Gruppo ASIMOV: Lista racconti ammessi e classifiche

Lunedì 16 ottobre dalle 21.00 all'una.
Tema: LA PORTA.
Partecipanti in gara: 18
Avatar utente
antico
Messaggi: 7172

Gruppo ASIMOV: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#1 » martedì 17 ottobre 2017, 2:02

Immagine

BENVENUTI ALLA SCHIAVO CAMPO EDITION, L'UNDICESIMA DELLA QUINTA ERA DI MINUTI CONTATI!

Questo è il gruppo ASIMOV della SCHIAVO CAMPO EDITION con PIERO SCHIAVO CAMPO nelle vesti di Guest Star.

Gli autori del gruppo ASIMOV dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo LE GUIN.

Questo è un gruppo da NOVE racconti e per l'occasione saranno i primi QUATTRO racconti ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da PIERO SCHIAVO CAMPO. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approsimandolo per eccesso, regola che, saltuariamente (come in questo caso) posso decidere di infrangere allo scopo di permettere una migliore fruizione dell'edizione per i concorrenti.


Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro già in possesso di punti Rank d'Era (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo A, il quarto nel gruppo B e così via), coloro che ancora non hanno punti rank d'Era sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo X, quarto a postare gruppo Y e così via). Considerata la presenza di due racconti con MALUS ho inoltre fatto in modo che finissero in due diversi gruppi.

E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo ASIMOV:

Il buco della chiave, di Marco Roncaccia, ore 00.45, 3627 caratteri
Una nuova regola, di Andrea Partiti, ore 00.05, 4022 caratteri
Mamma, di Giancarmine Trotta, ore 00.53, 4158 caratteri
Il grande rutto cosmico, di Adriano Muzzi, ore 00.42, 4879 caratteri
Dinamiche, di Massimiliano Enrico, ore 01.24, 4943 caratteri MALUS 4 PUNTI
L’altalena, di Flavia Imperi, ore 23.13, 4340 caratteri
Cambi dimensionali, di Alessandro Randone, ore 22.50, 2976 caratteri
Pizza al Ragno Gigante, di Marco Fumetto, ore 00.50, 4757 caratteri
Chirurgia olistica, di Eugene Fitzherbert, ore 00.51, 4972 caratteri

Avete tempo fino alle 23.59 di giovedì 26 OTTOBRE per commentare i racconti del gruppo LE GUIN. Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 27 OTTOBRE, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i NOVE racconti del LE GUIN e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare altri racconti, ne avete DICIASSETTE (escluso il vostro) a disposizione e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.

Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.


Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo LE GUIN.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

BUONA SCHIAVO CAMPO EDITION A TUTTI!



alexandra.fischer
Messaggi: 2862

Re: Gruppo ASIMOV: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#2 » martedì 17 ottobre 2017, 21:11

Il BUCO DELLA CHIAVE di Marco Roncaccia Tutto o.k. con la specifica della porta. Il piccolo protagonista è ossessionato dalla luce che filtra dal buco della chiave (e dalle meraviglie che si possono vedere attraverso: le nudità di zia Gabriella). Rendi molto bene il punto di vista del bambino con i primi turbamenti (soprattutto nel paragone luce del buco della chiave-luce laser dei cartoni animati). Il finale è agghiacciante: il piccolo vede la zia morta nella vasca in seguito a un’iniezione letale.


UNA NUOVA REGOLA di Andrea Partiti la specifica della porta è resa in modo kafkiano (l’atmosfera è quella di “Davanti alla Legge”), ma tu rielabori lo spunto rendendolo ancora più inquietante: in questo caso, il Postulante si trova dietro la Porta e vuole uscire dalla stanza. I custodi lo sentono e per lui c’è la morte per uccisione. I particolari della Porta logora e degli addetti alla pulizia danno un ulteriore sensazione di straniamento. Il finale, con i dettagli temporali, mi fa pensare che la stanza chiusa sia un varco temporale attraversato da individui che i superiori dei Custodi sopprimono tutte le volte. Bellissimo racconto.

MAMMA di Giancarmine Trotta Tutto bene con la specifica della porta. Tommaso e Lucia attraversano quella che conduce dal Consigliere Spirituale (un tipo dall’aspetto di medico) per risolvere il problema della loro sterilità. L’atmosfera è orwelliana (a partire dal personaggio del Consigliere Spirituale fino all’allucinazione di Lucia, nella quale i bambini angelici si trasformano in pupazzi ributtanti e sedie) ma tu la rielabori in modo personalissimo. Amaro il finale: la voglia di avere figli della coppia è curata dal Consigliere Spirituale con un’allucinazione (e ci sta: lui può tutto, ma in modo spirituale).


IL GRANDE RUTTO COSMICO di Adriano Muzzi Ottima la resa del punto di vista di Adham che parla con il pubblico del viaggio nel pianeta alieno alternato ai pensieri di lui (la descrizione a voce alta dei luoghi visitati ha elementi che rimandano alle figure grottesche della “space opera”, invece i pensieri di Adham descrivono in modo crudo un viaggio di sopravvivenza in un universo distopico e ostile). Il teletrasporto citato all’inizio è la porta che conduce alla Fregatura Cosmica (interessante l’immagine del Mediterraneo, fa capire al lettore gli orrori di un luogo sconosciuto e inospitale confrontandolo con i viaggi dei barconi della speranza).

DINAMICHE di LordMax La specifica della porta c’è. E la storia è spassosa (equivoco dei falsi ladri a parte, l’elemento che la tiene su divertendo il lettore è il “drogatto” dei due coniugi. Ma anche i dialoghi fra loro due li rendono simpatici. La sbrigatività di lui, burbero ma premuroso si amalgama bene con lei, tutta New Age e vita domestica. Mi ricordano i personaggi radiofonici di “Cico e Pallina” creati da Federico Fellini (Pallina era, se non ricordo male, sua moglie Giulietta Masina).

È per il Feng Shui tesoro (manca la virgola dopo Feng Shui)
Attenzione a: sto c…o ( meglio scrivere ’sto c…o).
Sto scemo (meglio scrivere ‘sto scemo)
A vomitato (meglio scrivere : ha vomitato)
Serbra (meglio scrivere: sembra)
Un piccolo barbone peloso sei vero? (manca la virgola dopo sei)
Pst (meglio scrivere: Psst)
Huuu (meglio scrivere: Uhhh).
Manno (meglio scrivere: ma no)

L’ALTALENA di Flavia Imperi La porta c’è, scorrevole, che dà sul garage e un tempo veniva aperta dal padre di Lisa. L’uomo è stato vittima di un incidente con i deltaplani ed è rimasto invalido per poi morire dopo qualche tempo e la moglie ne ha seguita la sorte. I due salutano Lisa apparendo in forma spettrale e lasciandole una piuma bianca come prova di un felice viaggio nell’aldilà (e l’altalena è una metafora della voglia di vivere di Lisa come pure la sua amicizia con Robby). Storia intrigante con elementi soprannaturali.

CAMBI DIMENSIONALI di Alessandro Randone il viaggio notturno del tuo protagonista lo spinge ad aprire una porta che conduce in un mondo acquatico, nel quale lui viene accettato senza problemi. Quello che si è lasciato dietro è altrettanto affascinante nella sua decadenza (fabbrica dismessa, strada con pioppi in fila come soldatini, adolescenti ubriachi all’uscita dei pub). E lui è un tipo ruvido in cerca d’avventure. Il racconto incuriosisce nella seconda parte, tutta da sviluppare (la vedo bene come l’inizio di un romanzo breve, secondo me).

Attenzione a:
avventuure (togliere una u)

PIZZA AL RAGNO GIGANTE di Marco Fumetto Mi piace lo spunto della storia, quotidiano (chi di noi non ha mai ordinato una pizza a domicilio?), che rassicura il lettore all’inizio (Geko riceve la visita di Lila, trasgressiva, visto che ha aperto la porta del II livello, proibita dalle autorità). Il ragno è l’elemento intrigante della storia, da ornamento parlante e commestibile della pizza si trasforma in un agente rivoluzionario e Lila è sua complice. Peccato che il tentativo di estorcere a Geko i file con le formule dei prodotti farmaceutici utili alla rivoluzione venga stroncata dalle autorità (chiamate da chi? Ecco un dettaglio da tenere presente: vista l’atmosfera di spionaggio, io avrei messo un dispositivo spia nella pizza alle Quattro Stagioni Atomiche di Lila, ma questo è solo un mio parere). Per il resto, storia godibile, nello spirito gibsoniano (stupenda l’idea prospettata dal ragno Franklin di mettere il proprio cervello nel corpo di Geko, dopo aver cancellato l’originale. Geko lo immagino come un uomo soprannominato così).



CHIRURGIA OLISTICA di Eugene Fitzherberth Interessante il tema della vendetta sentimentale. Padmar uccide il dottor Harnoi colpevole di avergli insidiato la ragazza (già soppressa dallo stesso Padmar) e lo fa con un coltello insanguinato (l’arma del delitto precedente). La porta c’è, metaforica (chakra della medicina indù, veri e propri canali di comunicazione fra i vari organi del corpo, in questo caso il chakra è il canale dell’anima). Interessante la figura del chirurgo che opera senza strumenti ma usando le mani e la chiaroveggenza, che tu rendi con immagini molto efficaci, intese a mostrare la follia del paziente assassino. Storia insolita e molto ben scritta.


La mia classifica è sofferta, meritereste tutti di essere al primo posto:



UNA NUOVA REGOLA di Andrea Partiti
PIZZA AL RAGNO GIGANTE di Marco Fumetto
CHIRURGIA OLISTICA di Eugene Fitzherberth
Il BUCO DELLA CHIAVE di Marco Roncaccia
L’ALTALENA di Flavia Imperi
IL GRANDE RUTTO COSMICO di Adriano Muzzi
MAMMA di Giancarmine Trotta
CAMBI DIMENSIONALI di Alessandro Randone

Avatar utente
SalvatoreStefanelli
Messaggi: 351

Re: Gruppo ASIMOV: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#3 » lunedì 23 ottobre 2017, 15:44

Ecco la mia classifica:
1 – Dinamiche
2 – Una nuova regola
3 – Il buco della chiave
4 – L’altalena
5 – Pizza al ragno gigante
6 – Chirurgia olistica
7 – Mamma
8 – Il grande rutto cosmico
9 – Cambi dimensionali

e i relativi commenti ai racconti:

1 - Dinamiche — Lordmax mi hai fatto proprio divertire con questa scena di vita domestica. La storia sarà anche semplice ma l'ironia la esalta. Il gatto mi sta simpatico, e pure il resto della famiglia. Tempi del racconto ottimi, le scene sono vivibili e, se non fosse che a volte ti viene da ridere, ci si cala bene dentro i personaggi. La storia del gatto fa scena, pur se ha poca confidenza con il tema portante non se ne discosta più di tanto, visto che "a porta aperta mi ci ficco" come miagolerebbe lui. L'altro refuso che Flavia non ricordava e un "serbra" qualche rigo più sotto. Io avrei messo qualche virgola in più e avrei cercato di evitare troppe ripetizioni a così poca distanza l'una dall'altra, vedi i vari mentre o latte, per fare qualche esempio. Nel complesso un gran bel racconto, nonostante tutto. Bravo.

