NeuroNastro

La Sesta Era si apre nel segno di Federico Guerri! Appuntamento per lunedì 19 marzo dalle 21.00 all'una!
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Eugene Fitzherbert
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NeuroNastro

Messaggio#1 » martedì 20 marzo 2018, 0:07

NeuroNastro
Di Eugene Fitzherbert


Alison fissava con occhi lucidi il Nastro Rosso: i neuronastri erano roba di Governo e mai niente di buono.
Lo soppesò e poi si avvolse il cordoncino piatto intorno alla testa, congiungendo le due estremità sulla fronte. Sentì il click dei due contatti e iniziò la trasmissione del Neuromessaggio: doveva presentarsi all’Ufficio Destinazione D’Uso entro quaranta minuti.
Cristo! Non poteva scappare, perché tracciavano la lettura del messaggio, e poi l’avrebbero fatta pagare alla sua famiglia: non c’era possibilità di fuga.

Trenta minuti dopo era in attesa fuori dall’Ufficio Destinazioni D’Uso, terrorizzata. La portarono di fronte a un Funzionario in uniforme seduto a una scrivania. Lei aprì la bocca, ma un gesto della mano la zittì.
« Alison Storke, posso avere il NeuroNastro,?»
Il Funzionario lo verificò sul suo terminale.
«Le è stata data una nuova Destinazione D’Uso: il Negozio.»
«No, aspetti, perché il Negozio? È per i malviventi. Io sono una maestra, i miei alunni mi adorano…»
«Signora Storke, lei è accusata di sovversione ed è colpevole.»
«Chi mi ha denunciata? Mark Zucker? Ho messo in punizione suo figlio, ma era per il suo bene...»
«Sovversione: lei ha parlato di principi religiosi banditi dal nostro Statuto - solidarietà, condivisione di beni e altre oscenità di questo genere. Ha fatto riferimento ai Vangeli.»
«Era una lezione di storia…»
La mano del funzionario si alzò di nuovo e Alison si zittì.
«La sua punizione è il Negozio.»
Alison rispose con un gemito. «Posso vedere i miei figli?»
«Posso permetterle solo una velocissima neurovisione. Indossi il Nastro Rosso.»
Alison ubbidì, il volto disperato.
Il Funzionario armeggiò con il terminale. «Sa chi l’ha denunciata?» Pigiò un tasto.
Alison ricevette le immagini di una telecamera di sicurezza: dei poliziotti stavano trascinando delle persone incappucciate e ammanettate verso un veicolo blindato. «Cosa significa?»
«A denunciarla è stato suo marito e ci ha rivelato che anche i suoi figli sono infettati da questa sua ideologia. Carl e Macy verranno condotti al Distaccamento e poi verranno Destinati altrove.»
Alison si portò le mani alla testa per strapparsi il NeuroNastro, ma il Funzionario fu più veloce: alla pressione di un tasto, la coscienza di Alison si spense, annichilita dalla scarica neuroinvertente. Si accasciò sulla sedia.
Il Funzionario parlò a un interfono: «Venite a prendere la sovversiva e preparatela per la televendita della 23 su Canale20.»

Canale20 h 23
Presentatore: «E ora, il pezzo finale della nostra televendita. Fate un applauso a Alison. È tutto di primissima qualità, di ottima scelta e di perfetta fattura. I suoi indici biometrici sono ottimali e la sua biocompatibilità è altissima. Prego, date un’occhiata alla merce e telefonate al numero in sovraimpressione.»
Una teca di plexiglass conteneva il corpo nudo di Alison. Il Presentatore si avvicinò a lei, le afferrò i seni e con uno strattone le spalancò il torace e l’addome. Gli organi di Alison pulsavano e si muovevano vivi e funzionanti, ognuno con il suo cartellino del prezzo in bella vista.
Arrivò la prima telefonata…



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antico
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Re: NeuroNastro

Messaggio#2 » martedì 20 marzo 2018, 0:14

Ecco il nostro SCRITTORE DELL'ESTATE! Tutto ok con caratteri e tempo, buona Guerri Edition, Eugene!

