Il treno

Appuntamento per lunedì 16 luglio dalle ore 21 all'una per una Special di Minuti Contati! Moderatrice e organizzatrice dell'edizione: Eleonora Rossetti, la vincitrice dell'unica altra edizione simile nella storia di Minuti Contati!
Partenza alle ore 21.00 con la prima parte del tema. Alle ore 22.30 arriverà la seconda parte e alle 00.00 la terza e ultima. Gli autori che vorranno cimentarsi nella prova dovranno dare dimostrazione di flessibilità nel modificare e adattare in corsa il proprio racconto oltre che di grande controllo nel riuscire a gestirlo e a farlo rientrare nel numero di caratteri che verrà a sua volta aggiornato a ogni step!
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Gennibo
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Il treno

Messaggio#1 » martedì 17 luglio 2018, 0:59

Le sette e trentasei, nessun parcheggio dove lasciare la cinquecento rossa, l’unica speranza era che il treno fosse in ritardo.
Lasciai l’auto di sbieco sul prato accanto al lago, nessun cartello di sosta vietata, ma neppure nessun’altra auto e troppa fretta per pensare a una possibile ragione.
Via il telefono dal caricatore, la borsa in spalla e fuori a martellare in fretta i tacchi sull’asfalto per arrivare in tempo.
Il treno aveva già le porte chiuse, pronto a muoversi. Sbracciai un saluto al controllore che riaprì la porta, scuotendo la testa. Questi studenti che fanno tardi la sera, non vogliono alzarsi la mattina e arrivano sempre all’ultimo minuto. Dicevano i suoi occhi stanchi di notti sveglio a pensare a come tirare le somme per la fine del mese.
Camminai per i corridoi delle carrozze cercando un posto, sedetti accanto a un ragazzo nero coi capelli tutti intrecciati e un anello al naso, di fronte un signore in giacca grigia e cravatta rosa a pois neri, entrambi i tipi con una borsa, un cellulare e le cuffie, così diversi e allo stesso tempo così uguali.
Alle otto e venti il controllore aprì lo scompartimento, tirai fuori il cellulare dalla borsa per aprire la mail con il biglietto del treno, ma non c’era modo di aprire la posta, nessun segnale. Il controllore si stava avvicinando.
Avrei dovuto fare uno screenshot, pensai. Se ne avessi avuto il tempo! Frugai nella borsa per portafoglio. Niente!
Nella fretta di prendere la borsa non avevo controllato e doveva essermi scivolato sul tappetino in fondo all’auto. Ecco come cominciare una giornata con le migliori premesse.
- Biglietti prego!
Nessuna prova che avevo comperato il biglietto, nessun documento e nessun soldo per rimediare.
- Mi dispiace, non riesco ad aprire la posta per farle vedere il biglietto.
- Questa è la scusa che va di moda adesso, tutti così voi giovani, credete di poter fregare il mondo, ma non è così che funziona su questo treno!
- Guardi, non è una scusa, vede che non ci sono tacche? Non prende nessun segnale, non capisco, di solito ho sempre il massimo delle tacche.
- Ha ragione! Ci deve essere qualche problema, anche il mio telefono non ha segnale.
Anche l’uomo in giacca e cravatta aveva comperato il biglietto on line.
Era il turno del ragazzo con le trecce.
- Io ascolto la musica offline, ma già che me lo fate notare, non ho segnale neppure io. - e diede il biglietto al controllore. Ma un biglietto su tre non era cosa che lo soddisfacesse.
- Sapete cosa mi interessa dei vostri telefonini? A me interessa che paghiate il biglietto, ecco! Adesso le faccio la ricevuta del biglietto più la multa. Dove è salita lei?
