La cella

La Sesta Era continua nel segno di Andrea Cavaletto! Appuntamento per lunedì 16 aprile dalle 21.00 all'una!
Giovanni Cola
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La cella

Messaggio#1 » martedì 17 aprile 2018, 1:11

Gregor alzò gli occhi verso la finestra, e si mise a guardare le stelle.
Non c'era molto altro che potesse fare, in quella cella così spoglia. Gli avevano portato una lampada, ma a che scopo accenderla? Per fissare il muro? Non aveva la possibilità di tenere un diario, non aveva libri. Non gli avevano permesso di portare nulla, là dentro.
Perciò, perché la lampada? Era una domanda che lo tormentava. Tutte le domande là dentro lo tormentavano, e pretendevano insistentemente una risposta: non mollavano la presa, gli ronzavano nelle orecchie, simili a spiriti in pena evocati accidentalmente, in cerca di un favore - un'elemosina, in effetti - da parte di lui che, ancora vivo, con un gesto magari insignificante - chiedevano solo una risposta, anche la più banale- poteva aprire loro le porte della Pace Eterna. Questo gli chiedevano, nulla di meno. Nulla di più: una risposta.
“Per oscurare le stelle”, mormorò. E la domanda, soddisfatta, si rintanò nel Nulla da cui era sgusciata fuori.
Perciò, era questo che Gregor faceva di notte: guardava le stelle. E lo fece per mesi. Per anni, forse. Di giorno invece dormiva, e sognava di vedere le stelle.
Le conosceva tutte, una ad una. Tutte quelle di quel brandello di firmamento. Di alcune conosceva anche il nome, memorie di un'altra vita non confinata da quattro mura, e ad altre ne aveva dati di nuovi. Gregor guardava le stelle, e le stelle gli tenevano compagnia.
Poi una notte sentì un urlo straziante, seguito da uno schianto terribile. Si chiese cosa fosse successo. E la domanda, come al solito, pretese una risposta:
“Forse un uomo è riuscito a salire fino alla finestra e a segare le sbarre, e poi si è lanciato nel vuoto. Un uomo incapace di guardare le stelle”, buttò lì tristemente. Era vero.
La mattina dopo vennero in tre: uno lo teneva sotto tiro, un altro reggeva la scala, e il terzo toglieva le sbarre, murando la finestra. “Per la tua sicurezza”, spiegarono. E a nulla valsero le suppliche, a niente le lacrime, se non a farsi rompere qualche dente.
E così, quella notte -ma non era più tanto sicuro che lo fosse- per la prima volta le stelle non fecero ritorno. Non sarebbero tornate, mai più.
Gregor provò a urlare, ma non gli riuscì. E scoprendosi insoddisfatta, quella vecchia domanda si rifece avanti:
“E allora a che serve la lampada?”
Gregor non disse nulla, scrollando le spalle. Ma poi, vedendo che quella insisteva, per la prima volta premette l'interruttore.
Una luce bianchissima invase la stanza. Era neutra: non suscitava alcun sentimento.
Non c'erano ombre: i pochissimi oggetti erano inchiodati alle pareti. Non c'erano ombre, eccetto la sua.
Gregor la guardò incuriosito: non ricordava di averla mai vista prima, se non di sfuggita, deforme, alla tremula luce delle stelle. Di giorno dormiva.
Adesso era incredibilmente nitida. Sembrava viva.
“Ciao” le disse.
Gregor non era più solo.



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antico
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Re: La cella

Messaggio#2 » martedì 17 aprile 2018, 1:14

Ciao Giovanni! Avrai un malus minimo per la consegna ritardata, ma nulla che possa inficiarti l'edizione! Tutto ok con i caratteri! Buona Cavaletto Edition!

viviana.tenga
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Re: La cella

Messaggio#3 » giovedì 19 aprile 2018, 12:18

Ciao Giovanni,
Il nome del tuo protagonista fa subito venire in mente Kafka, e in effetti c’è un po’ di retrogusto kafkiano nel tuo racconto, in questa prigionia che il protagonista vive non si sa perché, al di fuori del tempo e dello spazio.
Ho trovato un po’ troppo contorta la frase nella prima parte sulle domande che esigono risposte, ma a parte questo il racconto si legge bene e ho apprezzato molto l’atmosfera che hai creato.
Purtroppo, non sono riuscita a trovare il tema (la prigione può anche essere una dimora, ma non mi sembra stregata, c’è solo un protagonista che, comprensibilmente, perde lucidità ed equilibrio mentale) e questo mi costringerà a penalizzare il racconto in fase di classifica.

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Andrea Partiti
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Re: La cella

Messaggio#4 » domenica 22 aprile 2018, 19:13

Mi piacciono i racconti che si concentrano su un dettaglio e non danno spiegazioni, spesso le spiegazioni sono irrilevanti, ma penso che per un protagonista che segui così da vicino nel suo isolamento, facendoci entrare nella sua testa, tu non possa glissare sul perché si trova in quella cella. Penso che sarebbe al centro dei suoi pensieri, più della lampada, più delle stelle.
Stilisticamente è molto piacevole da leggere, ma ha come un buco al centro dell'idea che mi impedisce di goderne a pieno.
Il tema non lo trovo, purtroppo. Mi basterebbe anche un piccolo appiglio.

