Un sogno marino - di Fabiana Donato

Sabato 26 agosto dall'una alle 19.00, sarà possibile partecipare sia live direttamente dal Castello di Milazzo (dove si tiene la manifestazione del Dragon Fest) che da casa (accompagnando il proprio racconto con una foto ritraente se stessi con la scritta ANCHE QUI A (nome luogo da cui si scrive) SIAMO AL DRAGON FEST!
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antico
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Un sogno marino - di Fabiana Donato

Messaggio#1 » sabato 26 agosto 2017, 17:50

Ogni volta è un’emozione nuova, immergermi è come imparare a respirare. Quasi mi incanto quando i miei occhi, come due fari, si posano sulle bellezze del fondo marino. Ho imparato anche il linguaggio dei miei dispettosi amici, che quando mi vedono riempiono la mia visuale di bolle, è il loro saluto per me. Così, scopro un mondo difficile proprio come il mio, ma diverso. È una diversità che segue la legge della natura, non si addentra nella violenza gratuita, qui tutti nuotano insieme. Durante la mia ultima immersione, scoprì davvero qualcosa di nuovo, trovai l’amore. Non sto parlando di quello storico affetto che provavo per il mare, ma un sentimento magico che scombussolò la mia idea di vita. Non ci credereste, ma mi sono innamorato di una sirena. Era una sera in cui non avevo davvero nulla da fare, presi boccaglio e ossigeno, indossai la tuta e con gli occhi chiusi mi tuffai, ed entrai nel mio sogno marino. All’inizio fu tutto tranquillo, quando improvvisamente vidi tra le mie gambe un pesciolino grande quanto il mio mignolo, che velocemente nuotò via. Incuriosito lo seguì per circa una quindicina di minuti, senza rendermi conto di dove stessi andando. Mi ero perso e mi sentì stupido per essermi messo a seguire un pesce così piccolo, ma la mia curiosità aveva avuto la meglio sul mio buon senso. Non mi preoccupai molto, perché era una zona che conoscevo e osservai la vegetazione per orientarmi meglio, quando improvvisamente iniziai a boccheggiare. Stava per finire il mio ossigeno, pensai “è giunta la mia ora?”. Rividi il pesciolino, la mia vista stava diventando più sfocata, ma davanti a me vidi una ragazza dai capelli argentei e gli occhi viola, sembravano due ametiste. Mi prese nelle sue braccia e mi baciò. Sentì freddo, poi caldo; il mio cuore stava battendo più forte e i miei polmoni si stavano espandendo. Una spinta mi fece arrivare in superficie, mi guardai attorno e vidi la luna, le stelle e la riva, mi ero salvato. Io che avevo imparato a respirare nel mare, mi ritrovai senza fiato, sentivo il bisogno di ringraziare chi mi aveva salvato. Dove poteva essere? Soprattutto, cosa ci faceva una ragazza nel mondo che così tanto amavo, ma che mi stava tradendo? Se non potevo fare a meno del mare, non potevo neanche fare a meno di lei. Mi sentì ancora soffocare, ma non mi mancava l’aria, mi mancò lei. Non ne parlai con nessuno, non mi avrebbero creduto, ma ne stavo facendo un’ossessione. I giorni passavano ed io non facevo che tornare nel luogo in cui mi ero perso, per ritrovare chi mi aveva portato via da una morte certa. Non c’era il giorno, non esisteva più la notte, il mio tempo era scandito da acqua e sale. Non mi recai più a lavoro, lo persi. I miei occhi bruciavano, ma mai quanto bruciò il mio cuore quando le sue labbra si poggiarono sulle mie. Doveva essere una sirena, avevo vissuto un’esperienza fantastica che non potevo non condividere e tenere per me. Avevo fatto di tutto, ma pian piano avevo perso tutto; mi erano rimasti gli ultimi soldi per comprare l’ossigeno, decisi che avrei dovuto usarlo all’anniversario del giorno in cui ero rinato, il 27 giugno. Questo giorno è oggi. Senza altro a cui pensare, prendo il boccaglio e l’ossigeno, con la tuta addosso, chiudo gli occhi e mi tuffo, per immergermi nella mia vita marina. Chissà, se provo a morire ancora posso ritrovarla, il mare mi perdonerà.



