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Un auto in affitto...

Inviato: venerdì 17 novembre 2017, 21:46
da Sonia Lippi
“Siamo in perfetto orario no?“ Esordì Francesco giunti nella periferia di Montpellier.
“Si amore, non sono ancora le 10.30, abbiamo tutto il tempo per fare carburante, riconsegnare l’auto e prendere l’autobus per Barcellona che parte alle 12,25!” Risposi mentre controllavo l’indirizzo di riconsegna sul foglio lasciatoci dall’agenzia di viaggio.
“Google maps dice che arriviamo a destinazione fra 4 chilometri, dobbiamo solo trovare una stazione di servizio” aggiunsi.
“Ma si, figurati se ora non ne incontriamo una!” Disse Francesco guardandosi attorno.
“Ho visto sul navigatore che l’indirizzo di riconsegna è vicino alla stazione ferroviaria, praticamente di fronte! Sarà facilissimo arrivarci! Ecco l’ho Impostato” dissi passando il cellulare a Francesco.
Mi girai a controllare Mattia che dormiva beato, chiedendomi come avremmo fatto a tenerlo seduto in autobus per 4 ore.
La strada nella periferia di Montpelier era trafficata ma scorrevole, il cielo terzo e tutto faceva presagire che sarebbe stata una splendida giornata di fine ottobre.
“Guardati attorno se vedi un distributore,” mi disse Francesco sorridente, “l’indicatore di carburante è sceso solo di una tacca, mi sa che ce la caviamo con 20 euro”.
“Economica questa ibrida della Renault” commentai.
“Economica e ipertecnologica” aggiunse Francesco, “sinceramente preferisco le macchine col cambio manuale e con l’accensione tradizionale! Questa si accende con un pulsante e appena rallento per fermarmi si spegne! Mi mette ansia.”
- FRA 80 METRI SVOLTARE A DESTRA SU AVENUE GEORGES CLEMENCEAU
“tienilo tu il navigatore, guardarlo mi distrae, rischio di tamponare qualcuno,” disse Francesco passandomi il cellulare.
“ Si meglio che ti dico io quando girare, le strade di questa città sembrano un labirinto!” risposi.
- FRA 30 METRI SVOLTARE A DESTRA SU AVENUE GEORGES CLEMENCEAU
“Gira a destra, vedo dalla cartina che bisogna passare dal centro!” dissi
“A Sò, Ma un distributore lo hai visto?”
“No non l’ho visto, ma credo sia meglio andare vedere dove riconsegnare la macchina e chiedere a loro, mica possiamo girare per Montpellier a caso!”
- FRA 80 METRI GIRARE A DESTRA PER RUE RONDELET
“Ecco ora svolta a destra, il navigatore dice che siamo a 800 metri.” Dissi controllando l’ora sul cellulare.
“Ufff, qui c’è traffico e la strada è piena di semafori, ci vorranno 20 minuti per arrivare.” Disse Francesco sbattendo il palmo della mano destra sul volante.
Notai che si stava agitando e anche io sentivo l'ansia salirmi dallo stomaco, mi ero immaginata una grande strada che arrivava davanti alla stazione ferroviaria, ma le strade erano piccole e tortuose, e soprattutto non vi erano indicazioni.
Sospirai, cercando di farmi tornare la positività di qualche minuto prima,“anche se ci mettiamo 20 minuti arriviamo alle 11.00! Abbiamo tutto il tempo”.
“Si ma mi rode non aver trovato un distributore, i francesi sono stronzi, vedrai che se non facciamo carburante ce lo faranno notare, con quell’aria da primi della classe!”
Sorrisi annuendo alla sua affermazione, ”Montpellier deve essere carina! Guarda c’è una liuteria gigante, a saperlo venivamo a farci un giro.”
- FRA 30 METRI SVOLTARE A SINISTRA SU RUE CATALAN E POI SVOLTARE A SINISTRA SU RUE ALBERT LEENHARDT
