ABRADABAD: Lista racconti ammessi e vostre classifiche

UNEDì 13 APRILE ALLE ORE 21:00 TORNA MINUTI CONTATI!!! Siamo orgogliosi di comunicarvi il nome della guest star: DARIO TONANI. Cancellate appuntamenti, mandate i bambini a letto presto, datevi malati, ma non perdete l'edizione di lunedì 13 aprile. Dario Tonani leggerà e commenterà i 10 racconti migliori. Questa è la 66ª Edizione di tutti i tempi di Minuti Contati, e la 1ª della 4ª Era.
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antico
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ABRADABAD: Lista racconti ammessi e vostre classifiche

Messaggio#1 » martedì 14 aprile 2015, 4:22

Abradabad
 
Questo è il gruppo ABRADABAD della Tonani Edition. I primi TRE racconti di questo raggruppamento avranno diritto alla pubblicazione immediata sul sito ed entreranno fra i finalisti che verranno valutati direttamente da Dario Tonani. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verrano a loro volta ammessi alla vetrina del sito.
 
Ricordo che la composizione dei gruppi ha seguito il seguente criterio: i quattro racconti ammessi con malus (tre particolarmenti pesanti a causa di uno sforo abnorme di caratteri) sono stati posizionati uno per gruppo in ordine di consegna da MECHARDIONICA a BASTIAN. Gli altri racconti sono stati assegnati a giro sempre seguendo l'ordine di consegna una volta tolti i quattro con Malus.
 
E ora vediamo i racconti ammessi ad ABRADABAD:
 
- Equilibrio precario, di Violett83, 23.20, 10994 caratteri
Avrei dovuto eliminare questo racconto, ma ho deciso di ammetterlo con un malus pesantissimo che di fatto lo esclude dai giochi per i primi tre posti, ma che gli permette di partecipare allo scambio di commenti e classifiche. Spero però che la prossima volta l'autrice stia più attenta, è raro che la mia indulgenza si assesti sullo standard dato per scontato... MALUS DI 33 PUNTI
- L’arduo compito, di Giulio Marchese, 23.02, 2993 caratteri
- Il Digicall Center, di Gian De Steja, 23.25, 2571 caratteri
- DNA, di Tina Caramanico, 23.34, 2990 caratteri
- Zumba Dumba Dumba, di Francesca Nozzolillo, 23.51, 2552 caratteri
- Il carrozziere di fiducia, di Francesca Di Galbo, 00.04, 2969 caratteri
- Motori e cuori guasti, di Cristina Danini, 00.19, 2985 caratteri
- Caligine, di Sara Passannanti, 00.36, 2477
- Quel cielo color cobalto, di Alessandra Corrà, 00.43, 2975
- Come una stella che sorge, di Alberto Priora, 00.54, 2975
 
10 racconti dunque, avete tempo fino alle 23.59 di giovedì 23 aprile per commentarli tutti e postare le vostre classifiche, vi avverto che sarò fiscale e non accetterò classifiche postate anche solo alle 00.00 (del resto avete solo 9 racconti a testa da commentare e un bel po’ di giorni per organizzarvi). Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale del raggruppamento.
 
Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti.
– 10 punti malus per chi commenta la metà dei racconti + 1
– 20 punti malus per chi non commenta i racconti o arriva a commentarne meno della metà + 1
Ha valore questo CONTATORE per il conteggio dei caratteri.
 
Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati, se noterò qualche sgarro procederò all’eliminazione. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli tread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata qui.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.
 
Detto questo: BUONA EDIZIONE A TUTTI!



cristina.danini
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Messaggio#2 » mercoledì 15 aprile 2015, 14:05

Ciao a tutti, è stato un piacere leggere i vostri racconti.

Procedo con la mia classifica:

1. Caligine, di Sara Passannanti
Ciao Sara, complimenti per il racconto, l’ho trovato davvero toccante.
Nel tuo racconto si entra poco per volta, come aprendo una pesante porta scorrevole. All’inizio vediamo un viaggiatore stanco, poi un soldato che solo verso il finale scopriamo essere un disertore in fuga. Scopriamo anche che sta tornando dalla donna che ama e solo alla fine entriamo nella sua mente e scopriamo che il guasto non è solo nel treno fermo, ma anche dentro di lui, che ha ucciso troppa gente e non riesce a tornare alla sua vita. Infatti (se ho ben capito) la sua ultima decisione è suicidarsi, abbandonando Gloria e la vita verso cui sfuggiva. Complimenti ancora!
2. L'arduo compito, di Giulio Marchese
Ciao Giulio =)
Il tuo racconto mi ha tenuta attaccata allo schermo e fino alle ultime righe ho pensato che l’aggeggio guasto fosse una macchina salvavita. Per un istante ho anche pensato che il protagonista fosse un androide e che la macchina fosse parte fondamentale del suo corpo. Scusami, ho la fantasia che tende a volare parecchio. Ho apprezzato molto l’aumento di tensione che riesci a tenere costante fino alla fine, quando rientra la moglie/fidanzata (che ero convinta fosse un ladro o un assassino) e si scopre che a essere rotta è la lavastoviglie. Almeno, spero di aver capito bene ;-) unico appunto che mi sento di farti è il verso della canzone: messo così mi sembra che si perda, è solo una frase come un’altra.
Comunque complimenti
3. Zumba dumba dumba, di Francesca Nozzolillo
Ciao Francesca =)
Dal titolo credevo che il tuo racconto parlasse di zumba e palestre, ma alla seconda riga era già chiaro che avevo preso un granchio. Affronti il tema delle sette sataniche con un’ironia sorprendente, tanto che un omicidio è riuscito a strapparmi una mezza risata. Il coltello che si rompe diventa un ulteriore elemento di ironia, oltre a far crescere il panico del protagonista.
Complimenti davvero!
P.S. Ma davvero le sette sataniche vanno a Ibiza? ;-)
4. Quel cielo color cobalto, di Alessandrà Corrà
Ciao Alessandra, bel racconto di speranza =)
Il testo scorre bene ed è lineare, salvo per alcuni termini che non avrei usato, come “attività ludica” (nel contesto secondo me sarebbe stato meglio un banale “gioco” ma è gusto personale). Mi piace molto invece il fatto che in questo caso il guasto di un meccanismo “aggiusti” qualcosa dentro il protagonista, riportandolo a credere nella bellezza e nella vita. Complimenti!
5. Il Digicall Center, di Gian de Steja
Ciao Gian =)
Dei racconti che ho letto il tuo è il primo dove l’oggetto che si guasta non smette di funzionare, ma al contrario “funziona troppo”, lo trovo un punto di vista molto originale. Nel contesto forse anche un po’ futurista, ma riesce a strappare un sorriso nonostante il finale macabro. Un’altra cosa che mi è piaciuta molto è il cambio continuo di operatore telefonico, esperienza che prima o poi tocca a tutti, ed estremizzando mette in evidenza un sistema “guasto”; dovrebbe essere funzionale e finisce per rallentare tutto.
Complimenti e a presto!
6. Come una stella che sorge, di Alberto Priora
Ciao Alberto, è un piacere leggere il tuo racconto =)
L’idea è senza dubbio originale e in un certo senso mi ricorda i miti nordici e gli antichi guardiani di pietra che si credeva proteggessero le caverne. L’aggiunta del pilota e della trasmissione dell’incarico di padre in figlio rende tutto senza dubbio più umano. Il racconto scorre bene ed è chiaro, ma mi lascia qualche dubbio alla fine: il pilota procura il guasto volontariamente? E la voce alla fine è di un altro uomo o del Guardiano? Nel primo caso non sarebbe più solo il pilota a conoscere il segreto. Mi spiace per il numero di battute che deve aver creato difficoltà, esplorare un mondo così particolare ne avrebbe richieste di più. Complimenti!
7. DNA, di Tina Caramanico
Ciao Tina =)
Nel tuo racconto si guastano diverse cose: prima l’appuntamento, poi la sicurezza del protagonista (almeno in parte) e infine il piano di omicidio perfetto, quando un capello resta impigliato nei vestiti della ragazza. Purtroppo trovo che la prima parte risulti compressa, probabilmente dal’esigenza di stare nelle 3000 battute, accade tutto troppo in fretta e sembra quasi confuso. Il respiro torna normale, oserei dire vivibile, nella seconda parte, quando oltre alla sequenza dei fatti possiamo entrare nello stato d’animo del protagonista. Sono un po’ stupita del finale: mi sembra che dopo il rimorso il protagonista torni all’indifferenza, cosa che mi sembra un po’ improbabile dato che ha comunque ucciso una donna.
Complimenti!
8. Equilibrio Precario, di VIOLETT83
Ciao Violett =)
Il racconto scorre bene, ma a differenza degli altri, che risultano un po’ compressi dalle 3000 battute, questo è addirittura diluito. L’errore di lettura frega molti, soprattutto nelle sfide a tempo, dove si tende a correre! Sono sicura che con qualche taglio lo renderebbe ancora migliore. Interessante comunque l’idea della rottura dell’equilibrio, anche se io forse ci avrei calcato un po’ di più la mano, ma è un parere. Mi aspettavo qualcosa di più dal finale, in particolare da quando la protagonista crede di vedere la moglie di Marco… Probabilmente anche il finale ci avrebbe guadagnato da un taglio, l’ambiguità è sempre intrigante!
Complimenti comunque
9. Il carrozziere di fiducia, di Francesca di Galbo
Ciao Francesca =)
Mi spiace dire che anche dopo aver letto il tuo racconto un paio di volte ci sono alcuni passaggi che mi sfuggono. In particolare non capisco come faccia il protagonista a risvegliarsi nella macchina del suo carrozziere dopo essere caduto (o aver fatto il volo dell’angelo?)
Mi piace l’atmosfera serena iniziale, la classica gita fuori porta guastata da un problema al motore, come anche lo stato d’animo descritto nella digressione su Anna, anche se messa così la vedo un po’ fine a se stessa. Credo che se l’avessi ripresa nel finale, dopo che si è risvegliato, sarebbe stata molto più potente.
Comunque complimenti!

tina.caramanico
Messaggi: 43

Messaggio#3 » giovedì 16 aprile 2015, 1:07

Buongiorno carissimi. La premessa è: nei commenti mi sono soffermata più sui punti a mio parere discutibili che sui pregi dei racconti, perché penso che siano più utili le critiche degli elogi. I complimenti ve li faccio qui, collettivi: le idee erano tutte originali e mi sono divertita a leggere tutti i racconti. Grazie

  1. Alberto Priora, “Come una stella che sorge”


In questo racconto c’è un mondo, una situazione ricca e interessante, e una storia con un prologo e un finale degno di questo nome: questa è la buona notizia. La notizia così così è che l’ho dovuto rileggere due volte e comunque certi particolari mi restano un po’ oscuri: che vuol dire esattamente “tramandata dal dna originale, legato in esclusiva con la sua doppia elica a quel cuore meccanico”? Forse vuol dire semplicemente che il pilota attuale è discendente di quello originario? Insomma, alcune espressioni mi paiono inutilmente contorte. A parte questo, il miglior racconto del nostro gruppo, secondo me.

