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Non sgarro mai

Inviato: lunedì 12 giugno 2017, 23:49
da DandElion
“Sono le 7 del mattino finalmente la mia giornata è finita.”
È il pensiero che mi accompagna tutte le volte che il sole sale ed io finalmente posso scendere nel piccolo spogliatoio del posto dove lavoro, levarmi questa ridicola divisa che mi fa sembrare un poliziotto americano uscito da un film di terz’ordine e trascinarmi per i pochi isolati che mi separano da casa.
Sono una guardia, una guardia notturna, non c’è molto di più da dire.
Una noiosa successione di medesimi attimi, ordinati e composti, sempre uguali a se stessi è tutto ciò che chiamo “vita”.
Attendo le ore disegnando profili immaginari e identici nella notte scura.
Fossi almeno un piedipiatti porterei un arma con me, indurendo i muscoli toccandola nella fondina: pronto, proteso al momento in cui tendendo i nervi in un fascio la userò, e invece niente: sono solo un guardiano. Mi pagano per guardare, ignorare se c’è qualcosa che non devo vedere e, se sento un rumore, il massimo dell’arma su cui posso fare affidamento è una bottiglia d’acqua se la mia discreta mira non mi tradisce.
Lavoro in una clinica per lungodegenti. Qui, non succede mai nulla di notte, nulla davvero. Nessuna emergenza, nessun ricovero, nessun ingresso, nessuna uscita.
La totale morte della suspense. Nulla di nulla.
Esco da lavoro e odio il sole che mi stordisce.
Giro la curva, il palazzo si leva, smette di essermi schermo e sempre alle 7:35 mi ferisce puntuale gli occhi.
Sono davanti al portone. Affronto la porta, sempre con lo stesso movimento, altrimenti non si apre. Controllo la cassetta della posta, perennemente vuota. Salgo le scale.
Entro a casa. Il salotto in disordine, le mutande sul divano, un cartone della pizza per terra. Li ignoro. Mi infilo nel letto. Non bado a nessuno e nessuno bada a me.
È splendida la vita del single, ma se sei trasparente lo è anche di più.
Se sparissi chi se ne renderebbe conto? Ma sono domande da porsi? Cosa importa?
Saranno le 8 e mezza, come ogni mattina.
Con questa angoscia esistenziale, pura, condita di menefreghismo d’annata mi addormento, abbracciato al ricordo di un amore al mio fianco. Vorrei convincermi che tornerà, disegnare il suo profilo con le mie dita sotto le lenzuola, vorrei.. Non mi aspetto nemmeno più che mi scriva, mi chiami..
Saranno le 5 e trenta, come ogni sera. Nove ore tonde, non sgarro mai. Toglietemi tutto, la dignità di uomo persino, ma non il sonno. Mi alzo, mi gratto il sedere seduto sul letto, non riesco a ricordarmi che cosa ho sognato. Mi faccio un caffè lungo mentre metto su l’acqua della pasta, che ci mette esattamente il tempo della mia doccia ad arrivare al bollo. 200 grammi: di meno ho fame, di più non la riesco a finire.
Mi trascino per i pochi isolati che mi separano dal lavoro.
“Sono le sette di sera, la mia giornata inizia.”
È il pensiero che mi accompagna tutte le volte che il sole scende ed io finalmente posso salire dal mio piccolo spogliatoio, infilato in questa divisa che mi fa sentire un cavaliere e un supereroe.

Re: Non sgarro mai

Inviato: martedì 13 giugno 2017, 0:23
da antico
Tutto ok con i parametri! Divertiti in questa CENTESIMA!

Re: Non sgarro mai

Inviato: martedì 13 giugno 2017, 19:43
da Daniel Travis
Non mi dispiace l'idea dello spaccato di vita ambivalente alla fine e all'inizio della nottata di lavoro, anche se la sottotrama romantica credo lasci il tempo che trova, ma penso che sia possibile articolarlo meglio. Soprattutto la forma, anche volendo ignorare uno o due piccoli errori, è troppo zoppicante per non distrarre dalla lettura.

