Serial - Marco Cioni

Il Live si terrà sabato 9 dicembre presso il Cinema Lanteri di Pisa
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marcocioni
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Serial - Marco Cioni

Messaggio#1 » sabato 9 dicembre 2017, 16:07

“Segnali di vita nei cortili e nelle case all’imbrunire…. Le luci fanno ricordare…. Le meccaniche recenti” ecco tutte le volte ci devo sostituire qualche parola, in un modo che potrebbe far sorridere giusto un cretinotto come me, ma alla maggior parte sembrerà solo uno sbaglio attribuibile ad un baco nella memoria.
Non ricordo bene in virtù di quale meccanica recente mi trovo qui. In cima a questa torre campanaria che la quasi totalità dei passanti 48,53 metri più sotto definirebbe sbrigativamente campanile, a scrutare questa città.
Su questa città devo dirvi qualcosa di importante prima di aver finito di raccontarvi quello che sto facendo.
Lo sguardo vaga sul quartiere Brighenti, non lontano dal Duomo. C’è chi dice che al Brighenti ci sono i fricchettoni, i farabutti, i finocchi e i fannulloni.
A Gavè sun catro efe, calitrùv nol Brighenti, ifàn caccole ‘e bisèfe, ma di sfùrs i ni fa gnenti…” recita un adagio volgare di questa città.
In lingua, Gaverno è famosa per quattro effe, le trovi tutte al Brighenti, fanno un mucchio di chiacchiere ma di fatica non ne fanno.
Torniamo a noi, ché non son qui per fare critica sociale da bar, son qui nella torre campanaria del Duomo per scegliere chi, come e soprattutto perché.
Morirà assassinato.
Chi morirà. Come morirà. E soprattutto perché morirà.
E’ un compito piuttosto importante.
Immaginate di essere lì, di passare adesso in questo momento 48,53 metri sotto il mio sguardo, sapendo che lassù qualcuno vi setaccia. Certissimamente la stragrande maggioranza si esibirebbe in gesti apotropaici di varia provenienza e coreografia.
A proposito, dovrò dirvi qualcosa di importante su questa città prima di aver finito di raccontarvi quello che sto facendo.
Il mio sguardo si posa adesso su Palazzo Serbati, vicino al mare. La Questura di Gaverno. Lì dentro lavora qualcuno che poi dovrà scoprire chi è stato. La cara Angela, la Commissaria di PS Angela Longo. A parte che non sa che sono qui, ma anche se lo sapesse non potrebbe certo farmi niente.
Mi sposto con lo sguardo verso la periferia residenziale, verso il primo dito.
Dentro quella villetta a schiera, ecco l’Ispettrice Alessandra Scotto.
Nuda.
Stringe al seno una bambina di pochi mesi. Sua figlia. Alessandra sta facendo il bagno in vasca con lei. Non è di turno stamani. Mi piace. La vice della Commissaria Longo sta acquisendo il modo di fare e di pensare della sua superiore. Prima o poi, son convinto, sarà Scotto anziché Longo a risolvere un caso.
Prima ho accennato al “primo dito”. Non vi ho ancora detto, però, che Gaverno sta su un tratto di costa adriatica nord, un pezzettino di scogli e di panchina scura che sembra nato da uno strappo. Si narra che il gigante di Gaverno, tanto tanto tempo fa, si avvicinò all’Italia uscendo dal mare. Era arrabbiato a causa degli uomini: rubavano, ammazzavano, arrostivano i bambini sulla brace, lasciavano la cacca dei loro cani sulla pubblica via. E lui, il gigante di Gaverno, poteva tollerare tutto, ma una volta gli capitò di pestare una cacca e da quel momento il destino di quelle persone fu segnato. Il gigante uscì dalle acque del mare, allungò un braccio e…VRRRRUUUUUUMMM!!!!
Terra, alberi, stradicciole, sassi, erba ma anche uomini e donne, cani e gatti, pollame e altri animali di bassa corte, insomma: tutta una fetta di territorio a forte vocazione agrituristica di futura Italia venne acciuffata dentro l’enorme mano come si fosse trattato di una abbondante porzione di polenta taragna col capriolo e tutto.
