Porta a Prato, di Filippo Puddu

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Callagan
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Porta a Prato, di Filippo Puddu

Messaggio#1 » martedì 16 maggio 2017, 0:42

– Di qui non passa nessuno.
– Stai zitta, puttana. Dammi un bacio.
– Stronzo.
– Stai al tuo posto, donna. – Sputò catarro giallo, denso.
– Verrà il giorno.
La schiaffeggiò.
– Dimentichi il tuo ruolo, schiava.
– Arriva qualcuno.
– Bene, – ghignò, – fammi vedere che non sei buona solo a fare pompini.

La strada che in un tempo remoto viveva satura degli scarichi delle auto, ormai non era altro che un cimitero di rottami, catrame e sabbia. Dei fasti antichi restava solo una grande costruzione in pietra che gli uomini si ostinavano a chiamare Porta a Prato. Denise stava rannicchiata là sotto, chiedendosi il perché di un tale nome: continuava a immaginarsi il verde che un tempo doveva circondare la porta, un colore a lei ignoto, come lo erano i fiori di cui parlava l'inchiostro sulle carte che conservava, gelosa, dove né lui né nessun altro poteva arrivare. Erano stati i libri a farle sopportare le umiliazioni, a portarla fino a lì, quel giorno. Gli occhi cercarono il Giglio, ancora visibile nelle architetture e solo quando lo trovò il cuore le dette sollievo.

L'uomo che avevano avvistato ormai era prossimo, si avvicinava strisciando gli stivali e un bastone in ferro. Non aveva fretta. Portava vesti stracciate e un ampio turbante nero che gli ricopriva il capo e il viso. In spalla portava una grossa bisaccia.
– Chi sei, perché urli? – Le chiese.
Denise continuò la sceneggiata. L'uomo brandì l'arma che fino ad allora aveva usato solo come appoggio.
– Parla, puttana!
– E questo che sono per tutti voi, solo una puttana. – Gorgogliò tra i singhiozzi.
– Tutti voi… – L'uomo si guardò intorno allarmato.
Sono andati via. Disse Denise. Dopo, dopo che… mi hanno preso tutto. Compresa questa. – Allargò le gambe, mostrando la figa gonfia e insanguinata.
– Che ti hanno fatto...
Disse l'uomo, gettando il bastone e togliendosi di dosso gli stracci per coprirci la donna.
– Dove sono andati quei bastardi? Firenze non è posto per le donne sole.
Un fischio sordo e un tonfo. L'uomo venne sbalzato indietro da un dardo che gli si conficcò in pieno petto. Vomitò sangue con l'enfasi di una fontana moribonda.
– Ancora un po' e prendevi me. – Sospirò Denise, quando il suo uomo raggiunse lei e il cadavere.
– Zitta Puttana.
Bruno si accovacciò sul viandante, aprì la bisaccia. I suoi occhi splendettero oltre il sudiciume del viso.
– Brava la mia bocca d'oro. – Si girò brandendo un crocifisso dorato, un giglio purpureo sostava all'incrocio dei bracci. – Per questo Jack mi pagherà il dovuto pre…
Il cranio dell'uomo fece uno strano rumore nel frantumarsi, o almeno tanto strano parve a Denise che da tempo non ne sentiva uno spaccarsi sotto i suoi colpi. Brandiva il bastone in ferro.
– Fatti succhiare il cazzo dalle puttane all'inferno!
Gettò l'arma a terra e si mosse verso il viandante esanime, gli sputò in faccia.
– Forse, Firenze non è posto per uomini soli.
Raccolse da terra il crocefisso. La mente tornò alle storie vissute tra i libri. Lo riconobbe. Lo baciò.
– Questo è il sapore della libertà.



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antico
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Re: Porta a Prato, di Filippo Puddu

Messaggio#2 » martedì 16 maggio 2017, 0:50

Ciao Filippo e bentornato anche a te! Tutto ok con i parametri, buona Franco Forte Edition!

