[E] 26-14-11...

Lunedì 15 giugno alle ore 21.00! E siamo alla terza tappa della Quarta Era... Guest star: BARBARA BARALDI! Avrete le solite quattro ore di tempo per scrivere un racconto che potrebbe essere scritto anche in un'ora soltanto, quindi no scuse: gente che ha tempo fino alle 23, gente che arriva alle 23, gente che può starci tutta la sera o gente che scrive dal cellulare facendosi ispirare dagli amici, MINUTI CONTATI VI ASPETTA! Guardate il trailer dell'edizione QUI
LuanaMazzi
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[E] 26-14-11...

Messaggio#1 » lunedì 15 giugno 2015, 22:01

Il sangue gli scendeva lento tra la barba. Una bruma calda saliva dalla distesa di corpi che aveva davanti.

Strinse la spada, il suo sguardo vagava tra gli arti mutilati ai suoi piedi, il respiro corto, l'aria acre satura di piscio.

Una fitta al fianco gli ricordò la freccia che vi era conficcata, con il guanto di maglia la spezzò e cercò di pulirsi il sangue che gli colava sugli occhi.

Mise un passo avanti all'altro, il sole ormai stava calando, era uno di quei momenti dove non vuoi altro che stare a casa. Socchiuse gli occhi cercando di ricordare il profumo della zuppa calda.

Li riaprì, Lei era li, davanti a lui. Il sole le tramontava alle spalle lasciando una sagoma scura che sembrava emanare luce lei stessa. Cadde in ginocchio, la spada piantata nel terreno morbido davanti a lui. Non osava alzare lo sguardo, sapeva bene chi aveva davanti, chi camminava sui morti verso di lui. Si sentì sfiorare i capelli, una brezza calda lo scosse fino alla punta dei piedi.

Pianse, la fronte premuta contro l'elsa, gli occhi gli bruciavano, in bocca il sapore del sangue piano piano svanì, pianse ancora più forte.

Perché mia Signora!? Perché?

Sapeva che non avrebbe avuto risposta, ma sapeva anche che Lei lo avrebbe sentito.

Alzò gli occhi al cielo ormai scuro, le stelle iniziavano a far capolino, un'altra notte era giunta, molte ne erano passate da quel giorno.

Era stato scelto da Lei, era stato scelto come sue portavoce, come suo Cavaliere. La prima volta che la vide camminare verso di lui, così eterea come fatta di luce, lui era in fin di vita, impegnato a tenersi le budella che gli fuoriuscivano da uno squarcio sul ventre. Lei arrivò, cercò di guardarla in volto ma la luce non glielo avrebbe permesso, né quel giorno né mai, non si può guardare il volto di una Dea, ma era giovane e non sapeva molte cose. Sentì delle mani leggere posarsi sulle sue spalle e un tenue calore espandersi nel corpo. Una voce melodiosa si perse nell'aria spazzata dal vento, come un fruscio di foglie in estate.

Io scelgo Te

Da allora Lei non era stata solo un simbolo, un nome da invocare o pregare, lui la sentiva accanto a se ogni giorno, in dovere di proteggerla, sempre.

Lacrime calde gli rigarono il volto sporco di fango e sangue, si rimise in piedi, il dolore che prima sentiva era sparito, non si guardò neanche il fianco, sapeva che non avrebbe trovato traccia della freccia. Era doloroso, quasi sadico, rimanere in piedi quando tutti intorno a te cadono. Credeva in Lei, sopra ogni cosa, questo lo faceva andare avanti.

Il vento portava parole sussurrate, parole che nessuno mai avrebbe potuto udire tranne lui.

Perché solo te puoi farlo, solo te puoi camminare nelle ombre più scure senza far spegnere la luce del tuo cuore...

Oh Dea... mi sento vivo e vinto per prosciugare il tuo canto

Il vento portò via i suoi pensieri, asciugò le lacrime sul suo volto e sbriciolò il fango sui suoi abiti, ma la sua fede, quella non l'avrebbe potuta portare via nessuno, nemmeno la morte.



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Callagan
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Messaggio#2 » martedì 16 giugno 2015, 13:04

Ciao, Luana.
Elemento positivo del tuo racconto è l'atmosfera che vai a evocare che, assieme allo scenario, riescono a creare precise immagini nella mente del lettore.
Ci sono però tante imprecisioni per quanto riguarda la parte strettamente narrativa, ma hai ampi margini di miglioramento. Attenzione ai tempi verbali: se imposti la narrazione in terza persona passato remoto, frasi come questa stonano

era uno di quei momenti dove non vuoi altro che stare a casa.


e ancora

Era doloroso, quasi sadico, rimanere in piedi quando tutti intorno a te cadono.


Questo è un errore perché è la voce narrante a dirlo. Altra valutazione avrei dato nel caso in cui fosse stato un pensiero del protagonista e, quindi, virgolettato.

Presta attenzione anche alla punteggiatura. Le frasi indipendenti l'una dall'altra non vanno separate da una semplice virgola, ma da segni più decisi come punto o punto e virgola. Per aiutarti nel contesto della punteggiatura, leggi più volte il tuo brano a voce alta così da renderti conto del ritmo che stai imprimendo al racconto.

