La scommessa

Il Live si terrà sabato 9 dicembre presso il Cinema Lanteri di Pisa
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TizianaDF
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La scommessa

Messaggio#1 » sabato 9 dicembre 2017, 16:36

LA SCOMMESSA


Quando la signora Loft, giornalista rampante della SBNA (acronimo di Siamo Bastardi nell’Animo)
arrivò a RANDOM si sentì pervasa da un senso di pace mai provata. Strade ordinate e simmetriche, fiori ai balconi,ovunque, gente gentile che salutava con enfasi. Niente banche, né uffici, né ospedali, né auto, né niente che potesse far pensare ad una città abitata da umani. Ruscelli e piante rigogliose, gattini fusanti ovunque. Certo, era strano vedere la bella signora bionda per mano al bambinetto con la testa a uovo e le gambe storte e la corpulenta figlia di colore del fruttivendolo, con quegli improbabili boccoli biondi e la pelle color cioccolata, una congerie di bruttezze anomalie come non se n’erano mai viste neanche al circo, ma a nessuno in realtà sembrava farci caso. In fondo era lì solo per documentare il senso di quell’esperimento che ormai aveva fatto il giro del mondo, che poi, chissà com’era nato…

“Ti renderai conto che la tua bella idea, così come era nata in principi, come dici tu, si è dimostrata un vero fallimento?”
“Bè…sì, qualche dubbio ogni tanto l’ho avuto ma lo sai bene che niente è buono o cattivo fino in fondo. Ogni tanto nasce qualche santo, ogni tanto qualche stronzo e così è In fondo non è male avere tutta questa variabilità , se no, ti immagini che noia? E poi se tu non ci mettessi del tuo andrebbe tutto meglio.
“No, mio caro, tu dai sempre la colpa a me ma il difetto è proprio nel concetto. La bellezza, la bruttezza, il senso di superiorità. Ammetti che hai toppato, vai…”
“Uffa, nessuno è perfetto, quasi nemmeno io e comunque insisto, la colpa è tua che ci metti sempre lo zampino Basterebbe che capissero che tutti si muore…ehm…cioè, loro, e quindi cosa si litigano a fare.”

La discussione durava più o meno con gli stessi toni, da qualche millennio, tutti i giorni, e finiva eternamente in stallo.
Lucifero che di pazienza ne aveva poca, si cominciava a stufare e la voleva vinta, una volta per tutte. Fra un po’ tra l’altro ci sarebbe stata la famosa Apocalisse e la partita andava chiusa, in un modo o nell’altro.
“Va bene Dio, ti propongo una scommessa definitiva, così si chiarisce una volta per tutte su chi deve dominare il mondo per il resto dell’eternità, almeno per quelli che rimangono.”
“Una scommessa con te? Sei un imbroglione nato, io ti conosco bene”
“No no, ti giuro che gioco a carte scoperte. Lasciamo fare a loro, visto che tu li reputi tanto capaci di migliorarsi”
“Cosa proponi?”
“Prendi un posticino ancora vergine(se lo trovi)lo arredi tutto come avevi fatto nell’Eden e ci mettiamo un centinaio di volontari di tutti i colori e razze. Magari si fa un po’ di pubblicità, gli prometti la salute eterna (la vita mi pare troppo) e vedrai che ressa. L’uniche condizioni sono che, non ci siano specchi e che spermatozoi e ovuli finiscono tutti nella cassa comune, così si evitano sensi di appartenenza. Eh? Non ti pare una figata?”

Dio era sinceramente un po’ perplesso ma siccome era un signore, anzi, il Signore, ritenne opportuno assentire. In fondo cosa gli costava? Avrebbe dato un lezione a quello sbruffone e se lo sarebbe levato di torno, o almeno l’avrebbe ridimensionato, perché ultimamente stava prendendo gallo.
“Ci diamo un paio di generazioni- continuò Lucifero sempre più ingarosito- e alla fine, diciamo fra una ventina d’anni, se non son successi casini, ti giuro che sparisco per sempre.”
“Mi hai convinto” in realtà non si sentiva così sicuro ma Dio è Dio e non si può tirare indietro davanti alla proposta di un peones come il diavolo.
RANDOM era un posto bellissimo, i cartelloni spuntati un po’ ovunque avevano scatenato la ressa, ma già il concetto di questa promiscuità genetica aveva selezionato la clientela. Ognuno ai suoi cromosomici ci teneva, e alla fine erano rimasti giusto un centinaio di varie provenienze.
Le regole erano ferree. Padri e madri, solo portatori sani di progenie. Nessuna rivendicazione postuma.
La cosa sembrava aver funzionato e dieci anni dopo, tutto filava per il meglio.
Lucifero cominciava a scalpitare. Se non succedeva qualcosa, rischiava di perdere la scommessa e anche la faccia e allora, addio credibilità. Doveva intervenire, in tasca alla parola data(d’altra parte, quel bischero di Dio come aveva fatto a fidarsi così di un soggetto della sua risma?). Fu così che pensò ad un interventino di minima e mandò la giornalista…