“Sono le 7 del mattino finalmente la mia giornata è finita.”

Manca la punteggiatura dopo "mattino".

Una noiosa successione di medesimi attimi, ordinati e composti, sempre uguali a se stessi è tutto ciò che chiamo “vita”.

"Medesimi" di solito non si usa così ("una serie di stessi attimi" non è esattamente di uso comune), senza contare che è seguito quasi immediatamente dal ridondante "sempre uguali a se stessi".

Fossi almeno un piedipiatti porterei un arma con me, indurendo i muscoli toccandola nella fondina: pronto, proteso al momento in cui tendendo i nervi in un fascio la userò, e invece niente: sono solo un guardiano.

Manca l'apostrofo in "un arma", e i due gerundi di fila ("indurendo i muscoli toccandola") sono un po' cacofonici.

Giro la curva, il palazzo si leva, smette di essermi schermo e sempre alle 7:35 mi ferisce puntuale gli occhi.

In questa frase il soggetto tecnicamente è il palazzo anziché il sole.

Vorrei convincermi che tornerà, disegnare il suo profilo con le mie dita sotto le lenzuola, vorrei.. Non mi aspetto nemmeno più che mi scriva, mi chiami..

Tre puntini di sospensione, non due...

In generale, la duplicità emotiva è una gran bella idea, complimenti, ma vorrei leggerla in una forma più coerente e corretta (al di là del contest, anche ampliarla non sarebbe male).

Re: Non sgarro mai

Inviato: mercoledì 14 giugno 2017, 23:00
da DandElion
Ciao Daniel, grazie dei consigli ne farò tesoro.
Le sviste di battitura non sono esattamente una mia abitudine, purtroppo ho fatto i salti mortali quella sera e non le ho proprio notate.. Amen, meritato "malus".
La ridondanza e il doppio gerundio sono voluti.. come il doppio puntino.. diciamo che questa della punteggiatura è la mia unica effettiva licenza.. Mai 3 puntini: il terzo mi sta cordialmente antipatico dai tempi del liceo..

Giro la curva, il palazzo si leva, smette di essermi schermo e sempre alle 7:35 mi ferisce puntuale gli occhi.
Svista totale. Punto per te: non mi ero accorta di essermi persa il soggetto per strada.

Soffro molto del limite dei 3000 caratteri, me ne servirebbero sempre 2/300 in più per limare il tutto. Migliorerò, spero, andando avanti con le edizioni..

Grazie! Grazie! Grazie!

Re: Non sgarro mai

Inviato: giovedì 15 giugno 2017, 9:28
da eleonora.rossetti
Ciao!
Ti sei concentrata sulla quotidianità degli eventi per sottolineare il fatto che non succeda niente, in questo caso il fatto che il protagonista dorma di giorno e lavori di notte accentua la cosa (dormendo non accade granché di giorno).
Al di là delle imprecisioni stilistiche che ti sono già state segnalate, l'ho trovato un po' "lista della spesa", ovvero appunto una lista di azioni per descrivere la monotonia e l'insipido trascorrere del giorno nelle attività obbligatorie (doccia, pasti, sonno), prive di alcun guizzo. Ho inteso il tuo intento, far appunto capire che la giornata di quest'uomo non ha nulla di che, tuttavia non mi accalappia come invece hanno fatto altri racconti, nonostante il tentativo di infilare una punta di nostalgia romantica quando parli della compagnia nel letto.
Sono stata perplessa sul finale: nelle prime righe sottolinei che la sua è una ridicola divisa e poi, quando torna al lavoro, la descrive come qualcosa che lo fa sentire un supereroe. Non capisco se è voluto (cioè lui si illude ogni giorno di questa cosa per poi tornare disilluso alla fine del turno), ma se questo fosse stato l'intento mi sarei aspettata che le fasi che precedono il lavoro fossero più "gaie" (esempio, lui si "trascina" sempre verso il lavoro, se si considerasse un supereroe non ne accuserebbe il peso).
Non so, non mi ha convinta del tutto.
Alla prossima!