2. Gian de Steja,“Il Digicall Center”

Racconto divertente, ben architettato: per riparare il guasto e fermare il robot bisogna prima riuscire a farsi dire la procedura facendo lo slalom al telefono tra i vari operatori androidi, non meno impenetrabili di quelli umani. Realistici i dialoghi, se così li possiamo chiamare, salvo che se ti tagliano un braccio non puoi certo riferire l’accidente con quella calma serafica. Quasi superflua la barzelletta finale.

3.  Giulio Marchese, “L’arduo compito”
Confesso che la battuta finale non l’ho capita subito, e quando l’ho capita la reazione non è stata di divertimento. Tutta quella tensione, narrativamente così ben costruita (è il punto forte del racconto), poi esita in uno scherzetto abbastanza “cheap”, che non giustifica tutta l’ansia del protagonista, a meno che la moglie non lo abbia minacciato di morte se, al suo rientro, non troverà la cucina in ordine: può darsi l’abbia fatto, ma allora forse era meglio se ce lo dicevi esplicitamente.

4. Sara Passannanti, “Caligine”
E’ gradevole da leggere, ma la storia sembra essere più fuori (prima e dopo) che dentro (durante) il racconto. Il racconto in sé, tolta la premessa e il finale aperto, dice poco; in particolare il guasto al treno appare abbastanza irrilevante, cosa cambia nel destino del protagonista? Era comunque un disertore e un fuggitivo, e se anche il treno non si fosse guastato sarebbe lo stesso scomparso non si sa dove…

5. Alessandra Corrà, “Quel cielo color cobalto”
Il racconto è, per i miei gusti, un po’ troppo buonista: la psicologia del terrorista che si rifà delle sue frustrazioni e che poi si redime guardando Chagall mi è sembrata un po’ ingenua e semplificata. Dal punto di vista stilistico, mi pare che il monologo interiore sia reso in modo troppo “pulito” e ordinato per farci immedesimare in un terrorista sul punto di compiere un attentato in cui, tra l’altro, dovrebbe perdere lui stesso la vita.

6. Cristina Danini, “Motori e cuori guasti”
Il meglio del racconto è, a mio parere, l’atmosfera delicata e malinconica che sei riuscita a evocare. Qualche indecisione coi tempi verbali: la sera (quale sera? La prima? Tutte le sere della vacanza?) “abbiamo parlato”, dopo l’imperfetto e il trapassato mi sarei aspettata piuttosto un passato remoto. I dialoghi non sono sempre chiarissimi, ci sono dei salti logici tra le battute.

7. Francesca Nazzolillo, “Zumba Dumba Dumba”
L’inizio è intrigante: ci si chiede cosa combinerà ancora questo satanista sfigato e ci si aspetta che tutto il rito vada a finire in farsa. Quando invece poi la ragazza muore davvero (perché muore davvero, no?), tutta la burletta stride con questo dato che comico non può essere. Inoltre il finale arriva un po’ troppo bruscamente e la psicologia del protagonista è un poco ballerina: all’inizio è agitato, poi si compiace della violenza e poi ancora torna ansioso, e infine dopo l’omicidio pensa a Ibiza; non so, non mi pare verosimile.

8. Francesca Di Galbo, “Il carrozziere di fiducia”
Non mi è chiarissimo quando il protagonista si addormenti e cominci a sognare; comunque ritrovarlo alla fine del racconto addormentato è abbastanza irritante, quello di “Sorpresa! Era tutto un sogno” è un espediente narrativo abbastanza ingenuo e sicuramente abusato. Insomma, non mi ha convinto del tutto.

9. Violett83, “Equilibrio precario”
Mi ha dato un po’ l’idea di una chiacchierata in cui non si sa bene dove si vuole andare a parare: poi ho letto che hai cercato di allungare il racconto per arrivare alle battute che, erroneamente, pensavi fossero richieste. In effetti tutta la prima parte poteva tranquillamente essere condensata. Il finale non mi sembra all’altezza dell’idea centrale, quella del tatuaggio che compare ossessivamente su persone diverse: l’idea mi è piaciuta, l’ho trovata affascinante e inquietante, ma credo tu abbia sfruttato solo a metà la bella suggestione.

p.s. Spero tanto che qualche fatina dell'impaginazione e qualche maghetto della formattazione stanotte intervengano a sistemare il mio testo; mi spiace ma io su questo forum non riesco a capire cosa sbaglio e perchè mi viene fuori 'sto schifo. Ma imparerò :-)

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antico
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Messaggio#4 » giovedì 16 aprile 2015, 9:18

ATTENZIONE:
(Genero questo messagio e copio in tutti i gruppi perché si è verificato un caso in MECHARDIONICA)
 
Quest'edizione ha una guest star arrivata dal mondo della fantascienza MA NON HO MAI DETTO O SPECIFICATO che un metro di giudizio per giudicare i racconti fosse quello che appartenessero o no al genere. MINUTI CONTATI si pone come contest aperto a tutti i generi e pertanto NON CONSIDERO VALIDE le classifiche che utilizzino tale discriminazione per classificare i racconti.

Francesca Nozzolillo
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Messaggio#5 » giovedì 16 aprile 2015, 17:08

Buon pomeriggio!

E' stata una belle esperienza e mi sono divertita un sacco. Ecco la mia classifica.

1. CALIGINE, di Sara Passannanti. 
Devo dire: Complimenti!
L’ho trovato delicato, una carezza, e allo stesso tempo tremendamente fulminante quando si capisce chi è questa persona e cosa sta facendo. Il suo passato apre un mondo di possibilità. Perchè un uomo così gentile ha deciso di fuggire? Forse la guerra non lo ha cambiato, e per questo ha capito di non esserne capace. Ho apprezzato molto il tentativo di rendere odori e suoni, oltre che immagini. Ho sentito l’odore di tabacco e il ticchettare dei tacchi dei passeggeri.   Belle descrizioni, bella immersione in questo personaggio. Credo che il fatto che non accada effettivamente quasi nulla sia il suo punto di forza. Non c’era bisogno di raccontare la guerra per immaginare quanto sia stata tremenda… anzi, forse quel treno rotto (un evento apparentemente insignificante) diventa essenziale per l’arco di trasformazione che immagino sia avvenuta nel soldato Brava. Davvero.
2. Come una stella che sorge, di Alberto Priora. 
Ciao!
Molto bello! Hai costruito un mondo di cui mi piacerebbe leggere di più. Mi piace l’antologia, il trucco che porta allo scioglimento e le immagini date dalle descrizioni. Bello. Forse si, alcune frasi sono un po’ contorte, ma non mi hanno dato fastidio. Inoltre mi piace il protagonista, questo soldato sperduto che si è fatto una nuova vita e convive con questo segreto. Il gigantesco guardiano guasto non so perchè mi ricorda Miyazaki…  Comunque davvero, anche se è un racconto ti consiglio di non abbandonare l’idea! Riesco a vederci un bellissimo romanzo di fantascienza! :) Complimenti! :)
3. Il Digicall Centre, di Gian de Steja.
Ciao! :)
Allora si, condivido a pieno i commenti degli altri! Racconto brillante, divertente e scorrevole. Mi è piaciuta moltissimo la tirata con gli operatori in una situazione decisamente urgente, anche l’immagine di un robot che va in dispensa e inizia a tagliare tutto in maniera compulsiva mi ha fatto ridere! il braccio ammoscia un po’ la tensione,  anche a me sembra un po’ superfluo! Forse un bel ‘aiuto cazzo!’ sarebbe stato più efficace! ma a parte questo dettaglio devo dire… molto molto bello!
4. DNA, di Tina Caramanico.

Molto bello, è un racconto che ti tiene aggrappata alle parole fino alla fine. Mi piace l’introduzione, come descrivi l’assassino nella sua perfetta sicurezza e soprattutto il linguaggio che usi, impeccabile e travolgente. Ho apprezzato il fatto che sia tornato indietro, ma devo dire che si, forse le motivazioni alla fine mi hanno un po’ delusa. Ho capito che l’intenzione fosse quella dell’individuare il guasto proprio in questo, nella pietà, ma da un tipo del genere, così freddo e sicuro di sé, mi sarebbe piaciuto che a guidarlo fosse un motivo diverso. Mi sono immaginata un primo omicidio, un assassino alle prime armi sadico e spietato (altrimenti non sarebbe così sicuro di sé all’inizio) e più che pietà allora mi sarebbe piaciuto di più se fosse tornato indietro forse per vedere cosa succede quando qualcuno muore. Vedere qualcuno morire (che sarebbe stato poi anche ben sintetizzato con lo scambio di sguardi tra i due). A quel punto la perdita del capello e il probabile sgamo da parte della polizia forse sarebbe stato più forte. Mi immagino un ragazzo che fa un errore, a causa della propria vanità, e per questo viene punito. Però capisco che si allontana totalmente dalle tue intenzioni. Comunque complimenti. Ben scritto. Molto.

5.  Motori e cuori guasti, di Cristina Danini. 
Ben scritto, le intenzioni sono chiare e l’interpretazione che hai dato del tema mi è piaciuta molto. Bella l’immagine di peter pan (lo adoro anche io) e l’ho trovato un racconto molto realistico. Un solo appunto… ho avuto difficoltà a capire il sesso dei ragazzi e mi è capitato di perdermi nei dialoghi (chi dice cosa) che ho trovato comunque molto belli! Per il resto complimenti.. :)
6. Quel cielo color cobalto, di Alessandra Corrà. 
Ciao! :D
Allora mi è piaciuto molto l’attacco, la descrizione degli ‘occidentali’ e la visione del mondo del terrorista. Mi  è piaciuto come hai reso la sua frustrazione e i brevi accenni alla sua infanzia. Mi sembra però un po’ repentino il suo cambiamento. Più che i quadri, è come se il messaggio finale fosse ‘la notte porta consiglio’, il fatto che si sia assopito forse spezza il ritmo. Avrei calcato più sui suoi sentimenti nella parte finale, del perchè effettivamente decide di cambiare vita e come ci arriva. Però è bello! :)
7. Il carrozziere di fiducia, di Francesca di Galbo. 
Ciao Francesca :)
Che dire… inizio travolgente, ottimo linguaggio e belle descrizioni. Ho apprezzato il personaggio di Sergio, la sua paura dell’altezza e il tuo utilizzo ‘sadico’ della sua debolezza (non per niente, si trova su un viadotto, e non per niente viene costretto allo sport meno indicato per chi soffre di vertigini) su questo, ottimo. All’inizio proprio il fatto che lo ‘costringessero’ non mi era piaciuto per niente, mi chiedevo ‘ come cavolo fanno a costringerlo, se uno non vuole non vuole’ … ovviamente trattandosi di un sogno poi prende tutto un altro significato. Secondo me, se il tentativo era conciliare le paure e i sentimenti del protagonista con le immagini di un incubo, avresti forse fatto meglio a concentrarti solo su un argomento: ha paura dell’altezza? il bundy jumping è perfetto. Ma perchè inserire anche un ex amore liceale? non sappiamo niente di questa ragazza, è un po’ buttato lì. Mi viene da pensare: che c’entra con tutto quello che sta accadendo? forse mi sarei concentrata sulla paura del vuoto e basta. Però sono gusti  ^^ eeee poi…  capisco che il sogno fosse necessario, però un po’ è vero ti lascia sempre l’amaro in bocca.  Comunque vabe, è stata una scelta mirata e quindi per me va bene così :)personalmente senza sogno forse sarebbe stato più vero, però anche sti cavoli!
A parte queste cose (cristo ho scritto un botto) brava! :)
8. L'arduo compito, di Giuseppe Marchese. 

