Dentro la caverna
Inviato: giovedì 15 giugno 2017, 1:21
Dentro la caverna di
Alessio Terribile
L'ispettore Occhioscuro guidava impaziente su una strada sterrata di campagna. Era mezzanotte passata.
«Ispettore, se non fa attenzione finiremo fuori strada» disse l'agente Lanciotto.
«Lo so, ma ogni secondo è prezioso. Cosa dice il satellitare?»
«Fra mezzo chilometro dovremmo arrivare alla caverna.»
Arrivarono infine davanti a due grandi querce.
«Questo è il punto» disse Lanciotto.
Scesero dall'auto, accesero le torce e passarono oltre le querce.
«Guardi ispettore!» disse Lanciotto, puntando la torcia verso l'incavo di una grande roccia.
Arrivati sulla soglia estrassero le pistole.
«Occhi aperti, agente.»
La caverna era stretta ma riuscirono a passarci, le pareti erano frastagliate e li accolse un forte odore di umidità.
«Continuiamo» disse l'ispettore.
Attraversarono una stretta fenditura e si bloccarono appena videro quello che c'era dietro.
Una porta, in mezzo al nulla.
«Caspita» disse Lanciotto.
«Crede davvero che il nostro uomo abbia portato fin qui le donne?» disse l'agente.
«Non lo so. Ma lo scopriremo presto. Proviamo ad aprirla.»
L'ispettore afferrò la maniglia, vecchia di almeno un secolo. Lì dentro trovarono un'altra caverna.
«Ascolti agente, vado io. Lei resti qui, nel caso mi succedesse qualcosa chiami i rinforzi.»
«Va bene ispettore.»
Occhioscuro attraversò la porta, questa si richiuse subito.
Uscì dalla caverna era quasi l'alba. Era tutto diverso ma così terribilmente familiare. C'era una strada sterrata come quella dall'altra parte e vide delle tracce di ruote. Le seguì.
Dopo diversi chilometri si accorse che probabilmente non si trovava più nelle campagne abruzzesi.
Poi vide due macchine, quando si avvicinò si accorse che si erano scontrate. Dentro le auto non c'era nessuno.
Poi non molto distante trovò un mulino a vento.
Afferrò la pistola quando vide un uomo a terra, il suo uomo.
Notò che era ferito, ma ancora vivo. Aprì gli occhi e vi lesse il terrore appena incrociò i suoi.
«Calmo. Non ti faccio niente! Voglio solo sapere dove sono le donne.»
L'uomo si calmò.
«Mi sono avvicinato troppo al fuoco...io volevo solo riaverle con me, come una normale fam...»
«Che stai dicendo?»
«Sono entrati nella mia casa...salvale...» disse e morì.
Occhioscuro studiò la casa, poi entrò da una finestra. La casa era vecchia, ma in buone condizioni. Sentì delle voci forse dal salotto. Forse i tizi che hanno ucciso il rapitore. Non sapeva quanti erano, per cui preferì trovare le donne.
Salì sopra, dopo qualche giro trovò la stanza giusta. Legate al letto e malconce ci stavano le due donne. Si avvicinò per liberarle, si agitarono, ma poi uscì il distintivo.
«Vi porto fuori di qui.»
«Ti sbagli.» disse una voce alle spalle. Si voltò lentamente e Lanciotto gli puntava una pistola, o qualcuno che somigliava a Lanciotto.
Era ubriaco.
«Queste sono nostre!»
Occhioscuro non perse tempo, afferrò la canna e lo spinse, poi una gomitata e a terra.
Liberò le donne e scesero. Non appena aprirono alla porta, partì una raffica di colpi. Una donna cadde a terra, l'altra urlò. Occhioscuro cercò di scappare ma l'assalitore si avventò. Lottarono come cani e quando infine si accorsero con chi stavano lottando, sbiancarono. Occhioscuro poi si alzò, prese la donna e scappò senza voltarsi più indietro.
Alessio Terribile
L'ispettore Occhioscuro guidava impaziente su una strada sterrata di campagna. Era mezzanotte passata.
«Ispettore, se non fa attenzione finiremo fuori strada» disse l'agente Lanciotto.
«Lo so, ma ogni secondo è prezioso. Cosa dice il satellitare?»
«Fra mezzo chilometro dovremmo arrivare alla caverna.»
Arrivarono infine davanti a due grandi querce.
«Questo è il punto» disse Lanciotto.
Scesero dall'auto, accesero le torce e passarono oltre le querce.
«Guardi ispettore!» disse Lanciotto, puntando la torcia verso l'incavo di una grande roccia.
Arrivati sulla soglia estrassero le pistole.
«Occhi aperti, agente.»
La caverna era stretta ma riuscirono a passarci, le pareti erano frastagliate e li accolse un forte odore di umidità.
«Continuiamo» disse l'ispettore.
Attraversarono una stretta fenditura e si bloccarono appena videro quello che c'era dietro.
Una porta, in mezzo al nulla.
«Caspita» disse Lanciotto.
«Crede davvero che il nostro uomo abbia portato fin qui le donne?» disse l'agente.
«Non lo so. Ma lo scopriremo presto. Proviamo ad aprirla.»
L'ispettore afferrò la maniglia, vecchia di almeno un secolo. Lì dentro trovarono un'altra caverna.
«Ascolti agente, vado io. Lei resti qui, nel caso mi succedesse qualcosa chiami i rinforzi.»
«Va bene ispettore.»
Occhioscuro attraversò la porta, questa si richiuse subito.
Uscì dalla caverna era quasi l'alba. Era tutto diverso ma così terribilmente familiare. C'era una strada sterrata come quella dall'altra parte e vide delle tracce di ruote. Le seguì.
Dopo diversi chilometri si accorse che probabilmente non si trovava più nelle campagne abruzzesi.
Poi vide due macchine, quando si avvicinò si accorse che si erano scontrate. Dentro le auto non c'era nessuno.
Poi non molto distante trovò un mulino a vento.
Afferrò la pistola quando vide un uomo a terra, il suo uomo.
Notò che era ferito, ma ancora vivo. Aprì gli occhi e vi lesse il terrore appena incrociò i suoi.
«Calmo. Non ti faccio niente! Voglio solo sapere dove sono le donne.»
L'uomo si calmò.
«Mi sono avvicinato troppo al fuoco...io volevo solo riaverle con me, come una normale fam...»
«Che stai dicendo?»
«Sono entrati nella mia casa...salvale...» disse e morì.
Occhioscuro studiò la casa, poi entrò da una finestra. La casa era vecchia, ma in buone condizioni. Sentì delle voci forse dal salotto. Forse i tizi che hanno ucciso il rapitore. Non sapeva quanti erano, per cui preferì trovare le donne.
Salì sopra, dopo qualche giro trovò la stanza giusta. Legate al letto e malconce ci stavano le due donne. Si avvicinò per liberarle, si agitarono, ma poi uscì il distintivo.
«Vi porto fuori di qui.»
«Ti sbagli.» disse una voce alle spalle. Si voltò lentamente e Lanciotto gli puntava una pistola, o qualcuno che somigliava a Lanciotto.
Era ubriaco.
«Queste sono nostre!»
Occhioscuro non perse tempo, afferrò la canna e lo spinse, poi una gomitata e a terra.
Liberò le donne e scesero. Non appena aprirono alla porta, partì una raffica di colpi. Una donna cadde a terra, l'altra urlò. Occhioscuro cercò di scappare ma l'assalitore si avventò. Lottarono come cani e quando infine si accorsero con chi stavano lottando, sbiancarono. Occhioscuro poi si alzò, prese la donna e scappò senza voltarsi più indietro.