Ps: ti ricordo che puoi modificare il racconto fino alle 00.59 senza incorrere in malus. Occhio a modificarlo dalle 01.00 alle 01.33 perché in tal caso lo considererò postato fuori tempo e quindi in malus. Ovviamente ripasserò per ricontrollare i caratteri in caso di tue modifiche.

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Callagan
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Re: Porta a Prato, di Filippo Puddu

Messaggio#3 » martedì 16 maggio 2017, 11:47

A.A.A.
Ciao a tutti. È bello tornare a scrivere per Minuti Contati, ma sarebbe stato ancora meglio se la mia connessione non mi avesse abbandonato ieri notte. Così il racconto sopra presenta alcuni refusi non per forza dovuti al sonno. Per aiutare la lettura segnalo che:
Callagan ha scritto:Sono andati via. Disse Denise. Dopo, dopo che… mi hanno preso tutto. Compresa questa. – Allargò le gambe, mostrando la figa gonfia e insanguinata.

Ovviamente, sarebbe dovuto essere:

– Sono andati via. – Disse Denise. – Dopo, dopo che… mi hanno preso tutto. Compresa questa. – Allargò le gambe, mostrando la figa gonfia e insanguinata.

Per il resto bastoniamoci, ho già le armi pronte.
Grazie in anticipo per i commenti! :)

ChiaradiLuna
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Re: Porta a Prato, di Filippo Puddu

Messaggio#4 » mercoledì 17 maggio 2017, 23:42

Trattandosi del contest, ho scelto di suddividere i miei commenti in 5 paragrafi (tema, stile di scrittura, chiarezza dei contenuti, idea generale, conclusioni) in modo da essere precisa, imparziale e toccare ogni lato dei racconti. O almeno questo è il mio tentativo ^^
Veniamo a noi, Filippo.

Tema: ti sei concentrato sul coraggio dovuto alla ribellione, al desiderio di conquistare la propria libertà. Il mio problema è che nel caso di Denise non lo definirei esattamente coraggio. Lei non ha per niente paura di questi uomini. Per di più, dato che scrivi da tempo non ne sentiva uno spaccarsi sotto i suoi colpi, presumo avesse già ucciso in passato. E probabilmente avrebbe potuto uccidere Bruno in qualsiasi momento. Semplicemente lo fa fuori appena trova un motivo valido per farlo (nel suo caso il ritrovamento del giglio).

Stile di scrittura: è un po' troppo duro per i miei gusti (puttana, figa, pompini..) ma nel tuo racconto non parli certo di andare a raccogliere margherite. Perciò, per quanto non lo apprezzi, credo si adatti all'atmosfera che volevi creare.
Mi permetto di farti solo un appunto, in quanto donna: se vuoi rendere più verosimile il tuo racconto salta la parte in cui Allargò le gambe, mostrando la figa gonfia e insanguinata. Perché ti assicuro che una donna non allargherebbe MAI le gambe per far vedere una cosa del genere, neanche se si trattasse di un modo per attirare qualcuno in una trappola. Al contrario le chiuderebbe, si rannicchierebbe e farebbe il possibile per coprirsi.

Chiarezza dei contenuti: ci sono un paio di cose che non mi tornano:
• Bruno la schiavizza o è il suo uomo e complice? Perché all'inizio sembra un bastardo che la violenta, poi scrivi quando il suo uomo raggiunse lei e il cadavere. È uno dei refusi di cui parlavi?
• Ho come l’impressione che il paragrafo della Porta a Prato sia stato messo un po' a caso, tanto per far vedere Denise sotto la Porta che spera un giorno di trovare il giglio.
• In ultimo…perché Denise sputa al viandante che l’aveva soccorsa? Capisco il suo odio verso il genere maschile, ma è già a terra esanime e lei gli sputa in faccia senza motivo ^^’

Idea generale: scenario direi grottesco, uomini violenti, città in preda al degrado, ragazze che non sanno cosa sia un fiore. Direi che ha ben reso l’idea di un mondo verso cui valga la pena ribellarsi.

