Amore vero - di Andrea Carbone
Inviato: lunedì 19 febbraio 2018, 23:06
Amore vero
“Mark February, giusto? Si pronuncia così? Dunque, lei è seduto qua, nel mio ufficio, a dirmi che non ha trovato l’amore vero che le avevamo promesso. Dico io, è uno scherzo o cosa?”
Mark non fece una piega, si passò una mano tra i capelli, fece spallucce. La stanza era diversa da quanto si era immaginato: dall’esterno sembrava dovesse puzzare di disinfettante, invece c’era un gradevole aroma di caffè nell’aria.
L’uomo dietro la scrivania, Kirby, era nervoso. Lo si vedeva dalle chiazze di sudore sulla camicia bianca. Continuò:
“Questo è inconcepibile Mark… è la prima volta che sento un’assurdità simile. Facciamo un passo indietro e mi spieghi cosa le è successo.”
“Certamente signor Kirby. Sono qua da sei anni ormai. Quando ho deciso di partire per Nuovo Mondo, l’ho fatto prevalentemente per cambiare lavoro. Volevo iniziare a scrivere.”
“Infatti, so che ha all’attivo un paio di romanzi.”
“Sì, da quel punto di vista va benissimo. Ma mi avevano detto che ci sarebbe stata anche la possibilità di innamorarsi.”
“Ma certo, la offriamo a chiunque sbarchi sull’isola. Lavoro, amore, pace, felicità. Garantiamo tutto, come sempre!”
“Sì, di fatti mi sono innamorato.”
Da fuori si sentì il verso di alcuni gabbiani che svolazzarono da quelle parti ed entrambi si voltarono a osservare il panorama oltre la grande vetrata. Un mare incantevole si stagliava su di un orizzonte ambrato e più lontano si potevano scorgere le vette verdi dei monti Calas, con i loro agglomerati urbani in continua crescita. I gabbiani si rincorsero un po’, poi sparirono oltre alcune nuvole.
“Continui, la prego.”
“E’ iniziata un po’ lentamente, ma a poco a poco ci siamo affiatati. Sa com’è, parti con poche aspettative e poi ti ritrovi a fantasticare di un futuro insieme, senza nemmeno accorgertene. Le è mai capitato?”
“Certamente. So bene cosa si prova.”
“Non era tutto perfetto, eppure stavamo bene insieme. Poi un giorno le cose iniziarono a peggiorare. Lei era sempre più distante e nonostante dicesse di amarmi, aveva la testa altrove, da qualche altra parte. Forse ripensava al suo passato, a quello che aveva perduto, o forse semplicemente si era stancata di me e non riusciva ad ammeterlo. Probabilmente le sono stato troppo addosso, e così mi ha lasciato.”
“Mi dispiace Mark. Ma sono cose che capitano a Nuovo Mondo. La felicità in ogni caso è garantita. Ne troverà sicuramente un’altra che…”
Mark colpì il bracciolo della poltrona con un pugno che zittì Kirby.
Si passò una mano sugli occhi, scosse il capo sbuffando.
“Mi scusi, non volevo. E’ solo che continuano a ripetermelo tutti. Io non voglio un’altra. Voglio lei! Era con lei che avevo immaginato il mio futuro.”
“Non si preoccupi, è tutto a posto.”
“Conosco bene il contratto e la clausola sulla felicità. Voi di Nuovo Mondo dovreste garantirla, è scritto nero su bianco. I periodi di transizione durano solo pochi giorni, così avete scritto. Allora perché non riesco a dimenticarmi di lei nonostante siano passate tre settimane?!”
Le luci della stanza si spensero di colpo, sostituite da una fastidiosa aura rossa che non si capiva da dove provenisse. Si udirono dei passi dall’esterno, qualcuno che si avvicinava. Kirby si tolse gli occhiali, pulendoli a dovere. Sembrava triste.
“Ci avevano avvertiti della possibilità, ma non pensavo sarebbe capitato sul serio.”
“Di che parla?!”
“Lei è un errore di questo sistema, Mark. Lei non dovrebbe esistere, lei e il suo amore. L’amore vero è una probabilità quantistica che stona nelle leggi del nostro universo. Si sarebbe dovuto accontentare. O al massimo, avrebbe dovuto prendere quell’amore, chiuderlo in un fottuto barattolo di vetro e gettarlo in mare, anziché farsi illusioni che questa realtà non è in grado di supportare.”
la porta si aprì, una luce intensa entrò nel suo campo visivo, accecandolo.
Le sembrò di intravedere il viso di lei in quegli ultimi istanti.
Aveva degli occhi stupendi.
An unknow error occurred.
