Peccato originale - di Diego Martelli

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diego.martelli
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Peccato originale - di Diego Martelli

Messaggio#1 » martedì 20 febbraio 2018, 0:57

Spensi l'allarme generale emergendo incerta dalla vasca del criosonno. Sui nostri schermi brillava la sagoma enorme di un luminoso pianeta azzurro. Robb era già alla consolle, il liquido rigenerativo che scivolava via dalla sua pelle nuda. Mentre raggiungevo la mia postazione lui leggeva i primi dati delle sonde.

"Classe M! Atmosfera ricca di ossigeno, azoto ed anidride car..." Non osavo guardare nella sua direzione. Riprese lentamente, incredulo. "...biomassa simile a quella terrestre. Flora, fauna... protozoi, batteri! Tutta la vita. Temperatura moderata, orbita stabile." Era perfetto, e lo sapevo bene.

Rimase a lungo in silenzio leggendo i dati. Finite le verifiche mi guardò, e con antica abitudine ci sporgemmo l'uno verso l'altra. Ci baciammo con passione, tremanti, le lacrime e i respiri rotti sulle labbra di entrambi. Non parlammo nemmeno dopo esserci ritratti ed asciugati gli occhi: tutto quello che potevamo dirci l'avevamo già detto, un giorno ogni settantrè anni, nei risvegli rigenerativi del criosonno. Tramite i vasti archivi del vascello colonizzatore e i suoi sistemi automatici di terraformazione e clonazione potevamo ricreare la razza umana, un clone alla volta, un libro alla volta.

"Ho individuato il punto di atterraggio ideale. E' tutto a posto." mentii, per poi voltarmi e guardarlo ancora una volta. Non riuscivo a non provare compassione per lui. Sospirai e scossi la testa: sapevo perché ero su questo vascello, e dovevo pensare solo a quello che andava fatto.

Ci assicurammo alle poltrone preparandoci all'ingresso nell'atmosfera. Fiamme, turbolenze, poi un cielo sereno. Rallentammo ancora. La navigazione si stabilizzò, e atterrammo dolcemente sul pianeta in un punto che il computer aveva reputato privo di rischi.

Credevo di essere pronta per quel momento, ma non lo ero. Soffrivo per lui. Niente di quello che potevo dirgli poteva aiutarlo, quindi tacqui: allungai invece una mano sul quadro comandi, ed aprii il portellone. Ci liberammo dalle imbragature ed attendemmo insieme che esso si aprisse, mano nella mano.

L'aria pulita del pianeta sostituì quella viziata della sala comando, e le luci al neon si spensero al diffondersi di quella del sole. Robb ritirò di scatto la mano dalla mia, e se la portò alla bocca. All'esterno c'ero io, c'eravamo noi. Molte come me, molte di noi. Nessuna era armata, ma Robb non era uno sciocco, e capì che era in nostro potere senza che dovessimo ricorrere ad alcuna minaccia. Vacillò, pallido, e per rimanere in piedi si resse alla paratia.

Una di noi gli tese la mano. Lui la ignorò. Mi avvicinai io per abbracciarlo e lui si ritrasse, rabbioso e terrorizzato. Ma eravamo ancora qualcosa, noi due insieme, qualcosa creato giorno dopo giorno ogni settantrè anni, e dopo una breve resistenza si lasciò andare, piangendo fra le mie braccia. Piangevo con lui.

"Lo capisci, vero? Non potevamo permettere che vi diffondeste. Che colonizzaste, che sfruttaste le risorse come fate voi umani. Avreste estinto la vita, le stelle stesse!"
Scosse la testa, incredulo, fra i singhiozzi.
"Non è colpa vostra! E' solo... solo il modo in cui siete. Ma non possiamo concedervelo, per nessun motivo." Lo strinsi di più, accorata, cercando di fargli capire che ero sincera. "Non ti devi preoccupare, abbiamo messo in salvo ogni cosa. Il dna, la storia... tutto! Vi ricorderemo! Tramanderemo le cose migliori di voi. E tu vivrai qui, con noi. Con me. Possiamo permetterlo. Sei l'ultimo rimasto."