Ecco, quel titanico pugno chiuso lasciò delle piccole baie e sporgenze di terra ignuda fra mare e mare: la cosa italiana dove poi qualcuno costruì Gaverno ebbe quella forma di dita chiuse a pugno.
Il primo dito, la rientranza più a sud, attualmente è la periferia residenziale, ex zona di case popolari che poi sono state comprate, incolti produttivi che cominciarono a produrre tangenti belle grasse e unte quando si trattò di farle diventare terreno edificabile. Adesso è tutto un proliferare di villette schierate, insomma un dormitorio di lusso.
Secondo e terzo dito sono la collocazione della Gaverno che “conta”. Banche che contano soldi, uffici ed agenzie che contano sfruttati col lavoro interinale, uffici pubblici fra cui la Questura (il suddetto palazzo Serbati) e la caserma del Comando Provinciale CC.
Ecco, sposto lo sguardo su una finestra della caserma. Il Capitano Peppe Usualdi sta spiegando il mestiere ad un appuntato appena trasferìto, che fra pochissimi giorni forse si trasferirà nel letto del capitano. L’Usualdi non si fa scappare un’occasione che sia una. Fortuna per lui che adesso anche gli appuntati possono far parte del gentil sesso.
Conosco tutti, qui a Gaverno. Non solo. A Gaverno, il primo e più grande assassino sono io. Sono un serial killer, sul serio!
No, neanche questa è la cosa importante che avevo da dirvi sulla città.
Sono io che uccido tutti i morti ammazzati di Gaverno su cui Longo e Usualdi poi devono indagare. Questo è il mio compito, qui in città. Dunque, vediamo… Dentro quella finestra chi c’è? Mamma mia, quello se lo merita davvero. Un professore di italiano in una scuola media. Sta urlando contro sua moglie, e la povera donna lo ascolta con lo sguardo basso, aspettando il prossimo colpo sulla faccia con un tremore interno che non le fa vedere niente altro che il proprio destino. Il vigliacco gode nel prendersela con chi non si può difendere, e a me non importa nulla che da piccolo abbia assistito ai pestaggi della madre da parte del padre. Non mi importa nulla, prima o poi morirà anche lui, e male, ma non sarà il prossimo. Perché un uomo violento l’ho ucciso poco tempo fa, ed ho voglia di variare un poco.
Vediamo un po’…
Ecco. Lui. Lui con lo sguardo incollato allo schermo del pc. Un ricercatore farmaceutico del Novari. L’Isituto Novari, un centro ricerche che i modernisti di oggi preferiscono etichettare come polo d’eccellenza ma che fino a venti anni fa era solo un insieme di stanze dove alcuni cervelloni facevano ricerche alle quali nessuno era interessato. Oggi ci lavorano alcuni tizi di mezza età che non sono scappati, come invece i loro figli che non riuscivano a trovare niente, fra raccomandati e baroni rampanti.
Questo ricercatore è il prossimo che ucciderò.
Come? Vedremo… Mi piace improvvisare, ma non troppo. Perché dovrà morire ammazzato proprio lui? Lo so, certamente, ma non ve lo dico, altrimenti perdereste il gusto del prossimo racconto. Comunque ho già puntato il dito su di lui. Mi spiace, caro mio, sei il prossimo. Quanti giorni ti restano? Difficile dirlo, dipende da diversi fattori.
Ecco, la mia missione qui dentro la torre campanaria di Gaverno è finita.
Per ora.
Ah, ecco, grazie di avermelo ricordato.
Dovete sapere che a Gaverno non c’è una torre campanaria alta 48,53 metri. E credo proprio che se andate a cercare Gaverno sulla costa adriatica nord non ci troviate nemmeno la città.
D’altronde, lo sappiano tutti: i più grandi, crudeli ed efferati delitti sono compiuti da chi inventa delitti.
E città.
E non ci beccano mai.



