Ospite #98 - di Aristide Capuzzo

Aristide Capuzzo
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Ospite #98 - di Aristide Capuzzo

Messaggio#1 » martedì 16 maggio 2017, 0:29

“Sono le ultime frasi,” lo esortò Boris.
Rolando trasse un respiro e disse d’un fiato: “Le persone qui presenti non hanno in alcun modo condizionato la mia scelta anzi, hanno cercato di dissuadermi in tutti i modi possibili.” Abbassò il foglio e si grattò la fronte con il mignolo. Boris controllò l’inquadratura: un filo di fumo saliva dalla sigaretta uscendo dal campo.
“Qualcosa non va Rolando? Sta rivedendo la sua scelta?”
Il foglio tremolò nonostante la grandezza delle mani. “Cristo, dobbiamo per forza farlo così? Non posso dire qualcosa di mio?”
“Più tardi potrà dire quello che desidera. Ora dobbiamo concludere secondo la procedura..”
Rolando grugnì tirando dalla sigaretta e borbottando qualcosa sulle maniere sbagliate. La cenere cadde sul tavolino da camera in rovere. Con due colpi precisi la spinse sul palmo dove scivolò ancora in forma di cilindro, poi la scrollò nel posacenere e strofinò la mano sul maglione.
“D’accordo?” chiese Boris.
“Ho alternative?”
Boris alitò dal naso, e diversi giorni dopo un elemento della commissione - una donna con la palpebra destra abbassata - l’avrebbe notato nel video e l’avrebbe strigliato. “Desidera tornare a casa? Non è obbligato a farlo.”
Rolando scostò la tenda e una lama di luce gli schiarì la fronte facendo brillare i capelli bianchi. “No.” Ho già deciso.”
Boris annuì. “D’accordo,” disse, e si ripromise di riguardare il video per contare quante volte si sarebbe sentito dire d’accordo come un idiota. Poi aggiustò la telecamera spostandola sulla destra.
Rolando riprese a leggere. “Sono giunto a questa decisione dopo una lunga e matura riflessione, scaturita dall’incurabilità della mia malattia. Ho scelto il sedici settembre, il giorno dei miei settantatré anni, per il mio suicidio assistito.”
Era una cosa che facevano in molti, per porre fine a un ciclo, per chiudere un cerchio. Boris sfiorò il pulsante di spegnimento. “Bene, abbiamo finito. Adesso vuole aggiungere qualcosa? Qualcosa di suo?”
Rolando ficcò gli occhi nell’obiettivo. Nel centro delle pupille c’era una decisione glaciale, e la barba bianca di due giorni la sottolineava. “Spegnila. Non dirò più niente davanti a quella merda.”
Boris ripose la camera sul tavolo e tappò la lente. “Dovrò registrare quando sarà il momento, è la procedura sanitaria.” Chiuse la custodia e per un attimo la cerniera suonò come lo strappo nel tessuto di una vita.
“Non se la prenda per questo, Rolando.” Gli posò una mano sulla sua. “Funziona così.”
“Lo so” Sospirò aprendo le tende, una luce brillante riempì la stanza.
“Dove vai adesso?”
Boris gli strinse la spalla, e quel gesto gli ricordò un figlio che voleva parlare con un padre ormai troppo avanti negli anni. “A preparare qualcosa da mangiare.” Avrebbe voluto stemperare con una buona battuta ma gli uscì solo: “Non vorrà mica complicarmi il lavoro e morire di fame vero?”
Rolando rise, poi fu investito da un accesso di tosse che sembrò infinito. Boris rimase a fissargli la schiena fino a quando passò.



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antico
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Re: Ospite #98 - di Aristide Capuzzo

Messaggio#2 » martedì 16 maggio 2017, 0:44

Ciao Aristide e bentornato! Tutto ok con i parametri, buona Franco Forte Edition!

Ps: ti ricordo che puoi modificare il racconto fino alle 00.59 senza incorrere in malus. Occhio a modificarlo dalle 01.00 alle 01.33 perché in tal caso lo considererò postato fuori tempo e quindi in malus. Ovviamente ripasserò per ricontrollare i caratteri in caso di tue modifiche.

Aristide Capuzzo
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Re: Ospite #98 - di Aristide Capuzzo

Messaggio#3 » martedì 16 maggio 2017, 14:12

Grazie Antico!

