BASTIAN: Lista racconti ammessi e vostre classifiche

UNEDì 13 APRILE ALLE ORE 21:00 TORNA MINUTI CONTATI!!! Siamo orgogliosi di comunicarvi il nome della guest star: DARIO TONANI. Cancellate appuntamenti, mandate i bambini a letto presto, datevi malati, ma non perdete l'edizione di lunedì 13 aprile. Dario Tonani leggerà e commenterà i 10 racconti migliori. Questa è la 66ª Edizione di tutti i tempi di Minuti Contati, e la 1ª della 4ª Era.
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antico
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BASTIAN: Lista racconti ammessi e vostre classifiche

Messaggio#1 » martedì 14 aprile 2015, 4:42

Bastian
 
Questo è il gruppo BASTIAN della Tonani Edition. I primi TRE racconti di questo raggruppamento avranno diritto alla pubblicazione immediata sul sito ed entreranno fra i finalisti che verranno valutati direttamente da Dario Tonani. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verrano a loro volta ammessi alla vetrina del sito.
 
Ricordo che la composizione dei gruppi ha seguito il seguente criterio: i quattro racconti ammessi con malus (tre particolarmenti pesanti a causa di uno sforo abnorme di caratteri) sono stati posizionati uno per gruppo in ordine di consegna da MECHARDIONICA a BASTIAN. Gli altri racconti sono stati assegnati a giro sempre seguendo l'ordine di consegna una volta tolti i quattro con Malus.
 
E ora vediamo i racconti ammessi a BASTIAN:
 
- Testa a testa, di Erika Adale, 00.28, 3017
Minimo sforo per questo racconto, appena 17 caratteri. Dovrei applicare alla lettera il malus, ma l'autrice ha avuto problemi a postare il racconto e nel farlo le è saltata la formattazione. Considerate quindi le attenuanti, decido di assegnare un MALUS DI 7 PUNTI, la metà approssimata per eccesso di quanto avevo altresì previsto
- Una sorpresa per te, di Claudia Beveresco, 23.12, 2973 caratteri
- Il disastro, di Piero Chiappelloni, 23.28, 2953 caratteri
- L’Apprendista, di Alberto Della Rossa, 23.39, 2977 caratteri
- «Lo aggiusti, papà?», di Stefano Pastor, 00.02, 2517 caratteri
- Il caricabatteria, di Alex Montrasio, 00.10, 2986 caratteri
- Tra Montorsoli e Bivigliano, di Filippo Santaniello, 00.28, 2965
- L’amore al tempo del 6G, di Francesco Nucera, 00.41, 2964
- Gremlins, di Eleonora Rossetti, 00.49, 2894
- La lavatrice, di Patty Barale, 00.59, 2888
Il racconto riporta la consegna 00.59 invece delle 01.01 in quanto è stato spedito via mail in seguito a problemi dell'autrice a postare, di conseguenza non è soggetto a malus.
 
10 racconti dunque, avete tempo fino alle 23.59 di giovedì 23 aprile per commentarli tutti e postare le vostre classifiche, vi avverto che sarò fiscale e non accetterò classifiche postate anche solo alle 00.00 (del resto avete solo 9 racconti a testa da commentare e un bel po’ di giorni per organizzarvi). Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale del raggruppamento.
 
Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti.
– 10 punti malus per chi commenta la metà dei racconti + 1
– 20 punti malus per chi non commenta i racconti o arriva a commentarne meno della metà + 1
Ha valore questo CONTATORE per il conteggio dei caratteri.
 
Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati, se noterò qualche sgarro procederò all’eliminazione. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli tread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata qui.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.
 
Detto questo: BUONA EDIZIONE A TUTTI!



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antico
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Messaggio#2 » giovedì 16 aprile 2015, 9:20

ATTENZIONE:
(Genero questo messagio e copio in tutti i gruppi perché si è verificato un caso in MECHARDIONICA)
 
Quest'edizione ha una guest star arrivata dal mondo della fantascienza MA NON HO MAI DETTO O SPECIFICATO che un metro di giudizio per giudicare i racconti fosse quello che appartenessero o no al genere. MINUTI CONTATI si pone come contest aperto a tutti i generi e pertanto NON CONSIDERO VALIDE le classifiche che utilizzino tale discriminazione per classificare i racconti.

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Filippo Santaniello
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Messaggio#3 » sabato 18 aprile 2015, 11:30

Apro le danze con la classifica. Dunque!

1. "L'apprendista" di Alberto Della Rossa

Racconto pregevole soprattutto nelle descrizioni che rendono alla perfezione il mondo in cui spingi il lettore. Le atmosfere fantasy non sono il mio forte ma devo ammettere che sei stato molto bravo a fotografarle. Posso ancora sentire l’odore di resina e vedere il pulviscolo attraverso i fasci di luce del negozio. Il guasto secondo me c’è sia come oggetto da aggiustare che come sensazione interiore del protagonista, quindi ottima prova!

2. "Lo aggiusti papà?" di Stefano Pastor

Gran bel racconto: scarno, efficace, ottimi dialoghi, però il finale non mi è piaciuto. Il racconto sarebbe perfetto se terminasse così:
“Che sta succedendo, Giuseppe?” chiese la moglie entrando nel laboratorio.
Se lo stava chiedendo pure lui. Cos’era successo?
Quindi evitando riferimenti biblici che a mio modesto parere “guastano” l’atmosfera che hai creato. Resta comunque la buonissima prova e la mano salda nei dialoghi che non è mai facile da trovare soprattutto quando per scrivere si hanno i minuti contati, ancora complimenti!

3. "L'amore al tempo del 6G" di Francesco Nucera

complimenti per lo stile chiaro e scorrevole che per me è una prerogativa fondamentale affinché un racconto mi piaccia. L’inizio è efficace, ben costruito, ma sento che qualcosa stride quando il protagonista si comporta in modo forzato picchiando i pugni sul tavolo e gridando: “Mai!” L’ho trovato un comportamento un po’ finto, artificioso. Gli avrei fatto fare qualcosa di diverso. Divertente quando esce in strada in boxer e tutti lo guardano male, bella trovata! Però poi dentro al bar il racconto prende una piega per me poco chiara. La barista fa entrare il ragazzo in una stanza dove altre persone fissano un muro. Cosa stanno fissando? E soprattutto perché quell’immagine ribalta le convinzioni del ragazzo facendogli pensare che non sarebbe male avere qualcuno sul divano? Forse mi sono perso qualcosa per strada… in generale mi aspettavo un finale diverso… non so quale, però questo m’ha lasciato perplesso.

4. "Testa a testa" di Erika Adale

Ciao Erika, perdonami se ho tralasciato il tuo racconto ma non l’avevo notato essendo separato dalla lista. Corro ai ripari dicendo che hai centrato il tema del guasto e che lo stile mi è piaciuto anche se in certi punti ho faticato a immergermi nella storia, soprattutto durante l’incipit perché non si capisce subito quale battuta di dialogo appartiene a Paolo e quale al professore. La storia di per sé mi ha convinto, però trovo che la scelta dell’intervista non sia del tutto azzeccata. Il racconto accelera troppo bruscamente per arrivare al cuore della spiegazione del professore che sfocia nell’infodump e l’intervistatore quindi esce dal racconto appiattito, semplice strumento “voce” per raccontare una vicenda che sì, è bizzarra e grottesca, ma in fin dei conti non mi stupisce più di tanto. Alla prossima, ciao!

5. "Il caricabatteria" di Alex Montrasio

Ciao Alex, mi levi una curiosità? Cos’è un sintoide? Io di fantascienza ci capisco proprio poco, comunque il tuo racconto mi è piaciuto e anche se un po’ troppo freddo, l’ho trovato ammantato da un morboso fascino verso l’inumano che sfocia in una visione aberrante della realtà. Alcuni punti però mi sono poco chiari e probabilmente, come dice Eleonora, avendo a disposizione più caratteri, avresti lavorato meglio sull’ambientazione della storia fugando qualsiasi perplessità.

6. "Gremlins" di Eleonora Rossetti

Ciao Eleonora, purtroppo non ho afferrato il senso del tuo racconto, probabilmente perché non me ne intendo di fantascienza, e a differenza del precedente ho apprezzato meno il ritmo nevrotico e tachicardiaco delle frasi. Preferisco una prosa più ariosa e scorrevole. Di sicuro ti sei avvalsa di questa tecnica per trasmettere angoscia e pericolo, ma io mentre leggevo mi sono trovato in difficoltà, come se l’occhio corresse più del senso che tu stessa hai dato alla storia. Mi spiace se il mio giudizio non può essere più preciso di così, sono sicuro che la prossima volta i nostri gusti coincideranno, ciao!

7. "La lavatrice" di Patty Barale

Ciao Patty, simpatico il tuo racconto, del tutto diverso da quello che ho letto durante il Live, ciò dimostra che sai cambiare registro e trattare generi diversi, che per un bravo scrittore è fondamentale. Due cose però mi sono sfuggite. La prima è la nonna. All’inizio del racconto dici che Anna (che poi chiami Stefania, ma questo è un normale refuso) è uscita di casa approfittando dell’indisposizione della nonna. Quindi la nonna è in casa. Però poi Anna fa un macello incredibile e come fa la nonna a non accorgersi di nulla? Seconda incognita è legata all’elucubrazione di Anna riguardo i ladri: “Si, i ladri avevano narcotizzato i vicini con qualche spray e distrutto tutto…” Che c’entrano i vicini di casa col fatto che i ladri mettano a soqquadro casa di Anna? Mi sfugge il nesso. A parte questo bella prova scorrevole e precisa, alla prossima ciao!

8. "Il disastro" di Piero Chiappelloni

Ciao Pietro, tentativo coraggioso il tuo, eppure non mi hanno convinto due cose: il tono e la storia. Il tono dovrebbe muovere quanto meno un sorriso nel lettore e invece mi ha un po’ infastidito il fatto che un personaggio nel bel mezzo di una tragedia di queste proporzioni parli come Woody Allen che cerca di rimorchiare una donna. In poche parole mi ha irritato, quindi il tono sdrammatizza troppo una storia che di per sé non ho capito. Ci sono questi pianeti alternativi lanciati intorno all’orbita terrestre che dovrebbero fungere da residenza per chi non ha più posto sulla Terra… Per quanto mi sforzi sempre di avere fiducia nelle parole di chi leggo, in questo caso mi sembra che tu pretenda un po’ troppo. Ok la fantascienza, ok i voli pindarici, ma qui si va oltre… Forse, se avessi avuto più battute a disposizione, avresti spiegato con più cura il mondo che hai immaginato convincendomi della sua plausibilità, ma purtroppo, in questo caso, ho faticato a sospendere la mia incredulità.

9. "Una sorpresa per te" di Claudia Beveresco

Ho dovuto leggere il racconto due volte per capire il senso della storia e anche una volta diradata la nebbia, non ne sono rimasto colpito. Sinceramente io la zeppola non l’ho trovata divertente, anzi, mi ha disturbato durante la lettura.
I personaggi non emergono come dovrebbero e il tema del guasto non mi è sembrato sviluppato a dovere. Poi, quando la storia sembra sul punto di partire, (parlo della tortura) il racconto finisce di colpo con una battuta che sì, è simpatica, però recide la storia con uno strappo troppo netto. Avrei raccontato la storia diversamente: sarei partito dalla tortura, l’avrei descritta nei minimi dettagli, e mentre il personaggio viene torturato, avrei inserito delle rapide scene per raccontare in flashback cos’è accaduto prima. Ricordati che una storia funziona quando non la si racconta per filo e per segno, ma sempre un po’ di sbieco, offrendo al lettore un punto di vista alternativo che non si aspetta. Ciao!