“Quanto manca?” Chiese Francesco con voce ansiosa.
“Solo 500 metri!” risposi allegra.
“Meno male non vedo l’ora di riconsegnare questa astronave! Ho sofferto sai in questi giorni?
La tipa che mi ha consegnato la macchina mi ha ripetuto varie volte che se fosse successo qualcosa avevamo solo una franchigia di 800 euro e che non c’è assicurazione in copertura. Mi ha fatto capire che se mai fosse successo qualcosa dovevamo pagare tutto di tasca nostra, sono stato in ansia! E poi mi guardava con quella faccia da stronza e con quell’aria di superiorità, come tutti i francesi quando parlano con gli italiani!” Francesco aveva la faccia incupita al ricordo di quella giornata a Marsiglia.
“ Ma chi si credono di essere!” aggiunsi, “il patrimonio archeologico ce l’hanno grazie agli antichi Romani! L’anfiteatro romano, l’arco di trionfo, pure due pietre sconnesse antiche te le fanno passare come se fossero l’ottava meraviglia del mondo! quel poco di cultura glie l’abbiamo importata noi!“
- FRA 30 METRI SVOLTARE A SINISTRA SU RUE DU GRANT SAINT JEAN E SUBITO A DESTRA SU RUE PARLIER
“Mmmm aspetta vai piano, google dice sinistra e poi destra, ma poi ci sono due strade parallele, quindi vai piano che non capisco dove dobbiamo andare”.
Francesco era sempre più nervoso e spaesato, “ma a destra dove? C’è un cartello con scritto deviazione, forse devo andare verso la deviazione?“
“Non lo so Francesco non lo so, 'sto coso si è inchiodato! Ah ecco si, prendi la deviazione a destra a destraaaaa! Francesco dove vai?”
“Dove cazzo vuoi che vada! Oramai sono andato a dritto! Cazzo però Sonia sbrigati a darmi le indicazioni altrimenti non so dove andare!” Francesco sbuffava e le mani artigliavano il volante.
“Ohhhh tesoro” risposi con voce scocciata e arrabbiata” mica è colpa mia se sto cavolo di navigatore si è inceppato! Ecco ha fatto il ricalcolo del percorso! Porco cazzo stiamo a un chilometro e 200 metri! Merda!”
L’ansia che prima era appena accennata ora mi stava attanagliando lo stomaco.
“Ma come è possibile eravamo a 500 metri! Qui è un delirio di sensi unici! E questo coso non parla più! Dove devo andare? Sonia dove cazzo devo andare?”
Percepivo che Francesco stava entrando in uno stato di ansia peggio del mio, dovevo mantenere la calma, ma non era facile.
Presi aria dal naso e la buttai fuori dalla bocca, una tecnica di respirazione che mi attenuava l’ansia, poi con un tono il più possibile calmo risposi, “ gira a destra, google dice di girare a destra e poi ancora a destra”.
“E allora giro a destra!” rispose Francesco nervoso, rallentando per svoltare nella prossima traversa.
”Cazzo Sonia come a destra? è senso vietato! Ma porca di quella troia porca!” Francesco sbatteva i palmi delle mani sul volante, la tensione era alle stelle, io non riuscivo a capire le indicazione che dava il navigatore che sembrava impazzito.
“Il navigatore diceva a destra! Ora sei andato dritto di nuovo, questo aggeggio sta facendo il ricalcolo, non so che caspita gli è preso! Fermati! Fermati un attimo e reimpostiamo tutto!”
L’ansia e l’angoscia mi attanagliavano la gola, guardavo ovunque cercando un cartello che indicava la stazione ferroviaria o magari una persona a piedi per chiedere lumi, ma non vidi nulla di ciò che cercavo”
