[V] Potenza per vincere

Lunedì 18 maggio alle ore 21.00! Avrete QUATTRO ore di tempo, non avete scusanti per mancare! Matteo Di Giulio, autore della Sperling & Kupfer sarà la guest star, trovate un suo racconto nella sezione SPECIAL del sito. Leggetelo con attenzione perché potrebbe venirvi un'idea riguardo al tema che ha scelto per voi!
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willy
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[V] Potenza per vincere

Messaggio#1 » martedì 19 maggio 2015, 0:21

Sfreccio così veloce che i cespugli ai lati del sentiero sono un unico colore indistinto, la sacca da palestra mi frusta la schiena e batte come se avessi un cuore anche dietro. I piedi quasi non toccano terra, la paura mi mette ali sconosciute. Il respiro alle mie spalle si fa sempre più vicino, il mio unico scopo è cercare di non farlo mescolare al mio e per questo, a una svolta della strada, lascio cadere di botto la borsa sperando che Loris ci inciampi malamente.
Il rumore arriva attutito.
«Bastarda!» Sputa la parola con un tono che mi mette i brividi. Acquisto un po' di vantaggio e il sollievo libera poche lacrime che si mescolano al sudore sulle tempie. Sale nel sale.
Come riesco a pensare? Il fiato corto non mi ruba ossigeno al cervello?
Tento un'occhiata senza rallentare e non vedo più Loris. Dov'è? Il cuore pompa ancora veloce, ho più paura che sangue nelle vene.
«Denise... » La voce non è dietro di me.
«Denise... » Rallento, con i sensi che mi dilatano i pori della pelle, la nota mielosa che sento nella voce mi sconvolge. Sono quasi ferma, senza fiato e con le gambe che tremano per lo sforzo, il tono suadente mi è penetrato nel cervello e di colpo qualcosa cambia.
"Perché non affrontarlo?" Sento il mio io temerario, mai conosciuto, porre la domanda. Il sangue romba di nuovo, mi entra in circolo una tale rabbia che sento le mani pulsare; mi giro e allargo istintivamente braccia e gambe appena lo vedo.
«Che sguardo cattivo!» dice con la bocca storta, ancora in debito di fiato. Io sono più allenata. E più giovane.
Si avvicina e non voglio arretrare, le sue dita si chiudono sulle mie braccia tentando di sbilanciarmi sulla sinistra, ma sono pronta. Mi libero con slancio e scatto alle sue spalle spingendolo a terra con tutto il mio peso. Balza in piedi svelto, ma è sorpreso.
«Vuoi giocare? Ti farai male.» Ma intanto vedere il suo volto sporco di terra mi allarga le viscere, regalandomi coraggio.
Schivo un paio di colpi, ma poi lui si lancia sulle mie gambe e non ho scampo, rotoliamo insieme, mentre le ginocchia mi si forzano malamente. Stringo i denti menando colpi alla cieca, poi il peso del suo corpo mi schiaccia e i sassi premono contro le ossa facendomi impazzire dal dolore.
Il mio urlo fa da propulsore: libero un gomito e colpisco con rabbia. Un rumore sordo. Il sangue mi schizza sul collo: gli è partito il naso. Non ho tempo per la pietà, non voglio essere buona. Mi alzo, sono veloce e precisa: mentre è ancora in ginocchio allargo il braccio destro e il peso di tutto il mio rancore si abbatte di nuovo sul suo viso, non uso il pugno, ma il polso: nel punto preciso dove respinge la palla in battuta. Lo spruzzo che si alza forma un arco vermiglio.
 
