La dama bianca - Luigi De Meo
Inviato: lunedì 16 aprile 2018, 22:43
Il colpo di tosse venne amplificato dall'immenso salone, tanto che il gendarme si bloccò tendendo l'orecchio. Mancava solo che svegliasse qualcuno dei signori durante il suo turno di guardia notturno. "Turno di guardia di punizione" borbottò a mezza voce riprendendo il suo giro di sorveglianza. Che rabbia!, pensò, passando da uno dei saloni ad un corridoio. Come se fosse colpa sua se si era presentato in ritardo all'adunata, dovevano punire Alfio che lo aveva costretto ad attardarsi alla locanda, non lui.
Si fermò presso una bassa finestra e, posata a terra la lanterna e sul muro la lancia, guardò fuori: il fossato del Castello di Padernello dei Martinengo era un mare scuro su cui si tuffava la luna piena. Rabbrividì riprendendo la lanterna. "Il castello più bello della Lombardia, andasse al Diavolo." ringhiò al corridoio bui. Bello certo, sfarzoso pure, ma a che serviva se c'era LEI. Quel semplice pensiero bastò a fargli scattare la mano armata al petto, verso la medaglietta di San Dionigi che portava al collo. Constatare che quasi si era tiratola lancia sul naso lo fece sentire ridicolo. Eppure non c'era niente di ridicolo in lei: la Dama in Bianco. Suo nonno lavorava come cuoco al castello quando era successo, più di quarant'anni prima. La contessa Biancamaria si era gettata nel fossato ed era annegata. Da allora tornava ogni dieci anni la notte del 20 di luglio, proprio quella notte. Suo nonno l'aveva vista, forse, tutta bianca e con un libro in mano e i suoi racconti lo avevano spaventato a morte.
"Cosa..." si voltò di scatto scrutando il buio. Un rumore, o forse un sospiro. Merda! Merda! Merda! Il cuore cominciò a martellargli nel petto mentre muoveva incerti passi verso il buio. Qualcuno camminava sincronizzando i suoi passi al suoi. "Chi... chi è là?" sussurrò alzando la lanterna. La flebile luce illuminò i ritratti dei Martinengo del passato, dando alle fisionomie un aspetto lugubre. "Chi è là?" disse ad alta voce stavolta. Maria santissima Vergine, proteggimi tu. Mise la lancia in guardia e svoltò un angolo. Nessuno. Stava per scoppiare a ridere della sua credulità quando si accorse appena in tempo che era finito nel corridoio delle stanze da letto padronali. "Che stupido.." si canzonò in un sussurro di sollievo
"Sssssh"
La guardia impietrì, gli occhi fissi sul pavimento, con le orecchie che gli pulsavano. Gelido di sudore alzò lo sguardo verso il corridoio e la vide, una bianca figura, iridescente alla luce della luna che gli imponeva il silenzio con il dito indice alzato verso il volto invisibile sotto il cappuccio. "Madonna santissima..." gracchiò la guardia arretrando, senza riuscire a staccare gli occhi da quella visione. Avrebbe voluto ripetere l'invocazione ma bastò che la figura si muovesse verso di lui per ghiacciargli il sangue nelle vene. Fece dietro-front pronto a darsi alla fuga ma nella foga incespicò nella sua stessa lancia e finì di faccia contro il pavimento. Un dolore fulmineo alla nuca e il buio cadde su di lui.
Marianna si svegliò di soprassalto, sentendo rumori in corridoio. Ebbe appena il tempo di mettersi a sedere sul letto che la porta si aprì e un bel giovane paludato di bianco entrò di tutta fretta chiudendo a chiave la porta. "Carlo!" esclamò la giovinetta saltando nelle sue braccia. "Sei pazzo, se ti trovano qui..." gli disse piena di timore. Il giovane sorrise, togliendosi mantello e cappuccio bianco. "La notte della Dama Bianca? Se sono tutti come il soldato che ho tramortito qua fuori nessuno ci disturberà. E poi, dovevo darti portarti questo libro." aprì il tomo che portava con sé e la ragazza vide una bellissima collana d'argento tra le pagine.
Si fermò presso una bassa finestra e, posata a terra la lanterna e sul muro la lancia, guardò fuori: il fossato del Castello di Padernello dei Martinengo era un mare scuro su cui si tuffava la luna piena. Rabbrividì riprendendo la lanterna. "Il castello più bello della Lombardia, andasse al Diavolo." ringhiò al corridoio bui. Bello certo, sfarzoso pure, ma a che serviva se c'era LEI. Quel semplice pensiero bastò a fargli scattare la mano armata al petto, verso la medaglietta di San Dionigi che portava al collo. Constatare che quasi si era tiratola lancia sul naso lo fece sentire ridicolo. Eppure non c'era niente di ridicolo in lei: la Dama in Bianco. Suo nonno lavorava come cuoco al castello quando era successo, più di quarant'anni prima. La contessa Biancamaria si era gettata nel fossato ed era annegata. Da allora tornava ogni dieci anni la notte del 20 di luglio, proprio quella notte. Suo nonno l'aveva vista, forse, tutta bianca e con un libro in mano e i suoi racconti lo avevano spaventato a morte.
"Cosa..." si voltò di scatto scrutando il buio. Un rumore, o forse un sospiro. Merda! Merda! Merda! Il cuore cominciò a martellargli nel petto mentre muoveva incerti passi verso il buio. Qualcuno camminava sincronizzando i suoi passi al suoi. "Chi... chi è là?" sussurrò alzando la lanterna. La flebile luce illuminò i ritratti dei Martinengo del passato, dando alle fisionomie un aspetto lugubre. "Chi è là?" disse ad alta voce stavolta. Maria santissima Vergine, proteggimi tu. Mise la lancia in guardia e svoltò un angolo. Nessuno. Stava per scoppiare a ridere della sua credulità quando si accorse appena in tempo che era finito nel corridoio delle stanze da letto padronali. "Che stupido.." si canzonò in un sussurro di sollievo
"Sssssh"
La guardia impietrì, gli occhi fissi sul pavimento, con le orecchie che gli pulsavano. Gelido di sudore alzò lo sguardo verso il corridoio e la vide, una bianca figura, iridescente alla luce della luna che gli imponeva il silenzio con il dito indice alzato verso il volto invisibile sotto il cappuccio. "Madonna santissima..." gracchiò la guardia arretrando, senza riuscire a staccare gli occhi da quella visione. Avrebbe voluto ripetere l'invocazione ma bastò che la figura si muovesse verso di lui per ghiacciargli il sangue nelle vene. Fece dietro-front pronto a darsi alla fuga ma nella foga incespicò nella sua stessa lancia e finì di faccia contro il pavimento. Un dolore fulmineo alla nuca e il buio cadde su di lui.
Marianna si svegliò di soprassalto, sentendo rumori in corridoio. Ebbe appena il tempo di mettersi a sedere sul letto che la porta si aprì e un bel giovane paludato di bianco entrò di tutta fretta chiudendo a chiave la porta. "Carlo!" esclamò la giovinetta saltando nelle sue braccia. "Sei pazzo, se ti trovano qui..." gli disse piena di timore. Il giovane sorrise, togliendosi mantello e cappuccio bianco. "La notte della Dama Bianca? Se sono tutti come il soldato che ho tramortito qua fuori nessuno ci disturberà. E poi, dovevo darti portarti questo libro." aprì il tomo che portava con sé e la ragazza vide una bellissima collana d'argento tra le pagine.