Gruppo BUCINELLA: Lista racconti e classifiche

Il Live si terrà sabato 9 dicembre presso il Cinema Lanteri di Pisa
NECESSARIA ISCRIZIONE!
Avatar utente
antico
Messaggi: 7167

Gruppo BUCINELLA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#1 » sabato 9 dicembre 2017, 18:49

Immagine

BENVENUTI ALLA PISA LIVE EDITION CON FEDERICO GUERRI COME GUEST STAR!

Questo è il gruppo BUCINELLA della PISA LIVE EDITION con FEDERICO GUERRI nelle vesti di Guest Star.

Gli autori del gruppo BUCINELLA dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo MONDO DI NERD e verranno a loro volta commentati e classificati dagli autori del gruppo 24:00:00.

Questo è un gruppo da OTTO racconti e saranno i primi TRE racconti ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da FEDERICO GUERRI. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approsimandolo per eccesso.


Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto dell'orario di consegna (tarato sull'ultima modifica) assegnando al primo gruppo il primo a consegnare, al secondo il secondo, al terzo il terzo, al primo il quarto e così via.

E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo BUCINELLA:

La parata di Valbassa, di Andrea Partiti, ore 14.45, 4157 caratteri
Il pedinamento, di Raffaele Palumbo, ore 15.36, 6670 caratteri
Nandù, di Lorenzo Diddì, ore 15.47, 4011 caratteri
Democrazia verticale, di Giancarmine Trotta, ore 16.23, 6923 caratteri
La scommessa, di Tiziana De Felice, ore 16.36, 6498 caratteri
L’arrotino, di Linda De Santi, ore 17.09, 5840 caratteri
In un giorno di pioggia, di Giovanni Cola, ore 17.53, 6978 caratteri
La nebbia, l’azzurro, di Raffaella, ore 17.57, 7145 caratteri MALUS 4 PUNTI

Avete tempo fino alle 23.59 di DOMENICA 17 DICEMBRE per commentare i racconti del gruppo MONDO DI NERD. Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 18 DICEMBRE, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti.

NB: avete OTTO giorni per commentare e classificare gli OTTO racconti del MONDO DI NERD e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare altri racconti, ne avete VENTITRE (escluso il vostro) a disposizione e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, OTTO giorni sono anche troppo pochi. E ancora: date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.

Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.


Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo MONDO DI NERD.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

BUONA PISA LIVE EDITION A TUTTI!



marcocioni
Messaggi: 28

Re: Gruppo BUCINELLA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#2 » domenica 10 dicembre 2017, 17:03

Ciao, vorrei avere un chiarimento su come postare sul gruppo giusto: basta fare "rispondi" al messaggio che introduce il gruppo? Scusate ma sono quasi neofita coi forum!!

Avatar utente
antico
Messaggi: 7167

Re: Gruppo BUCINELLA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#3 » domenica 10 dicembre 2017, 20:48

Esatto! :)

Avatar utente
Piscu
Messaggi: 83
Contatta:

Re: Gruppo BUCINELLA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#4 » giovedì 14 dicembre 2017, 18:06

ecco la mia classifica, i commenti sono anche nei singoli topic.

premetto che nessun racconto mi ha colpito particolarmente, forse il tema era difficile da affrontare: raccontare una città rende difficile raccontare la storia di un personaggio, e rendere quindi il racconto avvincente; di contro raccontando di un personaggio si finiva fuori tema e quindi in coda alla classifica comunque. questo per dire che le prime 3 posizioni sono assegnate proprio per una questione di sfumature minime, ma le ritengo di livello sostanzialmente equivalente.


1- La nebbia, l’azzurro, di Raffaella
2- L’arrotino, di Linda De Santi
3- Democrazia verticale, di Giancarmine Trotta
4- Nandù, di Lorenzo Diddì
5- In un giorno di pioggia, di Giovanni Cola
6- La parata di Valbassa, di Andrea Partiti
7- Il pedinamento, di Raffaele Palumbo
8- La scommessa, di Tiziana De Felice


La nebbia, l’azzurro, di Raffaella
Lo spunto di base è quello di una città "persa" che viene ritrovata dal figlio di emigrati, e mi pare un'interpetazione semplice ma efficace del tema. Il racconto arranca un po' nella parte centrale in cui in sostanza non succede niente e sembra che tutto sia immobile durante una serie di riflessioni che avrebbero potuto occupare molto meno spazio (e visto che hai sforato il limite di caratteri è un peccato, visto che di testo non essenziale da tagliere ce n'è in quantità). Quando l'azione riprende il protagonista/narratore si confronta con questa nuova realtà a lui sconosciuta e inizia a scoprirla. Ho avvertito un po' troppo lo stereotipo della città del nord nebbiosa vs città del sud soleggiata. In definitiva comunque un racconto ordinato, funzionale, e abbastanza scorrevole nonostante l'assenza di azione.

L’arrotino, di Linda De Santi
Racconto simpatico basato su una professione ormai scomparsa, è molto divertente scoprire che il settore degli arrotini è così feroce! Questo è il racconto che ho letto in cui la storia (proprio nel senso di svolgimento di eventi) è sviluppata meglio, cosa non facile visto il tema. E in effetti un po' ne risente da questo punto di vista, perché della città in realtà emerge ben poco, e quel poco deriva tutto dal suo nome. In pratica tutta la trama è incentrata su questi nomi improbabili che, in un'ambientazione per il resto realistica, stonano un po'. Comunque è piacevole e nell'insieme regge.

Democrazia verticale, di Giancarmine Trotta
Distopia abbastanza tipica, con la popolazione suddivisa in classi, in questo caso il meccanismo sociale è conosciuto e condiviso da tutti, che lo considerano naturale e partecipano attivamente al gioco. La città inesistente è quella in cui vivono i protagonisti, letteralmente separata in zone cresceti di prestigio. Sarebbe interessante approfondire il sistema per cui i più "produttivi" vengono elevati di grado, assomiglia molto come idea alla serie 3% ma è un sistema sociale che non può funzionare senza qualche magagna dietro. È comunque plausibile che i protagonisti non se ne rendano conto e rimangono convinti. Il finale offre un sottile spiraglio di speranza, e può bastare per chiudere la storia. La scrittura scorre abbastanza con qualche inceppamento qua e là, un paio di frasi un po' didascaliche che si potrebbero togliere per alleggerire.

Nandù, di Lorenzo Diddì
Un testo surreale, che si basa tutto sul senso dell'assurdo e si beffa di tutti: leggi fisiche, personaggi, lettore. In questo senso Nandù è davvero protagonista perché è l'unico elemento ad avere un controllo su tutto, gli altri sono costretti ad assecondarsi. Detto questo, c'è da rilevare che l'esecuzione non è proprio perfetta, in diversi il gioco del nonsense funziona male e certe situazioni più che divertenti appaiono asfissianti. Non era facile però mantenere il tono quindi il tentativo va apprezzato. Con una sgrezzata e un'asciugatura diventerebbe un piccolo testo umoristico molto gustoso.

In un giorno di pioggia, di Giovanni Cola
C'è qualcosa che non mi convince in questo racconto, potrebbe anche essere solo un problema di sintonia con lo stile, ma mi dà l'impressione di quelle profonde riflessioni sul nulla di cui sono pieni i libri che vanno in finale allo Strega. La città è presente e descritta, ma tutto questo arzigogolarci intorno l'ha resa qualcosa di distante, quasi un campione da laboratorio. Inoltre, di fatto non accade nulla dall'inizio alla fine, se non un flusso di coscienza che potrebbe avvenire tutto in un secondo. Insomma pur rispettando i requisiti, questa storia mi dà l'idea che sia stata composta pensando "non so cosa scrivere, quindi non scrivo di nulla".