“Ecco una piazzola” dissi sollevata, “fermati che ci calmiamo un attimo e reimposto tutto”.
Francesco, con sguardo torvo e in silenzio, mise la freccia e entrò nella piazzola.
Socchiusi gli occhi un attimo cercando di ritrovare un pochino di calma.
“Mammaaaaaaa mamma dove andamo?!”
La voce di mio figlio mi arrivo al cervello come una scossa elettrica.
Mi girai verso di lui “Oh amore di mamma ti sei svegliato! Vuoi il biberon?”
“No mamma in braccio!”
“Dammi sto navigatore!” Disse Francesco prendendo il telefono per reimpostarlo!
Iniziai a cercare il Biberon nella borsa “In braccio no tesoro, devi stare sul sediolino!”
Mattia aggrotto le sopracciglia e buttò in fuori il labbro inferiore, segno che stava per scoppiare in un capriccio epocale!
“Nooo qui nooo mamma!“ urlò con voce piagnucolosa.
Socchiusi gli occhi, cercai di guardarlo dolcemente e poi porgendole il biberon gli sussurrai:”ascolta amore, questo è il biberon, cerca di stare calmo e aiuta mamma e papà stando in silenzio e guadando fuori dal finestrino capito?” gli accarezzai una guancia.
Mattia ci pensò un attimo, “si mamma ma dove andamo oggi?”
“A riconsegnare quest'auto e poi a Barcellona!” Risposi alzando gli occhi al cielo.
Mattia prese il biberon e mentre se lo portava alla bocca esclamò:“capito mamma!”
Mi girai nuovamente verso Francesco,”allora? Dove dobbiamo andare? Sei riuscito a capire la strada?”
Francesco era chino sul telefono e spostava nervosamente la cartina digitale avanti e indietro.
“Non lo so, 'sto coso è impazzito, non fa nemmeno più la striscia blu continua per indicare la strada ma fa dei pallini, vedi?” mi sporsi verso di lui per guardare lo schermo del telefono.
“Perché fa così? Forse perchè siamo in centro?” dissi senza troppa convinzione.
“Mmm non credo! A Roma in centro fa la striscia blu! Però continua a indicarci di girare a destra!”
Presi un attimo il telefono dalle sue mani e rimpicciolii l’immagine della mappa, cercando di capire cosa fosse successo.
“ Cazzo Fra! Era impostato su percorso a piedi! “ dissi con voce acuta.
Francesco mi guardò stupito, ”davvero? Non è possibile non ho toccato nulla nelle impostazioni“.
Sbuffai “ lasciamo stare!Ora la strada dovrebbe essere giusta, dobbiamo andare avanti poi a destra “.
- FRA 80 METRI SVOLTARE A DESTRA SU AVENUE GEORGES CLEMENCEAU
“ Ci siamo già passati, ricordi?” indicai con l’indice destro il cartello con il nome della via.
Francesco annui, “stiamo tornando nuovamente nella strada trafficata del centro, quanto manca?” chiese Francesco guardandomi con la coda dell’occhio.
“Di nuovo 800 metri e sono le 11.25! C’è di buono che ora sappiamo dove andare, dobbiamo prendere a destra dove c’è scritto deviazione!” Cercando di essere il più positiva possibile.
Francesco tamburellava le dita sul volante “Uffa ma 'sti semafori quanto durano? Mi sembra un ora che siamo fermi!”
- FRA 30 METRI SVOLTARE A SINISTRA SU RUE CATALAN E POI SVOLTARE A SINISTRA SU RUE ALBERT LEENHARDT
Mi stava salendo l’ansia, ma cercavo di tenerla sotto controllo, “ecco il verde! Ora a sinistra e poi prendi la deviazione! Mancano 400 metri!” dissi quasi esultando.
- FRA 30 METRI SVOLTARE A DESTRA SU RUE DURANT
Francesco rallentò, ”a destra dove? Ci sono due strade una in salita e una in discesa, non so quale prendere! Questi cazzo di francesi mica lo scrivono il nome delle via ad ogni incrocio, bastardi! allora quale prendo?”
