I commenti di Angelo Frascella

Appuntamento a mercoledì 14 giugno alle ore 21 con il tema di Angelo Frascella, Campione della Terza Era di Minuti Contati. Chi vorrà partecipare avrà tempo fino all'una di notte per postare un racconto di massimo 3000 caratteri spazi inclusi incentrato su quel tema.

NB: la partecipazione alla Frascella Night non preclude la partecipazione alla Della Rossa Night e alla Bertino Night. Volendo, si può partecipare anche a tutte e tre!
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I commenti di Angelo Frascella

Messaggio#1 » venerdì 30 giugno 2017, 14:21

Ecco i commenti di Angelo Frascella ai racconti semifinalisti! QUI potete trovare la news con tanto di classifica e ammessi alla grande finale!

Devo dire che ho letto degli ottimi racconti e sono molto soddisfatto del modo in cui avete approcciato il mio tema. Mi sono sforzato di commentare e giudicare “alla cieca”, senza conoscere gli autori (tranne un paio che avevo sbirciato durante la serata). Sono davvero curioso, ora, di andare a scoprire chi ha vinto. Spero nessuno ci rimanga male: per quanto mi sia sforzato di essere oggettivo e di escludere ogni rumore di fondo, non posso non essere stato influenzato dai miei gusti e dalla mia visione della narrativa in questo momento della mia vita. Perciò, prendete la mia classifica per quella che è: una delle possibili 362.880 classifiche. Se a compilarla fosse stato un altro, la lista sarebbe stata diversa.
Quello che voglio dire a ogni autore di questa classifica è che esiste un altro presente in cui tu hai vinto. Ora devi solo continuare a lavorare perché quel presente si realizzi in un'altra edizione o magari in un concorso di quelli importanti. Il racconto che hai scritto nella Frascella Night è solo un passo in più verso quell’obiettivo.

Troppo visibile
Questo racconto ha un incipit fulminante (il che non guasta mai) che ci proietta subito nel mondo surreale in cui si svolgerà il tutto. L’approccio in cui l’impossibile è parte della narrazione, senza necessità di spiegazioni, ma accettato da tutti, mi è piaciuto molto: dato il postulato iniziale, la geometria del racconto è costruito su di esso in maniera perfetta. L’apologo morale che ne viene fuori è efficace e fa sorridere e, allo stesso tempo, è venato di pessimismo: andare contro-corrente, spezzare le catene, rimanendo, nello stesso tempo, all’interno del gioco, non si può. La saggia moglie già lo sa e “prevede problemi”. La chiusura circolare è la ciliegina sulla torta.

Versioni
Racconto dalla struttura molto classica: il dialogo fra paziente psichiatrico e un “normale”, il cui il dubbio che il matto non sia realmente tale viene affidato a usa serie di dettagli sempre più convincenti per il lettore. Scritto molto bene e di piacevole lettura, se la struttura non è originale, lo sono diversi elementi fondanti del racconto come il computer “alterquantico” in forma di puzzle, il presidente licantropo e la sorta di simbiosi fra scienziata e computer. Promosso a pieni voti.

Lag
Racconto straziante, in cui si incrociano due dei misteri più grandi del mondo: la morte e la relatività. Mi ha fatto un po’ pensare al gap temporale che separa padre e figlia in Interstellar. Forse per i miei gusti un po’ troppo struggente, ma sicuramente un racconto molto buono.

Camera 303
Non amo particolarmente l’uso della seconda persona in narrativa e trovo che dovrebbe essere usata con un motivo. E, in questo caso il motivo c’è: l’immersione completa del lettore della vita immaginaria della paziente della 303 che fa da contrasto con la vita reale che compare nella seconda parte. Il conflitto risulta proprio dal contrasto drammatico fra le due, senza bisogno di dire nulla, di esplicitare, di esasperare nulla. Vedo, nell’insieme, un’ottima conoscenza dei mezzi della scrittura e una bella capacità di scrivere per sottrazione, senza bisogno di “effetti speciali”

Assenza
Devo dire che, quando ho pensato il tema, mi aspettavo che qualcuno lo interpretasse in modo letterale e non sono rimasto deluso. Racconto con un tema interessante e ben trattato: la difficoltà di diventare grandi, l’adolescenza come momento di scelte difficili, quando manca l’esperienza, le emozioni sono forti e le certezze poche e annebbiate. In questo caso un’esperienza come la morte di qualcuno vicino da alla protagonista la possibilità di prendere coscienza di ciò che conta nella vita. Un buon racconto di crescita per nulla banale.