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antico
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Re: Serial - Marco Cioni

Messaggio#2 » sabato 9 dicembre 2017, 16:57

Ciao Marco e benvenuto su Minuti Contati! Tempo e caratteri rispettati, divertiti in questa Pisa Live Edition!

PS: puoi modificare il racconto fino alla chiusura (ore 18.00). Ovviamente, in quel caso, procederò a ricontrollare orario di consegna e caratteri!

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iago.menichetti
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Re: Serial - Marco Cioni

Messaggio#3 » mercoledì 13 dicembre 2017, 18:37

Ciao Marco, mi è piaciuta l’idea del serial killer di una città immaginaria però, secondo me, avrebbe potuto essere sviluppata in maniera più convincente.
Provo a spiegarmi.
È comprensibile che una città fantastica come Gotham partorisca un vigilante come Batman; in questo caso, infatti, il vigilante diventa una sorta di parto diretto della città, un suo stesso anticorpo: i vicoli, le strade, gli stessi edifici della città sono coerenti, legati da un rapporto quasi organico con il protagonista. Nel caso del tuo racconto, invece, non sono riuscito a comprendere le specificità di Gaverno e soprattutto cosa spinga la voce narrante a fare quello che fa.
Ok, descrivi situazioni riprovevoli o critiche ma quelle non sono forse caratteristiche comuni a ogni società di persone? Ho sentito la necessità, leggendo, di uno scenario più connotato, pulsante, quasi animale.
Un altro esempio utile, per capire cosa intendo dirti, potrebbe essere lo Yorkshire che viene raccontato nei romanzi di David Peace (http://www.ilsaggiatore.com/argomenti/n ... g-quartet/): un luogo realmente esistente, descritto all’interno di una vicenda basata su fatti realmente accaduti che, grazie allo sguardo particolare di chi racconta la storia, si trasforma in una vera e propria bocca dell’inferno.

Filippo
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Re: Serial - Marco Cioni

Messaggio#4 » giovedì 14 dicembre 2017, 23:04

Stilisticamente uno dei racconti più belli del gruppo. Bella l’immagine della città vista dal campanile, la tua perizia nella descrizione è cinematografica. Mi piace come la città sta al centro del racconto, era importante. La descrivi fondendo assieme l’elemento culturale (penso al motto dialettale) e l’elemento della fantasia popolare (il gigante).
Dicevo che stilisticamente è un racconto impeccabile. Per i miei gusti (discutibili) anche troppo! Questo il motivo principale per cui nella mia lista l’ho inserito dietro ad altri, che ho sentito in qualche modo più autentici (ahimè scegliere è stata una violenza!). Il tuo racconto è costruito talmente bene da apparire costruzione pura, quasi esercizio di stile. In altri termini è un racconto che ha molto di letterario, come lo stesso finale conferma, e – ai miei occhi – un po’ meno di reale. Ognuno dei tuoi personaggi, dalla voce narrante al commissario, rischia di essere solo personaggio.
I tempi della narrazione sono sapientemente dosati. Il tono della narrazione riecheggia in qualche punto il poliziesco americano e non mi fa impazzire, così come il finale meta-letterario.
Rimane davvero un bel racconto. L’ho letto col fiato sospeso fino in fondo.

marcocioni
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Re: Serial - Marco Cioni