La parata di Valbassa, di Andrea Partiti
Carino il quadretto popolare, con il paese in festa che rievoca un avvenimento passato, e l'immagine degli ometti agghindati in giro per le vie è molto efficace. Però, mi è mancata un'impalcatura vera e propria. La città non è veramente al centro, perché si parla di questa manifestazione nello specifico e si conosce poco altro; al tempo stesso, l'evento in questione non è abbastanza approfondito, non è dato di sapere cosa rievochi e quale sia il suo senso attuale. In pratica è come una cartolina in forma scritta, gradevole da guardare ma che non dice nulla. Lo spunto del triangolo perduto, che si collega in chiusura, arriva troppo tardi per rimanere significativo.

Il pedinamento, di Raffaele Palumbo
Questo racconto mi piace tantissimo per come è scritto, sei riuscito a gestire un dialogo interiore in modo da renderlo plausibile e avvincente. Devo penalizzarlo però per due aspetti: uno, la trama dell'investigatore che si trova investigato è abbastanza scontato; due, lo reputo del tutto fuori tema. Il protagonista si muove per una città e cita strade, locali, zone... ma la città non esiste, è uno fondale di cartone e potrebbe essere qualunque. Comunque al di fuori di questo specifico concorso, e con un twist finale più audace, sarebbe un'ottima storia breve.

La scommessa, di Tiziana De Felice
Dio che scommette con Satana l'abbiamo visto taaante volte... pure nella Bibbia, c'è tutto il libro di Giobbe che parte proprio in questo modo. Anche accettando la premessa iniziale, l'entità della scommessa mi lascia piuttosto confuso: una città in cui le razze si mescolano, e i geni dei figli non sono quelli dei genitori? E poi il modo in cui l'armonia è sconvolta, quando si insinua il dubbio che le coppie si siano cornificate a vicenda? Ma se sono lì, e la popolazione è così controllata, non dovrebbero tutti essere al corrente di questa particolarità? Mi sembra tutto piuttosto incoerente, e purtroppo la scrittura non aiuta, anzi. Punteggiatura imprecisa che aumenta la difficoltà di letttura invece del contrario, paragrafi poco coordinati, dialoghi finti. Non ci siamo, andrebbe demolito e ritirato su dalle fondamenta.

agneseciberti
Messaggi: 4

Re: Gruppo BUCINELLA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#5 » sabato 16 dicembre 2017, 9:21

Ecco la mia classifica ed i commenti

1. Nandù
2. Democrazia Verticale
3. La nebbia, l’azzurro
4. La parata di Valbassa
5. Il pedinamento
6. La scommessa
7. L’arrotino
8. In un giorno di pioggia

La parata di Valbassa
Ciao Andrea del tuo racconto mi piace molto soprattutto l’evoluzione della storia, che diventa via via sempre più vicina al surreale, con gli strumenti che si fanno metafora della vita e del passaggio di testimone tra padri e figli (almeno ,io l’ho intesa così) ed il finale simbolico ma anche quasi epico con il tamburo che sopravvive agli altri strumenti. Forse la parte iniziale è un po’ troppo cartolina, un po’ meccanica ecco; magari era un effetto che volevi ottenere, ma non incontra molto il mio gusto personale.


Il pedinamento
Ciao Raffaele, la tua storia del pedinamento che si rovescia mi è piaciuta, ed anche come i personaggi si muovono lungo la città, in modo fluido, scorrevole, credibile. Non mi entusiasma il modo in cui direttamente sottolinei più volte che accadrà qualcosa, forse avresti potuto lasciare di più che fossero le atmosfere e gli stati d’animo del protagonista a suggerirlo, in modo più velato, credo il racconto ne avrebbe guadagnato in patos. Trovo molto bello l’explicit: l’immagine finale, molto cinematografica, che inquadra la scritta arancione mentre il protaognista muore.

Nandù
Lorenzo! A me è piaciuta proprio tanto la tua descrizione di Nandù, hai una fantasia vivace e mentre leggevo nella testa mi girava questa città caleidoscopica. Bello anche lo stile, molto cronaca giornalistica vecchio stampo. Forse non esiste una vera e propria trama, e questo potrebbe essere un difetto, però devo dire che su un piano “stilistico” a me il tuo racconto è piaciuto un sacco. Altro appunto è che forse alcuni avverbi li avrei ragionati un po’ di più.

Democrazia verticale
Ciao Giancarmine, il tuo racconto l’ho letto più volte, perchè in alcune parti lo apprezzo molto, mentre altre mi lasciavano più perplessa. Mi piace molto come hai descritto l’ambiente totalitarista, rigido, e che tu abbia affidato la descrizione agli occhi di un bambino. L’atmosfera tetra e robotica è molto coinvolgente. Nella parte in cui il protagonista è adulto secondo me dai troppo spazio ad un suo “buonismo” che mi stucca un po’, secondo me avrebbe forse reso meglio renderlo anche lui convinto sostenitore del regime. Insomma un finale più amaro forse mi avrebbe convinto di più .

La Scommessa
Ciao Tiziana, del tuo racconto ho apprezzato il tono leggero e spiritoso, ed i dialoghi di Lucifero secondo me ne rappresentano la parte migliore. Anche l’idea di mescolare i genomi è carina ed era un buon punto di partenza. Trovo però che forse lo stile narrativo sia da maturare, manca un po’ di scrematura in alcune punti, e si leggono alcune incongruenze (dici che ci sono persone gentili e poi che non ci sono umani...o non ho colto io qualcosa o mi pare un errore). Forse anche la punteggiatura la curerei un pochino di più

L’arrotino
Ciao Linda,
grazie per avermi fatto per la prima volta riflettere su quanto sia particolare la figura dell’arrotino, ch eentra in casa di donne bisognose ed aggiusta quel che c’è da aggiustare. Bella l’idea di descrivere questa figura così carica di singificati, e carino anche il finale noir. Devo dire che non mi piace molto la parte riguardante la competizione con il cugino, che è abbastanza un cliché e ch esi sposa poco con il resto della storia. Forse avresti potuto evitarla e sviluppare meglio la figura dell’arrotino ed il suo rapporto con le donne

In un giorno di pioggia
Ciao Giovanni,
il tuo racconto forse manca un po’ di una trama, cioè la trama esiste e mi pare sia lo scoramento, il vuoto interiore del protagonista che si riflette nella città intorno a lui. Il finale dei due giovani innamorati e portatori di ideali che danno speranza è piacevole, ma forse poteva essere spiegato un po’ meglio (quali ideali? Quale magnificenza?). Hai riportato per lo più vissuti e modi di sentire del protagonista, che va bene, ma forse potevano essere sviluppati di più.

La nebbia, l’azzurro
Ciao Raffaella, mi piace come scrivi! Il testo scorre bene, il linguaggio è fluido, sintonizzato con il vissuto del protagonista e credibile. Bella la parte della nebbia che secondo me costituisce il punto più azzeccato del racconto., e in quest’ottica anche l’ aprirsi all’azzurro ed andare oltre la nebbia del passato ha un senso. Forse poteva accadere qualcosa in più, manca un po’ di ritmo esterno, ma cmq mi piace molto

marcocioni
Messaggi: 28

Re: Gruppo BUCINELLA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#6 » sabato 16 dicembre 2017, 13:02

Ho modificato il messaggio originale postato ieri pomeriggio, ma solo per formattare la classifica come indicato. Non ho modificato la classifica né i commenti.

