La Conferenza
Inviato: martedì 21 novembre 2017, 1:28
Mi chiamo Monica Scarlatti, se trovate questa registrazione significa che sono morta, spero che mi uccidano
in fretta senza danneggiare la macchina così potrete ascoltare.
Salvo mi ha invitato ad una conferenza sul Bilderberg, dove parlerà Daniel Estulin. Ho cercato velocemente
informazioni e ho deciso di andare perché sono curiosa. La conferenza è tenuta una libreria specializzata in
libri esoterici, un posto insolito. Sono arrivata un po’ in anticipo, non avevo mangiato ed ero infreddolita
dall’umidità nebbiosa, speravo di entrare presto al caldo. Alle nove ci hanno inviato a scendere una stretta
scala a chiocciola verso il seminterrato. Avevo con me il libro di Cucchiarelli su Piazza Fontana, l’avevo
appena comprato e cercavo di nasconderlo perché non mi fidavo delle persone presenti. Erano tutte molto
più grandi di me, con i miei 56 anni mi sentivo una ragazzina al loro confronto e tutte sorridevano e
annuivano come se conoscessero qualcosa che io ignoravo. Adesso mi pento di aver accettato l’invito di
Salvo, mi sono sentita un’estranea e completamente fuori posto. Non conoscevo l’oratore, se davvero è chi
dice di essere, se davvero ha avuto a che fare con i servizi segreti e i suoi accompagnatori sono due gorilla?
Sarebbe bastato uno solo di loro posizionato armato vicino alla scala per tenere in scacco tutti. Mi sembra
troppo giovane per aver fatto tutto quello che dice, mi sono sentita inquieta e in trappola. Cerco di ascoltare
con interesse quanto dice Estulin, osservo le foto che sono prese col teleobiettivo e mi chiedo come
abbiano potuto appostarsi o da chi le abbiano comperate. Hanno proiettato sullo schermo documenti che
potrebbero tranquillamente essere dei falsi, si tratta per lo più di estratti conto bancari o meglio di
rendiconti, ci sono i dati dell’intestatario del conto bancario e sono elencati diversi versamenti importanti
ma sono semplicemente scritti su fogli di carta bianchi, senza intestazione di nessuna banca. Con un
computer chiunque potrebbe scrivere qualsiasi cosa e contraffarli. Per fortuna ci sono poche domande,
volevo chiedere anch’io come abbia fatto ad entrare in possesso di quei documenti ma ho pensato che sia
meglio tacere e passare inosservata. Applauso finale e finalmente si esce. Mi dirigo velocemente verso la
scala e cerco di uscire in fretta, all’ingresso della libreria vedo finalmente Salvo che mi saluta e mi dice che
non ha tempo nemmeno per un caffè perché deve prendere un treno con i suoi amici per tornare a casa.
L’ho osservato allontanarsi e non capisco come abbia potuto presentarsi messo così bene, elegante, in
ordine, proprio lui che ha sempre avuto l’aria di uno squattrinato che a 50 anni vive ancora con la mamma e
mi chiedo dove abbia trovato i soldi per fare un viaggio così lungo solo per assistere ad una conferenza di
un’ora. Se dovesse servire, se mi trovassero morta, Salvo è alto, con folti capelli completamente bianchi,
vive a Catania. Appena uscita ho visto una Mercedes nera con i vetri oscurati che è venuta a prendere
l’oratore e i suoi due compari, mi avvio anch’io ma vengo fermata da un ragazzo in bicicletta. È cordiale, mi
saluta e mi chiede dove ho comperato il libro che ho in mano indicandolo con un cenno della testa. Sono
rimasta bloccata da questa domanda e non capisco come abbia fatto a leggere il titolo del libro, sono stata
molto attenta a tenerlo coperto perché non volevo dare nell’occhio. Inizia a farmi tante domande, mi chiede
chi sono e come mai sono andata lì. Inizio a sentirmi nel panico e cerco di tergiversare con risposte
generiche, con gli occhi ho cercato di vedere Salvo ma era già andato via. Troppe domande questa sera e
insieme alla nebbia sale la mia inquietudine. Perché quel ragazzo ha fermato proprio me e perché è
scomparso? Cammino svelta per raggiungere la macchina e poter tornare a casa. Finalmente sto guidando
verso casa, lontano dalla città. Inizia anche a piovere, ho il cuore in gola e i riflessi delle luci sull’asfalto
alterano le distanze. Cerco di stare attenta ai fari delle auto che seguono, ho paura. All’improvviso un botto
potente ha spinto la mia macchina e sul selciato bagnato ho perso il controllo. L’auto capota girandosi su un
fianco e scivola in una roggia che costeggia la strada. Il sangue caldo che mi cola sull’occhio si mescola
all’acqua fredda e alla melma del fondo. Non sento più le gambe, il lampione illumina due ombre che si
avvicinano, chiudo gli occhi e resto immobile, conto il passare del tempo con le pulsazioni della testa, non
devo vomitare. Cerco piano con la mano il cellulare e mando a Salvo la mia registrazione. Ciao Salvo, sono
Monica Scarlatti.
in fretta senza danneggiare la macchina così potrete ascoltare.