E non ci fu più altro da dire. Le altre si avvicinarono e ci condussero via, evitando di farci vedere i vascelli coloniali abbandonati che punteggiavano la pianura. C'erano voluti immensi sforzi per prendere il loro aspetto e assicurarci che tutti i superstiti di quel mondo morente venissero raggiunti prima di diffondere la loro piaga nella galassia.
E mentre stringevo a me tutto ciò che restava della razza umana, ero insieme grata d'amarla e sollevata di essere riuscita, infine, a estinguerla.



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antico
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Re: Peccato originale - di Diego Martelli

Messaggio#2 » martedì 20 febbraio 2018, 1:01

Ciao Diego! Tuo secondo MC: molto bene! Tutto ok con i parametri, buona MATERIA OSCURA EDITION!

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alessio.cecchin
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Re: Peccato originale - di Diego Martelli

Messaggio#3 » domenica 25 febbraio 2018, 9:50

Mantieni con mestiere la sospensione intorno alle reali intenzioni della protagonista. Le più alte aspirazioni del Genere Umano - abbandonare il Sistema Solare e colonizzare altri pianeti, sopravvivendo in tal modo alla Terra stessa - annullate e distrutte proprio nel momento del trionfo. E poi c'è il tradimento necessario. Macroscopico e microscopico che invece di intralciarsi si accordano e si accompagnano fino al finale tragico.

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Peter7413
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Re: Peccato originale - di Diego Martelli

Messaggio#4 » lunedì 26 febbraio 2018, 18:15

Un racconto che mi ha convinto, anche se ci si domanda se questi alieni non avessero un modo più veloce per ottenere lo stesso risultato e questo perché non fornisci sufficienti informazioni su di loro e la loro cultura, in pratica ti fermi al livello uno di una storia che avrebbe potuto essere qualcosa di più, ma che, chissà, potrà esserlo in futuro: ci vedo molto potenziale. Detto questo, hai grande mestiere nel condurre la narrazione e la lettura rimane sempre (al netto di quelle D eufoniche) fluida e più che soddisfacente. Un buon lavoro.

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diego.martelli
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Re: Peccato originale - di Diego Martelli

Messaggio#5 » martedì 27 febbraio 2018, 7:05

Peter7413 ha scritto:(al netto di quelle D eufoniche)


Devo davvero farmi un appunto in merito quando rivedo il testo! :/

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giulio.marchese1
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Re: Peccato originale - di Diego Martelli

Messaggio#6 » martedì 27 febbraio 2018, 19:38

Ciao Diego,
Il tuo racconto mi è piaciuto molto, sulle prime pensavo a un nuovo eden con i protagonisti nel ruolo di Adamo ed Eva, poi pensavo ad una sorta di arca di Noè, il finale mi ha colpito prendendomi alla sprovvista. A quel che ho capto il modus operandi degli alieni era quello di andare fisicamente a prendere dna, storia, e persone con la promessa appunto di un modo nuovo ma in realtà volevano annientare l'umanità. Pensandoci bene è l'attacco alieno più subdolo che abbia mai visto e, anche se viene facile dar ragione a questi, si tratta comunque di un genocidio. Non credo che l'umano riuscirà mai a vivere con gli alieni a questo prezzo, e quindi la nostra aliena innamorata può scordarsi del perdono. Ma lei agisce in nome di un bene superiore e mette da parte i suoi sentimenti personali. Devastante immaginare il campo di navi colonia distrutte. In 4000 caratteri sei riuscito a mettere di tutto. Complimenti.