Ciao!

Allora… devo dire che non sono riuscita subito a star dietro a quello che stava succedendo. Alcune frasi come: ‘ da grandi piaceri derivano grandi responsabilità (amabili citazioni xD ) o ‘da quando aveva deciso di cambiare vita radicalmente’ mi hanno mandato in confusione… l’ho riletto un paio di volte e forse ho capito. quindi questo è un tizio che ha comprato una lavastoviglie e il suo unico compito è quello di metterci i piatti dentro, giusto? Quindi quando si rompe ovviamente va nel panico. L’idea mi piace, punti sul colpo di scena finale aumentando la tensione passo passo… il problema è che arrivata alla fine, quando ho capito cosa stava veramente succedendo, forse un po’ sono rimasta delusa anche io. Forse la posta in gioco non è abbastanza alta… insomma, cosa gli potrà mai fare la moglie? lo sgrida? litigano? forse le reazioni di prima sono un po esagerate… però magari no! :)

9. Equilibrio precario, di Violett83
Allora devo dire che mi è piaciuta molto la declinazione del tema. Anche l’inseguimento’ in macchina l’ho trovato molto intrigante.. peccato per lo sforo, molte cose si potevano omettere… però anche io ho trovato che il finale fosse un po’ scontato, anche perchè per tutto il racconto lei non da nessun segno di pentimento… ‘sono io la cattivella’, quando lo tradisce, mi fa capire perfettamente che tipo di persona è… e il fatto che alla fine decida semplicemente di mollare l’amante non mi ha convinta! :)

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Gian de Steja
Messaggi: 43

Messaggio#6 » domenica 19 aprile 2015, 2:40

Ecco la mia classifica. Non è stato facile perché ho letto degli ottimi racconti. Ho cercato di essere obiettivo tenendo in considerazione l'attinenza alle specifiche richieste, la forma e la trama. E' sempre un piacere leggervi. Grazie a tutti.

1) COME UNA STELLA CHE SORGE (di Alberto Priora)

Il tema è rispettato. La forma è assolutamente corretta, anche se le alcune frasi ultralunghe rendono la vita parecchio difficile al lettore. Però si intuisce tutta la maestria narrativa, perchè rendere una storia del genere in così pochi caratteri è veramente un bordello. Secondo me merita una riscrittura in un contesto diverso da minuti contati, pensaci! ;)

 

2) Caligine ( di Sara Passannanti)

Iniziamo…;)Ciao, Sara. Allora, il tema c'è per il guasto, la situazione di panico forse è dovuta al fatto di rischiare di essere scoperto dal controllore. Un po' forzata ma ci sta. Come forma direi che è perfetto, hai giostrato abilmente fra descrizioni, sensazioni, ambinetazioni e odori. Molto brava. Il finale mi è piaciuto e nel complesso è proprio un bel leggere.

 

3) L’arduo compito (di Giulio Marchese)

Tema centrato in pieno! Sulla forma direi tutto bene a parte qualche piccolo refuso di poco conto (stringendolo con tutte le dite). Il filo della tensione per me non è stato così accattivante, forse perchè nella mia immaginazione malata, io sono subito partito con l'idea che fosse un racconto horror e che "l'aggeggio" fosse una roba alla "saw", poi la telefonata con l'amico ingegnere ha stemperato di molto le mie aspettative. Però il finale ironico mi ha sorpreso e devo dire che mi è piaciuto. Bravo.

 

4) Zumba Dumba Dumba (di Francesca Nozzolillo)

Tema azzeccatissimo. La forma è sicuramente poco ortodossa ma nel contesto del racconto mi sembra funzionare bene. Non mi fa impazzire quando il punto di vista cambia (HA INIZIATO A URLARE.)

Il racconto in se è surreale e piacevole, mi ha ricordato tantissimo il libro di Niccolò Ammaniti "che la festa cominci" (se non l'hai letto leggilo!). Il finale è un po' fiacco e forzato.

 

5) DNA (Tina Caramanico)

Il tema secondo me è molto forzato il guasto può anche essere sulla coscienza dell'assassino (ma l'ho capito solo leggendo i commenti, perchè io l'avevo assegnato alla rottura del capello), però non vedo "l'allarme, il panico, il piano B..."

La forma è perfetta e lo trovo scritto molto bene, anche il PDV, tutto sommato, è comprensibile.

La scelta titolo invece non mi è piaciuta, mi sembra un "aiutino" per il lettore, per paura che non capisse il finale. Io avrei osato di più. ;)

 

6) Il carrozziere di fiducia (di Francesca Di Galbo)

Dunque, tema ok, perfettamente centrato. Forma direi nulla da segnalare, è scritto molto bene. Il racconto in generale mi sarebbe anche piaciuto ma ci sono diversi difetti. Innanzi tutto, scusa l'Ignoranza ma io pensavo che insieme a Sergio ci fosse anche Demetrio e sono dovuto andare su Wikipedia per ricordarmi che Demetrio era il cantante dei Ribelli. Io sono ignorante, ok, però i ribelli non sono i Beatles eh! ;)Il punto in cui lo vestono per prepararlo al salto è molto confuso e sinceramente poco credibile, anche se poi col barbatrucco del sogno si può accettare tutto e di più. L'espediente del finale a sogno lo trovo davvero brutto. :(

 

7) Quel cielo color cobalto (Alessandra Corrà)

Il tema è centrato anche se un po' forzato (il panico è appena accennato e parte insignificante del racconto). Come forma direi che non c'è molto da segnalare, è scritto bene e, a parte qualche difettuccio che ti hanno fatto già notare, scorre. Il racconto in sè non è male anche se un po' forzatamente buonista. Hai avuto un bel coraggio ad affrontare un tema simile in così pochi caratteri. Il tentativo è riuscito… ma solo in parte. ;)

 

8) Motori e cuori guasti (di Cristina Danini)

Come tema, onestamente, non mi sembra molto centrato. Ok, il guasto della macchina ma non vedo situazioni di pericolo o panico di qualsiasi tipo (a me pareva una prerogativa fondamentale della descrizione di Tonani, ma magari mi sbaglio eh). Pur non essendo il mio genere devo ammettere che l'atmosfera è molto coinvolgente. Per quanto riguarda la forma c'è un po' di confusione nei dialoghi, ma gestire tutti quei personaggi in così pochi caratteri non è certo facile. ;)

 

9) Equilibrio precario (di Violetta 83)

Ciao Violetta! Allora, mi piace l'interpretazione che hai dato al tema, direi che l'hai centrato. Per quanto riguarda la forma ci sono alcuni errorini di punteggiatura. Su tutti ricorda che i puntini di sospensione sono sempre tre, mai 2 o 5 o 100.

Il racconto scorre, ma in effetti poteva benissimo essere condensato. Prova a riscriverlo con meno caratteri, se riesci a tenere una buona tensione l'effetto sopresa può essere vincente. ;) Tra l'altro hai rischiato il linciaggio di qualche lettrice che fa la cassiera, definendolo come mestiere "rilassante" :P

 
"L'aria sarà sempre troppo carica di qualcosa. Il vostro corpo sempre indolenzito o stanco. Vostro padre, sempre troppo ubriaco. Vostra moglie sempre troppo fredda. Avrete sempre una qualche scusa per non vivere la vostra vita." C. Palahniuk

lailmil
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Messaggio#7 » lunedì 20 aprile 2015, 14:13

Ecco anche la mia classifica. Mi sono divertita tanto a scrivere quanto a leggere i vari racconti che hanno partecipato, grazie mille!

1) Come una stella che sorge - Alberto Priora
Bellissimo racconto, epico e ricco di immagini vivide. L’ho letto varie volte, un po’ per gustarne tutti i particolari, un po’ per cercare se ci fossero debolezze, anche se alla fine sono rimasta sempre rapita dalla storia e dalla poesia con cui l’hai raccontata. Mi è piaciuta molto la spiegazione discreta del perché il pilota sia indissolubilmente legato al Guardiano (l’impronta genetica), la spettacolarità e la ritualità nella riparazione dei meccanismi e, soprattutto, la sospensione nella rivelazione del segreto, solo alla fine e non vicino agli accenni che ho ritrovato durante tutta la narrazione. Ho trovato un po’ pesanti le frasi molto lunghe, con vari incisi, come questa che magari avrei spezzato:
***citazioni del testo***
Però intuisco l’utilità di questo stile nel contribuire a rendere ulteriormente maestosi i gesti del pilota. Insomma, la verità è che mi è piaciuto tutto. Complimenti davvero!

2) Il Digicall center - Gian de Steja
Divertentissimo! Il tuo racconto mostra e, soprattutto, fa vivere al lettore, quella gamma di sentimenti che spazia dall’irritazione fino alla frustrazione e che prima o poi tutti noi abbiamo provato al telefono con operatori telefonici. La trama è ben costruita, così come i dialoghi. Nell’ultimo pezzo il lettore deve fare uno sforzo in più per calarsi nella scena e immaginarsi i toni della discussione, con la faccenda del braccio, ma nel complesso secondo me il racconto non perde nulla.
Il simboletto del marchio registrato è un tocco di classe.

3) Zumba Dumba Dumba - Francesca Nozzolillo
Racconto delizioso, sempre più esilarante via via che uno lo rilegge. L’altalena nella testa del protagonista, ora terrorizzato, ora concentrato su pensieri normali da liceale, crea una situazione completamente surreale che ho apprezzato moltissimo. Anche tutto il contesto attorno, la formula idiota, il perizoma, e infine il calzino, hai buttato sul ridicolo un contesto in cui uno non si aspetterebbe di ridere, ma hai avuto il buon senso di lasciare che la vittima del sacrificio morisse comunque, come da copione. Complimenti, bel pezzo!