Mi guardò come se fossi un oracolo che doveva emettere un responso cruciale.
Mi sentivo il peso del mondo addosso, ma purtroppo non riuscivo a capire quale strada scegliere,“ non lo so qui ne fa vedere una!“ Dissi in preda all’ansia.
Francesco serrò le mascelle, ”ma come è possibile dammi sto cazzo di navigatore! Forse è uguale no? Prendiamo quella in salita, quella in discesa ha il cartello di strada senza uscita!”
Mi lanciò il cellulare e imboccò la strada in salita.
Guardai il navigatore, il triangolo che simboleggiava la nostra auto si stava spostando nella giusta direzione, chiusi gli occhi e tirai un sospiro di sollievo, poi tornai a guardare google map.
“Noooooo cazzo Francesco sta ricalcolando il percorso! Non ci credo ma com’ è possibile! Ora dice un Chilometro e 200 metri” due grosse lacrime di frustrazione iniziarono a bagnarmi le guance.
“Sonia concentrati!dove cazzo devo andare? Sbrigati a dirmelo altrimenti scendo e guidi tu! Capito?”
“Senti Fra stai calmo, non è colpa mia se questi stronzi di francesi fanno le strade a labirinto con tremila sensi unici e deviazioni senza mettere cartelli, e ci mancava pure questa app di merda di google map che si blocca, non dare la colpa a me! Vai piano cazzo! E gira a sinistra.
- FRA 80 METRI SVOLTARE A DESTRA SU AVENUE GEORGES CLEMENCEAU
“Nooo Sonia, non ci credo non ci credo non ci creeedooo! siamo nuovamente nella strada che va verso il centro! Praticamente stiamo circumnavigando la stazione ferroviaria!” Francesco aveva la faccia contratta dal nervoso e dall’ansia.
Io non sapevo proprio cosa fare mi sentivo inutile, con il telefono in mano con google map acceso ma senza punti di riferimento, nessun cartello, nessuna persona da poter fermare e chiedere informazioni, in una città sconosciuta, con il problema della lingua francese che non conoscevo, l’unica cosa che potevo fare era cercare di infondere calma e sicurezza a Francesco.
“Siamo di nuovo al semaforo, ora abbiamo capito dove andare, arriveremo in tempo vedrai!”
“Mammaaaa Mammaaaaaa”.
Mattia aveva finito il biberon e chiedeva attenzioni, mi girai verso di lui, cercando di non fargli percepire la tensione che mi attanagliava.
“Amore dimmi che c’è? “
“Mi canti la canzoncina quella del pon di amignon?”
“Del pont di Avignon amore? No ora non è il momento, devo aiutare Papà!”
“Siii dai mamma! Canta! “ Mattia si stava agitando sul sediolino cercando di tirare fuori le braccia dalle cinture che lo tenevano legato in sicurezza.
Francesco con voce cavernosa intervenne, “cantagli sta canzoncina che tanto ora la strada la so! Che palle questo semaforo rosso che dura una quaresima!”
Mi schiarii la voce, non credevo di essere in grado di cantare ma ci provai,”sur le pont d’Avignon ,L’on y danse, l’on y danse, Sur le pont d’Avig…
“Cazzo NOOOOOOOO” l’urlo di Francesco mi fece schizzare il cuore in gola.
“Oddio che succede! Che è successo” dissi angosciata girandomi di scatto.
Francesco stava dando cazzotti al volante in preda a una crisi isterica “Noooooo non riparte più questa cazzo di macchina! Guarda si è accesa una spia rossa! No no nonononononono cazzocazzocazzooooooooo! E ora che facciamo? Io scendo e me ne vado te fai come cazzo ti pare!”