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SalvatoreStefanelli
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Re: Ospite #98 - di Aristide Capuzzo

Messaggio#4 » martedì 16 maggio 2017, 18:08

Bella storia, con un certo grado d'intensità emotiva. Tempi giusti e un bel modo di narrare completano positivamente il quadro. C'è una sola cosa che mi lascia perplesso e che non riesco a spiegarmi la sua utilità: come mai hai inserito quella frase sulla donna con la palpebra abbassata e quello che fa? Penso sia aver sprecato battute. Capisco che possa aver dato un'atmosfera più piena alla scena ma avrei preferito che, come quando è Boris e ripromettersi di guardare il video, anche in questa occasione avessi lasciato il punta di vista su di lui. Il coraggio, anche questo mi lascia un dubbio: lo intendi nella scelta di una morte assistita invece che aspettare le sofferenze di una malattia incurabile?

Hitherto
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Re: Ospite #98 - di Aristide Capuzzo

Messaggio#5 » martedì 16 maggio 2017, 18:31

Ciao Aristide,
hai affrontato con stile un argomento molto delicato, centrando il tema in modo per niente banale. Nel racconto leggo sia il coraggio di porre fine alla propria vita che il coraggio di assistere qualcuno nel suo suicidio. All'inizio mi sembrava che Rolando fosse un uomo catturato da qualcuno e costretto a rilasciare un videomessaggio, fino a quando ho letto la parte della malattia terminale. Il racconto ha un ritmo accattivante, con una valida alternanza di dialoghi e descrizioni. Ci sono delle virgolette di troppo qui: “No.” Ho già deciso.”
A me le d eufoniche piacciono!

Aristide Capuzzo
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Re: Ospite #98 - di Aristide Capuzzo

Messaggio#6 » martedì 16 maggio 2017, 20:46

SalvatoreStefanelli ha scritto: come mai hai inserito quella frase sulla donna con la palpebra abbassata e quello che fa? Penso sia aver sprecato battute.
Ciao Salvatore, è stata una scelta ponderata, un'intrusione - voluta - del narratore onniscente. Prendo nota della tua osservazione e a fine giudizi vedrò se altri lamentano lo stesso.

Il coraggio, anche questo mi lascia un dubbio: lo intendi nella scelta di una morte assistita invece che aspettare le sofferenze di una malattia incurabile?

Il coraggio lo intendo sia nella scelta della morte assistita, sia nel lavoro di Boris, il quale deve averne a palate per fare quello che fa.

Grazie per le osservazioni.

Aristide Capuzzo
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Re: Ospite #98 - di Aristide Capuzzo

Messaggio#7 » martedì 16 maggio 2017, 20:56

Hitherto ha scritto:Nel racconto leggo sia il coraggio di porre fine alla propria vita che il coraggio di assistere qualcuno nel suo suicidio.
Ho pensato lo stesso e sono contento che tu abbia colto questo sdoppiamento narrativo.

Ci sono delle virgolette di troppo qui: “No.” Ho già deciso.”

Ops, virgolette sfuggite. Mi sono accorto che mi è sfuggito anche un doppio punto (..) che dovrebbe essere stato un (.) e non (...)

Grazie.

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Laura Cazzari
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Re: Ospite #98 - di Aristide Capuzzo

Messaggio#8 » martedì 16 maggio 2017, 21:48

Ciao Aristide,
innanzitutto complimenti per il tema che hai scelto, il suicidio assistito è sicuramente un argomento caldo e attuale. Qualcosa nella narrazione, però, non mi ha preso. Forse il messaggio l’ho trovato un po’ nascosto dal contorno e la scelta della ripresa mi ha dato l’idea che si volesse “impoverire” il momento. Forse avrei preferito che ti fossi dilungato meno nella prima parte e di più nella seconda.
Laura Cazzari

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Andrea Partiti
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Re: Ospite #98 - di Aristide Capuzzo

Messaggio#9 » martedì 16 maggio 2017, 21:51

Ciao, bentornato!
Il tema è preso alla perfezione, il coraggio c'è, lo vedo principalmente in Rolando, visto che la sua scelta è il motore della storia.
Hai creato dei personaggi molto concreti e i dialoghi funzionano bene, si distinguono chiaramente le due voci, quella formale e quella più sboccata e libera di chi non ha alcuna ragione di trattenersi. Forse si potrebbero distinguere ancora di più in una seconda stesura, ma già così il risultato è ottimo!
Il racconto ha un buon ritmo, non ha dei punti morti o più lenti, e ti giochi bene il messaggio standard da suicidio assistito che poteva essere pesante da inserire ma spezzi saggiamente in tante parti, mettendo degli scambi più leggeri nel mezzo. Penso sia stata una scelta vincente.