4) DNA - Tina Caramanico
Molto intrigante questo racconto, Tina. Prende tantissimo sia per l’argomento – è sempre affascinante leggere gli orrori che passano per la testa a noi umani – sia per com’è scritto, in maniera ineccepibile. Il tono dei pensieri, il confrontarsi con gli altri, la curiosità di vederla ancora, dopo il fattaccio, tutto mostrato con dettaglio e molta precisione, complimenti! Due cosette mi hanno lasciata un po’ perplessa. La prima è l’aderenza alla traccia, perché è vero che il guasto c’è, un capello che manda a monte un piano perfetto (tra l’altro, ottima la scelta del titolo), però il protagonista non se ne accorge, quindi non vediamo tutte le conseguenze sul suo stato d’animo e sulla sua personalità. Però, ciò non toglie che tolto dal contesto di minuti contati il racconto sia molto godibile.
Il secondo appunto è un po’ più sottile. Magari è solo un abbaglio per me che sono una novellina, ma mi è parso che la voce narrante fosse per tutto il tempo nella testa del protagonista. Quindi il mostrare qualcosa di cui lui non si accorge mi è parso stonasse un po’. Però continuo a chiedermi se non ho capito male, spero di leggere una tua risposta, perché DNA mi è piaciuto proprio tanto!

5) Il carrozziere di fiducia - Francesca di Galbo
Racconto scritto molto bene, scivola sotto gli occhi quasi. Sarà una stupidata, ma ho apprezzato come vai a capo, il testo è molto arioso. La prima parte mi è piaciuta molto, hai inquadrato con pochissimi dettagli Sergio, attraverso la Cinquecento, i Ribelli. L’incipit cattura subito l’attenzione. Sei stata anche molto brava a giocare con la paura delle altezze del protagonista, trasferendo le vertigini per il viadotto  nel sogno del salto. La frase “Ecco il prossimo!” è esilarante e collega bene il prima e il dopo. Fila tutto liscio fino ad Anna che dischiude le labbra. Il finale invece non mi è piaciuto. Non perché sia scritto male, anzi! E oltretutto, riprende il tono ironico dell’inizio. Però la storia muore completamente se alla fine scopro che è stato tutto un sogno. Non so, magari potevi fare intervenire all’ultimo un elastico di salvataggio (sarebbe stato quasi catartico, per Sergio, aver superato la prova dell’altezza) oppure fare svegliare il protagonista in ospedale, tutto scassato per la caduta. Faccio schifo a trovare finali altrui, scusami. Però, ecco, credo che il tempo non abbia giocato a tuo favore, avresti potuto trovare una soluzione migliore del sogno. A parte questo, comunque, è stato un vero piacere leggerti!
6) Motori e cuori guasti - Cristina Danini
Molto dolce questo racconto, sei stata molto brava a creare quest’aria così nostalgica e insieme spensierata. Mi piace come hai sfruttato il personaggio di Peter Pan, evidenziando sia la paura di crescere che quella di bloccarsi in un preciso momento della propria vita, senza andare avanti. Secondo me i salti logici nei dialoghi non hanno guastato (per restare in tema), la conversazione risulta realistica. Proprio come quando tra amici si fanno tanti discorsi diversi tutti insieme, con un mucchio di sottointesi. Te l’hanno già fatto notare e vedo che hai già risposto, comunque anche io ho avuto difficoltà a distinguere le diverse voci nei dialoghi. Bella su tutto la metafora dei cuori guasti!

7) Quel cielo blu cobalto - Alessandra Corrà
Racconto ben scritto, mi è piaciuto molto come hai descritto gli occidentali e, in generale, l’idea che c’è alla base. Hai sfruttato un argomento che a me piace molto, le impressioni da un’opera d’arte e l’umanità che emerge in situazioni inaspettate. Per quanto mi riguarda, non l’ho trovato buonista né ingenuo, ma speranzoso. Sarebbe stato più coinvolgente se avessi insistito sul panico causato dal guasto e, dopo, sulla trasformazione davanti al dipinto dell’ebreo errante, magari descrivendo cosa esattamente nel ritratto ha suscitato quelle emozioni nel terrorista, tanto da fargli cambiare idea. A parte questo, molto bello!

8) L'arduo compito - Giulio Marchese
Incipit ottimo, mi ha gasata un sacco, avevo i nervi tesi per sapere ce la farà o non ce la farà? Grandissimo fino a “tutto dipendeva da questo”. Poi ha cominciato a puzzare qualcosa. Troppo non detto e troppe allusioni, non mi interessava più se Andrea ce l’avrebbe fatta, l’unica cosa che mi chiedevo era “cosa nascondi? Perché diavolo non mi dici che problema hai? Mi stai prendendo in giro”. Sensazione fastidiosissima che mi ha accompagnato per tutto il resto della lettura :-( . A un certo punto, avrei preferito vedere la moglie che si avvicinava con la mannaia per dare un senso alla situazione, invece mi pare che tu abbia tirato troppo per le lunghe, con il risultato che anche il finale a sorpresa non mi ha sorpreso granché. Sei stato molto bravo a creare aspettative e a catturare il lettore, però potevi giocartela meglio, secondo me.

9) Equilibrio precario - Violett83
L’idea su cui hai costruito il racconto è molto buona e rende bene l’idea di un guasto, secondo me. Il finale funziona un po’ meno, l’infermiera che somiglia alla moglie di Marco l’ho trovata una forzatura e in generale la decisione di interrompere la relazione mi è sembrata così brusca da essere inverosimile. Per il resto, ci sono alcune precisazioni lungo il testo che guastano la lettura. Per esempio:
***citazioni del testo***
Secondo me puoi tagliare tutto, non solo perché sono aggiunte superflue ma, soprattutto, perché in questo modo non si capisce a chi ti stai rivolgendo: stai chiacchierando con qualcuno? Questa persona davanti a te vede quanti anni hai (e comunque glielo dici qualche riga più giù). Stai pensando tra te e te? Allora non hai bisogno di specificarti che Marco è il tuo amante. Oltretutto, anche qui si capisce subito dopo che non è il tuo fidanzato. Anche io sono curiosa di rileggere il racconto dopo la sfrondata, perché a parte queste note stonate, secondo me scrivi molto bene e può venir fuori qualcosa di molto interessante.

alberto.priora
Messaggi: 23

Messaggio#8 » lunedì 20 aprile 2015, 22:35

EQUILIBRI PRECARIO
Non dovrei entrare nel discorso dello sforamento del limite dei caratteri se non fosse che il racconto non li sfrutta comunque nella maniera ottimale. Infatti ho avuto la sensazione, anche durante la rilettura, che la paranoia della protagonista [perché ha un nome straniero?; non che sia sbagliato, ma stona col resto] si trascini un po’ troppo, con il risultato di far perdere incisività sia agli avvenimenti che alla risoluzione. Considerato che la rivelazione finale è la malattia del personaggio narrante, le scene alla fine sono state una continua ripetizione e non un’evoluzione di qualcosa. In effetti tutto poteva stare in metà (o meno) caratteri. Comprendo anche i dettagli della vita della protagonista e i suoi rapporti con gli altri, che tendono a ripetersi e il fatto che alla fine si fa un’autoanalisi a uso e consumo del lettore.
Dal punto di vista tecnico segnalo la presenza delle “d” eufoniche, che andrebbero eliminate e un uso “smodato” dei puntini di sospensione [attenzione che dovrebbero essere tre] che se possono essere accettabili nei discorsi diretti come indicazione di una frase sospesa da visualizzare al lettore, non hanno senso nel discorso indiretto; non sono effetti speciali. Segnalo anche che potresti usare il “punto e virgola”, un’arma importante per scandire i periodi, quando la semplice virgola non basta.
Nel complesso era interessante usare il tema del Guasto a livello così personale, ma l’effetto si perde anche in una scrittura non sempre scorrevole, con qualche passaggio un po’ strano: per esempio quel “Hai visto un insetto?” o quando Angelo dice “un certo prodotto” quando nella realtà citerebbe qualcosa di ben preciso.

L’ARDUO COMPITO
Un racconto che rimane ambiguo fino all’ultima riga per dargli un senso è sempre un po’ un azzardo. Qui alla fine non è che ne sia rimasto completamente soddisfatto, ma la rilettura, sapendo dove si andava a parare, mi ha strappato un sorriso. Il dramma del protagonista è ben vissuto e trasferisce del pathos al lettore, anche se uno si immaginava il disinnesco di una bomba o chissà quale meccanismo alieno definitivo per l’umanità. In effetti qualche passaggio è un poco esagerato (tasti con ideogrammi? perché non simboli) considerato il finale. Forse il suo limite è proprio il fatto che oltre l’ambiguità da contrappore al finale, c’è poco altro. Comunque il Guasto c’è e il piano B da “effettuarsi manualmente” è carino.

IL DIGICALL CENTER
Il racconto è partito bene. Con poche righe si riesce a costruire subito una situazione [sapendo che il tema è un Guasto, è facile intuire come siano impostati i binari della narrazione] in maniera abbastanza limpida. All’inizio ci sono un paio di refusi (“sul sua digitastiera” e “Era l’ora”) e l storia delle coordinate è un poco strana considerando che si tratta di combinazioni di tasti.
Purtroppo lo svolgimento è un poco scontato; ci sono generazioni di racconti in cui un meccanismo va in avaria con conseguenze tragiche o tragicomiche, non è certo qualcosa di inedito. Avrei preferito anche che il fallimento dell’assistenza fosse stato qualcosa di più complesso di un semplice scaricabarile di telefonate, magari una contraddizione logica, un qualche loop imprevisto che impediva di procedere in tempo, l’incomunicabilità tra umano e androide. Così è un po’ semplicistico.

DNA
Il problema principale è che non trovo il Guasto. O meglio, posso fare delle ipotesi se il concetto del guasto sia la mente del maniaco oppure il momento di ripensamento/pietà nel comportamento da maniaco del maniaco oppure l’errore di lasciare una traccia (di DNA come dice il titolo). Insomma sono un poco confuso su dove sia il tema. Mi aspettavo quasi di scoprire che la vittima (o l’assassino) fosse un qualche androide difettoso. Trovo il racconto scritto bene (uno dei migliori sotto questo punto di vista, tanto che non ho neppure un appunto): fila, ha un ottimo ritmo, visualizza bene quello che accade, anche se in fondo si tratta di una sola scena prolungata e abbastanza inquietante vista la freddezza dell’assassino. Unico passaggio un po’ debole è il fatto che la lei si sia fidata subito di uno sconosciuto: ci sta, ma comunque è una forzatura. Proprio per questa atmosfera gelida e calcolatrice, però, non mi ha dato molta empatia con uno dei due personaggi e mi ha lasciato troppo distaccato.

