La classifica e i commenti di Consolata Lanza

Regole speciali per la CENTESIMA di Minuti Contati!
Lunedì 12 giugno: DELLA ROSSA NIGHT
Mercoledì 14 giugno: FRASCELLA NIGHT
Lunedì 19 giugno: BERTINO NIGHT
Una serata per ogni Campione di MC (manca Bommarito causa impegni). Si potrà decidere di partecipare a una sola serata, a due o a tutte tre. Ogni Campione potrà partecipare alle serate degli altri Campioni. Ogni serata sarà trattata come edizione a se stante (quindi i racconti non verranno mischiati) e i partecipanti di ogni serata avranno una settimana di tempo per consegnare commenti e classifica. Ogni serata avrà divisione in gruppi in caso di superamento dei 13 partecipanti. Al termine della settimana di commenti e classifiche, a qualle degli autori si aggiungerà quella del Campione della serata e i migliori di ogni serata verranno raggruppati in un gruppone finale e commentati dagli autori (volontari) che non avranno ottenuto l'accesso alla finale e da guest (volontarie, tra quelle che hanno dato vita alla Quarta e alla Quinta Era). Sarà possibile accedere al Gruppo Finale con più di un racconto. Il vincitore del Gruppo Finale sarà dichiarato CAMPIONE DELLA CENTESIMA EDIZIONE.

Questa CENTESIMA EDIZIONE non sarà considerata come tappa della Quinta Era, bensì come PRIMA TAPPA del circuito de LO SCRITTORE DELL'ESTATE 2017.
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La classifica e i commenti di Consolata Lanza

Messaggio#1 » venerdì 14 luglio 2017, 14:03

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Consolata Lanza è stata la guest star dell'OTTANTANOVESIMA Edizione di Minuti Contati. Torinese, è scrittrice e blogger. Ha pubblicato numerosi libri, l’ultimo dei quali è Gli anni al sole, Buckfast Edizioni, e molti racconti in antologie come Fata Morgana, Le figlie di Chtulhu, HotTELL, La mia città senza grazia e altre. Partecipa a ALIA 2.0, antologia periodica di letteratura fantastica. Nel blog Anaconda Anoressica si occupa di libri, con qualche variazione sul tema.

QUI potete trovare un suo racconto presente sulla Vetrina di Minuti Contati.

Di seguito, i suoi commenti ai racconti finalisti della CENTESIMA e, in coda, la sua classifica.


COMMENTI

SUL GRADINO, di Ambra Stancampiano
Ragazzino vuole scappare di casa ma non riesce a decidere sulla direzione, e rimane immobile per
sempre. Aspetti positivi: ambientazione precisa costruita sui particolari talora originali (la vicina di
casa), struttura narrativa ben congegnata, sviluppo coerente. Scrittura ricercata. Aspetti negativi:
sicilianità stereotipata, espressa con un eccesso di aggettivi. Il finale sarebbe più interessante se
rimanesse sospeso limitandosi a sottolineare l’immobilità del personaggio. L’ultima trovata risulta
un po’ superflua.

IL GENERALE IN BARCA, di Andrea Partiti

Un vecchio pescatore pesca un pesce siluro poi lo ributta in acqua. Ottima scrittura, lessico ricercato
(anche se avrebbe potuto evitare certi aggettivi superflui, che non connotano, come “corta canna”,
“grossa esca”, “piccola barca”), molto controllata, buona tensione narrativa e finale che colpisce.
Interessante. Buono anche, se voluto, il sottile e ironico rispecchiamento hemingwayano.

DETTAGLI, di Sara Tirabassi
Descrive particolari apparentemente slegati e inesplicabili in modo da non fare capire la situazione
fino al disvelamento finale. In certi momenti appare un po’ pretenzioso, ma il suo pregio è
l’effettivo sforzo di originalità. L’idea iniziale è bella, mi piace, peccato per il solito gatto che non
se ne può più (ma questa è solo un’idiosincrasia mia, non toglie niente al valore del racconto).
Buona scrittura.

IL CACCIATORE DI SGUARDI, di Raffaele Marra

Il sorriso di una ragazza cambia il destino di un tipo autistico che fa una vita incolore. Questo
racconto si regge su un plot poco originale sia nelle premesse che nella realizzazione narrativa, ma
che sarebbe accettabile se non fosse per la debolezza della scrittura, insieme ricercata e
piena di sciatterie (neologismi inutili: perpetrare un cammino (!!!), andare a lavoro; ovvietà:
tramezzino freddo; frasi fatte: mare in tempesta, guance di pesca; burocratese fuori contesto: attende
risposta). Il finale melodrammatico non convince.

LA VITA NONOSTANTE, di Maurizio Bertino
Ambientazione distopica per interno familiare tradizionale. Un abile uso di paradossi (come i
migranti diventano un’opportunità proprio nei due campi in cui sono accusati, le opportunità di
lavoro e la diffusione delle malattie) che però vengono mortificati dalla misura del testo (il terzo
paradosso, quello del bacio al ranocchio, risulta un po’ superfluo) un po’ troppo costruito. La parte
migliore è la prima, fino alla scoperta patetica della sedia a rotelle. Necessita di editing nella
punteggiatura del dialogo.