Francesco aprì la portiera della macchina e scese! Fu invaso da una miriade di strombazzamenti di clacson delle auto dietro di noi, lo sentì inveire contro di loro “che cazzo ve sonate voi! Non vedete che abbiamo un guasto? Francesi di merdaaaa!”
“Mamma pecché papà ulla?”
- FRA 30 METRI SVOLTARE A SINISTRA SU RUE CATALAN E POI SVOLTARE A SINISTRA SU RUE ALBERT LEENHARDT
“Mammaaaa veni qui mammaaaa”
Scesi di macchina anche io, presi Francesco per un braccio e lo riportai verso la macchina ”cazzo
Francesco! Entra in quella macchina e rimettila in moto, altrimenti sono io che prendo Mattia e ti lascio qui nel casino da solo capito? Riportiamo questa macchina a chi ce l’ha noleggiata e poi addio Francia! Posiziona quella leva e prova a riaccenderla!”
“Riporto questa macchina a chi ce l’ha noleggiata e poi me ne vado da solo, mi hai rotto i coglioni te, la Francia, il viaggio di nozze e i capricci di Mattia!” Così dicendo Francesco si sedette di nuovo al volante, armeggiando con il bottone di accensione, mentre le auto dietro strombazzavano senza sosta.
“Oh Santo Iddio si è riaccesa! Bastarda di una macchina! Ora andiamo a riconsegnarla e poi prendo il treno per l’Italia, voi fate un po’ come cazzo vi pare “
Ora piangevo di rabbia e di frustrazione, non era così che mi ero immaginata il mio viaggio di nozze, ma in quel momento presi una decisione, io e Mattia saremmo andati a Barcellona, Francesco poteva pure andare a fanculo!
“Mamma perché hai piangiuto? Mi canti quaccosa?
Mi asciugai le lacrime, guardando con la coda dell’occhio Francesco che con sguardo truce stava ripercorrendo per l’ennesima volta la strada che avrebbe dovuto portarci a riconsegnare la macchina.
Aspetta Mattia, ora mamma non può cantare una canzoncina” dissi soffiandomi il naso.
La mano destra di Francesco raggiunse la mia “Amò? Scusami, non volevo dire quelle cose, siamo una famiglia e dobbiamo rimanere sempre uniti, nella felicità e nelle avversità! E questa, cazzo, è un avversità! Che ce ne frega dell’orario di riconsegna, se perdiamo il pullman prenderemo quello dopo, oramai mi sono rassegnato! guarda sono le 11.40 non ce la faremo mai!”
Sarò una romanticona, ma quella carezza e quelle parole mi fecero passare tutta l’arrabbiatura verso Francesco.
Con gli occhi bagnati di lacrime sorrisi e gli strinsi la mano “ce la faremo Amore ce la faremo!”
Dissi convinta .
“Mamma mi canti fissssssssschia i vento?”
“Amore di mamma aspetta un minuto ora ci fermiamo!”
finalmete eravamo all'indirizzo tanto agognato e mi sentivo svuotata, come un palloncino sgonfio.
- SEI ARRIVATO ALLA TUA DESTINAZIONE.
“ Sonia? Non vorrei dirtelo, ma non c’è il numero 15! la strada si interrompe e non c’è il numero 15!”la voce di Francesco era quasi ironica, fece cadere la testa in avanti fino a toccarsi il petto con il mento.
“Mammaaaaaaaa mi canti fisssssssssschia i vento?”
Mi guardai attorno, dalla parte opposta della strada, dopo un cavalcavia, c’erano degli archi che circondavano la stazione ferroviaria.
“Parcheggia e vai a vedere dentro la stazione, magari il 15 sta sotto quegli archi!” dissi stancamente.
Francesco alzò la testa, si guardò attorno anche lui, “hai ragione, provare non costa nulla, dammi il foglio che ci hanno rilasciato a Marsiglia e aspettami qui!”
“Mammaaaaaa mi canti fissssssschia i ventooooooo”.