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LauSil
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Re: Un sogno marino - di Fabiana Donato

Messaggio#2 » mercoledì 30 agosto 2017, 19:52

Ciao Fabiana,

parto dicendo che si tratta di un buon racconto, soprattutto considerando che è stato scritto non nella pace della propria casetta, davanti al pc, come abbiamo fatto in molti, ma nel bel mezzo della fiera.

Per quanto riguarda la trama, l'ho trovata forse un po' lineare per il mio gusto personale, non ho sentito "scosse" durante la lettura. Lo stile semplice di per sé è una buonissima scelta; in alcuni casi però l'ho trovato un po' "ingenuo" (mi riferisco soprattutto all'uso di certe figure retoriche - es. "occhi viola che sembrano ametiste", un "sentimento magico" - Forse sarebbe stato possibile scegliere termini più intriganti per descrivere le stesse situazioni).
Ho notato un errore ripetuto nello scambiare la terza persona con la prima per alcuni verbi al passato remoto - es. "durante la mia ultima immersione, scoprì qualcosa"... invece di "scoprii"; "mi sentì stupido" invece che "sentii" - che penalizzano un po' la lettura.
Bizzarro anche che il sub si distragga per seguire un pesciolino senza far caso al fatto che stia finendo l'aria... però è interessante riprendere il tema, questa volta in maniera consapevole, nel finale.
Insomma, un racconto che avrebbe avuto bisogno di una piccola revisione, ma probabilmente il contesto in cui è stato scritto non lo ha permesso. :)

Un saluto!

Canadria
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Re: Un sogno marino - di Fabiana Donato

Messaggio#3 » domenica 3 settembre 2017, 16:01

Ciao, Fabiana!
Il tuo è un racconto semplice, che parla di un amore difficile tra un sub e una sirena. E’ un amore difficile ma antico, raccontato molte volte prima di adesso, ma da te trasposto in una chiave più moderna, con l’inserimento del sub.
L’assenza di spazi bianchi tra un paragrafo e un altro rende la lettura affrettata e caotica mentre credo che i pensieri del tuo protagonista necessiterebbero di più calma e di più spazio “davanti al mare”. Il suo amore per il mare è più raccontato che effettivamente vissuto davanti agli occhi del lettore e, probabilmente per questo motivo, la perdita del lavoro, la fine dei risparmi e il radicale cambiamento dello stile di vita arrivano all’improvviso senza un preambolo di piccoli problemi o presagi di rovina. Passa un anno ma sembra che siano passati due giorni. Allungherei di più quella parte.
Dei verbi ti ha già detto Laura perciò arrivo subito alla conclusione: di che cosa dovrebbe perdonarlo il mare? Di aver cercato una delle sue sirene? Di voler morire per amore? Non è molto chiaro.
Lo stile semplice è adeguato al tipo di racconto che hai scelto ma lo svilupperei con più calma, rallentando i movimenti e le azioni sia con le parole che con gli spazi tra un paragrafo e l’altro.
Ciao e alla prossima!

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Eugene Fitzherbert
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Re: Un sogno marino - di Fabiana Donato

Messaggio#4 » domenica 3 settembre 2017, 17:45

Se non sbaglio, questo racconto è l'unico che è stato trascritto dall'Antico perchè consegnato a mano proprio durante il Dragon Fest, quindi per quel che mi riguarda ogni refuso, errore di trascrizione e battitura e la stessa impaginazione sono imputabili solo a LUI. AHAHAHAHAHH!

A parte gli scherzi, Fabiana,
il racconto è tenue e sottile, impalpabile come una immagine riflessa sull'acqua. Ed è struggente per come la ricerca di un amore così impossibile riesca a ossessionare e monopolizzare l'esistenza di una persona fino all'autodistruzione. È contemporaneamente nichilista e romantico in modo estremo.
Solo che non riesco a vedere il nemico che viene dal mare, ma anzi, il nemico È il mare, la barriera che nasconde e preclude la realizzazione del sogno del protagonista.
Ti faccio i miei complimenti per aver partecipato a questo contest dal vivo (CORAGGIOSA!) e per il tuo racconto!

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jimjams
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Re: Un sogno marino - di Fabiana Donato

Messaggio#5 » lunedì 4 settembre 2017, 11:15

Piccole cose nel testo che cambierei. "Non ci credereste", direi piuttosto "So che è impossibile da credere" o qualcosa del genere, più netto insomma. "Non mi mancava l'aria, mi mancò lei", non so, quel mi mancò non mi convince, so che ripetere mi mancava può essere considerato brutto, ma lo avrei preferito. Il racconto è una lunga introspezione narrativa e anche se sono uno che pecca spesso dello stesso difetto, raccontare piuttosto che mostrare, non è troppo fastidiosa proprio perché contiene una sequenza di accadimenti. L'idea, anche se già sentita e letta, forse anche qui su MC, può andare. Il tema del nemico lo vedo un pochino debole. Nemico perché il mare uccide? Non so, qui la sirena appare di certo come un'amica più che altro, una fonte di salvezza e un oggetto d'amore.