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erika.adale
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Messaggio#4 » sabato 18 aprile 2015, 12:32

Uh... Filippo, mi hai dimenticata!

 

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antico
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Messaggio#5 » sabato 18 aprile 2015, 15:57

Avvertito, ha già sistemato tutto ;)

stefano.pastor
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Messaggio#6 » sabato 18 aprile 2015, 16:09

Ciao a tutti, mi scuso se non ho commentato nei singoli racconti, ma ho avuto poco tempo.
Ecco la mia classifica:

1 - Il caricabatteria, di Alex Montrasio
Ciao Alex, senz'altro il racconto più bello del mio gruppo. Un'idea davvero originale, un'ambientazione complessa che diventa credibile in poche righe. Un finale perfettamente funzionale. In definitiva una storia che meriterebbe di essere sviluppata. Ottima gestione dei tempi, senza rallentamenti né accelerazioni improvvise, personaggio ben caratterizzato. Il dono della sintesi è raro e tu lo possiedi. Buona fortuna.

2 - Tra Montorsoli e Bivigliano, di Filippo Santaniello
Ciao Filippo, storia interessante, molto incisiva. Cruda e cinica al punto giusto. Forse un po' affrettata nel finale, immagino a causa dei caratteri limitati. Qualche dubbio sull'aderenza al tema. Il guasto è inteso in senso lato, forse troppo. Buono comunque lo stile, ben inquadrati i personaggi. Il finale è del tutto imprevisto, ottima cosa.

3 - La lavatrice, di Patty Barale
Ciao Patty, storia davvero azzeccata. Semplice, credibile, pure logica. Il difetto sta nella stesura, che in alcuni punti è confusa. Ho visto che altri ti hanno già fatto notare questi punti, e ho compreso che certi errori erano dovuti ai tagli prima ancora che lo dicessi tu. La stesura originale doveva essere senz'altro meglio, pure a me è capitato di dover macellare un racconto per farlo rientrare nelle battute. Racconto promosso, con qualche piccola riserva.

4 - L’Apprendista, di Alberto Della Rossa
Ciao Alberto, racconto molto ricco, pieno di descrizioni, un po' povero di storia, purtroppo. Più che altro stride la minuziosa ambientazione iniziale rispetto a come risolvi la trama in poche righe. In compenso la prova finale è molto logica e la soluzione adeguata. L'ambientazione fantasy è un extra non necessario, in quanto la storia funzionerebbe in qualunque situazione. La qualità essenziale di un buon apprendista è riconoscere cos'è guasto e cosa no. Forse l'interpretazione del tema non è perfetta, ma il guasto c'è (anzi, non c'è!).

5 - Testa a testa, di Erika Adale
Ciao Erika, niente male come storia. Buona la trama e anche il finale è adeguato. Quello che proprio non funziona è la base stessa del racconto, ovvero che un giornalista interroghi la "testa". Soprattutto che a conclusione dell'intervista gli ponga certe domande, come se ancora non ne fosse informato. È quello a non reggere, l'impostazione che hai scelto. Funzionale per la storia ma del tutto illogica. Se è lì a intervistarlo è ovvio che il giornalista sappia già cos'è successo. A mio parere la storia avrebbe funzionato meglio a ruoli invertiti, se fosse stato il paziente a chiedere cos'era successo.

6 - L’amore al tempo del 6G, di Francesco Nucera
Ciao Francesco, la storia è buona. Non originalissima però funziona. La stesura, invece, non è perfetta. Manca di sintesi, di conseguenza si allunga dove non dovrebbe e il finale è troppo veloce. Resta la sensazione che manchi qualcosa, senz'altro è stato penalizzato dalla lunghezza imposta. Con una piccola revisione potrebbe diventare un racconto davvero buono.

7 - Gremlins, di Eleonora Rossetti
Ciao Eleonora, comprendo il fine della storia, ma la stesura resta troppo confusa. Mi rendo conto che questa è una tua scelta, ed è proprio quello che vuoi trasmettere, la confusione del protagonista. Ci sei riuscita, ma non ha giovato al racconto. Forse è troppo breve per un'idea così complessa. Forse con un'altra impostazione sarebbe stato più comprensibile, di certo avrebbe avuto bisogno di più spazio. Forse sono proprio i gremlins a essere superflui, già il malfunzionamento del sistema di ibernazione sarebbe stato un'idea interessante. In definitiva un racconto riuscito solo a metà.

8 - Una sorpresa per te, di Claudia Beveresco
Ciao Claudia, il racconto è scorrevole, però devo ammettere che non sempre funziona. La storia non decolla, si perde in effetti secondari non sempre gradevoli (la zeppola può far ridere la prima volta, però dopo un po' stanca), sfiora l'horror, si inquadra nel grottesco e lì si ferma. Forse è questo il problema principale, la mancanza di un genere ben definito, e in un racconto così corto è un difetto. Avresti dovuto scegliere una chiave di scrittura più decisa, puntare solo sull'effetto comico, oppure su quello splatter. Il finale purtroppo non riesce a sorprendere.

9 - Il disastro, di Piero Chiappelloni
Ciao Pietro, la storia non mi ha convinto del tutto, lo ammetto. Di nuovo una discrepanza, già rilevata in altri racconti, tra lo stile e la trama. Ovvero lo stile che hai scelto non si adatta alla storia che vorresti raccontare. Sarebbe stato più adatto se si fosse rotta... che so, la lavatrice (come in un altro dei racconti). Tu hai voluto inserire una catastrofe di proporzioni immani, che il protagonista considera alla stregua di un'unghia rotta (o di una maniglia difettosa). Quindi buono lo stile e discreta la storia, però messi insieme stridono e il risultato non è il massimo.

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ceranu
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Messaggio#7 » domenica 19 aprile 2015, 10:30

Commenti in ordine sparso di Ceranu

UNA SORPRESA PER TE – CLAUDIA BEVERESCO
Ciao Claudia e Benvenuta a Minuti Contati.
Nel racconto ci sono alcuni problemi. Trovo la prosa poco scorrevole, uno dei fattori che probabilmente hanno reso meno è la zeppola. Se da una parte può sembrare divertente, dall'altra costringe il lettore a modificare la lettura troppo spesso. Per esempio la parte:


Mi sentii subito meglio. Prima una bella grattata alla schiena, poi l’offerta inversa: ma questa volta a lei sarebbe toccato il mio nuovissimo coltello da sushi.
Sasha a fette col coltello da sushi. Che detto da lei sarebbe suonato: Fafia a fette col coltello da Fufi.
Diventa quasi uno scioglilingue poco scorrevole.


Poi ho dei dubbi sulla scelta finale:


Udii un rumore metallico. “ Mi è venuta l’idea rivedendo quel vecchio film… come f’intitolava?” continuò Sasha. “Mi fembra Nightmare qualcofa… Ehi, cof’hai da urlare tanto? E’ folo una grattatina…”


Narri tutto in prima persona, aprii, udii, andai, feci... e la parte migliore, quella della tortura la liquidi con la battuta di lei. Di mio non adoro la prima persona e anche in questo caso credo che avrebbe reso di più la terza, soprattutto vista la scelta di non entrare troppo nella testa del protagonista.
Per il resto hai creato una vignetta interessante, costruita bene, tanto che il colpo di scena personalmente viene un po' a mancare.
Ciao e alla prossima

Il disastro – di Pietro Chiappelloni
Ciao Pietro e benvenuto.
Se ho ben capito il piano B dovrebbe essere il mangiare qualcosa, può starci, forse un po' stiracchiato ma può starci.
Non so, la trama manca un di spessore. Il protagonista passa tutto il tempo a lamentarsi. Troppo poco per uno che sta per morire. Poi passi lo sproloquio, ma manca veramente qualcosa che dia brio alla storia. Nella parte centrale c'è una leggera impennata, ma poco rispetto all'intero racconto.
Le battute sono simpatiche e anche la trovata finale lo è, ma nel complesso credo che manchi qualcosa.
Ciao e alla prossima

L'apprendista di Alberto Della Rossa

Ciao Alberto, Ben ritrovato.
Bel, racconto. Ottima l'ambientazione e il tratteggio dei personaggi. In alcuni passaggi trovo un po' troppo ridondante la narrazione, ma questo è parte del tuo stile. La ricercatezza e le finezze sono sempre presenti nei tuoi racconti.
Quindi non ho nulla da dire, il racconto è ottimo, ma ai fini del contest mi manca il guasto e il conseguente piano B. Ho riletto il racconto più volte e sono giunto a due ipotesi. La perdita del lavoro con conseguente ricerca, oppure la mancanza di coraggio che aggiusterà il goblin.
Ciao e alla prossima.

Testa a testa di Erika Adale

Ciao Erika, è sempre un piacere leggere le tue storie.
Bel racconto. È resa molto bene la rabbia sarcastica dell'intervistato e anche l'imbarazzo del giornalista. I personaggi e i dialoghi sono resi alla perfezione. Mi piace anche la trama, magari non originalissima, ma ben articolata. Ho un dubbio sul guasto, non riesco a capire come le piastre possano aver fuso i defibrillatori, ma l'idea che il più grande chirurgo del pianeta e la sua equipe non siano riusciti a capire che dovevano cambiarle mi diverte molto. Geniale la fine con il chirurgo che muore senza poter essere defibrillato.
Nel complesso un'ottima prova.
Ciao e alla prossima

Tra Montorsoli e Bivigliano – Filippo Santaniello

Ciao Filippo,
Racconto scritto molto bene, diretto, crudo, cinico e politicamente scorretto.
Mi piace l'idea del ragazzo che potrebbe fare l'eroe invece approfitta della ragazza svenuta, buoni i dialoghi e pienamente in tema. L'unica nota stonata è il primo stupro, la telefonata sarà durata pochi secondi in totale saranno passati una manciata di secondi e questo contadino ha avuto modo di pensare a uno stupro e approfittare di una ragazza che era in bagno. Non so, compare dal nulla e nel nulla se ne va. Forse è l'unica forzatura della storia, per il resto è tutto ineccepibile. Probabilmente sarebbe bastato farla inciampare o semplicemente svenire. Resta comunque un ottimo lavoro.
Ciao e alla prossima

Il caricabatteria – Alex Montrasio
Ciao Alex, piacere di conoscerti.
Racconto veramente ben scritto, equilibrato e chiaro. La trama è ottima, l'idea del caricabatteria carino, quella dei robot che usano gli umani per provare emozioni che loro non conoscono non è originalissima, ma poco conta. Ho dei dubbi sulla coerenza interna del mondo che hai descritto.


non provai la minima emozione. Nessun rimpianto per l’amico scomparso, né rabbia per la sorte riservata alla moglie e ai figli piccoli. Nel mio cuore non c’era spazio per il dolore, e la commiserazione non poteva esistere nei miei pensieri. – Sono pronto – dissi, e nient’altro. Perché questo era lo scopo dell’educazione che ognuno di noi esseri umani, epigoni di una razza ormai condannata, riceveva fin dalla più tenera età.




– Mi dispiace per Owen – le bisbigliai all’orecchio.
– Era diventato apatico. Quando se ne sono accorti, non ha avuto scampo.