Piccoli appunti sparsi, ma di poca importanza rispetto alla qualità complessiva.
Il salto alla donna della commissione, con quel dettaglio della palpebra, è inopportuno. E' troppo specifico per non tornare in seguito o essere rilevante. Lo toglierei del tutto per mantenerci lì nella stanza per tutto il tempo.
"si sarebbe sentito dire d’accordo" > è ambiguo, in prima lettura l'avevo interpretato come "si sarebbe sentito dire (da Rolando)", e non "si sarebbe sentito dire (da se stesso nel video)" e sono finito a tornare indietro per controllare se avevo frainteso qualcosa. Lo formulerei in maniera diversa, tipo "avrebbe finito per ripetere" per non rischiare di spezzare il ritmo della storia.
La frase finale è poco incisiva, resta lì appesa. Toglierla e finire sull'attacco di tosse mi sembra perfetto.

Aristide Capuzzo
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Re: Ospite #98 - di Aristide Capuzzo

Messaggio#10 » giovedì 18 maggio 2017, 11:25

Andrea Partiti ha scritto:Piccoli appunti sparsi, ma di poca importanza rispetto alla qualità complessiva.
Il salto alla donna della commissione, con quel dettaglio della palpebra, è inopportuno. E' troppo specifico per non tornare in seguito o essere rilevante. Lo toglierei del tutto per mantenerci lì nella stanza per tutto il tempo.
"si sarebbe sentito dire d’accordo" > è ambiguo, in prima lettura l'avevo interpretato come "si sarebbe sentito dire (da Rolando)", e non "si sarebbe sentito dire (da se stesso nel video)" e sono finito a tornare indietro per controllare se avevo frainteso qualcosa. Lo formulerei in maniera diversa, tipo "avrebbe finito per ripetere" per non rischiare di spezzare il ritmo della storia.
La frase finale è poco incisiva, resta lì appesa. Toglierla e finire sull'attacco di tosse mi sembra perfetto.


Ciao Andrea. Sei il secondo che lamenta il salto alla donna della commissione. Personalmente ci vedo un indizio su cosa succederà dopo, e cioè che Rolando farà la sua fine e Boris verrà redarguito per aver sbuffato in un momento delicato. Inoltre mi piaceva sottolineare la precisione che ci vuole in una procedura così difficile. Allo stesso tempo capisco bene che l'intromissione del narratore onnisciente sarebbe stata di maggior effetto se in seguito la donna fosse ricomparsa. Riguardo il finale è una mia caratteristica quella di non concludere 'tradizionalmente', mi piace lasciare la storia in sospensione, inserire una seconda frase dopo quella di chiusura, ma in racconti così brevi sarebbe probabilmente meglio dare una troncatura netta e d'effetto. Grazie dei consigli. Sono contento che la storia ti sia piaciuta.

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giancarmine trotta
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Re: Ospite #98 - di Aristide Capuzzo

Messaggio#11 » venerdì 19 maggio 2017, 17:15

Ciao Aristide,
vado un po' controcorrente rispetto agli altri.
Quello che non torna in questo racconto, secondo me, è la capacità vitale del protagonista. Risponde, vuole parlare più del dovuto e non c'è nessun accompagnatore con lui. Nemmeno qualcuno dietro la porta che piange, pur approvando, la sua scelta. Mi spiego meglio: per adesso siamo abituati a sentire queste notizie riguardo persone con malattie terminali che provocano dolori (parola non presente nel tuo racconto), spesso costrette a letto e impossibilitate a parlare. Quindi, o la tua storia è proiettata in un tempo futuro (però non ci informi di questo), oppure trovo qualche incongruenza con la realtà.
Questo riguardo i contenuti. In generale la narrazione scorre bene e non ci sono intoppi nella lettura. Il tema è centrato.
Quindi, per riassumere, avrei preferito un taglio che facesse emergere pietà, misericordia, trattando meno la parte procedurale.
Alla prossima,
G.