1 - Il pedinamento
2 - La nebbia, l'azzurro
3 - Democrazia verticale
4 - In un giorno di pioggia
5 - L'arrotino
6 - La parata di Valbassa
7 - La scommessa
8 - Nandù

Prima dei commenti, poche considerazioni.
I racconti sembrano soffrire, in generale, di scarsa aderenza al tema (tranne un paio di eccezioni sottolineate nel commento). Le città sembrano solo "nomi" inventati, sfondi troppo lontani per costruirci cronache che siano solo di "quella" città a non di altre.
Ho postato cinque degli otto commenti nei topic singoli alcuni giorni fa, ed i restanti tre (causa impegni lavorativi) solo ieri mattina. Mi sembrava giusto, prima di sfornare un ranking, poter esternare agli interessati le mie impressioni in modo da potermi ricredere in corso d'opera qualora ci fossero state repliche convincenti.
Ho apprezzato molto il senso di aderenza allo spirito del contest (misurarsi con gli altri, migliorarsi grazie agli altri) da parte di tutti i partecipanti.

E andiamo con i commenti:
1 - Il pedinamento
del gruppo, il racconto che meglio sposa la definizione di “racconto” inteso come storia con una trama, un “qualcosa” che accade trasformando la situazione di partenza in una situazione finale. Buona l’idea del pedinato che si rivela controllore, esca e trappola finale, anche se il lettore è messo ben presto sull’avviso dal gioco scoperto (quel farsi vedere così smaccato, quel mettersi in evidenza per rendere facile il pedinamento) da parte dell’adescatore. Il tema della città inventata è sfocato, non in primo piano, nel senso che il veloce dipanarsi dell’adescamento-pedinamento non ci consente di dare un’occhiata alla città, capire come è fatta. Si capisce bene che è una città marina, con un porto piuttosto grosso, ed altre caratteristiche pennellate qua e là. Forse questa città poteva essere presentata con più dovizia.
Nel complesso, uno dei migliori lavori del gruppo.
2 - La nebbia, l'azzurro
Una città - anzi per molti di noi “la” città che ci rappresenta nel bene e nel male - che si presenta ostile ma attraente al tempo stesso agli occhi di un adolescente. Ora monotona, grigia e priva di interesse, ora tutta da scoprire, da assaporare coi suoi aromi, colori nitidi, senso di luce netta squillante ovunque. Un ricordo affettuoso e malinconico delle istantanee lattiginose e ovattate della città di provenienza, che però si distrae nell’accogliente azzurro di una Roma nuova e promettente. Bella la descrizione delle emozioni, delle inquietudini e della curiosità del ragazzo. Hai descritto un’età non facile da descrivere dal proprio punto di vista. Uno dei migliori elaborati del gruppo. Se tu avessi avuto tempo di asciugare qualche paragrafo qua e là rientrando nel numero di caratteri saresti stata la vincitrice, per me.
3 - Democrazia verticale
un’interessante rappresentazione che potrei definire “quadridimensionale” di una città che oltre a riempire il consueto e rassicurante spazio tridimensionale noto a tutti presenta anche l’originale dimensione “destino sociale” proiettata nella verticalità. M’immagino astronavi, ascensori di cristallo che trasportano velocissimi ai posti loro i vincitori e i perdenti della battaglia per “emergere” o per non “affondare”. Quasi beffarda la parola “democrazia” nel titolo. Buona l’idea, feroce e largamente condivisibile la critica sociale che ci sta dietro, lo stile narrativo invece è quello che personalmente mi sembra l’elemento debole di un lavoro che, altrimenti, avrebbe vinto a mio parere il raggruppamento.
4 - In un giorno di pioggia
fra gli otto racconti è quello in cui il tema proposto si presenta più centrale e sviluppato: in ogni rigo la città è protagonista esplicito ed evidente. Una città senza un nome, senza caratteristiche peculiari, che sembra concepita dentro un momento di tristezza apparentemente senza fine. Nella mia mente si formava solo un quadro in bianco e nero, con poco bianco a dire il vero. Bella poi l’idea finale di arte, musica, speranza che colorano per un istante il quadro, perfino la pioggia si ribella al grigio sporco delle ciminiere. Tema centrato, poetica evidente e molta emotività. Manca purtroppo - ed è la pecca del racconto - l’efficacia dello stile narrativo, diluita e persa dentro opacità, indefinitezza che smarrisce il lettore non consentendo di ricavare una cartolina che ci dia un’idea efficace della città che hai inventato. In più circostanze si nota la volontà di cercare un lessico alto, ma spesso il tentativo non riesce in quanto le parole non si sposano bene con il significato della frase.
5 - L'arrotino
Originale l’idea dei nomi delle città: sembrano usciti da un libro di storie per bambini, naif e lindi, ma allo stesso tempo presentano un risvolto un po’ inquietante come i volti delle bambole. Delle città, tuttavia, sembra che serva solo il nome per fare da scheletro alla storia ed al suo finale thriller. Voglio dire che il tema, cronache da città inventate, è stato rispettato solo inventando alcuni nomi di città, per il resto non conosciamo nulla di questi posti (a parte qualche opinabile abitudine degli abitanti!), e questa è una pecca abbastanza importante secondo me. Con uno stile un po’ più curato e qualche notizia in più sulla città, sarebbe stato un racconto davvero avvincente.
6 - La parata di Valbassa
una fotografia un po’ seppiata, venata da una sorta di malinconia, come per un’infanzia del cuore che forse abbiamo paura di aver perduto senza rimedio. L’idea delle “armi” che poi si scopre essere strumenti da banda di paese è attraente. Viene dipinta una valle come quella delle regioni più montane d’Italia, punteggiata da microscopici agglomerati domestici, che ancora festeggia oltre la rievocazione, festeggia per sentire di esserci ancora, un evento che nessuno più ricorda né bene né confusamente. Forse l’unico neo del racconto è proprio questo: è più centrato su un evento fumosamente rievocato in una ricorrenza di festa (sempre più diluita e scoraggiata) che non su una città o un luogo urbano. In altre parole, Valbassa non è presentata come tale per una sua intrinseca valbassità, ma potrebbe essere qualsiasi valle, o quasi.
A me è piaciuta la sensazione un po' malinconica che ne è uscita.
7 - La scommessa
L’idea di una città nata a seguito di una scommessa tra Dio e Lucifero è piuttosto originale, e presenta ampie possibilità di rappresentazioni particolarmente ardite, direi quasi stuzzicanti. Però della città, di come è fatta, del respiro che la pervade, si parla troppo poco. Ingegnoso il meccanismo di semina della discordia da parte del diavolo. La scrittura, a mio parere, manca di stile, di respiro narrativo, di emozioni immediate. Qualche incoerenza tra periodi consecutivi, ad esempio laddove si dice che nella città ci sono persone gentili e pochissime righe dopo si afferma che non c’era niente che potesse far pensare ad una città abitata da umani. Uno sviluppo, insomma, un po’ troppo frettoloso di un’idea niente male. Peccato.
8 - Nandù
un ritratto nonsense di una città inventata. Sicuramente, fra i lavori del gruppo, quello dove la città è maggiormente al centro della narrazione, il che in un lavoro a tema è assai importante. Purtroppo, almeno secondo me, manca quella coerenza della descrizione che (anche dove il senso non c’è) non deve mancare, altrimenti il lettore non “vede” il quadro generale dell’invenzione, sollecitato com’è da continui rovesciamenti logici messi per stupire, ma che alla fine confondono. Una scrittura “naif” dietro alla quale non si avverte uno stile personale maturo, ma soprattutto caos.
Fra gli elaborati che mi sono piaciuti meno nel gruppo.
Ultima modifica di marcocioni il domenica 17 dicembre 2017, 10:42, modificato 1 volta in totale.