Per quel servizio l’avrebbero pagata bene, ma bene bene e poi era lo scoop del secolo. Già non le sembrava vero di aver vinto l’esclusiva mondiale. Lì non facevano entrare nessuno per statuto.
Vagava con l’aria inebetita fra quell’idillio di luogo, col microfono in mano, senza che nessuno facesse caso a lei e in realtà non sapeva neanche cosa chiedere. Li vedeva tutti così serafici o forse, solo, inconsapevoli, specie quelli che erano già nati in cattività- Fu allora che le venne l’idea. Tirò fuori dalla sua trousse l’immancabile specchietto, con cui si rifaceva il trucco sei o sette volte al giorno e cominciò a sventolarlo davanti agli occhi degli umani che incontrava.
“Signora Smith, non le pare che Alice abbia lo stesso naso a patata della signora Ford?”
“Madame, mi scusi, ma non si è mai chiesta, a chi possano appartenere questi occhi azzurri della sua bambina, visto che lei e suo marito avete degli splendidi occhi a mandorla?”
“ Ma che bella voce ha Genevieve! Lo stesso timbro della corista del comitato”-
Erano, frasi innocenti, buttate lì come per caso e solo per curiosità antropologica.
Nelle case di RANDOM, intanto, cominciava a serpeggiare il nervosismo. La sera a letto, le coppie si confrontavano con una nuova consapevolezza.
“John, non credi che il figlio della signora Lowell abbia il tuo stesso naso? E poi l’ho sentito starnutire. E’ proprio uguale a te. E poi, diciamocelo, quel “nostro” Marc è talmente diverso da noi…Neanche un briciolo del nostro acume.”
“Mamma, sai che quando la maestra mi abbraccia mi si rimescola tutto dentro, come se fossi sua. Non sei gelosa vero?”
“Ma no tesoro mio! Qui siete tutti di tutti. Però ricorda che la tua mamma sono IO. Lo vedi che hai la mia stessa obesità?”
Non passò un mese da quel primo giorno, dopo l’arrivo di Mistress Loft a RANDOM. I figli cominciarono a sparire dalle case, si vedevano signore irreprensibili per strada a strapparsi i ragazzini dalle braccia. I padri si scazzottavano fuori dal bar. Le mogli eviravano i mariti per evitare che donassero il seme…Fu meraviglioso…
Lucifero tirò un sospiro di sollievo. Per un attimo aveva creduto in una ignominiosa sconfitta.
Ecchediavolo!



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antico
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Re: La scommessa

Messaggio#2 » sabato 9 dicembre 2017, 17:09

Ciao Tiziana e benvenuta su Minuti Contati! Tutto a posto con i caratteri e il tempo, buona Pisa Live Edition!

PS: puoi modificare il racconto fino alla chiusura (ore 18.00). Ovviamente, in quel caso, procederò a ricontrollare orario di consegna e caratteri!

marcocioni
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Re: La scommessa

Messaggio#3 » lunedì 11 dicembre 2017, 20:30

l’idea di una città nata a seguito di una scommessa tra Dio e Lucifero è piuttosto originale, e presenta ampie possibilità di rappresentazioni particolarmente ardite, direi quasi stuzzicanti. Però della città, di come è fatta, del respiro che la pervade, si parla troppo poco. Ingegnoso il meccanismo di semina della discordia da parte del diavolo. La scrittura, a mio parere, manca di stile, di respiro narrativo, di emozioni immediate. Qualche incoerenza tra periodi consecutivi, ad esempio laddove si dice che nella città ci sono persone gentili e pochissime righe dopo si afferma che non c’era niente che potesse far pensare ad una città abitata da umani. Uno sviluppo, insomma, un po’ troppo frettoloso di un’idea niente male. Peccato.

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Piscu
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Re: La scommessa

Messaggio#4 » giovedì 14 dicembre 2017, 18:02

Dio che scommette con Satana l'abbiamo visto taaante volte... pure nella Bibbia, c'è tutto il libro di Giobbe che parte proprio in questo modo. Anche accettando la premessa iniziale, l'entità della scommessa mi lascia piuttosto confuso: una città in cui le razze si mescolano, e i geni dei figli non sono quelli dei genitori? E poi il modo in cui l'armonia è sconvolta, quando si insinua il dubbio che le coppie si siano cornificate a vicenda? Ma se sono lì, e la popolazione è così controllata, non dovrebbero tutti essere al corrente di questa particolarità? Mi sembra tutto piuttosto incoerente, e purtroppo la scrittura non aiuta, anzi. Punteggiatura imprecisa che aumenta la difficoltà di letttura invece del contrario, paragrafi poco coordinati, dialoghi finti. Non ci siamo, andrebbe demolito e ritirato su dalle fondamenta.

