Punti di vista - di Alessandro Randone
Inviato: martedì 18 luglio 2017, 0:32
Punti di vista
«Uno così grande non lo avevo mai visto.» Giovanni mette l’indice della mano in direzione della scia che i motori del razzo, poco prima decollato, hanno disegnato in cielo, poi si volta.
«Se ci togliessimo questi gusci dalla testa mentre parte non sentiremmo questo tintinnio che mi rende sorda e nervosa» Dora gli risponde con voce stridula.
«Moriremmo all’istante» ribatte Giovanni «l’unico posto sicuro per toglierseli è a bordo del razzo.»
«Non voglio partire, mi piace qui e poi dicono che sui razzi partono solo le persone malate.»
«Sarebbe bellissimo vedere tutto dall’alto e non partono solo le persone malate, mia zia Emilia ha intrapreso il Grande Viaggio per Pirio di sua volontà dopo la morte di zio Nicola.»
«Tua zia Emilia ha intrapreso il Grande Viaggio per fare la cavia, dice zia Francesca e a volte mi urla anche che siamo già tutti malati, che la qualità dell’aria sta peggiorando di giorno in giorno e tra non molto ci metteranno tutti su un razzo e andremo a morire in un posto peggio di questo.»
«Ma non stare a sentire tua zia, lei cosa ne sa? Vorrei tanto andare su Pirio. anche Francesco mio cugino è partito, però non era malato.»
«No che non lo era, ma è partito nella Guardia Celeste infatti, ma la regola è sempre quella. Parti e non sai sei tornerai. Hai visto qualcuno tornare?»
«No effettivamente.»
«Papà dice che è un brutto pianeta, peggio che qui.»
«Ma come fa a essere peggio che qui?»
«Non ci sono le strade per le biciclette, ti danno da bere solo acqua, senza succhi sintentici, è un deserto come qui ma senza le case: devi stare sempre sulla navicella.»
«Ma come fa a saperlo?»
«Lui ne è sicuro, prima del Grande Giorno un suo amico che lavorava presso l’Ente spaziale gli mostrava foto e gli raccontava che l’umanità aveva scelto un posto peggiore dell’immondezzaio in cui già viveva per estinguersi. È solo un grande cimitero dove ci fanno credere che la vita sia più bella per farci avere qualche briciolo di speranza.»
«Ma non è possibile! Adesso vado a dire ai Custodi che tu pensi queste cose.»
«No, per favore! Non vuoi continuare a essere mia amica? Vuoi che mi mandino su Pirio oggi stesso?»
«Non dicevo seriamente ma non devi più pensare queste cose, mi fanno diventare triste.»
«Ma se me le hanno dette che colpa ne ho!»
«Cos’altro ti hanno detto?»
«Questo.»
«Ti racconto anch’io una storia, se anche tu prometti di non dire niente.»
«Va bene, prometto.»
«Oltre i Monti Merletti c’è ancora vita. Ci sono piante e frutta da mangiare e l’aria è respirabile.»
«Ma è fantastico!»
«Un giorno, mentre mio padre era in servizio presso il Confine, mi ha detto di aver visto alcuni uomini attraversare le montagne, di solito nessuno si avvicina, ma una volta una signora tutta stanca e coi vestiti strappati lo ha implorato di credergli: c’è ancora speranza per l’umanità.»
«Non ci posso credere, tuo padre che ha fatto?»
«Le ha sparato ovviamente, nessuno può avvicinarsi al Confine.»
«Davvero ha fatto una cosa del genere?»
«Scherzo, mio padre non ha mai lavorato al confine, ma ho letto su un libro questa storia.»
«Sei uno sciocco, che ne dici se andiamo davvero a fare un giro in direzione dei Monti Merletti per vedere se è vero?»
«Non ho voglia, aspetto di salire sul razzo e di gustarmi lo spettacolo.»
«Dai non fare lo stupido, se mi accompagni ti do un bacio.»
«Dici sempre così. Aspetta un attimo, fin quando il razzo non scompare dalla vista.»
«Però non farmi aspettare mezz’ora come al tuo solito!»
Dora ruota la bicicletta in direzione del sentiero che s’inerpica sulle montagne, Giovanni la segue a distanza.
«Uno così grande non lo avevo mai visto.» Giovanni mette l’indice della mano in direzione della scia che i motori del razzo, poco prima decollato, hanno disegnato in cielo, poi si volta.
«Se ci togliessimo questi gusci dalla testa mentre parte non sentiremmo questo tintinnio che mi rende sorda e nervosa» Dora gli risponde con voce stridula.
«Moriremmo all’istante» ribatte Giovanni «l’unico posto sicuro per toglierseli è a bordo del razzo.»
«Non voglio partire, mi piace qui e poi dicono che sui razzi partono solo le persone malate.»
«Sarebbe bellissimo vedere tutto dall’alto e non partono solo le persone malate, mia zia Emilia ha intrapreso il Grande Viaggio per Pirio di sua volontà dopo la morte di zio Nicola.»
«Tua zia Emilia ha intrapreso il Grande Viaggio per fare la cavia, dice zia Francesca e a volte mi urla anche che siamo già tutti malati, che la qualità dell’aria sta peggiorando di giorno in giorno e tra non molto ci metteranno tutti su un razzo e andremo a morire in un posto peggio di questo.»
«Ma non stare a sentire tua zia, lei cosa ne sa? Vorrei tanto andare su Pirio. anche Francesco mio cugino è partito, però non era malato.»
«No che non lo era, ma è partito nella Guardia Celeste infatti, ma la regola è sempre quella. Parti e non sai sei tornerai. Hai visto qualcuno tornare?»
«No effettivamente.»
«Papà dice che è un brutto pianeta, peggio che qui.»
«Ma come fa a essere peggio che qui?»
«Non ci sono le strade per le biciclette, ti danno da bere solo acqua, senza succhi sintentici, è un deserto come qui ma senza le case: devi stare sempre sulla navicella.»
«Ma come fa a saperlo?»
«Lui ne è sicuro, prima del Grande Giorno un suo amico che lavorava presso l’Ente spaziale gli mostrava foto e gli raccontava che l’umanità aveva scelto un posto peggiore dell’immondezzaio in cui già viveva per estinguersi. È solo un grande cimitero dove ci fanno credere che la vita sia più bella per farci avere qualche briciolo di speranza.»
«Ma non è possibile! Adesso vado a dire ai Custodi che tu pensi queste cose.»
«No, per favore! Non vuoi continuare a essere mia amica? Vuoi che mi mandino su Pirio oggi stesso?»
«Non dicevo seriamente ma non devi più pensare queste cose, mi fanno diventare triste.»
«Ma se me le hanno dette che colpa ne ho!»
«Cos’altro ti hanno detto?»
«Questo.»
«Ti racconto anch’io una storia, se anche tu prometti di non dire niente.»
«Va bene, prometto.»
«Oltre i Monti Merletti c’è ancora vita. Ci sono piante e frutta da mangiare e l’aria è respirabile.»
«Ma è fantastico!»
«Un giorno, mentre mio padre era in servizio presso il Confine, mi ha detto di aver visto alcuni uomini attraversare le montagne, di solito nessuno si avvicina, ma una volta una signora tutta stanca e coi vestiti strappati lo ha implorato di credergli: c’è ancora speranza per l’umanità.»
«Non ci posso credere, tuo padre che ha fatto?»
«Le ha sparato ovviamente, nessuno può avvicinarsi al Confine.»
«Davvero ha fatto una cosa del genere?»
«Scherzo, mio padre non ha mai lavorato al confine, ma ho letto su un libro questa storia.»
«Sei uno sciocco, che ne dici se andiamo davvero a fare un giro in direzione dei Monti Merletti per vedere se è vero?»
«Non ho voglia, aspetto di salire sul razzo e di gustarmi lo spettacolo.»
«Dai non fare lo stupido, se mi accompagni ti do un bacio.»
«Dici sempre così. Aspetta un attimo, fin quando il razzo non scompare dalla vista.»
«Però non farmi aspettare mezz’ora come al tuo solito!»
Dora ruota la bicicletta in direzione del sentiero che s’inerpica sulle montagne, Giovanni la segue a distanza.