Anonimo - di Viviana Tenga

La Sesta Era si apre nel segno di Federico Guerri! Appuntamento per lunedì 19 marzo dalle 21.00 all'una!
viviana.tenga
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Anonimo - di Viviana Tenga

Messaggio#1 » lunedì 19 marzo 2018, 23:35

L’ufficio marketing aveva studiato ogni dettaglio, le risorse umane avevano messo massimo impegno nel cercare la persona giusta.
La nuova sede non sarebbe stata inaugurata dal presidente né da nessun’altro di importante. L’azienda dava lavoro a persone qualunque, per aiutare persone qualunque. E una persona qualunque avrebbe tagliato il nastro rosso. La più anonima tra gli ottocentonovantuno dipendenti.
Rambaldo Martini lavorava lì da nove anni. Non l’ultimo arrivato, ma neppure un veterano. Aveva trentacinque anni, anche se vedendolo gliene si sarebbe dato qualcuno in più. Esteticamente, non era né bello né brutto. Una corporatura media, un volto anonimo e ben rasato, una faccia da brava persona, un tesserino da cui si evinceva che era fotogenico. Si collocava nella zona medio-bassa della gerarchia aziendale, aveva uno stipendio decente e un ruolo che gli permetteva di prendere poche decisioni su alcune questioni molto specifiche.
Era, insomma, una persona insulsa, perfetta per il ruolo di dipendente qualsiasi che l’azienda sceglie di rendere speciale.

Rambaldo aveva trentacinque anni, un nome ridicolo ereditato dal nonno e un lavoro che gli era del tutto indifferente.
Un tempo aveva avuto degli amici, una compagnia di sei o sette persone con cui si vedeva regolarmente. Lui non era mai stato il più carismatico del gruppo, ma con loro si trovava bene. Poi, un po’ alla volta, li aveva persi tutti di vista. Qualcuno aveva messo su famiglia, qualcuno si era trasferito lontano, qualcuno semplicemente non si era più fatto sentire.
Rambaldo aveva anche avuto delle ragazze, ma gli sembrava che le sue relazioni si facessero sempre meno intense e che passasse sempre più tempo tra una e l’altra.
Aveva un buon rapporto con la maggior parte dei suoi colleghi e spesso pranzava con loro. Chiacchieravano di lavoro, dell’ultima partita di campionato o di qualche fatto di attualità. In nove anni, nessuno gli aveva mai proposto di vedersi fuori dal lavoro, né lui l’aveva mai proposto a loro.
Un tempo, Rambaldo aveva anche avuto una passione per la musica. Ora ascoltava sempre gli stessi dischi da anni e aveva la vaga cognizione che la chitarra fosse ancora da qualche parte in cantina.
Ogni tanto, gli capitava di avere attacchi di rabbia di cui non capiva nemmeno lui l’origine. Per fortuna, viveva da solo, così che nessuno lo vedeva e lui se la prendeva con gli oggetti, distruggendo cose di poco valore che gli capitavano a tiro. Una volta, si era rotto due dita tirando un pugno contro il muro del bagno. In ufficio aveva raccontato di un mobile scivolato mentre aiutava un amico a trasportarlo, benché all’epoca già non avesse più amici.

Mentre tagliava il nastro rosso della nuova sede, con tutte quelle macchine fotografiche puntate su di lui, per un attimo Rambaldo si sentì importante. Sentì qualcosa che si risvegliava in lui, l’impressione di un nuovo capitolo della sua vita che stava iniziando.
Per un attimo, il suo sangue pulsò con più energia. Per un attimo, Rambaldo fu felice.

Il giorno dopo, la vita riprese grigia e monotona come prima.



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antico
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Re: Anonimo - di Viviana Tenga

Messaggio#2 » lunedì 19 marzo 2018, 23:55

Ciao Viviana! Pronta per questa nuova Era? Tutto ok con i caratteri e il tempo, buona Guerri Edition!

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patty.barale
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Re: Anonimo - di Viviana Tenga

Messaggio#3 » martedì 20 marzo 2018, 15:16

Ciao Viviana!
Mi è piaciuta molto l’impostazione cromatica del racconto, con quel nastro rosso unica macchia di colore in un universo appiattito in un grigiume totale (quel fiocco rosso ha la stessa valenza del cappottino rosso della bambina ebrea in Schindler’s List). Non ho colto nulla, dal punto di vista formale, da contestarti, per cui reputo la tua una buona prova che ha saputo dare un valore centrale al tema.
A rileggerci

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SalvatoreStefanelli
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Re: Anonimo - di Viviana Tenga

Messaggio#4 » giovedì 22 marzo 2018, 9:54

Storia volutamente piatta, quasi senza emozioni, e con un tocco di colore che presto si spegne. Scritto bene, per carità, ma l'assoluta mancanza di empatia che crea l'assenza di emozioni non mi ha aiutato a sentire mia questa storia. In alcuni punti, come quando descrivi la rabbia di lui, sarebbe stato bello, anzi, desiderabile, una maggiore emotività dalla storia, qualcosa che si sentisse, pur stonando con il resto, e arrivasse al cuore di chi legge. Forse, scritto in prima persona avrebbe dato quel qualcosa in più che qui manca.

