Il tribunale di Sara (di Erika Adale)

La 65ª Edizione di Minuti Contati è una DEMO EDITON. La prima parte si è svolta come un contest parallelo alla Special 64ª Edizione, il Contest Live! Due scrittori, Marra e Marchese, hanno partecipato sul tema: Il passato è una bestia feroce, il titolo del primo thriller di Massimo Polidoro, Edizioni Piemme, il 28 febbraio 2015. E poi hanno lanciato la loro sfida agli altri partecipanti per il 4 marzo 2015.
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erika.adale
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Il tribunale di Sara (di Erika Adale)

Messaggio#1 » giovedì 5 marzo 2015, 0:38

Erano passati dieci anni dalla morte di Andrea, ma Sara si svegliava ancora tutte le notti immersa in un sudore viscido e gelato. A occhi chiusi ascoltava il silenzio, stordita dal battere furioso del suo cuore. Erano passi, quelli che sentiva? Non era forse un fruscio, un lieve spostamento d'aria come se qualcuno le si fosse avvicinato e poi allontanato di colpo, intimorito dalle proprie intenzioni? Sara allungava un braccio fuori dalle coperte e afferrava l'interruttore della lampada. Uno. Andrea non poteva essere lì perché era morto. Due. L'aveva visto disteso sul tavolo di pietra dell'obitorio, un cadavere nudo e bianco. Tre. Perché l'aveva ucciso lei.
In quel momento, tutte le notti, accendeva la luce e apriva gli occhi. Si trovava sola nella stanza, osservata da decine di occhi di panno. La sua collezione di bambole di panno lenci, che Andrea odiava.Chissa come poteva. Sembravano una classe di bambini morbidi e indifesi. Erano il tesoro di Sara.
 
Alcune avevano il volto segnato. Una volta Andrea, per farle dispetto, aveva avvicinato l'accendino al volto della bambola tirolese. Un'altra sera aveva strappato un occhio alla marinaretta. Per tacere di quella finita nel tritarifiuti, la pastorella, ora tutta rattoppata.
 
Legittima difesa.
 
Così aveva detto il suo avvocato, così aveva confermato il giudice, così avevano scritto i giornali.
 
Una donna brutalizzata da anni, che una notte aveva reagito alla violenza con un colpo vibrato alla cieca.  E lui era caduto all'indietro, picchiando la testa al suolo.
 
Il medico legale era stato chiaro e sicuro. Andrea, incosciente, aveva lasciato scivolare la lingua all'indietro, fino a occludere le vie respiratorie.
 
Era morto soffocato.
 
Sara era tornata a casa, chiedendosi se non avrebbe dovuto dire tutta la verità al giudice.
 
Ma poi perché. Chi le avrebbe creduto?I veri colpevoli si potevano portare in tribunale, ma certo non era possibile interrogarli.
 
La donna aveva pensato di rinchiuderli: nell'armadio per dieci anni, la stessa pena che il Pubblico Ministero aveva chiesto per lei. Poi aveva cambiato idea. Anche la loro era stata legittima difesa.
 
Quella notte di dieci anni prima, era intontita dalle botte prese, ma non abbastanza da non vedere chi scendeva dallo scaffale e si avvicinava ad Andrea, svenuto a terra. Si era sollevata a fatica e, attraverso le palpebre gonfie e spaccate, aveva scorto la bambola marinaretta sedersi sulla bocca dell'uomo, mentre la piccola tirolese gli tappava il naso con le manine di tessuto. Le altre ridacchiavano deliziate. Soprattutto la pastorella finita nel tritarifiuti, che ancora attendeva di essere ricucita.
 
Quando Sarà si svegliava di notte, guardava le bambole e, per un attimo, aveva paura. Poi ci ripensava. Erano solo delle piccole birbanti.E, se non era stata punita lei, non lo sarebbero state neanche loro.



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ceranu
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Messaggio#2 » martedì 10 marzo 2015, 17:19

Ciao Erika.
Prima cosa vorrei sapere se posso barattare il tuo accento in più su Sarà con i miei mancanti :D
Racconto interessante, c'è il dramma di questa donna brutalizzata dal marito che, nonostante le motivazioni, vive per altri dieci anni i sensi di colpa. Ho un solo dubbio: le bambole si animano veramente o quello è frutto del suo delirio? Leggendo opterei per la seconda ipotesi, lei stessa ammette di aver ucciso il marito, ma il dubbio mi resta.
Ciao e alla prossima

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angelo.frascella
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Messaggio#3 » martedì 10 marzo 2015, 23:15

Ciao Sara.
Bel racconto. Nonostante sia quasi tutto raccontato (cosa che in genere mi dà la sensazione dell’infodump) in questo caso questa scelta funziona bene e paga. Sei stata brava a creare da subito una situazione di tensione palpabile e arricchirla di un elemento inquietante (le bambole di panno lenci… che tra l’altro non avevo idea di cosa fossero… che si capisce subito non essere lì per caso) cosicché tutta la “spiegazione” che viene dopo disseta il lettore, invece di infastidirlo. A differenza di Ceranu, io propendo per le bambole assassine e non per il delirio di Sara, ma l’ambiguità sottesa aggiunge sale al racconto.

