Non avranno ciò che è mio

Partecipa al live di Minuti Contati all'interno della programmazione del Terni Horror Fest.
Guest Star dell'evento: Daniele Picciuti
Francesco.F
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Non avranno ciò che è mio

Messaggio#1 » sabato 28 ottobre 2017, 16:01

Non avranno ciò che è mio.
O no, nossignore, non quest’anno. Non finirò come il povero Walter, mendicando carne per tutto l’inverno. Né come Goffrey, privato perfino di Will e Susy. Quei piccoli gemellini, così…bianchi, così teneri e innocenti. Carne fresca, per Samhuinn, e per i suoi “figli”. Sta andando tutto in malora, lo vedo e lo sento nell’aria. La nebbia è così fitta che potremmo tagliarla con il coltello. Ho detto a mia moglie Gwen e alla piccola Maeve di chiudersi in camera da letto, dopo aver fissato le assi alla finestra. Ho lasciato loro del cibo, dovrebbe bastare per un paio di giorni, nel caso in cui io…fallissi. Loro sono l’unica gioia che la vita nella brughiera mi abbia mai donato. Sono i miei amori, i miei tesori…sono i miei dolcetti. I figli verranno per loro, non ne ho dubbi. Le chiederanno in dono per il padre, le chiederanno con il sorriso malevolo con cui fino a pochi anni fa chiedevano polli, pecore e maiali, le chiederanno con lo sguardo fisso, le orbite vuote. Puoi donare i tuoi dolcetti, o sparire per sempre nella nebbia. I morti cammineranno ancora, questa Vigilia.

Le campane della chiesa di Cillborough non si muovono più. Il martellare incessante del battaglio mi è ormai entrato in testa. Iniziano a suonare con il calare della nebbia di fine ottobre, poco dopo il sorgere della prima luna di inverno, e si fermano alla Vigilia, all’improvviso, liberando l’aria dal frastuono. Se ci sarà qualcuno ancora in grado di tirare le corde e far muovere le pesanti aspe, torneranno a suonare domani, quando questo incubo sarà finito. Allestire le difese intorno e dentro la fattoria, preparare le trappole, ripulire le armi vere e di fortuna con quei sordi rintocchi nel cervello mi ha fatto impazzire. La nebbia non mi permette di vedere a più di una ventina di iarde dalla finestra, ed è stato così per giorni interi. No, non sarà una vigilia di Hallowmas come tutte le altre.

Il sole è calato oltre l’orizzonte da due ore ormai. Anche il più piccolo rumore risulta ovattato alle mie orecchie, l’oscurità e la nebbia sono soffocanti. Mi sono assicurato di preparare una cortese e calorosa accoglienza per i miei ospiti. Gli anni passati ad inseguire prede nelle vecchie foreste della tenuta di Golavon, le notti fredde e i giorni umidi, in attesa della giusta occasione, non mi hanno forgiato in un guerriero, ma farò del mio meglio. Ho rispolverato la balestra a leva. Avevo ancora dieci quadrelli di una vecchia battuta di caccia, ma ne ho fabbricati altri trenta in questi quattro giorni. Alla cintola ho il coltello che uso per scuoiare le bestie, e poggiato vicino alla porta di ingresso si trova il martello di Ruud, il fabbro della città. Lui smette di lavorare qualche giorno prima della Vigilia, io inizierò a breve, temo. Sento mia moglie camminare al piano di sopra, i suoi piedi calpestano il pavimento della stanza ritmicamente, incessantemente. Parlotta con Maeve, ha un tono di voce delicato, è la voce di una madre che cerca di far addormentare la figlia con una favola della buonanotte. Non riesco a capire cosa le stia dicendo. Devo restare concentrato.

Infine riesco a vedere le luci nella nebbia. È sempre stato così, fin da quando, bambino a mia volta, ammiravo il macabro spettacolo. I figli arrivano con la nebbia, e con la nebbia se ne rivanno. Portano in mano delle torce per illuminare il cammino. Mia madre preparava una torta alla crema e composta di more per i morti che venivano in visita, prima di lasciare la terra per sempre. Quelli erano i loro dolcetti. Ma quei tempi sono passati per sempre. I morti sono diventati crudeli, malvagi, perversi. La vita è crudele e perversa, perché la morte dovrebbe fare eccezione? Provo una gran pena per quegli esseri, provo pena per me stesso, perché forse, molto presto, mi unirò a loro, tornando bambino, indossando quei logori stracci insanguinati, impugnando una torcia e reclamando un tributo di sangue. Provo pena per i vivi che restano. Ma non avranno ciò che è mio.