- Mi ha visto, due stazioni fa.
- Mica posso ricordarmi tutti i passeggeri che vedo! Ma vabbene, per stavolta le credo. Ecco qui. - e mi porse una ricevuta scritta a mano, compresa di multa: dodici euro.
- Mi dispiace, ma mi deve essere caduto il portafoglio in auto, non sono riuscita a trovarlo, spero che sia in macchina…
- Anche questa! Dovrò fare rapporto ai miei superiori.
- Ma la signorina le ha detto che ha pagato già il biglietto, potrebbe andare in fiducia, non mi sembra una ladra.
- Lei non sa signore che i più tremendi malviventi sono quelli vestiti meglio, proprio come lei.
- Cosa vorrebbe dire?
- Niente, niente, parlo solo per esperienza.
A questo punto tutti gli astanti guardavano male il controllore che non sapeva più cosa fare, avrebbe potuto benissimo lasciare stare, ma aveva già mollato una ricevuta, e peccato buttare via un foglio di cui poi gli avrebbero chiesto ragione.
- Allora signorina, cosa facciamo? - Un tipo ricco di risorse, pensai.
- Eh, non lo so, mi dica lei. Non potrebbe tornare poi che magari riavrò il segnale e riuscirò a scaricare la posta.
- Non posso! - il controllore sembrava aver perso il controllo.
Il treno, come volesse seguire il sentimento di quell’uomo, fece un balzo in avanti, con uno stridìo di ferri, rallentò, le luci lampeggiarono, la carrozza fu sballottata. Io, insieme agli altri passeggeri cercavamo appigli, ma finivano uno addosso all’altro in un aggancio di gambe, braccia, visi e capelli. L’odore era di deodorante che ormai aveva finito la sua efficacia, di piscio e di sedili vecchi. Con un clangore che assomigliava a quello del coltello strisciato sul piatto, il treno si accasciò violentemente su un fianco. Tutti eravamo sfiniti, avevamo rivissuto le nostre vite in un lasso di tempo che non comprendeva un battito di ciglia.
Mi ritrovai addosso al ragazzo nero, e sopra il tipo in giacca e cravatta, prima ancora di rimettersi in piedi, e non sapeva se avesse tutte le ossa a posto, stava già chiedendo a tutti se c’era bisogno di qualcosa, se stavano bene. Un impaziente vigile del fuoco mancato, mi sarebbe piaciuto uscire con un tipo così, che pensava prima alla sicurezza altrui prima che alla sua. Il controllore a terra nel corridoio cercava di rialzarsi, ma una gamba gli si era incastrata sotto un sedile che si era staccato dalle guide ed era crollato dall’altra parte, incastrando più persone.
Il ragazzo con le trecce sanguinava dal naso con l’anello.
- Dove siamo? - chiese una voce. Mi stupii di una domanda di così poca importanza, che differenza faceva dove eravamo.
- Aiuto! - mi accorsi che il ragazzo seduto accanto a me aveva un vetro conficcato nella spalla.
- Non muoverti! - temevo che il movimento potesse mandare più a fondo il vetro, e non era l’unico che aveva in corpo. Non volevo guardare il mio di corpo, continuavo a ripetermi che tutto era a posto e che se ero ancora viva, il peggio era passato, sapevo che era una bugia, che se il ragazzo era pieno di vetri anche io dovevo averne da qualche parte. Avevo paura a muovermi, non volevo peggiorare una situazione già abbastanza critica, i vetri inondavano la carrozza che in fondo si era accartocciata, mi venne un sonno improvviso, persi i sensi e una parte di me si svegliò come non ero mai stata prima, tanto che ero capace di volare e di vedere dall'altro tutto il disastro che quell'incidente aveva provocato.