2 - Una nuova regola — Ciao Andrea. Storia interessante. Non ho incontrato particolari problemi a leggerla. Ero ben cosciente di dove fosse posizionata la porta e di cosa stesse accadendo. Nemmeno il cambio di PdV della seconda parte mi ha creato problemi: secondo la mia logica di lettore horror, era dovuto. Proprio il fatto che mi capita spesso di leggere o scrivere horror mi ha fatto capire fin dalle prime righe dove si stava andando a parare e questo ha un po' smorzato il piacere per una bella storia come questa. Un po' gli # mi anno dato fastidio e avrei aggiunto un accapo quando dici "Io mi muovo a semicerchio...", ma nessun altro appunto. Sei stato bravo e la storia prende.

3 - Il buco della chiave — Ciao Marco. Trovo difficoltà a dirti cosa penso del tuo racconto in quanto ha già detto tutto Flavia. Sembra che lei abbia avuto le mie stesse sensazioni, tranne per il robot. Storia che non manca di emozioni e ci si cala perfettamente nei panni del bambino. A dire il vero, mi è sembrato un po' strano che avesse certi tipi di turbamenti già a quella età (immagino massimo dieci anni, dal modo di esprimersi), poi ho ripensato a me a quella età, e anche prima, e non mi è sembrato più così strano. La tua porta ha un grande fascino e anche il finale, per certi versi sorprendente, è molto bello, amaro o non amaro, sospeso. Ottima prova direi.

4 . L'altalena — Ciao Flavia. Ho letto il tuo racconto con interesse e curiosità. C'è poesia nell'aria, quella del dolore e dell'innocenza, e questa cosa mi è piaciuta tanto. La prima parte della storia fila facile, a parte "vedo le punte dei capelli e dei piedi, un'infinità più lenti di me", frase che rende l'idea ma che trovo pesante. Avrei tolto anche quel "a me" di "sull'altalena accanto a me" perché lo trovo inutile. Un'altra cosa che mi ha lasciato perplesso è "la luce del tramonto", forse perché, leggendo che si alza dal letto, avrei immaginato più un lampione o la luna, per meglio calzante anche con la scena che segue. Comunque, tutta la parte delle visione e della piuma, per quanto bella da "vedere" mi sembra conciliare poco con il resto della storia. Leggendola ne ricavo che la madre è morta, pur se poco prima non lo era... Conclusione, mi son detto che doveva essere solo un sogno e, in quanto tale, il suo significato è sempre in buona parte oscuro. Direi che se dovessi dare un voto non sarebbe più di un 3 stelle e mezzo su cinque, proprio in virtù di tutta la scena della piuma.

5 - Pizza al ragno gigante — Ciao Marco. Leggere "meglio la cosa non diventasse un mio problema", la prima cosa negativa proprio a inizio storia, non mi ha disposto bene al seguito della lettura. Dopo averla letta tutta concordo con Flavia (mi pare fosse lei) che suggeriva Lila come colei che ordina la pizza al ragno gigante. La storia mi stupisce e si riprende subito bene. Nella seconda parte non avrei messo "Allora era vero", mi sembra che richieda una premessa che non c'è. Avrei lasciato solo "Si conoscevano" e, per me, sarebbe stato molto più pregnante. Un'altra cosa che non mi è piaciuta è "Coca-Ina Cola", ma è solo una sciocchezza dal gusto personale. Per il resto, tutto bene. Nonostante non apprezzi molto i racconti da "morto", ci sono sempre le eccezioni. Bravo.

6 - Chirurgia olistica — Ciao Eugene. Idea interessante e l'ho letta con gusto. Però, c'è sempre un però, si trova sempre qualcosa che non va. La prima cosa negativa che noto è quando scrivi "Non riusciva a trovare la giusta concentrazione...", per me è una frase che non ha senso in quel contesto: non trovare concentrazione solo perché la tua segretaria non ti ha avvisato che andava via? Questo sarebbe dovuto accadere all'inizio della storia, non in quel punto. Altra cosa che non mi è piaciuta è la reazione del dottore alla minaccia del coltello: mi sembra illogico non provare a difendersi con un qualche tipo dii oggetto e pensare, invece, solo a chiedere aiuto tramite un interfono. Una ulteriore nota stonata e che crea qualche perplessità sul PdV si avverte con questa frase "Il gesto netto che seguì...". Complessivamente una buona storia, migliorabile ma buona.

7 - Mamma - Ciao Giancarmine. Ho trovato davvero difficile entrare nella storia, che ha pure una idea di fondo interessante, ma che non mi ha preso. Come dice Flavia, chi legge ha bisogno di identificarsi bene con il personaggio cui sta vivendo la storia e, specie nella prima parte, questo non avviene. A me, invece, è piaciuto l'aspetto del sogno, pur se meritava un maggiore coinvolgimento che qui appare smorzato. Il finale mi ha lasciato "debole", non mi sembra chiudere il cerchio della narrazione. Altri note: quel "mosse più volte la testa in orizzontale", mio gusto personale, proprio non mi piace. L'appunto di Flavia sul "guardava disinteressato" lo trovo perfetto. Storia carina, ma che poteva dare di più.

8 - Il grande rutto cosmico - Ciao Adriano. Ti dico la mia. Ho pensato che questa storia parlasse di altro, che avesse un tema nascosto, che parlasse di europei e africani, di due visione diverse di due mondi diversi. Non so dirti quanto questo mi sia piaciuto, posso dirti che mi è piaciuta l'idea e il tentativo. Ho trovato caotico districarmi tra voce e mente del protagonista e voce dell'interlocutore/i. Nonostante il corsivo, in alcuni momenti i pensieri mi sembravano parole. Ancora una volta la penso come Flavia e non ho trovato nessun senso comico in questa storia, cosa che mi sarei aspettato dal titolo. C'è quel lungo periodo in corsivo che inizia con "Mi sistemai il cravattino del frac e mi schiarii la voce con un colpo di..." che non capisco perché sia, appunto, in corsivo: non mi sembra proprio il pensiero del protagonista quanto la descrizione di una scena.
In conclusione il racconto non mi ha soddisfatto. Mi spiace.


9 - Cambi dimensionali - Ciao Alessandro. Questo racconto fila via liscio fino a quando non scrivi "Spense la pila del telefono e...". Già questo inizio di frase non capisco cosa mi significhi, avrei scritto "Spense il telefono e...". Ma è quello che segue a non soddisfarmi più e a far deteriorare il mio piacere nel leggere. Sembra davvero che il protagonista sia regredito all'improvviso a un età fanciullesca. Quando, poi, scrivi "Ecco qui ti ho trovato" e quello che segue, il racconto finisce nello scivolarmi inesorabilmente verso il basso. Detto questo, la storia qui narrata potrebbe fare da incipit a un'altra dal carattere fantasy ben marcato e tutta da scrivere. In quanto allo stile non mi dispiace.
Ultima modifica di SalvatoreStefanelli il mercoledì 25 ottobre 2017, 17:42, modificato 1 volta in totale.

viviana.tenga
Messaggi: 560

Re: Gruppo ASIMOV: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#4 » martedì 24 ottobre 2017, 15:06

Ciao a tutti,
Ecco la mia classifica. Ho avuto difficoltà immani sulle posizioni 3, 4 e 5, che ho rigirato mille volte prima di decidermi; alla fine, ho messo in ordine per comprensibilità generale alla prima lettura, ma per quel che può valere sappiate che vi considero a pari merito

CLASSIFICA
1) IL BUCO DELLA CHIAVE, di Marco Roncaccia
2) DINAMICHE di Massimiliano Enrico
3)L'ALTALENA di Flavia Imperi
4)UNA NUOVA REGOLA di Andrea Partiti
5)IL GRANDE RUTTO COSMICO di Adriano Muzzi
6) CHIRURGIA OLISTICA, di Eugene Fitzherbert
7) MAMMA di Giancarmine Trotta
8) PIZZA AL RAGNO GIGANTE di Marco Fumetto
9) CAMBI DIMENSIONALI di Alessandro Randone

COMMENTI
1) IL BUCO DELLA CHIAVE, di Marco Roncaccia
Reso veramente bene il punto di vista del bambino, a livello sia di lessico che di immagini.
Mi unisco alla perplessità di Flavia sulla "cosa fredda" (anch'io ci ho messo un attimo a capire). Sul fatto che la zia faccia il bagno proprio quando ha in casa il bambino, anche a me è sembrato un po' stano (di più, l'impressione globale che ho avuto io è quasi che lui venga parcheggiato lì perché la mamma non ha altre opzioni e a lei del bambino non freghi niente), ma per il protagonista è la normalità e anche in questo la focalizzazione è coerente.
Non mi convince del tutto invece il "va tutto bene" nel finale. I bambini tendono a rendersene conto quando c'è qualcosa che non va, anche se magari non capiscono a pieno, e di sicuro la zia appare diversa da come è abituato a vederla.
Nel complesso, tema rispettato, idea ed esecuzione molto buona.

2) DINAMICHE di Massimiliano Enrico
Detto fuori dai denti: secondo me dovevi incentrare il racconto sul gatto. L’ho trovata la parte più riuscita del racconto ed è un peccato che c’entri poco o nulla con la trama principale. Detto questo, non è che il resto sia male. La scrittura è ottima, i dialoghi divertenti e naturali. Nel complesso, una prova molto riuscita.

3)L'ALTALENA di Flavia Imperi
Racconto emotivamente intenso, che racconta fatti drammatici ma in un modo pieno di delicatezza e innocenza. Molto bella l’immagine della piuma bianca come simbolo della serenità ritrovata. Personalmente, non ho avuto difficoltà a capire il racconto e il suo lato onirico, così come mi è subito apparso evidente che la frase “mamma e papà sono spariti” si riferisse allo svanire del sogno.
Quello su cui ho trovato un po’ di incertezze è lo stile: ho trovato alcune espressioni (es: “Robby, il mio amichetto di giochi”, “La luce qui ha un colore diverso, appena diverso, di poco”) un po’ goffe rispetto al resto della narrazione, in cui lo stile è fin quasi poetico. È vero si intonano bene con il fatto che la voce narrante appartenga a una bambina, ma se volevi fare una scelta di questo tipo (linguaggio più infantile) dovevi secondo me farlo in modo netto per tutto il racconto.
La porta è messa lì in maniera un po' tirata, ma c'è.