Trovo queste due parti in contrasto. Perché insegnare ad essere apatici se è l'unico modo per sopravvivere?
Sicuramente uno dei racconti più belli del girone, complimenti.

Gremlins – Eleonora Rossetti

Ciao Eleonora,
racconto difficile, sia nelle intenzioni che nello sviluppo. Il ritmo forsennato trascina il lettore fino alla fine, ma non gli da il tempo di raccogliere le idee per capire cosa stia realmente succedendo. Ho dovuto leggere più volte il racconto e, ciò nonostante, senza le tue spiegazioni sarei rimasto perplesso. Credo che la colpa sia da ricercare nelle intenzioni, è capitato più volte anche a me di provare a far passare più messaggi insieme, e alla fine il risultato è sempre quello di confondere il lettore. In così poche battute bisogna andare dritti al punto, cercando di essere il più chiaro possibile.
Sei brava e questo non è in discussione, ma questa volta manca qualcosa.
Ciao e alla prossima.

LA LAVATRICE di Patty Barale

Ciao Patty, sono felice di ritrovarti in ottima forma. Bel racconto.
Mi hai divertito, tre quarti di racconto scorrono benissimo. La ragazza è caratterizzata alla perfezione e alcune immagini sono talmente nitide da potersele immaginare. Ho avuto i brividi pensando a quando mia figlia si comporterà così.
Purtroppo il finale è un po' fiacco, non che potesse succedere molto di più, ma abbassa il livello del racconto.
Effettivamente ci sono delle parti poco chiare (la nonna sembra indisposta ma nella stessa casa) ma nel complesso pesano poco.
Bella prova.
Ciao e alla prossima.

«Lo aggiusti, papà?», di Stefano Pastor

Ciao Stefano, è un vero piacere concorrere con te.
Mi hai spiazzato, fino a trequarti del racconto andava tutto bene. Il dialogo tra il bambino e il padre è perfetto, l'ambientazione è minimale, ma sufficiente. Poi cambia tutto. I protagonisti diventano Gesù, Giuseppe e Maria, e una storia leggera diventa una montagna da scalare. Personalmente credo troppo per le premesse. Alcune frasi cambiano completamente significato e a mio avviso complicano la storia. In una sola riga hai messo in discussione tutte le credenze sulla Natività. La verginità della Madonna, la consapevolezza di Cristo e di Giuseppe, persino la fuga dalla Palestina viene negata.
Questo è un racconto che merita qualche riflessione in più.
Ciao, spero vivamente di incontrarti ancora.


Premetto che non è stato facile, trovo il livello molto alto e quindi faccio i complimenti a tutti i partecipanti.
Classifica di Ceranu:

1. Il caricabatteria – Alex Montrasio
2. «Lo aggiusti, papà?», di Stefano Pastor
3. Testa a testa di Erika Adale
4. Tra Montorsoli e Bivigliano – Filippo Santaniello
5. L'apprendista di Alberto Della Rossa
6. LA LAVATRICE di Patty Barale
7. Gremlins – Eleonora Rossetti
8. Il disastro – di Pietro Chiappelloni
9. UNA SORPRESA PER TE – CLAUDIA BEVERESCO

Pietro Ch.
Messaggi: 4

Messaggio#8 » domenica 19 aprile 2015, 14:20

Ecco la mia classifica, che è basata più sulla congenialità ai miei gusti che non alla qualità della scrittura, sempre elevata e che ha reso difficilissimo stilare una graduatoria, tanto che a ogni rilettura dei racconti ho variato le posizioni...

1 - Testa a testa
Bello. Alla prima lettura qualche passaggio mi ha richiesto uno sforzo di concentrazione, ma rileggendolo alla luce della conclusione mi si sono chiariti egregiamente tutti i punti che mi avevano lasciato un attimo di incertezza. È il genere di racconti che mi piace, con dialoghi interessanti e ben scritti e un finale a sorpresa o, comunque, inaspettato.
2 - L’apprendista
Interessante. Ambientazione fantastica molto piacevole e “domestica” - a parte i bordelli delle fate! -, personaggi necessariamente sintetizzati (vista la lunghezza massima richiesta) ma ben tratteggiati, alcune descrizioni mi piacciono molto (cito per esempio “con una secchiata o due di sarcasmo nella voce”). Mi aspettavo un finale diverso, ma è comunque una lettura piacevolissima
3 - Lo aggiusti, papà?
Forte. Forte nel senso di bello. Ben scritto e ben pensato. Il finale mi è piaciuto molto, devo dire, e l’ho trovato valido. Dialoghi efficaci. L’unico punto che non mi convince è “Il bambino tendeva le mani , i palmi all’insù, per mostrarlo”, che non mi dava l’idea di come un bimbo avrebbe mostrato una farfalla tenuta nelle mani (forse avrei messo anche solo un “tendeva le mani unite”), ma è una pignoleria.
4 - Il caricabatteria
Curioso. Un racconto che si legge piacevolmente con descrizioni interessanti. Effettivamente il termine “sintoide” può lasciare perplesso chi non lo conosca già, e l’accenno a “esseri obbedienti, infallibili, eterni nei loro corpi sintetici” non chiarisce le cose più di quanto faccia comunque lo scorrere del racconto. Il titolo si spiega con la battuta finale, forse un po’ leggera e poco “calcata” sulla “ricarica”, che comunque chiude bene un racconto convincente
5 - L’amore al tempo del 6G
Riflettente. Nel senso che fa riflettere, per quanto il tema dell’alienazione da “rete” non sia inedito. Ben espressi i rapporti personali ridotti a collegamenti su internet, in privato o meno; ho trovato un po’ sopra le righe il “Mai!” picchiando i pugni (ma ho visto che questo è già stato spiegato, dovuto al taglio di una frase), e non ho trovato chiaro perché fossero proprio i ragazzi di PokerLine a minacciare il non liberarsi più di Carmen. A parte questi elementi, la storia mi piace. E mi è piaciuta molto la battuta “Era gente strana quella che non viveva in rete”.
6 - Una sorpresa per te
Valido. L’inizio non mi convinceva, il “formicolare laggiù dove non batte il sole” non mi convince come espressione in un testo scritto, la stessa S a zeppola, oltre al protagonista disturbava anche me. Invece col procedere del racconto si viene comunque coinvolti in un testo ben scritto. Battuta finale concisa ma convincente.
7 - Gremlins
Simpatico. Mi sono piaciute le descrizioni e le suggestioni dei movimenti dei gremlins per l’astronave. Il finale mi ha un po’ deluso, lasciandomi dei dubbi su cosa sia successo realmente, (gremlins reali o visoni della mente impazzita?), così come non ho capito perché il protagonista si voglia nascondere. Piacevole e interessante lo stile di scrittura, che rende bene i problemi del protagonista.
8 - La lavatrice
Bello, ma da rivedere. Mi è piaciuto, peccato che le sforbiciate per rientrare nei limiti del contest abbiano lasciato dei punti irrisolti o poco chiari, già rilevati da altri commenti, e qualche forzatura in cui il comportamento della protagonista sembra fin troppo sopra le righe. Il racconto, pur non essendo una situazione originalissima, è comunque ben scritto e piacevole e, come ho premesso, mi è piaciuto.

9 - Tra Montorsoli e Bivigliano
Disturbante. Il racconto è decisamente ben scritto, ma il tema non è il mio preferito, e non mi è piaciuto il finale in cui si realizza il “sogno” del protagonista. Questo è un parere personale, naturalmente, che ha a che fare con il contenuto e non con la forma, assolutamente valida. Pare effettivamente esserci una forzatura temporale (già rilevata da Ceranu).

Clodamix
Messaggi: 5

Messaggio#9 » domenica 19 aprile 2015, 14:49

Ciao a tutti! Ecco la mia personalissima classifica. E' la prima volta che mi cimento nell'analisi di altri scritti, perciò credo di averlo fatto più con le emozioni che con la logica. Spero comunque di non offendere nessuno: credetemi, è stato difficile! ^_^ Parto dal primo in classifica.
1) TESTA A TESTA
Geniale, particolare, con due tocchi di umorismo a inizio e a fine racconto che mi hanno fatto sganasciare dalle risate. E' tutto costruito su un dialogo, uno stile che a me piace molto e che qui è reso perfettamente. Inoltre il tema è pienamente centrato, anzi doppio: si parla di un corpo guastato da riaggiustare che verrà guastato ancor di più a causa di un guasto ai defibrillatori. Guasti ovunque, fantastico. Il disagio di Paolo è reso benissimo, così come l'umorismo tagliente della...testa! Senza contare anche l'attualità del tema: infatti in questi giorni si è parlato di un improbabile tentativo di trapianto di testa, per il quale esisterebbe addirittura un volontario! Colpo di scena finale da antologia. I miei più sinceri complimenti all'autrice.

2)L'AMORE AI TEMPI DEL 6G
Amaro, malinconico, attuale: un raccondo che mi ha instillato un senso di tristezza e compatimento per i poveracci ridotti come Ugo, il protagonista. Anche se, a pensarci bene, Ugo rappresenta il lato un po' misantropo che tutti noi nascondiamo nel profondo. Vengono ben dipinti la superficialità dei rapporti e un certo menefreghismo, un vero specchio dell'evoluzione della società. Temo che questo sia, se già non è, il futuro di tanti. Il particolare che più mi ha colpito è quello stropicciamento di capelli finale, un gesto materno di conforto verso un bambino involuto e spaventato, un'autentica pennellata di speranza e disfatta allo stesso momento. Tra l'altro è bello notare come il malcapitato Ugo abbia un'erezione alla vista della stessa ragazza che lo tratterà di lì a poco come un infante... fa ridere, a pensarci! Come aderenza al tema ci siamo, lo stile è pulito, preciso, anche se le prime battute le ho trovate un po' confuse, non capivo chi fossero i soggetti e quale fosse la struttura del dialogo.
3)IL CARICABATTERIE : Questo racconto l'ho capito alla seconda lettura e devo dire che l'idea di base mi piace parecchio: la trovo davvero originale. Si respira bene anche il senso di disfatta, di malinconia e rassegnazione, o almeno queste sono le emozioni che mi ha trasmesso. La frase “Sopravvivo al rumore della realtà” è bellissima, (forse sono un robot anche io ^_^), ma non ho ben capito: i robot sono quindi come i sintoidi che ricaricano emozioni? Altrimenti nn riesco a spiegarmi come mai quella frase venga premiata dal robot, che dovrebbe essere un essere freddo e meccanico. Inoltre, perchè umani e robot avrebbero bisogno gli uni degli altri? In definitiva questo racconto lo metto solo al terzo posto perchè sussistono questi dubbi e anche perchè ho trovato la narrazione poco scorrevole. Inoltre per entrare bene nel racconto ho dovuto rileggerlo e manca quindi la non immediatezza di comprensione, che forse per un concorso immediato come questo è un requisito indispensabile.

4)IL DISASTRO: Caotico e roboante. D'altronde si narra del guasto a un intero pianeta e quindi il caos deve esserci, per forza. Lo stile però è troppo rumoroso, a mio avviso, e questo, nonostante mi abbia fatto ridere, mi ha frenato nel portare il racconto più su nella graduatoria. L'amaro umorismo del protagonista è reso bene, l'aderenza al tema è doppia e il colpo di scena finale godibile, nella sua contrapposizione a una situazione che dovrebbe essere tragica. L'idea del guasto al pianeta è perlomeno originale.