Francesco scese dall’auto e si incamminò. I minuti scorrevano inesorabili. Nutrivo ancora una flebile speranza di prendere quel bus per Barcellona! Ce la dovevamo fare! Avevamo anche acquistato il sediolino per l’autobus!
Mattia voleva giocare e nonostante fossi tesa e in preda all'ansia, cercai di distrarlo con canzoncine varie, poi finalmente Francesco aprì la portiera ed entrò in macchina”.
“Allora? L’hai trovato l’ufficio di riconsegna?” chiesi ansiosa.
Francesco mi guardò e sorrise “Si, qui c’è la sede centrale, ma noi dobbiamo riconsegnare la macchina a un altro indirizzo che mi hanno appena dato”.
Lo guardai sconvolta, poi sentìi salirmi dalla pancia una contrazione muscolare violenta e scoppiai in una risata isterica! Ridevo e non riuscivo a fermarmi, dopo poco anche Francesco scoppiò a ridere e anche Mattia, ridevamo come non era mai successo in tutta la nostra vita insieme e mentre ridevamo le lacrime rigavano le nostre guance. Dopo circa 5 minuti, sfogata tutta la tensione accumulata impostammo nuovamente il navigatore, rassegnati a vagare per chissà quante ore in quella città straniera.
“Francesco, dammi l'indirizzo e mettiamoci l’anima in pace!” Dissi con il cellulare in mano e google map pronto.
Francesco sorrise e mi porse un bigliettino, sbarrai gli occhi,“avenue Georges Clemenceau 102? Non ci posso credere ci siamo passati quattro volte porca vacca!”
“Esatto” rispose Francesco mentre riavviava l'auto e si metteva in marcia, “ricordi quando il navigatore ci indicava di girare a destra su avenue Clemenceau? Bene se avessimo invece girato a sinistra avremmo trovato un parcheggio enorme che è quello di riconsegna. Se avessimo avuto prima l’indirizzo giusto, avremmo riconsegnato questa astronave ben due ore fa!” Francesco era calmo e rassegnato ormai.
“Papà dove andamo ora?”
Francesco si girò verso Mattia “a riconsegnare questo catafalco e poi via da qui! Verso la spagna! Già la amo la Spagna! La Francia se potessi la incenerirei!”
“No Francesco, perché? La natura deve rimanere intatta, sono i francesi che devono sparire! Sai cosa vorrei io? Vorrei avere i poteri della maga Circe e vorrei trasformare tutti i francesi in maiali! Ma quella stronza che ci ha consegnato la macchina a Marsiglia perché non ci ha dato l’indirizzo giusto?! Secondo me l’ha fatto apposta! Trasformerei in una maiala pure lei!”
In pochi minuti arrivammo al parcheggio di riconsegna, scendemmo di macchina prendendo tutti i nostri bagagli e accumulandoli nel marciapiede di fronte.
L’addetto alla riconsegna girò per tre volte intorno all’auto per verificare se ci fossero danni, poi con sguardo da malfidato guardò anche sotto la macchina.
Trattenemmo il respiro finché non ci disse in un Italiano stentato “ tuto appost, ma non avete fato benzina, tu dois payer 70.00 euro”.
In silenzio Francesco pagò, consegnò le chiavi, venne verso di noi e ci abbracciò.
Sembravamo una famiglia di profughi appena giunti in salvo, io, Mattia, Francesco, un trolley grande, uno piccolo, due zaini una borsa e un sediolino per auto tutti accalcati.
“Il Bus è perso! Prendiamo il treno per Barcellona?” propose Francesco.
“E treno sia! Risposi caricandomi uno zaino sulle spalle e prendendo il sediolino in una mano e Mattia nell’altra!”
Ci avviammo così, a piedi, carichi di bagagli verso la stazione, stanchi ma sollevati! L'auto era stata riconsegnata e la Spagna ci attendeva per nuove meravigliose avventure!
Sonia Lippi