ZUMBA DUMBA DUMBA
È il racconto che mi ha lasciato più perplesso. L’idea è carina, nel senso di avere questa descrizione arruffata in prima persona di un cultista alle prime armi che viaggia sulla falsa riga di un giovane arrembante alla prima esperienza lavorativa. Come in altra occasione devo dire che l’uso esagerato dei puntini di sospensione, oltre a spezzare il ritmo delle frasi, è un po’ un effetto speciale che maschera il saper costruire delle frasi; insomma va usato quando serve davvero.
Nel senso che va bene che il personaggio narrante non è tutto giusto, ma se sono i suoi pensieri, vuol dire che pensa a singhiozzo, facendo delle pause? È un flusso di coscienza, non un discorso diretto.
A parte questo (già che ci sono cito i due “O diavolo” in cui manca la acca), questa scena ha troppe spezzettature per essere sempre chiara, considerando anche che è esagerata (credo volutamente grottesca) proprio negli avvenimenti che descrive. Il Guasto è il coltello che si rompe? Insomma, non è che lo interpreto proprio come un vero guasto, ma diciamo che siamo al limite.

IL CARROZZIERE DI FIDUCIA
Partiamo col dire che il Gusato c’è ed è un guasto classico e che lo spunto andava benissimo per mettere il protagonista in una situazione problematica. Ed è stato fatto: ma perché “rovinare” tutto dicendo poi che è un sogno, che è un modo di sminuire il proprio racconto, perché si pone il lettore di fronte a una narrazione per poi dire che era tutto finto. Molto meglio sarebbe stato se la “sfiga” del guasto (o aver forzato la macchina, quindi averse creato un destino) fosse davvero la prima parte di una conseguenza. Così la cosa si perde e basta.
Già che ci siamo segnalo che la frase “Scatta la freccia a destra e accosta sulla corsia d’emergenza” ha questo cambio di soggetto che non va molto bene. In altri punti il fatto di avere tante piccole frasi un po’ nette non favorisce sempre la scorrevolezza.

MOTORI E CUORI GUASTI
Come invece non è accaduto in altri racconti, qui il Guasto è proprio il fulcro da cui scaturisce la situazione che viene descritta, perché permette ai quattro personaggi di confrontarsi tra loro e con se stessi. E non è affatto male quello che ne esce, perché comunque tutti e quattro esprimono le loro ragioni e ne sono definiti. Gestire quattro personaggi in così pochi caratteri non è facile, e infatti si dovrebbero distinguere per il loro gioco di frasi, se non che grazie alle abbreviazioni e al fatto che la narrante non è identificata con un nome bisogna operare un lavoro di ricostruzione e capire alla fine (se ho capito giusto) che si tratta di due amici e di due amiche. Questo è un po’ il limite del racconto, il fatto che le loro esperienze si mescolano per il fatto che non è immediato attribuirgliele (a volte sembra che parlino tutti assieme, quindi non è facile) e che quindi le loro esperienze di vita (che erano interessanti, anche se compersse in poco spazio) si perdono un poco..

CALIGINE
Il tentativo di creare un’atmosfera costruendola attorno al treno e poi al suo Guasto è abbastanza riuscita, anche se forse il racconto sarebbe stato più incisivo se il Guasto avesse fatto scaturire entrambe le scene; mentre così la faccenda del guasto sembra un poco un ripensamento e un’aggiunta e la prima parte una lunga introduzione, considerando poi che si perde la donna che magari avrebbe potuto avere un ruolo più importante. Mi ha creato difficoltà anche quel “astroandino” che non riesco a piazzare: siamo in sud america? Ma di che conflitto si tratta? Siamo nel futuro perché la parte astro indica qualcosa di spaziale? Mi è piaciuto nel complesso, la scrittura è buona, ma nel complesso ha un’aria che rende difficile inquadrarlo bene.

QUEL CIELO COLOR COBALTO
Altro Guasto classico è quello della bomba che non esplode, che qui serve da spartiacque alle due fasi di pensiero del protagonista. Proprio questa trasformazione così repentina non mi ha convinto molto, mi sembra inverosimile che passi così da un istante prima di fare una strage (con tutto l’astrio che cova da anni) a ravvedersi ragionando su quadri di cui ammette lui stesso di non sapere nulla. Mi sembra un “deus ex machina” un po’ troppo forzato. Sarà poi che il racconto ricalca la cronaca recente, ma non sono riuscito a cogliere davvero la tensione della situazione, che prima è smorzata dalla spegazione delle ragioni e poi diventa anticlimatico.

LA CLASSIFICA
Come al solito fare la classifica non è facile, perché mettendoli in fila si fa comunque torto a qualcuno, ma va fatta. In effetti i racconti agli ultimi posti non li meriterebbero, ma riflettendo su quanti mi abbiano interessato i racconti, ecco le mie scelte.
Ne approfitto qui per un saluto a tutti i colleghi del girone comunque più che valido

1 — L’ARDUO COMPITO
2 — CALIGINE
3 — IL DIGICALL CENTER
4 — MOTORI E CUORI GUASTI
5 — IL CARROZZIERE DI FIDUCIA
6 — DNA
7 —ZUMBA DUMBA DUMBA
8 —QUEL CIELO COLOR COBALTO
9 — EQUILIBRIO PRECARIO

VIOLETT83
Messaggi: 8

Messaggio#9 » martedì 21 aprile 2015, 15:51

Ciao a tutti, ecco la mia classifica, ne approfitto per scusarmi ancora per lo sforamento dei caratteri e per l'inesperienza, la prossima volta proverò a fare di meglio.
Ecco la mia classifica.
1-DIGICALL CENTER
Bel racconto, mi ha ricordato molto, perdona la banalità, le classiche telefonate agli operatori telefonici.
Stessi iter burocratici, stessa “ottusità bovina”, soluzioni diverse a seconda di chi risponde, in definitiva: nessun aiuto e tanto stress.
Belli i dialoghi li ho trovati incisivi.
L’elemento che più mi è piaciuto del tuo racconto resta comunque l’ironia, o dovrei dire sarcasmo, che contiene.
Lo metto primo in classifica per originalità perché mi ha fatto ridere.
2-CALIGINE
Bellissimo racconto, molto toccante.
Mi piace come viene dettagliato, partendo da un gesto semplice come l’aiutare una donna a riporre la valigia, per poi arrivare alla spiegazione di tutto, passando per il senso di vergogna di cui il protagonista non riesce a liberarsi, ben spiegato nella parola “disertore”.
Infine la resa, la stanchezza di dover fuggire, la paura di essere trovato, tutti sentimenti che arrivano a galla, pur già presenti nel cuore del protagonista, a a causa della rottura del treno.
Tema centrato in pieno, racconto triste ma commovente..
3-ZUMBA DUMBA DUMBA
Sicuramente originalissimo e molto ironico. Qui si è guastato il sangue freddo, la determinazione, lasciando spazio alla paura, giusto ?
Un racconto molto “fresco”, molto “dinamico”.
Bello come il protagonista pensa, nel momento dell”iniziazione”, del perché non poteva, come fanno tutti i ragazzetti non coinvolti nel satanismo, organizzare una vacanza a Ibiza, nel senso che in quel momento gli manca la normalità, se ho capito bene?
Fa sorridere il pensiero che un satanista incappucciato pensi a una vacanza a Ibiza prima come alternativa ad un omicidio, poi come premio di consolazione , infine scappa.
Bello ed originale.
4- IL CARROZZIERE DI FIDUCIA
Originale.
Inizialmente mi ricorda un po’ la trama del film “Vacancy”, dove il guasto alla macchina faceva da cornice a tutto il resto della trama, incredibile come un contrattempo così banale possa creare così tanto scompiglio.
Bello soprattutto il finale a sorpresa, con l’intervallo romantico, del rimpianto. Per nulla banale, e molto ben scritto.
5- MOTORI E CUORI GUASTI
Beh, che dire ?
Questo è il mio genere. C’è tutto : il divertirsi senza niente, la nostalgia mista ad amarezza dovuta all’abbandono, colmata dal “mal comune mezzo gaudio” , nel senso che i mali condivisi pesano meno.
Si vede che è scritto da una donna, ne porta la dolcezza e sensibilità.
Bella la metafora del cuore guasto, e di solito, secondo me, ad aggiustarlo è, inesorabilmente, il tempo .
I dialoghi sono molto intensi, ed è una cosa che apprezzo molto.
6- QUEL CIELO COLOR COBALTO
Complimenti per il racconto.
Se ho capito bene il kamikaze fanatico doveva far scoppiare una bomba che si trovava nel cellulare e, per fortuna di tutti, non ha funzionato, poi si è distratto con il quadro, ne ha assaporato la bellezza e ha abbandonato il suo proposito di morte.
Quello che mi è piaciuta di più è l’analisi introspettiva del protagonista, che spiegano perfettamente il suo fanatismo e il suo odio nei confronti dell’umanità.
Del resto, i migliori psichiatri sostengono che il fanatismo nasconde sempre una base di follia, e io, visto il lavoro che faccio, concordo in pieno. Brava!
7- L'ARDUO COMPITO
Bella l’idea, ma poco chiaro il finale.
Mi ricorda la trama de “Il fu Mattia Pascal”, dove il protagonista si finge morto per cambiare vita.
Cosa non mi è piaciuto del racconto, è che non andava reso più chiaro se il protagonista doveva aggiustare l’orologio prima che arrivasse la moglie per scappare da una vita che non gli apparteneva più o se doveva aggiustare a tutti i costi l’orologio per evitare problemi… nel senso, se uno vuole scappare lo fa e basta, non è di vitale importanza l’orologio. Ma forse non è chiaro a me, del resto sono nuova.
Ben scritto, comunque, incalzanti i dialoghi.
8- DNA
Bello il racconto, stimolante e aggressivo.
Sicuramente originale.
Bella la descrizione di lui, sia fisica che psicologica, e belle le sensazioni che prova.
Peccando di inesperienza, se devo trovargli un difetto, forse un po’ fuori tema. Cosa si è guastato il delitto perfetto per il capello strappato ?
9 - COME UNA STELLA CHE SORGE
Questo racconto mi è piaciuto per alcuni aspetti, meno per altri.
Bella l’idea epica, romantica, ma ho dovuto leggerlo parecchie volte per capirlo e ancora non sono sicura di esserci riuscita.
Secondo me, per renderlo come doveva, andava chiarito meglio il finale, soprattutto visto che la trama è complessa.
A parte questo, trovo lo stile un po’ intricato, anche se l’idea è bella.