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erika.adale
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Re: Ospite #98 - di Aristide Capuzzo

Messaggio#12 » sabato 20 maggio 2017, 18:37

Il racconto mi è piaciuto, sia per la declinazione del tema (entrambi i personaggi mostrano notevole coraggio) che per il fatto di aver focalizzato l'attenzione sulla procedura, che diventa quasi rituale. Mi distacco nettamente dunque da chi ti chiede più partecipazione emotiva, in realtà credo che l'aspetto tragico della vicenda esuli da questa narrazione.
Come altri ho trovato rivedibile il cenno alla donna con la palpebra abbassata, non per il particolare della strigliata (che al contrario è utile per sottolineare la precisione prescritta dalla procedura), ma per il modo in cui viene caratterizzata. Mi spiego: se tu avessi detto che era, per esempio, la garante dei diritti dell'ospite, un'azionista della clinica, un'esperta in bioetica...la sua strigliata avrebbe acquisito ragione di essere. Ma di lei sappiamo solo che ha una ptosi palpebrale : mi sembra un particolare poco interessante sia per il lettore che per Boris.

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Monica Patrizi
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Re: Ospite #98 - di Aristide Capuzzo

Messaggio#13 » lunedì 22 maggio 2017, 1:20

Ciao Aristide,
il tuo è un racconto molto bello, in cui il tema del coraggio è assolutamente centrato. Hai narrato i momenti che precedono un suicidio assistito attraverso la procedura del messaggio video registrato, mettendo in luce tutta la drammaticità di tale scelta nonché la fragile umanità di chi assiste il paziente.
Dialoghi e parti descrittive sono ben dosati. Nella prima parte del racconto ho avuto difficoltà a capire chi fosse chi e chi facesse cosa: i personaggi e il contesto si sono caratterizzati solo via via che il racconto si è sviluppato. Un accenno al ruolo (ad es. il signor Rolando del letto n. 98 oppure il dottor Boris...) avrebbe facilitato la lettura, per buona parte del racconto ho pensato si trattasse di un attore alle prove con una battuta e di un regista.
Un piccolo, insignificante rispetto alla potenza della storia, appunto. Oltre alla donna della commissione con la ptosi palbebrale (forse sarebbe bastato: "qualcuno della commissione sanitaria") già segnalato nei commenti precedenti, c'è un aprirsi e di nuovo un altro aprirsi delle tende che più aperte di così non si può! ( "Rolando scostò la tenda e una lama di luce gli schiarì la fronte facendo brillare i capelli bianchi." “Lo so” Sospirò aprendo le tende, una luce brillante riempì la stanza.)
A parte questo, da podio.

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jimjams
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Re: Ospite #98 - di Aristide Capuzzo

Messaggio#14 » lunedì 22 maggio 2017, 15:43

Caro amico, questo tocca un tema che mi colpisce nel profondo, dovrei astenermi dal voto per lampante conflitto di interessi. Ma faccio finta di essere immune e provo a dire quel che penso.
La storia contiene un tema importante e ci porta in un mondo/futuro dove l'operazione, per quanto molto controllata, è pur sempre routinaria. Ce lo dice la stanchezza di Boris e altri indizi. Questo presentare la scena con naturalezza, rendendola ordinaria, aiuta a ricondurre il problema nei termini giusti. Purtroppo non posso dire molto altro, non c'era chiaramente spazio per sviscerare ogni aspetto di questa problematica, ma il racconto mi è piaciuto, per tema e stile.

Aristide Capuzzo
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Re: Ospite #98 - di Aristide Capuzzo

Messaggio#15 » giovedì 25 maggio 2017, 15:01

Grazie dei commenti, ne farò tesoro.

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antico
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Re: Ospite #98 - di Aristide Capuzzo

Messaggio#16 » venerdì 26 maggio 2017, 11:19

Ho letto tutti i commenti e non ho trovato corrispondenza in un problema che ho riscontrato sul finale del racconto in cui, davvero, ho faticato a capire chi stesse dicendo cosa. Il tono generale del racconto è ben controllato e assolutamente in linea con la situazione, ottimo. Un piccolo appunto: credo che la presenza della donna che avrebbe ripreso Boris in futuro sia fastidiosa perché avulsa proprio dalla tragicità della situazione, nel senso che il suo richiamo sembra formale e non per il mancato rispetto dimostrato, come se la ripresa fosse stata rovinata in parte proprio da quell’”errore”, errore formale e non di tatto, perlomeno questo è quanto è arrivato a me. Detto questo, il racconto è di sicuro valore, per me un pollice tendente all’alto.

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