Giovanni Cola
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Re: La cella

Messaggio#5 » domenica 22 aprile 2018, 20:49

Ciao a tutti! Per quanto riguarda l'attinenza al tema, la mia idea è stata quella di descrivere una cella "infestata" dai deliri e dalle visioni del prigioniero, indotti dalla solitudine e dalla sua follia: "oggetti" inanimati (le stelle, l'ombra, le sue stesse domande) che "magicamente" prendono vita, almeno nella sua testa. Come idea secondo me ci può stare (nell'ottica di rispettare il tema), ma a posteriori credo che avrei dovuto esplicitare maggiormente questo aspetto.
Mi fa piacere che Viviana abbia colto il riferimento kafkiano nel nome del protagonista; per quanto riguarda l'osservazione di Andrea, mi piace pensare che il prigioniero abbia dimenticato quasi completamente la sua esistenza precedente, accettando la sua condizione attuale non tanto di prigioniero, quanto di alienato: in questa ottica, ogni evento che precede l'incarcerazione è irrilevante.
Ultima modifica di Giovanni Cola il domenica 22 aprile 2018, 22:44, modificato 1 volta in totale.

Pache92
Messaggi: 14

Re: La cella

Messaggio#6 » domenica 22 aprile 2018, 22:28

Ciao Giovanni! La tua è un'interpretazione curiosa dell'argomento. Lettura rapida e piacevole, con solo qualche passaggio un pelo più ostico in termini di scorrevolezza. La scrittura non è troppo immaginifica (parzialmente anche a causa dell’ambientazione), ma riesce comunque ad emozionare in modo quasi fiabesco. Il climax perde un po’ nella chiusura che risulta discendente e forse troppo netta, ma romantica. Bravo!

LuigiDeMeo
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Re: La cella

Messaggio#7 » martedì 24 aprile 2018, 9:55

Ciao Giovanni!

Un bel racconto, con il tema centrato in maniera originale: è il protagonista stesso a creare con i suoi deliri e la sua solitudine l'entità che infesta la cella. Racconto dei temi kafkiani Ma che mi ha anche ricordato il conte di Montecristo di Dumas, con il protagonista che nei primi anni di prigionia ha solo i suoi rimpianti e il suo desiderio di vendetta a fargli compagnia. L'inizio è piuttosto confuso e di difficile interpretazione ma con il dipanarsi del racconto tutto appare più chiaro e scorrevole da leggere

Fabio84
Messaggi: 170

Re: La cella

Messaggio#8 » mercoledì 25 aprile 2018, 10:26

Ciao Giovanni,
Il racconto parte con il protagonista che si ingarbuglia, forse troppo, cercando di soddisfare la sua domanda, cosa che avviene alla fine con una vera e propria illuminazione.
È stato bello quindi trovare la lAmpada all’inizio e alla fine.
Struggente la parte delle stelle e il compatimento per il l’altro prigioniero che era incapace di guardarle.

Serena
Messaggi: 97

Re: La cella

Messaggio#9 » giovedì 26 aprile 2018, 13:33

Ciao Giovanni! Il tuo racconto è davvero molto bello e posso tranquillamente dirti che è uno di quelli che ho maggiormente apprezzato. La cella inghiotte lentamente il protagonista, annichilendo i suoi ricordi e lasciandogli come unico appiglio un pertugio attraverso cui può guardare le stelle. La lampada è un perno interessante. Un oggetto all'apparenza inutile, che alla fine invece svela un risvolto inquietante. Il protagonista, perse le sue stelle, trova la sua ombra. É poetico, spaventoso e terribile allo stesso tempo. Trovo invece centrato il tema. Una dimora può essere infestata da spettri, ricordi, segreti e follie. Non siamo chiusi in una cella e la rielaborazione del tema, come in questo caso, mostra infinite possibilità di declinazione. La tua storia è ben calibrata e crea una particolare sensazione di straniamento. Ottima prova!

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roberto.masini
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Re: La cella

Messaggio#10 » giovedì 26 aprile 2018, 21:30

Mi è parso un originale racconto che declina il tema stregonesco attraverso le deviazioni mentali del carcerato. Il tema delle stelle accentua la parti "liriche" della storia e, nel contempo, prepara alla scoperta animistica dell'oggetto-lampada. L'excipit è quindi, secondo me, magistrale. Non aver spiegato perché il protagonista si trova in quella condizione consente al lettore di immaginare infiniti scenari. L'indeterminatezza in questo caso è pregio!

Giovanni Cola
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Re: La cella

Messaggio#11 » venerdì 27 aprile 2018, 0:30

Ringrazio tutti voi per i commenti! Alla prossima

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antico
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Re: La cella

Messaggio#12 » martedì 1 maggio 2018, 15:03

Un solo, grosso, difetto: davvero troppo ingarbugliato il pezzo riguardante la domanda, va revisionato. Per il resto, mi è piaciuto. Hai lavorato benissimo sui suoi compagni di cella: la lampada, le stelle e infine l'ombra. E non mi ha infastidito la mancata spiegazione del perché lui fosse lì: l'ho interpretata come un qualcosa di dimenticato nel vortice della sua follia indottagli dalla solitudine impostagli. Pollice quasi su per me.

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