Re: Un auto in affitto...

Inviato: sabato 18 novembre 2017, 20:49
da SalvatoreStefanelli
Storia molto carina, il bonus giocato con un po' di forzatura e qualche refuso, pochi, che però non ricordo dove ho visto. Una normale legge di Murphy che perseguita tutti, "quando qualcosa può andar male, andrà male", si trasforma in una storia di una certa ironia. Scritta bene, scivola via facile e senza particolari intoppi. Trovato questo refuso "il cielo terzo" al posto di "terso", ce ne solo almeno altri due ma non riesco a ricordarmi dove.

Re: Un auto in affitto...

Inviato: domenica 19 novembre 2017, 14:35
da Sonia Lippi
Grazie Salvatore,
sono felice che la storia ti sia piaciuta, ma soprattutto grazie per la segnalazione dei refusi.
purtroppo ho dovuto scrivere buona parte di questa storia sul cellulare e anche se sono stata molto attenta il T9, quel maledetto, mi ha cambiato delle parole! alcune le ho corrette in corsa... altre beh... mi sono sfuggite! Questa volta non ho avuto nemmeno tempo per rileggermelo con calma, quindi grazie! se mai passerò il turno, correggerò i refusi ...
Grazie 1000

Re: Un auto in affitto...

Inviato: lunedì 20 novembre 2017, 19:02
da Eugene Fitzherbert
Ma non sai quante volte mi sono incazzato con il Navigatore, qualunque esso fosse? Mi sono ritrovato in molte scene che hai descritto, e questo ovviamente mi ha fatto avvicinare ancora di più all'epopea che stavano vivendo i protagonisti. È bello il crescendo di paranoia e ansia, mentre il tempo stringe inevitabilmente. È proprio il tempo a essere, secondo me, il nemico di questa storia. Mi spiego: purtroppo sappiamo troppo presto che non ce la faranno. Sarebbe stato più interessante continuare a tifare per loro, a mangiarci le unghie sperando fortissimo che ce la facessero... e magari negare quel lieto fine che abbiamo aspettato per tutto il tempo, perché uno scrittore è sadico, sia nei confronti dei suoi personaggi sia dei suoi lettori.

Per il resto, le dinamiche familiari, i rapporti con il bambino, i dialoghi, sono tutti molto ben realizzati e presentati. Condivido con Salvatore il problema del bonus, ma d'altronde tutte i 'complimenti' che hai fatto ai francesi ti rinfrancano da questa sbavatura.
Complimenti!

Re: Un auto in affitto...

Inviato: giovedì 23 novembre 2017, 18:16
da roberto.masini
Un efficace racconto sul logorio della vita moderna, claustrofobico e labirintico. Se proprio devo trovare dei difetti:
1) Toglierei qualche verbo e aggettivo che descrive l'ansia perché già i dialoghi la trasmettono perfettamente;
2) Il riferimento all'Odissea è veramente fuori luogo: i protagonisti sarebbero più orientati verso uno Zeus che distrugge il genere umano, mentre rimane solo Deucalione e Pirra!
Sicuramente descrive una situazione ( qui riportata in modo iperbolico!) nella quale non possiamo non esserci immedesimati tutti!

Re: Un auto in affitto...

Inviato: giovedì 23 novembre 2017, 19:56
da maria rosaria
Ciao Sonia.
Quanto mi sono divertita leggendo questo racconto! Perché, anche se forse hai un po’ esasperato il discorso relativo alla confusione generata dal navigatore, io mi ci sono ritrovata perfettamente. Le discussioni in automobile con mio marito, il continuo ricalcolo del percorso, fantastico e vero!
Hai perso per strada qualche accento, forse anche qualche maiuscola e hai messo qualche spazio di troppo, ma credo siano cose dovute alla fretta, alla scrittura sul cellulare (come hai detto tu) e si può rimediare facilmente.
Unico neo il finale: immagino che tu abbia voluto, forse, dopo tanta ansia mettere un lieto fine per placare e ridimensionare il tutto, ma mi sarebbe piaciuto qualcosa di diverso, di più, per rimanere con il ritmo del racconto, esasperato ed esasperante.
Ad ogni modo, brava.
Alla prossima.

Re: Un auto in affitto...

Inviato: lunedì 27 novembre 2017, 3:04
da lordmax
Ottimo odissea, davvero.
Un rifacimento perfetto di Un giorno di ordinaria follia
Le scene sono ben delineate e perfettamente descritte, le discussioni, il litigio, l'ansia e il bambino che si sveglia al momento sbagliato, tutto perfettamente gestito.
Mi resta solo l'amaro del finale che mi pare forzatamente buonista, forse per un desiderio di bilanciamento o di lieto fine ma avrei gradito molto un ribaltamento della situazione per renderla meno lineare.
Nel complesso un ottimo racconto

Re: Un auto in affitto...

Inviato: martedì 28 novembre 2017, 0:02
da perseverance
Ciao Sonia,
hai scritrto un'odissea in chiave di dis-avventura turistica; coinvolgente più per il ritmo (assolutamente realistico) e per la precisa descrizione del crescente senso di nervosismo e frustrazione dei protagonisti. Finale un poco troppo confidente in un prosieguo libero da contrattempi…

Re: Un auto in affitto...

Inviato: martedì 28 novembre 2017, 22:03
da Francesco Capozzi
Ciao Sonia,
leggendo il tuo racconto si vede una mano molto più dolce di affrontare il viaggio rispetto a tutti gli altri..
scritto bene e rendi perfettamente quello che i protagonisti stanno passando, però verso la fine ho iniziato leggermente ad annoiarmi per il protrarsi della stessa situazione. meriti comunque il terzo posto.