Diventare un uomo - Ambra Stancampiano

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AmbraStancampiano
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Diventare un uomo - Ambra Stancampiano

Messaggio#1 » martedì 16 maggio 2017, 0:03

Diventare un uomo
di Ambra Stancampiano
Non voglio aprire gli occhi, ho paura.
La testa mi brucia, lo stomaco mi pulsa in gola e l’odore della foresta stanotte è impregnato di sangue e polvere da sparo.
Quegli uomini sono ancora qui, li sento ridere mentre rovistano nelle capanne gettando quel che trovano per terra. Hanno radunato le ragazze da un lato; alcune gridano aiuto, scongiurano i loro cari di venire a salvarle. Riconosco le loro voci, ma non riesco a sentire nessuna voce maschile familiare. Sono tutti morti?
Non posso aprire gli occhi, è un rischio: se vedono che sono ancora vivo mi porteranno via con loro, come dicevano i forestieri che sono passati due lune fa.
Ricordo benissimo quella sera, sono arrivati a chiedere rifugio proprio alla fine della mia cerimonia di passaggio; sedevo per la prima volta alla tavola degli adulti mentre quegli sconosciuti ci raccontavano le atrocità successe al loro villaggio, con gli occhi pieni di terrore.
Improvvisamente stare seduto a quel tavolo mi ha messo più paura che orgoglio, allora ho cercato di concentrarmi sulla voce di mia madre, che stava raccontando la storia del terribile guerriero ai più piccini, seduti ai suoi piedi all’altro capo della capanna.
La conosco a memoria quella storia, ma mi ci sono aggrappato per volar via un’ultima volta dal mondo degli adulti, che è faticoso e cattivo.
Non devo aprire gli occhi, se lo farò vedrò tutto il mio mondo capovolto.
La voce di mia madre è calda, potente e rassicurante, sempre vicina alla risata. Fin da quando ero piccolo ha disegnato i contorni del mio mondo attraverso i racconti delle antiche tribù, insegnandomi le cose importanti con una nota argentina e rimproverandomi per i miei timori con toni più gravi. Ha sempre creduto in me e mi ha difeso contro i rimbrotti degli anziani, declamando di fronte al villaggio tutte le mie qualità che solo lei riesce a vedere.
Posso ancora sentirla mentre dice che il mio coraggio è come il seme di una pianta del deserto, che cresce nel segreto della terra per venire fuori solo nel momento in cui ce n’è veramente bisogno.
È così che voglio ricordare la sua voce: fiera e decisa. Non come l’ho sentita poco fa qui vicino mentre quell’uomo le faceva del male.
Non so quanto tempo è passato, se è ancora qui o se l’hanno portata via.
Potrei aprire gli occhi e scoprirlo, ma se poi mi si riempiranno di lacrime sarò io a essere scoperto.
Il rumore scricchiolante di un paio di scarpe nere e lucide mi si avvicina, seguito dai passi di un altro. Una sensazione bruciante mi perfora la nuca, mi fissano.
- Secondo te è morto, Joe? - sussurra una voce roca.
- Scopriamolo. - Risponde un tono più deciso.
Sento l’aria vicino alla mia testa sibilare, mi alzo in piedi di scatto un attimo prima di ricevere un calcio sull’orecchio.
I miei occhi mi hanno disubbidito, si sono aperti.
Il mio avversario, colto di sorpresa, si sbilancia e cade. Gli sono addosso, gli strappo un coltello dalle mani.
Io non volevo diventare un uomo, ma mi è capitato. E adesso devo avere coraggio.


Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

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antico
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Re: Diventare un uomo - Ambra Stancampiano

Messaggio#2 » martedì 16 maggio 2017, 0:10

Ola Ambra!!! Sbaglio o erano alcune edizioni che mancavi?!?! Non importa, l'importante è che tu sia di nuovo qui! Tutto ok con i parametri, buona Franco Forte Edition!

Ps: ti ricordo che puoi modificare il racconto fino alle 00.59 senza incorrere in malus. Occhio a modificarlo dalle 01.00 alle 01.33 perché in tal caso lo considererò postato fuori tempo e quindi in malus. Ovviamente ripasserò per ricontrollare i caratteri in caso di tue modifiche.

Canadria
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Re: Diventare un uomo - Ambra Stancampiano

Messaggio#3 » mercoledì 17 maggio 2017, 22:17

Ciao, Ambra!
Il tuo racconto scorre rapido come al solito, non si inceppa, non si aggroviglia, arriva dritto dal punto di partenza al punto di arrivo. Drammatico e ben riuscito il suono della voce della madre che cambia davanti agli aggressori e che la rende vulnerabile alle orecchie di suo figlio.
Le sensazioni del ragazzo sono ben descritte ma non mi convince l’utilizzo della prima persona. Mi sembra che sia tutto troppo dettagliato, troppo ben descritto per un ragazzino impaurito che si trova rannicchiato ed esposto sulla scena di una strage.
Forse sarebbe stato meglio utilizzare un tempo passato? Sono solo ipotesi che butto lì perché il racconto è potente già così, ma credo che potrebbe migliorare con una nuova formulazione del punto di vista. Certamente, comunque, bisognerebbe ragionarci su valutando i pro e i contro.

mezzomatto
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Re: Diventare un uomo - Ambra Stancampiano

Messaggio#4 » sabato 20 maggio 2017, 12:05

Descrive l’attimo della formazione del protagonista, ma procrastina l’acquisizione del coraggio a un futuro indeterminato. In tema, nulla da dire, ma così si limita a un semplice enunciato, senza sviluppo.
Non amo il presente narrativo. Alla lunga stanca. Qui è tollerabile perché la narrazione è breve e imperniata su una sospensione del tempo che solo chi si è trovato in una situazione analoga può capire.

