. Urgono spiegazioni per il resto: il tuo protagonista ha forse affrontato una prova di coraggio per lei? In cosa consiste? Perché ha accettato di affrontarla? Cosa c’entrano gli amici? La scrittura è buona, ci sono echi shakespeariani, ma anche di Buzzati. Con qualche spiegazione in più, potrebbe diventare un racconto piacevole da leggere, pur se con una morale amara.

Re: Il coraggio di abbandonarsi

Inviato: martedì 16 maggio 2017, 21:35
da SalvatoreStefanelli
Ciao Alexandra. Il tuo commento mi è molto piaciuto; anche se certe eco mi sembrano così in alto da non riuscire a immaginare di sentirne il suono, mi hai lusingato e te ne sono grato. Spiegazioni mi dici. Sì, probabilmente hai ragione, ma quando ho scritto avevo un lasso di tempo di solo un'ora e la revisione è stata affrettata da non rendermi conto di doverne dare, ti dirò, adesso, senza rifletterci troppo, non saprei nemmeno se come e dove tagliare per inserirle. Ti posso dire che il protagonista è stato vittima di uno scherzo che si è spinto troppo oltre: i cosi detti "amici" in accordo con Deborah gli hanno fatto ingerire della droga a sua insaputa e da qui le allucinazioni che lo hanno portato a viaggiare più vicino alla morte e, poi, alla sua scelta finale di sfidarla. Nessuna prova di coraggio quando era lucido. Almeno io l'ho pensata così. Grazie ancora. A presto.

Re: Il coraggio di abbandonarsi

Inviato: mercoledì 17 maggio 2017, 15:33
da eleonora.rossetti
Ciao Salvatore,
dalla tua hai un ottima gestione del linguaggio e una buona padronanza del ritmo, specie in una narrazione in prima persona che considero sempre una rogna da gestire. Ammetto di aver trovato un poco artificiose le frasi sulla morte (leggendo mi sono subito figurata una persona giovane, le argomentazioni sembravano quasi filosofiche, fin troppo "elevate") ma non mi hanno disturbato. Alla fine però sono rimasta un po' con tanti dubbi e la spiegazione che fosse stato soltanto un effetto della droga l'ho capito soltanto dal tuo commento, perché non c'era suggerito da nessuna parte. Banalmente, un solo dialogo in più del tipo qualcuno che dice "ma quanta droga gli hai messo nel cocktail?" avrebbe fatto veramente quadrare il cerchio. Sul tema del coraggio nell'affrontare la morte, ci sta anche se espresso soltanto concretamente alla fine (anche se un po' tirata per le orecchie: se io capissi di essere stata drogata e che tutto ciò che ho vissuto era un incubo, cercherei di svegliarmi, non mi lascerei morire così, tanto per "fare una follia"....)
Buon contest!

Re: Il coraggio di abbandonarsi

Inviato: mercoledì 17 maggio 2017, 18:28
da SalvatoreStefanelli
Ciao Eleonora, grazie del commento. Mi sono illuso che il riferimento a Biancaneve inserito nel racconto bastasse a capire di cosa si parlasse. Hai ragione anche tu, dovevo essere più esplicito. Fa niente, è stato bello provarsi. Cercherò d'impegnarmi di più la prossima volta.

Re: Il coraggio di abbandonarsi

Inviato: mercoledì 17 maggio 2017, 19:13
da Callagan
Biancaneve!
E tu, che mi baci come a invertire i ruoli nella fiaba di Biancaneve.

Ma Biancaneve viene baciata nella fiaba? Quella è la bella addormentata...
Comunque sono qui solo per rompere le scatole! :P
Non è vero. Penso seriamente che con qualche riferimento in più, compreso quello di Biancaneve congegnato in modo migliore, il racconto possa fare il salto di qualità. ;)

Re: Il coraggio di abbandonarsi

Inviato: mercoledì 17 maggio 2017, 19:52
da SalvatoreStefanelli
Grazie. I giochi sono fatti e non so che utilizzo possa fare in futuro di questo racconto, al momento ho altri piani di scrittura.

