Notte - Mario Pacchiarotti
Inviato: martedì 19 dicembre 2017, 0:55
«Ehi, Tony, che ci fai tutto solo qui in spiaggia? Sarai mica depresso? Dai, andiamo, che gli altri sono già in discoteca.»
«Abbassa la voce. Guarda là» gli rispose Tony, indicando una figura a una trentina di metri, in piedi sul bagnasciuga, rivolta verso il mare.
«Cavolo, che pezzo di ragazza… Ma è tutta nuda. Da dove sbuca?»
«Non lo so, mi stavo fumando uno spino per conto mio, a un certo punto l’ho notata. Lì per lì ho pensato a un sogno. Sarà venuta giù da quella villa lì.»
«Però non è il tuo tipo, a te piacciono bionde e secche, questa invece è mora e bella in carne, più il tipo mio.»
Tony scosse la testa. «Non dire cazzate, ha un fisico statuario.»
«Sarà come dici tu, ma è meglio lasciarla stare. Ricordi che ci ha detto l’albergatore? State alla larga dalla spiaggia a destra, è privata e sono ricconi piuttosto nervosi. Dai, andiamo che su è pieno di topa molto più accessibile.»
«Vai, vai, io voglio parlare con quella.»
L’amico alzò le spalle e si fece una risata.
«Fa come ti pare, capoccione, ci vediamo domani mattina e vediamo chi ha combinato qualcosa e chi no. Siamo due a uno per me, ricorda.»
Tony rise a sua volta. «Vaffanculo, Cesare, contiamo domani, questa vale cinque punti.»
Si avviò verso la donna, mentre l’amico andava in direzione opposta, ridacchiando.
Per evitare di spaventare la ragazza si fermò a qualche passo.
«Bellissima notte» disse, a voce alta.
La figura si voltò e Tony poté vederne il volto. Appariva più adulto di quello che il corpo non lasciasse intuire, lo trovò bello anche se tutt’altro che perfetto. Aveva una strana espressione, che trovò inquietante ma al tempo stesso lo intrigava.
«Mi trovi bella?» chiese la donna.
Tony esitò, non si aspettava un esordio così diretto. Ma non era tipo da rimanere a lungo sorpreso.
«Bellissima, in effetti» confermò.
Lei rise. «Almeno quanto basta per infrangere una proprietà privata.»
«Oh, perbacco» rispose lui, pronto. «Non me ne sono reso conto, a quest’ora non è così semplice capire dove inizia la sabbia vostra e dove finisce quella dell’albergo, a me paiono uguali anche di giorno.»
«Per questa volta sei perdonato» scherzò lei. «Ma visto che ormai hai sconfinato, dovresti avvicinarti di più. Per parlare meglio.»
«Se la cosa non ti mette a disagio.»
«Perché dovrebbe?»
«Per il fatto… dei vestiti.»
«Dovrei essere a disagio perché indossi dei vestiti?»
Diavolo, pensò Tony, questa mi prende in giro e io faccio la figura del fesso.
«No, no, va tutto bene» e senza indugiare colmò lo spazio che li separava.
Quando si fermò lei si avvicinò ancora, arrivando quasi a contatto. Lo superava appena in altezza.
«Cosa cerchi a quest’ora, da solo, in giro per la spiaggia?» gli chiese.
«Niente di speciale, mi piace stare da solo, di notte, a pensare.»
Lei sorrise. «Solo, con la notte.»
Tony annuì. «Già, è una compagna intrigante.»
«Mi fa piacere sentirtelo dire, sono rari ormai gli uomini che amano la notte.»
«Hai anche tu questa passione, vedo. Stavi qui a rimirare il mare…»
«Aspettavo un eroe» rispose lei «un tempo venivano dal mare.»
Era tanto vicina che Tony aveva l’impressione di riuscire a percepirne il calore. Lo stava guardando dritto negli occhi.