Salvo mi ha invitato ad una conferenza sul Bilderberg, dove parlerà Daniel Estulin. Ho cercato velocemente
informazioni e ho deciso di andare perché sono curiosa. La conferenza è tenuta una libreria specializzata in
libri esoterici, un posto insolito. Sono arrivata un po’ in anticipo, non avevo mangiato ed ero infreddolita
dall’umidità nebbiosa, speravo di entrare presto al caldo. Alle nove ci hanno inviato a scendere una stretta
scala a chiocciola verso il seminterrato. Avevo con me il libro di Cucchiarelli su Piazza Fontana, l’avevo
appena comprato e cercavo di nasconderlo perché non mi fidavo delle persone presenti. Erano tutte molto
più grandi di me, con i miei 56 anni mi sentivo una ragazzina al loro confronto e tutte sorridevano e
annuivano come se conoscessero qualcosa che io ignoravo. Adesso mi pento di aver accettato l’invito di
Salvo, mi sono sentita un’estranea e completamente fuori posto. Non conoscevo l’oratore, se davvero è chi
dice di essere, se davvero ha avuto a che fare con i servizi segreti e i suoi accompagnatori sono due gorilla?
Sarebbe bastato uno solo di loro posizionato armato vicino alla scala per tenere in scacco tutti. Mi sembra
troppo giovane per aver fatto tutto quello che dice, mi sono sentita inquieta e in trappola. Cerco di ascoltare
con interesse quanto dice Estulin, osservo le foto che sono prese col teleobiettivo e mi chiedo come
abbiano potuto appostarsi o da chi le abbiano comperate. Hanno proiettato sullo schermo documenti che
potrebbero tranquillamente essere dei falsi, si tratta per lo più di estratti conto bancari o meglio di
rendiconti, ci sono i dati dell’intestatario del conto bancario e sono elencati diversi versamenti importanti
ma sono semplicemente scritti su fogli di carta bianchi, senza intestazione di nessuna banca. Con un
computer chiunque potrebbe scrivere qualsiasi cosa e contraffarli. Per fortuna ci sono poche domande,
volevo chiedere anch’io come abbia fatto ad entrare in possesso di quei documenti ma ho pensato che sia
meglio tacere e passare inosservata. Applauso finale e finalmente si esce. Mi dirigo velocemente verso la
scala e cerco di uscire in fretta, all’ingresso della libreria vedo finalmente Salvo che mi saluta e mi dice che
non ha tempo nemmeno per un caffè perché deve prendere un treno con i suoi amici per tornare a casa.
L’ho osservato allontanarsi e non capisco come abbia potuto presentarsi messo così bene, elegante, in
ordine, proprio lui che ha sempre avuto l’aria di uno squattrinato che a 50 anni vive ancora con la mamma e
mi chiedo dove abbia trovato i soldi per fare un viaggio così lungo solo per assistere ad una conferenza di
un’ora. Se dovesse servire, se mi trovassero morta, Salvo è alto, con folti capelli completamente bianchi,
vive a Catania. Appena uscita ho visto una Mercedes nera con i vetri oscurati che è venuta a prendere
l’oratore e i suoi due compari, mi avvio anch’io ma vengo fermata da un ragazzo in bicicletta. È cordiale, mi
saluta e mi chiede dove ho comperato il libro che ho in mano indicandolo con un cenno della testa. Sono
rimasta bloccata da questa domanda e non capisco come abbia fatto a leggere il titolo del libro, sono stata
molto attenta a tenerlo coperto perché non volevo dare nell’occhio. Inizia a farmi tante domande, mi chiede
chi sono e come mai sono andata lì. Inizio a sentirmi nel panico e cerco di tergiversare con risposte
generiche, con gli occhi ho cercato di vedere Salvo ma era già andato via. Troppe domande questa sera e
insieme alla nebbia sale la mia inquietudine. Perché quel ragazzo ha fermato proprio me e perché è
scomparso? Cammino svelta per raggiungere la macchina e poter tornare a casa. Finalmente sto guidando
verso casa, lontano dalla città. Inizia anche a piovere, ho il cuore in gola e i riflessi delle luci sull’asfalto
alterano le distanze. Cerco di stare attenta ai fari delle auto che seguono, ho paura. All’improvviso un botto
potente ha spinto la mia macchina e sul selciato bagnato ho perso il controllo. L’auto capota girandosi su un
fianco e scivola in una roggia che costeggia la strada. Il sangue caldo che mi cola sull’occhio si mescola
all’acqua fredda e alla melma del fondo. Non sento più le gambe, il lampione illumina due ombre che si
avvicinano, chiudo gli occhi e resto immobile, conto il passare del tempo con le pulsazioni della testa, non
devo vomitare. Cerco piano con la mano il cellulare e mando a Salvo la mia registrazione. Ciao Salvo, sono
Monica Scarlatti.