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ceranu
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Re: Diventare un uomo - Ambra Stancampiano

Messaggio#5 » martedì 23 maggio 2017, 13:09

Ciao Ambra, il racconto si legge piacevolmente, scrivi bene, ma questa non è una novità.
Non mi è piaciuto molto il passaggio da ragazzo a uomo del protagonista, troppo simili a un colossal hollywoodiano. Vanno bene i pensieri, ma manca quella che secondo me dovrebbe essere a parte predominante ossia lo schifo per sé. Il ragazzo si finge morto per non affrontare il pericolo. Lo fa in maniera consapevole e sa anche quale dovrebbe essere la reazione corretta, quindi un po' di pippe mentali non avrebbero guastato.
Nel complesso resta un buon lavoro.
Ciao e alla prossima

Kuranes
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Re: Diventare un uomo - Ambra Stancampiano

Messaggio#6 » martedì 23 maggio 2017, 15:13

Fiume Sand Creek!
Off Topic
Non come l’ho sentita poco fa qui vicino mentre quell’uomo le faceva del male.

Ci metterei un paio di virgole a piacere, quella consecuzione di tempo+luogo inceppa un po' la lettura.

Questa è una mia considerazione personale ma parlare di coraggio senza nominarlo lo reputo sempre +1 del contrario (giocare con la lingua è bello). La cosa che non mi è piaciuta è che nella scena il protagonista salta dalla considerazione/descrizione del "qui ed ora" al ricordo del passato (anzi, di vari passati anche lontani fra loro) - rende un po' difficoltosa la lettura e forse richiederebbe un po' di taglia e cuci per collocare meglio i pezzi di passato prescelti.

Aristide Capuzzo
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Re: Diventare un uomo - Ambra Stancampiano

Messaggio#7 » mercoledì 24 maggio 2017, 14:27

Ciao Ambra,
mi sono piaciuti i ricordi del passato che hanno realizzato un protagonista vero, con una vita alle spalle prima dell'evento narrato. Non ho capito però, perché gli anziani del villaggio lo redarguivano al punto da dover essere difeso dalla madre. Non ho compreso quali siano le qualità nascoste che solo la madre riusciva a vedere. Intendevi forse che lei è l'unica in grado di leggere nell'animo del figlio in modo generico, come ogni madre sa fare? A parte questo la narrazione è scorrevole e il tempo presente fa da sponda ai balzi temporali. La frase 'I miei occhi mi hanno disubbidito, si sono aperti.' mi colpisce molto positivamente, anche se toglierei il pronome perché superfluo.

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marco.roncaccia
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Re: Diventare un uomo - Ambra Stancampiano

Messaggio#8 » mercoledì 24 maggio 2017, 16:47

Ciao Ambra.
Nel tuo racconto, il coraggio del tema prende la forma del rito di iniziazione di un ragazzo che viene messo alla prova immediatamente dalla vita stessa. Il racconto è ben modulato nel ritmo e la voce mi pare convincente. A mio avviso manca un po' di originalità soprattutto nella conclusione che mi è arrivata un po' troppo "telefonata"

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Linda De Santi
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Re: Diventare un uomo - Ambra Stancampiano

Messaggio#9 » mercoledì 24 maggio 2017, 22:27

Ciao Ambra, questo tuo racconto mi ha ricordato una canzone di Fabrizio De André, "Il fiume Sand Creek". Tra l'altro c'è proprio una strofa che recita "Chiusi gli occhi per tre volte, mi ritrovai ancora lì".
Mi è piaciuto lo stile di narrazione, i ricordi che si intrecciano con il presente e anche l'epilogo, che secondo me calza a pennello e rappresenta la giusta chiusura del cerchio. L'unico appunto che posso fare è che, alla lunga, la narrazione in prima persona al presente può stancare, ma su queste lunghezze il problema non si presenta. A mio parere è un'ottima prova.

ChiaradiLuna
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Re: Diventare un uomo - Ambra Stancampiano

Messaggio#10 » giovedì 25 maggio 2017, 0:02

Ciao Ambra!
Hai uno stile molto scorrevole e ricercato, si legge tutto d'un fiato!
Sicuramente hai centrato il tema, e per di più in un modo che ho trovato originale: invece di parlare del coraggio per prepararsi ad affrontare una situazione, parli del coraggio quando in quella situazione ti ci trovi già fino al collo, legandolo all'istinto di sopravvivenza. Per il resto non ho nulla da criticarti riguardo l'utilizzo della prima persona e del presente (tanto più che li ho usati anch'io nel mio racconto del contest ;) ).
Spero di rileggerti!