Conclusioni: non mi è piaciuto. Non dico che sia un brutto racconto, solo che ha un’atmosfera troppo pesante per me.

In bocca al lupo! ^^

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Callagan
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Re: Porta a Prato, di Filippo Puddu

Messaggio#5 » giovedì 18 maggio 2017, 1:36

ChiaradiLuna ha scritto:Trattandosi del contest,

...

In bocca al lupo! ^^


Ciao Chiara, grazie per il commento. :)
Allora non condivido il tuo punto di vista sul tema. Nel senso il tema è "il coraggio" e la protagonista non avrebbe fatto quanto ha fatto nel racconto o prima (come si intuisce) se non avesse avuto il coraggio. Coraggio è poi sopportare una determinata situazione di pericolo/sottomissione per raggiungere i propri fini. Insomma, io vedo Denise mossa dal coraggio.
Ma vabbé, non starò qui a battagliare sul tema, ho sempre trattato il tema di MC come caratteristica secondaria, puro spunto. Ci sta quindi il tuo diverso punto di vista.

Il "paragrafo della porta a prato" non è casuale, perché è il luogo dove avviene l'agguato e quindi dove si svolge la vicenda. Ho dato un luogo alla narrazione (è uno degli intenti del paragrafo, insomma, oltre a quello di tentare di dare una tridimensionalità alla protagonista).

Eeeeh sì, il racconto è molto crudo. Per quanto riguarda il momento in cui Denise apre le gambe concordo con te nel dire che non sarebbe la reazione normale di una donna oggi nella nostra società. Ribadisco "oggi nella nostra società", di una donna che si (vuole) mostrare indifesa. La scena sa molto di provocazione e sotto questo punto di vista l'ho immaginata e scritta. Trovo comunque il tuo appunto molto azzeccato. ;)

Per il refuso che hai indicato: sì. Stavo inviando delle correzioni che riguardavano anche quel particolare quando la connessione è morta per l'ennesima e definitiva volta. Penso che a una lettura attenta si intuisca comunque il rapporto tra i due personaggi ma, insomma, è compito dello scrittore talvolta semplificare la comprensione e come il buon Maurizio (Antico?) ben sa ci stavo provando in quei momenti. >.<

Buona edizione anche a te!

Fernando Nappo
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Re: Porta a Prato, di Filippo Puddu

Messaggio#6 » domenica 21 maggio 2017, 18:10

Ciao Filippo,
il tuo racconto è decisamente crudo, sia per la situazione che descrivi sia per il linguaggio che usi, ma la cosa di per sé non mi disturba. E comunque il tutto mi pare adeguato al racconto. Anche se non è il genere di storie che prediligo. Riguardo al tema, è vero che il coraggio si manifesta sotto molte forme e lo si può ravvisare in qualunque azione umana, come anche il coraggio di sopravvivere quando sembra non essercene una ragione. Così come è vero, almeno a mio avviso, che leggedo il tuo racconto, non è certo al coraggio che viene da pensare al primo colpo (e forse nemmeno al secondo).
La direzione che prende nel finale, comunque, con la donna che si rivela per ciò che davvero è, mi è piaciuto.
Nulla da dire sui refusi, hai già chiarito tutto tu.

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Callagan
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Re: Porta a Prato, di Filippo Puddu

Messaggio#7 » lunedì 22 maggio 2017, 0:17

Fernando Nappo ha scritto:Ciao Filippo,
...
Nulla da dire sui refusi, hai già chiarito tutto tu.


Ciao Fernando. Grazie del commento! :-)

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Adry666
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Re: Porta a Prato, di Filippo Puddu

Messaggio#8 » lunedì 22 maggio 2017, 17:03

Ciao Filippo,

ben trovato.

Tema centrato indubbiamente.

