[B] L'amore al tempo del 6G

UNEDì 13 APRILE ALLE ORE 21:00 TORNA MINUTI CONTATI!!! Siamo orgogliosi di comunicarvi il nome della guest star: DARIO TONANI. Cancellate appuntamenti, mandate i bambini a letto presto, datevi malati, ma non perdete l'edizione di lunedì 13 aprile. Dario Tonani leggerà e commenterà i 10 racconti migliori. Questa è la 66ª Edizione di tutti i tempi di Minuti Contati, e la 1ª della 4ª Era.
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ceranu
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[B] L'amore al tempo del 6G

Messaggio#1 » martedì 14 aprile 2015, 0:41

L'amore al tempo del 6G
di
Francesco Nucera


«CERTO CHE DOMANI MI CONNETTO CON TE AL COMPLEANNO DI PEDRO :) »
«L'hai detto anche del battesimo di Leo!» disse la voce leggermente metallica nelle cuffie di Ugo.
«TI PROMETTO CHE QUESTA VOLTA CI SARÒ ;) »
«Benissimo, allora più tardi ti mando il link. Però connettiti prima in privato, vorrei chiederti una cosa.»
«SÌ AMORE, MA ORA STACCO, IL MIO CAPO STA ENTRANDO NEL MIO ACCOUNT. :* »
Ugo si affrettò a chiudere la chat con Carmen. Non poteva parlare durante le ore lavorative. Visto l'andazzo del mercato il rischio era di finire a fare data-entry.
“Contattami prima in privato.” Ripensò alle parole di Carmen e rabbrividì. Tutte le minacce dei ragazzi di “PokerLine” tornarono prepotenti: “Si piazzerà sul tuo divano e non te ne libererai più!”
Staccò gli occhi dai monitor e si voltò. Abbandonata sul pavimento la scatola ribaltata della pizza gli ricordava l'ultimo pranzo. Stava bene solo, e non voleva che nessuno entrasse nella sua vita.
«Mai!» disse picchiando i pugni sulla scrivania.
Un beep echeggiò nelle sue orecchie. Guardò i monitor e rimase a bocca aperta. Una nuvoletta bianca con la faccia triste diceva: SIGNAL NOT FOUND.
Controllò le spine ed erano tutte collegate. Inspirò profondamente e guardò l'orologio. Non c'era nessun segnale 6G.
Non era il momento del panico. Poggiò l'indice sul quadrante e scandì: «Assistenza.» Immediatamente partì una voce simile a quella di Carmen che lo indirizzò verso la risoluzione del problema, ma il verdetto fu tremendo: «Siamo spiacenti, ma si è verificato un guasto nei server. Riprovate tra qualche ora.»
Fu il panico. Senza pensarci si alzò e andò verso la porta, raccolse il soprabito impolverato, lo infilò e uscì in strada.
L'aveva letto su un Forum di sopravvivenza. In caso di crash del sistema doveva recarsi in un posto affollato per evitare il panico da disconnessione.
Mise un piede in strada, la luce l'accecò, non ricordava da quanto non si avventurava fuori. La prima cosa che notò fu l'odore dell'aria: leggera.
I non informatizati lo schivavano guardandolo male, forse per la carnagione chiara, o magari per i boxer che indossava. Non se ne curò ed entrò in un bar, era gente strana quella che non viveva in rete.
Da dietro un bancone una ragazza lo guardò e sorrise.
«Giorgio, ce n'è un altro!» disse.
«Allora mettilo con loro!» rispose una voce maschile.
La ragazza gli andò incontro. Era poco più bassa di lui, a ogni passo i seni prosperosi ballonzolavano. Gli poggiò una mano sul braccio e sorrise ancora.
«Seguimi!» disse.
Ugo si irrigidì. Una sensazione strana gli procurò un movimento nei boxer.
Entrarono in una stanza sul retro, lei gli indicò una sedia. Il ragazzo si guardò attorno; c'erano altre persone come lui che fissavano il muro.
«Stai tranquillo, passerà presto» disse la barista a bassa voce. Con la mano gli stropicciò i capelli e se ne andò.
Ugo non rispose, abbassò lo sguardo alla vita e si mise a rivalutare tutti i suoi dogmi. Forse non era poi così male avere qualcuno sul divano.