Re: Non sgarro mai

Inviato: giovedì 15 giugno 2017, 22:41
da jimjams
Anche in questo caso abbiamo la descrizione di una vita monotona, con qualche concessione ai rimpianti e un personaggio che è lui stesso appiattito nella sua piatta vita. La realtà è che quando ci si sente così non è la vita a essere piatta ma siamo noi a renderla tale. E mi sarei aspettato che emergesse qualcosa di questo dal racconto, o qualche altra cosa che ci facesse riflettere. Invece ci sono dei timidi tentativi, ma tutto sommato non sono rimasto colpito. Succede spesso anche a me, cercare di trasmettere qualcosa e non riuscirci.

Re: Non sgarro mai

Inviato: giovedì 15 giugno 2017, 23:32
da Eugene Fitzherbert
Ciao, Dand!
Già molti prima di me si sono espressi su questo racconto.
Lo stile è il tuo, frammentato, quasi diviso in scene, dal sapore amaro quanto un boccone di fiele.
Mi piace l'andamento quasi crepuscolare della fine del turno e del ritorno alla sua vita (?) di sempre, una vita che si attorciglia su se stessa in una spirale di disperazione e angoscia. C'è tanta sofferenza e una terribile sensazione di sconfitta che pervade ogni frase.

Re: Non sgarro mai

Inviato: venerdì 16 giugno 2017, 11:43
da DandElion
eleonora.rossetti ha scritto:Non capisco se è voluto (cioè lui si illude ogni giorno di questa cosa per poi tornare disilluso alla fine del turno), ma se questo fosse stato l'intento mi sarei aspettata che le fasi che precedono il lavoro fossero più "gaie" (esempio, lui si "trascina" sempre verso il lavoro, se si considerasse un supereroe non ne accuserebbe il peso).



Era proprio questo l'intento: la trasformazione da persona grigia a "guardia" ...avevo pensato di titolarlo "io sono Batman" però poi memore di chi attribuiva ad Ariel il solo merito del cartone Disney senza conoscere Andersen ho pensato di non indurre in tentazione con paralleli arditi..

L'unica cosa che da un minimo di dignità a questa persona è il suo lavoro.. che è la stessa cosa che gli leva la socialità -mai una cena, un cinema o qualsiasi altra cosa piacevole per lui- Eppure è il suo lavoro, per questo si sente completo e realizzato solo così.. Poi dopo tutta la notte di veglia sopraggiunge ovvia la stanchezza.. non so se hai mai avuto l'onere di lavori notturni.. per quanto il tuo lavoro possa piacerti sei SEMPRE stanco morto.. ti trascini veramente.

Re: Non sgarro mai

Inviato: venerdì 16 giugno 2017, 11:44
da DandElion
Eugene Fitzherbert ha scritto:Ciao, Dand!
Già molti prima di me si sono espressi su questo racconto.
Lo stile è il tuo, frammentato, quasi diviso in scene, dal sapore amaro quanto un boccone di fiele.
Mi piace l'andamento quasi crepuscolare della fine del turno e del ritorno alla sua vita (?) di sempre, una vita che si attorciglia su se stessa in una spirale di disperazione e angoscia. C'è tanta sofferenza e una terribile sensazione di sconfitta che pervade ogni frase.


Mi sa che mi conosci troppo xD

Re: Non sgarro mai

Inviato: venerdì 16 giugno 2017, 11:46
da DandElion
jimjams ha scritto:Anche in questo caso abbiamo la descrizione di una vita monotona, con qualche concessione ai rimpianti e un personaggio che è lui stesso appiattito nella sua piatta vita. La realtà è che quando ci si sente così non è la vita a essere piatta ma siamo noi a renderla tale. E mi sarei aspettato che emergesse qualcosa di questo dal racconto, o qualche altra cosa che ci facesse riflettere. Invece ci sono dei timidi tentativi, ma tutto sommato non sono rimasto colpito. Succede spesso anche a me, cercare di trasmettere qualcosa e non riuscirci.


