[I] AD OGNUNO IL SUO NEMICO di Marco Roncaccia

Lunedì 18 maggio alle ore 21.00! Avrete QUATTRO ore di tempo, non avete scusanti per mancare! Matteo Di Giulio, autore della Sperling & Kupfer sarà la guest star, trovate un suo racconto nella sezione SPECIAL del sito. Leggetelo con attenzione perché potrebbe venirvi un'idea riguardo al tema che ha scelto per voi!
Avatar utente
marco.roncaccia
Messaggi: 559
Contatta:

[I] AD OGNUNO IL SUO NEMICO di Marco Roncaccia

Messaggio#1 » martedì 19 maggio 2015, 1:08

Escissione della clitoride, delle piccole labbra, delle grandi labbra, cauterizzazione e cucitura. Un piccolo foro rimane aperto. Per farti pisciare e per permettere al sangue di uscire durante le mestruazioni.


Questo è il primo nemico. Avevo quattordici anni e avevo da poco scoperto la mia fica. Ho rubato i soldi di mio padre e sono scappata. Ho dato un bacio al mio fratellino e a mia mamma che dormivano e via!


Ho pagato il passaggio su una jeep mezza sgangherata. Sopra una decina di disperati come me. I predoni forse erano d’accordo con l’autista. Quando sono arrivati quello se la è data a gambe nel deserto. Ci hanno puntato contro il fucile e si sono presi tutto, soldi, acqua e la mia verginità.


La sete è il secondo nemico. Per sconfiggerlo devi togliere la camicia, farci una palla e metterla in terra. Poi ti accucci sopra di essa e fai in modo che l’urina ricada tutta su di essa. Ogni goccia è importante. Poi sollevi il panno bagnato sopra la tua bocca e lo strizzi bene. Ogni goccia è preziosa.


Alla fine sono arrivata, ma non avevo niente. Il mio terzo nemico mi ha offerto di lavorare per lui. Dovevo farmi scopare da tanti uomini ogni giorno per due mesi e lui dopo avrebbe pagato per me il biglietto della barca. Il biglietto costa settantamila euro e una volta traversato il mare avrei dovuto lavorare ancora per restituirgli i soldi. Dopo quattro mesi ero ancora lì. Per non rimanere incinta una ragazza mi ha dato un pezzo di Foam. Mi ha detto mettitelo dentro, così quando ti vengono dentro il seme viene assorbito. Tu lo togli, lo lavi e lo rimetti dentro.


A un cliente ho chiesto un coltello. Lui me lo ha dato e in cambio ho lasciato che mi scopasse anche da dietro. Quando il mio terzo nemico è venuto a prendere i soldi gli ho puntato il coltello alla gola. Quello mi ha giurato che mi avrebbe fatto salire sul barcone. Io però dovevo ridargli i soldi.


Il quarto nemico è il juju. Ti fanno dei tagli sul corpo e recitano delle formule magiche. Se tu quando arrivi non lavori per strada e scappi succede qualcosa a qualche tuo parente. Io avevo paura per mio fratellino e mia madre. Per sconfiggerlo devi ripeterti che non è vero e pregare Dio, perché se c’è un Dio buono non può esserci il juju.


Poi sono salita sulla barca. Il mare è il mio quinto nemico. L’ho affrontato afferrando un pezzo di legno quando sono caduta in acqua. Poi sono svenuta e pensavo avesse vinto lui ma poi mi sono risvegliata e stavo all’asciutto e c’erano dei soldati e dei dottori e parlavano una lingua diversa e allora ho capito che anche il quinto l’avevo sconfitto. Ora sono in una specie di prigione. Non so se mi faranno rimanere qui.


In televisione c’è un uomo buffo. Ogni volta che lo vedo indossa una maglia con delle scritte diverse. Deve essere molto popolare, perché è sempre in Tv. Non capisco cosa dice e una guardia che parla inglese mi dice compiaciuta che quello è il mio peggior nemico. Lo guardo bene e mi viene da ridere.



No, gli dico, quello è il tuo di nemico. Sei tu che lo devi combattere.




