Gualtiero e l'uomo nero - Fernando Nappo
Inviato: martedì 20 giugno 2017, 0:46
Gualtiero e l’uomo nero
di Fernando Nappo
L’uomo nero uscì dall’ombra e si avvicinò al letto di Gualtiero. Circospetto, allungò le mani sul letto, pronto a zittire il ragazzino se si fosse messo a strillare. Non appena toccò il risvolto del lenzuolo, Gualtiero schizzò fuori dalle coperte come un pupazzo a molla dalla scatola e gli puntò addosso il raggio luminoso di una torcia elettrica. — Era ora che ti facessi vivo, sono giorni che ti faccio la posta.
Colto di sorpresa, l’uomo nero arretrò cercando in ogni modo di evitare il fascio di luce.
— Dove caspita credi di andare — lo apostrofò Gualtiero. — Ora che ti ho preso non mi scappi più.
L’uomo nero si accucciò in un angolo, con le mani alzate a proteggere il viso.
— Ti prego — disse — spegni la luce. Non la sopporto.
— Mi hai preso per uno stupido? Se la spengo sparisci nel buio.
— Va bene, ma potresti almeno evitare di puntarmela addosso? — disse l’uomo nero.
Gualtiero scostò il fascio quel tanto che bastava per non illuminarlo in pieno, pur tenendolo ben in vista.
— Che cosa vuoi? — chiese l’uomo nero.
— Voglio sapere come fare per diventare come te.
L’uomo nero tirò un sospiro di sollievo. — Sei già sulla buona strada, credimi.
— Davvero? — disse Gualtiero, eccitato. — E cos’altro devo fare?
— Essere un bambino è già un ottimo inizio — disse l’uomo nero.
Gualtiero s’illuminò di gioia. — Soltanto un bambino? Non c’è bisogno di essere un diavolo, o uno stregone...
— Soltanto un bambino. Ma bisogna essere un bambino molto curioso, proprio come te. O come me. Pensa che anch’io quando avevo più o meno la tua età, ho aspettato sveglio l’uomo nero per svariate notti, per lo stesso motivo.
— E lui ti ha portato con sé? E ti ha trasformato in un uomo nero?
— Proprio così.
— Lo voglio fare anch’io.
L’uomo nero, si alzò, andò al comodino e spense la lampada notturna.
— Allora, spegni la torcia, mio giovane adepto, riporta l’oscurità nella stanza e consegnati a me.
Raggiante, Gualtiero spense la torcia la gettò in un angolo.
L’uomo nero lo ghermì. — D’ora in poi il tuo spirito sarà mio. E così come fece a suo tempo l’uomo nero che mi adottò, io ti insegnerò tutto ciò che so. Sarò il tuo maestro, la tua guida...
Gualtiero si divincolò: — Ehi! Un momento. Ma c’è da studiare anche per diventare un uomo nero?
— È naturale. Non penserai di dominare l’oscurità senza conoscerla, senza averne appreso ogni segreto.
— Se è così — disse Gualtiero — allora non voglio più diventare come te.
E, guidato dalla flebile lama di luce che filtrava dalla porta della camera, si precipitò verso l’interruttore e accese la luce. Si voltò, appena in tempo per vedere svanire un’ombra vicina al suo letto.
Dalla camera dei genitori gli arrivò la voce della mamma: — Gualtiero, spegni la luce e vai a dormire. Domani hai il compito di geografia.
Col capo chino, Gualtiero tornò a infilarsi sotto le coperte e spense tutte le luci. — Ehi, uomo nero — mormorò dopo poco. — Ci sei ancora? Che ne dici se ne riparliamo? La geografia proprio non mi va giù, magari l’oscurità è più interessante...
di Fernando Nappo
L’uomo nero uscì dall’ombra e si avvicinò al letto di Gualtiero. Circospetto, allungò le mani sul letto, pronto a zittire il ragazzino se si fosse messo a strillare. Non appena toccò il risvolto del lenzuolo, Gualtiero schizzò fuori dalle coperte come un pupazzo a molla dalla scatola e gli puntò addosso il raggio luminoso di una torcia elettrica. — Era ora che ti facessi vivo, sono giorni che ti faccio la posta.
Colto di sorpresa, l’uomo nero arretrò cercando in ogni modo di evitare il fascio di luce.
— Dove caspita credi di andare — lo apostrofò Gualtiero. — Ora che ti ho preso non mi scappi più.
L’uomo nero si accucciò in un angolo, con le mani alzate a proteggere il viso.
— Ti prego — disse — spegni la luce. Non la sopporto.
— Mi hai preso per uno stupido? Se la spengo sparisci nel buio.
— Va bene, ma potresti almeno evitare di puntarmela addosso? — disse l’uomo nero.
Gualtiero scostò il fascio quel tanto che bastava per non illuminarlo in pieno, pur tenendolo ben in vista.
— Che cosa vuoi? — chiese l’uomo nero.
— Voglio sapere come fare per diventare come te.
L’uomo nero tirò un sospiro di sollievo. — Sei già sulla buona strada, credimi.
— Davvero? — disse Gualtiero, eccitato. — E cos’altro devo fare?
— Essere un bambino è già un ottimo inizio — disse l’uomo nero.
Gualtiero s’illuminò di gioia. — Soltanto un bambino? Non c’è bisogno di essere un diavolo, o uno stregone...
— Soltanto un bambino. Ma bisogna essere un bambino molto curioso, proprio come te. O come me. Pensa che anch’io quando avevo più o meno la tua età, ho aspettato sveglio l’uomo nero per svariate notti, per lo stesso motivo.
— E lui ti ha portato con sé? E ti ha trasformato in un uomo nero?
— Proprio così.
— Lo voglio fare anch’io.
L’uomo nero, si alzò, andò al comodino e spense la lampada notturna.
— Allora, spegni la torcia, mio giovane adepto, riporta l’oscurità nella stanza e consegnati a me.
Raggiante, Gualtiero spense la torcia la gettò in un angolo.
L’uomo nero lo ghermì. — D’ora in poi il tuo spirito sarà mio. E così come fece a suo tempo l’uomo nero che mi adottò, io ti insegnerò tutto ciò che so. Sarò il tuo maestro, la tua guida...
Gualtiero si divincolò: — Ehi! Un momento. Ma c’è da studiare anche per diventare un uomo nero?
— È naturale. Non penserai di dominare l’oscurità senza conoscerla, senza averne appreso ogni segreto.
— Se è così — disse Gualtiero — allora non voglio più diventare come te.
E, guidato dalla flebile lama di luce che filtrava dalla porta della camera, si precipitò verso l’interruttore e accese la luce. Si voltò, appena in tempo per vedere svanire un’ombra vicina al suo letto.
Dalla camera dei genitori gli arrivò la voce della mamma: — Gualtiero, spegni la luce e vai a dormire. Domani hai il compito di geografia.
Col capo chino, Gualtiero tornò a infilarsi sotto le coperte e spense tutte le luci. — Ehi, uomo nero — mormorò dopo poco. — Ci sei ancora? Che ne dici se ne riparliamo? La geografia proprio non mi va giù, magari l’oscurità è più interessante...