Re: Il coraggio di abbandonarsi

Inviato: giovedì 18 maggio 2017, 16:23
da Niko G
Di questo racconto ho apprezzato moltissimo lo stile e le scelte lessicali, che trovo veramente intense e azzeccate, in grado di rendere lo stato di “allucinosi disperata” del protagonista, e di toccare la passionalità nel mio profondo.
Quello che però mi ha messo un po’ in difficoltà è la sproporzione tra la cura di questi elementi e le informazioni fornite al lettore per orientarsi e contestualizzare un po’ quello che sta succedendo: Inizialmente ho pensato a qualcuno sull’orlo del suicidio, poi che lui avesse ucciso lei, alla fine si intuisce che lui deve aver assunto una qualche droga (cosa che però ho capito solo dopo aver letto la risposta dell’autore a uno dei commenti), ma in sostanza non ho ben capito chi è Deborah e che ruolo ha esattamente nella storia. Insomma, tanto fuoco di ottima qualità, però con poca forma. Consiglierei all’autore solo di dargli una forma un po’ più definita per fare intuire meglio il suo messaggio.

Re: Il coraggio di abbandonarsi

Inviato: giovedì 18 maggio 2017, 18:28
da SalvatoreStefanelli
Ciao Niko G, grazie del commento. Dovessi rimetterci mano ne terrò conto, così come anche di quello degli altri. Almeno tu vi hai trovato delle buone note positive. Ci ritroveremo, spero, al prossimo confronto.

Re: Il coraggio di abbandonarsi

Inviato: venerdì 19 maggio 2017, 11:42
da GabriSyb
Molto ben scritta la parte iniziale che rende bene lo stato allucinatorio del personaggio. Bella anche la sua sfida alla morte, il linguaggio forte (che uso spesso anch'io) ci sta bene e rende lo stato del protagonista.
Mi ha lasciata perplessa la fine. E' stata un'occasione mancata per un bel finale, con un minimo di chiarezza in più sarebbe stata più facilmente comprensibile. allo stato ti lascia con l'incertezza e pensi: "ma che è successo?"
Una prova comunque buona.

Re: Il coraggio di abbandonarsi

Inviato: venerdì 19 maggio 2017, 13:30
da Vastatio
Ciao,

viaggi abbastanza bene fino a metà racconto, per quanto l'incipit sia un cliché non da poco (la donna/amore che arriva a distruggere una vita fino ad ora nelle salde mani del protagonista). Lo scherzo degli amici mi ha fatto pensare a una tua versione di "The Game" e mi sono pure esaltato. Poi niente, ti perdi e butti tutto alle ortiche. Leggendo i commenti poi scopro che trattasi di droga? Ah sì? Non c'è alcun riferimento, né prima né dopo (se non forse un senso di onnipotenza contro la morte). Risistema/amplia il finale e chiarisci le dinamiche.

Re: Il coraggio di abbandonarsi

Inviato: venerdì 19 maggio 2017, 17:14
da SalvatoreStefanelli
GabriSyb, Vastatio,
grazie dei vostri preziosi commenti. Che dirvi? Sarà stata la stanchezza o il sonno, oppure, non ho badato abbastanza a quello che scrivevo. Questo finale non era da fare, parafrasando un po' Manzoni. Dei suggerimenti per le modifiche ne terrò da conto, qualora dovessi pensare di farne altro, ma questo racconto è nato esclusivamente per MC e non prevedo un diverso utilizzo. Grazie e alla prossima.

Re: Il coraggio di abbandonarsi

Inviato: lunedì 22 maggio 2017, 13:24
da TinaCaramanico1
Ciao Salvatore. Ho avuto grosse difficoltà a capire il senso del racconto (ho cominciato a orientarmi solo con l’aiuto della tua risposta ai commenti dei lettori che mi hanno preceduta), e questa secondo me è una debolezza grave, anche e soprattutto in un testo così breve. Capisco che tu abbia voluto rendere la confusione mentale di un soggetto sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, ma il lettore deve avere qualche indizio per capire qual è la situazione in cui il protagonista si trova, in modo da interpretare (almeno parzialmente) quello che legge. Ci sono inoltre alcune espressioni un po’ troppo “liriche”, che mi sembrano poco adatte allo stato mentale del personaggio-narratore. A mio parere dovresti ripensare questi elementi, per rendere più compiuto il racconto.

Re: Il coraggio di abbandonarsi

Inviato: lunedì 22 maggio 2017, 14:12
da SalvatoreStefanelli
Grazie Tina. Preziosi consigli i tuoi, che non mancherò di considerare.

