Chi va piano

Lunedì 21 agosto dalle 21 all'una.
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Guest: I SOPRAVVISSUTI.

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Daniel Travis
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Chi va piano

Messaggio#1 » lunedì 21 agosto 2017, 23:32

Spengo il computer con rabbia e penso al telefono.
Ci dev'essere un fucile da qualche parte. Bartazzi, quel pazzo paranoico, aveva sempre temuto che qualcosa del genere potesse accadere. Uso la gamba di una sedia per forzare il suo armadietto e ci trovo una pistola, una torcia, razioni di cibo e una mezza dozzina di caricatori, il tutto in un comodo zaino verde scuro.
E bravo Bartazzi. Se non ti hanno già mangiato ti faccio impiegato del mese. Luigi Bartazzi: testa di cazzo patentata, maniaco delle cospirazioni e impiegato del mese di agosto 2017. Cioè, essendo il ventuno oggi, sarebbe meglio farlo impiegato del mese di settembre...
Si sarà chiamato davvero Luigi, poi? Odio non ricordare i nomi dei sottoposti. Luciano, forse?
Controllo che la pistola non abbia la sicura inserita mentre scendo le scale.
Lorenzo?
Cazzo, hanno già sfondato.
Per fortuna oggi in ufficio sono solo, tolte le due guardie di sicurezza e Lauretta in portineria, quindi non ne sono venuti tanti.
Seguono l'odore della carne viva, pare – enorme difetto, tra l'altro: non puoi aspettarti un minimo di pensiero tattico da una massa di cacciatori guidati solo dal fiuto.
Due o tre, comunque, sono arrivati anche da noi. Qualcuno gli ha sparato in testa e li ha lasciati a terra, un paio di metri oltre la porta distrutta.
Dev'essere stata una delle guardie. A giudicare da Lauretta e dall'altro agente che si avvicinano barcollando a me, coperti di morsi e graffi, chi ha sparato non si è fermato ad aiutare gli altri due... Né a porre fine alle loro sofferenze.
Tocca a me, immagino. Sparo quattro colpi, tre vanno a segno: uno alla spalla della portinaia e due in mezzo ai suoi grandi occhi blu.
Wow, aveva degli occhi da attrice hollywoodiana; me ne rendo conto solo mentre la guardo cadere. Sono dettagli a cui non fai caso quando sei preso dalla routine quotidiana, immagino.
Resto a fissarla per qualche secondo. Quando mi volto, l'altro zombie è avanzato di meno di due metri nella mia direzione.
Contro due di loro, un solo individuo con la mia prestanza fisica e la mia mira – entrambe scadenti – dovrebbe morire in pochi secondi, o perlomeno rischiare grosso. Invece eccomi qua, a sparare due, tre, quattro volte a questa carogna prima di beccare finalmente il cranio.
Avrei potuto lanciargli articoli di cancelleria e vasi di fiori in faccia fino a spegnergli il cervello a suon di traumi, e con tutte le probabilità non mi avrebbe raggiunto lo stesso.
In strada trovo un'altra decina di cadaveri ambulanti, ma sono sparsi e mi basta camminare a passo svelto per seminarli – in fondo, la mia destinazione è in questo stesso quartiere, come tutte le sedi principali di chi conta qualcosa in questa dannata città.
In questo dannato Paese.
Entro nel palazzo di Stevenson, e trovo l'atrio pieno di corpi. Per sicurezza apro un buco in testa a chiunque non ne abbia già uno. Non si sa mai quando si alzano, questi zombie: alcuni vengono contagiati nonappena muoiono, altri solo se in vita erano stati morsi, alcuni ci mettono cinque minuti a trasformarsi, altri un paio d'ore o anche di più...
E a proposito di inaffidabilità, la corrente è saltata: niente ascensore.
“Sei un BASTARDO!,” urlo a pieni polmoni, calpestando i primi gradini col cipiglio di un bambino capriccioso. Penso di nuovo al telefono, e all'elettricità.
Sblocco lo schermo dello smartphone e faccio scorrere le ultime notizie per ingannare il tempo durante l'interminabile salita. Quando mi annoio, passo ai giochi.
Un paio di zombie interrompono la mia partita a Kittens VS The Undead, ma sono tanto rumorosi quanto lenti, e si rivelano una sfida meno impegnativa di quella che stanno affrontando i miei gattini virtuali.
Al tredicesimo piano, un piccolo videocitofono lampeggia di fianco alle porte sigillate degli uffici di Rob Stevenson. Dalle finestre dell'anticamera in cui mi trovo riesco a scorgere minuscoli cannibali defunti e gente disperata che trascina quello che può fuori da negozi, magazzini, case private.
Di ladri e sciacalli è pieno il mondo.
Suono il campanello.
Passa meno di un minuto prima che le porte si aprano, silenziose e funzionali come un non morto dovrebbe essere. Raggiungo la scrivania di quel piccolo figlio di papà americano in un lampo.
“Nei primi stadi della ricerca eri, eh, Stevenson? Nei primi stadi della ricerca un paio di palle!”
Penso a Thomas Edison che si porta via tutti i fulmini e le saette di Nikola Tesla. Visualizzo Antonio Meucci e Alexander Graham Bell litigare a distanza per la paternità dell'invenzione del telefono.
Fucking hell, rilassati, è stato un incidente! Lo giuro! Cross my heart! Voglio dire, ti sembrano pronti?”
Chiudo gli occhi, sull'orlo delle lacrime. Il telefono vibra per ricordarmi l'appuntamento di domani.
Come se potessi dimenticarlo.
Rilasciare l'Esercito dei Morti → offrire un vaccino → diventare il Re del Mondo o il più noto terrorista della Storia a seconda del risultato.
22/08/17, ore 09:00.

Tutto sfumato per un cazzo di incidente.
Tutto sfumato per un singolo cazzo di giorno.


Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.

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antico
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Re: Chi va piano

Messaggio#2 » lunedì 21 agosto 2017, 23:38

Ciao Riccardo! Tutto ok anche per te, divertiti in questa Zombie Edition!

Ps: potrai apportare correzioni o modifiche al racconto fino all'1.00. Ogni modifica successiva a questi orari (fino all'1.33 massimo perché poi bloccherò tale possibilità) ti comporterà dei malus.

valter_carignano
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Re: Chi va piano

Messaggio#3 » mercoledì 23 agosto 2017, 19:37

ciao
racconto incalzante, che si legge velocemente, ottimo il ritmo.
La proverbiale lentezza degli zombie qui diventa un handicap, e il ripeterlo è perfettamente funzionale alla vicenda, anche se per un momento può sembrare superfluo (per me è stato così). Crea il preludio a 'non sono pronti'.
Forse - ma forse - avrei trovato un altro modo per concluderlo, anziché l'appunto sull'agenda del telefono. Ma qui si tratta puramente di punti vista personali, e credo sia in tutti i casi un ottimo racconto.

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LauSil
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Re: Chi va piano

Messaggio#4 » venerdì 25 agosto 2017, 0:17

Ciao Daniel,
piacevole il tuo racconto, scritto bene, con un tono spiccio e diretto che rende tutto il senso di fastidio e frustrazione del protagonista. Simpatica l’idea che, come tante volte è già accaduto nella storia, due diversi scienziati giungano quasi in contemporanea alla stessa "scoperta/invenzione"; attuale il tema quasi "complottistico" di una piaga diffusa per vendere la cura e specularci.
Se proprio devo trovare una piccola pecca, ho faticato un po' a capire che il protagonista si fosse messo a giocare col cellulare intanto che saliva le scale: ho dedotto che tu volessi dare l'idea che non si preoccupa affatto dei - lentissimi - zombie, però forse è una trovata un po' macchinosa :)
Per il resto, un racconto gustoso. Complimenti, e a presto!

Daniel Travis
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Re: Chi va piano

Messaggio#5 » venerdì 25 agosto 2017, 21:59

Grazie delle risposte, dei complimenti e delle note, che sto leggendo con avida attenzione.
Scusate se per ora rispondo in modo un po' affrettato ma sono in partenza per Londra, quindi per la prossima settimana non sarò troppo presente, intanto però ringrazio voi che mi avete commentato per primi... A presto :)
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
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simone.delos
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Re: Chi va piano

Messaggio#6 » sabato 26 agosto 2017, 10:37

Racconto nel quale, secondo me, il fattore "minuti contati" ha inciso molto. Mi spiego.
Prima parte direi perfetta. Ero lì, in quell'ufficio e mi sono immaginato un'apocalisse dentro a un film di Fantozzi. Da incorniciare. Ironia dosata a mestiere, ero impaziente di leggere il dopo.
Seguo il protagonista uscire dall'ufficio e dirigersi verso l'altro edificio.
Ecco. Qui il racconto crolla.
Presumo sia davvero "colpa" del fattore tempo. Ma il megalomane che vuole diventare il padrone del mondo è troppo, troppo abusato.
Oltretutto il finale sembra appiccicato su così. Completamente scollato dal resto.
Classica situazione da amaro in bocca (per me).
vivir con fuerza, locura y libertad