I primi piedini nudi escono dalla nebbia, la luce delle fiaccole illumina le figure in corteo. Sapevo, sentivo che non sarebbe stata come tutti gli altri anni. E loro sanno, buon Dio, loro sanno. Nelle mani hanno ganci da macellaio, mannaie, coltelli da cucina, falcetti. Sono piccoli strumenti, ma loro sono così tanti…ne vedo almeno quindici di fronte a me, ciondolare malamente nei loro sacchi sudici, cercando di simulare grottescamente veri bambini. Altri cinque, forse sei, si dirigono verso la stalla. Devo agire in fretta, o di noi non resterà niente. Afferro una delle tre torce preparate sotto la finestra, e accendo la stoffa che avvolge la punta del bastone. Poi afferro le altre, e continuo il lavoro. Il calore mi brucia il viso, ma non vi presto attenzione. Esco dalla porta principale, lancio la prima torcia verso il prato. La mia trappola. La pece che ho versato nel pomeriggio prende fuoco immediatamente, avvolgendo nelle fiamme i primi piccoli corpicini. Urla strazianti salgono dalle fila dei morti, urla di bambino. Lancio la seconda, e la terza torcia. Altre fiamme divampano. Non riesco a sentire oltre, sono obbligato a tapparmi le orecchie. Il tanfo di stracci bruciati e carne morta mi arriva al naso, non posso trattenermi, e vomito sulla piccola veranda. Rientro in casa e chiudo la porta dietro di me, barricandola. Fuori c’è l’inferno. I figli di Samhuinn corrono di là e di qua, alcuni in fiamme. Alcuni sono riversi a terra, immobili. Molti altri stanno uscendo dalla nebbia. Imbraccio la balestra, e inizio a scagliare dardi. La tensione mi fa sbagliare alcuni colpi, ma la maggior parte vanno a segno. Sono ancora un cacciatore. Argino una prima ondata di morti, ma l’avanzata è inarrestabile. Alcuni di loro riescono a sfondare la porta della stalla. Sento i miei animali urlare di dolore. Anche Maeve, al piano di sopra, inizia ad urlare, e prego Dio e tutti i santi che conosco di concederle la grazia di non fare la fine dei miei maiali. Esaurisco i quadrelli, e alcuni di loro sono già alla porta. Afferro il martello con entrambe le mani, ed esco dalla finestra, atterrando sull’erba poco sotto ed avventandomi contro i primi figli. Solo alzando gli occhi mi rendo conto del mio errore, ed acquisto la ragione: non ci sono bambini a terra, o in fiamme, o trafitti dai miei dardi. Nessun fagotto di cenci straziato di dolore. Sono tutti di fronte a me, in piedi, le piccole armi arrugginite in mano. Niente torce. L’unica luce, verdognola e spettrale, viene direttamente dalla nebbia. Loro sono già morti, io li raggiungerò presto. Lascio cadere il martello, in preda alla disperazione. Mentre i piccoli ganci mi trafiggono e i coltelli lacerano le mie carni, guardo quelle orbite vuote, quei ghigni sbilenchi. Gwen e Maeve resteranno sole, senza di me, tutto l’inverno. Senza animali. Moriranno di fame, o finiranno in qualche bordello. Mia figlia ha solo otto anni. I morti hanno giocato il loro perfido scherzo. Sono io il dolcetto.



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antico
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Re: Non avranno ciò che è mio

Messaggio#2 » sabato 28 ottobre 2017, 16:14

Benvenuto a Minuti Contati! Un minuto di ritardo, ma considerata la natura del live e le problematiche varie, sei ammesso! Tutto ok con i caratteri, buona Terni Live Edition!

Airali
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Re: Non avranno ciò che è mio

Messaggio#3 » lunedì 30 ottobre 2017, 19:59

Molto lugubre, che in questo caso è un complimento. All'inizio della lettura temevo di essere incappata in un racconto basato su un cliché (l'idea non è nuova), invece questa ripresa delle credenze celtiche reinterpretata funziona! Il finale mi ha ricordato molto una puntata di Game Of Thrones (una delle mie preferite, tra l'altro), quindi anche questo è un punto a favore. La lettura è abbastanza scorrevole. Carina anche l'idea di cambiare il nome in "Hallowmas", fa molto "Nightmare Before Christmas"!

paola roela
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Re: Non avranno ciò che è mio

Messaggio#4 » martedì 31 ottobre 2017, 22:42

Mi sono piaciute molto le descrizioni, con un linguaggio che sembra davvero provenire da quel tempo antico.
Si avverte bene l'ansia del protagonista e la preoccupazione per la moglie e la figlia.
Il finale arriva in un crescendo di tensione e speranza, che cede infine il passo alla disperazione e alla morte.
Il tema dei morti viventi non è tra i miei preferiti ma devo ammettere che te la sei cavata molto bene. Bravo :)