4)UNA NUOVA REGOLA di Andrea Partiti
Mi è piaciuta molto la declinazione del tema e l’atmosfera surreale del tuo racconto. Non ho avuto difficoltà né nel capire la posizione della porta né con il cambio di punto di vista.
Quello che invece mi ha lasciata un po’ confusa è cosa sia successo di preciso: il custode ha aperto la porta dopo aver sentito il rumore? In quel caso, non capisco bene perché aggiungere una regola, in fondo se c’era la regola 1 avrebbero dovuto seguirla a prescindere. Oppure il solo fatto di rispondere ha creato un varco dimensionale di qualche tipo? E poi, qualcosa ne è uscito e li ha uccisi prima di essere ucciso a sua volta dai soldati (o pseudo tali) dell’uomo in rosso? Oppure sono stati loro a essere chiamati e uccidere i custodi per qualcosa che avevano visto?
Chiariamo, che in un racconto del genere qualcosa rimanga fumoso ci sta (per esempio, chi o cosa sia uscito dalla porta), ma avrei gradito almeno riuscire a capire se l’entità dietro la porta fosse “buona” o “cattiva”

5)IL GRANDE RUTTO COSMICO di Adriano Muzzi
Il dubbio che il racconto fosse una grande allegoria per parlare dei viaggi dei migranti mi era venuto già durante la lettura, ma credo che sarebbe rimasto solo un dubbio se non avessi letto il tuo chiarimento. Forse sarebbe stato meglio inserire qualche elemento più esplicito per evitare ogni confusione.
L'idea è molto bella, il racconto nel complesso mi è piaciuto. Ho apprezzato in particolare l'alternanza tra le immagini meravigliose del racconto e quelle crude e terribili dei veri ricordi, entrambe rese molto bene. Sono d'accordo con altri commenti sul fatto che la storia del sorriso sappia un po' di sottotrama non sviluppata, forse in un racconto così breve sarebbe stato meglio lasciarla fuori (o svilupparla meglio in un racconto un po' più lungo). Perplessità anche sul titolo, che mi sembra si intoni male con il tono del racconto.
Nel complesso, qualcosa da rifinire ma una buona prova.

6) CHIRURGIA OLISTICA, di Eugene Fitzherbert
Idea interessante e originale, anche se secondo me alcune cose potrebbero andare rifinite.
Come prima cosa, ho trovato il dialogo iniziale un po’ innaturale e che sa di infodump. Capisco la necessità di spiegare il principio della chirurgia olistica al lettore, ma mi aspetto che il paziente abbia già più o meno idea di come funzioni e penso che una breve spiegazione fuori dal dialogo sarebbe stata più efficace.
Ho inoltre trovato un pochino confuso il finale; da quel che ho capito, la ex del paziente aveva fatto una seduta di chirurgia olistica e il “mettere le mani addosso” del dottore era puramente professionale, ma ha comunque scatenato la gelosia morbosa di lui. Mi rimane però il dubbio che l’interpretazione giusta sia quella di Alexandra, e ci sia stato qualcosa tra dottore e ex.
Le immagini dell’anima tormentata (donna che urla, lui trasformato in bestia) sono molto evocative, secondo me avresti potuto puntare ancora di più su questo aspetto.

7) MAMMA di Giancarmine Trotta
Personalmente, l’alternanza dei punti di vista non mi ha particolarmente disturbata, anche se forse è vero che una gestione diversa avrebbe potuto dare più forza al racconto.
Nel complesso, l’idea è buona e l’argomento trattato potenzialmente molto forte. La storia in sé potrebbe fare l’effetto di una pugnalata emotiva, ma secondo me non sei riuscito a renderla incisiva come avrebbe dovuto essere. Altri ti hanno già segnalato la debolezza del finale, ma secondo me potresti lavorare un po’ anche sul paragrafo prima, quando i bambini scompaiono, mostrare di più la disperazione di Lucia. Non mi convince del tutto nemmeno l’idea di inserire così tanti bambini nell’allucinazione: avrei visto meglio la scelta di metterne solo uno o due e caratterizzarli un po’ (es: le somiglianze fisiche con Tommaso e Lucia, stanno giocando con una vecchia bambola di lei, abiti che lei era rimasta ad ammirare il giorno prima nelle vetrine di un negozio di abbigliamento per l’infanzia,…). Così invece i bambini rimangono un po’ vaghi e anonimi, facendo perdere di incisività.
Insomma, il racconto secondo me è già buono, ma ha ancora discreti margini di miglioramento

8) PIZZA AL RAGNO GIGANTE di Marco Fumetto
Questo racconto ha sostanzialmente un problema: troppa carne al fuoco. L’ambientazione è di sicuro suggestiva e interessante, ma non ha lo spazio per svilupparsi in modo adeguato. Cos’è e come funziona il sistema degli strati? Chi sono i ribelli e cosa vogliono? Cosa sono i farmaci di cui Lila e il ragno vogliono la ricetta? In questo contesto, anche la porta del tema appare quasi un dettaglio tra cento altri, che potrebbe esserci come no.
Per quanto riguarda la trama, mi unisco a chi ha commentato prima di me nel dire che la coincidenza di Geko che ordina la pizza al ragno è un po’ forzata, così come non è bellissimo dal punto di vista narrativo il fatto che poi Lila dica (pressappoco) “toh, un complice, anche se in realtà non mi serviva”. Far ordinare la pizza a lei come parte del piano avrebbe secondo me funzionato meglio.
Nel complesso, un racconto con delle potenzialità molto buone, ma che avrebbe bisogno di più spazio per rendere al meglio

9) CAMBI DIMENSIONALI di Alessandro Randone
Ammetto che anch’io ho trovato il racconto un po’ troppo vago. Sulle descrizioni credo possa anche andare bene così, ma insisterei di più sulla volontà del protagonista di allontanarsi da tutto e da tutti. Così, sembra che lo faccia quasi per caso (quella sera specifica non gli andava di stare con altra gente, ma non è chiaro se sia una condizione più generale). Un po’ più di ribrezzo per la vacuità del “mondo di sopra” secondo me renderebbe molto più incisivo il finale.
A proposito della frase finale: occhio alla punteggiatura dei dialoghi: in un’unica battuta spezzata sei riuscito a mischiare virgolette alte e basse e chiudere le prime nel punto sbagliato.
Nel complesso, un’idea interessante, ma che andrebbe ancora un po’ rifinita.

Avatar utente
LauSil
Messaggi: 60

Re: Gruppo ASIMOV: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#5 » martedì 24 ottobre 2017, 16:26

Ciao a tutti!
Allora, premetto che è l’edizione con il più alto numero di partecipanti cui mi sia capitato di partecipare finora, e la qualità dei racconti mi è sembrata davvero alta, per cui stilare una classifica è stato difficilissimo. Giuro. Diciamo che, a parità di punteggio “tecnico” (stile, compiutezza), ho posto più in alto quelli la cui idea di base mi pareva più originale, e più in basso quelli con minore attinenza al tema oppure i testi in cui qualcosa, una domanda o un passaggio logico ancora da chiarire, ha secondo me reso il racconto meno “completo”, ancora un po’ da limare.
Ma complimenti di cuore a tutti! Alla prossima :)

1 Pizza al ragno gigante di Marco Fumetto
2 Dinamiche di Massimiliano Enrico
3 Chirurgia olistica di Eugene Fitzherberth
4 Il buco della chiave di Marco Roncaccia
5 Il grande rutto cosmico di Adriano Muzzi
6 Cambi dimensionali di Alessandro Randone
7 Una nuova regola di Andrea Partiti
8 L’altalena di Flavia Imperi
9 Mamma di Giancarmine Trotta

1 Pizza al ragno gigante di Marco Fumetto
Ciao Marco,
ma quante idee interessanti, condensate in un racconto così breve! Credo che ne avresti per ampliarlo su ben altre lunghezze. :) Comunque, veniamo a noi. Che dire? Mi è piaciuto molto. Delinei un futuro distopico in poche “pennellate” (passami la metafora), con dettagli ben piazzati, tecnologie tutto sommato credibili e personaggi gustosi (il ragno che è talmente intelligente da non ripetere i jingle pubblicitari è una chicca). Metti addosso una gran curiosità (come mai il mondo è diviso in strati? Come si fa a passare la porta che li separa? Da dove spuntano i ragni senzienti, e come stanno insieme a pomodoro e mozzarella? :D), e questo è senz’altro positivo. Volendo fare un piccolo appunto, concordo sul fatto che la presenza di Franklin sarebbe stata più incisiva se il suo arrivo avesse fatto parte di un piano studiato, piuttosto che una fortuita ma utile casualità per Lila. Comunque, ottimo lavoro. Spero di rileggerti presto! :)

2 Dinamiche di Massimiliano Enrico
Un piccolo idillio familiare, questo, delicato e delizioso, scritto con mano sicura e briosa. Il racconto si lascia leggere con molto piacere, e i dettagli che tratteggiano le dinamiche della famiglia protagonista lo impreziosiscono. C’è un solo appunto che mi sento di fare, concordando con chi mi ha preceduto: per quanto gustoso, il paragrafo dedicato al drogatto è un po’ troppo lungo nell’economia di un racconto così breve e, purtroppo, non è giustificato da un’importanza cruciale del felino nella sezione conclusiva. Ma è un peccato che si perdona con facilità, a fronte di una narrazione disinvolta e simpatica. :)

3 Chirurgia olistica di Eugene Fitzherberth
Ciao Eugene,
è un piacere rileggerti. Come sempre padroneggi il genere, con stile sicuro e accurato. Il racconto ha questa trovata della porta “metafisica” che è davvero nuova e interessante, bel colpo ;)
Ammetto che ho fatto un po’ di confusione con la prima lettura: quando il dottore vede la fidanzata torturata, come mai non la riconosce minimamente come sua paziente, ma proprio neanche un vago “questa faccia mi è familiare”? La mia ipotesi: è perché ciò che vede ne è una “visione interiore”, distorta e personale di Padmar? Comunque, è un dettaglio di scarsissima importanza.
Poi, cinque minuti di silenzio per la povera Henrietta, che basta solo il nome a immaginarsela dimessa, occhialuta e incolpevole. ^_^
Comunque, a parte la piccola domanda che mi sono posta, e che ho facilmente aggirato, il racconto è ben costruito, scorrevole e intrigante. Niente da aggiungere. Bel lavoro :)

4 Il buco della chiave di Marco Roncaccia
Ciao Marco,
mi accodo agli altri per i complimenti: è davvero un racconto piacevole. La resa del linguaggio infantile è efficace, soprattutto in alcuni passaggi (quello che associa i primi turbamenti al paradiso è davvero delicato). Sul momento il fatto che un bambino in grado di sentire certe pulsioni non abbia mai visto dei seni e non sappia come chiamarli mi ha lasciata un po’ perplessa, ma poi ho pensato che la storia non è contestualizzata storicamente, quindi magari parliamo di giorni diversi dai nostri, dove il corpo femminile è in bella mostra in qualsiasi spot pubblicitario.
Il degrado, nascosto agli occhi del bambino ma chiaro al lettore adulto, con la zia che non si cura di sorvegliare il nipotino e arriva addirittura a bucarsi quando c’è lui in casa, arriva serpeggiando e lascia una grande amarezza. Bel racconto.