Il treno, di Isabella Valerio



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antico
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Re: Il treno

Messaggio#2 » martedì 17 luglio 2018, 1:10

Ciao Isabella e benvenuta su Minuti Contati! Tutto ok con tempo e caratteri, buona edizione!

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Gennibo
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Re: Il treno

Messaggio#3 » martedì 17 luglio 2018, 15:51

Grazie mille! Mi sono divertita e avevo bisogno di un imput del genere, rileggendo ho trovato degli errori ma a questo punto li lascio.

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Emiliano Maramonte
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Re: Il treno

Messaggio#4 » martedì 17 luglio 2018, 23:16

Ciao Isabella! Benvenuta a MC!
Passo a esprimere la mia opinione sul tuo racconto.
Nel complesso non è scritto male. Fino a un certo punto, una storia di ordinaria quotidianità, con una ragazza che prende il treno alle 7.36 magari per andare a lavorare e incappa in un inconveniente che potrebbe accadere a tutti. Il cuore della trama è tutta qui: la vicenda ruota attorno al biglietto digitale che non viene fuori, poi compaiono in scena (oltre al controllore), altri due personaggi la cui funzione e presenza non mi sembrano poi così incisive (sono lì per rimarcare differenze sociali? Oppure tanto perché si parla di sconosciuti che si incontrano e allora sono stati messi nello scompartimento tanto per...?). E via così per tutta la lunghezza del racconto fino a un "inspiegabile" fenomeno di assenza di campo nei cellulari (evento neanche tanto soprannaturale, visto che su un qualsiasi treno può succedere normalmente), che dovrebbe preannunciare una catastrofe... catastrofe che poi effettivamente si verifica e la protagonista vola in cielo. Punto.
Ripeto: non è che non sia scritto bene (a parte qualche refuso qua e là perdonabilissimo visto il contest, e un po' di revisione da fare...), ma qui manca un progetto di fondo... un obiettivo. Cosa mi vuole dire l'autrice in questi 5000 e passa caratteri? Ha voluto rappresentare, chessò, un conflitto sociale, una scena di vita dal forte impatto emotivo? Ha affrontato un tema oppure no?
Non basta il finale triste di lei che vive un'esperienza fuori dal corpo a dare un'impronta forte a tutta la storia. Non aggiunge nulla e non toglie nulla.
Mi dispiace, ma così com'è non raggiunge la sufficienza.
In ogni caso... in bocca al lupo!!!!

Emiliano.

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jimjams
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Re: Il treno

Messaggio#5 » sabato 21 luglio 2018, 23:49

"Benvenuta nella nostra combriccola, mi raccomando, non ti spaventare. Per il tuo racconto voglio partire analizzando la storia. Come ho detto in un altro caso, anche a me capita di scrivere racconti che, come struttura, sono semplicemente la ripresa di un frammento di vita normale di una persona. Nel tuo caso prendi un personaggio, una ragazza, e la segui con la tua telecamera letteraria durante gli ultimi minuti della sua vita. Vita che sembra voler concentrare in questi minuti un insieme di piccole sfighe, culminate nella sfiga magna, la morte. Ora, va benissimo voler rappresentare questo frammento di vita. Ma ogni volta che si scrive un racconto di questo tipo si rischia di trovarsi di fronte, da parte di chi legge, a questa domanda: ""E quindi che volevi dire?"". E bada, non si tratta di trasmettere necessariamente un messaggio, una morale. No, non è necessario. Si potrebbe semplicemente mostrare qualcosa che invita a riflettere su un tema, su un fenomeno sociale, su qualcosa insomma. Ecco nel tuo caso, in questa storia, faccio fatica a fissare la mente su qualcosa. Le piccole sfighe che capitano alla ragazza non sono particolarmente stimolanti. La diatriba del biglietto in fondo non ha una connotazione particolare. E neppure la morte della ragazza solleva interrogativi o riflessioni speciali. Penso che tu qualcosa lo volessi dire, quindi ragionaci e cerca di capire come potevi fare per farcelo capire.
Per il resto, la scrittura di base non va male. Ci sono dei particolari che mi fanno pensare che hai chiuso in fretta, o che hai poca dimestichezza con la revisione. Per esempio ""Alle otto e venti il controllore aprì lo scompartimento, tirai fuori il cellulare dalla borsa per aprire la mail con il biglietto del treno, ma non c’era modo di aprire la posta, nessun segnale."" Usi il verbo aprire tre volte in questa frase, è piuttosto facile ovviare con altri verbi.
Altre cose un po' più sottili: ""- Ha ragione! Ci deve essere qualche problema, anche il mio telefono non ha segnale.
Anche l’uomo in giacca e cravatta aveva comperato il biglietto on line."" Nel dialogo l'uomo non dice nulla sul biglietto, quindi la successiva frase, che è scritta dal narratore, quindi dalla protagonista, che sembra sapere qualcosa che non può sapere. La cosa può sfuggire ma a qualche lettore di sicuro stona.
Anche il tema poteva essere centrato meglio. Va bene la chiudo qui, dicendoti che in definitiva il tuo non è un brutto esordio, e che spero diventerai una frequentatrice abituale."