«Magari stavolta l’eroe viene dalla spiaggia» aggiunse, poggiandogli le mani sulle spalle. Poi cominciò a saggiarne le braccia, i muscoli del petto.
«Ce l’hai il fisico dell’eroe. Potresti essere tu.» Fece una breve pausa. «Sei tu?»
Tony non era sicuro sul da farsi. Era già piuttosto eccitato, e propenso a prendere tutta quella sceneggiata come un invito a fare sesso subito, lì sulla spiaggia. Una parte di sé aveva già iniziato a pregustare una possibile notte di sesso selvaggio e senza limiti, ma un’altra, più profonda, subdorava un qualche pericolo. Tuttavia, non c’era partita.
«Sì, sono il tuo eroe, farò tutto quello che vuoi» buttò lì, confidando in una reazione positiva.
«Un Ercole, un Proteo, un Giasone…»
«Tutto quello che vuoi.»
La donna ora gli accarezzava la schiena, via via con più forza, i capezzoli che sfioravano il petto dell’uomo.
«Sarai il mio eroe, viaggerai per me, sconfiggerai i miei nemici, porterai alla gloria il mio nome?»
Ormai erano avvinghiati, lui le stringeva i glutei, lei le aveva afferrato i fianchi.
«Giura!» ordinò la donna.
«Giuro!» capitolò lui, senza più remore.
«Ma insomma, non ci ha detto come si chiamava, questa dea» chiese la giornalista con gli occhialoni rotondi.
«Nyx, si chiamava Nyx, la Notte, figlia del Caos, madre di Eros e Thanatos, tra gli altri» rispose paziente Tony.
«E vuole farci credere che tutta la trilogia lei l’ha sognata? Proprio quella notte, tutta in una sola notte?» domandò il giovane inviato di Canale 42.
«Questa è stata la mia esperienza. Forse lo spinello aveva qualche problema e ho sognato tutto, sta di fatto che la mattina dopo mi sono svegliato sulla spiaggia e avevo la memoria precisa di questa… di questo sogno, dall’incontro con Nyx a tutte le avventure compiute in suo nome.»
«Ma alla fine, ci ha fatto sesso?»
Tony sorrise e non rispose.
«Abbassa la voce. Guarda là» gli rispose Tony, indicando una figura a una trentina di metri, in piedi sul bagnasciuga, rivolta verso il mare.
«Cavolo, che pezzo di ragazza… Ma è tutta nuda. Da dove sbuca?»
«Non lo so, mi stavo fumando uno spino per conto mio, a un certo punto l’ho notata. Lì per lì ho pensato a un sogno. Sarà venuta giù da quella villa lì.»
«Però non è il tuo tipo, a te piacciono bionde e secche, questa invece è mora e bella in carne, più il tipo mio.»
Tony scosse la testa. «Non dire cazzate, ha un fisico statuario.»
«Sarà come dici tu, ma è meglio lasciarla stare. Ricordi che ci ha detto l’albergatore? State alla larga dalla spiaggia a destra, è privata e sono ricconi piuttosto nervosi. Dai, andiamo che su è pieno di topa molto più accessibile.»
«Vai, vai, io voglio parlare con quella.»
L’amico alzò le spalle e si fece una risata.
«Fa come ti pare, capoccione, ci vediamo domani mattina e vediamo chi ha combinato qualcosa e chi no. Siamo due a uno per me, ricorda.»
Tony rise a sua volta. «Vaffanculo, Cesare, contiamo domani, questa vale cinque punti.»
Si avviò verso la donna, mentre l’amico andava in direzione opposta, ridacchiando.
Per evitare di spaventare la ragazza si fermò a qualche passo.
«Bellissima notte» disse, a voce alta.
La figura si voltò e Tony poté vederne il volto. Appariva più adulto di quello che il corpo non lasciasse intuire, lo trovò bello anche se tutt’altro che perfetto. Aveva una strana espressione, che trovò inquietante ma al tempo stesso lo intrigava.
«Mi trovi bella?» chiese la donna.