5 Il grande rutto cosmico di Adriano Muzzi
Ciao Adriano,
devo dire che questo racconto mi ha spiazzata, fatto lambiccare il cervello, mi ha preso e mi ha fatto riflettere. In breve, pur essendoci forse qual cosina da limare, mi è piaciuto. L’idea che il Mediterraneo rappresenti per molti una porta potrebbe non essere immediatissima, ma nel complesso funziona; la rivelazione arriva al punto giusto, proprio quando il lettore ha iniziato a formulare le ipotesi corrette. C’è poesia nelle metafore, alcune delle quali molto toccanti, un lessico vario e una costruzione basata su un’idea – il confronto fra le parole dette e quelle, crude e dolorose, rimaste inespresse – che non mi è capitato di incrociare spesso. Il fatto che le meraviglie narrate siano traslate in un contesto “fantascientifico” complica un po’ le cose e richiede uno sforzo di fantasia non indifferente al lettore, ed effettivamente, come ha notato qualcuno prima di me, non c’è sempre coerenza nella scelta di cosa mettere in corsivo e cosa no (a volte sono pensieri, a volte azioni)… ma personalmente la cosa non mi ha disturbato troppo. Sono piccolezze che si sistemano ad una rapida revisione, utile per esaltare al meglio un lavoro secondo me molto interessante.

6 Cambi dimensionali di Alessandro Randone
Ciao Alessandro,
…e chi non la vorrebbe vivere, un’avventura così? Questo racconto mi ha fatto rievocare quel senso di emozione, di completa libertà, che si prova da bambini esplorando luoghi sconosciuti (che poi magari sono dietro al cortile, ma va be’…). Purtroppo, crescendo smettiamo di addentrarci senza mappa, senza idea o previsione, e spesso ci lasciamo alle spalle pure questo desiderio di imprevedibilità, e la speranza di incappare in avventure sensazionali. Mi piacciono i tanti dettagli evocativi, le descrizioni lievi e accurate, un lieto fine che non mi aspettavo (ok, sono io che sono malfidata). Unico appunto: concordo con gli altri sul fatto che le motivazioni che spingono il protagonista all’esplorazione sarebbero state interessanti, anche soltanto accennate a inizio storia. Comunque, dato che si trattava di un esperimento, direi che sia ben riuscito.

7 Una nuova regola di Andrea Partiti
Ciao Andrea,
il tuo racconto, come pure gli altri tuoi lavori che ho letto qui su MC, è scritto molto bene, asciutto e lineare nello stile come merita il genere che tratti. L’ambiguità di questa porta, che separa “noi” da “loro”, è un classico della fantascienza, e il fatto che rimanga l’incertezza su chi ci sia oltre di essa non mi è affatto dispiaciuto: ritengo infatti che, in simili contesti, qualsiasi idea suggerita al lettore non possa rivaleggiare con la forma che ciascuno dà alle proprie paure.
Concordo però con chi ha notato che non si intuisce nemmeno vagamente cosa sia accaduto fra i due “blocchi”: a mio avviso, poco importa se i prigionieri oltre la porta siano buoni o cattivi, se abbiano ucciso o si siano lasciati uccidere. Quel che stona, è il fatto che non si capisce come l’aggiunta della quarta regola, che dà il nome al racconto, abbia sostanzialmente “risolto la situazione” (almeno fino a nuovo incidente). Come mai il solo rispondere ai suoni – senza oltrepassare la riga - ha comportato morti e feriti? Ecco, nell’ottica di un racconto ancor più godibile, forse questo, pur lasciando altri punti ambigui, l’avrei chiarito.
Per il resto, da appassionata del genere, ho apprezzato la tensione narrativa e l’incisività della chiusura.

8 L’altalena di Flavia Imperi
Ciao Flavia,
comincio col dire che il tuo stile è davvero piacevole: è lineare, delicato, toccante, con un lessico curato e adatto alla narrazione. Il tema del contest, la porta, è presente ma forse un po’ stiracchiato, infatti ho dovuto rileggere il racconto per coglierlo, nascosto nella parte della visione. Nell’ottica di un commento costruttivo, aggiungo che dapprima ho faticato a interpretare la parte onirica: adesso, alla luce delle tue risposte agli altri autori, mi è chiaro di cosa si tratti, ma probabilmente sarebbe servito qualche dettaglio in più per suggerire l’idea di una realtà parallela, di una possibilità scampata, uno svolgersi degli eventi diverso che non si è mai avverato, che una volta vissuto dalla protagonista la “guarisce” dal suo dolore e l’aiuta a superare il lutto. L’idea di fondo è molto dolce, delicata e profonda, e credo che rifinire il passaggio centrale, adesso a mio avviso ancora un po’ poco chiaro, lo renderebbe un racconto ancor più piacevole.

9 Mamma di Giancarmine Trotta
Ciao Giancarmine,
il tuo racconto tocca un tema molto delicato, e parte da un assunto importante: quando si desidera qualcosa con passione, ci si accontenterebbe anche soltanto di averne un assaggio, piuttosto che non provare mai la sensazione che ne potrebbe derivare. Ecco, la riflessione che mi è venuta spontanea, a seguire, è stata “ma questo assaggio non potrebbe fare più male che bene?”. Di qui l’idea che, come “cura”, una simile maternità olografica potrebbe non essere particolarmente efficace, e mi fa faticare a inquadrare il ruolo “sociale” del Consigliere Spirituale. Comunque, riflessioni contorte mie a parte (^_^’), collegandomi alle opinioni di chi mi ha preceduta, mi sarebbe piaciuto che il finale, la chiusura, risolvesse questo quesito, desse un’interpretazione dell’esperienza dal punto di vista dei protagonisti. Ad ogni modo, il racconto è scritto con un buono stile, piacevole e lineare, e ho particolarmente apprezzato la parte onirica. La porta mi sembra un po’ secondaria, ma c’è, e non ci formalizziamo. :)

Avatar utente
jimjams
Messaggi: 677

Re: Gruppo ASIMOV: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#6 » giovedì 26 ottobre 2017, 9:53

Tutti i racconti avevano un buon valore, nella mia classifica a punti che faccio ogni volta abbiamo tutti vicini e molti a pari merito. La classifica finale quindi penalizza alcuni (avrei dovuto avere tre al terzo posto insieme).

1) Chirurgia olistica, di Eugene Fitzherbert
2) Dinamiche, di Massimiliano Enrico
3) Il buco della chiave, di Marco Roncaccia
4) Una nuova regola, di Andrea Partiti
5) Pizza al Ragno Gigante, di Marco Fumetto
6) Mamma, di Giancarmine Trotta
7) L’altalena, di Flavia Imperi
8) Cambi dimensionali, di Alessandro Randone
9) Il grande rutto cosmico, di Adriano Muzzi

1) Chirurgia olistica, di Eugene Fitzherbert
Sarò breve. Fantastico cazzo. Ehmm ora devo colmare la lacuna di caratteri del commento. L'idea è bellissima, anzi le due idee. La prima è quella del chirurgo di anime, diciamo così, davvero carina, e molto bella e coinvolgente la descrizione dell'operazione di accesso alla porta. E l'altra è quella del pazzo omicida. Vero che la cosa è "telefonata", ma funziona bene lo stesso. Credo che di questo gruppo sia il racconto che mi è piaciuto di più.

2) Dinamiche, di Massimiliano Enrico
Una piccola scena di vita familiare. Una coppia che potrebbe tranquillamente essere la nostra, o quella dei vicini. Problematiche di vita quotidiana che ognuno di noi ha sperimentato in prima persona o per conoscenza. Tutto intorno a una porta, anzi due, anzi tre... credo. Ho qualche difficoltà a valutare il racconto, perché rompe i soliti schemi, almeno in parte, cui siamo abituati a MC. Ma forse questo è un merito, che dici? Buono lo stile, mi sono inceppato solo in un caso (sente la sua decisione, avrei usato fermezza, forse). C'è un refuso brutto da vedere ma che è appunto un refuso. Comunque ci tengo a dirlo, io le porte le chiudo sempre, solo che lo farei in tempi diversi da quelli che vuole mia moglie. Tipo l'armadio...

3) Il buco della chiave, di Marco Roncaccia
Molto bella questa idea di miscelare la storia di un bambino che fa i conti con la sua curiosità e le prime scoperte e la tragedia della droga. Lo stile è molto asciutto, preciso, tagliente, forse un filo troppo asettico, vista la conclusione. Non c'è ironia, cosa già un po' strana per te. Ma mi pare che manchi un filo di pathos in più. Funziona bene il gioco del bambino, un po' debole forse quello del finale, ma forse è giusto così perché il tutto assume alla fine un tono dolce e amaro che rimane comunque delicato.

4) Una nuova regola, di Andrea Partiti
Un piccolo gioiellino di genio, molto surreale ma d'impatto. Qualche domanda alla fine ronza per la testa, per esempio: perché bisogna osservare la porta? Ma non fa niente, questo non è uno di quei racconti che devono spiegare per forza come funziona la cosa, l'importante è creare questa atmosfera di attesa e di pericolo. La frase finale mi suona un pochino strana, forse varrebbe la pena rielaborare il testo. O forse sono solo io.

5) Pizza al Ragno Gigante, di Marco Fumetto
Un bel racconto scritto con energia, ma che mi pare più che altro una parte di un qualcosa di più grande. Insomma va benissimo, ma fa decisamente venire voglia di capire se hai inventato questo per noi o se l'hai tirato fuori da un cappello che contiene ben altri conigli. Giusto curiosità. Qualche aggiustatina allo stile qui e lì credo sarebbe utile, ma io non sono il più adatto a dare lezioni. Per capirci, la frase iniziale, dopo la virgola non mi suona bene. In generale direi buona scrittura coinvolgente, una manciata di idee divertenti, un'ambientazione che si intravede bene anche in un testo molto piccolo. Bravo. Forse il tema è un po' defilato, ma c'è.

6) Mamma, di Giancarmine Trotta
Un argomento non semplice da affrontare. Tu lo fai in un modo originale e interessante. Il gioco tuttavia mi lascia un filo deluso. OK, c'è la coppia senza figli e il grande desiderio di maternità, di sapere almeno cosa si prova. Poi c'è l'idea degli allucinogeni specificamente disegnati per provare un particolare sogno/allucinazione. Le emozioni della donna e del compagno. Ma poi tutto si risolve qui? La prima cosa che ho pensato verso la fine, mentre lei provava le gioie della maternità è stata: ora esce da lì e si uccide. Ecco, io l'avrei fatta suicidare subito dopo. Perché quando desideri qualcosa con quell'intensità, provare la sensazione di averla e poi perderla per sempre è un'esperienza devastante. Oh, però questo sono io eh

7) L’altalena, di Flavia Imperi
Come sempre una storia colma di sentimento da Flavia. Trovo la prima parte molto bella, così come la conclusione. Mi lascia perplesso al parte centrale, perché crea confusione sul reale sviluppo della vicenda. Si rimane quindi alla fine con le idee poco chiare. Dovresti rivedere un pochino quella parte per rendere chiaro cosa è vero è cosa è sogno, quali parti della realtà sono confermate. In particolare la frase dove lei scende e non trova più mamma e papà ma la piuma genera qualche equivoco di troppo. Credo che potrebbe bastare qualche parolina qui e là, qualche aggiustamento per determinare con chiarezza il limite tra sogno liberatore e realtà. Buona in ogni caso l'idea e la storia.