Per quanto riguarda la trama, avrei preferito ci fosse un messaggio di fondo o che almeno il racconto portasse a una riflessione su un qualche tema... son fatto così... ma questo non è per forza un difetto all'interno di questo contest. :)

Comunque, sei nel posto giusto per migliorare! A rileggerti.

ps. Posso chiederti perché quel titolo? O_O

LuanaMazzi
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Messaggio#3 » martedì 16 giugno 2015, 15:32

Grazie Callagan per i tuoi consigli.

Per me era la prima volta a Minuti Contati e molte delle cose che mi fai notare rileggendo oggi con calma il brano le avrei cambiate.

Per quel che riguarda il titolo hai ragione, è un po' bizzarro e solo io lo capisco.

Diciamo che la tematica scelta mi ha fatto tornare alla memoria un evento a cui ho assistito e che poi ho descritto e reinventato nel brano che hai letto.

Questo evento era appunto successo il "Ventisei, del quattordici, mille e cento..."

So che così ti faccio più confusione che altro ma questa è la motivazione.

Emiliano Grisostolo
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Messaggio#4 » martedì 16 giugno 2015, 19:28

Luana, l’atmosfera di un campo di battaglia è raccontata piuttosto bene, il lettore riesce a immaginare la situazione nella quale si trova il protagonista , ma in alcuni casi sbagli il tempo verbale e questo rallenta la lettura, distraendo il lettore dalla trama. La narrazione deve essere sfoltita e resa ancora più scorrevole.

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Adry666
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Messaggio#5 » venerdì 19 giugno 2015, 12:14

Ciao Luana, centrato il tema del contest.

Incipit potente che ti fa entrare subito sul campo di battaglia, brava.

Ritmo un po’altalenante che a volte rompe un po’ la magia, attenzione alla punteggiatura.

“…con il guanto di maglia la spezzò e cercò di pulirsi il sangue che gli colava sugli occhi…”

Questa immagine mi suona male: asciugarsi il sudore con un guanto di maglio?

Sono arrivato alla fine senza trovare una chiosa, lo so è colpa mia, ma penso che in questi racconti brevi si debba concludere o con un colpo di scena o con un messaggio chiaro e diretto.

A presto

Adriano

sharon.galano
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Messaggio#6 » sabato 20 giugno 2015, 10:06

Ciao Luana,
il tema c'è: la luce della dea è un'immagine che affascina il lettore da sempre. Ma ci sono dei punti in cui metti il lettore in difficoltà. Il titolo, per dirne una. Ammetto di averci pensato un bel po' su. Mi sono detta che, se volevi rendere il tutto più storico, avresti dovuto scriverlo in modo diverso: per es. Nell'anno del signore o in anno domini. Ci avresti catapultati immediatamente nel mondo da te evocato.
I tempi verbali creano confusione. La scena da te descritta ha il suo interno un certo numero di stereotipi tipici di questo genere: per es. la spada piantata nel terreno morbido. Se segui questa strada, allora esagera.
Anch'io come gli altri partecipanti avrei preferito un finale diverso. Ma devo dire che per essere la tua prima volta a Minuti Contati hai dato ottima prova di te.
Spero di rileggerti presto
:)

luca.pagnini
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Messaggio#7 » sabato 20 giugno 2015, 18:19

Ciao Luana!
Stavolta inizio proprio dal primissimo rigo, il titolo: che significa? Ho cercato la spiegazione nel testo ma mi sono arreso, sono tardo io o non c’è (la spiegazione)? Te lo chiedo perché a volte il titolo viene troppo sottovalutato, invece per me è molto importante e ancor di più lo è in un contesto come MC. Qui ogni parola scritta ha un suo peso e quella/quelle del titolo a volte hanno valore doppio. Spesso la chiave del racconto sta addirittura tutta nel titolo, ora, questo non è certo un obbligo, però se il titolo non è immediatamente decifrabile (alla fine della lettura) siamo davanti a un difetto da risolvere. Ma veniamo al racconto vero e proprio. Buona l’ambientazione, forse un po’ troppo ricca di aggettivi, ma descritta bene e in tema con la vicenda narrata. In generale il testo si potrebbe asciugare un po’ rendendo la lettura più scorrevole, sono dettagli che però fanno tanto, del tipo da “Cadde in ginocchio, la spada piantata nel terreno morbido davanti a lui” a “Cadde in ginocchio, la spada piantata nel terreno”, oppure da “impegnato a tenersi le budella che gli fuoriuscivano da uno squarcio sul ventre” a “impegnato a tenersi le budella dal ventre squarciato”. Gli improvvisi passaggi della narrazione dalla terza persona alla seconda non mi dispiacciono, però andrebbero curati meglio perché portano il lettore su un piano colloquiale che, secondo me, questa storia non richiede (anche per colpa dell’obbligata brevità). Nel soggetto troviamo invece, a mio parere, il difetto maggiore: la vicenda è semplice e chiara ma avrei sacrificato qualche carattere della descrizione per impiegarlo in un paio di dettagli sul contesto, che è archetipico ma un po’ troppo astratto. Tema assolto, prova discreta.