Avatar utente
Callagan
Messaggi: 214

Messaggio#2 » martedì 19 maggio 2015, 23:27

Ciao Marco.
La vita della tua protagonista è un continuo combattere, per cui il tema è rispettato in pieno.
Ho apprezzato l'idea alla base del tuo racconto e anche l'idea di sviluppo, con i 5 nemici da affrontare. Il problema è che la divisione in 5 paragrafi in una quantità di spazio tanto limitata ti indirizza verso una narrazione tanto raccontata e poco (per nulla) vissuta. Se dovessi scrivere un romanzo, un racconto lungo, diviso in quei 5 capitoli/nemici, avresti tutto il tempo per entrare nel reale vissuto della protagonista, far sentire le sue emozioni, i suoi dolori. Il tuo compito, da scrittore, dovrebbe essere quello di far entrare il lettore dentro la storia: in uno spazio tanto limitato di caratteri il modo (un modo) è quello di gettare il lettore direttamente nell'azione, nella realtà, nella situazione: quindi dialoghi, azione, emozioni. Nel concreto, potevi concentrarti su uno dei 5 diversi paragrafi.
Comprendo che avresti dovuto rinunciare alla morale che si coglie nel finale, ma bisogna in fondo fare delle scelte.
Spero di esserti stato d'aiuto.

Serena
Messaggi: 97

Messaggio#3 » mercoledì 20 maggio 2015, 12:51

Ciao Marco! La storia centra il tema perfettamente ma, anche io mi sono sentita un po' sputata fuori dall'azione. Mi sono quasi sentita una guardona! Anche se non rientra proprio nelle mie corde, il tuo linguaggio crudo e asciutto, ben tratteggia la ruvidezza delle varie situazioni. Eppure non basta usare la parola "fica" per creare sgomento... ma è necessario creare la giusta empatia.

Alla prossima!

Avatar utente
Filippo Santaniello
Messaggi: 116
Contatta:

Messaggio#4 » giovedì 21 maggio 2015, 10:51

Ciao Marco,
lo stile mi è piaciuto, secco/diretto come sempre, e il tema è rispettato, ma anche io ho provato un senso di distacco durante la lettura, come se i dolori della protagonista fossero troppo distanti per impietosirmi o rendermi sensibile alla sua condizione. Il problema forse sta nell'aver suddiviso così nettamente il racconto in 5 sezioni come se fosse una fredda classifica dei nemici affrontati. Ciò non avvicina il lettore al personaggio, il quale avrebbe avuto bisogno di una psicologia meno analitica/schematica e più a cuore aperto per impietosire con la sua sensibilità. A parte questo, a breve attacco "Roma Caput Zombie" e poi ti faccio sapere, ciao grande!

Avatar utente
angelo.frascella
Messaggi: 716

Messaggio#5 » giovedì 21 maggio 2015, 22:40

Ciao Marco.

Dicono che la narrativa migliore deve essere disturbante e colpirti come un pugno allo stomaco e con me ci sei riuscito perfettamente. La scelta di usare uno stile distaccato, ma allo stesso tempo preciso, freddo e tagliente come il bisturi di un chirurgo è, secondo me, il punto di forza di questo racconto, che somiglia a un documentario che, saltando tutti i fronzoli, ti fa vedere e sentire il male così com’è. Bella anche la conclusione. Dal mio punto di vista racconto ottimo.

A rileggerci
Angelo

Avatar utente
Linda De Santi
Messaggi: 497

Messaggio#6 » venerdì 22 maggio 2015, 13:46

Ciao Marco (compagno di malus in questo gruppo e in questa edizione di Minuti Contati! :)), complimenti per il tuo racconto, l'ho trovato davvero ben scritto e capace di coinvolgere immediatamente il lettore. Confesso che dopo le prime righe ho dovuto fare violenza a me stessa per proseguire la lettura, perché la narrazione arriva dritta come un pugno e ti trasporta  in una realtà cruda, scomoda, spietata: il che riconferma la grandissima capacità di coinvolgimento del tuo racconto.

Bella la scelta di raccontare la storia attraverso passaggi fondamentali identificati ciascuno con un nemico diverso; molto bella anche la conclusione, diretta e secca. Complimenti!

 

alexandra.fischer
Messaggi: 2862

Messaggio#7 » venerdì 22 maggio 2015, 19:30

A OGNUNO IL SUO NEMICO di Marco Roncaccia. Il punto di forza della tua storia è nell’attualità. Difatti, il punto di vista dell’io narrante è quello di una donna che proviene da un paese dell’Africa musulmana (lo fai capire parlando dell’infibulazione, ma anche della pratica ju-ju di magia “simpatica”; i tagli inferti alla ragazza, infatti, dovrebbero colpirne anche il fratello e La madre). Acuta la battuta finale di lei all’indirizzo della guardia: il nemico di quest’ultimo è l’uomo che compare in televisione con magliette colorate sempre diverse (una metafora della politica? Io l’ho vista così). Lei ne ha sconfitti addirittura cinque.