Re: Il coraggio di abbandonarsi

Inviato: lunedì 22 maggio 2017, 17:17
da maria rosaria
Ciao Salvatore.
Un flusso di coscienza non è mai cosa facile da gestire, soprattutto se si vuole raccontare una storia con tanto di protagonisti e vicende accadute. Spesso il flusso di coscienza è utile da inserire in una storia, perché ne enfatizza i pensieri dei protagonisti, tu invece hai tentato di costruirci intorno un racconto, quindi complimenti per la prova di coraggio (passami la battuta).
Però, però... Secondo me dovevi chiarire meglio alcuni punti. All'inizio ho pensato a un serial killer, poi continuando la lettura ho cambiato idea e ho pensato a un amante focoso vittima della sua irruenza che poi si pente e vuole uccidersi. Ma tu mi hai stravolto ancora le carte con quelle frasi degli amici. Allora era uno scherzo? Ma che tipo di scherzo? Scusa, non l'ho capito e anche leggendo la tua spiegazione nei commenti, nel racconto non ci sono tracce che mi ci possano far arrivare.
Forse tremila caratteri erano pochi, potresti allargare la storia utilizzando questa come base e offrendo maggiori dettagli che possano spiegare tutta la vicenda.
Alla prossima.

Re: Il coraggio di abbandonarsi

Inviato: lunedì 22 maggio 2017, 18:09
da SalvatoreStefanelli
Grazie, e scusa per non essere stato chiaro, un difetto che mi hanno fatto notare tutti e che ha inficiato la bontà del racconto. Mi spiace.

Re: Il coraggio di abbandonarsi

Inviato: giovedì 25 maggio 2017, 16:08
da Polly Russell
Ciao! Se non avessi letto i commenti, alla droga non ci avrei pensato mai. E ti diró, avrei preferito. Mi ero immaginata una cosa strana, cyber... Onirica anche. Quindi sì, come ti han fatto notare, urgono spiegazioni.
Il testo coinvolge, nonostante non ami troppo la prima persona.

Re: Il coraggio di abbandonarsi

Inviato: giovedì 25 maggio 2017, 16:08
da Polly Russell
Ciao! Se non avessi letto i commenti, alla droga non ci avrei pensato mai. E ti diró, avrei preferito. Mi ero immaginata una cosa strana, cyber... Onirica anche. Quindi sì, come ti han fatto notare, urgono spiegazioni.
Il testo coinvolge, nonostante non ami troppo la prima persona.

Re: Il coraggio di abbandonarsi

Inviato: giovedì 25 maggio 2017, 22:51
da Jacopo Berti
Ciao Salvatore, piacere di conoscerti.
Il racconto parte molto bene e incuriosisce: l'idea della comunità inferocita che insegue il "mostro" è un cliché, ma tu l'hai utilizzata come tale, il che mi ha fatto subito pensare a una visione, allucinazione, sogno o qualche tipo di realtà "altra".
Sono andato incuriosito a cercare spiegazioni, ma non ne ho trovate. Non mi è stato chiaro quale genere di scherzo avessero fatto gli amici, e ho dovuto leggere i commenti e le tue risposte.
La scrittura mi pare buona e appena un po' sopra un tono standard, con singoli momenti eccentrici: perfettamente adatta al contenuto.
Peccato davvero che si perda nella seconda parte e non soddisfi le (mie) aspettative di lettore.

Re: Il coraggio di abbandonarsi

Inviato: giovedì 25 maggio 2017, 23:57
da SalvatoreStefanelli
A quanto pare, Jacopo, non ho soddisfatto nessuno, probabilmente nemmeno me (non ho ancora riletto il racconto per verificarne le pecche). Grazie del commento: sempre utile sapere cosa ne pensa chi legge.

Re: Il coraggio di abbandonarsi

Inviato: giovedì 1 giugno 2017, 16:01
da antico
Credo ti sia già stato detto tutto, quindi non sto a ripetere. Aggiungo che credo tu abbia pagato, come tanti, il primo impatto con Minuti Contati e che a risentirne maggiormente sia stata tutta la struttura del racconto, cosa che ha portato alla perdita di equilibrio nel rapporto con il lettore. Scrivi bene, ci sai fare ed è evidente. Qui hai solo scelto la strategia sbagliata, succede. Pollice giù, questa volta.