Torno a passo svelto: Loris è svenuto, ma taglio lo stesso in mezzo ai campi. I pensieri mi rimbalzano in testa, insieme ai perché.
Torno con le gambe doloranti e il braccio che pulsa, ma mi fa male di più il cuore.
Quello che metto in ogni partita, per combattere: per me, per la squadra, ma anche per chi mi allena.
A quindici anni non sapevo allontanare le mani invadenti sul mio didietro, le dita che scivolavano sul seno con finta casualità.
Ora sono grande e mi sono allenata per avere potenza nelle braccia, per fare muro;
Per vincere.
Loris mi ha insegnato a schiacciare. E io questo ho fatto.



cristina.danini
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Messaggio#2 » martedì 19 maggio 2015, 16:57

Ciao Willy :)

Il tuo racconto è scorrevole e si legge velocemente, rendendo alla perfezione l'idea della corsa e della lotta, in cui i colpi sono sempre veloci e inaspettati.

Quello che mi lascia in dubbio è che non capisco bene il rapporto tra i personaggi: all'inizio mi sembravano due amici o una coppia che si inseguono e lottano per giocare, poi lo scatto di rabbia di lei mi fa pensare che ci sia qualcosa di molto più violento e che si stia vendicando. Alla fine nomini una squadra che credo sia di pallavolo e da qual che ho capito lui era l'allenatore. Credo avresti dovuto definire meglio le dinamiche e il rapporto tra i personaggi perché il racconto fosse più chiaro. Capisco che il limite di battute non lasciava molta libertà ;-)

A presto!

diego.ducoli
Messaggi: 265

Messaggio#3 » sabato 23 maggio 2015, 23:23

Ciao willy

Un brano che raggiunge il suo obbiettivo, la prosa mi sembra azzeccata, esprime bene la corsa di Denise e la seguente lotta, anche se il colpo finale non mi suona  molto bene, forse per le dinamiche di combattimento che ho in testa, ma è cosa da poco.

Le dinamiche tra i personaggi mi sono state subito chiare: allenatore molestatore e la sua alieva.

Non trovo particolari difetti da segnalarti. Un ottima prova.

Fernando Nappo
Messaggi: 584

Messaggio#4 » domenica 24 maggio 2015, 13:47

Ciao Vilma,

bella scrittura, scorrevole e piacevole da leggere. Il conflitto è in tema con quanto richiesto e gli scambi tra i due mi sembrano resi in modo realistico. Complimenti.
Unico appunto: all'inizio ero convinto che si trattasse di una ragazza in fuga da un molestatore, ma la seconda parte, quella dove citi una squadra, mi ha fatto pensare per attimo a una qualche gara in cui la tua protagonista era coinvolta, Loris il suo antagonista. Poi la chiusura non lascia dubbi sul rapporto tra i due, ma trovo che quel passaggio un po' confonda.

Fernando

carolina.pelosi
Messaggi: 72

Messaggio#5 » martedì 26 maggio 2015, 23:31

Ciao Wilma.

Il tuo racconto è forte, arriva dritto allo stomaco. Mi piace il fatto che inizialmente sembra quasi un gioco, o comunque non si capisce la gravità della situazione. Poi accelera, incalza, incolla allo schermo, la tensione c'è e tutto sfocia nel riscatto di lei, che riesce a cavarsela. Ho solo un piccolo appunto: non sono sicura che io avrei detto che lei gioca e che lui è il suo allenatore così esplicitamente, credo che l'avrei inserito nel resto in un modo più celato.
In ogni caso, mi sei piaciuta!

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beppe.roncari
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Messaggio#6 » mercoledì 27 maggio 2015, 11:19

Ciao Vilma,
Mi spiace ma il tuo racconto non mi convince. Mancando del tutto il contesto, fino alla fine, in cui viene solo brevemente suggerito, mi sono trovato sperso come in una vasca d'acqua senza bordi.
Non so chi è Loris, non so chi è la protagonista, quando incontro il nome "Denise" la prima volta penso che sia una terza persona.
Soprattutto non posso empatizzare con la protagonista, perché non so niente di lei.
E non "vedo" la scena: dove sono?
Alla prossima.

Francesca Nozzolillo
Messaggi: 59

Messaggio#7 » giovedì 28 maggio 2015, 15:11

Ciao!

Allora, non so. La lotta è resa bene, piena di particolari, e l'uso della prima persona ti fa entrare bene nello stato d'animo della protagonista. Però c'è qualcosa però che non mi convince, forse il tema degli abusi sessuali, visto e rivisto, o il fatto che una ragazzetta (quanti anni ha?) riesca addirittura a far svenire il proprio aggressore con una 'schiacciata', mi sembra poco verosimile.

Alla fine dai tutti i chiarimenti del caso, del rapporto tra allenatore e pallavolista, ma so troppo poco dei personaggi per contestualizzare la situazione. Rendendo il tutto così esplicito, non mi capacito del perchè un allenatore impazzisca così all'improvviso, per dire. Forse se i due non fossero legati, il racconto sarebbe stato più convincente.

sharon.galano
Messaggi: 61

Messaggio#8 » giovedì 28 maggio 2015, 20:50

Ciao Willy,
il tuo racconto è scritto bene e si legge con facilità. A mio avviso, il problema è la mancanza di un contesto, come già hanno detto altri, che ci dia delle coordinate spazio-temporali. Non puoi accennarlo solo alla fine. Il fatto che fosse una giocatrice di pallavolo si intuisce, ma resta ai margini. La violenza e la lotta si comprende che sono frutto di una passione non condivisa, ma più di questo non emerge.
Invece per quanto riguarda la scrittura apprezzo il tuo raccontare in media res. Immergi il lettore direttamente nel mezzo della storia. Questo è piacevole.
La violenza viene descritta con piccoli tocchi di maestria. Se ci avessi preannunciato qualcosa di più sul suo essere una giocatrice di pallavolo, forse la scena sarebbe stata anche più appassionante.
A rileggerci
e a presto
:)

lailmil
Messaggi: 62

Messaggio#9 » venerdì 29 maggio 2015, 17:37

Cara Willy, sono contenta di ritrovarti qui =)

A me il racconto è piaciuto molto, sia per lo stile molto energico che per la storia, con questa presa di consapevolezza della protagonista. Non trovo sbavature, non vedo incoerenze. Secondo me il tema è centrato in pieno, ciò che accade si presenta davanti agli occhi senza stridere e il racconto scivola via che è una bellezza. Mi piace moltissimo la protagonista che si sorprende a pensare e ad agire come non avrebbe mai immaginato. Brava, complimenti!

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antico
Messaggi: 7172

Messaggio#10 » venerdì 29 maggio 2015, 17:48

Mi sembra tutto chiaro. La protagonista sta subendo da più anni, fin da ragazzina, e ora finalmente si ribella. Nulla da dire, buon lavoro, ben narrato e in tema. Semmai il problema è un altro e più precisamente nel fatto che questa reazione avvenga proprio in questo momento, proprio durante questa fuga. Ma ci sta, si presume che prima non fosse mai fuggita, che fino a quel punto avesse sopportato e basta e che ora, finalmente, si sia ribellata. Dalla fuga alla reazione fisica il passo e breve e spiegabile, ma, appunto, andava specificata meglio l'eccezionalità della fuga stessa con conseguente stupore del suo aguzzino... A quel punto tutto sarebbe stato più chiaro e liscio. In caso tu non riesca a qualificarti subito per il sito, ti esorto a rivedere il racconto sotto quest'ottica e a presentarlo nel laboratorio. Per il momento è un pollice ni tendente verso il su.

enrico.nottoli
Messaggi: 82

Messaggio#11 » venerdì 29 maggio 2015, 19:53

Ciao Willy,
Il tuo racconto centra il tema perfettamente e mi piace che questo riguardi la violenza sulle donne, è sempre bene parlarne per non farlo passare in secondo piano. Comunque tornando al racconto ho apprezzato la vicenda, ma non troppo il modo in cui viene descritta. Forse un narratore in terza persona ti avrebbe giovato di più, non so. Mi riferisco a frasi del tipo: “Come riesco a pensare? Il fiato corto non mi ruba ossigeno al cervello?”, chi penserebbe una cosa del genere mentre sta scappando?
Però il mio giudizio rimane comunque positivo.
Ciao :)

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