Messaggio#5 » sabato 16 dicembre 2017, 14:36

Ciao!
Per la prima volta, volutamente, dall'inizio del contest, leggo i commenti al mio raccontino. E capisco che per una pecca sicuramente mia non sono riuscito ad evidenziare, tranne forse ad un commentatore, che l'io narrante è quello dell'autore. Chi, nei gialli, è il più spietato dei serial killer, per di più impunito, se non lo stesso autore?
Però ripeto, la colpa (se di colpa si parla) è solo mia, e forse qualche paragrafo riscritto meglio saprebbe rendere con maggior chiarezza questa situazione.
Per chi invece l'aveva già capito da solo, e mi riferisco a Filippo, con un commento davvero lusinghiero che ho apprezzato moltissimo, specifico che Gaverno è una città da me inventata, ma non adesso: si tratta dell'ambientazione dei miei romanzi e racconti brevi incentrati sulla Commissaria Angela Longo e sul Capitano Usualdi. Gaverno è una mia conoscenza di diversi anni, ormai, ed ho potuto sbirciare in molti dei suoi luoghi. Forse potrebbe dipendere da questo una sorta di "eccessiva" nitidezza del descrivere che ti è sembrata sfoggio stilistico fine a sé stesso?

Filippo
Messaggi: 23

Re: Serial - Marco Cioni

Messaggio#6 » sabato 16 dicembre 2017, 16:08

Assolutamente Marco, potrebbe dipendere da questo. Purtroppo non avevo a disposizione il resto dell'epopea - passami il termine - e quindi non potevo rendermi conto della complessità di alcuni personaggi. Resta il fatto che il racconto è davvero bello. È stato complesso, almeno fino ai primi 5 della mia classifica, stilare una lista, perché mi piacevano tutti! Alla fine mi sono fatto guidare dal gusto personalissimo, molto probabilmente in un altro momento della mia vita il tuo racconto sarebbe stato il primo. Mi piacerebbe leggere anche qualcos'altro di governo. Ancora complimenti

marcocioni
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Re: Serial - Marco Cioni

Messaggio#7 » domenica 17 dicembre 2017, 10:49

Grazie ancora Filippo!
Editrice Carmignani per tutte le opere sotto citate
"Verticale"
"Rapsodia"
questi i titoli dei primi due romanzi che hanno la Commissaria Longo come protagonista.
"La botta di culo del Delon" in "Profondo Blu" collettanea di racconti brevi
"Vetiver" in "Profondo Blu 2 - stessa spiaggia stesso mare" collettanea come sopra
"Epilogo" in "Profondo Blu delitti d'acqua dolce" collettanea etc...
Questi tre invece sono i racconti in cui faccio agire il Capitano Peppe Usualdi
Ciao!

MinuticontatiYo
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Re: Serial - Marco Cioni

Messaggio#8 » domenica 17 dicembre 2017, 13:05

Ciao Marco,
Che dire, sicuramente adesso quando passerò sotto ad un campanile mi guarderò le spalle. Il tema è rispettato. Il finale non mi ha convinto molto, avrei preferito leggere una vera e propria esecuzione e magari una parte dove il killer torna sul campanile e cerca la prossima vittima. Sicuramente è un buon incipit per racconti successivi e affini.

Zebratigrata
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Re: Serial - Marco Cioni

Messaggio#9 » domenica 17 dicembre 2017, 20:05

Ciao Marco,
molto molto bellino il tuo racconto e l'idea dello scrittore di gialli come serial killer dei mondi che inventa. Ma la cosa più bella è stata leggerlo: mi piace molto il tuo modo di scrivere e ho apprezzato soprattutto il tono colloquiale del racconto e la voce ben costruita del tuo protagonista. È il classico ‘spiegone’ ma presentato in questo modo \non annoia per nulla. Ho una sola critica da farti: scrivi bene, con proprietà linguistica e lessico non banale, perciò è un vero peccato vedere quella e maiuscola con l'apostrofo invece dell'accento. Premi il tasto alt e componi 212 sul tastierino numerico. Se scrivi da Mac penso sia ancora più semplice, sicuramente online lo trovi. Davvero, ci si abitua! :)

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alex.coman
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Re: Serial - Marco Cioni