Il tuo è un racconto molto forte, coraggioso di per sé. Ci sono alcuni refusi, alcune imprecisioni che però non spezzano il ritmo e l’atmosfera cupa. Mi sono impersonato e ne sono uscito piuttosto spaventato. Hai fatto un buon lavoro con la caratterizzazione dei personaggi.
La frase: “…Erano stati i libri a farle sopportare le umiliazioni, a portarla fino a lì, quel giorno...” Mi sembra un inno alla lettura, l’unico intervallo positivo in una vita tetra.

Nel complesso buona prova.

Ciao
Adriano

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raffaele.marra
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Re: Porta a Prato, di Filippo Puddu

Messaggio#9 » lunedì 22 maggio 2017, 23:54

Un racconto di forte impatto, in cui trama, personaggi e stile si adattano reciprocamente in maniera quasi perfetta. L’effetto generale è quello di un forte colpo che non lascia dubbi né interpretazioni alternative: tutto è coerente nella sua coraggiosa ed esplicita durezza. L’unica obiezione, se mi è permessa, consiste nel fatto che un racconto dal colore così marcato, deciso, inequivocabile, va immancabilmente a scontrarsi con il gusto personale di chiunque lo legga. È un po’ come un piatto piccante presentato a un concorso gastronomico: puoi essere il giudice più imparziale e preparato, ma se la bocca ti brucia ti brucia!

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Callagan
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Re: Porta a Prato, di Filippo Puddu

Messaggio#10 » martedì 23 maggio 2017, 11:19

@Adriano
Grazie! :)

@Raffaele
va immancabilmente a scontrarsi con il gusto personale di chiunque lo legga

Non ho capito la critica. Nel senso, posta così sembra che tu pensi che il racconto non piaccia a nessuno perché va contro i gusti di tutti. Ma non penso che tu volessi dire questo.
Va, allora, contro il tuo gusto?
Nel caso ti capisco, ci sta. Ma non posso considerarla, oggettivamente, una critica.

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Terribile
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Re: Porta a Prato, di Filippo Puddu

Messaggio#11 » martedì 23 maggio 2017, 18:00

Ciao Filippo, mi piace molto l'ambientazione della storia, se non ho capito male è una sorta di scenario italico post-apocalittico con una certa spruzzata di horror. Tuttavia non ho apprezzato molto la caratterizzazione dei personaggi, soprattutto nei dialoghi, non fanno altro che insultarsi a vicenda, mi hanno fatto un po' sorridere. Sicuramente la concezione che aveva della donna Bruno era proprio barbara, peggio che di un film porno, e forse si meritava davvero la mazzata sulla testa, ma credo che la sottomissione e le umiliazioni di Denise potevano essere rese anche senza un linguaggio così volgare. Naturalmente non ho niente contro tale linguaggio, magari limitarlo un po' o cambiare frasi come questa: "– Stai zitta, puttana. Dammi un bacio" dove non riesco a immaginare la scena, se non in maniera buffa. Non so se ho reso l'idea.
In ogni caso, in bocca al lupo!

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lordmax
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Re: Porta a Prato, di Filippo Puddu

Messaggio#12 » martedì 23 maggio 2017, 22:27

Molto crudo, credo lo diranno tutti, ma perfettamente in linea con l’immagine che volevi dare.
Sono leggermente in dubbio sul tema, non mi sembra centratissimo a meno di pensare al coraggio necessario per scrivere il racconto stesso.
trattandosi di un racconto post apocalittico la scena della donna che allarga le gambe è accettabile, sembra più da film porno o da Mad Max di serie B.
Avrei ridotto un minimo le descrizioni della parte centrale per focalizzarmi sul rapporto fra i due e il rapporto della donna con la lettura al fine di far empatizzare di più i lettori.
Mi stona leggermente lo sputo sulla prima vittima perché denuncia un odio che fino a quel punto sembrava rivolto solo al suo amante.
Nel complesso una buona prova.