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catalina.pintilie
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Re: Non avranno ciò che è mio

Messaggio#5 » mercoledì 1 novembre 2017, 9:18

Inquietante sia l'idea che l'immagine dei bambini zombie perché quelle che dovrebbero essere creature innocenti sono invece dei mostri in cerca di cibo. Comune in molte culture e tradizione il tributo ai morti e credo sia ben inserita in questo racconto. Moltissimi dettagli che richiedono molta attenzione nel seguire il racconto ma questo va secondo me s favore dello scrittore che sceglie e impone il tempo di lettura al posto del lettore che spesso è un pochino frettoloso. Mi è piaciuto. Complimenti!

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alex.coman
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Re: Non avranno ciò che è mio

Messaggio#6 » domenica 5 novembre 2017, 11:26

Hallowmas mi è piaciuto. Tutto l'insieme è una grande cosa, secondo me. Una storia da cento paginette (anche meno) non sarebbe male, su questa idea.
Non mi è piaciuta però la concentrazione del protagonista sui morti: sì, mi rendo conto che si sta preparando a un "attacco", ma lo fa per una ragione, anzi due, che stanno al piano di sopra. Hai detto che moglie e figlia sono i suoi tesori, ma io non l'ho percepito il suo affetto per le due donne. Diciamo che, secondo me, in questa parte manca il famoso show don't tell. Un padre affettuoso ricorda i bei momenti con la figlia, una cena romantica con la moglie, dei momenti passati insieme, momenti per cui vuole combattere, che vuole riavere.
Avrei usato quindi i pochi flashback sull'affetto dell'uomo per le donne, invece dei morti che chiedono caramelle. Questo, secondo me e ai miei occhi, ti ha penalizzato tanto (magari poi mi sbaglio, eh!).
Credo e ripeto che vale la penna ampliarlo per qualcosina di più grande.

Francesco.F
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Re: Non avranno ciò che è mio

Messaggio#7 » lunedì 6 novembre 2017, 0:52

Grazie del commento Alex! La tua è un'osservazione più che legittima, e ti assicuro che se mai amplierò il racconto la prenderò in considerazione. Nel racconto, il protagonista è un "uomo del suo tempo", dove per tempo si intende un medioevo a tinte fantasy. Ahimè, ho cercato di renderlo meno superuomo possibile, e come tale, sebbene ritiene preziosissime moglie e figlia, le considera una sua proprietà. "Ciò che è MIO", non a caso ;) Ho cercato di focalizzarmi sul difendere la sua proprietà, piuttosto che sui sentimenti, ma se questo non è arrivato bene la colpa è indiscutibilmente mia! Ringrazio infinitamente anche per tutti gli altri commenti ed opinioni, in particolare Airali: il tuo commento è troppo simpatico, e si, anch'io sono un fan di GoT...con l'altofuoco i morti non avrebbero avuto scampo! xD

Airali
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Re: Non avranno ciò che è mio

Messaggio#8 » giovedì 9 novembre 2017, 23:48

Cesira docet ahahah

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antico
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Re: Non avranno ciò che è mio

Messaggio#9 » domenica 12 novembre 2017, 20:00

Un buon esordio su Minuti Contati, direi. Le atmosfere horror ci sono tutte, questo è certo. Ho faticato parecchio nel primo paragrafo, quando parli dei figli. Il fatto che siano come dei bimbi non arriva immediatamente e molte domande rimangono senza risposta. E occhio, non intendo che dovresti fornire tutte le spiegazioni, ma fornire qualche elemento in più per questo particolare contesto, quello sì, tanto da incuriosire il lettore senza abbandonarlo. Anche perché ci si chiede perché, pur avendo un anno intero, questi comincino a prepararsi solo il giorno prima senza neppure provare a organizzarsi per combattere insieme... Insomma, c'è da revisionare, ma si parte già da una buonissima base. Per me un pollice che tende verso l'alto.

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Monica Patrizi
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Re: Non avranno ciò che è mio

Messaggio#10 » venerdì 17 novembre 2017, 23:47

Ciao Francesco,
il tuo racconto possiede una grande coerenza, ruota intorno a una buona idea e hai saputo avvolgere i protagonisti in una grande atmosfera. Tuttavia confesso che ho fatto un po' di fatica a seguire tutti i passaggi della storia, probabilmente è colpa mia, ma forse inserendo dei dialoghi avresti alleggerito la lettura senza ricorrere a ulteriori spiegazioni.
Nel complesso una bella prova, complimenti.

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