Avatar utente
marco.roncaccia
Messaggi: 559
Contatta:

Messaggio#8 » lunedì 25 maggio 2015, 11:45

Ciao a tutt*,
prima di tutto chiedo scusa per la mia latitanza. Questa parte delle sfide di minuti contati, quella in cui si discute dei racconti, la trovo la migliore. Stavolta però, a causa del tempo tiranno, mi trovo nell'impossibilità di curarla come dovrei.
Una premessa. Il giorno della sfida ero a teatro. Uno spettacolo sulla vita di Django Reinhardt. Un appartenente a quel popolo Rom che Hitler voleva sterminare e ai cui appartenenti molti nostri connazionali vorrebbero dare fuoco. Sono uscito da teatro con la voglia di gridare al mondo quanto impari sia la lotta per la sopravvivenza e solo 40 minuti per farlo qui su minuti contati. Da qui una serie di scelte fatte in modo affrettato e che però mi sento di difendere:
1) Far raccontare alla protagonista le sue vicende e non mostrarle direttamente risponde all'esigenza di comunicare al lettore che certe cose sono talmente distanti dall'esperienza di un occidentale che ci possono solo essere raccontate. Io Italiano, a meno che non sia un medico di Emergency, posso solo accedere a questo orrore in modo indiretto.
2) Mi sono immaginato questo racconto come una partita che finisce 5 a 1. Il senso non è dato dall'episodio di un singolo gol ma dalla sproporzione del risultato. Avrei potuto soffermarmi su un solo episodio. è vero, ma sarebbe stata tutta un'altra partita (e un altro racconto)
3) la parola fica non crea sgomento,anzi. Forse dovrebbe crearlo il suo smembramento rituale. La scoperta della propria fica da parte della protagonista è ciò che la spinge a fuggire e a combattere.
4) Maledetta d eufonica, hai vinto anche stavolta. Non ce l'ho proprio fatta a evitare di metterla, complice la fretta e il fatto che alle 1:06 non avevo ancora un titolo. Di solito scrivo a braccio e poi cerco di metterci le pezze successivamente. Così non fu per quel galeotto Ad.
E' sempre d'aiuto leggere commenti e rifletterci sopra, quindi vi ringrazio e chiedo ancora perdono per non aver risposto a ognuno ma con questo pippone riassuntivo.

Avatar utente
invernomuto
Messaggi: 270

Messaggio#9 » lunedì 25 maggio 2015, 13:14

Ciao Marco.
Sono un fan dello stile diretto e informale e proprio per questo il registro utilizzato mi è piaciuto, senza fronzoli ed efficace.
Proprio in relazione allo stile, più pungente all'inizio e lentamente smorzato nel protrarsi del racconto, immagino che il "nemico" di maggior impatto, per te, sia proprio la mutilazione genitale femminile, una scelta condivisibile ma che fa quasi perdere d'impatto i seguenti e altrettanto orribili punti focali della vicenda.
Molto buono il finale, con l'omino dalle felpe muta-scritta che variano a seconda della città ospitante.
Per quanto mi riguarda è una buona prova, a rileggerci!

Avatar utente
ceranu
Messaggi: 738

Messaggio#10 » lunedì 25 maggio 2015, 22:16

Ciao Marco. Prima di tutto complimenti per il tuo “Roma Caput Zombie”, come ti ho già detto l'ho divorato. :D
Veniamo al racconto di questo mese. La d eufonica nel titolo mi ha riportato alla mente l'Edibile nel titolo di qualche mese fa. Ho pensato “guarda cosa ci combina 'stavolta? Mette una d eufonica per fregarci. Chissà perché?” invece è solo un errore, peccato.
Il racconto scorre bene, è una cronaca agghiacciante che, con freddezza, mi ha portato a conoscere una vita passata a combattere. Sarei ipocrita dicendoti che non mi ha emozionato, avevo il magone pensando a quello che le stava accadendo. Personalmente credo che tu abbia centrato l'obbiettivo che ti eri prefissato. La frase finale è un messaggio molto forte.
In sostanza, il racconto mi è piaciuto.
Ciao e a presto.

Avatar utente
Adry666
Messaggi: 521
Contatta:

Messaggio#11 » giovedì 28 maggio 2015, 17:15

Ciao Marco,

tema centrato, 5 volte :-)

Che dire, colpito e affondato. Bello, intenso e asciutto. Mi ha scosso parecchio, mi ha fatto arrabbiare, commuovere e, se possibile, adesso odio ancora di più le felpe delle città..