Tony esitò, non si aspettava un esordio così diretto. Ma non era tipo da rimanere a lungo sorpreso.
«Bellissima, in effetti» confermò.
Lei rise. «Almeno quanto basta per infrangere una proprietà privata.»
«Oh, perbacco» rispose lui, pronto. «Non me ne sono reso conto, a quest’ora non è così semplice capire dove inizia la sabbia vostra e dove finisce quella dell’albergo, a me paiono uguali anche di giorno.»
«Per questa volta sei perdonato» scherzò lei. «Ma visto che ormai hai sconfinato, dovresti avvicinarti di più. Per parlare meglio.»
«Se la cosa non ti mette a disagio.»
«Perché dovrebbe?»
«Per il fatto… dei vestiti.»
«Dovrei essere a disagio perché indossi dei vestiti?»
Diavolo, pensò Tony, questa mi prende in giro e io faccio la figura del fesso.
«No, no, va tutto bene» e senza indugiare colmò lo spazio che li separava.
Quando si fermò lei si avvicinò ancora, arrivando quasi a contatto. Lo superava appena in altezza.
«Cosa cerchi a quest’ora, da solo, in giro per la spiaggia?» gli chiese.
«Niente di speciale, mi piace stare da solo, di notte, a pensare.»
Lei sorrise. «Solo, con la notte.»
Tony annuì. «Già, è una compagna intrigante.»
«Mi fa piacere sentirtelo dire, sono rari ormai gli uomini che amano la notte.»
«Hai anche tu questa passione, vedo. Stavi qui a rimirare il mare…»
«Aspettavo un eroe» rispose lei «un tempo venivano dal mare.»
Era tanto vicina che Tony aveva l’impressione di riuscire a percepirne il calore. Lo stava guardando dritto negli occhi.
«Magari stavolta l’eroe viene dalla spiaggia» aggiunse, poggiandogli le mani sulle spalle. Poi cominciò a saggiarne le braccia, i muscoli del petto.
«Ce l’hai il fisico dell’eroe. Potresti essere tu.» Fece una breve pausa. «Sei tu?»
Tony non era sicuro sul da farsi. Era già piuttosto eccitato, e propenso a prendere tutta quella sceneggiata come un invito a fare sesso subito, lì sulla spiaggia. Una parte di sé aveva già iniziato a pregustare una possibile notte di sesso selvaggio e senza limiti, ma un’altra, più profonda, subdorava un qualche pericolo. Tuttavia, non c’era partita.
«Sì, sono il tuo eroe, farò tutto quello che vuoi» buttò lì, confidando in una reazione positiva.
«Un Ercole, un Proteo, un Giasone…»
«Tutto quello che vuoi.»
La donna ora gli accarezzava la schiena, via via con più forza, i capezzoli che sfioravano il petto dell’uomo.
«Sarai il mio eroe, viaggerai per me, sconfiggerai i miei nemici, porterai alla gloria il mio nome?»
Ormai erano avvinghiati, lui le stringeva i glutei, lei le aveva afferrato i fianchi.
«Giura!» ordinò la donna.
«Giuro!» capitolò lui, senza più remore.
«Ma insomma, non ci ha detto come si chiamava, questa dea» chiese la giornalista con gli occhialoni rotondi.
«Nyx, si chiamava Nyx, la Notte, figlia del Caos, madre di Eros e Thanatos, tra gli altri» rispose paziente Tony.
«E vuole farci credere che tutta la trilogia lei l’ha sognata? Proprio quella notte, tutta in una sola notte?» domandò il giovane inviato di Canale 42.
«Questa è stata la mia esperienza. Forse lo spinello aveva qualche problema e ho sognato tutto, sta di fatto che la mattina dopo mi sono svegliato sulla spiaggia e avevo la memoria precisa di questa… di questo sogno, dall’incontro con Nyx a tutte le avventure compiute in suo nome.»
«Ma alla fine, ci ha fatto sesso?»
Tony sorrise e non rispose.