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angelo.frascella
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Messaggio#2 » mercoledì 15 aprile 2015, 11:34

Ciao Francesco.

Anche se ci hanno messo in classi separate, sono passato a vedere il tuo racconto :)

Bello e divertente. Direi uno dei tuoi racconti migliori. In bocca all'Antico :)

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Filippo Santaniello
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Messaggio#3 » mercoledì 15 aprile 2015, 22:06

Ciao Francesco,
complimenti per lo stile chiaro e scorrevole che per me è una prerogativa fondamentale affinché un racconto mi piaccia. L'inizio è efficace, ben costruito, ma sento che qualcosa stride quando il protagonista si comporta in modo forzato picchiando i pugni sul tavolo e gridando: "Mai!" L'ho trovato un comportamento un po' finto, artificioso. Gli avrei fatto fare qualcosa di diverso. Divertente quando esce in strada in boxer e tutti lo guardano male, bella trovata! Però poi dentro al bar il racconto prende una piega per me poco chiara. La barista fa entrare il ragazzo in una stanza dove altre persone fissano un muro. Cosa stanno fissando? E soprattutto perché quell'immagine ribalta le convinzioni del ragazzo facendogli pensare che non sarebbe male avere qualcuno sul divano? Forse mi sono perso qualcosa per strada... in generale mi aspettavo un finale diverso... non so quale, però questo m'ha lasciato perplesso.
Alla prossima, ciao!

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ceranu
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Messaggio#4 » mercoledì 15 aprile 2015, 23:18

Ciao Angelo, grazie per i complimenti, non mancherò di passare a leggere il tuo racconto :).

Ciao Filippo. Il pugno sul tavolo esce effettivamente eccessivo, ma ho dovuto tagliare un pezzo sopra che lo avrebbe giustificato.

La cosa che fa rivalutare la vita del protagonista non sono gli altri stralunati, ma l'erezione che gli procura il contatto con la donna.

Ciao e grazie per i commenti.

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eleonora.rossetti
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Messaggio#5 » sabato 18 aprile 2015, 0:43

Ciao Francesco, ben ritrovato!

Qui usi un tema già contemporaneo, ovvero la dipendenza dalla connessione che molti hanno e che causa una vera e propria malattia. L’esasperazione al massimo livello, che si incarna nel tipo pallido e in boxer la cui vita si riduce a una postazione PC e non sa neanche come rapportarsi con gli altri se non con uno schermo e che, addirittura, ha perso anche la cognizione di ogni minimo stimolo tipicamente sessuale (al punto che gli "strani" sono chi non vive nella rete). Tema perfettamente rispettato; se proprio devo trovargli un difetto, è il piazzare i tizi “in astinenza” davanti al muro: perché dovrebbe aiutarli? Forse sono tonta io a non arrivarci ^^", in ogni caso se ci fosse stata una spiegazione anche solo accennata tra le righe sarebbe stato assolutamente perfetto.

Una sola osservazione:

“connettiti prima in privato” e “contattami prima in privato”: avresti dovuto riportare fedelmente per dare l’idea di ripensare proprio alla stessa frase, ;) ma immagino sia una svista dovuta alla fretta.

Un bel lavoro!
Uccidi scrivendo.

alphaorg
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Messaggio#6 » sabato 18 aprile 2015, 12:16

Ciao Francesco, il commento lo troverai insieme alla classifica. Volevo solo segnalare un paio di errori (presunti e veniali, ci tengo a precisarlo) che nulla tolgono alla qualità del racconto

Se scrivi chat in corsivo, allora la stessa regola vale per boxer, account, crash etc... insomma, secondo me si fa prima a togliere i corsivi.

Quando scrivi
La prima cosa che notò fu l’odore dell’aria: leggera.

si capisce cosa intendi, ma credo che la leggerezza dell'aria sia percepita attraverso le papille gustative (da cui il fenomeno del meteorismo) e non dall'olfatto.

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antico
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Messaggio#7 » lunedì 20 aprile 2015, 15:15

Francesco... Francesco Francesco Francesco... Questo nome mi dice qualcosa... Ah sì, ecco. Beh, non pensare che il fatto che ti conosca possa aiutare il mio giudizio, semmai il contrario.
 