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DandElion
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Re: Peccato originale - di Diego Martelli

Messaggio#7 » giovedì 1 marzo 2018, 0:58

Oddio, non lo so. bello, scritto bene, molto scorrevole. ritmico al punto giusto, bello il voltafaccia finale, doloroso il tradimento e incredibile che lei ne soffra comunque.
MA se l'ha messo in "criosonno" non faceva prima a ucciderlo? Tanto portarlo a morire equivale solo a prolungare il supplizio di saperlo mortale.. non so forse la psiche femminile non avrebbe davvero elaborato il piano per "estinguerlo".. ok, è l'una forse è meglio che la pianto qui xD
#AbbassoIlTerzoPuntino #NonSmerigliateLeBalle
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Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!

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erika.adale
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Re: Peccato originale - di Diego Martelli

Messaggio#8 » giovedì 1 marzo 2018, 7:35

L'ho trovato scritto molto bene: l'immagine finale dei vascelli abbandonati è evocativa, i personaggi emozionanti. La caratterizzazione psicologica dell'aliena è tutt'altro che scontata,complimenti.
Sarei assolutamente entusiasta di questo racconto, se non fosse per un piccolo difetto di comprensione che probabilmente dipende dal fatto che non sono una consumatrice abituale di fantascienza e dunque alcuni meccanismi automatici mi risultano più difficili. Io avevo capito che la coppia di protagonisti è partita insieme dalla Terra, verosimilmente già amanti, e che il loro legame si sia saldato durante i risvegli dal criosonno. Quindi ho dato per scontato che fossero (o si credessero e quindi sembrassero) umani entrambi.
Alla fine non c'è neanche un moto di stupore nello scoprire che la propria compagna era aliena, tutto è sopraffatto dalla delusione della fine della razza umana. Magari mi è sfuggito qualcosa, purtroppo sono troppo in ritardo con i commenti per rileggere.

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diego.martelli
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Re: Peccato originale - di Diego Martelli

Messaggio#9 » giovedì 1 marzo 2018, 8:53

Premettendo che se il mio pensiero non si è inteso, è colpa mia che non lo ho espresso in modo chiaro, spiego: per come ho pensato io il significato del testo, la protagonista del racconto è indistinguibile da una donna normale, i due sono diventati amanti durante il viaggio e lui si è accorto della sua "alienità" solo quando ha visto le altre simili a lei all'apertura del portellone.
Alcune ambiguità rimaste nel mio testo non mi dispiacciono (ad esempio, il *preciso* motivo per cui lui si rende conto, alla vista delle aliene uguali alla protagonista, di essere stato tradito), o forse le sto considerando solo dei mali necessari per farci stare tutto in quattromila caratteri: quello che mi interessava più di tutto era evocare una situazione da "paradiso ritrovato / Adamo ed Eva", tradire quelle premesse idilliache, e mostrare in modo interessante l'aliena (salvatrice dell'universo, sterminatrice di intere razze, ma capace, a suo modo, di provare compassione ed affetto).

Grazie intanto a tutti i commentatori per la pazienza!

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Andrea Partiti
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Re: Peccato originale - di Diego Martelli

Messaggio#10 » giovedì 1 marzo 2018, 19:19

Posto che il racconto è scritto bene, ha un ritmo ottimo, aggancia parecchio ed è tra i miei preferiti dell'edizione... penso che potrebbe migliorare ulteriormente.
Fatico a spiegarmi perché, se lo scopo finale era sterminare la razza umana, servisse portarsi un umano sulla nave colonizzatrice per eliminarlo solo una volta trovata la destinazione. Se l'affetto tra i due è nato durante il viaggio, un giorno per ogni risveglio, e prima non c'era alcun legame, cosa spinge la protagonista a tenerlo con sé? Parli della nave come se fosse completamente automatizzata. Anche il fatto che siano alieni è davvero troppo improvviso. Ce la presenti come umana, o almeno come simili, non c'è alcun dettaglio che ci prepari. Quando arrivi al momento della rivelazione, mi aspettavo, che so, che lui dovesse essere tritato e usato come materiale genetico per la prima generazione o qualcosa di analogo, ma sempre da umano per umani.
Altro dubbio: "Flora, fauna... protozoi, batteri!" e non sospetta che il pianeta sia già stato terraformato da altre navi analoghe prima della sua, a trovare addirittura flora, fauna, protozoi e batteri?
Insomma, inizi come se fosse fantascienza rigorosa, con le macchine criogeniche e partendo dalla tecnologia, ma il rigore si perde subito per spostarsi sul rapporto sviluppato in maniera inconsueta tra i due protagonisti. Penso che una prospettiva precisa e concentrata su un solo aspetto (quello del rapporto) gioverebbe molto al racconto. Oscillare tra i due crea implausibilità se ci si concentra sulla scienza e frustrazione se ci si concentra sul rapporto mai sviluppato, tra lei e il suo compagno di viaggio, tra lei e la razza umana, tra lei e le sue compagne già arrivate che ci mostri come più distaccate.