8) Cambi dimensionali, di Alessandro Randone
In questo racconto c'è secondo me un problema di base nella sua genesi iniziale. Per portarti dietro il lettore in quel tunnel devi giustificare con più forza le azioni del protagonista. Perché mentre gli andavo dietro, a ogni "svolta", pensavo: Ma perché lo fa? Ecco, non si capisce perché lo faccia. Per fare una passeggiata fuori dal solito percorso può non servire una ragione più grande di un po' di noia. Ma per entrare in una fabbrica abbandonata basta? Per infilarsi in una botola? Perché spegnere la torcia? E andare avanti così a lungo carponi? No, vince l'incredulità, secondo me. Devi dare insomma una ragione importante, un motore, per portare questo tizio fino a un luogo così speciale e particolare. Per il resto, e non è poco, ottimo stile, nonostante quanto detto il racconto si fa leggere e il tema è ben colto.

9) Il grande rutto cosmico, di Adriano Muzzi
Idea graziosa ma forse non una delle migliori del gruppo, nonostante mi piaccia. Forse parte dello spazio che hai impiegato per ripetere varie volte il concetto "gli alieni sono degli stronzi e il mondo di là un inferno", per dare qualche appiglio in più al lettore per inquadrare la storia. Non che non si capisca eh, non so, mi pare un po' sospesa. Per esempio "i pochi tornati vivi", e gli altri? Li hanno ammazzati gli alienti? Incidenti? Cambiano molto le cose, credo. Buona la scrittura, con qualche cosina che mi suona strano (le canne in una tormenta...).

Daniel Travis
Messaggi: 443
Contatta:

Re: Gruppo ASIMOV: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#7 » giovedì 26 ottobre 2017, 10:32

Ecco la mia classifica. Mi scuso per il ritardo ma i nuovi lavori mi stanno massacrando l'organizzazione e mi scuso anche per eventuali errori ma mi trovo a postare dal cellulare.
Una piccola nota personale: per quanto mi riguarda, i tre sul mio podio ci arrivano praticamente a parimerito.

1. Chirurgia Olistica di Eugene Fitzherbert
2. L'altalena di Flavia Imperi
3. Una nuova regola di Andrea Partiti
4. Il buco della chiave di Marco Roncaccia
5. Mamma di Giancarmine Trotta
6. Pizza al Ragno Gigante di Marco Fumetto
7. Dinamiche di Massimiliano Enrico
8. Cambi dimensionali di Alessandro Randone
9. Il grande rutto cosmico di Adriano Muzzi

Ed ecco i commenti, in ordine sparso per i motivi di cui sopra.

Dinamiche di Massimiliano Enrico

Bei dialoghi, centrati, così come il tema, e personalmente adoro quanto il quotidiano diventa assurdo o assurdamente intenso (ci ho provato anch'io qualche mese fa con un altro gatto: Agguato).
Detto questo, il ritmo tendente alla monotonia e la punteggiatura, non scorretta ma neanche curatissima, mi impediscono di entrare nella storia, e il finale è troppo didascalico per sortire il benché minimo effetto.
Inoltre, soprattutto, se passi la prima metà della storia a parlare di una pistola, nella seconda falla almeno miagolare; in altre parole: vojamo più gatto.

L'altalena di Flavia Imperi

Una favola vera pienamente in tema, in una declinazione forse abusata altrove, ma qui utilizzata con competenza e passione. Stilisticamente non ho molto da dire: avrei criticato l'ultima frase della protagonista perché troppo adulta, ma nell'economia del racconto questo è un punto di forza, non una debolezza.
Di solito non apprezzo racconti del genere: questo, senza strafare, mi ha colpito.
Complimenti.

Cambi dimensionali di Alessandro Randone

Racconto in tema, un po' appesantito dalla mancanza di una cadenza udibile e da alcune uscite stilistiche cacofoniche o contraddittorie (ad esempio leggendo "Tastatola a mano, scorse un’intercapedine" la mente vola subito a interpretare il gerundio come espressione di causa o comunque correlazione con la parte seguente, problema che si poteva risolvere con un semplice "Mentre tastava in giro, scorse...", "Investigando i dintorni, scorse..." o simili).
Il lessico asciutto, grossolano, molto tell (tanto per citare il trito e ritrito show don't tell, che pur non sempre valido qui si applica benissimo) invita a concentrarsi sulla trama, che però delude nel momento in cui la tua intenzione era quella di scrivere un abbozzo evocativo.
Per scrivere un abbozzo evocativo, però, il lessico e il ritmo vanno curate nei minimi dettaglio. Consiglio tre piatti di Gaiman al giorno e una spolverata di aggettivi di Tarenzi prima della prossima revisione.

Pizza al Ragno Gigante di Marco Fumetto

Il mio problema con questo racconto parte dal tema, che non è il tema del racconto ma un dettaglio si sfondo (lo si potrebbe sostituire con qualunque reato), per arrivare allo stile - tutto troppo compattato, sembra più che altro una telecronaca. Della trama hanno già parlato altri.
Il tuo punto di forza sono senza dubbio i personaggi, in particolare Franklin, centro carismatico che da solo regge tutto il racconto: voglio uno spin off su di lui.
Per il resto, ti faccio i complimenti per una bella prova. Alla prossima.

Chirurgia Olistica di Eugene Fitzherbert

Ottima declinazione del tema, impianto solido, stile e ritmo ben curati (in caso di revisione, darei più ritmo e personalità alle battute finali di Padmar), ambiebtaziobe servita con grazia e niente da dire sulla questione punto di vista: non rovina certo il testo, secondo me. Un gran bel Fitzherbert, che si legge con gusto. Complimenti.

Il buco della chiave di Marco Roncaccia

Tema centrato in pieno, naturalmente, e tono impeccabile, anche se perde un po' se non si legge il tuo ultimo commento (senza, anche se la trama è chiarissima, l'ambientazione storica rischia di scappare: a me è venuta in mente, ma prima di leggere il tuo chiarimento non ne ero sicuro),
Il ritmo quasi da filastrocca ha senso, ma in certi punti diventa un po' troppo stucchevole per i miei gusti, a dispetto dell'appropriato protagonista e del contrasto con il finale (le prime tre righe, ad esempio, mi facevano pensare a una filastrocca vera e propria).
Ottimo il finale, anche se si trascina un po' troppo secondo me (a "puntura" è già chiara la meta, ma manca ancora non una o due frasi ad effetto ma un 25% abbondante di racconto).
Al di là di questi dubbi/difetti/possibii divergenze stilistiche e di gusto, senza dubbio un'ottima prova.

Una nuova regola di Andrea Partiti

Bel racconto, tema centrato, stile e tono potenti. La trama mi dà qualche problema in più, non tanto per la mancata scoperta dell'identità degli "altri" che vogliono entrare (quella ci sta) quanto per lo stesso punto sollevato da Raffaele Marra: vogliono solo ammazzare gente? Vogliono uscire (ma in quel caso ce l'hanno già fatta, no? Anzi, ce l'avrebbero già fatta mille anni fa?
Naturalmente l'ipotesi più probabile è che arrivino a ondate e/o che vengano neutralizzati quando escono, ma se sono un problema così di poco conto, perde un po' intensità tutta la struttura eretta per tenerli dal'altra parte.
Inoltre, l'ultima regola non è eufonica quanto le altre, a mio parere; l'avrei preferita più secca, tipo "Non rispondere a suoni provenienti dalla porta" o "Non reagire ad alcun suono" o, semplicemente, "Mantenere il silenzio". Si tratta di un'inezia, lo so, oltretutto molto legata al mio gusto, ma oggi mi sento pignolo: perdonami.
Al di là di questo, davvero un bel pezzo, complimenti.

Mamma di Giancarmine Trotta

Complimenti, hai gestito una serie di temi e situazioni complesse in poco spazio e poco tempo, e ne sei uscito con un bel testo, in tema (tangenzialmente, ma in tema).
Confondere i punti di vista è potenzialmente una via per straniare il lettore, specie in un racconto "allucinato": potresti rivedere il racconto trasformando questa debolezza già notata in un punto di forza.
Non ho apprezzato troppo il padre che, pur condividendo apparentemente il desiderio della madre, si limita a guardare dall'esterno, e trova proprio nel farsi da parte il suo sentirsi padre.
Per il resto, il tono ampolloso funziona in certi punti e rischia di appesantire in altri, ma nel complesso, ti rinnovo i miei complimenti per questa bella prova.

Il grande rutto cosmico di Adriano Muzzi

Molto difficile commentare questo racconto perché tira in ballo non solo me che leggo e che scrivo, ma anche me antropologo, con molti colleghi che con storie del genere interagiscono quotidianamente, e amici che le hanno vissute.
Partiamo dal tema, che certo c'è.
Troviamo le prime note dolenti passando al testo: l'alternanza testo normale/corsivo ha senso finché separa l'idilliaca fantasia dalla disgustosa realtà, ma il testo non è costruito così: il corsivo indica pensieri occasionali, fantasie idilliache ma anche "strizzatine d'occhio" che rimandano alla tragedia; idem il testo normale, il che svaluta qualunque valore emotivo o tematico di questa scelta. Per sottolineare il tono infantile del protagonista poi adotti certe soluzioni che infantilizzano il testo intero ("Sono vivo, sicuri ragazzi?? con la punteggiatura sballata e ripetuta). Abbiamo infine lavforte contraddizione di un racconto esaltante fatto da qualcuno che vorrebbe dissuadere i suoi interlocutori dall'imitarlo. Certo, probabilmente l'intenzione è mostrare lo stacco tra la voglia di dare un senso al proprio viaggio per potersi celebrare e il desiderio di dissuadere, ma questo non emerge chiaramente dal testo.
E arriviamo alla parte che mi fa più male personalmente: l'ennesima iterazione dell'alterità rimasta secoli addietro che immagina un "occidente" fantascientifico, fantastico e paradisiaco. Tra l'altro, un'iterazione tanto esagerata da divenire inavvertitamente parodistica.
Certo: è perché sono bambini.
Ma la scelta di farli bambini, di farli fantasticare proprio in questo modo (che non è mica universalmente diffuso), con categorie e stilemi che hanno poco a che fare con l'ambiente dei protagonisti, non è obbligata.
Che poi questo ambiente non è chiaro, proprio perché non parliamo di qualcuno di specifico e vivo ma dell'altro migrante che vive nella "nostra" mente, fatto di ingenuità e mancanza e non dell'acuta e il più possibile informata consapevolezza di una disparità (che non è in un altro mondo ma alla porta accanto, nella capitale piena di hotel a 5 stelle, ad esempio), magari anche immaginata fantasiosamente, ma sempre sul pezzo, e sempre mescolando immaginari locali, "globali" e altri in maniera creativa.
Questo mi piacerebbe leggere in un racconto sulla migrazione.
Certo, farlo in quattro ore è difficilissimo, ma scrivere di un tema del genere lo è sempre.
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.