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patty.barale
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Re: NeuroNastro

Messaggio#3 » martedì 20 marzo 2018, 17:47

Ciao Eugene,
Che dire di questo racconto se non che è bellissimo?
Resa molto bene l’ambientazione e il tutto scorre in maniera credibile e per nulla artificiosa.
Uniche perplessità:
“Cordoncino piatto” mi suona come un ossimoro, in quanto un cordoncino non è piatto, ma appunto in foggia di cordone sottile. Capisco la necessità di usare un sinonimo, per cui vedrei più indicato “fettuccia”(IMHO).
Sempre nella mia personale interpretazione, ritengo il tema rispettato al 50%: come ho già detto a Zebratigrata, il colore del nastro doveva avere un ruolo importante, mentre in questo caso il colore non incide sul racconto (magari se SOLO i Neuronastri rossi fossero stati quelli del Governo o della Polizia, mentre quelli blu, per esempio, fossero stati quelli del dipartimento della Salute...)
In ogni caso è sempre un piacere leggerti

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SalvatoreStefanelli
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Re: NeuroNastro

Messaggio#4 » giovedì 22 marzo 2018, 10:04

Pregevole storia, narrata con un ritmo pieno e bello, un buon finale, anzi, ottimo. Concordo anche questa volta con Patty, qui il colore del nastro non ha rilevanza, quanto meno non si evince: una o due parole in più che dessero valore al colore avrebbero giovato alla storia. Non ho visto refusi o altro da correggere. Viene fuori, almeno per me è stato così, il dolore da quanto ho letto e che ho rapportato alla realtà odierna, dove non è così sconosciuta la vendita degli organi e anche quel senso del poco valore dato alla donna. Sono solo mie emozioni, che non c'entrano nulla con la storia, ma tant'è.

Carolina P.
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Re: NeuroNastro

Messaggio#5 » giovedì 22 marzo 2018, 17:01

Ciao Eugene.
Ok, il finale del tuo racconto mi ha lasciata a fissare lo schermo per una decina di secondi. Tra l'altro, sono reduce da Black Mirror (non so se conosci questa serie TV), quindi questi episodi li ho ingoiati, assorbiti ma mai metabolizzati. La tua storia mi angoscia, e non è una cosa negativa. Nel senso, questa totale privazione di libertà mi ha fatto pensare a certe vicende del mondo reale, naturalmente in misura diversa. Quindi ho avvertito il colpo e l'ho apprezzato molto.
Unica nota dolente, come hanno detto gli altri, è l'irrilevanza del colore del nastro, in effetti. Ma per il resto, sono dalla tua parte.

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willy
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Re: NeuroNastro

Messaggio#6 » giovedì 22 marzo 2018, 17:49

Ciao Eugene, bel racconto. Si presterebbe come trama per un film di fantascienza, c’è materiale a sufficienza, complimenti per la fantasia. Interpretazione originale della traccia che ci porta a un futuro poco allettante descritto in modo credibile, anche se a tratti un po’ crudo. Il cartellino dei prezzi sugli organi mi ha fatto storcere un po’ il naso: tutta la tecnologia descritta in precendenza mi porta a pensare che il prezzo possa essere mostrato in modo diverso, ma sono dettagli. Bella prova, alla prossima!

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Eugene Fitzherbert
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Re: NeuroNastro

Messaggio#7 » giovedì 22 marzo 2018, 19:12

Risposta cumulativa, so far.