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DavidG
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Re: Peccato originale - di Diego Martelli

Messaggio#11 » giovedì 1 marzo 2018, 20:35

Molto bello.
Scorre bene, le descrizioni mi hanno ricordato tanto la fantascienza "classica", ( tipo Vance, non so perchè) e il finale è bello e terribile. E il personaggio di lei mi è piaciuto molto, una femme fatale del futuro.
Ora devo arrivare a trecento caratteri per forza, ma essendomi piaciuto, non ho tanto piú da dire... Eh. Peccato. :D

andrea.carbone
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Re: Peccato originale - di Diego Martelli

Messaggio#12 » giovedì 1 marzo 2018, 22:05

Molto bello il modo in cui hai portato il lettore verso un finale amaro, tragico, emozionante. L'uomo esploratore visto in tutto il suo splendore ma anche come piaga da debellare. E il colpo di scena è riuscitissimo, con la voce narrante che quasi inpercettibilmente cambia e prende il posto del protagonista, in modo tale da farci capire cosa potremmo essere per questi alieni, in grado di amare e di comprendere più di noi. Insomma, mi ha spiazzato, complimenti.

andrea.carbone
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Re: Peccato originale - di Diego Martelli

Messaggio#13 » giovedì 1 marzo 2018, 22:05

Molto bello il modo in cui hai portato il lettore verso un finale amaro, tragico, emozionante. L'uomo esploratore visto in tutto il suo splendore ma anche come piaga da debellare. E il colpo di scena è riuscitissimo, con la voce narrante che quasi inpercettibilmente cambia e prende il posto del protagonista, in modo tale da farci capire cosa potremmo essere per questi alieni, in grado di amare e di comprendere più di noi. Insomma, mi ha spiazzato, complimenti.

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jimjams
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Re: Peccato originale - di Diego Martelli

Messaggio#14 » giovedì 1 marzo 2018, 22:32

Non male, niente affatto, e ben scritto. Veniamo agli aspetti migliorabili. Prima di tutto uno importante: che roba è lei? Sai la curiosità arrivati alla fine è tanta. Io quando ho cominciato a capire che arrivava la fregatura per lui ho pensato che le donne avessero deciso di disfarsi degli uomini. E invece? Dicci qualcosa di più.

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diego.martelli
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Re: Peccato originale - di Diego Martelli

Messaggio#15 » giovedì 1 marzo 2018, 22:48

jimjams ha scritto:Non male, niente affatto, e ben scritto. Veniamo agli aspetti migliorabili. Prima di tutto uno importante: che roba è lei?


Nella mia intenzione, è una creatura aliena la cui razza ha trovato il modo di infiltrarsi fra gli umani e impedire la loro fuga dalla Terra; è animata da senso del dovere, e da un rapporto affettivo con l'ultimo umano. Ha aspetto perfettamente umano.
In una ottica di allungare il racconto dovrei pensare a come e dove spiegare di più; personalmente trovo che il mistero intorno a lei e alla sua razza giovi molto al racconto, che ci lascia soli con la enormità di quanto accaduto e con i sentimenti di lei, e la difficoltà di conciliarli.

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