Francesca
Messaggi: 15

Messaggio#10 » martedì 21 aprile 2015, 22:20

1. Caligine, di Sara Passannanti
Ciao Sara :) il tuo racconto mi ha molto colpita. E’ assolutamente ben scritto, scorrevole, piacevole da leggere. Sei riuscita a farmi entrare nel mondo del protagonista con una facilità incredibile, me lo sono immaginata sudato con questa camicia seduto sul treno al tramonto, tutto intorno c’era una luce arancio che riscaldava il paesaggio e che cullava anche me man mano che leggevo. Tra l’altro è stato uno dei 2 racconti che mi è rimasto in mente perfettamente dopo una sola lettura e a distanza di una settimana. Mi sembra chiaro come il guasto, come in molti degli altri racconti, non sia solo nel mezzo quanto piuttosto nella vita del protagonista. Inoltre sei riuscita a mio avviso in ben meno di 3000 caratteri a raccontare una storia completa, ci introduci pian piano alla vita del disertore lasciandoci con una conclusione, cioè con il suo presunto suicidio.

Complimenti davvero, a rileggerci!

 

2. L'arduo compito, di Giulio Marchese

Concordo in pieno con Cristina! La sensazione che si ha man mano che si va avanti nel racconto è sempre di più quella di trovarci in una situazione critica in cui è in gioco la vita del protagonista e, volendo esagerare, quella dell’umanità intera. Non so, io mi sono immaginata un membro della CIA, FBI, area 51… A un certo punto ho ipotizzato per un astronauta. Poi la tensione è davvero mantenuta molto bene, al sopraggiungere dei passi ho temuto per il protagonista. Il finale inaspettato è stato davvero… inaspettato! E’ mi ha strappato una bella risata. L’unico appunto che posso farti è forse sulla parte in cui squilla lo smartphone. Inizialmente non si capisce bene che la musica provenga da questo, appare un po’ confusa. Nulla che intacchi però il racconto.

E’ piacevole dargli una seconda lettura e cogliere tutti i piccoli particolari, alla luce dei fatti, con un sorriso. :)

 

3. Zumba Dumba Dumba, di Francesca Nozzolillo

Ti dirò la verità. A una prima lettura non mi era piaciuto affatto. Alla seconda così così. Alla terza ho iniziato ad apprezzarlo davvero :) mi piace questo altalenare del protagonista, è chiaro come abbia paura e sia emozionato per… ehm… il suo primo sacrificio? Tenta solo di farsi coraggio ma ad ogni mossa falsa e inaspettata della vittima ritorna la paura ed ecco che cerca nuovamente di non farsi prendere dal panico. Il tutto è reso in maniera molto divertente, la scrittura è assolutamente scorrevole e piacevole da leggere e non ti nascondo che mi ha strappato anche qualche risata.

Solo il finale mi pare alquanto confuso. Dopo essere entrati così nitidamente nei pensieri del protagonista in quelle ultime 2 stringhe non si comprende più cosa stia facendo|succedendo. “IBIZA STO ARRIVANDO” ti fa intuire che forse ce l’ha fatta ma mi lascia con un po’ di amaro in bocca, ecco.

 

4. Come una stella che sorge, di Alberto Priora

Ciao Alberto :)

Questo racconto è un mondo, è affascinante e poetico e senza alcun dubbio sei bravo a muoverti con le parole e a trasmettere ciò che hai in mente. Anche a me ha ricordato Miyazaki. Una cosa penso però che manchi (non so se sia voluto o meno, se è voluto tanto di cappello): la capacità di scrivere in maniera semplice e comprensibile. Il testo in toto è davvero, davvero pesante; dopo qualche lettura sono riuscita a comprenderlo chiaramente ma è costato fatica. Ci sono molti periodi lunghi che bloccano un’immediata comprensione e termini astrusi che potevi facilmente sostituire. Inoltre questo è l’unico racconto in cui la natura del guasto è banale, solo legata al macchinario ma, in fondo, sono scelte. Non è un racconto empatico, dopo averlo letto diviene labile, non resta quasi nulla ed è facile ad essere dimenticato. Un po’ mi spiace perché mi rendo conto che le intenzioni erano ambiziose e probabilmente la strada è quella giusta, con qualche accorgimento. Fa tesoro di tutte le critiche, puoi solo migliorare. Non vedo l’ora di rileggerti.

 

5. Il Digicall Center, di Gian De Steja

Ambientazione futuristica ma problemi contemporanei. Questi intrecci storici mi piacciono quasi sempre e mi fanno divertire. Non saprei se definirlo un racconto comico o drammatico, un po’ come Paolo Villaggio definisce il suo Fantozzi, comico all'apparenza, un personaggio altamente drammatico. Il tutto si lascia leggere abbastanza scorrevolmente ed è anche realistico. Mi trovi però d’accordo con Giulio, il dettaglio del braccio tagliato accompagnato dalla reazione della protagonista rende il tutto poco credibile. Apprezzo la svolta grottesca ma doveva essere costruita meglio.

Buona serata :)

 

6. Quel cielo color cobalto, di Alessandra Corrà

Ciao Alessandra :)

Mi piace davvero molto l’idea che c’è di fondo, sfruttare il guasto per arrivare a qualcosa di positivo, per dare un messaggio di speranza. Purtroppo però non mi convince il racconto per com’è scritto. Il testo è semplicistica, dai troppe spiegazioni che uccidono l’empatia che potrebbe e dovrebbe crearsi con il protagonista. Sarebbe stato più incisivo se avessi tagliato un po’ di spiegazioni e ti fossi invece concentrata sulla descrizione degli stati d’animo del protagonista. Probabilmente la narrazione in terza persona anziché in prima ti avrebbe aiutata in questo. Mi trovi inoltre d’accordo con gli altri autori, il limite dei 3000 caratteri rende il cambio d’atteggiamento del protagonista troppo repentino, forse pretenzioso. Invece devo dirti che io preferisco “attività ludica” a “gioco” in questo particolare contesto.

 

7. Motori e cuori guasti, di Cristina Danini

Ciao Cristina :)

Bel racconto, dall'aria nostalgica e delicata molto piacevole nella quale addentrarsi. E’ chiaro come il guasto non sia limitato solo a quello lampante della macchina ma che sia più che altro quello dei cuori dei ragazzi (com'è d'altronde specificato anche nel titolo). Come molti hanno già puntualizzato, il vero problema del racconto sta proprio nella gestione di ben 4 personaggi in soli 3000 caratteri. I punti di vista dovevano essere puntualizzati meglio, non si capisce bene chi parla, chi si riferisce a chi e solo all'ultimo ho capito che si trattava di due ragazze e due ragazzi.

 

8. DNA, di Tina Caramanico

Ciao Tina! Il racconto è scritto bene e l’idea di far comparire il “guasto” nella pietà dell’assassino è assolutamente originale e intrigante. In realtà anch’io inizialmente, come Sara, avevo pensato che il guasto fosse nel capello lasciato sul bottone. Penso però che il limite dei 3000 caratteri ti abbia un po’ penalizzata e abbia reso questo tipo di racconto pretenzioso. Molte cose mi rimangono come in sospeso: perché lo stia facendo, chi è lui e chi è lei(se per lui si tratta di una completa sconosciuta o se c’è qualche legame con il protagonista), il perché della frase “lui ci era riuscito, mica come tutti quei cagasotto dei suoi amici”. In particolare l’umanizzazione del personaggio, il provare pietà per poi ritornare glaciale, mi sembra troppo repentina, un po’ come tutto l’andamento del racconto.

Davvero, mi piacerebbe rileggerlo ma scritto senza la restrizione dei 3000 caratteri.

Una buona giornata :)

 

9. Equilibrio Precario, di Violett83

Il racconto di per sé è lineare, scorrevole e piacevole da leggere. La protagonista è costruita in modo credibile(o forse per questo non costruita affatto) e fino alla fine non si comprende cosa la porti ad avere quelle visioni, anche se il dettaglio dell’analista potrebbe dare qualche indizio. Il guasto dunque sarebbe nella mente di Astrid. Però trovo poco interessante il finale che, dopo quella suspense, mi lascia un po’ di amaro in bocca. Quella conclusione così lineare, quasi scontata… Forse è proprio lo sforare dei caratteri che ti ha penalizzata in questo. C’erano dei dettagli che potevano tranquillamente essere omessi o, addirittura, il racconto poteva essere concluso a:  “Di colpo capisco. E’ vero, ho speso le medicine. Sono bipolare, e il bipolarismo non curato porta spesso episodi psicotici. E ho sospeso le medicine per essere più attiva durante i miei incontri di passione con Marco.”

Mi sarebbe davvero piaciuto leggerlo in 3000 caratteri, la cosa mi incuriosisce non poco :)

Giulio_Marchese
Messaggi: 291

Messaggio#11 » martedì 21 aprile 2015, 22:31

Ecco la mia classifica, ma prima i commenti in ordine sparso per aumentare la suspance! =P

Equilibrio precario
La prima parte del racconto mi ha molto intrigato, quel tatuaggio poteva essere davvero inquietante, purtroppo fin dall’inizio il racconto è troppo dilatato e questo allenta notevolmente la tensione. La seconda parte con “l’autodiagnosi” invece l’ho trovata superflua, davvero troppo troppo lunga. Diciamo che io sono contrario per principio agli spiegoni finali, perché oltre a distruggere il ritmo del racconto sono proprio noiosi dal mio punto di vista. Preferisco dover ragionare un po io al avere le risposte su un piatto d’argento al prezzo di ritmo e scorrevolezza.

COME UNA STELLA CHE SORGE di Alberto Priora
Ciao Alberto,
Sarò sincero il tuo racconto non mi ha entusiasmato. La nota positiva è che mi ha fatto pensare a evangelion. Però a mio avviso risulta pesante. L’azione è limitata al finale mentre tutto il resto è, secondo me, una serie di info dump. L’idea è buona solo che, sempre secondo me, avresti dovuto dare le informazioni un poco alla volta magari scegliendo il punto di vista del pilota o dell’esercito nemico o entrambi alternati. Invece dai una serie di informazioni che servono per comprendere il finale e basta. Praticamente non ci sono personaggi, mi sembra una specie di articolo di giornale. Mi dispiace.