Fernando Nappo
Messaggi: 584

Re: Gruppo ASIMOV: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#8 » giovedì 26 ottobre 2017, 15:47

Ecco la mia classifica:

1) Una nuova regola - Andrea Partiti
2) Chirurgia Olistica - Eugene Fitzherbert
3) L’altalena - Flavia Imperi
4) Il buco della chiave - Marco Roncaccia
5) Pizza al Ragno Gigante - Marco Fumetto
6) Dinamiche - LordMax
7) Mamma - Giancarmine Trotta
8) “Il grande rutto cosmico” - Adriano Muzzi
9) Cambi dimensionali - Alessandro Randone

Una nuova regola - Andrea Partiti
Ciao Andrea,
a mio avviso il tuo racconto è molto potente nella prima parte, quella che prepara il lettore agli eventi seguenti l'apertura della porta, però nella seconda perde un po',almeno a mo avviso, di mordente. Se ci sta che non si capisca chiaramente il perché di ciò che è successo (il cosa mi pare chiaro), mi pare un po' strano che il tipo in rosso s'infili nella porta dopo il macello appena compiuto e ci guardi dentro. Ma allora sanno cosa stanno combattendo? Chi c'è oltre il varco? Ecco, questa è la prima cosa che mi sono chiesto. Lo stacco e il cambio del PDV non mi hanno creato problemi, ma trovo che la prima parte sia molto più intrigante e "promettente" della seconda.Parere personale, s'intende. Comunque un buon racconto che si legge volentieri.

Chirurgia Olistica - Eugene Fitzherbert
Ciao Eugene,
tra i tanti, credo che il tuo racconto sia quello che affronta il tema nella maniera più originale, almeno a mio parere, sfruttando porte non fisiche ma intangibili, se non da un medico alternativo come Harnoi. La storia si segue bene, lo svolgimento è chiaro, ma ci sono un paio di domande che non ho potuto fare a meno di farmi:
1 - perché Padmar si fa massaggiare dal dottore e non si limita a entrare nello studio e a farlo fuori?
2 - Henrietta è una povera vittima incolpevole, perché segretaria del medico, o è la fidanzata di Padmar?
La questione dell'infodump me la sono posta anch'io, ma per esperienza personale devo ammettere che talvolta i medici si prodigano in spiegazioni specialistiche che difficilmente il paziente riesce a seguire.
Sul PDV è già stato detto tutto.

L’altalena - Flavia Imperi
Ciao Flavia,
ho avuto anch'io qualche difficoltà con la scena onirica, quella in cui la protagonista vede la madre e il padre sulla carrozzina; a una prima lettura ho pensato di essermi perso un passaggio, di non aver capito che anche la madre fosse morta. Salvo poi scoprire che così non è. L'idea del racconto è molto buona, il linguaggio adatto alla protagonista, e bella l'idea della piuma che passa da una dimensione all'altra, quasi a ricordare che un passaggio (la morte), non necessariamente ti allontanerà per sempre da chi ami (o almeno io l'ho interpretato così).

Il buco della chiave - Marco Roncaccia
Ciao Marco,
ho letto il tuo racconto con piacere. Nonstante tu non dica nulla al riguardo, mi ha dato l'impressione di essere ambientato qualche decina d'anni fa, quando "ricerca del proibito" voleva dire guardare nei buchi delle serrature, o procurarsi qualche rivista vietata (a volte anche solo una pagina, e magari non intera). Insomma, una situazione da tempi andati, dato che oggiriono è molto più semplice raggiungere certi contenuti. Per i primi tre quarti il racconto mi ha intrigato, tra metafore del desiderio adolescenziale e della ricerca del piacere. Il finale, però, mi ha un po' deluso, non tanto perché la situazione non possa essere reale - e chissà quante volte è successo davvero -, ma perché, almeno a mio avviso, non mi è parso adeguatamente preparato. Ottima la voce del bimbo.

Pizza al Ragno Gigante - Marco Fumetto
Ciao Marco,
credo che il tuo racconto contenga materiale per una versione lunga almeno cinque volte tanto. Ci sono parecchie idee, e sia i personaggi che l'ambientazione meriterebbero maggiore approfondimento. La storia corrre velocissima e tutti gli eventi sono pigiati in 5000 caratteri, ci vorrebbe proprio più spazio. Concordo con chi ha commentato prima di me che l'ordine della pizza (che bello sarebbe potersele fare teletrasportare a casa!) dovrebbe partire dalla ragazza, altrimeni così sembra tutto troppo casuale. Che i tipi della Cavalletta Express siano in combutta con Lila io non l'ho capito.
Su finale, invece, c'è una cosa che mi convince poco: quando le guardie entrano il ragno viene dilaniato da una gragnola di detriti polimerici. Com'è possibile che nessun detrico colpisca anche Lila e il protagonista? Che, oltretutto, solo una o due righe sopra era vicinissimo al ragno.
Comunque, carne al fuoco ce n'è davvero tanta, la fantasia non ti manca affatto, e credo che il racconto meriterebbe una versione più lunga, dove potresti getire la trama al meglio.

Dinamiche - LordMax
Ciao Max,
il tuo racconto ruota attorno a due porte, quella del c...o e quella d'ingresso. In questo senso il tema è centrato. Il racconto è simpatico, brioso, e, tralasciando qualche piccolo refuso, molto godibile. Peccato che la parte più divertente e interessante sia quella iniziale, col drogatto che la fa da padrone ma che nella seconda sparisce del tutto. La seconda, a mio avviso, è meno briosa, più telefonata e, soprattutto, la si legge attendendo l'arrivo del gatto.
Buoni i dialoghi, che caratterizzano bene i personaggi.

Mamma - Giancarmine Trotta
Ciao Giancarmine,
temo che il tuo racconto non sia del tutto in tema, sebbene il tema col quale - di fatto - si confronta sia ben più forte. Ci sono alcune imprecisioni che ti hanno già fatto notare. Di mio posso solamente aggiungere che tutta la parte "onirica", quella in cui la donna immagina una folla di bambini da accudire, non mi ha del tutto convinto, perché non sono riuscito a capire che si trattava di un'allucinazione fino a quando non l'hai spiegata. Un racconto con un alto potenziale, che affronta un tema molto forte, ma che forse necessita di una leggera messa a punto per funzionare al meglio.

“Il grande rutto cosmico” - Adriano Muzzi
Ciao Adriano,
strano titolo, il tuo. Ho dovuto leggere il racconto un paio di volte, la seconda dopo aver letto i tuoi chiarimenti, per capire esattamente di cosa stessi parlando. Avevo capito che avesse qualcosa a che fare con l'emigrazione e il ritorno a casa, ma avevo immaginato o un terrestre di ritorno da un mondo alieno, o, al contrario un e.t. di ritorno dalla terra. Mi aspettavo un finale stile "sentinella", o cose del genere. Però l'idea che il mediterraneo possa essere una porta verso un mondo diverso - migliore o peggiore, chissà - è molto interessante. Che il protagonista fosse un bimbo, però non l'ho capito finchè non ho letto i tuoi commenti.

Cambi dimensionali - Alessandro Randone
Ciao Alessandro,
il tema mi sembra centrato, con la porta che segna il passaggio da una vita a un'altra. L'idea di base mi pare interessante, pur se non ultra-innovativa, ma la mia impressione è che meriti un maggiore sviluppo. In particolare non risulta ben chiaro che il protagonista sia alla ricerca di una alternativa alla sua vita. Nonostante tu dica all'inizio che non è alla ricerca delle solite cose già viste, questo non mi pare sufficiente a far passare l'impressione che lui stia cercando qualcosa d'altro. Inoltre quando dice "Ecco qui, ti ho trovato!", mi è sorto il dubbio di aver perso un pezzo d'informazione; mi sono detto, vuoi vedere che stava cercando proprio la porta e io non l'ho capito? Invece no, ma così sembra che capiti tutto per caso.
Lo stile mi piace, lo trovo scorrevole e ben leggibile.

Avatar utente
raffaele.marra
Messaggi: 397

Re: Gruppo ASIMOV: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#9 » giovedì 26 ottobre 2017, 23:07

Eccomi, un po' in ritardo, ma più o meno soddisfatto. Bei racconti, anche se forse questa volta è mancato un po' in tutti il cosiddetto "colpo di genio" che fa davvero la differenza. Comunque il livello medio, secondo me, è alto, ed è stato un piacere leggere. Molto meno piacevole, e decisamente più difficile, la classifica. Ma questa è:


1° - Chirurgia olistica, di Eugene Fitzherbert
2° - Pizza al Ragno Gigante, di Marco Fumetto
3° - Il buco della chiave, di Marco Roncaccia
4° - Una nuova regola, di Andrea Partiti
5° - Mamma, di Giancarmine Trotta
6° - Dinamiche, di Massimiliano Enrico
7° - L’altalena, di Flavia Imperi
8° - Il grande rutto cosmico, di Adriano Muzzi
9° - Cambi dimensionali, di Alessandro Randone



1° - Chirurgia olistica, di Eugene Fitzherbert
Un racconto decisamente forte e originale, che mi è piaciuto parecchio. Il concetto di porta che funge da accesso all'IO spirituale di ognuno di noi è perfettamente in tema con il contest. La storia ha notevoli spunti di riflessione ed è capace di definire un genere che ha del filosofico, dell'antropologico e della fantascienza al contempo. A tal proposito ho molto apprezzato lo stile della prima parte in cui l'accesso al "sistema" spirituale è trattato come se si trattasse di un accesso di tipo informatico. Per quanto riguarda la seconda parte, ho apprezzato la dualità del punto di vista, poiché, in tale parte, i due protagonisti sono fusi in un'unica entità spirituale. E poi c'è anche il finale con sorpresa, cosa che io, di solito, prediligo.
Molto, molto interessante, direi. Scritto bene e pensato con intelligenza e buona dose di cultura. Complimenti.

2° - Pizza al Ragno Gigante, di Marco Fumetto
Non leggo molte storie di fantascienza e ne scrivo ancora meno. Ciò che ritengo particolarmente impegnativo, in questo genere, è il fatto che un buon racconto di fantascienza deve saper sorprendere il lettore, deve avere una buona dose di originalità, e, soprattutto, deve dimostrare una coerenza interna inattaccabile. Nel tuo racconto trovo tutti questi caratteri, e per questo ritengo sia uno dei migliori del gruppo. L'accuratezza che si riscontra nella descrizione delle situazioni denota una cura notevole, forse frutto di riflessioni che non si limitano solo alla redazione del racconto per il contest. Probabilmente hai attinto a un "mondo" sul quale stai lavorando o hai lavorato per altri scopi, ma va benissimo anche così: ciò che conta è il risultato. Il tuo racconto risulta credibile, coerente, originale e intelligente, sicuramente affascinante e tale da favorire la lettura dall'inizio alla fine. Insomma, per me si tratta di un'ottima prova.

3° - Il buco della chiave, di Marco Roncaccia
Mi è piaciuto molto il modo in cui rappresenti i pensieri del bambino. Lo stile è perfettamente conforme al protagonista ed è funzionale a rendere credibile e interessante il personaggio (e con esso tutto il racconto). La storia narrata desta curiosità fin dalle prime battute, sebbene si intuisca abbastanza presto che, sbirciando dal buco della chiave, prima o poi verranno fuori le forme femminili (la mia infanzia è stata così bella che io nella zia di cui parli ci ho subito visto Edwige Fenech). In tal senso, mi è piaciuto il passaggio relativo al raggio di luce che esce dal buchino, che ho visto come una metafora della forza attrattiva del proibito e, contemporaneamente, della luce del Paradiso. Ciò che mi ha un tantino deluso è il finale, con la scena (piuttosto squallida) di questa donna che si fa nella vasca da bagno. Insomma, tutto il racconto è una attenta preparazione di qualcosa di eclatante che dovrebbe avvenire nel finale, ma la scena che hai scelto a mio parere non lo è sufficientemente. Non so cosa sarebbe stato meglio, al posto di quella "puntura", per rendere il finale ancora più segnante: forse si poteva cercare qualche idea più "hard" o magari pescare nel "thriller" o chissà cos'altro. Ad ogni modo, probabilmente, si tratta solo di gusti personali. Resta il fatto che il racconto è indiscutibilmente ben scritto e, in definitiva, si tratta di una prova senz'altro positiva.