5)TRA MONTORSOLI E BIVIGLIANO

Racconto immediato e anche stordente, con uno stile asciutto e gergale che mi piace, senza troppi fronzoli. Devo ammettere che l'ho messo alto in classifica solo per questi motivi e perchè l'antipatia del personaggio è resa molto bene, tanto da provare per lui una vera e propria repulsione. Per il resto lo trovo tecnicamente poco aderente al tema, poiché non si tratta di un vero e proprio guasto, ma di una mancanza.
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6)LO AGGIUSTI, PAPA'? : Scritto bene, dialoghi scorrevoli, nulla da eccepire sullo stile e la forma. Appena letto, però, ho avuto una sensazione di già sentito. A me pare proprio di aver letto o ascoltato da qualche parte una storia molto simile. (Ok, no, non nel Vangelo! :-D ) Ovviamente mi sbaglierò, sicuro. L'aderenza al tema è centrata, centratissima, ma la mia impressione di non essere originalissimo permane

7)L'APPRENDISTA: racconto stilisticamente corretto, al limite della perfezione, forse troppo. A me è risultato un po' noioso, perchè, anche se carina l'idea del guasto-non guasto, il preambolo è lungo e infarcito di descrizioni che hanno poco a che fare con l'attinenza al tema e al colpo di scena finale. Merita però un plauso per quel “coraggio da aggiustare”, che forse alla fine è proprio il tema principale del racconto, però a mio avviso un po' troppo sottile da comprendere.

8)LA LAVATRICE: Simpatico e divertente, ma non mi ha convinto del tutto. Un racconto con un finale del genere l'avrei inteso con più suspense e magari vista da un'altra ottica, un altro protagonista... Il colpo di scena finale, insomma, non sorprende più di tanto, anche se è divertenete immaginare poi la madre killer. Il fatto è che l'immagine non nasce immediata, io ho dovuto leggerlo almeno tre volte per destarla. L'aderenza al tema comunque c'è ed è sviluppata bene, ma la scrittura, il tono, non hanno abbastanza verve da suscitare emozioni più intense.
9) GREMLINS:
Risulta subito evidente l'impegno dell'autrice per rendere il racconto accattivante, concitato e cinematografico: purtroppo a me risulta un po' confuso. L'ho letto più volte, ma tutto mi sfugge: qual è il guasto? Qual è il corretto svolgimento cronologico? Cosa sta succedendo sulla nave? Quali sono i rapporti fra li Gremlins e l'equipaggio? E il significato delle ultime due frasi nebulose e contradditorie? Ma soprattutto, chi cavolo è Alan? Mi è balzato alla mente, a un certo punto, che potesse trattarsi del protagonista, ma nulla è sicuro in questo racconto. Peccato, perchè lo stile cinematografico prometteva bene e i tickle tickle sono davvero inquietanti!

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eleonora.rossetti
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Messaggio#10 » domenica 19 aprile 2015, 23:22

(PS: spero che stavolta abbia fatto giusto le formattazioni...! Avevo anche invertito una posizione, colpa mia nella trascrizione ^^")

Ecco la mia classifica! Confesso che è stata difficile, perché i racconti mi sono piaciuti tutti; chi più chi meno ovviamente, ma nessuno è da scartare a priori. Quindi ho voluto rileggerli a distanza di tempo, per capire quali mi fossero rimasti più impressi, per decidere. Ha il suo peso, e questo è certo, lo stile e l'attinenza al tema proposto in tutte le possibili declinazioni.

In sintesi è stata una bella edizione, siamo ripartiti col botto ^^

Ecco la classifica, a seguire i commenti:

1- L’AMORE AL TEMPO DEL 6G

2- TESTA A TESTA

3- IL CARICABATTERIA

4- L’APPRENDISTA

5- IL DISASTRO

6- LA LAVATRICE

7- TRA MONTORSOLI E BIVIGLIANO

8- LO AGGIUSTI PAPA’

9- UNA SORPRESA PER TE

L'AMORE AL TEMPO DEL 6G

Ciao Francesco, ben ritrovato!
Qui usi un tema già contemporaneo, ovvero la dipendenza dalla connessione che molti hanno e che causa una vera e propria malattia. L’esasperazione al massimo livello, che si incarna nel tipo pallido e in boxer la cui vita si riduce a una postazione PC e non sa neanche come rapportarsi con gli altri se non con uno schermo e che, addirittura, ha perso anche la cognizione di ogni minimo stimolo tipicamente sessuale (al punto che gli “strani” sono chi non vive nella rete). Tema perfettamente rispettato; se proprio devo trovargli un difetto, è il piazzare i tizi “in astinenza” davanti al muro: perché dovrebbe aiutarli? Forse sono tonta io a non arrivarci ^^”, in ogni caso se ci fosse stata una spiegazione anche solo accennata tra le righe sarebbe stato assolutamente perfetto.
Una sola osservazione:
“connettiti prima in privato” e “contattami prima in privato”: avresti dovuto riportare fedelmente per dare l’idea di ripensare proprio alla stessa frase, ;) ma immagino sia una svista dovuta alla fretta.
Un bel lavoro!

TESTA A TESTA
Ciao Erika!
Racconto divertente e inquietante al contempo XD il tema è rispettato; più che “testa a testa” forse era meglio “faccia a faccia” (dato che la prima locuzione mi dà l’idea di una gara anziché di un’intervista ;) ) ma sono dettagli, capisco che volevi focalizzarti sul cranio decapitato del paziente.
Su alcune risposte dell’intervistato ho trovato un tono più “forzato”, non so come spiegarmi: per esempio, qui:
“Caricarono a 150 Joule, schiacciarono il tasto e si udì uno schiocco. Dal defibrillatore si sollevò un filo di fumo. “

l’avrei resa più discorsiva. Del tipo “quando hanno schiacciato il tasto, CLACK! e quell’affare si è messo a fumare.”
Alternativa scritta sui due piedi, ma spero di aver almeno suggerito il senso della mia osservazione ;)
Per il resto è un buon lavoro, mi piace molto il tono sarcastico dell’intervistato :)

IL CARICABATTERIA
Ciao Alex!
L’ho trovato il più originale del girone come idea di base, i sintoidi che si ricaricano con l’energia emozionale degli umani. Ti sei più focalizzato, secondo il mio giudizio, sul “piano B” ovvero il sostituto di Owen, il rimpiazzo dell’umano divenuto apatico e quindi “fallato”, guasto. Buono lo stile, le descrizioni filano anche se noto una piccola discrepanza:
“Era semibuia, illuminata da luci colorate”

E’ semibuia o illuminata? ^_^
Mi sono però un po’ confusa su questa parte:
Uscii dalla mia stanza. Un esercito di robot era indaffarato nelle pulizie o in piccole riparazioni. Il più vicino a me stava lavando il pavimento. Mi fermò e mi chiese di parlare.
– Sopravvivo al rumore della realtà – dissi. Il robot parve felice della risposta e mi gratificò con un 90/100. Per quegli esseri di latta, che comunicavano con i numeri, un giudizio sopra l’80 equivaleva a un commento più che lusinghiero. Un altro robot mi offrì una ciotola di riso. Accettai il dono, e lo ringraziai. Non erano altro che schiavi, come me. Io servivo a loro, e loro servivano me.

Non l’ho molto capita, perché il robot dovrebbe essere felice di questa risposta (tra l’altro molto apatica)? A voler ben guardare, questa intera parte, fra l’altro, poteva essere omessa, secondo me, senza che la storia perdesse di senso, anzi in realtà mi confonde perché mi ritrovo tra robot e sintoidi, non capisco bene cosa li renda così differenti (sono entrambi intelligenze artificiali no? Perché uno è schiavo e l’altro no? Chi ha creato uno e chi l’altro? Perché uno si soddisfa con una risposta apatica e gli altri uccidono chi dimostra di esserlo?) Insomma mi lasci con più dubbi di quelli che mi scioglie il finale. Ho come l’impressione che tu ti sia costruito in mente un mondo effettivamente molto articolato, e forse 3000 caratteri erano troppo pochi per esprimerlo appieno. In tal caso, sarei davvero curiosa di rileggere questa storia e questa ambientazione in versione “long”.
Alla prossima! (e scusa il wall of text ^^”)

L'APPRENDISTA
Ciao Alberto!
Ambientazione fantasy, che solitamente tocca le mie corde (le fate da bordello ti stravolge un po’ la visione, ma ci sta XD). Ammetto che ho dovuto leggere i commenti precedenti al mio per essere sicura di aver interpretato correttamente dove fosse il tema del guasto… non per questo però ho meno apprezzato il tuo racconto. La storia scivola bene nella sua semplicità e le descrizioni sono a mio avviso curate senza però risultare pesanti. Niente male ;)

IL DISASTRO
Heilà Pietro!
Il tema è centrato (il piano B è il frigo? ho inteso bene?) ma in questo lungo monologo interiore mi manca un particolare: il panico. Sembra quasi che sia così rassegnato al punto che quanto gli stia accadendo gli vada bene, una sorta di dimostrazione, un “ve l’avevo detto io, visto?” e l’intero tono quasi spassoso, anziché dare spessore alla storia, mi toglie di credibilità. Alla fine stai per morire, non credo che stai a fare le scommesse sul come succederà XD Altra cosa che mi fa strambo, questi affari non hanno alcuna manutenzione? Nessun segnale d’emergenza a una stazione orbitante che possa intervenire? Un modulo d’emergenza per l’evacuazione? Se fosse stato quello il piano B (e magari più fallace dell’origine del male) forse la storia avrebbe avuto un altro gusto.

LA LAVATRICE
Ciao Patty!
Il guasto, il panico e il piano B, radunati dal “caro” vecchio incubo della lavatrice, e l’identificazione del lettore nella protagonista è immediata. Sullo stile non c’è niente da appuntare, mi piace la tua prosa. C’è una cosa che però mi lascia perplessa in questa storia: i ladri di solito non distruggono se ti narcotizzano (tra l’altro, e qui mi hanno preceduto, perché narcotizzato i vicini? e da loro non rubano niente?), semmai appunto fanno piano per evitare che chi è nei paraggi li possa sentire! ^_^ (tant’è che dopo appunto arrivano i carabinieri allertati suppongo da qualcuno, quindi come sperava lei di far reggere il suo alibi?). Certo, c’è il fattore panico che può far sbagliare il giudizio, ma a questo punto la mossa poco furba, anzi, controproducente, mi guasta anche la reazione finale, di lei che praticamente manda all’aria tutto, in quello che doveva essere un alibi e invece alla fine si rivela essere lo sfogo della sua frenesia vendicativa. Altro che uscire di casa, da lì in poi…

 

TRA MONTORSOLI E BIVIGLIANO
Ciao Filippo!
il tuo stile nella prima persona è inconfondibile, già dalla scorsa volta l’avevo notato, asciutto e che va dritto al punto. Sul tema ho però qualche dubbio, qui non abbiamo un vero e proprio guasto dato che è soltanto un “imprevisto”, a meno che non intendi quello del cervello della protagonista che alla fine abusa di una donna svenuta.
Se invece devo trovare una nota davvero stonata a livello di stile, direi questa frase:
“Mi chiamo Sergio, ho 22 anni. Faccio il runner. Prendo gli attori, li porto sul set, in albergo, alla stazione. “

E’ una presentazione che, anche se breve, mi “stona” nel bel mezzo dell’incipit in medias res. Se avessi infilato la sua occupazione “tra le righe”, idem dicasi del nome e dell’età, sarebbe filato tutto in maniera quasi perfetta, mentre questo mi spezza il ritmo rapido che avevi dato subito, al via.
PS: un dettaglio: da come l’hai descritta, sembra che lui abusi di lei sotto la luce dei fari della macchina ^^”

LO AGGIUSTI PAPA'?
Ciao Stefano!
La resa stilistica è efficace, i dialoghi sono credibili e non scadono nel banale. Il tema è centrato. Ciò che mi guasta (ecco XD) il giudizio complessivo – e che l’Antico prima di me ti hanno fatto notare – è la rivelazione finale che guasta un po’ di cose, mi lascia un “meh” che toglie sapore all’intera storia narrata, specie l’apparizione di Giuseppe e Maria così improvvisa, senza lasciarmi intendere nulla prima, anche solo qualche dettaglio misterioso che, alla fine, mi avrebbe fatto pensare “ah ecco, in effetti, non ci ho pensato prima”.