Quel cielo color cobalto
Ciao Alessandra,
Devo ammettere che il tuo racconto per i miei gusti è un po troppo buonista e anche un po pretenzioso. Però scorre piacevolmente e ho trovato molto originale il fatto che il guasto porti non a qualcosa di negativo ma a un finale positivo. Dal punto di vista della lingua ti hanno già fatto notare il termine ludico che anche secondo me dovrebbe essere sostituito da gioco. Ti faccio notare anche un altro piccolo dettaglio, quando descrivi il terrorista bambino dici che è “minuto, con qualche kg di troppo” secondo me è un ossimoro XD è come dire mingherlino ma grassottello, forse avresti dovuto dire tarchiato o semplicemente basso…

DNA
Questo racconto è semplice e lineare, si pone come una sorta di noir con un protagonista sempre sopra le righe, edonista e in cerca di nuove emozioni. Da un lato il fatto che sia lineare è positivo perché rende il tutto fluido ed estremamente chiaro, dall’altro però, io personalmente, già dalle battute e più precisamente da “il divo di un film che nessuno doveva vedere”avendo letto il titolo avevo già capito come sarebbero andate le cose. Quindi non mi ha molto colpito, ma resta comunque un buon racconto. Stilisticamente ineccepibile e quadrato.

Zumba Dumba Dumba
Ciao Francesca.
Il tuo racconto mi ha molto divertito mi piace molto lo humour nero anche se in questo caso specifico mi sembra più che altro grigio. Non saprei è come se manca qualcosa ma non saprei dirti cosa… però il tema è affrontato in modo molto originale e immaginando la scena non si può che sorridere! Molto carino davvero! P.S. L'ho riletto più volte è ha continuato a non colpirmi particolarmente eppure l'idea è davvero buona, forse dovresti provare a riscriverlo al di fuori dei limiti che ti impone MC ;)

Caligine – Sara Passannanti
l tuo racconto mi ha molto colpito. È ben costruito e ci racconta la storia di un passeggero, un soldato, un disertore con la naturalezza di piccoli gesti e riflessioni. Io generalmente preferisco i racconti in cui succede qualcosa, ma in questo caso riesci a fare affezionare al personaggio in un modo che non pensavo possibile in 3000 caratteri. L’unica vera pecca secondo me è che il tema non c’è. Il fatto che il treno si guasti mi sembra troppo poco. Comunque complimenti!

Il carrozziere di fiducia – Francesca Di Galbo
Ti ripeto qui quello che ti ho già detto in privato il racconto funziona, si legge piacevolmente e senza problemi. Il problema secondo me è il finale. Il cliché del sogno stra abusato fa perdere il senso di tutto. Sostanzialmente alla fine ti rendi conto di avere letto il niente, perché niente è successo davvero. Secondo me sarebbe stato più interessante se tutto fosse accaduto davvero magari spiegando il perché, ma anche buttandola sulla serie di coincidenze. Poi c’è qualche termine che non mi piace ma sono inezie. Benvenuta ;-)

IL DIGICALL CENTER
Il tuo racconto è estremamente ironico e ben scritto il tema è centrato in pieno! Mi piace molto la critica agli operatori che spesso fanno più danno che altro. La cosa che invece non mi è piaciuta è l’arto mozzato. Capisco il tentativo di rendere il tutto grottesco (in buona misura lo è) ma non mi piace che il protagonista con calma e indifferenza dice mi ha tagliato un braccio. Capisco la fantascienza ma questo è tipo dragonball! Può sembrare una cosa di poco conto ma basta un dettaglio del genere per far perdere di credibilità e rendere il tutto meno pungente.

Motori e cuori guasti – Cristina Danini
Ciao Cristina,
il tema del passato che ritorna è uno dei miei preferiti e sei riuscita a costruire un clima malinconico e nostalgico. Questo è secondo me il punto di forza del racconto però dato che mi sono auto eletto criticone dell’edizione un appunto devo fartelo. Secondo me gestire 4/5 personaggi in 3000 battute può essere deleterio. La mia impressione è che tu dica un po di ognuno ma non abbastanza. Questo mi ha portato a non empatizzare con la protagonista e quindi non mi ha emozionato. Inutile dire che il fattore emotivo è fondamentale in questo tipo di racconti. Però penso sia un difetto (se così vogliamo chiamarlo visto che è soggettivo) non imputabile a te quanto al limite di caratteri. Con 5000 magari sarebbe stato più emozionante (il “per me” è sempre implicito :P ).
Classifica:
1. Caligine - Sara Passannanti
2. Il Digicall Center - Gian de Steja
3. Motori e cuori guasti - Cristina Danini
4. Quel cielo color cobalto - Alessandra Corrà
5. Il carrozziere di fiducia - Francesca Di Galbo
6. DNA - Tina Caramanico
7.  Zumba dumba dumba - Francesca Nozolillo
8. Come una stella che sorge - Alberto Priora
9. Equilibrio precario - Violett

Giulio_Marchese
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Messaggio#12 » martedì 21 aprile 2015, 22:33

emm... aiuto :/

Francesca Nozzolillo
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Messaggio#13 » martedì 21 aprile 2015, 22:38

Ahaha tranquillo Giulio, prova a spostarti da visuale a testo!! Dovrebbe funzionare! (è successo anche a me. minuti di panico!)

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alessandra.corra
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Messaggio#14 » mercoledì 22 aprile 2015, 16:56

Ciao a tutti,

ho letto con piacere tutti i bei racconti in gara; stilare la classifica non è stato facile, ma alla fine ce l'ho fatta anch'io:

1 – Caligine – Sara Passannanti

Ciao Sara,

ho trovato molto piacevole e ben costruito il tuo racconto; a mio giudizio, il più bello dell’edizione. Ho apprezzato molto la descrizione iniziale, resa così bene che le immagini ti sembrano passare davanti agli occhi. Anche lo stato d’animo del protagonista è descritto in modo preciso. L’unico appunto è che il tema risulta un pò forzato, ma a parte questo rimane davvero un bel testo. Brava!

2 – L’arduo compito, Giulio Marchese

Ciao Giulio,

il tuo racconto spiazza e diverte per il finale a sorpresa. Anche io, come gli altri partecipanti, ci sono cascata e ho pensato che il protagonista fosse alle prese con qualche macchinario terribile e che, se non fosse riuscito a farlo funzionare, a breve gli sarebbe sopraggiunta la morte. E invece…
Oibò, che moglie terribile hai inventato per questo personaggio, tanto da farlo andare nel puro panico solo perché non riusciva a far funzionare una lavastoviglie : ) Esilarante.

3 - Il Digicall Centre, di Gian de Steja.

Ciao Gian,

Racconto che punta tutto sulla comicità. Inizia in un contesto comune alla maggior parte delle persone, un personaggio alle prese con un frustrante operatore telefonico (come non provare simpatia per lui?), ma che poi si scopre inserito in un’ambientazione futuristica. Forse sono questi due ingredienti che messi insieme strappano al lettore più di un sorriso. L’unica cosa che non mi ha tanto convinta è stato il finale, per il genere di racconto risulta, infatti, abbastanza prevedibile.

4 - Zumba dumba dumba, di Francesca Nozzolillo

Ciao Francesca,

All’inizio il tuo testo mi ha ricordato un racconto di Carver sulle sette sataniche, ma rileggendolo ho compreso che il protagonista, più che essere un satanista, è un adolescente coinvolto in qualche macabro rito di iniziazione. Originale, grottesco e gestito con molta ironia. Simpatico il protagonista.
Rivedrei però il finale che mi sembra un pò artefatto rispetto al resto della storia.

5 – Il carrozziere di fiducia, Francesca Di Gambo

Ciao Francesca,

Mi è piaciuta molto la psicologia del protagonista e che il guasto della macchina fosse solo simbolico, ma che il vero problema, invece, era proprio dentro di lui. Una persona che ha vissuto sempre tutto in modo limitante, senza lasciarsi mai andare e che proprio per questo non è riuscito a fare le scelte giuste ed è rimasto insoddisfatto da se stesso. L’introduzione di Anna, secondo me, avrebbe avuto bisogno di maggior spazio, perché inserita così brevemente e solo sul finale rischia di sembrare una deviazione, come se fosse stata buttata li per caso. Invece, era una chiave importante per far capire al lettore la psiche inquieta di Sergio.

6 - Motori e cuori guasti, di Cristina Danini

Ciao Cristina,

mi è piaciuto il tuo racconto per la semplicità e la tenerezza con cui affronti temi importanti come l’amicizia e l’amore. Ne viene fuori un testo delicato che si legge con piacere. Mi è piaciuta molto anche la frase in cui dici che spesso si cerca di sfuggire al passato cercando di andare in un altro luogo, dimenticando però che le ombre viaggiano sempre con noi. L’ho pensato un sacco di volte anche io.

7 – Come una stella che sorge, Alberto Priora

Ciao Alberto,

Racconto molto particolare e interessante, soprattutto per l’atmosfera epica che evoca. I pochi caratteri però non hanno giocato a tuo favore, in quanto un testo ricco di così tanti spunti avrebbe avuto bisogno di maggior spazio per essere gestito al meglio.
Proprio per questo motivo la lettura ne risente e, a volte, risulta un pò pesante da seguire. Sicuramente c’è del buon materiale su cui lavorare.

8 – Dna – Tina Caramanico

Ciao Tina,

mi è piaciuta la descrizione di questo personaggio “disturbato” e incapace di provare empatia.
Molto interessante anche l’interpretazione al tema; ovvero, il guasto per un individuo così alienato è di sentire un sentimento normale, la compassione, verso la sua vittima. Però il problema è che questa resa mi è arrivata leggendo i vari commenti, non subito con la lettura del testo.
Ma l’idea e l’intreccio della storia sono belli e intriganti e potrebbero essere utilizzati per un racconto più corposo.

9 - Equilibrio precario – Violett83

Ciao Francesca,

parto da quello che maggiormente ho apprezzato nel tuo racconto; ovvero, l’interpretazione al tema. Mi piace, infatti, che il guasto sia stato visto come un male dentro la psiche della protagonista e non come qualcosa di esterno a essa. La storia scorre bene ed è di piacevole lettura, affascinante la mente bipolare di questa giovane donna, ma credo che sia tutto troppo spiegato, troppo chiaro, troppo detto. Al lettore non viene quindi lasciato immaginare nulla, e la storia a questo punto viene subita quasi passivamente. Riprendendo la storia, in modo da renderla più enigmatica e ambigua, di certo ne verrebbe fuori un ottimo testo.
























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antico
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Messaggio#15 » giovedì 23 aprile 2015, 12:40

E bravi autori dell'ABRADABAD, avete consegnato tutti le classifiche con addirittura un giorno di anticipo.
A quanto pare manca solo la mia, forza, manca poco e la posto (un giorno appena).