viviana.tenga
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Re: Il treno

Messaggio#6 » domenica 22 luglio 2018, 14:15

Ciao Isabella, benvenuta su MC!
Per questa tua prima prova, devo accodarmi a chi ha commentato prima di me: il racconto è scritto bene, con personaggi ben caratterizzati nonostante il poco spazio, ma non si capisce bene dove volessi andare a parare.
Abbiamo una ragazza che prende un treno all'ultimo momento, un controllore parecchio nervoso (credo che avere passeggeri che non riescono a scaricare il biglietto che hanno comprato online sia più o meno ordinaria amministrazione), poi un incidente improvviso, la ragazza muore e ha una breve esperienza extracorporea, ma sembra mancare una vera idea alla base del racconto e quando ho finito la lettura mi sono chiesta "e allora?"
Per quanto riguarda le specifiche ok prima e terza, la seconda non ce la vedo, visto che comunque il biglietto l'hanno pagato tutti.
Nel complesso, un discreto esordio (soprattutto tenendo conto che l'edizione era difficilissima), ma un racconto per cui forse mancava un po' l'ispirazione. Spero di leggere altro di tuo in edizioni future!

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Andrea Partiti
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Re: Il treno

Messaggio#7 » mercoledì 25 luglio 2018, 10:59

Ciao!
Questo tipo di racconti mi piace, si sente la mancanza di direzione, ma è una scelta precisa e la rispetto.
Penso però che per riuscire a prendere un lettore dopo questa scelta, serva essere impeccabili sullo stile e sulla coerenza del racconto, altrimenti è facile che qualcosa vada storto. Nello specifico vedo due problemi. Il primo è il distrarti qua e là dal tuo punto di vista della protagonista, che tende a distrarsi e soffermarsi su altri personaggi in maniera inopportuna (tipo dirci esplicitamente i pensieri del controllore, interpolandoli da uno sguardo... è troppo!). Il secondo è l'ingessatura dei dialoghi, sono estremamente innaturali, sono dialoghi ideali, letterari, non mi fanno sentire lì perché nessuno parlerebbe davvero in quel modo. Se li leggo ad alta voce mi sembrano una parodia, personaggi che dialogano in maniera distaccata uno dall'altro, e non è l'effetto che vuoi raggiungere.

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DandElion
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Re: Il treno

Messaggio#8 » mercoledì 25 luglio 2018, 21:03

Ben venuta a bordo!
Spesso viviseziono il primo racconto di un neofita, per il gusto di aiutarlo ad entrare nello spirito del gioco, stasera con te non lo farò per due motivi: 1. sto di corsa, 2. non c'è bisogno di vivisezionarlo perchè si regge benissimo in piedi da solo! Brava, buona la tua prima prova, non ti addormentare sugli allori! L'unica parte che davvero è un po' triste al limite del patetico è la conclusione, con il banalissimo escamotage dell'anima volante che vede dall'alto.. insomma buonissima prova al 90%
#AbbassoIlTerzoPuntino #NonSmerigliateLeBalle
#LicenzaPoeticaGrammatica
Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!

Giuseppe Patti
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Re: Il treno

Messaggio#9 » giovedì 26 luglio 2018, 13:54

Ciao,
non ho ben capito cosa volessi trasmettere con questo racconto, basato su una serie di sventure quotidiane, con poi la morte della protagonista, e non me la sento di ipotizzare un messaggio più o meno plausibile. È comunque un racconto scritto bene, scorrevole nella lettura, ma che purtroppo non mi ha lasciato nulla una volta finito.
In ogni caso, in bocca al lupo!

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diego.martelli
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Re: Il treno

Messaggio#10 » giovedì 26 luglio 2018, 18:35

Credo che molto potrebbe essere guadagnato con relativo poco sforzo puntando con decisione su una revisione più decisa della struttura delle frasi. Faccio un esempio, ma ce ne sono molti:
"Questi studenti che fanno tardi la sera, non vogliono alzarsi la mattina e arrivano sempre all’ultimo minuto. Dicevano i suoi occhi stanchi di notti sveglio a pensare a come tirare le somme per la fine del mese."
Il punto dopo "minuto" impedisce alla frase successiva di divenire la subordinata della prima; tuttavia, se la cosa fosse stata gestita con una virgola, e il passaggio precedente fra virgolette, comunque il periodo risulterebbe un po' lungo e pesante.
Credo che la cosa sia stata causata anche dai forti vincoli di tempo del contest: probabilmente a riletture successive ti saresti resa conto di "perdere il fiato" in alcuni passaggi e avresti cercato soluzioni migliori.
Al di là di questa nota strettamente tecnica, il racconto ha il difetto di perdersi un po' per strada: mi aspettavo francamente che in seguito all'incidente ci sarebbe stato un epilogo della questione con il controllore, ma così non è stato, e anche gli altri personaggi tratteggiati nella parte iniziale non hanno avuto alcun ruolo nel concludersi della storia.