UNA SORPRESA PER TE
Ciao Claudia!
Ammetto che la esse a zeppola mi ha fatto sghignazzare più di una volta, specie quando parli del sushi, tuttavia il tema non mi sembra centrato in pieno o forse l’ho colto male io. Come guasto, si intende il rompersi le unghie e il piano B è il guanto di Krueger? Se è così appare un po’ troppo “tardi” nella storia, il clima d’attesa è ben reso ma il succo è riservato alle ultime righe, rendendo la parte precedente troppo “invasiva” mentre le avrei riservato molto meno spazio. Quasi pensavo che la sua zeppola nascondesse qualcosa, come un rasoio sulla lingua (è solo un’idea! XD); forsse, quel dettaglio così fastidioso ma trascurabile (per il lettore), se avesse avuto un ruolo più decisivo, avrebbe assicurato un’altra resa. A rileggerci!

 

 
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patty.barale
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Messaggio#11 » mercoledì 22 aprile 2015, 11:59

Commenti in ordine sparso:

TESTA A TESTA: racconto originale, con doppio approccio al tema: malattia (come guasto del corpo) e guasto del rimedio.

Che dire? Hai affrontato il tema in maniera originale e interessante, con un ritmo sostenuto e uno stile ineccepibile.

Mi è piaciuta, in particolare, l'amara ironia del finale, e il senso di sconfitta di una scienza che vuole, a ogni costo, sconfiggere la morte.

Complimenti!

 

UNA SORPRESA PER TE: ciao! Il tuo racconto, a mio parere, usa il tema del guasto in maniera un po' troppo marginale: il fatto che il coltello fosse danneggiato non giustifica tutto il trambusto messo in atto, dal momento che un sostituto era pronto nel cassetto della cucina!

A parte questo, molto divertente è la zeppola della donna, anche se tirata in ballo troppo spesso, tanto da appesantire la lettura ( e mi aspettavo che questo particolare avesse una qualche rilevanza fondamentale ai fini della storia)

Altro elemento che mi lascia perplessa è l'eccessivo uso di termini onomatopeici (drin, dlin dlon, paf), che, a mio parere, vanno usati col contagocce e solo se indispensabili.

Infine, il ribaltamento dei ruoli è forzato: solo perché le si sono spezzate due unghie lei si trasforma in un'assassina psicopatica?

Non so, non mi convince!

In ogni caso è stato un piacere leggerti e soprattutto "fei riufita a farmi ridere con quella effe!"

 

IL DISASTRO: ciao! Certo che il tuo protagonista è un bella pentola di fagioli! Eh si, passa tutta la prima parte del racconto a lamentarsi, a ripetere che qualcosa è rotto, e, per chi non l'avesse ancora capito... Si è scassato, finito, deceduto!

Ma cosa? Ammetto che la lettura della parte iniziale di questo sfogo non ha suscitato tanto la mia   curiosità circa l'oggetto passato a miglior vita, quanto infastidita per non avere alcun indizio circa la sua natura!

Ci sono alcune battute divertenti, ma ho trovato il tutto eccessivamente didascalico e privo di emozione: se non ho capito male, il tizio vive su un pianeta artificiale che sta per finire arrosto o in ghiacciaia e lui si limita a lamentarsi del guasto senza cercare una via di scampo?

E alla fine la sola imprecazione è per la rottura della maniglia del frigo? Si, la battuta è carina, l'idea che quando tutto è perduto non resta che rassegnarsi a godere delle piccole cose (e se queste si rompono...@@@@@@##) è interessante, ma non mi convince.

 

Alla prossima!

 

L'APPRENDISTA: sommergimi di parole! Questo breve racconto mi ha davvero colpita: in pochissime battute riesci a dipingere un mondo nella sua miriade di colori, a creare personaggi vivi e tridimensionali! Che dire? Complimenti (e tanta, sana, invidia!)

L'unico elemento che vorrei criticare è l'aderenza al tema: non trovo il panico da guasto e il piano B ( certo c'è il panico di Ulisse di fronte alla richiesta del goblin, ma non mi sembra così centrato sul tema!)

In ogni caso...ancora complimenti!

 

LO AGGIUSTI, PAPÀ?: come non amare questo nucleo famigliare qualunque, alle prese con i piccoli problemi di ogni giorno e che, alla fine, si rivela essere la cosiddetta Sacra Famiglia?

Una storia tenerissima, scritta in modo magistrale e capace di immergere il lettore in un'atmosfera, per l'appunto, famigliare!

Anche nel tuo racconto manca la componente del panico da guasto e il piano B, ma ammetto che questo breve racconto mi è talmente entrato nel cuore per la sua dolcezza che... Non me ne frega niente!

 

IL CARICABATTERIA: è doverosa una premessa: purtroppo non frequento il genere, per cui mi è molto difficile leggere e farmi coinvolgere da un racconto di SF.

Detto questo, cercherò di non farmi influenzare dall'ignoranza.

Se non ho capito male, nel tuo racconto il genere umano è arrivato alla frutta: prossimo al l'estinzione vive una vita "pubblica", su un palco, i cui spettatori sono robot che attingono energia dal flusso emozionale generato dagli umani.

Il protagonista, quindi, semplice pezzo di ricambio, va a prendere il posto dell'amico morto, in modo da permettere al "CARICABATTERIA di continuare a funzionare.

In tutto questo, c'è una cosa che non mi torna: il protagonista, in maniera molto meccanica (coerentemente col suo ruolo) va a sostituire Owen nel suo ménage familiare. E io mi chiedo, come può questo atto meccanico generare emozioni tali da ricaricare le pile ai robot? Ci sarebbe molta più emozione nel dolore per la morte dell'amico e del marito/padre che in un bacio dato perché quello ora è il ruolo da sostenere.

Ripeto, forse è solo un mio limite, ma questo, secondo me, è il grande difetto del tuo racconto.

Inoltre, mi sembrerebbe più corretto "ammasso di ferraglia travestito da esseri umani", invece di "ammasso di ferraglia travestiti da esseri umani"

Alla prossima!

 

TRA MONTORSOLI E BIVIGLIANO: ciao Filippo, ben ritrovato!

Come mi sembra essere la tua cifra stilistica, anche questo racconto ha un approccio molto diretto, netto, in prima persona. Il linguaggio è perfetto per la situazione che delinei, ma ci sono alcune cose che non mi hanno convinta, come la declinazione iniziale di generalità, professione e  relativo spiegone: forse le stesse cose potevano essere inserite in maniera più scorrevole, senza creare info dump.

Poi non credo che la tettona si sarebbe allontanata così tanto nella campagna buia da non essere a portata di orecchio, tanto più che la distanza dalla macchina non può essere così tanta, visto che il buon Sergio riesce a vedere gli occhi sbarrati dal bifolco! (Ma questa è, ovviamente una mia opinabilissima opinione!)

Infine, che fa Sergio? Se la sbatte con i fari della macchina puntati addosso? Beh, si, forse il raptus non gli fa valutare i rischi.

Alla prossima!

 

L'AMORE AI TEMPI DEL 6G: ciao, Francesco!

Bella questa parafrasi di Marquez!

Partiamo dalle cose che mi sono piaciute in maniera particolare: il concetto di panico da disconnessione e il "punto di raccolta", l'immagine del protagonista in boxer per strada e le reazioni  dell' homo digitalis alle sensazioni fisiche (aria, contatto fisico, etc).

Cosa non mi è piaciuto: il pugno sul tavolo (mi ha dato l'impressione di un attore da strapazzo che in scena deve rendere le emozioni di rabbia e frustrazione...) e soprattutto le faccine da chat (lo so, nel contesto sono azzeccate, ma, perdonami, alla lettura mi hanno infastidita!)

Per il resto la lettura scorre fluida, soprattutto nella seconda parte, che riesce a rendere molto bene  il totale straniamento dalla realtà del protagonista, uno straniamento che porta i suoi simili a trovare sicurezza nella parete bianca, quasi uno schermo sostitutivo.

Un'ottima prova e un piacere leggerti.

Alla prossima!

 

GREMLINS: ciao Eleonora, ben ritrovata!

Come ti ho già detto io e la fantascienza siamo due estranei, ma, a differenza del racconto che hai scritto al live, questo non mi ha entusiasmato.

Il motivo? Nonostante mi piaccia molto il tuo stile scarno e essenziale, ho dovuto rileggere più volte per capire (lo so, sono un po' lenta di comprendonio!) e questo è un elemento che mi fa scendere il gradimento (modello calzino bianco della pubblicità del Cynar!)

Sorry!

 

Alla prossima!

 

CLASSIFICA:

1) LO AGGIUSTI, PAPA?

2) L'APPRENDISTA

3) TESTA A TESTA

4) L'AMORE AI TEMPI DEL 6G

5) IL CARICABATTERIE

6) TRA MONTORSOLI E BIVIGLIANO

7) UNA SORPRESA PER TE

8) GREMLINS

9) IL DISASTRO

alphaorg
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Messaggio#12 » mercoledì 22 aprile 2015, 14:49

- L’amore al tempo del 6G, di Francesco Nucera
Ciao Francesco, ho trovato il racconto equilibrato nelle componenti che considero importante: intreccio della trama, dei personaggi e delle ambientazioni; aderenza al tema proposto; capacità di stimolare la curiosità del lettore fino alla fine del racconto. Rispetto ad altri autori del girone, hai usato uno stile chiaro, senza particolari fronzoli, ma che ben si adatta allo stereotipo del nerd sempre incollato allo schermo del pc.

- Testa a testa, di Erika Adale
Ciao Erika, trovo che la trama sia perfetta per il tema proposto, il racconto risulta bilanciato, e trovo ottimo il finale anche se amaro, perché toglie al lettore la speranza che il paziente possa guarire in tempi brevi. Da un punto di vista formale, secondo me i primi passaggi risultano ambigui: si capisce che Paolo è l’intervistatore, e non il professore, soltanto a metà racconto. Inoltre, il fatto che il professore comunica attraverso una macchina doveva essere spiegato prima possibile, meglio se nella prima riga, e non dopo il secondo scambio di battute. Non te la prendere se ho fatto le pulci al racconto, d’altronde nel tuo caso gli errori erano proprio pochi!