4° - Una nuova regola, di Andrea Partiti
Ho qualche difficoltà a chiarire tutti i passaggi del tuo racconto. Mi pare di capire che i tre "osservatori" siano stati uccisi, poiché si parla di pozze (di sangue, intuisco) e poi si introducono i tre nuovi assunti. In tal senso mi piacciono un sacco quei "***" che hai messo per cambiare la scena, e che non dicono, ma dicono un sacco!
Quello che accade dopo è l'introduzione di una nuova regola, cioè che non basta più non aprire, non avvicinarsi e non perdere di vista, ma (vista la fine fatta dai tre precedenti) neanche ascoltare. Ci sono tappi per le orecchie, ma poi c'è pure la regola esplicita. Chi ci sia al di là della porta non è dato sapersi, e questa cosa, secondo i miei gusti, è una caratteristica positiva del racconto. Quello che non capisco è se questi "esseri" vogliano passare dalla porta oppure se vogliano semplicemente uccidere più gente possibile. Se infatti hanno ucciso i tre guardiani, allora dovrebbero essere riusciti a varcare la soglia, ma di tutto ciò non c'è traccia nella prosecuzione del racconto. Quindi propendo per la seconda ipotesi; però ciò rende forse troppo inverosimile il tutto, un po' troppo astratto direi.
Comunque mi è piaciuta l'idea degli osservatori perenni: mi ha riportato alla mente quella che secondo me è una delle migliori scene della recente edizione di Twin Peaks (capannone, guardie armate all'esterno della sala, osservatore pagato per guardare senza sosta la "porta" posta al centro della sala che si rivela essere un varco interdimensionale).
Non so, il racconto è buono, ben scritto, ma qualcosa forse andrebbe chiarita meglio.

5° - Mamma, di Giancarmine Trotta
Decisamente si tratta di una delle declinazioni più originali del tema, questo mese. La porta è intesa come quella che separa la realtà dall'immaginazione (naturale o artificiale che sia). Io però ci vedo anche un concetto di porta "mancata", intesa come maternità che non si concretizza (e vedendo appunto la maternità come "porta" per la vita).
La storia risulta triste, addirittura dura, forse un po' troppo concreta nel suo finale che risulta pertanto un tantino frettoloso, poco progettato. Ovviamente si tratta di un limite temporale che ti ha impedito di pensare a qualcosa di meglio (fino all'ultimo ho pensato che la protagonista avrebbe iniziato a chiamare figli gli oggetti di casa cadendo in una sorta di follia cronica senza più vie d'uscita). Ora, non dico che il finale suggerito da me sia meglio (ci ho pensato ancora meno di quanto tu abbia impiegato per pensare al tuo, di finale), ma lo faccio solo per suggerirti di migliorare ulteriormente questo racconto pensando a qualcosa di più eclatante per terminarlo allo stesso livello di qualità con cui si evolve.
Ultima nota sullo stile: come sempre, si tratta di uno scritto molto ben trattato, sicuramente piacevole da leggere e, stilisticamente, mai banale.

6° - Dinamiche, di Massimiliano Enrico
La caratteristica migliore di questo racconto è la semplicità stilistica che lo rende leggero e divertente dalla prima all'ultima battuta. La storia è assurdamente ordinaria, eppure sembra pescare continuamente in un surrealismo che la rende affascinante come un'avventura fantasy. Lo so, mi sto contraddicendo in poche righe, ma la sensazione globale, a leggere questo racconto, è proprio di contrasto tra semplicità e complessità, tra ordinarietà e non-sense, tra comico e banale. Anche questo fatto che la storia sia nettamente divisa in due, come due sono le porte "protagoniste", contribuisce ad accrescere questa strana sensazione di "duplicità contraddittoria" che trovo unica. E' un po' come avviene in molte canzoni di Rino Gaetano, tanto per fare un esempio. O, tanto per restare nel mondo della musica, nei brani rock-progressive, dove, di punto in bianco, cambiano nettamente melodia e arrangiamento e, come se nulla fosse, si prende a "raccontare un'altra storia".

7° - L’altalena, di Flavia Imperi
Un racconto che si lascia leggere tutto d'un fiato, con emozione e partecipazione. Mi è piaciuto molto soprattutto l'inizio, con la notizia data alla ragazza e il mondo che, in qualche modo, cambia definitivamente. Sei stata molto brava a delineare, con pochi tratti, l'atmosfera carica di sofferenza e la reazione emotiva alla notizia risulta credibile. Anche il resto è ben scritto e, come dicevo, suscita interesse continuo. La storia, infatti, forse non originalissima, incuriosisce di continuo e il finale, per quanto un po' prevedibile, risulta assolutamente appropriato. L'unico dubbio che ho è sulla rispondenza al
tema del contest: la porta qui è presente, sì, ma non sembra così determinante come avrebbe dovuto.

8° - Il grande rutto cosmico, di Adriano Muzzi
Qualche edizione fa ho scritto qualcosa di simile (non pretendo che tu te ne sia ricordato). Anche io giocavo volutamente sull'ambiguità di un (finto) viaggio spaziale verso "un altro mondo" per poi lasciar piombare il lettore solo nel finale nell'amara realtà dell'immigrazione odierna. Il tuo racconto ha questa capacità di giocare sull'ambiguità, puntando su una sorpresa finale che devo dire c'è sicuramente. Ciò che non mi convince molto è lo stile, questo continuo avvicendarsi di domanda-risposta-pensiero che, alla lunga, ho trovato un po' pesante.

9° - Cambi dimensionali, di Alessandro Randone
A mio avviso manca un qualcosa che dia il senso del tutto, una conclusione importante, ad esempio, e che sia in grado di spiegare ciò che la precede. La tua conclusione non è male, ma, dopo tutto questo camminare, lascia un po' delusi, almeno secondo il mio parere. Il racconto così risulta un po' monotono, sebbene le immagini descritte siano comunque ben rese anche grazie a uno stile curato e appropriato. Non so. Secondo me andrebbe ampliato, arricchito per dargli più importanza e completezza. Ma forse si tratta solo di gusti personali, chi può dirlo?

Avatar utente
DandElion
Messaggi: 661

Re: Gruppo ASIMOV: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#10 » giovedì 26 ottobre 2017, 23:44

Praticamente sul GONG!!!
La mia classifica è questa..4^ e 5^ nella mia testa sarebbero a pari merito..

1_Pizza al Ragno Gigante di Marco Fumetto
2_Il buco della chiave di Marco roncaccia
3_Chirurgia Olistica di Eugene Fitzherbert
4_L’altalena di Flavia Imperi
5_Mamma di Giancarmine Trotta
6_Dinamiche di LordMax
7_Una nuova regola di Andrea Partiti
8_“Il grande rutto cosmico” di Adriano Muzzi
9_Cambi dimensionali di Alessandro Randone



1_Pizza al Ragno Gigante
di Marco Fumetto

OhCazzoSI!!!!!! QUESTO SI CHE É UN BEL RACCONTO!!!! Mo' si che ci siamo!! Mi piace! Mi piace una cifra mi piace! Fila dritto come un fuso, surreale quanto basta e perfetto. Me ne sbatto delle incongruenze, in un mondo dove puoi ordinare una pizza con un ragno vivo ammanettato e la gente salta di livello in livello le incongruenze sono congruenti. Sono curiosissima di sapere cosa accade prima e cosa accade dopo, quindi TE PREGOOO espandilo, spinoffalo, svolgilo. Ne Voglio Ancora.

2_Il buco della chiave
di Marco roncaccia

MA che bello *_*
Ciao Marco, mi sono ritrovata piccola anche io, con quella curiosità tutta infantile dello scoprire cosa c'è "aldilà" di un ostacolo. Mi piace molto il tuo racconto e lo shock della dose letale arriva inatteso e tagliente come un rasoio. veramente bello.
La descrizione della zia Gabriella è perfetta, semplice, onesta ed equilibrata. Racconto molto ben riuscito. bravo!

3_Chirurgia Olistica
di Eugene Fitzherbert

Eugenone <3
Bellissimo racconto, in pieno stile con il tuo stile.. per un attimo ho creduto e sperato che ti fossi convertito alle discipline olistiche <3 eh niente, mi hai fregato vecchio 'nfame!
Scherzi a parte, bellissimo, fila scorre, niente da dire.. forse un po' dipende dal numero dei caratteri ma penso che con mille battute in più avresti potuto mettere qualcuno di quei particolari sexual splatter che piacciono tanto a me <3

4_L’altalena
Di Flavia Imperi

..È il primo racconto che ho letto, di questa serie e mi sono sentita subito invasa dalla tristezza.
"Dal giorno dell’incidente la casa è uguale a prima, tranne una porta. La porta scorrevole in cima alle scale che portano al garage. È lì che ogni sera mi sedevo e aspettavo i suoi passi. Passi pesanti, passi che avrei riconosciuto fra mille. Passi che non tornano più."
In questa frase è racchiuso tutto il dolore del mondo, la perdita e l'impotenza di chi ama invano qualcuno che quella porta l'ha superata e non può tornare indietro.
Mi hai spezzato il cuore e mi sono rivista più grande che una bambina, più piccola della donna che sono a piangere..
Tremendo e reale, non so cos'altro dire. Mi hai emozionato e scosso, forse perché al capezzale di quel letto a cambiare una flebo e a posizionare un respiratore ci sono stata ed egoisticamente avrei voluto starci ancora un po'. Scusa, tutto questo forse c'entra poco col tuo racconto, ma mi hai colpito in pieno e non so davvero cos'altro dire adesso.

5_Mamma
di Giancarmine Trotta

Ciao,
devo ammettere che all'inizio mi aspettavo (dal titolo) più una cosa del tipo: "sei sicura di voler conoscere mia madre?" ci vedevo l'ansia del primo fidanzato importante, che vuole presentarti ai suoi e la tua (la mia) ansia di essere sempre giudicata come "non abbastanza". Mi hai stupito e non poco- Sposo la tesi di Viviana aggiungendo che un eccesso innaturale di maternità vanifica un po' il risultato finale, ma riveduto e corretto secondo me può essere un ottimo racconto.

6_Dinamiche
di LordMax

La mia scarsissima voglia di legami "legalizzati" a divinis è definitivamente morta sotto i fendenti dell'immane scassamento di palle della moglie al marito. Il gatto fattone è la cosa più bella del mondo e solo per questo meriteresti un premio, però il finale mi sembra un po' poco convincente, insomma pure di notte (ma col pianerottolo illuminato a giorno) riconoscerei i miei vicini, che, partendo per la settimana bianca avranno sì il giaccone da neve- che ingombra ed è meglio non tenerlo in valigia, ok, ha senso- non credo che abbiano già il cappuccio calato.. In ogni caso il siparietto sul gatto è bellissimo e forse la mancanza di caratteri ti ha spinto ad accorciare un poco.. Non so molto carina ma mi convince non proprio del tutto..