Allora mi confermi che ce l'ho fatta: volevo trasmettere grigiore e monotonia!!
In fondo.. non succede MAI niente..

Re: Non sgarro mai

Inviato: lunedì 19 giugno 2017, 15:08
da Andrea Partiti
La giornata in cui succede nulla c'è. Però succede troppo nulla! Mi aspettavo almeno qualche forma di conflitto interiore, non che la sua giornata andasse avanti e ripartisse da capo, dorme mangia ricomincia a lavorare. Penso si potesse barare sul tema un pelino più di così :)
E' come se ci preparassi a quel qualcosa che ci fa vedere davvero nella mente del tuo protagonista, dopo avercelo mostrato indirettamente attraverso la noia, la trascuratezza della casa, l'allusione al suo amore passato, ma non concretizzassi mai questa preparazione.
Intravedo un voler mostrare il suo lavoro come positivo quando inizia perché è un'ancora di salvezza dalla vita grigia ma anche negativo perché è causa della vita grigia, ma ammetto di avere dei dubbi. Sospetto che sia un mio voler cercare a ogni costo una terza lettura.

Re: Non sgarro mai

Inviato: lunedì 19 giugno 2017, 23:30
da jimjams
DandElion ha scritto:
jimjams ha scritto:Anche in questo caso abbiamo la descrizione di una vita monotona, con qualche concessione ai rimpianti e un personaggio che è lui stesso appiattito nella sua piatta vita. La realtà è che quando ci si sente così non è la vita a essere piatta ma siamo noi a renderla tale. E mi sarei aspettato che emergesse qualcosa di questo dal racconto, o qualche altra cosa che ci facesse riflettere. Invece ci sono dei timidi tentativi, ma tutto sommato non sono rimasto colpito. Succede spesso anche a me, cercare di trasmettere qualcosa e non riuscirci.


Allora mi confermi che ce l'ho fatta: volevo trasmettere grigiore e monotonia!!
In fondo.. non succede MAI niente..


:-P

Re: Non sgarro mai

Inviato: martedì 20 giugno 2017, 13:56
da DandElion
Andrea Partiti ha scritto:La giornata in cui succede nulla c'è. Però succede troppo nulla! Mi aspettavo almeno qualche forma di conflitto interiore, non che la sua giornata andasse avanti e ripartisse da capo, dorme mangia ricomincia a lavorare. Penso si potesse barare sul tema un pelino più di così :)
E' come se ci preparassi a quel qualcosa che ci fa vedere davvero nella mente del tuo protagonista, dopo avercelo mostrato indirettamente attraverso la noia, la trascuratezza della casa, l'allusione al suo amore passato, ma non concretizzassi mai questa preparazione.
Intravedo un voler mostrare il suo lavoro come positivo quando inizia perché è un'ancora di salvezza dalla vita grigia ma anche negativo perché è causa della vita grigia, ma ammetto di avere dei dubbi. Sospetto che sia un mio voler cercare a ogni costo una terza lettura.


Sono una stronza infame.. mi piace lasciare "appesi" i lettori :P

Re: Non sgarro mai

Inviato: martedì 20 giugno 2017, 16:27
da diego.ducoli
Ciao Dand
Il tuo è uno dei primi racconti che ho letto, non ti faccio appunti sulla scrittura che secondo me va più che bene.
La nota negativa del pezzo, se cosi si vuole dire, è la declinazione del tema: nel senso che non succede proprio nulla. Ho letto in un commento che volevi trasmettere grigiore e monotonia e in quello ci sei riuscita quindi come esercizio va bene ma, come racconto, vorrei qualcosa di più.