- Una sorpresa per te, di Claudia Beveresco
Ciao Claudia, il racconto è spassoso. Ti segnalo soltanto un Drin di troppo (il terzo), e il cambio del punto di vista proprio all’ultima frase. Capisco che serve a creare l’effetto sorpresa, ma risulta in una sorta di autogol all’ultimo secondo: un piccolo errore che potrebbe fare la differenza se dovessi “passare il turno”.

- Tra Montorsoli e Bivigliano, di Filippo Santaniello
Ciao Filippo, il tuo racconto mi ha messo in difficoltà, perché è scritto con stile disinvolto, chiaro ed efficace soprattutto nell’uso del linguaggio che ben si adatta al carattere sanguigno del protagonista, ma il tema del concorso risulta poco sviluppato, quasi marginale rispetto alla vicenda raccontata. La storia ha il gusto delle smargiassate che gli sboroni raccontano durante gli aperitivi, ma la trovo un po’ grottesca nella successione degli eventi che accadono alla gieffina.

- L’Apprendista, di Alberto Della Rossa
Ciao Alberto, il racconto è piacevole nella prima parte, e un po’ meno nella seconda. Trattandosi di un fantasy, trovo geniale la “magia” del guasto che “non c’è”. Peccato che arriva solo alla fine, nel climax, dopo un lungo plateau di caratterizzazione (comunque pregevole) che secondo me ha sbilanciato gli equilibri dettati dal tema. Ho trovato solo un errore di consecutio temporum che ti ho segnalato nel thread del racconto.

- Gremlins, di Eleonora Rossetti
Ciao Eleonora, le onomatopeie donano musicalità e ritmo a questo racconto, che oscilla tra il lirico e l’onirico. Detto questo, anche tenendo conto della licenza poetica finale, rimangono alcune perplessità sul senso del racconto. Perché di prosa si tratta mentre questo sembra il testo di una canzone, da interpretare.

- «Lo aggiusti, papà?», di Stefano Pastor
Ciao Stefano, il ritmo del racconto è scandito dallo scambio di battute tra i protagonisti, con brevi ma efficaci descrizioni delle azioni. Manca totalmente la caratterizzazione dei personaggi, ma si scopre alla fine che è proprio questo l’aspetto su cui hai puntato per creare l’effetto sorpresa e risolvere il tema proposto. Secondo me il deus ex machina che hai introdotto fa cadere il racconto nella categoria delle barzellette, invece che in quella dei racconti umoristici. Per questo lo considero un esperimento riuscito soltanto a metà. Peccato, perché mi è piaciuto il tuo stile giornalistico, pulito ed efficace.

- La lavatrice, di Patty Barale
Ciao Patty, il racconto è scritto con stile sicuro, e nonostante gli errori si intuisce la maestria con cui affronti il tema. Per contro, è proprio l’intreccio con cui si legano gli eventi a non convincere. Soprattutto non mi ha convinto la escalation finale, quando sembra di osservare il grafico di un limite tendente all’infinito in prossimità dell’asintoto (lo so, questa è l’ora di italiano, non di matematica). Posso capire lo scompenso dell’adolescente, ma a me sembra eccessivo che per qualche piatto rotto arrivino subito i carabinieri!

- Il disastro, di Piero Chiappelloni
Ciao Piero, il tuo racconto mi ha sorpreso due volte, perché all’inizio pensavo si fosse rotto proprio un frigo, invece ho avuto modo di apprezzare la trovata del guasto al satellite artificiale. Poi, quando mi sarei aspettato che il protagonista tirasse fuori la scialuppa di salvataggio o lanciasse il più classico dei mayday, ecco che compare proprio il frigo! Alla fine, mi rimane la caratterizzazione riuscita del protagonista sull’orlo di una crisi di nervi, che però si accaparra la scena del racconto “dimenticandosi” del suo compito, e anzi utilizza gli ultimi caratteri a disposizione per fare uno “spuntino”!

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alberto.dellarossa
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Messaggio#13 » mercoledì 22 aprile 2015, 15:16

1) Il caricabatterie

Ottima, ottima prova. Bello lo stile, asciutto e funzionale al racconto, bella la storia, con un vero e proprio mondo appena tratteggiato e tuttavia così chiaro. Amo moltissimo le distopie, specialmente quando intrecciano sentimenti assolutamente umani. Ho colto anche il dramma di un uomo che esso stesso sta diventando apatico e che è in vita solo grazie all’amore. Un racconto davvero ben scritto e di livello, mi auguro di leggere ancora altri tuoi lavori ambientati nel medesimo setting.

 

2) Lo aggiusti, papà?

Ciao Stefano. Racconto magistralmente scritto, non c’è che dire. Ho apprezzato molto anche il fatto che non esiste alcuna connotazione di carattere temporale del setting. Detto questo, il fatto di scendere in ambito teologico l’ho trovato quasi scontato – di certo non per una questione di rispetto, grazie al cielo la scrittura è prima di tutto espressione di libertà – e avrei preferito una soluzione più fantasiosa. Insomma, bellissimo racconto, peccato per il finale che a mio avviso poteva essere gestito meglio.

 

3) La lavatrice

Ciao Patty, bentrovata!

Bel racconto, molto divertente e pieno di ironia. Mi è piaciuto molto come hai gestito il passaggio dalla disperazione adolescenziale alla gioia isterica e aggressiva della distruzione. In qualche passaggio ho trovato la prosa da rivedere ma nel complesso direi che va più che bene. Ottima gestione del climax, mi lascia perplesso solo la velocità con la quale arrivano i carabineri. Ecco, quella si che è fantascienza!

 

4) Gremlins

Ciao Eleonora. Ottima idea e mi è piaciuto molto anche lo stile, serrato e ansiogeno. Si assiste alla costruzione del quadro di follia indotta del protagonista, con gli eventi che sono conseguenza del guasto. Purtroppo la prosa in diversi punti risulta un po’ difficoltosa, così come lo sono alcune sequenze narrative. Insomma, ottimo setting, stile assolutamente adeguato. Maggior respiro (in termini di battute) e una riscrittura e ci sono delle ottime potenzialità per un pezzo di tutto rispetto.

 

5) Tra Montorsoli e Bivigliano

Ciao Filippo. Lo stile del tuo racconto è crudo, duro e sardonico. La storia non è poi così improbabile, anzi, trovo che il suo pregio maggiore sia nella verosimiglianza. Proprio per questo ho trovato – in una prosa decisamente buona e personale – eccessivamente pesanti tutti i turpiloqui del protagonista. Li ho trovati eccessivi, anche perché si sarebbero potuti usare altri espedienti per tratteggiare il disprezzo misto a desiderio del protagonista.

 

6) L'amore al tempo del 6G

Ciao Francesco, bentrovato.

Il racconto presenta inequivocabilmente la tua firma, lo stile si riconosce al volo. Anche l’idea non è male anche se sa di già visto e non mi risulta particolarmente originale. Inoltre c’è un problema logico alla base. Improbabile che un personaggio con una sociopatia tale da avere un erezione al tocco e da essere totalmente disorientato da un blackout informatico possa avere una rete sociale reale, specialmente nella quale siano coinvolti dei bambini. Battesimi e compleanni (anche se di quest’ultimo non è specificata la fascia d’età) presuppongono un contatto umano diretto che sicuramente Carmen ha, e che ponela ragazza direttamente nei non informatizati (perchè usare un ibrido anglo-italiano? avrei usato informatized o informatizzati, non un mix dei due). Stona quindi che lui, sociopatico evidente, chiami amore una persona che vive di rapporti umani reali (e pertanto ne pretenderà – dove poche righe dopo ci confermi la totale incapacità fisica e psicologica del personaggio a condurre rapporti fisici di qualsiasi tipo). Insomma, trovo un’inconsistenza di fondo poco sanabile nell’ambito di una prosa ben scritta e di uno stile personale.

 

7) Testa a testa

Head Anastomosys Venture, chiamato anche HEAVEN, ovvero il progetto del professor Canavero di trapiantare teste. Un racconto che affronta un tema di cronaca quindi. Beh, devo dirti che il conoscere bene la vicenda mi ha reso ancora più gustoso il racconto. D’altro canto quello che inizia con davvero un ottimo piglio si perde un pochino nell’infodump. La suggestione migliore, data dalla testa mozzata e tenuta in vita (perché di quello si tratta, vero?), è lasciata morire – passami il terribile gioco di parole – a favore della narrazione degli eventi operatori. Un ultimo appunto, relativo alla sospensione d’incredulità: una piastra difettosa è un caso, due un evento. Otto è magia nera…sempre che non sia voluto. Una coincidenza? Io non credo.

 

8) Il disastro

Ciao Pietro, il tuo racconto è…strano. Tutto il monologo è semplicemente molto – troppo! – stiracchiato, quando poi di materiale su cui lavorare ne hai in abbondanza. Diciamo che ho trovato poco equilibrio nelle parti, aggravato dal fatto che una vera e propria storia non c’è. Il guasto? Quello è evidente, e del piano B e del panico (che non c’è) non me ne frega niente (non le ho considerate indicazioni vincolanti), tuttavia manca qualcosa a fare da collante. Lo stile non mi dispiace, vagamente delirante e dai tratti Adams-iani (il frigo me lo immagino stile anni ’50, e il tecnico con un asciugamano sulla spalla). Ti invito a coltivare il genere, magari supportato da una buona storia!

 

9) Una sorpresa per te

Ciao Claudia, bentrovata.

Il racconto è spassoso, particolarmente in alcuni passaggi dove giochi di fantasia con la zeppola. Anche lo stile non mi è dispiaciuto. I punti dolenti sono, come ti hanno fatto notare, una mancanza di conseguenze logiche dirette che dovrebbero portare al ribaltamento dei ruoli. Ho trovato poco elegante anche l’occultare l’arma (rotta prima, un coltello da sushi poi) per ritardare il più possibile il palesarsi di una cattiva intenzione che però è intuibile da subito. Puoi tranquillamente dire che stava cercando un’arma, non è un segreto per nessuno fin dalle prime righe.

Il racconto non mi ha convinto più di tanto per questi motivi, ma con il giusto lavoro può guadagnare pieno valore.

 

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antico
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Messaggio#14 » mercoledì 22 aprile 2015, 16:53

Alphaorg, puoi specificare le posizioni di classifica con i numeretti perfavore? ;)

alphaorg
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Messaggio#15 » giovedì 23 aprile 2015, 7:27

Ho aggiunto la numerazione alla classifica (come da richiesta)!

1. L’amore al tempo del 6G, di Francesco Nucera
Ciao Francesco, ho trovato il racconto equilibrato nelle componenti che considero importante: intreccio della trama, dei personaggi e delle ambientazioni; aderenza al tema proposto; capacità di stimolare la curiosità del lettore fino alla fine del racconto. Rispetto ad altri autori del girone, hai usato uno stile chiaro, senza particolari fronzoli, ma che ben si adatta allo stereotipo del nerd sempre incollato allo schermo del pc.

2. Testa a testa, di Erika Adale
Ciao Erika, trovo che la trama sia perfetta per il tema proposto, il racconto risulta bilanciato, e trovo ottimo il finale anche se amaro, perché toglie al lettore la speranza che il paziente possa guarire in tempi brevi. Da un punto di vista formale, secondo me i primi passaggi risultano ambigui: si capisce che Paolo è l’intervistatore, e non il professore, soltanto a metà racconto. Inoltre, il fatto che il professore comunica attraverso una macchina doveva essere spiegato prima possibile, meglio se nella prima riga, e non dopo il secondo scambio di battute. Non te la prendere se ho fatto le pulci al racconto, d’altronde nel tuo caso gli errori erano proprio pochi!