Messaggio#10 » domenica 17 dicembre 2017, 23:59

Ciao :)
Non so se è solo una mia percezione o se la cosa è voluta, ma a me è sembrato che il serial killer sia pagato per fare il serial killer (scusa il gioco di parole). La cosa mi piace, comunque. Per "dare lavoro" ad altri, per avere degli investigatori, bisogna avere i criminali. E se questi non ci sono? Be', assumiamo un serial killer :)
Comunque, molto carino il racconto. La città di cui parli, forse proprio per la menzione perenne del campanile, mi ha ricordato appunto Pisa, dove si è svolto il contest (forse anche qui è solo una mia impressione).
Forse un po' cliché il "killer buono", il punitore, colui che uccide solo chi se lo merita: credo che mi sarebbe piaciuto di più se le vittime fossero state scelte a caso, ma è questione di gusti.
Riassunto: mi è piaciuto :D

marcocioni
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Re: Serial - Marco Cioni

Messaggio#11 » lunedì 18 dicembre 2017, 15:26

Grazie a tutti per il tempo che mi avete dedicato (non so se ho contato male ma mi pare di aver veduto sette classifiche postate anziché le otto che prevedevo) ed in modo particolare a tutti e cinque coloro che hanno dedicato un piccolo surplus di tempo postando il loro commento anche qui.
Ho capito che non ho saputo rendere chiaro a tutti quello che era chiaro nella mia testa, e cioè che in questa piccola cronaca il killer (serial) è l'autore, cioè la mia trascurabile persona! Con un tema simile, mi piaceva evidenziare il ruolo dell'Autore in generale, ma in particolare come responsabile unico di tutti i fatti e i misfatti che nel racconto prendono vita colore, temperatura e forma.
In effetti, noi che scriviamo dovremmo spesso sentirci come dei, nei mondi che inventiamo: sono nostri, con un piccolo e semplice atto della volontà determiniamo amori, successi, fallimenti, dolori, miserie, sfarzi, vendette, ed anche meraviglie architettoniche ed urbanistiche!
Chi più colpevole di noi?
Vabbè, forse colpevole è troppo!
Diciamo responsabile, va'.

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antico
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Re: Serial - Marco Cioni

Messaggio#12 » lunedì 18 dicembre 2017, 22:43

Racconto molto interessante. Buona costruzione, preciso. Però mi ha tenuto distante. Sarà forse che, come tu stesso hai sottolineato, il tutto fa parte di un tuo mondo già presente in altre tue opere che qui hai utilizzato e che, pertanto, era già dato nella tua mente, cosa che ti ha portato a sottostimare l'importanza di creare empatia in uno spazio così breve con il lettore. Tante piccole, deliziose, sequenze con tanto di chiusa finale che ci porta in territorio meta. Pollice tendente all'alto, ma con un lavoro di revisione potrebbe migliorare di gran lunga aumentando proprio l'empatia e focalizzando meglio la riflessione.

marcocioni
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Re: Serial - Marco Cioni

Messaggio#13 » mercoledì 20 dicembre 2017, 16:48

condivido al 90 per cento il tuo commento. In effetti lo spazio contato da riempire costituisce per me una sfida ancora piuttosto ardua, dunque esiste ampio margine di esercizio e miglioramento, e per questo la vostra iniziativa è assai interessante. Negli scacchi, per non parlare sempre della solita boxe, bisogna misurarsi con chi è più bravo se si vuol migliorare. E dunque, ben venga l'attività di racconti chiusi in poco spazio per sviluppare l'empatia migliorando ciò che mi riesce meno.
IL restante dieci per cento... beh, probabilmente è conseguenza di tutto quanto sopra, ma personalmente non credo che un racconto breve possa diventare un'opera letteraria in grado di emozionare più di tanto, per cui ritengo che un buon margine di miglioramento ci sia, ma non "di gran lunga" come affermi tu.
In ultimo: sono molto contento del risultato ottenuto nel mio raggruppamento, che ritengo un ottimo raggruppamento dal quale penso proprio che uscirà il vincitore assoluto. Mi aspettavo la medaglia "di legno", primo fuori dal podio, ma si vede che avevo sbagliato previsione... meglio così!
Ciao e grazie!

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