TROPPO VISIBILE, di Fernando Nappo
Un tizio decide di diventare invisibile, ma le pressioni in ufficio lo costringono a indossare un
indumento dopo l’altro, fino a risultare nuovamente visibile. Apologo ben svolto, l’idea è semplice
ma interessante, e almeno ci prova a costruire una narrazione in cui immaginazione e
struttura procedono insieme in armonia. Avrebbe bisogno di un po’ di editing ortografico (2 volte
“mogie” per moglie, “si” senza accento come affermazione).

VERSIONI, di Riccardo Rossi
Una paziente di comunità psichiatrica parla di un calcolatore alterquantico suscitando dubbi – è
pazza o dice una verità che solo lei conosce? Molto interessante. La prosa ellittica e allusiva attrae
proprio con quello che non dice. Riesce a raggiungere un obiettivo difficile con mezzi limitati e un
linguaggio molto sorvegliato. Incuriosisce e costringe a rileggere. Necessita di editing nella
punteggiatura del dialogo.

LAG, di Eleonora Rossetti
Un astronauta assiste via skype al parto della moglie che alla fine muore, ma tra di loro si frappone
il lag temporale. Il plot è un po’ melodrammatico e telefonato ma la rappresentazione del lag e
l’effetto straniante sono realizzati molto bene, e ben espressi in un linguaggio semplice e limpido.

CAMERA 303, di Erika Adale
Prima parte in seconda persona in cui un personaggio femminile rassetta e si occupa della famiglia,
poi una seconda parte in terza persona con ribaltamento di punto di vista e rivelazione. L’insieme
risulta basato su un effettaccio che cerca di acchiappare il lettore con un pugno nello stomaco.
Sinceramente mi è parso troppo facile per essere interessante.

ASSENZA, di Viviana Tenga
Studentessa ha perso un amico del cuore morto in moto, e ha un fidanzato geloso. Ci ripensa e alla
fine segue il consiglio dell’amico mollando il geloso. Lo svolgimento è semplice, comunque c’è un
tentativo di costruire una storia nello spazio breve, con tre personaggi principali e altri di
contorno. Forse non è molto originale ma è sicuramente accettabile, anche nella scrittura.

IL GRANDE INQUISITORE, di Giuseppe De Micheli
Si flagella con gatto a nove code per punirsi di avere goduto guardando una torturata, e al pensiero
gode di nuovo. Abbastanza artificioso e costruito, furbastro. Scritto in modo accettabile (a parte
l’orribile termine “suppliziato” usato due volte). Molto scontato e prevedibile l’uso del cliché del
lussurioso che si autopunisce.

NON DOVEVI FARLO, di Giancarmine Trotta
Quando uscirà dal carcere il protagonista maschile vuole andare a pisciare sulla tomba della donna
che amava ma che ha ammazzato perché era rimasta incinta. Difficile riuscire ad attuare la
sospensione dell’incredulità con questo racconto, artificioso e poco credibile proprio nella
costruzione della voce narrante, anche un po’ banale nella sua inesplicabilità. Vuole cavalcare
l’emotività della violenza sulle donne, ma non convince.

NOT SAFE FOR WITCHES, di Mario Pacchiarotti
C’è un supplizio a una strega, accusata dall’inquisitore di avere giaciuto con il diavolo. Viene
condannata, e l’inquisitore va a puttane. Si toglie il mantello, è lui Satana. Un po’ prevedibile
l’ambientazione e stereotipato il linguaggio, l’inquisitore è un personaggio un po’ abusato, ma la
sorpresa finale è ben costruita.

IL MALE ASSOLUTO, di Marco Roncaccia
Monologo di un pazzo che ammazza il suo psichiatra e poi si suicida dopo avere letto Nietzsche.
Abbastanza efficace anche se usa mezzacci, carica i toni e il contenuto è molto sopra le righe.
Scrittura veloce ed efficace. Non male.

UN NUOVO INIZIO, di Roberto Romanelli
Difficile entrarci, bisogna rileggerlo anche quando si sa che cosa vuole dire, il che non è un pregio.
Se ho ben capito, Capitan Uncino e Trilly cyborg vanno a vedere un posto in cui ci sono la ciurma
di Capitan Uncino e le compagne di Trilly fatti a pezzi da Peter Pan. L’insieme è suggestivo e
abbastanza coinvolgente. Non male.


CLASSIFICA

1 VERSIONI
2 IL GENERALE IN BARCA
3 LAG
4 TROPPO VISIBILE
5 DETTAGLI
6 IL MALE ASSOLUTO
7 SUL GRADINO
8 ASSENZA
9 LA VITA NONOSTANTE
10 UN NUOVO INIZIO
11 NOT SAFE FOR WITCHES
12 IL GRANDE INQUISITORE
13 NON DOVEVI FARLO
14 IL CACCIATORE DI SGUARDI
15 CAMERA 303



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