7_Una nuova regola
di Andrea Partiti

Mi piace, non mi piace, non lo so. mi riservo una seconda lettura.
Ce l'ho. Mi piace, vedo il capannone, vedo la porta (ma non la vedevo al centro, la vedevo in un muro!), vedo le sedie. Vedo anche l'ansia dell'irrazionale e la curiosità morbosa del voler entrare in relazione con l'ignoto. Io sarei morta in 2 decimi di secondo. Ma come? Mangiata dalla cosa? Svuotata dalla cosa? Che cosa c'è al di la della porta? Trovo il ritmo un po' lento e l'epilogo affrettato, la morte della voce narrante leva un po' il gusto e soprattutto se la porta resta da sola e comunque resta ferma li non basterebbe distruggerla invece che monitorarla? o cementarla? Non capisco perché mantenerla "attiva" è un varco? cosa è?
Troppa incertezza per me :(

8_“Il grande rutto cosmico”
di Adriano Muzzi

Ciao!
senza i tuoi spieghini qua e la non avevo capito nulla tranne il riferimento al Mediterraneo (e quindi all'ecatombe di disperati).
Mi ha lasciato perplessa, non si capisce che è un bambino, non si capisce che tipo di salto dimensionale abbia fatto, se sta giocando o se racconta una versione personale dei fatti, per lo meno nella prima metà.
il ritmo a doppie strofe non simmetriche fa perdere la cadenza del racconto, a volte le sue versioni eccessivamente dissimili fanno passare il piano del comico in grottesco. L'idea è buona, buonissima, ma il risultato secondo me non è all'altezza delle aspettative (mie per lo meno). Poi magari arrivi primo eh, ma io un saltino nel laboratorio glielo farei fare..

9_Cambi dimensionali
di Alessandro Randone

In una serata un tizio triste si infila di testa nel tombino di IT e mentre sembra che stia per incontrare Samara, in fondo viene solo rapito dal signore delle mosche. Non lo so. mi convince molto poco, scorre male, non capisco come una persona sana di mente possa spegnere la luce mentre cammina in un sotterraneo ignoto a meno che non sia una perifrasi del perdere la ragione.. insomma stavolta non mi convinci minimamente. Piuttosto avrei parafrasato vecchio Frac e l'avrei fatto piombare nel fiume.. e da li la corrente lo porta da qualche pizzo dove i tipi buffi lo ritrovano.. così.. boh..
#AbbassoIlTerzoPuntino #NonSmerigliateLeBalle
#LicenzaPoeticaGrammatica
Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!

Avatar utente
DandElion
Messaggi: 661

Re: Gruppo ASIMOV: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#11 » venerdì 27 ottobre 2017, 0:18

andrebbero tolte le virgolette nel mio post davanti al titolo di Muzzi, ma ME NE GUARDERÒ BENE oltre il gong u.u
#AbbassoIlTerzoPuntino #NonSmerigliateLeBalle
#LicenzaPoeticaGrammatica
Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!

Avatar utente
antico
Messaggi: 7172

Re: Gruppo ASIMOV: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#12 » mercoledì 1 novembre 2017, 16:45

Scusandomi per il ritardo, ecco a voi la mia classifica. Domani riceverete anche la news con quella finale del gruppo e i finalisti.

1) Chirurgia olistica, di Eugene Fitzherbert
Bello, mi è piaciuto. Si legge con gusto e non ci sono debolezze evidenti nella forma. Mi chiedo solo se si possa, con questa impostazione che hai deciso di seguire, mantenere almeno un po’ di più il mistero su quanto stia succedendo… Fin dalla prima volta che citi Henrietta, infatti, è chiaro cosa sia successo e come andrà a finire. Forse, e sottolineo forse, la via potrebbe essere quella di stabilire una maggiore empatia con il paziente, farlo parlare, farlo scoprire, farlo simpatizzare con il protagonista. Certo, Henrietta andrebbe gestita diversamente. Il tema c’è ed è affascinante. Per me un pollice tendente verso l’alto con l’unico dubbio dettato da quanto ti ho esposto più sopra.
2) Una nuova regola, di Andrea Partiti
Un perfetto pezzo da "AI CONFINI DELLA REALTA'". Beh, non proprio perfetto, a dire il vero, ma le sensazioni che ricrei nel lettore sono quelle. Due problemini: 1) il cambio di POV, cosa su cui di solito non batto, ma che in questo caso infastidisce (o perlomeno, mi ha infastidito). Come soluzione, quella proposta da Flavia è interessante, la valuterei. 2) perché, dopo tanta indeterminatezza, nel finale ti lasci andare alla determinazione del passare del tempo? Francamente, preferirei rimanesse tutto vago. Pollice tendente verso l'alto per me, idea molto buona.
3) Il buco della chiave, di Marco Roncaccia
Racconto bello e senz'altro riuscito. Il problema, semmai, sta in una mancata contestualizzazione per cui lasci troppa libertà al lettore. Andrebbero seminati più indizi per definire l'epoca e non ci vedrei neppure male qualche elemento in più per caratterizzare Gabriella, ovviamente sempre dagli occhi del bambino, altrimenti il suo bucarsi giunge quasi gratuito ai fini del racconto. L'ho capito che va collegato alla riflessione sul paradiso, ma forse andrebbe marcato di più. Pollice tendente all'alto per me e lo piazzo dietro agli altri due con stessa valutazione per una mera questione di gusto personale.
4) L’altalena, di Flavia Imperi
Sai che c'è? Il messaggio che vuoi trasmettere è molto bello e importante: inutile abbruttirsi con il ricordo della morte, è importante saper continuare a vivere proprio per rendere omaggio e preservare vivi nei ricordi i nostri cari. Però il testo, a mio avviso, va ancora revisionato. Il tutto appare quasi forzato e la scena chiave, quella della "visione" e della piuma, non è "sicronizzata" al resto, motivo per cui, credo, alcuni sono stati portati a interpretarla in modo errato. Devi dare una lisciata al tutto, insomma. Il tema, la porta che ognuno di noi deve oltrapassare per comprendere come rapportarsi al dolore e alla perdita, è di sicuro ben trattato, ma una revisione tesa a all'ottimizzazione del racconto non potrebbe che giovare alla resa generale. Pollice che tende verso l'alto, ma un po' timidamente, per il momento.
5) Dinamiche, di Massimiliano Enrico
Racconto di difficile valutazione, almeno per me. Si nota tantissimo la fretta con cui l'hai scritto, alcune forme sono rivedibili e ci sono diversi erroretti sparsi. Paradossalmente, questa versione ancora acerba fa uscire con forza il nucleo centrale ammantandolo di un'aria di freschezza, pura energia che arriva direttamente al lettore. Godibile, certo, ma con un diverso equilibrio tra la prima, più brillante, e la seconda parte, laddove sarebbe stato meglio un'inversione con la seconda a "bucare di più". Il tema, ovviamente, è presente. In conclusione, direi un pollice che mira timidamente verso l'alto. Dopo una revisione attenta non potrà che essere da vetrina.
6) Pizza al ragno gigante, di Marco Fumetto
Marco, sei un tornado di idee. Occhio all'apertura, utilizzi una forma di difficile lettura, assai ostica per il lettore che, inevitabilmente, fatica a "entrare" nella tua storia. Inoltre rilevo anch'io come l'eccessiva casualità degli eventi, pur contenuta dal tuo sottolineare quanto Lila fosse comunque pronta a ogni evenienza, sia poco conveniente. Il tema è presente a più livelli, però non mi sembra così caratterizzante il racconto, nel senso che se non lo conoscessi a priori sarebbe difficile, per me, individuarlo. Per tutto quanto espresso, il mio giudizio è un pollice ni, ma tendente verso l'alto. Il testo, ci tengo a precisarlo, è di un livello più che buono e con alcuni accorgimenti non può che assurgere al suo reale valore. Tra l'altro, penso pesi parecchio quel taglio di migliaia di caratteri di cui parli nei tuoi vari commenti, cosa che denota una difficoltà nel rapportarti a questa size, ma no problem perché sono tutte difficoltà comuni nell'approcciarsi a Minuti Contati.
7) Mamma, di Giancarmine Trotta
Finale che amplifica i problemi del racconto, questo è certo, Tanto più che sembra quasi che il prezzo da pagare per la "performance" sia un qualche allontanamento del compagno della donna, considerata anche la frase finale di lui. Sai che c'è? Manca anche un qualcosa che vada male in mezzo, alla fine hai mostrato al lettore la tua idea, ma è come una freccia che procede dritta fino alla conclusione, senza alcun contrasto. Serve variare, mostrare e poi complicare e sì, avrei messo qualche problema nella visione di lei. E per crearmi lo spazio avrei rinunciato a tutta la parte iniziale per concentrarmi subito su di lei pronta a "partire" e sugli sguardi con lui, cosa che, tra l'altro, avrebbe portato anche l'uomo ad avere una parte più centrale. E tutto il resto, il contesto, potevi inserirlo qui e là, nel flusso. Pollice ni per il momento.
8) Cambi dimensionali, di Alessandro Randone
Hai sottolineato che trattasi di un esperimento, cerco di valutarlo come tale. Correggimi se sbaglio, ma il tuo tentativo sembra un po' sull'onda di videogiochi quali Abzu e, soprattutto, Journey: un viaggio apparentemente senza senso che, infine, lo acquisisce. Mancanza apparente di contrasto, pura esperienza per il suo fruitore. Ecco, proprio sulla base di quanto esposto, devo rilevarti come, personalmente, abbia trovato farraginosa tutta la prima parte, quasi meccanica nel suo procedere di microevento in microevento. Insomma, mi è mancata la fluidità di fruizione, elemento imprescindibile, imho, di un esperimento di questo tipo. Inoltre, occhio alla ripetizione di "quella sera" nelle prime quattro righe... Lo so, quattro sono già tante, ma l'ho sentito ugualmente pesante. Per me è un pollice ni, un esperimento ancora in divenire che hai abbozzato, ma su cui devi ancora lavorare.
9) Il grande rutto cosmico, di Adriano Muzzi
Non mi è arrivato. E senza leggere i tuoi commenti successivi temo mi sarebbe rimasto astruso. Ma anche così, alcune delle scelte ancora non le comprendo, a partire da quella di volerli avvertire senza, effettivamente, farlo. Inoltre, mi sembra che lo affoghi un pelo nell'idea iniziale e che il reiterare pensieri e parole alla fine sia ben poco funzionale. E mi spiace dirlo perché l'idea alla base era davvero molto buona. Solo, in questo caso, credo che la strategia da te scelta non sia stata quella più giusta. Considerata la forma corretta, arrivo a un pollice ni tenendo conto del fatto che il non averlo compreso possa essere anche colpa mia.

Torna a “106° Edizione - SCHIAVO CAMPO Edition - l'UNDICESIMA della Quinta Era - La 106° ALL TIME”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 4 ospiti