3. Una sorpresa per te, di Claudia Beveresco
Ciao Claudia, il racconto è spassoso. Ti segnalo soltanto un Drin di troppo (il terzo), e il cambio del punto di vista proprio all’ultima frase. Capisco che serve a creare l’effetto sorpresa, ma risulta in una sorta di autogol all’ultimo secondo: un piccolo errore che potrebbe fare la differenza se dovessi “passare il turno”.

4. Tra Montorsoli e Bivigliano, di Filippo Santaniello
Ciao Filippo, il tuo racconto mi ha messo in difficoltà, perché è scritto con stile disinvolto, chiaro ed efficace soprattutto nell’uso del linguaggio che ben si adatta al carattere sanguigno del protagonista, ma il tema del concorso risulta poco sviluppato, quasi marginale rispetto alla vicenda raccontata. La storia ha il gusto delle smargiassate che gli sboroni raccontano durante gli aperitivi, ma la trovo un po’ grottesca nella successione degli eventi che accadono alla gieffina.

5. L’Apprendista, di Alberto Della Rossa
Ciao Alberto, il racconto è piacevole nella prima parte, e un po’ meno nella seconda. Trattandosi di un fantasy, trovo geniale la “magia” del guasto che “non c’è”. Peccato che arriva solo alla fine, nel climax, dopo un lungo plateau di caratterizzazione (comunque pregevole) che secondo me ha sbilanciato gli equilibri dettati dal tema. Ho trovato solo un errore di consecutio temporum che ti ho segnalato nel thread del racconto.

6. Gremlins, di Eleonora Rossetti
Ciao Eleonora, le onomatopeie donano musicalità e ritmo a questo racconto, che oscilla tra il lirico e l’onirico. Detto questo, anche tenendo conto della licenza poetica finale, rimangono alcune perplessità sul senso del racconto. Perché di prosa si tratta mentre questo sembra il testo di una canzone, da interpretare.

7. «Lo aggiusti, papà?», di Stefano Pastor
Ciao Stefano, il ritmo del racconto è scandito dallo scambio di battute tra i protagonisti, con brevi ma efficaci descrizioni delle azioni. Manca totalmente la caratterizzazione dei personaggi, ma si scopre alla fine che è proprio questo l’aspetto su cui hai puntato per creare l’effetto sorpresa e risolvere il tema proposto. Secondo me il deus ex machina che hai introdotto fa cadere il racconto nella categoria delle barzellette, invece che in quella dei racconti umoristici. Per questo lo considero un esperimento riuscito soltanto a metà. Peccato, perché mi è piaciuto il tuo stile giornalistico, pulito ed efficace.

8. La lavatrice, di Patty Barale
Ciao Patty, il racconto è scritto con stile sicuro, e nonostante gli errori si intuisce la maestria con cui affronti il tema. Per contro, è proprio l’intreccio con cui si legano gli eventi a non convincere. Soprattutto non mi ha convinto la escalation finale, quando sembra di osservare il grafico di un limite tendente all’infinito in prossimità dell’asintoto (lo so, questa è l’ora di italiano, non di matematica). Posso capire lo scompenso dell’adolescente, ma a me sembra eccessivo che per qualche piatto rotto arrivino subito i carabinieri!

9. Il disastro, di Piero Chiappelloni
Ciao Piero, il tuo racconto mi ha sorpreso due volte, perché all’inizio pensavo si fosse rotto proprio un frigo, invece ho avuto modo di apprezzare la trovata del guasto al satellite artificiale. Poi, quando mi sarei aspettato che il protagonista tirasse fuori la scialuppa di salvataggio o lanciasse il più classico dei mayday, ecco che compare proprio il frigo! Alla fine, mi rimane la caratterizzazione riuscita del protagonista sull’orlo di una crisi di nervi, che però si accaparra la scena del racconto “dimenticandosi” del suo compito, e anzi utilizza gli ultimi caratteri a disposizione per fare uno “spuntino”!

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antico
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Messaggio#16 » giovedì 23 aprile 2015, 12:48

Manca solo più la classifica di Erika Adale.
E vabbeh, manca anche la mia, ma quella arriverà domani.

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erika.adale
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Messaggio#17 » giovedì 23 aprile 2015, 15:13

Ecco la mia classifica

1) "L'apprendista" - Alberto Della Rossa

Un racconto dalle ottime descrizioni, molto caratterizzanti. Non sono una patita del fantasy, anzi spesso mi trovo a sbadigliare sui suoi cliché ma, in questo caso, non ho potuto che apprezzare l’immediatezza con cui dipingi dell’ambientazione. Il particolare del “bordello delle fate” mi ha fatto sorridere. Ho impiegato un po’ ( due letture) a capire che Ulisse ha il “guasto” di non avere coraggio, ma temo sia a causa della mia insipienza nel genere: gli gnomi sono tipicamente coraggiosi, è una loro caratteristica saliente? L’immagine del cuore metallico è davvero forte e mi ha ricordato qualcosa del “Mago di Oz”. Il finale e il suo metasignificato mi sono piaciuti molto.

2) "L'amore al tempo del 6G" - Francesco Nucera

Il racconto è interessante e lo scenario descritto tutt’altro che improbabile. Mi è piaciuto tanto da desiderare particolari in più della società descritta ( la caratterizzazione è quello che preferisco nelle distopie), ma so che avevi le mani legate dal limite di battute. Ho apprezzato anche la scelta di far cascare le certezze del protagonista a fronte di una sensazione carnale e fugace. Avrei bisogno di qualche spiegazione ulteriore per quanto riguarda il muro. Ho capito che gli informatizati vanno in panico di fronte al guasto nel server e perdono tutti i riferimenti…. ma non riesco a cogliere la ragione per cui fissare una parete possa in qualche modo tranquillizzarli. Ho il sospetto che, con qualche battuta in più, ce lo avresti raccontato.

3) "Il caricabatteria"- Alex Montrasio

Il tuo racconto descrive una società assai interessante, il tono “freddo” è perfettamente funzionale all’apatia del protagonista e fa da perfetto pendant alle emozioni che deve suscitare nei sintoidi. Ho trovato poco chiara la parte centrale, in cui interagisce con i robot/servi; poi la tua spiegazione nelle risposte ha chiarito tutto, ma il racconto, avulso dal contest ne sarebbe stato privo, dunque mi avrebbe lasciato con qualche dubbio. La sensazione è che la tua narrazione faccia parte di un pregevole insieme più ampio, da cui hai estrapolato un brano, certo funzionale al tema. E, se così non fosse, sarebbe un peccato, perché il tema ha straordinarie potenzialità.

4) "Tra Montorsoli e Bivigliano"- Filippo Santaniello

Ciao Filippo, complimenti per lo stile del racconto, la voce del narratore è davvero ben gestita. Il filo di infodump ci sta con la “sboronità”del personaggio, fiero di sé e delle sue imprese, dunque non mi ha affatto infastidita. L’autopresentazione fa reality, dunque va bene a mio avviso ( e ho pure imparato qualcosa, pensavo che i runners fossero solo gli appassionati di corsa). Mi lascia perplessa solo il bifolco. Mi spiego: è sera, le case sono a una ventina di Km (così dice Sergio) e dal buio emerge questo questo contadino “american gothic” appiedato che scompare così come era apparso. Cosa ci faceva nel campo a quell’ora? Lontano da casa? A piedi? In un contesto tanto tristemente verosimile, è l’unico particolare che mi stona.)

5) "Gremlins"- Eleonora Rossetti

Il racconto mi è piaciuto, a mio parere la scrittura sincopata e ansiogena, in questo caso, ci sta. Devo ammettere però che l’ho gradito anche di più dopo aver letto la spiegazione: io avevo capito che l’invasione di esseri (Gremlins?) ci fosse realmente, che fossero parassiti delle macchine volanti ( deduzione tratta dal cenno ai baracchini della Seconda Guerra Mondiale) e che avessero in qualche modo tenuto sveglio il protagonista facendolo sbroccare. Invece l'intreccio è più fine di così, e si intuisce (o non lo si intuisce e si va in confusione, come ho fatto io) solo alla fine. In generale penso che un racconto non dovrebbe richiedere esplicazioni aggiuntive, ma in questo caso ho il dubbio di essere tonta io.


6) "Lo aggiusti, papà?"-Stefano Pastor

La prima parte di questo racconto mi è piaciuta moltissimo, la grazia della scrittura fa il paio con la tenerezza del quadretto descritto e la profondità dell’insegnamento che il padre vuole impartire al figlio. Mi aspettavo un colpo di scena, ma quello che ho trovato non mi ha convinta. Le premesse erano volutamente “neutre” in modo da poter rivelare alla fine qualunque nucleo famigliare (tranne forse le mucche, non così diffuse nella Palestina dell’epoca da poter essere il primo animale enumerato in un elenco di esempi generali), ma avrei preferito qualche indizio in più…così ho la sensazione che l’identità dei personaggi sia solo uno scherzetto al lettore, non un’esigenza della storia che sarebbe stata deliziosa anche senza il colpo di scena.

7) "La lavatrice" - Patty Barale

Una storia divertente e dolce/amara: la voce narrante è così ben gestita da farmi scivolare nel paleolitico della mia adolescenza e permettermi una rapida empatia con questa simpatica isterica pasticciona. Aderente al tema, originale e abbastanza realistico. Io non ho pensato che i vicini abbiano chiamato i carabinieri in quanto timorosi dell’ennesimo furto, ma perché convinti che si stesse consumando qualche atto violento. Ecco, magari si nota un po’ che hai sforbiciato in velocità la storia per tenerla nei parametri richiesti, lasciando alcuni particolari un po’ sospesi (tipo la posizione spazio-tempo della nonna…) ma che ti devo dire, proprio io che ho sforato e manco me ne sono accorta?

8) "Una sorpresa per te" - Claudia Beverasco

Il racconto ha dei tratti divertenti come le battute con la zeppola (forse un po’ troppe, vista la brevità del brano) e le elucubrazioni del tuo protagonista. Indiscutibilmente c’è un guasto (coltello rotto…) e un piano B (altro coltello in cucina). Però ci sono un paio di aspetti che non mi tornano: lui ha tenuto in serbo per tempo un nuovissimo coltello da sushi per ucciderla e quando si rompe, dopo un attimo di disperazione, si accorge che ne aveva uno uguale in cucina? Insomma, tutto il can can non è giustificato. Un dubbio sulla gestione della voce narrante: il finale è gestito tutto dalla donna, dopo che ci hai fatto vedere la storia dagli occhi dell’uomo: perdiamo completamente il punto di vista a cui ci eravamo abituati e la storia si risolve con un battuta secca. E’ una soluzione, secondo me, poco narrativa, che “lancia” un colpo di scena senza giustificarlo. Comunque mi hai strappato più di un sorriso!

9) "Il disastro" - Piero Chiappelloni

Nel racconto il guasto c’è, non ci sono dubbi. Manca la possibilità di immedesimarsi con la voce narrante. Per buona parte della storia non si riesce a capire di cosa si stia lamentando, fino quasi a perdere interesse. Poi c’è una situazione fantascientifica che potrebbe stuzzicare la curiosità, ma viene risolta in fretta e furia perché il protagonista si sta interessando al frigorifero. Capisco che volevi sottolineare la relatività delle ragioni di panico, ma se non favorisci un po’ di identificazione con un personaggio, alla fine il suo comportamento sembra solo bislacco.