Carolina P.
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Re: Anonimo - di Viviana Tenga

Messaggio#5 » giovedì 22 marzo 2018, 16:39

Ciao Viviana.
Il tuo racconto mi piace, per quanto voglia descrivere l'immobilità di una vita a me ha mosso un sacco di sentimenti: ansia, inquietudine, tristezza, compassione, nostalgia (impersonandomi). Trovo che anche la scelta del nome sia funzionale, perché è un nome antiquato, brutto, ma non comune, quindi seppur anonimo il tuo protagonista è, per così dire, speciale. Non solo perché sta tagliando il fatidico nastro rosso, ma anche perché è una persona dal nome buffissimo, che un tempo ha avuto una vita piena.
Brava, bella prova.

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willy
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Re: Anonimo - di Viviana Tenga

Messaggio#6 » giovedì 22 marzo 2018, 16:53

Ciao Viviana, non si inciampa nel tuo racconto.
Ogni scena scorre via senza intoppi, ma tutte le informazioni che ci dai sul tuo protagonista a un certo punto della storia si sono, almeno per me, trasformate in una specie di elenco. Non ho visto Rambaldo “muoversi” nel suo mondo sbiadito, me lo hai detto tu come si comporta. A parte la scena in cui ha lo scatto di rabbia e che a ben vedere potrebbe esserci o mancare perché non è incisiva ai fini del racconto.
È ben scritto, intendiamoci, ma anche la traccia è presente in modo marginale.
Alla prossima!

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Linda De Santi
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Re: Anonimo - di Viviana Tenga

Messaggio#7 » giovedì 22 marzo 2018, 22:12

Ciao Viviana! Mi è piaciuto il tuo racconto. Narri l’appiattimento e l’”anonimizzazione” che il lavoro d’ufficio provoca alle persone, aspetti che, oggi più che mai, vengono celebrati come delle virtù (vita senza interessi né passioni=più impegno e tempo da spendere sul lavoro).
Molto bella la caratterizzazione di Rambaldo, sei riuscita a descrivere il profilo del perfetto anonimo attraverso poche pennellate (le relazioni che si fanno sempre meno intense, gli stessi dischi ascoltati da un anno all’altro mentre la chitarra s’impolvera). Buono stile e bel gioco di contrapposizioni tra il rosso del nastro e il grigio della vita. Un bel racconto, brava.

Luca Occhionorelli
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Re: Anonimo - di Viviana Tenga

Messaggio#8 » giovedì 22 marzo 2018, 23:45

Ciao Viviana! Il tuo racconto non mi ha entusiasmato molto, non c'è climax e non mi ha suscitato grandi emozioni. Detto questo però, devo dire che il personaggio è azzeccato. Rappresenta bene l'alienazione che vivono le persone che si affaccendano nell'odierno mondo del lavoro. I lavoratori sono sempre più anonimi e intercambiabili, ci è richiesta sempre più flessibilità e prestazioni elevate e se non soddisfiamo le esigenze dell'azienda ci sostituiscono rapidamente. Rambaldo è un eroe nel suo attimo di gloria, il mio eroe in effetti. Mi ritrovo molto nel tuo personaggio e trovo ancora più drammatico il fatto che l'unica nota di colore nella sua vita è fornita dalla stessa azienda.

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Andrea Partiti
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Re: Anonimo - di Viviana Tenga

Messaggio#9 » venerdì 23 marzo 2018, 11:44

Mi piace il grigiore della tua storia, funziona molto bene e crea un personaggio credibile, con i dettagli che mi dai me lo immagino in un cubicolo triste senza alcun bisogno di descrivermi il suo lavoro.
Forse potresti accentuare ancora di più l'effetto riordinando gli eventi, mettendo alla fine il suo ruolo nell'azienda e magari anche la descrizione fisica. Dopo la scelta, parti col nome ereditato (una splendida trovata) che ci catapulta indietro, poi quando aveva una vita "normale" con amicizie e relazioni, facendolo spegnere un pezzo alla volta fino alla solitudine finale, il ruolo medio nell'azienda e le ragioni per cui è stato scelto, che sono una conseguenza delle sue scelte o eventi passati, per poi raggiungere il picco finale dell'inaugurazione.
Sono sicuro che funzionerebbe meglio? No. Però ci proverei!

alexandra.fischer
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Re: Anonimo - di Viviana Tenga

Messaggio#10 » lunedì 26 marzo 2018, 20:57

Nella tua storia il nastro rosso simboleggia il momento di importanza ottenuto da Rambaldo, la cui vita grigia per quell’istante ha una scossa. Il personaggio fa tenerezza e dà anche una nota amara: lavora bene (pur se in una ditta che considera i dipendenti persone qualunque, quindi intercambiabili), ha dei colleghi che lo stimano, ma la sua vita è vuota. Privo di amici e con una vita di relazione costellata da fallimenti sentimentali, si rifugia nell’ascolto dei suoi dischi ma ha perso di vista la sua passione per la chitarra. Comprensibili i suoi attacchi di rabbia, costatigli la frattura di due dita. Ottima la scrittura e anche la resa di una condizione comune di questi tempi.

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