Pantaleo Cassatella
Messaggi: 10

Re: Gruppo BUCINELLA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#7 » sabato 16 dicembre 2017, 19:41

1. Nandù
Ciao Lorenzo!
Devo dire che il tuo racconto mi è piaciuto davvero molto, in questo misto fra reale e non, un'oscillazione continua che è stata davvero piacevole da leggere ed altamente apprezzata. Non annoia in nessuna riga, scorre benissimo e soprattutto è scritto bene, in maniera davvero raffinata nel suo essere una "cronaca". Davvero molto bravo, complimenti!

2. La Parata di Valbassa
Ciao Andrea!
Il tuo è stato uno dei primi racconti che ho letto, e devo dire che mi è piaciuto un sacco come è stato trattato il tema, dalla prima all'ultima riga. Originale, assolutamente non scontato, prende dalla prima riga all'ultima, come se seguisse davvero una melodia. Non posso che farti i miei complimenti, davvero un bel racconto!

3. In un giorno di pioggia
Ciao!
Senza dubbio uno dei migliori racconti che abbia letto, in cui la città viene fuori prepotente ed è l'unica e vera protagonista del racconto, si afferma sullo sfondo, in primo piano, dappertutto. E non in maniera scontata, anzi, ho trovato il racconto assai originale e fresco, non posso che farti davvero dei complimenti sentiti! Bravo!

4. Democrazia verticale
Ciao GIancarmine!
Secondo me hai reso perfettamente l'idea di quel mondo che volevi, forse neanche troppo velatamente, criticare sin dal titolo. Mi è piaciuta davvero la resa della distopia, la resa di tutta la società attraverso gli occhi della città. Non posso che farti i miei complimenti, perchè il racconto non fa staccar gli occhi dallo schermo neanche un istante.

5. Il Pedinamento
Ciao Raffaele!
Ammetto di aver letto un paio di volte il tuo racconto, ho avuto delle impressioni differenti della città ogni volta, talvolta mi è sembrata più presente, talvolta meno, ma secondo me ci sarebbe stato bisogno di enfatizzare la sua importanza. Sicuro è che c'è, esiste, ed il personaggio ne percorre centimetro dopo centimetro, solo che forse sarebbe potuta essere più presente, ma è una mia mera opinione!
Complimenti comunque, davvero ben scritto e rende seriamente il personaggio!

6. La nebbia, l'azzurro
Ciao!
Posso dire con certezza che per me, soprattutto per l'inizio e fine del racconto, ha un potenziale davvero eccellente, ed anche le descrizioni della mente e dei pensieri del personaggio sono davvero trattati in maniera davvero curata. Tuttavia trovo che, magari, si sarebbe dovuto dare meno spazio a questi ultimi, per quanto la lettura non ne risenta assolutamente (più che altro mi riferisco strettamente al tema che si doveva trattare, in sè). Complimenti!

7. L'arrotino
Ciao Linda!
Credo che in generale l'idea della cronaca della città ci sia, tuttavia credo che molto - in mia opinione - vada a perdersi nel dialogo centrale e magari nelle divagazioni dell'arrotino, che alcune volte possono risultare un pochetto ripetitive. Il finale sicuramente riprende ciò che è successo alla città, apprezzabile, tuttavia devo sottolineare come la parte centrale sia scesa un po' nel piatto, per quanto il racconto sia effettivamente scritto bene e comunque abbia quasi tutte le cose al punto giusto. La trama in generale mi è piaciuta, però forse è stata davvero resa un po' "insapore" - sempre secondo me, potrei sbagliarmi - per come è stata stesa.
Brava!

8. La Scommessa
Ciao Tiziana!
Purtroppo devo ammettere che - puro parere personale - il racconto non è riuscito a prendermi ed emozionarmi più di tanto. Sarà che ho trovato lo stile un po' spezzato, discontinuo, il racconto un po' accartocciato su se stesso. Non che sia scritto male, per carità, anzi, tuttavia la resa forse ha lasciato un po' l'amaro in bocca per un racconto che sarebbe potuto essere davvero davvero carino!

andrea.carbone
Messaggi: 36

Re: Gruppo BUCINELLA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#8 » domenica 17 dicembre 2017, 18:06

1 - Democrazia verticale
2- In un giorno di pioggia
3 - La parata di Valbassa
4 - La nebbia, l'azzurro.
5 - Nandù
6 - L'arrotino
7 -Il pedinamento
8 - La scommessa


1 - Democrazia verticale
Ci vuole un po' per entrare nel mondo che hai immaginato, è un processo graduale che delinea alla fine un'immagine futuristica di una città che ciascuno di noi può immaginare in modo diverso, collocandola in contesti e universi diversi. Il tema del controllo sociale alla 1984 è sempre attualissimo e qua è ben descritto. Mi è piaciuto il contrasto che hai creato tra l'ambiente circostante, fatto di monti, fiumi e vallate, e il contesto quasi da "prigione" della città verticale. Sono due cose che stonano e che per questo danno originalità alla città che hai inventato. Originale anche il finale, dove non abbiamo il classico eroe che decide di ribellarsi, ma un uomo come tanti che cerca di fare del suo meglio per essere a posto con la coscienza.

2- In un giorno di pioggia
Immagine molto nitida di una città che non sembra poi così distante dalle grigie cittadine industriali dell'est (ma anche senza andare così lontani), connotata da qualche elemento contraddittorio e misterioso, che aggiunge se possibile maggiore angoscia alla descrizione. Il finale tuttavia giunge come un arcobaleno dopo una tempesta. Forse un pelo troppo didascalica nel suo voler inserire quella speranza fatta di colori in un mondo grigio, ma comunque d'effetto. Uno dei migliori del gruppo, per quanto mi riguarda.

3 - La parata di Valbassa
Mi verrebbe da definirlo un racconto musicale, che si basa quasi esclusivamente su note e colori, piuttosto che su una narrazione classica. Si riesce a percepire in maniera chiara il posto e i volti degli abitanti della città, segno che le descrizioni funzionano, perchè centrano l'obbiettivo di trasmettere delle sensazioni nostalgiche. E anche se quella di valbassa è una realtà a noi distante, quasi esoterica, in qualche modo anche noi diventiamo membri della comunità che escono fuori dalle case per assistere alla parata. Insomma obbiettivo più che raggiunto.


4 - La nebbia, l'azzurro.
E' un'interessante descrizione di una città perduta nella nebbia, che viene riscoperta dagli occhi di un bambino che si perde in essa con spirito di avventura. Bello quindi il soggetto. Ho trovato che la parte iniziale con la descrizione e quella più narrativa col bambino, abbiano ritmi un po' troppo diversi (forse troppo lenta la prima parte e con concetti ripetuti un po' troppo). Il finale, pure mi è sembrato un po' affrettato. Nel complesso comunque un giudizio positivo.