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Messaggio#18 » giovedì 23 aprile 2015, 15:19

Fra me e la formattazione dal mio vecchio portatile c'è una guerra senza quartiere, in cui talvolta interviene gentilmente l'Antico a mettere ordine. Anche la mia classifica è venuta da mal di mare, ma credo che i concetti siano comunque chiari: i commenti sono (ri) leggibili anche sui thread personali. Non riesco immediatamente a porre rimedio, se posso ci metto una pezza in serata da un pc meno steampunk.

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Messaggio#19 » giovedì 23 aprile 2015, 15:54

Fatto io :)

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Messaggio#20 » venerdì 24 aprile 2015, 16:55

CLASSIFICA DELL'ANTICO
 
Gruppo durissimo. Metto al primo posto Santaniello, autore capace della giusta cattiveria, che riesce a mettere in risalto tutte le debolezze di un'Italia allo sbando. Al secondo posto il ritratto di un futuro decisamente not good di Montrasio. Terzo Della Rossa con una storia di gnomi e goblin narrata magnificamente. Quarto Nucera con il suo futuro in 6g che sa già di presente. Quinta la Adale con un racconto "di testa", nel vero senso della parola. Sesta la Barale che ci mostra una ragazza in piena crisi di nervi e lo fa con il giusto piglio. Tutti racconti che non presentano evidenti problemi e così capita che un autore del calibro di Pastor, con la sua prosa perfetta, finisca settimo a causa di una scelta sul finale che non ho condiviso o che un'autrice della bravura della Rossetti si ritrovi addirittura ottava con un racconto penalizzato da un'eccessiva confusione nel suo momento topico. Al nono posto si piazza invece la Beveresco, rea di poca chiarezza da parte dell'antagonista della sua storia e decimo Chiappelloni con un racconto basato su un'idea molto buona che però non riesce mai a rilanciarsi rimanendo avvinghiato su se stesso.
 
Pubblicherò la classifica finale del raggruppamento fra domani, sabato 25 aprile, e domenica comunicando i selezionati per Tonani e gli eventuali ammessi direttamente al sito. Nella giornata di lunedì aprirò (lo trovate già indicizzato sul forum) il LABORATORIO DI SCRITTURA in cui potrete ripostare i racconti non ammessi al sito in una versione rivista in seguito ai commenti ricevuti in corso di edizione. Tali racconti verranno da me rivalutati. Dovrete considerarmi come il vostro committente e se sarete in grado di soddisfare il mio palato sarete premiati con la pubblicazione. Il regolamento del Laboratorio sarà caricato dentro il Laboratorio stesso entro lunedì. Comunico inoltre che, data la grande partecipazione, stiamo valutando di modificare la distribuzione dei punti validi per il RANK della Quarta Era in modo da premiare più autori.
 
1) Tra Montorsoli e Bivigliano, di Filippo Santaniello
Un racconto cattivo, feroce, figlio di un'epoca oscura in cui è inutile essere eroi, anzi controproducente: se il protagonista del tuo racconto si fosse limitato a scacciare il violentatore e a salvare la ragazza, chi gli avrebbe potuto assicurare di non essere accusato di essere stato lui stesso il violentatore? Pragmaticamente ha quindi deciso di fare quello per cui poi potrebbe essere accusato, in seguito presumo cercherà di indossare gli abiti dell'eroe e a quel punto andrà come andrà. Intendiamoci, non sto affermando che la sua sia una scelta razionale, ma quella più logica dettata dal modo in cui il Sistema attuale plasma i suoi giovani: all'insegna dello sfruttamento altrui (un runner è per definizione uno schiavetto sottopagato) e della quasi totale mancanza di morale. E in quest'ottica il guasto lo ritrovo nel Sistema e il piano B, se proprio vogliamo trovarlo, nella decisione del protagonista di "realizzare il suo sogno". Un convinto pollice su.
2) Il caricabatteria, di Alex Montrasio
Non vedo punti deboli nel racconto se non che avresti potuto usare nomi italiani e non sarebbe cambiato nulla. Ottima la caratterizzazione di questo mondo futuro, ben resa attraverso lo scorrere dell'azione. Rimani freddo il giusto nel descrivere il personaggio, del resto lui stesso è chiaro nel sottolineare di non provare emozioni nel sapere della morte dell'amico. Geniale il sistema dominato dai sintoidi con i robot normali e gli umani al loro servizio. Un racconto che oserei definire quasi perfetto. Un pollice su senza alcuna ombra di dubbio. Però la prossima volta usa nomi italiani... Davvero, non cambia nulla e ci guadagni.
3) L’apprendista, di Alberto Della Rossa
Racconto narrato in modo ineccepibile, in 3000 battute sei riuscito a delineare una situazione in un mondo fantasy mettendoci anche un pizzico di cinismo (il bordello delle fate m'ha fatto ribaltare sullo scranno). Proprio per questo il finale m'è sembrato forse troppo buonista, i goblin non sono creature dolci, è risaputo. Va bene l'apprezzare un apprendista dal cuore tanto tenero da non voler rischiare di rompere qualcosa che rotto non è, ma mi sarei aspettato più una cosa tipo lui che sputa per terra, s'avvicina allo gnomo, prende l'orologio, lo butta a terra e chiude con una frase "Se t'ho detto d'aggiustarlo, devi trovare il modo per poterlo aggiustare e se non è rotto lo rompi! E ora vattene, ho da fare", chinandosi a raccogliere i pezzi. Il mio giudizio rimane da pollice su, ma con riserva dettata da questo finale che poco mi ha inciso (in senso letterale proprio).
4) L’amore al tempo del 6g, di Francesco Nucera
Direi un'ottima trovata, espressa bene. Anche divertente, mi hai sollazzato assai. Qualcosa mi ha però stonato, niente di grave, ma ci ho riflettuto e ho notato che il racconto è come una freccia scagliata in avanti, potente e perforante per la forza dell'idea, ma senza un vero e proprio focus. Sembra quasi che tu ti sia limitato a raccontare uno spezzone di vita del tuo 6giistico protagonista... Certo, il finale appare conclusivo con quei dubbi che gli s'infilzano nella testa (e nei pantaloni), ma forse troppo frettoloso, stento a credere che anni di vita in rete possano essere messi in discussione così velocemente. Un buon lavoro, certo, ma minato da quanto sopra. Pollice su, ma senza quel problema sarebbe potuto arrivare ancora più su.
5) Testa a testa, di Erika Adale
Racconto senza difetti evidenti, tutto incentrato sul dialogo eppure chiaro e capace di delineare per bene la situazione nella mente del lettore. L'idea, tra l'altro, è decisamente buona. Forse rispetto ad altri succede poco, nel senso che alla fine si tratta di un'operazione andata male e basta con l'aggravante della sfiga di una partita di piastre andate a male proprio durante un'operazione così unica, ma non è un problema in quanto l'immagine di questa testa vivente rimane ben impressa ed è difficilmente dimenticabile, risultato ottimo per un racconto così breve. Pollice su, non proprio al 100&, ma su.
6) La lavatrice, di Patty Barale
Racconto divertente, l'escalation è funzionale, quasi caricaturale. In quest'ottica accetto anche l'arrivo repentino dei carabinieri, anche perché lei va in tilt e non è dato sapere quanto tempo passi in questa fase di trance. Non riesco invece ad accettare la mancanza della nonna sulla scena: la evochi, la indichi come elemento ostruzionista all'interno della casa, ma non ci dici mai che è andata, per dire, via. Sarebbe bastato poco per eliminare il fastidio di una mancata informazione. Cmq godibile, pollice tendente verso l'alto, non proprio dritto perché la lettura qua e là stride, ma niente di grave, al LAB o come deciderò di chiamarlo lo risolvi in un amen.
7) «Lo aggiusti, papà? », di Stefano Pastor
Mi hai divertito, sì. Godibile, molto. Uno stile pulito, sicuro, deciso, senza fronzoli. Mi hai però deluso nel finale. Mi aspettavo una virata sul magico, ero pronto a godermi il trick conclusivo, l'invenzione con cui avresti coronato una si tal mirabile fondamenta e d'improvviso mi s'è palesato Gesù e non solo, pure Giuseppe e Maria. Inutile dire che ho perso un pelo di sprint e mi s'è afflosciato l'entusiasmo. Lo stile era moderno, l'immaginazione volava verso una situazione da famigliola dei giorni nostri, il ritrovarmi catapultato a duemila e passa anni prima mi ha destabilizzato. Un pollice su di tre quarti di racconto va dunque a fare media col pollice verso del finale e il risultato è un pollice ni con uff allegato per la delusione generata da uno stile così aggraziato quale possiedi che però in questo caso, a mio giudizio, non ha trovato adeguato finale.
8) Gremlins, di Eleonora Rossetti
Idea molto buona, ma realizzazione un pelo faticosa. Ho dovuto rileggerlo più volte per riuscire a imbastire un commento che mi soddisfacesse. Sono giunto alla conclusione che il meccanismo s'incricca proprio nel momento topico, ovvero quando accade il guasto che permette al protagonista di muoversi e sabotare la nave: non è abbastanza in risalto, troppo simile a quanto precede. Anche in un altro punto c'è uno stridio, dove accenni alla seconda guerra mondiale, porti troppo l'attenzione sui gremlins, che tra l'altro evochi attraverso il titolo e mai più, furbo espediente, ma almeno per me fastidioso in quanto vai a toccare mostriciattoli pop citando direttamente il titolo di due film. Insomma, l'ottima idea viene confusa più volte nella mente del lettore e il momento topico passa quasi inosservato. Però è racconto meritevole di LAB. Pollice ni tendente al giù a questo giro per te.
9) Una sorpresa per te, di Claudia Beveresco
Lo stile mi piace, molto visivo. Il tema è inserito a forza, devo fartelo notare. L'uso della zeppola ci può stare. Il finale è gettato via. Bene, tira fuori il guanto e poi? Volontariamente lo tortura perché lei stessa è una serial killer? Allora devi darci qualche informazione in più. Lo tortura per sbaglio mentre pensa di procurargli piacere? Allora devi lavorare di più sulla stordità di lei per rendere la cosa plausibile. Avrai da lavorare nel LAB, credo ci siano ampi margini per migliorare di netto il racconto. T'aspetto là.
10) Il disastro, di Pietro Chiappelloni
L'idea alla base del racconto è interessante, ma si rimane sempre in attesa di una svolta che mai arriva. Il protagonista inizia lamentandosi e finisce lamentandosi senza troppi passaggi intermedi. Direi che è il tipico caso di una buona idea che muore un po' in se stessa. Un racconto, anche se breve, deve partire da un'idea che l'autore, ovviamente, considera geniale e rilanciarsi continuamente attraverso altre idee di egual portata, soprattutto quando il tutto è spiattellato troppo presto. Qui rimani un pelo passivo, parti bene, ti salvi dal ricadere nel solito filone del Dio che crea e il giocattolo Terra che si rompe, ma non rilanci mai e, di conseguenza, perdi in brio riga dopo riga. Detto questo, mi sembra evidente che l'arte non ti manca, devi solo aumentare il controllo. Ti rivoglio nell'Arena il mese prossimo e magari anche nel LAB alla fine di questa edizione (cos'è il LAB? Lo svelerò presto...)

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