Direi un'ottima trovata, espressa bene. Anche divertente, mi hai sollazzato assai. Qualcosa mi ha però stonato, niente di grave, ma ci ho riflettuto e ho notato che il racconto è come una freccia scagliata in avanti, potente e perforante per la forza dell'idea, ma senza un vero e proprio focus. Sembra quasi che tu ti sia limitato a raccontare uno spezzone di vita del tuo 6giistico protagonista... Certo, il finale appare conclusivo con quei dubbi che gli s'infilzano nella testa (e nei pantaloni), ma forse troppo frettoloso, stento a credere che anni di vita in rete possano essere messi in discussione così velocemente. Un buon lavoro, certo, ma minato da quanto sopra. Pollice su, ma senza quel problema sarebbe potuto arrivare ancora più su.

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erika.adale
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Messaggio#8 » martedì 21 aprile 2015, 17:08

Ciao Francesco, il tuo racconto è interessante e lo scenario descritto tutt'altro che improbabile. Mi è piaciuto tanto da desiderare particolari in più della società descritta ( la caratterizzazione è quello che preferisco nelle distopie), ma so che avevi le mani legate dal limite di battute. Ho apprezzato anche la scelta di far cascare le certezze del protagonista a fronte di una sensazione carnale e fugace. Avrei bisogno di qualche spiegazione ulteriore invece per quanto riguarda il muro. Ho capito che gli informatizati vanno in panico di fronte al guasto nel server e perdono tutti i riferimenti.... ma non riesco a cogliere la ragione per cui fissare una parete possa in qualche modo tranquillizzarli. Ho il sospetto che, con qualche battuta in più, ce lo avresti raccontato.

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patty.barale
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Messaggio#9 » mercoledì 22 aprile 2015, 11:28

Ciao, Francesco!

Bella questa parafrasi di Marquez!

Partiamo dalle cose che mi sono piaciute in maniera particolare: il concetto di panico da disconnessione e il "punto di raccolta", l'immagine del protagonista in boxer per strada e le reazioni  dell' homo digitalis alle sensazioni fisiche (aria, contatto fisico, etc).

Cosa non mi è piaciuto: il pugno sul tavolo (mi ha dato l'impressione di un attore da strapazzo che in scena deve rendere le emozioni di rabbia e frustrazione...) e soprattutto le faccine da chat (lo so, nel contesto sono azzeccate, ma, perdonami, alla lettura mi hanno infastidita!)

Per il resto la lettura scorre fluida, soprattutto nella seconda parte, che riesce a rendere molto bene  il totale straniamento dalla realtà del protagonista, uno straniamento che porta i suoi simili a trovare sicurezza nella parete bianca, quasi uno schermo sostitutivo.

Un'ottima prova e un piacere leggerti.

Alla prossima!

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alberto.dellarossa
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Messaggio#10 » mercoledì 22 aprile 2015, 14:29

Ciao Francesco, bentrovato.

Il racconto presenta inequivocabilmente la tua firma, lo stile si riconosce al volo. Anche l'idea non è male anche se sa di già visto e non mi risulta particolarmente originale. Inoltre c'è un problema logico alla base. Improbabile che un personaggio con una sociopatia tale da avere un erezione al tocco e da essere totalmente disorientato da un blackout informatico possa avere una rete sociale reale, specialmente nella quale siano coinvolti dei bambini. Battesimi e compleanni (anche se di quest'ultimo non è specificata la fascia d'età) presuppongono un contatto umano diretto che sicuramente Carmen ha, e che ponela ragazza direttamente nei non informatizati (perchè usare un ibrido anglo-italiano? avrei usato informatized o informatizzati, non un mix dei due). Stona quindi che lui, sociopatico evidente, chiami amore una persona che vive di rapporti umani reali (e pertanto ne pretenderà - dove poche righe dopo ci confermi la totale incapacità fisica e psicologica del personaggio a condurre rapporti fisici di qualsiasi tipo). Insomma, trovo un'inconsistenza di fondo poco sanabile nell'ambito di una prosa ben scritta e di uno stile personale.

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