Scivolo
Il protagonista del racconto ha, in apparenza un superpotere: quello di intuire l’arrivo di momenti importanti, che possono cambiare il futuro. Più che un superpotere, però, sembra più una condanna, visto che non ha elementi che lo aiutino a scegliere. L’intuizione è molto bella e contiene una riflessione sulla nostra incapacità di controllare per davvero il nostro destino. Il difetto maggiore che ho trovato è che il racconto si traduce in una lunga riflessione del protagonista molto raccontata e poco coinvolgente da un punto di vista emotivo.

On the Rocks
Visto il tema del racconto, mi verrebbe da dire che mi ha lasciato un po’ “freddino”, anche se è gradevole. L’anima di una storia, di solito, è il conflitto. È vero che, con un po’ di abilità, si possono scrivere delle storie belle in assenza di conflitto ma bisogna lavorare a fondo su altri aspetti. Qui un vero conflitto è assente (c’è la nostalgia di Enzo, ma è molto blanda), però questa assenza non è bilanciata da altri elementi forti. Così il risultato finale, per quanto gradevole, mi è sembrato poco incisivo.
Aggiungo un dettaglio che, però, mi è sembrato un po’ “ingannevole”. Il narratore per due volte, parlando dei racconti di Enzo, dice “il SUO” presente / il “SUO” mondo. Alla fine, però, questo mondo risulta anche quello del narratore e questa è una piccola, ma importante scorrettezza nei confronti del lettore che penalizza il racconto.

Difettosa liceità della legge
Idea non originalissima quella del robot che si ribella al suo creatore dopo essere stato trattato come una macchina, pur essendo dotato di coscienza (tra l’altro mi ha fatto ripensare a quel bellissimo romanzo che è “la ragazza meccanica”), ma sempre efficace. Il problema è che nel racconto ci sono troppi spiegoni (o infodump se preferisci) e questo impedisce al lettore di vivere appieno l’ansia di questa donna, seppure artificiale, che sa quello che sta per accadere e non può impedirlo. Aggiungo che ci un elemento importante non spiegato: come può lei vincere la legge della robotica? In un racconto fantascientifico non si può non spiegare un elemento del genere e non basta la sua voglia di ribellarsi. È un po’ come non scoprire l’assassino in un giallo.
Aggiungo che, in ogni caso, secondo me questi difetti non sono da imputare all’autore/autrice, quantoalla complessità dello scenario dipinti che avrebbe bisogno di più spazio.

Tutto da capo
Il racconto, tra l’altro molto interessante e con una bella idea, è, secondo me, viziato da un errore di fondo: voler raccontare troppo in un racconto troppo breve. Tutta la prima metà del racconto è troppo raccontata e densa di avvenimenti e di idee, come un veloce sommario di un racconto molto più lungo(chi mi conosce meglio lo sa che in MC, con racconti da 3000 caratteri, quando partono i lunghi riassunti col trapassato, borbotto sempre). Il tutto riprende vita nella seconda parte quando torniamo “in diretta” e insieme a Brahama “stacchiamo la tela dal cavalletto, la poggiamo in terra e…”.
In generale, trovo sbagliato voler comprimere una vita in 3000 caratteri: lo spazio non basta. L’approccio migliore è quello di poche scene tutte in diretta sotto i nostri occhi. Non sempre è possibile (come in questo caso): non è una questione di bravura dell’autore, ma di idea non adatta a una dimensione così ridotta
Il mio suggerimento e di riprendere in mano il racconto ed espanderlo, dandogli lo spazio che merita.



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