1 - GRAZIE a tutti per i complimenti che scaldano il cuore, visto che sta primavera è gelida.
2 - Sì. il rosso del Nastro non è ben spiegato, ma è il colore del Governo (no political intent, ovviamente) e vuol dire qualcosa di brutto in arrivo. Purtroppo non ho avuto al sensibilità cromatica di specificare che altri colori significavano altre incombenze. My bad!
3 - A Willy: quella del Negozio come punizione/contrappasso è (almeno nella mia mente leggermente disturbata) una punizione allegorica per chi ha parlato di condivisione dei beni e di vangeli. I cartellini dei prezzi sono solo un espediente per far vedere che tutto ora è in vendita al miglior offerente. Puoi immaginare i cartellini come degli ologrammi colorati, per rendere tutto più Sci-Fi. :D

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Linda De Santi
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Re: NeuroNastro

Messaggio#8 » giovedì 22 marzo 2018, 22:28

Ciao Eugene,
bel racconto, storia intrigante e buona scrittura.
Non mi convince troppo la scena finale, che dà una virata splatter alla vicenda: sicuramente è d’impatto, ma se mi metto a immaginarla sul serio mi appare grottesca, cosa che fa un po’ a cazzotti con la narrazione accurata e ben condotta della prima parte. In ogni caso si tratta di un bel lavoro, con una declinazione interessante del tema.

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Eugene Fitzherbert
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Re: NeuroNastro

Messaggio#9 » venerdì 23 marzo 2018, 17:03

Linda, grazie per i complimenti: quel 'Buona scrittura' è qualcosa di magico!

Venendo alle tue perplessità, ti confesso che il finale della prima stesura (prima della scrematura delle migliaia di caratteri in più) era anche leggermente più grottesco, giocando sul comportamento del Presentatore e su altri particolari orribili, poi edulcorati e rivisitati in fase finale. Il motivo: era necessario qualcosa di allucinante, punitivo e drammatico per giustificare il terrore con cui la protagonista riceve il NeuroNastro rosso. Forse ho esagerato, ma va beh, sarà lo stress (che è la risposta per qualsiasi cosa... :D)

Luca Occhionorelli
Messaggi: 32

Re: NeuroNastro

Messaggio#10 » sabato 24 marzo 2018, 17:01

Ciao Eugene, bella storia! Ambientata in un futuro distopico che ben si presta ad un bel film di fantascienza. Anche sulla scrittura niente da dire, scritta in modo pulito e scorrevole.

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Andrea Partiti
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Re: NeuroNastro

Messaggio#11 » domenica 25 marzo 2018, 16:26

Niente da eccepire su scrittura e tema, il nastro è una sorta di marchio nero del governo da cui non si può scappare una volta ricevuto, mi sembra molto chiaro e lo usi come simbolo di questo strano regime in cui ambienti il tuo racconto.
Mi manca appena un po' di coinvolgimento. Non vivo il dramma della protagonista. E' cattiva perché indottrina i figli e abusa del suo potere di insegnante per plagiare i suoi studenti? Sono cattivi quelli del governo a impedirglielo? Posso indignarmi per la punizione esagerata, ma non pensare che sia una ribelle che muore per una causa giusta, se persino il marito la denuncia pur di salvare i figli. E' un taglio insolito (ma non per forza negativo) per una distopia di questo genere.

alexandra.fischer
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Re: NeuroNastro

Messaggio#12 » lunedì 26 marzo 2018, 21:04

Storia agghiacciante: il nastro rosso qui diventa una traccia che riporta i pensieri e la personalità di chi lo indossa come una fascia. La sfortunata maestra Alison perde il lavoro perché il marito l’ha denunciata per sovversione (accusa paradossale, perché lei ha parlato dei Vangeli e dell’etica come argomenti storici nella sua lezione, ma il Funzionario non vuole sentire ragioni). Il destino dei figli di lei, Carl e Macy, è altrettanto tragico (finiscono riconvertiti altrove). Del loro non sappiamo nulla, ma tu mostri nei dettagli quello di Alison, mandata al Negozio priva ormai di personalità e destinata a fare da merce nel commercio degli organi. Ottima resa di un orrore distopico.

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