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Callagan
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Re: Porta a Prato, di Filippo Puddu

Messaggio#13 » martedì 23 maggio 2017, 23:30

@Terribile
Nella revisione, che la caduta della connessione mi ha impedito di inviare in tempo, avevo eliminato proprio quel "puttana" che hai indicato tu X'D
Insomma per me tutto aveva trovato un suo equilibrio. Per quanto riguarda lo sproloquio, seppur grottesco, non lo trovo così artificioso da essere irreale (o meglio, non veritiero nel contesto che ho provato a delineare).
Eeee sì, l'ambientazione è proprio quella! :)

@Lord
A parte il fatto che ho avuto occasione di giocare al gioco che hai creato e a cui si rifà il tuo avatar e ti ringrazio di cuore! ^^
Comunque
Sono leggermente in dubbio sul tema, non mi sembra centratissimo a meno di pensare al coraggio necessario per scrivere il racconto stesso.

Ahahaha ma lo devo prendere come un complimento? Grazie! Mi sembra di aver sortito lo stesso effetto che avrei generato tra i passanti uscendo nudo di casa...

Avrei ridotto un minimo le descrizioni della parte centrale per focalizzarmi sul rapporto fra i due e il rapporto della donna con la lettura al fine di far empatizzare di più i lettori.

Un'arma a doppio taglio, se ci pensi. Perché quel paragrafo dà una collocazione alla vicenda, una maggiore tridimensionalità alla donna e serve un assist per la coerenza del finale (riferimento ai libri).

Mi stona leggermente lo sputo sulla prima vittima perché denuncia un odio che fino a quel punto sembrava rivolto solo al suo amante.

In realtà non lo chiamerei odio, disprezzo magari. È legato alla frase che la prima vittima le rivolge, sul fatto che le donne non dovrebbero andare in giro da sole... sottintende una considerazione bassa della donna, almeno inferiore all'uomo. Questa è una componente che fa crescere il disprezzo di Denise che finisce per essere rivolto ai maschi tutti. Almeno, questa è l'idea che volevo dare con quelle poche parole incastrate nel contesto.

Comunque grazie del commento e dell'apprezzamento. L'accostamento col film da serie B ci sta, non l'avevo pensato. ^^

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ilVeltro
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Re: Porta a Prato, di Filippo Puddu

Messaggio#14 » mercoledì 24 maggio 2017, 12:26

Ciao Toscanpunk,
ecco un racconto e un modus narrandi prepotentemente nelle mie corde!
Una schitarrata di bassi post-apocalittici alla fiorentina, di Maccartismo (Cormac, non Joseph) impudente, di Codici Genesi al ragù di chianina.
Linguaggi aspri, argomenti scabri, riferimenti a un universo immaginifico e dirupato che pulsa nella tua mente ma che è retaggio di ogni inconscio umano.
Chi critica o storce il naso per un pompino e un pò di fica tumefatta vada a leggersi Moccia.
Se ci fosse un romanzo dietro a questo scorcio, lo leggerei assai volentieri.
In bocca al lupo per il contest,
Il Veltro
Non è morto ciò che può vivere in eterno e in strani eoni anche la morte può morire.

Quando sento la parola "cultura" alzo il cane della mia Browning.

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Callagan
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Re: Porta a Prato, di Filippo Puddu

Messaggio#15 » mercoledì 24 maggio 2017, 16:13

ilVeltro ha scritto:Ciao Toscanpunk,
...
In bocca al lupo per il contest,
Il Veltro


"Chi critica o storce il naso per un pompino e un pò di fica tumefatta vada a leggersi Moccia."
Ti posso assumere come mio avvocato? Mi sembri molto diplomatico X'D
Grazie comunque!
Cormac resta sempre un mio grande riferimento letterario, Codice Genesi è un film che ho visto da poco e, nonostante mi abbia deluso, ha finito per influenzarmi nello scrivere questa storia. Insomma hai beccato in pieno le immagini che avevo in testa mentre pensavo uno scenario post-apocalittico.
Grazie del commento e un grosso in bocca al lupo anche a te!