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AmbraStancampiano
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Re: Diventare un uomo - Ambra Stancampiano

Messaggio#11 » giovedì 25 maggio 2017, 15:12

Ciao e grazie a tutti per i commenti, come al solito molto preziosi.
Mi sento in dovere di dire un paio di cose:
Hollywoodiano non necessariamente è un difetto, e in realtà non condivido affatto il bisogno di italianizzare tutto al limite della forzatura solo perché siamo in Italia. Viviamo in un mondo globalizzato, con tutti i lati positivi e negativi che ciò comporta; facciamocene una ragione.
Personalmente criticherei la consecutio temporum di un racconto ed eventuali errori a rigurdo, non la scelta dell'autore di declinarlo al presente o al passato ecc. In particolare, se il commento riguarda un singolo racconto, mi sembra un po' inutile (e, lo confesso, fastidioso) sentirsi ripetere che il tempo presente non va bene per le narrazioni lunghe; questa è una narrazione di 3000 caratteri, al presente. Se incontra il vostro gusto sono felice, se non lo fa posso dispiacermene, ma il commento deve riguardare il racconto che state leggendo e non "le narrazioni" in genere.
Riguardo al suggerimento di @Canadria, è interessante ma personalmente le narrazioni in terza persona che si arrogano il diritto di narrare i sentimenti di un protagonista a cui non sono interne (vedi i romanzi d'appendice) non mi sono mai piaciute. Personalmente preferisco utilizzare il narratore esterno per i racconti d'azione e quello in prima persona quando sono più importanti i pensieri e i sentimenti.
Infine, la vita molto spesso è banale. Ricercare a tutti i costi l'originalità sarebbe una forzatura, a volte è molto meglio scrivere una cosa non originale al 100% ma curata sotto tutti gli altri aspetti.
Grazie ancora a tutti per i commenti.
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

alexandra.fischer
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Re: Diventare un uomo - Ambra Stancampiano

Messaggio#12 » giovedì 25 maggio 2017, 20:01

Il racconto narra del coraggio di diventare uomo (nel senso di guerriero) quando la necessità di salvarsi lo richiede. Ed è quello che succede al giovane protagonista della tua storia. L’ambientazione è tratteggiata con pochi ma efficaci elementi (il coraggio visto come il seme di una pianta che cresce nel deserto, il riferimento alle due lune, alle antiche tribù, agli anziani, e alla cerimonia di passaggio) e mi ha fatta pensare a un villaggio africano nel periodo dello schiavismo (le scarpe lucide e nere di uno dei due assalitori, il fatto che questi chiami il complice Joe mi hanno fatto venire in mente trafficanti inglesi di schiavi). Anche le donne isolate, l’assenza di uomini, mi hanno ricordato i romanzi di Wilbur Smith e la serie “Radici” (tratta da un romanzo con lo stesso titolo). Mi piace il coraggio del ragazzo, che sfugge alla cattura fingendosi prima morto e poi combattendo contro gli aguzzini che hanno preso sua madre.

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antico
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Re: Diventare un uomo - Ambra Stancampiano

Messaggio#13 » sabato 27 maggio 2017, 16:46

Riassumi molto bene il tuo racconto nel tuo stesso commento "Ricercare a tutti i costi l'originalità sarebbe una forzatura, a volte è molto meglio scrivere una cosa non originale al 100% ma curata sotto tutti gli altri aspetti". E sì, il racconto è scritto proprio bene e si legge che è un piacere. Anche qui il non detto è funzionale al solleticare l'immaginazione del lettore e allora non è importante che non si sappia cosa stia esattamente succedendo perché non è altro che uno dei tanti massacri che, purtroppo, ogni giorno, non pubblicizzati dai media, accadono. Semmai ho qualche incertezza sul messaggio che traspare: che si diventa uomini nel momento in cui si difende la propria vita e non per proteggere il proprio gruppo (o addirittura la propria madre). Pertanto non concordo con il suo essere diventato uomo, ma solo con il suo istinto di sopravvivenza (cose per me diverse). In effetti questo ragazzo è proprio un codardo, ma questo non ti porta fuori tema perché sempre di coraggio parli. Non pollice su per quanto detto, ma verso l'alto senz'altro. Hai una forza narrativa davvero matura.

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AmbraStancampiano
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Re: Diventare un uomo - Ambra Stancampiano

Messaggio#14 » sabato 27 maggio 2017, 21:49

Ciao Antico,
Il messaggio del racconto voleva essere più un "è inutile forzarsi al coraggio, comunque arriverà da solo al momento giusto".
Però in effetti ho sbagliato il momento e questo coraggio è diventato istinto di sopravvivenza, ho aspettato troppo come il mio povero protagonista. :)
Grazie per il commento, a te e a tutti gli altri.
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

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