Buona scrittura
Angelo

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marco.roncaccia
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Messaggio#4 » mercoledì 11 marzo 2015, 21:44


Ciao Erika,
ho apprezzato il tuo racconto.
Da bambino sono stato felicemente terrorizzato dal feticcio Zuni di Dan Curtis nell’episodio finale di “Trilogia del terrore” e, fino al recente remake di Chucky, ho avuto sempre un debole per le bambole assassine. Riesci a trattare questo argomento con sapienza e originalità. Quello che non mi convince del tutto è la voce narrante che in alcuni momenti del racconto trovo distante. Altro dubbio che mi fa sorgere il finale (in cui Sara assolve le bambole e se stessa e porta il lettore a fare lo stesso) è di rispondenza al tema che vorrebbe invece una colpevolezza e un coinvolgimento, a mio avviso, più eclatanti.

luca.pagnini
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Messaggio#5 » domenica 15 marzo 2015, 16:53

Ciao erika!

Su questo racconto ho davvero poco da dire perché è ben strutturato e sviluppato, mi piace lo stile asciutto e, a parte alcuni refusi qua e là, l’unico difetto sostanziale che trovo non è neanche da addebitare all’autrice. Mi riferisco alle bambole: è un soggetto talmente sfruttato nella letteratura di genere che appena ho letto “collezione di bambole”, purtroppo, mi sono immaginato dove si andava a parare. Ora, siccome secondo me il racconto è comunque riuscito bene, l’unico miglioramento che mi viene da suggerire sarebbe qualcosa per evitare questo spoiler involontario. Considerato che le bambole sono ovviamente intoccabili, forse sarebbe sufficiente inserire, nella parte iniziale, altri elementi descrittivi della casa o del rapporto tra Sara e Andrea in modo da “nasconderle” un po’. Il tema c’è, anche se l’elemento soggettivo del “sentirsi assolti” rimane velato dal dubbio: le bambole si sentono assolte?

Giulio_Marchese
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Messaggio#6 » lunedì 16 marzo 2015, 11:25

Ciao Erika,

il tuo racconto è ben strutturato, la prosa è semplice ma efficace sono rimasto particolarmente colpito da questo periodo:
Uno. Andrea non poteva essere lì perché era morto. Due. L’aveva visto disteso sul tavolo di pietra dell’obitorio, un cadavere nudo e bianco. Tre. Perché l’aveva ucciso lei.

Leggendolo ho pensato WOW! Peccato però che sia in contraddizione con il finale, e questa piccola incoerenza salta all'occhio già alla prima lettura vista la forza delle frasi citate. Poi un altro appunto riguardante il mio gusto personale, la scelta di far commettere il delitto alle bambole non mi piace, in primo luogo è un tema abusato nel cinema degli anni 80/90 per cui ho fatto il pieno da piccolo, poi nella prima parte si parlava di violenza sulle donne, tema molto attuale, e siccome mi piacciono i racconti "impegnati" sul finale avrei preferito fosse lei a compiere l'omicidio magari sotto suggerimento delle bambole. Ma de gustibus! Oggettivamente è un buon racconto, anche se un pò classico.

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Peter7413
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Messaggio#7 » martedì 17 marzo 2015, 17:44

Un racconto che ti porta dove vuole lui lasciandoti infine con un dubbio che è palese nella sua inverosimiglianza, ma che dona quell'alone di fantastico (dannato) che non guasta e anzi arricchisce. Sono un grande fan di queste menti malate che tendono a perdere i confini con la realtà fino a sfumarla in altro, ad arricchirla di misterioso, di elementi surreali benché frutto della confusione. Decisamente non male e godibile fino in fondo. Una prova davvero buona.

beppe
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Messaggio#8 » martedì 17 marzo 2015, 20:57

Ciao Erika, ben ritrovata.
 
Accidenti! Odio le bambole! Proprio perché penso che facciamo una paura fottuta (almeno, la fanno a me), forse perché sono un feticcio perfetto, il misto di tutto l’horror, sia umane sia artefatte, sia golem/robot/terminator/cyborg sia lupo mannaro/strega/fantasma/mostro mistico.
A mio parere la tua storia vira sulla follia della protagonista e non sul fantastico, perché per un racconto di genere horror o thriller le bambole avrebbero dovuto insidiare anche la protagonista, questo invece non accade. Quindi sarebbe un horror “manchevole”.
Come racconto psicologico, è interessante e ben scritto, ma da me non particolarmente apprezzato, perché penso che sarebbe stato più bello come horror.
Alla prossima! :-)

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