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Peter7413
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Re: Il treno

Messaggio#11 » giovedì 26 luglio 2018, 19:58

Hai scelto una delle edizioni più difficili per entrare nel mondo di MC, lode al coraggio! Cosa posso desumere dopo averti letta per la prima volta? Che ci sai fare. Buona scrittura, facilità nell'attrarre il lettore. Però le specifiche erano incasinate e si vede in tutto il racconto che, per forza di cose, non semina bene, sembra andare in una direzione per poi deragliare come il treno stesso verso una conclusione facile che, sia chiaro, comprendo appieno perché già avevi a che fare con il limite di tempo e di caratteri, se poi si aggiunge anche il fatto di non sapere fino all'ultimo dove il tema avrebbe virato... Quindi ti aspetto alla prossima, con un'edizione più classica e la possibilità di strutturare fin da subito il racconto nel suo complesso.

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Linda De Santi
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Re: Il treno

Messaggio#12 » giovedì 26 luglio 2018, 23:04

Ciao e benvenuta Gennibo! :) Racconto ben scritto, che mi ha preso molto fino a più di tre quarti. Il finale, purtroppo, mi pare che non si leghi moltissimo alle prime due parti e non sono riuscita ad apprezzarlo molto. 
Il modo di esprimersi del controllore è un po' stereotipato, considerando quante volte al giorno i controllori si trovano davanti a persone senza biglietto, non penso abbiano la forza di trattare male tutti in questo modo ;)
In ogni caso, per essere al tuo esordio e per aver fronteggiato un'edizione così complessa in questo modo, non posso che farti i complimenti!
Spero di rileggerti presto :)

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lordmax
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Re: Il treno

Messaggio#13 » venerdì 27 luglio 2018, 0:02

Da ex pendolare e partecipante mio malgrado a un evento analogo ho ritrovato parecchio delle sfighe di chi viaggia in treno. Il racconto è interessante, la struttura si sente. Regge poco il gioco dei dialoghi dove alle volte perdi il punto di vista o rendi la protagonista troppo onniscente. Ma è facile da mettere a posto in fase di editing.
L'escamotage della mancanza di campo ti permette di lanciare la storia e seguiamo la vicenda aspettandoci che accada qualcosa solo che accade qualcosa di troppo, troppo grosso in un colpo solo per poi chiuderlo in poche frasi raccontando immediatamente la morte della protagonista stessa.
In sostanza si sente che hai dovuto scrivere in fretta e non hai avuto tempo di rileggere a fondo... come è successo a tutti per altro. Era una edizione molto difficile e spero ce ne siano moltre altre così.
Per quanto riguarda i punti della sfida vedo bene il primo, un po' meno il secondo e non trovo il terzo, non ho capito chi dice la bugia e quale conseguenza abbia.

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Gennibo
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Re: Il treno

Messaggio#14 » venerdì 27 luglio 2018, 16:51

Grazie a tutti per l'accoglienza e le belle parole, ma soprattutto per le critiche, sempre costruttive. Siete stati carinissimi! Mi sono lanciata in questa sfida con l'entusiasmo del principiante, senza sapere a cosa andavo incontro. Mi sono chiesta se fosse meglio pensare a un finale decente, beccando il malus, o chiuderlo in fretta rispettando i tempi.
Il vostro riscontro e le belle storie che ho letto sono le due cose per cui sono felice di aver partecipato a questo contest.
Purtroppo i tempi stretti hanno evidenziato quelli che sono i punti deboli della mia scrittura: le ripetizioni che non riesco a vedere (per fortuna Scrivener mi aiuta), il ritmo che fatico a capire come migliorare, i dialoghi da sistemare (qui forse ce la posso fare) e i finali, per cui mi trovo a un certo punto a chiedermi: adesso che faccio? Se la storia fosse scritta bene potrei senza difficoltà immaginarmi diversi scenari che chiudono il racconto, quindi anche questo è un problema che sto cercando di affrontare.

Grazie ancora e alla prossima!

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