La tua protagonista è molto forte, di una forza che si trova solo nella disperazione e nella rabbia per una vita ingiusta.

L'ultima battuta è un monito per tutti noi "fortunati" nati al di là del mare.

sharon.galano
Messaggi: 61

Messaggio#12 » giovedì 28 maggio 2015, 19:12

Ciao Marco,
complimenti per il tuo libro!!! Sono felice di leggerti. Devo dirti che hai scelto per questa sfida, un argomento davvero importante. E che dire dell'ultimo nemico, quello con le magliette con delle scritte? Il più pericolo di tutti :) Anch'io ho degli appunti da farti come gli altri. Premettendo che trovo la tua idea geniale, devo dire che è un po' troppo complessa per il tipo di sfida che stiamo affrontando. La tua protagonista racconta, non vive. La storia arriva lo stesso, ma potrebbe portarci alle lacrime se noi vivessimo con lei tutti quei momenti. Per quanto riguarda il linguaggio crudo delle prime righe, mi sarei limitata alla descrizione iniziale, senza nominare. Si capiva già perfettamente senza aggiunte. Apprezzo lo stile asciutto e conciso, rende la lettura veloce e mai noiosa. Davvero una storia che merita un romanzo. Fossi in te, ci farei un pensierino. Ti faccio tanti auguri. E spero di rileggerti quanto prima. Le tue storie meritano.
A presto
:)

lailmil
Messaggi: 62

Messaggio#13 » venerdì 29 maggio 2015, 18:48

Adesso che ho assolto i miei compiti nel mio gruppo posso finalmente scrivertelo: il tuo racconto è una figata!!!

Mi è piaciuto tutto, dalla storia dei cinque nemici al tono secco e asciutto con cui l'hai raccontata. Hai suscitato una serie di emozioni tutte cariche ma diversissime tra loro! L'ultima frase è perfetta. Chiara, semplice eppure quanto non detto che ognuno di noi può cogliere in funzione della propria coscienza. Complimenti, te lo dovevo proprio dire!

Avatar utente
marco.roncaccia
Messaggi: 559
Contatta:

Messaggio#14 » sabato 30 maggio 2015, 11:50

Ciao Lailmil,
che dire ... un commento come il tuo fa molto piacere, soprattutto in relazione a un racconto come questo, che nelle classifiche vaga dal top al bottom.
Grazie!

Avatar utente
marco.roncaccia
Messaggi: 559
Contatta:

Messaggio#15 » sabato 30 maggio 2015, 13:57

Ciao Sharon,
il piacere è mio :)
per quanto riguarda la scelta di far raccontare alla protagonista la sua storia, è appunto una scelta. A volte le regole auree del racconto vanno disattese. In questo caso il motivo è il seguente. Noi non possiamo capire. Siamo culturalmente inadatti a vivere in prima persone quelle vicende. Abbiamo bisogno della mediazione di chi in frangenti simili ci si è trovato. Così il racconto mi sembrava decisamente più sincero. Io non sono una donna africana, sono un operatore sociale italiano. Questa storia non posso che raccontarla così. Ci proverò, forse a fare ciò che dici e magari uscirà fuori un buon racconto ma non potrà mai essere "vero" come questo.
Ciao, grazie per avermi letto e in bocca al lupo per il tuo racconto!

Avatar utente
antico
Messaggi: 7167

Messaggio#16 » lunedì 1 giugno 2015, 18:06

Un racconto molto bello fino al suo finale: perché dovevi inserirci la politica? Non sono di parte, fanno schifo anche a me, ma messa così appare gratuita e allora, un po' come fece con Bush FARHENHAIT 9/11 il rischio è di innervosire tanto da procurare voti a chi volevi colpire. O forse non volevi colpire nessuno in particolare, ma di uomo che parla vestendo magliette conosco solo il leghista. Se invece rimanevi sul neutro o piazzavi una riflessione più di ampio raggio che includesse non solo il rifiuto dello straniero, ma anche l'incapacità di gestione dello Stato che porta poi all'impossibilità di risorse atte per... Allora il discorso cambiava. Un pollice su che si abbassa netto solo per questo finale così affrettato e volutamente, ma superficialmente, a effetto. Ti aspetto nel laboratorio, questo è un racconto importante che vorrei sul sito, ma una volta sistemato con più calma... ;)

Torna a “67ª EDIZIONE – Di Giulio Edition – 2ª della 4ª Era”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite