Il ricordo - Diego Martelli

La Sesta Era continua nel segno di Andrea Cavaletto! Appuntamento per lunedì 16 aprile dalle 21.00 all'una!
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diego.martelli
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Il ricordo - Diego Martelli

Messaggio#1 » martedì 17 aprile 2018, 0:53

Strinsi i denti al cigolìo della porta: ero tutta un fascio di nervi. Dio! Non volevo essere lì, ma mi imposi di non fuggire. Dovevo entrare e ricordare.

Nessuno più viveva in quella vecchia casa: era abbandonata da quando i creditori l'avevano presa a mio padre, e le aste erano andate deserte dopo tutto quello che era stato scritto sui giornali. Lui ci aveva vissuto fino all'ultimo, e dopo che mia madre se ne era andata non aveva più nemmeno dovuto fingere. Ci aveva portato una donna dopo l'altra, anche dopo i processi, le voci e gli scandali.

Camminavo alzando la polvere, e mi pareva di vedere su quelle assi i miei piedi di bambina. Mi vedevo nascondermi ridendo dietro il grande divano, dove mamma mi mandava quando papà era nervoso. Il gioco diventava brutto perché loro gridavano, io mi spaventavo, e quando mamma veniva a prendermi aveva le guance bagnate e gli occhi rossi. Se le chiedevo se papà l'aveva picchiata diceva sempre di no.

Urla, dicevano adesso i vicini. Certe notti si sentivano urla provenire da lì: forse ragazzini con un brutto senso dell'umorismo, forse uno strano effetto del vento. Io le urla le avevo sentite davvero, in quella casa: nella cucina ora drappeggiata da ragnatele polverose, dove mio padre mi diceva che ero stupida e inutile come la mamma e come Becky; nello studio mangiato dalla muffa, dove mia sorella gli urlava che non voleva i suoi baci, che ormai era grande e aveva capito; nella mia cameretta dal tetto crollato, dove mamma gli gridava di non guardarmi così, di venire via, di non osare nemmeno solamente pensare...

Mi appoggiai a uno stipite, debole. Avevo fatto solo pochi passi. La mia mano, diafana, smosse polvere anche dall'asse dove da bambine misuravamo la nostra altezza. C'erano ancora tutte le tacche.

Potevo quasi vederci, proprio lì in salotto: quando ero ancora piccola, non capivo e tutto andava bene. Non era così male ricordare, ora che avevo iniziato. Mia madre era là, a leggere sulla poltrona bassa così composta, così bella. Becky era ai suoi piedi, a disegnare fiori con i pennarelli. E lui era in piedi vicino al caminetto, con la pipa accesa... ma non faceva paura mentre lo ricordavo così: non mi faceva paura nemmeno ora, mentre lentamente si voltava a guardarmi.

Ricordavo, ora! Perché avere paura? Era un porco, solo un porco e un poco di buono. Ero scappata da quella casa, e non me ne era importato niente di quello che avrebbe detto la gente in chiesa, o dei suoi soldi, o di cosa sarebbe successo alla famiglia! Ero andata via ed ero stata meglio senza pensare a loro. Ed era inutile ora che lui sorridesse e tendesse verso di me la mano fumosa, nera, come se volesse afferrarmi; che mia madre, traslucida, si coprisse il volto; che mia sorella mi guardasse immobile e atterrita, mollando i pennarelli. Io ricordavo! Ricordavo tutto di quella sera: di come mamma gli avesse detto di non toccarmi, del vaso di fiori che gli avevo lanciato addosso, di come avessi preso le chiavi della macchina.

Mi raggiunse proprio sulla porta di casa. Le sue mani erano crudeli, forti come il ferro, e non c'era nessuno a difendermi. Becky era già morta e poteva solo guardare: come mamma, che era stata uccisa per prima.

Ricordavo. Ricordavo! Ero sempre rimasta qui, con mamma, con mia sorella. E con papà.

Quella mano nera, la sua mano, mi ghermì come allora.

Chiusi gli occhi e urlai. Urlai! Urlai e urlai! Urlai fino a dimenticare.



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antico
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Re: Il ricordo - Diego Martelli

Messaggio#2 » martedì 17 aprile 2018, 0:57

Ciao Diego! Tutto ok con i parametri, buona Cavaletto Edition!

LuigiDeMeo
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Re: Il ricordo - Diego Martelli

Messaggio#3 » mercoledì 18 aprile 2018, 16:21

Ciao Diego! Racconto dalle tinte forti e dai temi molto crudi con un linguaggio che riesce benissimo a far partire l'immaginazione del lettore sul background tragico della protagonista. Finale che si lascia intuire ma che comunque rimane un colpo allo stomaco, come atmosfera mi è venuto in mente Shining e The Others. Ottimo lavoro!

Serena
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Re: Il ricordo - Diego Martelli

Messaggio#4 » mercoledì 18 aprile 2018, 19:52

Ciao Diego! Adoro le ghost story e la tua è davvero molto interessante. In pochissime battute sei riuscito a creare una dimensione ricca di dettagli, dove alla tragedia della morte si sommano quelle delle violenze perpetrate nel silenzio di una casa. Un padre padrone che ha reso la vita della moglie e delle due figlie un incubo e che è riuscito, data l'efferatezza della sua indole, a intrappolarle anche dopo la morte. La chiusura no è particolarmente originale, ma sei riuscito comunque a gestirla in maniera personale. Ottima prova!

viviana.tenga
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Re: Il ricordo - Diego Martelli

Messaggio#5 » giovedì 19 aprile 2018, 12:16

Ciao Diego,
Dal punto di vista emotivo, il tuo racconto è un ottimo crescendo di drammaticità, il finale non me l’aspettavo (anche se a una seconda lettura ho notato che gli indizi c’erano) ed è stato di forte impatto. Ben rese anche le dinamiche tra i personaggi. Non riesco a trovare particolari appunti da farti, forse non originalissimo ma di sicuro una buona prova.

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Andrea Partiti
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Re: Il ricordo - Diego Martelli

Messaggio#6 » domenica 22 aprile 2018, 19:18

Il racconto funziona e il tema c'è in maniera molto diretta.
Se devomuoverti una critica, per la storia che hai deciso di raccontare, mi sembra che ti lasci trasportare troppo dal lirismo. Sono ricordi duri quelli che la protagonista rivive. Sono duri sia i ricordi buoni che quelli cattivi. Presentarli in maniera troppo poetica li guasta e li indebolisce. E' come se tu-autore ti intromettessi troppo, si sente che non c'è solo la protagonista che parla, ma ci sei tu-autore come filtro pesantissimo che ci racconti quel che vede. Ti porto come esempio quello che mi ha fatto ridere a metà racconto spezzandomi la lettura in maniera brutta: chi, raccontando, parlerebbe davvero di "la mia mano diafana"? E' la mia mano, è lì attaccata tutto il tempo, è sempre uguale. Sei tu autore che vedi la mano diafana, vuoi darci un indizio, non il tuo protagonista che racconta dal suo punto di vista!
E', ovviamente, una sensazione in parte soggettiva e in parte dovuta a una preferenza personale, ma penso che il racconto diventerebbe molto più efficace una volta epurato di queste intromissioni.

Pache92
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Re: Il ricordo - Diego Martelli

Messaggio#7 » domenica 22 aprile 2018, 22:27

Ciao Diego! Il tuo racconto parte subito con un inizio accattivante in medias res. Il tema è perfettamente a fuoco con l'argomento proposto, con un intreccio malinconico e perverso che la scrittura semplice rende leggero come una fiaba nera. Lettura rapida, con uno stile che poteva però essere ancora più evocativo ed inquietante. Sei riuscito a tenere un ritmo alto e costante per tutto il racconto, con un leggero momento discendente prima del crescendo finale e della chiusura all’apice del climax.

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diego.martelli
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Re: Il ricordo - Diego Martelli

Messaggio#8 » lunedì 23 aprile 2018, 10:46

Grazie a tutti gli intervenuti!

Sull'originalità: ammetto d'aver voluto pescare a piene mani da The Others! Appena letto il tema ho immediatamente scelto di non cercare una interpretazione laterale o insolita dello stesso ma di scrivere una ghost story fatta e finita, con un tono inizialmente malinconico che cresce verso un finale horror il più classico possibile: il mio intento è stato quello di condurre il lettore nella direzione evidente ("ragazza in casa infestata, le accadrà qualcosa di brutto") per poi aggiungere il plot twist ("la protagonista è già morta, e i fantasmi delle sue parenti hanno assistito alla sua uccisione") e infine un ulteriore plot twist ("tutto ciò è ricorsivo: il fantasma della ragazza nella casa infestata è quello che causa le urla che i vicini sentono, ciclicamente tornando per farsi uccidere nuovamente e nuovamente perdere la memoria"). Speravo che l'intreccio fosse abbastanza interessante da salvare dalla prevedibilità: mi faccio un appunto di meditare in merito per le prossime prove.

@Andrea: la presenza ingombrante del punto di vista di me-autore è una questione sulla quale non mi ero soffermato, e credo tu abbia ragione. La "mano diafana" personalmente non mi suscita ilarità, nemmeno alla luce del tuo commento; concordo però che l'aggettivo sia tutto "dell'autore" e non "del personaggio", e quindi sicuramente era meglio se lo toglievo o lo spiegavo meglio (ad esempio, se proprio era necessario, spiegando che alla protagonista la propria mano appariva particolarmente pallida; o forse rimuovendo completamente il dettaglio, che alla fine ho impiegato unicamente per colorare il momento in cui si è appoggiata alla trave, che è un altro punto debole del racconto che potevo sfruttare meglio).

Fabio84
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Re: Il ricordo - Diego Martelli

Messaggio#9 » mercoledì 25 aprile 2018, 8:49

Ciao Diego,
Un bel racconto coinvolgente che ti prende dall’inizio alla fine. Tematica torbida e ben resa. I particolari come le tacche dell’altezza delle bambine creano un bel gioco macabro tra quella che pare un’esistenza tranquilla e una realtà molto più tragica.
L’evoluzione dei ricordi della protagonista e della sua vicenda emergono in un giusto crescendo.

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roberto.masini
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Re: Il ricordo - Diego Martelli

Messaggio#10 » giovedì 26 aprile 2018, 22:15

Crudo e drammatico nei contenuti, ondivago nella forma che, come ha detto qualche commentatore che mi ha preceduto, cede al lirismo. Certo non si può tenere il lettore con il fiato sospeso dall'inizio alla fine ma certo qualche stringatezza in più sarebbe stata efficace.Il tema del contest mi sembra sia forzato rispetto all'aggettivo stregato che non ha questa accezione di devastante dramma familiare.

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antico
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Re: Il ricordo - Diego Martelli

Messaggio#11 » lunedì 30 aprile 2018, 18:14

Ben fatto. Racconto gestito molto bene e che tiene avvinto il lettore dall'inizio alla fine svelando sempre il giusto. Non vedo punti deboli, magari una parte centrale che rischia di allungarsi troppo, ma si tratta proprio di cercare il pelo nell'uovo. Mi è piaciuto molto, direi un pollice su soprattutto per la sua solidità, che mi ha convinto.

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