5 - Nandù
Questo racconto mi è piaciuto moltissimo, ma non mi ha convinto. Lo trovo il migliore del suo gruppo e al tempo stesso il peggiore. :P
Scherzi a parte... è una descrizione davvero carica di immaginazione e non sense e l'apprezzo molto per questo. Ho trovato buono lo stile, anche se ho avvertito una differenza tra la prima e la seconda parte. All'inizio le descrizioni sono molto accurate e piene di ingegno, ti fanno arrivare a poco a poco a comprendere la natura misteriosa della città, mentre nella seconda parte i non-sense si fanno molto più marcati, dando l'effetto di un'accelerazione e non si capisce se è stato fatto apposta per incrementare il senso di caos nel lettore, o se per mancanza di spazio o di idee per concludere.
A scanso di equivoci comunque ribadisco, lettura molto piacevole e tema centrato.


6 - L'arrotino
Uno dei migliori in quanto a scrittura, perchè l'ho letto tutto d'un fiato ed è stata una lettura davvero piacevole. L'incipit in particolare mi ha conquistato, perchè questa figura di arrotino fallito in una nuova città è affascinante. Eppure sono arrivato alla fine della lettura con un po' di amaro in bocca, ponendomi la fatidica domanda: "e quindi?". Non ho capito perchè concentrare tutta la prima parte sulla storia degli arrotini, per poi capovolgere tutto il racconto alla fine, inserendo l'elemento macabro, che per quanto divertente, per me stona un po' con tutto il resto. Inoltre della città si sa pochissimo, l'unica informazione ci viene data dai nomi, il che mi sembra un po' risicato considerando che il tema erano proprio le città. Insomma, mi piacerebbe leggerne una versione più approfondita, perchè lo stile è ottimo.

7 -Il pedinamento
La trama è classica, una spia che diventa la vittima, in un gioco di inseguimenti e appostamenti che risulta intrigante, più che altro perchè il lettore si chiede fino alla fine dove si andrà a parare, dato che è palese che c'è qualcosa che non quadra. Il finale risponde alla domanda, aggiungendo una nota amara che potrebbe piacere ai fan di Hitchcock.
Lo stile di narrazione in prima persona non è rientrato nei miei gusti, forse perchè alcuni passaggi mentali sono troppo diretti e ci arrivano addosso in modo un po' frenetico, ma il difetto maggiore secondo me è dato dalla scarsa aderenza al tema. Esiste una descrizione dettagliata della città (apprezzabile anche il fatto di dare i nomi alle vie per renderla concreta e tangibile), ma la città non è la vera protagonista. Fa solo da sfondo a una vicenda personale che si sarebbe potuta svolgere in qualsiasi altro luogo, facendo allontanare lo scrittore dall'obbiettivo finale.



8 - La scommessa
Approvo il concept del racconto, perchè l'idea di una città nata per una scommessa tra divinità, in cui gli uomini sono gettati alla rinfusa solo per vedere che succede, è stuzzicante. Il racconto però non mi è piaciuto in quanto a realizzazione tecnica, lo stile infatti non mi ha preso, certi passaggi mi sono risultati un po' ostici o espressi in modo non perfetto, risultando per me quindi poco riuscito. Un consiglio che mi sento di dare è di rivedere il tutto, magari senza limite di caratteri, in modo da dare il giusto respiro al racconto.

Zince Zotti
Messaggi: 11

Re: Gruppo BUCINELLA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#9 » domenica 17 dicembre 2017, 21:15

Buonasera
Allego la classifica e i commenti che sostanzialmente quasi per tutti sono il calco di quello che ho già scritto sotto la pagina del vostro racconto.
Non so se ha molto senso ma la lista non segue fedelmente il valore assoluto che per me hanno i racconti, essendoci un tema ho un po' favorito chi a parer mio l'ha rispettato meglio, così come ho preferito dare qualche punto in più ai racconti che ho trovato più originali.

1)La nebbia, l’azzurro
2)Nandù
3)La parata di Valbassa
4)L’arrotino
5)In un giorno di pioggia
6)Il pedinamento
7)Democrazia verticale
8)La scommessa


La parata di Valbassa
Salve Andrea, mi è piaciuto molto il tuo racconto, con semplicità hai costruito una cornice che inquadra una piccola e simpatica comunità. La scena in cui i vecchi escono in fila dal comune è molto simpatica.
Sei stato leggero ma non banale, e pure simpatico in certi appunti. Senza prenderti troppo sul serio anche sul finale chiudi bene con una riflessione che lascia un po’ di amarezza, per quanto poi l’immagine dell’ultimo tamburo che batte come un vecchio cuore in corsa non mi sia piaciuta troppo, perché un po’ sfilacciata dal tono di tutto il racconto. Ma te lo dico giusto perché un difetto dovevo pur trovarlo.

Il pedinamento
Questo racconto mi ha fatto cambiare idea più volte, ad una prima lettura lo trovavo poco inerente al tema, non riuscivo a rintracciarvi la città inesistente, trovavo la città in cui si svolge la vicenda un mero spazio scenografico. Dopo più letture invece ho maturato la considerazione che più che sfondo, la città fosse un altro personaggio della vicenda. La scelta di descriverla in maniera sintetica per elementi, vie, materiali, negozi, senza innescare una parentesi didascalica, è in linea con il ritmo e la dinamicità del racconto, coerenza che ho molto apprezzato. La costruzione della frase, una paratassi veloce e ritmata rende bene l’idea dell’inseguimento, dell’ansia e dei pensieri del protagonista.

Ti ho un po' penalizzato in classifica perchè la trama non è delle più innovative, per quanto sviluppata divinamente.

Nandù
Per gusto personale apprezzo molto i nonsense e quindi il tuo racconto ha subito calamitato la mia attenzione. Molto divertente, anche se in certi tratti centrali è un po’ difficile da seguire, al limite da domandarsi se anche a te non sia sfuggito di mano. Dimostri poi di riprenderne pienamente possesso con la storia dell’autista e il finale decisamente bello e coerente.Rimane però la grossa pecca di sballottare troppo il povero lettore.

Democrazia verticale
Il racconto mi è piaciuto e ne ho apprezzato l’adesione al tema proposto. Visto che hai scelto un'ambientazione distopica a mio parere potevi calcare di più la mano , dato che il talento sembra non mancarti, sulle situazioni più svincolate da quelli che sono un po' i topos del genere. Racconti una storia ruvida con timidezza a mio avviso, ma questa non è una critica,è giusto una considerazione dettata dal mio gusto personale, sia chiaro. Un'immagine che mi è piaciuta molto è quella dei conoscenti costretti a vedere la discesa dei signori Ressa, ecco quel cinismo potevi svilupparlo di più, mi sarebbe piaciuto tu avessi insistito di più su questa vena.

La scommessa
Il racconto non mi ha catturato molto, eppure l’incipit era accattivante, l’immagine della signora bionda per mano al bimbo, la ragazza di colore con i boccoli bindi, promettevano uno sviluppo divertente. Invece il dialogo eccessivamente lungo un po’ penalizza la trama, appesantisce troppo a parer mio. Di base resta un racconto piacevole, ma per me ha la pecca di non aver sviluppato il tema proposto, che invece era stato inteso benissimo per come era iniziato. Non sono nessuno per dare consigli, ma avrei sfoltito di più il dialogo tra il diavolo e Dio per concentrarmi maggiormente sulla popolazione della comunità che sembrava il punto di forza della storia.