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jimjams
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Re: Chi va piano

Messaggio#7 » sabato 26 agosto 2017, 17:34

Questo racconto mi mette un po' in imbarazzo nella valutazione. Perché mi piace molto come viene narrata la storia, uno stile perfetto per questo tipo di avventura. Mi piace anche la caratterizzazione del personaggio, gioca mentre sale le scale, vero badass. L'idea anche non sarebbe malissimo, ma non è riuscita a farmi fare il tac nella testa, non mi ha convinto. Davvero un giorno avrebbe fatto la differenza? Non riesco a figurarmelo e devo fare appello al mio motto, che propino sempre a chi rompe con domande varie quando vedo un film in compagnia: non rompere le palle, Mario, e goditi il racconto. Insomma ok, ma forse serviva un aiutino per rendere più credibile la cosa. Poi mi leggo i commenti degli altri per vedere se sono solo io.

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Eugene Fitzherbert
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Re: Chi va piano

Messaggio#8 » martedì 29 agosto 2017, 17:18

Ciao, Daniel!
Bel racconto, bella narrazione, ottimo ritmo, protagonista badass ma solo perché gli zombie sono lenti. Tutto ok, fino al finale che non collima con il resto. Insomma, alla fine, la sua idea era di diventare il più grande terrorista di tutti i tempi, soggiogando il Mondo con i non morti, cosa che è successa... Quindi cosa c'è di drammatico? Il Vaccino?

Per il resto, come ho già scritto, ti rinnovo i complimenti per la resa!

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Peter7413
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Re: Chi va piano

Messaggio#9 » martedì 29 agosto 2017, 21:07

Per me questo è un working in progress. La mia idea è che tu l'abbia definito strada facendo. Godibile, certo. Ben scritto, sicuro. Però il fatto che i due stiano lavorando al medesimo virus e che lui sia stato fregato per un solo giorno viene fuori male (ci sono arrivato dopo solo dopo la seconda lettura e solo quando già stavo scrivendo il commento). Tu dici tutto, però non lavori sulla dialettica. Stevenson sarebbe dovuto essere protagonista ben prima, lungo il tragitto che separava il protagonista dal suo palazzo avresti dovuto giocare sui ricordi in modo da definire la situazione e delineare caratteri ed eventi, invece ti limiti a proseguire il linea retta verso il finale (anche in modo discretamente passivo) e tutto questo genera uno scoppietto invece di un botto. Insomma, lavoraci un po' e viene fuori un raccontone.

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Andrea Partiti
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Re: Chi va piano

Messaggio#10 » giovedì 31 agosto 2017, 18:23

Ottime le premesse e il racconto si legge che è una meraviglia, perché crei un buon protagonista a cui attaccarci, che vive questo mondo in maniera cinica e un po' seccata, come se il fastidio fosse davvero l'unico suo pensiero nel mondo che precipita (e giustamente si capisce il perché).
Il finale lo trovo molto debole. Quell'appunto, scritto in quel modo... non è credibile che ci fosse, né che lo rilegga. Se davvero è qualcosa di così importante non sarebbe stato scritto in quella maniera, avrebbe avuto bisogno di molti più dettagli e pianificazione di quanto un calendario sul telefono possa permettere. Non so, con tutta la sospensione dell'incredulità che posso metterci non riesco a convincermi che funzioni.

Zebratigrata
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Re: Chi va piano

Messaggio#11 » giovedì 31 agosto 2017, 22:33

Il racconto è carino, bello anche che il tuo protagonista non sia troppo turbato dai classici zombi lenti, perché quello che ci chiediamo spesso quando vediamo un film di questo tipo è “Ma come fanno a raggiungerli?”. Eviti il problema dello ‘spoiler automatico’ dovuto al tema facendoci partire ad apocalisse iniziata e riesci a trovare un finale simpatico e a sopresa, tra una citazione e l’altra. Nel complesso il racconto mi è piaciuto.
Visto che ti vedo attento alla forma magari apprezzi: “smartphone” si può usare direi tranquillamente senza corsivo perché è di uso comune, e “zombi” ho scoperto poco fa che è un anglicismo: deriva a quanto pare dal creolo “zombi” e tale rimane in italiano.

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