New attempting to Loading Nuovo Mondo in 34 sec…
Autore: Andrea Carbone
“Mark February, giusto? Si pronuncia così? Dunque, lei è seduto qua, nel mio ufficio, a dirmi che non ha trovato l’amore vero che le avevamo promesso. Dico io, è uno scherzo o cosa?”
Mark non fece una piega, si passò una mano tra i capelli, fece spallucce. La stanza era diversa da quanto si era immaginato: dall’esterno sembrava dovesse puzzare di disinfettante, invece c’era un gradevole aroma di caffè nell’aria.
L’uomo dietro la scrivania, Kirby, era nervoso. Lo si vedeva dalle chiazze di sudore sulla camicia bianca. Continuò:
“Questo è inconcepibile Mark… è la prima volta che sento un’assurdità simile. Facciamo un passo indietro e mi spieghi cosa le è successo.”
“Certamente signor Kirby. Sono qua da sei anni ormai. Quando ho deciso di partire per Nuovo Mondo, l’ho fatto prevalentemente per cambiare lavoro. Volevo iniziare a scrivere.”
“Infatti, so che ha all’attivo un paio di romanzi.”
“Sì, da quel punto di vista va benissimo. Ma mi avevano detto che ci sarebbe stata anche la possibilità di innamorarsi.”
“Ma certo, la offriamo a chiunque sbarchi sull’isola. Lavoro, amore, pace, felicità. Garantiamo tutto, come sempre!”
“Sì, di fatti mi sono innamorato.”
Da fuori si sentì il verso di alcuni gabbiani che svolazzarono da quelle parti ed entrambi si voltarono a osservare il panorama oltre la grande vetrata. Un mare incantevole si stagliava su di un orizzonte ambrato e più lontano si potevano scorgere le vette verdi dei monti Calas, con i loro agglomerati urbani in continua crescita. I gabbiani si rincorsero un po’, poi sparirono oltre alcune nuvole.
“Continui, la prego.”
“E’ iniziata un po’ lentamente, ma a poco a poco ci siamo affiatati. Sa com’è, parti con poche aspettative e poi ti ritrovi a fantasticare di un futuro insieme, senza nemmeno accorgertene. Le è mai capitato?”
“Certamente. So bene cosa si prova.”
“Non era tutto perfetto, eppure stavamo bene insieme. Poi un giorno le cose iniziarono a peggiorare. Lei era sempre più distante e nonostante dicesse di amarmi, aveva la testa altrove, da qualche altra parte. Forse ripensava al suo passato, a quello che aveva perduto, o forse semplicemente si era stancata di me e non riusciva ad ammeterlo. Probabilmente le sono stato troppo addosso, e così mi ha lasciato.”
“Mi dispiace Mark. Ma sono cose che capitano a Nuovo Mondo. La felicità in ogni caso è garantita. Ne troverà sicuramente un’altra che…”
Mark colpì il bracciolo della poltrona con un pugno che zittì Kirby.
Si passò una mano sugli occhi, scosse il capo sbuffando.
“Mi scusi, non volevo. E’ solo che continuano a ripetermelo tutti. Io non voglio un’altra. Voglio lei! Era con lei che avevo immaginato il mio futuro.”
“Non si preoccupi, è tutto a posto.”
“Conosco bene il contratto e la clausola sulla felicità. Voi di Nuovo Mondo dovreste garantirla, è scritto nero su bianco. I periodi di transizione durano solo pochi giorni, così avete scritto. Allora perché non riesco a dimenticarmi di lei nonostante siano passate tre settimane?!”
Le luci della stanza si spensero di colpo, sostituite da una fastidiosa aura rossa che non si capiva da dove provenisse. Si udirono dei passi dall’esterno, qualcuno che si avvicinava. Kirby si tolse gli occhiali, pulendoli a dovere. Sembrava triste.
“Ci avevano avvertiti della possibilità, ma non pensavo sarebbe capitato sul serio.”
“Di che parla?!”
“Lei è un errore di questo sistema, Mark. Lei non dovrebbe esistere, lei e il suo amore. L’amore vero è una probabilità quantistica che stona nelle leggi del nostro universo. Si sarebbe dovuto accontentare. O al massimo, avrebbe dovuto prendere quell’amore, chiuderlo in un fottuto barattolo di vetro e gettarlo in mare, anziché farsi illusioni che questa realtà non è in grado di supportare.”
la porta si aprì, una luce intensa entrò nel suo campo visivo, accecandolo.
Le sembrò di intravedere il viso di lei in quegli ultimi istanti.
Aveva degli occhi stupendi.
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Autore: Andrea Carbone