L'arrotino
Bellissimo, scritto molto bene, si legge in un sorso e lascia anche il brividino sul finale. Nelle due righe iniziali riesci a descrivere un personaggio, complimenti. Mi sarebbe piaciuto avere qualche informazione in più sulla città, ma in fondo penso che tu non abbia tutti i torti a raccontare questo luogo solo tramite i suoi (meglio dire le sue) abitanti. Avrebbe perso il sapore misterioso se avesse avuto una connotazione dettagliata.
Ciò nonostante mancandomi un po' troppo la città ti ho penalizzata, per quanto invece questo racconto sia di livello.

In un giorno di pioggia
Finalmente una città! Hai deciso di raccontare una città e, a differenza di molti che han scritto una storia ambientata in una città, la tua città è il centro della storia. Questo spazio, che in fondo è il luogo interiore della voce narrante, decidi di descriverlo con un po’ di mestizia, dandoci molti elementi ma con grande intelligenza non ci spieghi in realtà nulla, non ci concedi certezze che ci annoierebbero. Forse il vero protagonista a ben pensarci è questo grande senso di sospensione .
L'inizio macchinoso per quanto dopo il nostro scambio di messaggi mi sia più chiaro, continuo a trovarlo un po' pesante nell'economia del racconto.

La nebbia,l'azzurro
Racconto coinvolgente. Bello l’inizio in cui con disinvoltura descrivi situazioni di vita comune, riuscendo a dare un tono a volte ironico (lo zig zag tra le cacche, la scala di travertino sporca di chissà cosa) a volte più serioso. Interessante come si svolge la narrazione con questi continui dualismi, binomi, confronti tra il vecchio e il nuovo, la nebbia e l’azzurro appunto, l’ambiente cittadino con quello metropolitano. Mi piace molto il carattere di questo Pietro sognatore, nostalgico, amante della nebbia come miccia per accendere la fantasia ma che comunque preferisce l’azzurro. Affronti molti temi in poche righe, scelta coraggiosa e direi riuscita. Non ho capito il pezzo in cui dici che a Pietro sembra di essere entrato in una vecchia foto ammuffita, per poi dire dopo che nella nuova città tutto è chiaro.

Avatar utente
catalina.pintilie
Messaggi: 22

Re: Gruppo BUCINELLA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#10 » domenica 17 dicembre 2017, 22:45

1. Nando di Lorenzo Diedi.
2. Democrazia verticale di Giancarmine Trotta.
3. In un giorno di pioggia di Giovanni Colla.
4. La nebbia, l'azzurro di Raffaella.
5. La parata di Valbassa di Andrea Partiti
6. L'arrotino, di Linda de Santi.
7. Il pedinamento, di Raffaele Palumbo.
8. La scommessa di Tiziana de Felice.
I commenti:


La parata di Valbassa:
è senz'altro un racconto scritto bene. immagni evocative che riescono a fare di chi legge un vero e proprio spettatore della parata. a mio avviso mancano una serie di collegamenti, un po' di dettagli che riescano a rendere il puzzle più chiaro. in bocca al lupo.


In un giorno di pioggia:
Non manca di certo di fascino e questo credo sia molto importante. Scorre, coinvolge, racconta ma non annoia, lascia spazio all'immaginario.


L'arrotino:
Ahahaah ...secondo me questa storia te la devi ricordare per tirarla fuori dal cassetto in un concorso dal tema horror, potrebbe essere proprio un bel racconto. Un inizio lento ma vince nel finale. La genuina figura dell'arrotino, ingenuo pure, invidioso e insicuro, è una bella risorsa. la parte che mi è piaciuta meno è quella in cui lui si sente infastidito dall' elogio che la donna fa a suo cugino, e subito dopo sollevato perché considerato meglio di lui perché autentico. Credo che in uno spazio tempo così breve risulti troppo sbrigativo e quindi non sta in piedi. Interessante l'idea di una città che prende (e cambia nome) in base alle caratteristiche dei suoi abitanti.


Nando:
che spettacolo ahahah. voglio vedere Nandù, anzi, sono sicura di averla vista giovedì scorso quando la luna era di un bianco brillante e appariva così setosa che solo lavata con perlana. Il caffè è eccezionale cmq ...


Il pedinamento:
scrivi bene e questo lo saprai di certo. ti spieghi bene, non metti le cose al caso, c'è una vera e propria narrazione ecc ecc solo che sei andato un po' fuori tema. ciao ciao


Il pedinamento:
perdonami ma io non ho capito nulla. le frasi sono scollegate, nella lettura si inciampa e i dialoghi sono finti. manca non ho capito il perché della scommesa, della giornalista, del comportamento degli umani. non sono riuscita a seguire un filo narrativo, forse perché continuamente spezzato. mi spiace fare un commento così. credo dovresti lavorarci sopra, leggerlo a voce alta come se non fosse tuo, fattelo leggere da qualcun'altro e vedi che effetto fa. sorry :(

Democrazia verticale:

è il racconto che ritengo sia il meglio scritto tra quelli del suo gruppo. C'è una storia e la narrazione che scorre bene, un racconto ricco di dettagli e mi pare rispetti bene le regole le contesto. Mi pare manchino le emozioni, mi trasmette la freddezza di Matrix.

La nebbia, l'azzurro

Ciao Raffaella. Appena ho iniziato a leggere il tuo racconto ho pensato "che bello, un racconto scorrevole, dolce, che scivola e coinvolge, rassicurante". l'ho seguito con interesse fino alla quasi fine quando ho capito che nulla succede e mi son detta "eh vabbé, mica ci deve essere sempre un elemento che stravolge o sorprende". Pulito, bei dettagli, mi ha messo di buon umore perché mi sono ritrovata un pò, spesso guardo tutto intorno con occhi fiabbeschi dicendomi che alla fine è solo una questione di punti di vista. brava :)
Ultima modifica di catalina.pintilie il lunedì 18 dicembre 2017, 0:04, modificato 3 volte in totale.

Avatar utente
Kei
Messaggi: 14

Re: Gruppo BUCINELLA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#11 » domenica 17 dicembre 2017, 23:09

[Classifica]
1. Democrazia verticale
2. In un giorno di pioggia
3. La Parata di Valbassa
4. Nandù
5. Il pedinamento
6. La nebbia, l’azzurro
7. L’arrotino
8. La scommessa

[Recensioni]
La parata di Valbassa” di Andrea Partiti
Un Borgo italiano, un paesello sparuto con pochi abitanti e ricco di tradizioni come solo un paese potrebbe creare e mantenere; così ho immaginato idealmente Valbassa.
Raccontare di una città attraverso i personaggi è una strategia comune, ma che raramente riesce a cogliere la mia attenzione. Tu, invece, ci sei riuscito. Il tema “CRONACHE DI CITTA' CHE NON ESISTONO” è più che azzeccato. E’ una cronaca quella che ci dai, una cronaca dai toni piacevoli. A Valbassa non si festeggia, ma si celebra l’unione paesana, la gioia estiva che si trasferisce nella musica. Sapere della gente, spesso, è quello che ci permette meglio di dipingere una città. Sapere delle abitudini, o del percorso della banda è ottimo per ricreare una mappa cittadina precisa in mente. Non abbiamo i dettagli di Valbassa, ma quanto basti per respirarne l’aria: questo per una città che non esiste.. beh, è semplicemente perfetto! Hai deciso di rimanere sul vago nei dettagli spaziali, rendendo le persone di Valbassa la città stessa. La chiusura probabilmente è la parte che più mi ha conquistata. Una conclusione dai toni amari che spezza la narrazione lenta, quasi romantica dove gli anziani tornano giovani passionali nel ripetere la celebrazione domenicale. Toni amari, dico, ma realistici e in linea agli accenni “poetici” (fatemi passare il termine) che il tuo stile di scrittura usa.
Una città che mi piacerebbe visitare, Valbassa, ma solo durante quella prima domenica d’Agosto. Quando si risveglia.”