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antico
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Messaggio#16 » venerdì 24 aprile 2015, 15:55

LA CLASSIFICA DELL'ANTICO
 
Premio la Nozzolillo per la capacità di controllo nonostante lo stile fresco e sbarazzino, anche il suo punto di vista mi ha convinto. Secondo posto per Priora, capace di ricreare un intero mondo e di donargli vita e colore in meno di 3000 battute. Terzo posto per la Passannanti per la sua bravura nel disegnare una storia con il fumo del passato, di mostrare senza agire, di fare parlare il silenzio. Sui primi tre posti non ho avuto dubbi. A seguire, premio la Caramanico con il quarto posto per la descrizione lucida di un atto efferato senza scadere nel patetico, peccato per quel capello biondo finale che ho trovato ridondante e artificioso. Quinto Gian De Steja con un racconto ben condotto fino al finale, tranne che per l'attacco del robot in cui ho notato linee di dialogo poco naturali. Sesto Marchese con un racconto brioso e divertente, ma penalizzato da un paio di problemi nei punti topici. Settima la Danini, capace di una sperimentazione che ho trovato geniale, ma con un finale che tende a contraddirla spegnendo le voci di due protagonisti su quattro. Ottava la Di Galbo con un racconto scritto bene, ma in cui ho faticato a rinvenire una motivazione forte. Nona la Corrà con la storia di un kamikaze mancato, ottimo spunto davvero, ma quando si tira in ballo la religione c'è da andarci cauti, il mio invito è di rivederlo cambiando leggermente il protagonista. Decima Violett83, penalizzata da un equilibrio precario di un racconto che poteva stare in molti meno caratteri e ciononostante assai valido. Un girone davvero duro in cui non ho rinvenuto racconti da pollice giù, anzi.
 
Pubblicherò la classifica finale del raggruppamento fra domani, sabato 25 aprile, e domenica comunicando i selezionati per Tonani e gli eventuali ammessi direttamente al sito. Nella giornata di lunedì aprirò (lo trovate già indicizzato sul forum) il LABORATORIO DI SCRITTURA in cui potrete ripostare i racconti non ammessi al sito in una versione rivista in seguito ai commenti ricevuti in corso di edizione. Tali racconti verranno da me rivalutati. Dovrete considerarmi come il vostro committente e se sarete in grado di soddisfare il mio palato sarete premiati con la pubblicazione. Il regolamento del Laboratorio sarà caricato dentro il Laboratorio stesso entro lunedì. Comunico inoltre che, data la grande partecipazione, stiamo valutando di modificare la distribuzione dei punti validi per il RANK della Quarta Era in modo da premiare più autori.
 
1) Zumba Dumba Dumba, di Francesca Nozzolillo
Gran stile, essenziale, diretto, visuale, mai banale. Ci fai entrare nei pensieri di questo ragazzino intento in qualcosa di più grande di lui mostrandoci come riesce ad accettarlo e filtrandolo attraverso il setaccio del suo conosciuto: dalle canzoncine per darsi un ritmo a Ibiza come meta finale per festeggiare e rilassarsi. Decisamente godibili tutti i piccoli dettagli che semini, dal perizoma che stringe al suo vezzeggiarsi con la tunica. Molto visuale il narrato ed efficaci i passaggi importanti, anche divertenti. Vedo un solo problema: la frase finale giunge meno equilibrata rispetto a tutto il resto, troppo improvvisa e troncante. Un racconto che mi ha divertito e mai stancato, originale per giunta. Sollazzato, t'assegno un pollice su.
2) Come una stella che sorge, di Alberto Priora
Un racconto che ha richiamato alla mia memoria Myazakiane immagini. Questo gigantesco robot disattivato sembra uno dei giganti di Nausicaa, anche la valle ha qualche richiamo alla quella dei venti. Ma sono solo rimandi e l'intento del mio citarli è di complimentarmi per averli smossi nei miei pensieri. Non c'è dialogo, ma è tutto mirabilmente narrato e lo stesso utilizzo del tema e del piano B permea il testo fin dalle sue fondamenta. Mi ha stonato un po' solo quella frase finale tronca che sembra proseguire quella precedente e quindi non richiederebbe il punto. Pollice su quasi per intero.
3) Caligine, di Sara Passannanti
Un racconto sospeso fra passato e futuro, il protagonista si trova a un bivio, il guasto lo costringe a scegliere. Sei brava a utilizzare i fumi del suggerito per delineare un intero contesto, molto abile anche se c'è un ma. L'unico problema evidente è infatti legato a una non precisa collocazione. L'informazione che fai passare è quella del nome dell'esercito, ma sollevo a riguardo le stesse perplessità di Priora. Ho cercato su google e mi sono fatto l'idea che sia sudamericano, considera però che il termine da te usato è talmente utilizzato che se googli "astroandino" compare in prima pagina il tuo racconto... Insomma, qualche particolare in più, in effetti, sarebbe servito. Pollice quasi totalmente su con giusto il peso di questo problema a renderlo un pelo incerto.
4) DNA, di Tina Caramanico
Un racconto che sa cosa vuol essere e che si esprime bene per tutta la sua durata, Tina riesce a tenerlo sotto controllo, a distribuire le informazioni nel modo corretto e anche a giostrare sul tema del guasto a più livelli: da quello più evidente a quello più metaforico dell'umanità guasta. Non mi convince solo il dettaglio del capello finale. Un omicida alla sua prima esperienza, per giunta dopo essersi scambiato effusioni in macchina, penso che di prove simili ne abbia lasciate in abbondanza. Quel capello va eliminato perché ammanta di amatorialità un impianto narrativo intessuto in modo assolutamente professionale. Il lab ti aspetta. Pollice tendente al su con quel piccolo, grande, difetto.
5) Il Digicall Center, di Gian De Steja
Racconto godibile, divertente. Si perde un po' nei meandri infiniti di storie basate sullo stesso concetto, ma c'è da dire che qui il tutto è condotto con grande piglio da parte di Gian e questo è senz'altro un pregio. Ho trovato anch'io poco verosimile la reazione al braccio tagliato, me la sarei giocata in modo diverso. Il fatto stesso che in questa resa strida a molti è un problema che andrebbe risolto, non che sia un intervento strutturale. Pollice divertito tendente verso l'alto, zavorrato un pelo dal fatto che non ci sia quella grande originalità, ma comunque verso l'alto.
6) L’arduo compito, di Giulio Marchese
Un racconto capace di tenere la tensione e di creare curiosità, il lettore si chiede davvero quale sia il compito per il protagonista e la memoria e lo spettro delle possibilità valutate scorre anche indietro fino all'uomo che doveva pigiare un bottone per non far scoppiare l'isola di Lost. Però c'è un tremendo neo che non riesco a byepassare, quella domanda dell'amico cui, pur di non svelare l'arcano, hai fatto appellare la lavastoviglie come "cosa". Ecco, qui mi sembra che un po' esageri, soprattutto per come l'hai posta e l'impressione è che il narratore stia volutamente celando, anche perché non ho mai sentito nessuno chiamare così una lavastoviglie, appare tutto forzato. Il finale stesso non rende come dovrebbe, lei che arriva con "Amore, hai lavato i piatti" è forzato. 1) si suppone che la compagna sapesse dell'esistenza della lavastoviglie e 2) il ciclo di una lavastoviglie, a meno che non siano i 30' del rapido, arriva a un'ora e più, quindi in pratica il protagonista è già fregato in partenza, non può farcela a lavare i piatti in tempo, è matematico.
Mi sono soffermato su questi due particolari perché in un racconto così teso all'effetto sorpresa essi sono fondamentali, soprattutto la chiusa. Pollice su, ma con le sottolineate riserve.
7) Motori e cuori guasti, di Cristina Danini
Un racconto corale, un'impresa per soli 3000 caratteri. Vero, quattro protagonisti rischiano d'essere troppi e spesso non si distingue chi stia parlando, ma ho come il sospetto che la cosa sia voluta. Sono quattro, vero, ma in realtà uno solo e quell'uno è la protagonista, la voce narrante, motivo per cui non hai indicato chi parlasse, non era importante. Ed è una trovata grandiosa. Apprezzo chi ama esplorare e sperimentare e qui l'hai fatto e bene. Poi, sì, c'è da dire che il testo avrebbe avuto bisogno di una migliore ottimizzazione e allo stato attuale non trovo davvero significativo il ritardo di un giorno nella partenza, quasi tu avessi voluto aggiungere quel dettaglio per giustificare anche un guasto materiale, cosa che non era assolutamente necessaria in quanto era più che chiaro che il guasto risiedesse nei cuori, come del resto espliciti già nel titolo. Il finale stesso mi ha lasciato un po' incerto con quel concentrarlo solo su due personaggi, diciamo uno scivolone: la coralià andava mantenuta trovando qualcos'altro che non fosse un rapporto fisico, ma che allo stesso tempo aggiustasse i cuori. Un pollice su, ma non completamente. Il LAB ti aspetta e ti ci voglio bella agguerrita.
8) Il carrozziere di fiducia, di Francesca Di Galbo
Un racconto formalmente corretto, si legge con piacere, rispetta il tema. Non rilevo questo problema del sogno, non è tutto dentro il sogno, ma solo la parte finale e mi sembra anche abbastanza chiaro. Tra l'altro, molto ben gestito quel pezzo con il lettore che segue il protagonista lungo il ponte fin giù quasi a schiantarsi. Lo vedo un merito e non un demerito l'aver utilizzato il sogno in questo contesto, insomma. Però rilevo un problema fondamentale: cosa volevi raccontare? Mi sembra tutto un pretesto per il tema, arrivato a fine lettura mi sono ritrovato sperso nella ricerca del senso, di quel non so che che potesse dare una connotazione alla storia. Un consiglio: in fase lab inseriscici la questione del ponte che sta cedendo, trai spunto dalla realtà, e lavora su quello per dargli una connotazione anche sociale.
9) Quel cielo color cobalto, di Alessandra Corrà
L'arte che redime un falso fondamentalista pronto al suicidio terroristico... Avrebbe retto se ci avessi dato più elementi sul protagonista, ma separandolo dal contesto. Mi spiego, potrebbe benissimo essere uno qualunque che abbraccia un'idea a livello superficiale pur di rompere la quotidianità e vendicarsi del monto katifo nei suoi confronti. A quel punto sarebbe anche accettabile una redenzione simile, ma allo stato attuale non la vedo possibile. Il discorso è da affrontare più approfonditamente, soprattutto se vuoi toccare i tasti che hai toccato in questo racconto. Un tentativo lodevole, imperniato di positivismo, ma minato alle sue fondamenta. Però... Se passi dal LAB e lo rivedi secondo il suggerimento che ti ho lanciato...
10) Equilibrio precario, di Violett83
Un racconto sulla cui gestione è difficile esprimersi in quanto è evidente che hai tirato per le lunghe per l'incomprensione sulla lunghezza. In generale, mi sembra che tu ci sappia fare e non poco, ma per farmi un'idea più precisa dovrò per forza attendere la prossima prova. La ragazza bipolare è costruita bene, anche divertente. Ho molto apprezzato l'assenza di sensi di colpa e il suo modo schietto di rapportarsi a se stessa. Un pollice ni e a forma di punto di domanda, ma sono molto ottimista. T'aspetto il mese prossimo.

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