Pantaleo Cassatella
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Re: La scommessa

Messaggio#5 » sabato 16 dicembre 2017, 16:15

Ciao Tiziana!
Purtroppo devo ammettere che - puro parere personale - il racconto non è riuscito a prendermi ed emozionarmi più di tanto. Sarà che ho trovato lo stile un po' spezzato, discontinuo, il racconto un po' accartocciato su se stesso. Non che sia scritto male, per carità, anzi, tuttavia la resa forse ha lasciato un po' l'amaro in bocca per un racconto che sarebbe potuto essere davvero davvero carino!

Zince Zotti
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Re: La scommessa

Messaggio#6 » sabato 16 dicembre 2017, 16:40

Salve. Il racconto non mi ha catturato molto, eppure l’incipit era accattivante, l’immagine della signora bionda per mano al bimbo, la ragazza di colore con i boccoli bindi, promettevano uno sviluppo divertente. Invece il dialogo eccessivamente lungo un po’ penalizza la trama, appesantisce troppo a parer mio. Di base resta un racconto piacevole, ma per me ha la pecca di non aver sviluppato il tema proposto, che invece era stato inteso benissimo per come era iniziato. Non sono nessuno per dare consigli, ma avrei sfoltito di più il dialogo tra il diavolo e Dio per concentrarmi maggiormente sulla popolazione della comunità che sembrava il punto di forza della storia.

andrea.carbone
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Re: La scommessa

Messaggio#7 » sabato 16 dicembre 2017, 18:49

Approvo il concept del racconto, perchè l'idea di una città nata per una scommessa tra divinità, in cui gli uomini sono gettati alla rinfusa solo per vedere che succede, è stuzzicante. Il racconto però non mi è piaciuto in quanto a realizzazione tecnica, lo stile infatti non mi ha preso, certi passaggi mi sono risultati un po' ostici o espressi in modo non perfetto, risultando per me quindi poco riuscito. Un consiglio che mi sento di dare è di rivedere il tutto, magari senza limite di caratteri, in modo da dare il giusto respiro al racconto.

TizianaDF
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Re: La scommessa

Messaggio#8 » domenica 17 dicembre 2017, 11:45

Concordo sul fatto che sia stato un pò"tirato via". Avrei voluto in effetti dare più spessore alla città come co-protagonista ma quando ho cincischiato sui dialoghi e mi sono persa. Comunque sono contenta di essermi cimentata e tutto quanto fa bagaglio.

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catalina.pintilie
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Re: La scommessa

Messaggio#9 » domenica 17 dicembre 2017, 17:55

perdonami ma io non ho capito nulla. le frasi sono scollegate, nella lettura si inciampa e i dialoghi sono finti. manca non ho capito il perché della scommesa, della giornalista, del comportamento degli umani. non sono riuscita a seguire un filo narrativo, forse perché continuamente spezzato. mi spiace fare un commento così. credo dovresti lavorarci sopra, leggerlo a voce alta come se non fosse tuo, fattelo leggere da qualcun'altro e vedi che effetto fa. sorry :(

Filippo
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Re: La scommessa

Messaggio#10 » domenica 17 dicembre 2017, 21:59

Cara Tiziana, come promesso un breve commento: l'ho letto ahimè di fretta, avrei voluto avere più tranquillità, ma l'idea mi sembra buona. E soprattutto sei stata abile a non dire tutto, a non spiegare troppo, fino alla fine. Mi piace l'idea di un paese frutto di una scommessa, mi piace l'idea di uomini frutto di esperimenti di due creature sovra-umane (che pure paiono avere vizi tutti umani, primo fra tutti la scommessa).
Solo il tempo narrativo a volte mi sembra un pochino discontinuo e forse la trama poteva essere arricchita da qualche espediente letterario (con Dio e col diavolo ce lo si può permettere). Ma con qualche revisione diventa un ottimo lavoro!

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Kei
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Re: La scommessa

Messaggio#11 » domenica 17 dicembre 2017, 23:12

Il concept di un scontro divino, di un gioco tra Diavolo e Dio è un cliché che può anche risultare in un trionfo.
Ammetto che l’incipit mi ha fatto sperare che facesse parte di questa elitaria categoria, ma più la storia si sviluppava, più alcuni “vuoti narrativi” hanno cominciato a ‘rovinare’ (questo termine andrebbe preso con le pinze, tante pinze, sì!) la resa del racconto.
Detta brevemente temo ci siano state delle scelte narrative (dove inserire la spiegazione della scommessa, o l’intervento della giornalista) che incrociate a qualche resa discutibile di grammatica e semantica, hanno fatto gradualmente scemare la qualità del racconto. Secondo me, sia chiaro, c’è una buona base su cui lavorare. Quindi ti invito e sprono umilmente a continuare a tenere la penna (o la tastiera che SEMO giovini!) in mano e sfruttare il Laboratorio di Minuti Contati!

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