Il pedinamento” di Raffaele Palumbo
Il Tema “CRONACHE DI CITTA' CHE NON ESISTONO” è interessante perché aperto a molte interpretazioni. Sicuramente -come ho già detto in altri commenti della Live- raccontare di una Città attraverso gli usi e costumi dei suoi abitanti è una “strategia” molto interessante. In questo caso il tuo racconto mi ha trasmesso la freddezza di una città economicamente attiva, dove la gente vive a ritmo frenetico, dove si è circondati da “torri di 80, 90 piani, cristallo e acciaio”. E’ una città come tante altre quella della tua storia. Tanto comune da non aver bisogno di un nome, ma solo riferimenti spaziali che ci facciano capire che esista (e questo deve bastarci). E’ una scelta di stile che non disprezzo, anche se forse avrei preferito dare più spazio a temi che si ricollegassero alla città, piuttosto che quello da te scelto: l’inseguimento e il plot-twist finale mi hanno sinceramente fatto dimenticare della città, di tutta quell’analisi sentimentale che avevo stipulato all’inizio. Non mi sono più interessata della città cieca davanti alla morte di un uomo, né dei piccoli localizzi dove si rifugia. Improvvisamente ero immersa in una storia breve dai toni drammatici e spiazzanti nel suo esito, là dove il protagonista non era la Cronaca di una città, ma quella di un uomo che nello spionaggio ha visto la sua morte prematura.
E’ una scelta che non reputo sbagliata, solo personalmente avrei preferito che in un qualche modo il tuo esito si fosse riallacciato meglio alla città in maniera più profonda, senza limitarsi allo spray asciutto di un container. La chiusura amara è “giusta”, ma l’avrei preferita posta davanti all’insensibilità della città, piuttosto che della crudeltà del committente: questo mi ha “decentrato” dal tema, onestamente e avrei preferito non accadesse. In ogni caso, tolto questo appunto, ho davvero apprezzato questo pezzo, quindi ti ringrazio!

Nandù” di Lorenzo Diddì
Il nonsense è un tipo particolare di scrittura e questo è un tentativo di scrittura per me ben congegnato, ma che potrebbe ancora migliorare nella sua resa.
Il concept di Nandù mi è piaciuto molto, ho percepito l’idea di questa città “che c’è e non c’è”, accessibile per pochi e visitabile da ancora meno. E’ un’idea di un ambiente mistico che stuzzica molto, ma l’idea della sua “non esistenza” è stata resa con tanta insistenza, temo, da aver reso la lettura di tutto il racconto via via sempre più difficile da cogliere. Sono dell’idea che il nonsense non debba essere un genere senza binari, quanto una branca che non bada al percorso che segue per raggiungere una conclusione. Ecco, questa cosa da metà racconto in poi tende a perdersi radicalmente, rendendo più confusionaria la lettura e costringendomi a dover tornare qualche passo indietro per avere un quadro generale più delineato. Questo spero possa essere un consiglio, una critica costruttiva per possibili racconti che seguano questa linea narrativa: qualche dettaglio più concreto sulla resa di Nandù, sulla sua apparizione, o se impossibile da spiegare (o se direttamente non volessi svelarne il segreto), incentrare una piccola porzione in più di narrazione al suo aspetto, o almeno un filo di logica nella composizione del testo che ci permetta di comporre un puzzle più o meno chiaro (es. la parte di testo dove si cita l’Autista, ad esempio, sembra essere stata inserita nel contesto senza un ruolo narrativo vero e proprio).

Democrazia Verticale” di Giancarmine Trotta
La Distopia è una sfida sempre succosa e piacevole e tu, per me, l’hai vinta.
Eccome se l’hai vinta! La resa di questo tiranno, questa città-stato di crudeltà e indifferenza. La catena di montaggio perfetta di un’Utopia in un mondo di spietata meccanicità distopica: la tua resa di questa città è permeata benissimo. Quasi Dantesca la struttura ascendente di Pyramos, dove rischi di venire mandato all’Inferno e non vedere mai più il Paradiso per un nulla.
Il finale dolce-amaro è stata una ciliegina sulla torta. Non so onestamente cos’altro dire, se non un “bravo” e che mi piacerebbe leggere altro, tanto altro, di questa Pyramos di Trotta.

La scommessa", di Tiziana De Felice

Il concept di un scontro divino, di un gioco tra Diavolo e Dio è un cliché che può anche risultare in un trionfo.
Ammetto che l’incipit mi ha fatto sperare che facesse parte di questa elitaria categoria, ma più la storia si sviluppava, più alcuni “vuoti narrativi” hanno cominciato a ‘rovinare’ (questo termine andrebbe preso con le pinze, tante pinze, sì!) la resa del racconto.
Detta brevemente temo ci siano state delle scelte narrative (dove inserire la spiegazione della scommessa, o l’intervento della giornalista) che incrociate a qualche resa discutibile di grammatica e semantica, hanno fatto gradualmente scemare la qualità del racconto. Secondo me, sia chiaro, c’è una buona base su cui lavorare. Quindi ti invito e sprono umilmente a continuare a tenere la penna (o la tastiera che SEMO giovini!) in mano e sfruttare il Laboratorio di Minuti Contati!

L'arrotino” di Linda De Santi
Parto subito dalla fine (sì, sono simpatica, lo so) per un piccolo applauso per la scelta di stile con l’omicidio. So che c’è chi lo chiamerà un cliché quello della storia dal tempo narrativo lento, calmo e con un plot-twist inaspettato e sanguinoso, però secondo me i cliché nascono con un fondo di verità: possono piacere! Quindi sì, è una scelta di stile che ho apprezzato molto, ha spezzato con coerenza l’apparente placidità del racconto. L’unica nota amara che mi sento di voler sottolineare in questo commento è che l’arrotino protagonista e la sua diatriba familiare siano state più protagoniste e importanti della città di cui, alla fine, non abbiamo saputo molto. Sono cronache di una città che non esiste, certo e deduco che le cronache di Vedove Sanguinarie siano sempre nere (eheh sì, simpatica, lo so), ma avrei preferito meno excursus su Aldo e Roberto, quanto più sulla resa della città, qualche indizio che potesse aiutarci a immaginarla come una cittadina da sogno e piena di gentilezza, o appunto mettere dettagli discordanti che potessero aiutarci a pensare a “qualcosa che non andava”.



In un giorno di pioggia” di Giovanni Cola
Beh che dire questo racconto mi è piaciuto! E sì, te lo dico con questo linguaggio colloquiale che non mi permetto mai di usare, proprio perché tanto mi sono immersa nella lettura da sentirmi particolarmente vicina alla tua narrazione e -un po’ di conseguenza- a te scrittore.
La vaghezza dei dettagli, l’incertezza e la resa quasi surreale della tua città è azzeccatissima col tema, secondo me.
Sei riuscito a dare un aspetto alla tua città. E’ un luogo che non deve avere dettagli, non deve essere esaltante, ma appunto fumoso come le nubi industriali. E’ una città che c’è, ne siamo sicuri, ma che non è importante voler conoscere. Sei lì, ma subito passa la voglia d’esserci. Non ci sei e ti sale quella curiosità, il chiederti perché ci sei arrivato e rimasto, ma sopratutto se oltre al cemento ci sia qualcosa.
Fa riflettere. Non bisogna rimanere alle apparenze, né perdere la speranza di ricavare qualcosa anche dall’apparente cemento inespressivo. C’è sempre qualcosa che può risollevarti, anche se abiti in una città grigia fatta di monotonia, dove ti senti in trappola come un formicaio. Complimenti! Spero di leggere altro di tuo in futuro!