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Andrea Partiti
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Re: Un sogno marino - di Fabiana Donato

Messaggio#6 » lunedì 4 settembre 2017, 11:56

Io do la colpa alla trascrizione di Maurizio per i verbi sbagliati! (No, dai, scherzo, capisco che scrivere live, a mano, e poi passare da una lettura e trascrizione di una grafia altrui sia fonte di "rumore" sul testo).
La storia è molto lineare, ma riesci a chiudere bene il cerchio passando dalla casualità alla consapevolezza di una stessa situazione.
Penso che manchi un conflitto di qualche genere. Il tuo protagonista rischia la vita, viene salvato da una sirena (o allucinazione, non sappiamo), però dopo aspetta solo, aspetta fino ad arrivare al punto di rottura. Da lettore per cosa posso tifare, cosa spero? Non che la sirena torni da come l'hai presentato. E' come se il protagonista fosse completamente passivo nell'ultimo terzo del racconto, finché non decide di sacrificarsi.
Apprezzo anche che il pericolo che viene dal mare sia ambiguo e duale. Da una parte la sirena lo salva dal pericolo del mare, dall'altra è la sirena stessa il pericolo che lo riattira a morire in acqua per lo struggimento mentre il mare torna a essere un elemento benefico nella chiusura del racconto.

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AmbraStancampiano
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Re: Un sogno marino - di Fabiana Donato

Messaggio#7 » martedì 5 settembre 2017, 16:41

Ciao Faby,
accidenti, sei migliorata tantissimo!
La tua scrittura è sempre semplice ed evocativa, anche se concordo con chi dice che potevi scegliere delle similitudini un po' meno "viste". Il tuo immaginario è sempre molto poetico e non fatico a empatizzare con il sub e col suo dramma, che questa volta sei riuscita a dipingere in maniera abbastanza accurata, senza lasciare niente solo nella tua testa :)
è vero, manca un conflitto che non sia quello interiore tra il vecchio sub innamorato del mare e il nuovo sub, che invece di goderselo lo scandaglia alla ricerca della sua sirena, ma devo dire che la cosa non mi disturba particolarmente, anzi. A livello psicologico te la sei cavata abbastanza bene.
Il tema lo trovo solo a metà, il nemico non viene dal mare, ma è proprio il mare che separa il tuo protagonista dalla sua amata.
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

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Lo Smilodonte
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Re: Un sogno marino - di Fabiana Donato

Messaggio#8 » martedì 12 settembre 2017, 14:12

Un sogno marino – Fabiana Donato
Ciao Fabiana, felice di averti conosciuto al Dragon Fest! Passiamo al tuo delicato racconto: l’idea è delle più classiche, con una sirena che ammalia e – forse, ma potrebbe essere solo una mia idea – è di fondo una predatrice capace di far perdere la testa a un uomo. O forse è il mare stesso a essere l’amore senza speranza, fagocitante, di questo sommozzatore che null’altro ha nella vita ad eccezioni delle gioie della vita sott’acqua? Non so rispondere, però posso dire una cosa: il mare è solito prenderti un pezzo di cuore e custodirlo nelle profondità. Lo so bene anche io che al mare ci sono nato e cresciuto, e che ogni anno aspetto 11 mesi per poter tornare da lui.
Il tuo racconto mi piace e mi colpisce in un punto tenero, non di meno devo fare un paio di appunti: il nemico viene dal mare? O quest’uomo viene solo sollevato da un dolore di vivere? Siamo forse fuori tema, o in una situazione borderline, almeno.
Secondo punto (e che mi preme di più): la prosa potrebbe essere più scorrevole. Un racconto come il tuo esige scorrevolezza e musicalità, aspetti che a volte vengono a mancare. Fai largo uso di coordinate e allunghi i periodi più di quanto sia necessario. Ti suggerisco di provare a rivedere la forma cercando di abbreviare là dove cerchi il pathos e di allontanarti da una forma che ricalca forse troppo il narratore interno che senti dentro di te.

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