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AmbraStancampiano
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Re: Porta a Prato, di Filippo Puddu

Messaggio#16 » mercoledì 24 maggio 2017, 21:47

Ciao Filippo,
il tuo racconto mi ricorda moltissimo un fumetto pubblicato da Lanciostory anni e anni fa, si chiamava Danske.
Il post apocalittico, se focalizzato sulla miseria umana, è già di per sé un genere coraggioso, che implica una certa "educazione" da parte del lettore; personalmente ho molto apprezzato la crudezza del linguaggio, mimetica appunto con gli stilemi del genere, e le immagini forti.
La storia è una storia di ribellione, l'attimo cristallizzato è quello in cui Denise ha finalmente il coraggio di affrontare il suo oppressore e riprendere in mano il proprio destino.
La descrizione di Porta Prato è veramente bella. L'unica cosa che non ho capito è l'importanza che riveste il crocifisso per Denise; è semplicemente un bottino come un altro? Leggendo ho avuto la sensazione che per lei fosse speciale, ma non ho capito perché.
Secondo me è un ottimo lavoro.
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

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Re: Porta a Prato, di Filippo Puddu

Messaggio#17 » giovedì 25 maggio 2017, 13:47

AmbraStancampiano ha scritto:Ciao Filippo,
...
La descrizione di Porta Prato è veramente bella. L'unica cosa che non ho capito è l'importanza che riveste il crocifisso per Denise; è semplicemente un bottino come un altro? Leggendo ho avuto la sensazione che per lei fosse speciale, ma non ho capito perché.
Secondo me è un ottimo lavoro.

Carissima Ambra. È bello incontrarsi finalmente qui (è così tanto tempo che non succede che non ricordo più se ho mai ricevuto un tuo commento...)
Son contento che ti sia piaciuto e ormai mi son messo il cuore in pace per questo mio delirio: o lo si ama o lo si odia (che non è manco un brutto risultato, dico, per un lettore suscitare reazioni tanto forti nei lettori... potrei vantarmene a vita ahaha).
Eh, per quanto riguarda il finale sappi che il personaggio ha lasciato gli stessi dubbi a chi l'ha creato. Seppur trovi coerente la scena finale (per gli "indizi" che si trovano nel racconto), manca quella motivazione. E la mancanza è un invito (per me) e un suggerimento (per il lettore) nell'andare avanti con la storia. Chissssà!

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AmbraStancampiano
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Re: Porta a Prato, di Filippo Puddu

Messaggio#18 » giovedì 25 maggio 2017, 14:13

Eheheh è vero, non ricordo se ho mai commentato te o tu me. Ma questo non è un grosso problema, possiamo "demolirci" in qualsiasi momento, basta chiedere :P
A presto, spero ;)
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

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giuseppe.gangemi
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Re: Porta a Prato, di Filippo Puddu

Messaggio#19 » giovedì 25 maggio 2017, 22:42

Ciao,
anche qui come nel racconto di GabrySyb abbiamo la storia di una donna che ha il coraggio di ribellarsi e fare fuori un uomo aguzzino e padrone. Buono il linguaggio e il vocabolario crudo nella descrizione di certe scene. Bella anche l'ambientazione post apocalittica di una società allo sbando. tema rispettato.

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antico
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Re: Porta a Prato, di Filippo Puddu

Messaggio#20 » martedì 30 maggio 2017, 14:13

Sono molto incerto nel valutare questo racconto. Potenzialmente è da pollice su, ma manca un elemento fondamentale: il perché del momento di svolta nella protagonista. Lo percepisco e in seconda lettura è più chiaro, ma resta il fatto che devi lavorarci meglio, senza eccedere, ovviamente. La sua rabbia repressa è ok, ma voglio sapere di più su di lei (e magari sul contesto, che la caratterizza) per riuscire a provare empatia con il tutto. Allo stato attuale vedo una struttura molto buona, ma che deve essere affinata. Pollice tendente all'alto per me.

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