La classifica e i commenti di Matteo Di Giulio
La classifica e i commenti di Matteo Di Giulio
Matteo Di Giulio è stato guest star della SESSANTASETTESIMA Edizione di Minuti Contati.
"Matteo Di Giulio, scrittore, saggista e traduttore, vive a Milano, dove è nato nel 1976.
Critico cinematografico, ha collaborato con festival e riviste. È stato vicedirettore dell'Asian Film Festival di Roma. Nel 2008 ha curato il saggio Non è tempo di eroi. Il cinema di Johnnie To. Suoi articoli sono stati tradotti in inglese e cinese.
Ha pubblicato i romanzi La Milano d’acqua e sabbia (2009), finalista al Premio Belgioioso Giallo, Quello che brucia non ritorna (2010), I delitti delle sette virtù (2013), finalista al Premio Carlo Oliva, Figli della stessa rabbia (2016), Indagine al Giambellino (2017) e La congiura delle tre pergamene (2017). Suoi racconti sono apparsi su diverse antologie e su "Velvet – la Repubblica" (biografia tratta dal SUO SITO)
QUI potete trovare l'intervista che ha rilasciato a Minuti Contati in occasione dell'edizione che l'ha visto come guest star.
QUI, invece, potete trovare un suo racconto presente sulla nostra Vetrina.
Di seguito i suoi commenti a tutti e quindici i finalisti di questa CENTESIMA EDIZIONE e in fondo la classifica.
COMMENTI
Troppo visibile, di Fernando Nappo
Racconto ironico, divertente, dalla scrittura frizzante e con una struttura narrativa completa. Elabora bene uno spunto surrealista e lo porta al climax utilizzando dialoghi e personaggi.
Not Safe for Witches, di Mario Pacchiarotti
La storia riesce a elaborare un contesto epico e cupo, i personaggi sono credibili e c’è un discreto senso del ritmo.
Camera 303, di Erika Adale
La scrittura è coraggiosa, quasi sperimentale nell’utilizzo della seconda persona. Le situazioni sono ben descritte. Con una storia più forte la prosa sarebbe emersa ancora di più.
Un nuovo inizio, di Roberto Romanelli
Buona la sequenza narrativa, un po’ debole l’idea. Lo stile veloce aiuta lì dove le situazioni sono un po’ telefonate.
Non dovevi farlo, di Giancarmine Trotta
Il ritmo c’è, a volte però sostituisce il plot e lo mortifica, dando la sensazione che quest’ultimo sia poco importante; ma per fortuna la scrittura tiene in piedi il tutto e l’impianto narrativo non crolla.
Assenza, di Viviana Tenga
Il racconto è ben scritto e gode di una sua logica, però la storia è davvero troppo esile e rischia di perdersi il lettore per strada.
La vita nonostante, di Maurizio Bertino
Buoni i dialoghi, che fungono da fulcro narrativo. Manca una scintilla che riesca a emozionare sul serio il lettore.
Il male assoluto, di Marco Roncaccia
Una struttura così complessa in un racconto così breve finisce più per penalizzarlo che per renderlo interessante. Lo stile però è personale: un rischio che, in un contesto più ampio e meglio strutturato, potrebbe avere successo.
Lag, di Eleonora Rossetti
L’idea è valida, ma si poteva sviluppare meglio. Le scene a effetto funzionano di per sé, ma avrebbero bisogno di maggior coesione nel contesto: così il racconto soffre della mancanza di pathos.
Sul gradino, di Ambra Stancampiano
Se il concetto di fondo c’è, e quindi il racconto ha ragione d’esistere, il ritmo blando lo penalizza e rischia di non far passare il messaggio.
Il cacciatore di sguardi, di Raffaele Marra
La prosa è troppo lenta per un racconto così breve. Servivano uno sguardo e una scrittura più schietti, più dinamici: purtroppo la storia, che avrebbe dei potenziali risvolti emotivi su cui lavorare, non decolla.
Versioni, di Riccardo Rossi
Un racconto un po’ troppo confuso, con personaggi poco caratterizzati. I dialoghi sono ben pensati, ma serve di più per incollare il lettore alla pagina.
Il grande inquisitore, di Giuseppe De Micheli
L’idea c’è, ma non è supportata da una prosa che la renda epica e tragica. Si poteva giocare meglio sul colpo di scena finale.
Il generale in barca, di Andrea Partiti
La sensazione di déjà-vu è troppo forte e rovina l’omaggio letterario. Alla mancanza di originalità si affianca una scrittura non particolarmente brillante, che avrebbe invece dovuto essere il motore della storia.
Dettagli, di Sara Tirabassi
Scrivere un racconto ironico è molto difficile: in questo caso la prosa e l’idea non riescono ad andare a braccetto e il divertimento finisce ben prima dell’ultima riga. Con più dialoghi e più ritmo forse potrebbe funzionare, ma così è troppo statico.
CLASSIFICA
1. Troppo visibile
2. Not Safe for Witches
3. Camera 303
4. Un nuovo inizio
5. Non dovevi farlo
6. Assenza
7. La vita nonostante
8. Il male assoluto
9. Lag
10. Sul gradino
11. Il cacciatore di sguardi
12. Versioni
13. Il grande inquisitore
14. Il generale in barca
15. Dettagli
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