La nebbia, l’azzurro” di Raffaella

Il concept di una terra da esplorare, contrapposta ai sogni e le fantasticherie di un bambino, si può sposare molto bene con il tema. Ho apprezzato nel complesso tutto il racconto, ma azzarderei il consiglio di riguardare per bene la parte finale e quella di sviluppo della storia: stona e fa perdere qualità l’alternarsi di tempi narrativi troppi diversi, o di chiusure affrettate come in quella finale, dove non ci si perde nemmeno per un attimo in osservazioni sulla città, o su se stessi come nuovi cittadini di un “mondo nuovo”, diversamente da come invece hai deciso di fare per tutto il tuo racconto.
Diciamo che potevi dare più al racconto per chiuderlo in bellezza, togliendo quelle fasi più lente descritte in mezzo al racconto.

Avatar utente
antico
Messaggi: 7167

Re: Gruppo BUCINELLA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#12 » giovedì 21 dicembre 2017, 14:29

Ecco a voi la mia classifica sul vostro gruppo! Scusate per il ritardo.

1) Nandù, di Lorenzo Diddi
Credo che tu ti sia divertito davvero tanto a scrivere questo pezzo, io mi sono divertito a leggerlo. Tutto e il contrario di tutto perché non esiste una oggettiva realtà, ma tante soggettive oggettività che s'intersecano in un continuo twister di parole e colori. Bello. Rilevo però alcune piccole magagne, prova a leggerlo ad alta voce e ti renderai conto che in alcuni punti la musicalità è interrotta da forme non ottimali che quindi vanno riviste per portare la resa al massimo. Sono combattuto... Ma alla fine propendo per il pollice su perché questa Nandù non mi abbandonerà mai più, o forse se n'è già andata, non so, dipende da quale neurone interrogo e non ce n'è mai uno che confermi la versione dell'altro. Un gran pastrocchio :) Complimenti.
2) La parata di Valbassa, di Andrea Partiti
Mi è piaciuto. Vero: manca una storia vera e propria, però c'è il passato, il presente, il futuro, c'è la gente, il suo respiro, la sua essenza, c'è questo paesino e la sua voglia di perpetrarsi. Non c'è la storia, per come ce l'aspetteremmo, ma c'è la Storia, il suo dipanarsi. Mi ha toccato. Per me pollice su.
3) Il pedinamento, di Raffaele Palumbo
Il racconto mi è piaciuto, ma non assegno il pollice su (quindi mi fermo al quasi su) perché vorrei che lo revisionassi nel Laboratorio. Ci sono delle ripetizioni (subito... subito, lungomare... mare...) che vanno aggiustate e in generale penso che una limatura gli stia bene, soprattutto perché figlio dei Minuti Contati e qualcosa da aggiustare, per ovvi motivi, c'è. Per il resto, capisco (pur non concordando) chi può averti considerato fuori o al limite del tema: la tua città è nascosta perché tu hai voluto nasconderla, nel senso che si integra perfettamente con ciò che racconti e pertanto può (e sottolineo PUO') confondere sembrando assente. La trama è ben ordita, ma consiglierei di non fare parlare il pedinato con nessuno, meglio evitare fastidosi testimoni che possano averlo visto per quelle vie, magari notando chi lo inseguiva, no? Dagli una sistematina che la Vetrina l'aspetta.
4) L’arrotino, di Linda De Santi
Mi sono divertito. Scritto bene, una racconto che conosce la sua direzione e la percorre fino in fondo. Però... Ancora da ottimizzare. Evidentemente il senso di inquietudine che non permetteva al protagonista di urlare con piena mascolinità il suo essere l'arrotino aveva delle fondamenta in quello che percepiva dalla città, ma considerato lo spazio da te dedicato alla cosa nella prima parte mi sarei aspettato, tanto per dire, una chiusa, qualcosa che concludesse il discorso aperto. Un pollice tendente all'alto, un quasi su. T'invito a revisionarlo nel Laboratorio perché in Vetrina ci starebbe bene.
5) Democrazia Verticale, di Giancarmine Trotta
Non mi ha convinto il finale. Tutto quanto precede è equilibrato, ben dosato. Poi tronchi suggerendo che in qualche modo abbia aiutato proprio quel signor Luigi di cui avevi parlato solo il paragrafo precedente. E chiudi. Gli manca qualcosa, insomma. Per me un pollice tendente all'alto perché la lettura è molto piacevole e il concept ottimo, però rimane un po' di amarezza per quel finale.
6) In un giorno di pioggia, di Giovanni Cola
Racconto che ho trovato davvero difficile commentare. Sembra che, tipo Nandù, giochi sul non sense, ma poi viene il dubbio che il percorso sia piuttosto intimo, rivolto all'interno più che verso l'esterno. Certo è che si fatica a "entrare" e questo a causa di una partenza molto diluita che mi è sembrata anche troppo allungata. E poi quelle affermazioni (come stai Vincent che o le cogli subito o ti portano su strade non funzionali... e occhio che il lettore può non avere il tuo stesso bagaglio, ma magari fregarti con mille altre citazioni che seminerebbero chi ha scritto). Eppure mi è piaciuto perché quel finale è un tocco di luce che spicca nel grigiore che avevi dipinto fino a quel momento e sì, è proprio vero che è sufficiente un pizzico di quello per cambiare, radicalmente l'esperienza. Pollice tendente all'alto e un invito a riprenderlo nel Laboratorio dove, sono sicuro, potrai trovare nuovi consigli e una forma definitiva al testo, in ottica Vetrina.
7) La nebbia, l’azzurro, di Raffaella
Calchi troppo la mano sulla contrapposizione, falsata, tra le due città. Da piemontese, devo dirtelo, mi è sembrata davvero eccessiva. A parte la nebbia che immagini ci sia a Torino è tipo quella del film THE FOG (e non è così), poi l'accenno al cielo sempre terso... Insomma, dai :) Non è così e ho abitato in entrambe le città... (E se mi dici che è Milano, ho abitato anche lì e tutto sto grigio non l'ho visto). Ma passiamo oltre e devo sottolineare una prima parte eccessivamente lunga contrapposta a uno svolgimento e finale (il succo del racconto) tutti compressi nell'ultimo paragrafo: grande squilibrio. Bella la scoperta del ragazzino sulla sua nuova casa, ma a quel punto avevi già dovuto inserire il turbo e non me l'hai fatta vivere con i giusti tempi. Occhio inoltre a diversi refusi sparsi e qualche ripetizione. Per me un pollice ni che però punta verso il positivo perché l'idea del racconto è bella, va solo riequilibrato meglio il tutto.

Avatar utente
antico
Messaggi: 7167

Re: Gruppo BUCINELLA: Lista racconti e classifiche

Messaggio#13 » sabato 23 dicembre 2017, 14:48


Torna a “109° EDIZIONE - PISA LIVE EDITION”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 3 ospiti