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invernomuto
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Messaggio#8 » domenica 21 giugno 2015, 4:04

Ciao Luana!
Apri con un incipit davvero potente ed evocativo, un campo di battaglia realistico e impietoso come lo sono tutte le zone di guerra, ma in particolar modo in quell'alto medioevo che vuoi richiamare.
L'utilizzo delle parole funziona benissimo per evocare nel lettore la sensazione di trovarsi nel mezzo del tuo mondo.

Finito l'incipit però perdi davvero tanta spinta, come se l'enfasi narrativa si fosse esaurita e dovessi continuare la descrizione di una scena statica, mentre un racconto breve vive del cambiamento dell'azione reso frenetico dalla brevità.
Per farti un esempio (ma è un parere personale e questo non influirà sul giudizio del tuo racconto) la storia avrebbe avuto tutt'altro impatto e sapore se il guerriero si fosse trovato ispirato e "illuminato" dalla dea nel mezzo della battaglia, ottenendo così la forza di combattere con la forza della fede per quella luce (trasformando le fasi di "accettazione" del dono in un furore religioso più attivo).
Parlando invece di elementi che ritengo oggettivamente negativi:
Alcune scelte riguardo ai tempi verbali mi hanno lasciato perplesso e hanno interrotto la lettura, la frase "Da allora Lei non era stata solo un simbolo, un nome da invocare o pregare, lui la sentiva accanto a se ogni giorno, in dovere di proteggerla, sempre." ha reso quasi inutile proseguire la lettura dato che anticipa la sopravvivenza del soldato.

Trovo che sia un racconto ben scritto che soffre di alcune scelte stilistiche oltre che di uno sviluppo che sarebbe più adatto ad andare a svilupparsi in una storia più lunga piuttosto che come evento a sé stante.
Spero di rileggerti al prossimo contest!

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alberto.dellarossa
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Messaggio#9 » lunedì 22 giugno 2015, 14:02

Ciao Luana.
Lo stile è chiaro, descrittivo e ben aggettivato. La storia è decisamente chiamata, ma questo non è certo un problema - sostengo fieramente che una banale storia ben scritta valga molto di più dell'originalità a tutti i costi - semmai ho sentito molto il tributo ad alcune pagine di Martin. Detto questo ritengo che spingendo ancor più sulla cristianità e su alcuni aspetti, il tuo racconto potrebbe fare il salto di qualità che separa la solita novella fantasy dal racconto storico-fantastico. L'aspetto che meno mi convince è la forma, che in alcuni passaggi è zoppicante. Ad esempio: l’aria acre satura di piscio - è un'espressione malfatta. Piuttosto "l'odore acre del piscio ammorbava l'aria" o qualcosa del genere. Abusi dei pronomi personali e delle proposizioni coordinate: usa qualche punto fermo, il testo ne guadagna in scorrevolezza. L'espressione "io scelgo te" è quantomeno pleonastica, dopo tutto ciò che descrivi, mentre lasciare la sola descrizione della voce melodiosa come fruscio di foglie d'estate (bellissima immagine) avrebbe lasciato una suggestione sospesa e decisamente efficace. Tutti questi piccoli aspetti (questi e altri) rendono la prosa poco scorrevole, a detrimento di uno stile ben aggettivato e piacevole.

Spero di esserti stato utile.

 

Giulio_Marchese
Messaggi: 291

Messaggio#10 » martedì 23 giugno 2015, 23:34

Ciao Luana.

Il tuo racconto parte benissimo, l'atmosfera che si respira è proprio quella di un campo di battaglia. Il problema sta nella prosa (come ti hanno già fatto notare). In personalmente ho avuto qualche difficoltà nella parte centrale. E poi c'è il finale. O meglio non c'è un vero finale, descrivi una scena ma non c'è un messaggio che mandi (o quanto meno non l'ho colto) ne un colpo di scena. Francamente dall'arrivo della dea, il tema è certamente centrato, il racconto per me ha un po smesso di essere interessante, per questo speravo in un finale col botto. Invece no.

Sicuramente in un contesto diverso questo racconto potrebbe essere parte di qualcosa di più esteso.

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antico
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Messaggio#11 » giovedì 25 giugno 2015, 22:11

Benvenuta a Minuti Contati! Il titolo non va bene: totalmente decontestualizzato dal racconto e neppure fornisci delle chiavi di lettura. Il testo parte bene e si legge con curiosità fino all'arrivo della Dea. La domanda è "Perché ha scelto lui?". Fai rispondere alla Dea, ma è più un "Perché sì" che una risposta argomentata, non soddisfa anche perché dalle righe non esce questo carattere così straordinario da parte del protagonista, sostanzialmente non è messo mai in contrasto, ma preso dalla fine di un contrasto in un'atmosfera di relativa pace e pertanto non riesci a lavorare sui suoi chiaroscuri e a scolpirlo al meglio. Il finale mi lascia parimenti incerto, si parla di fede, ma in forma data, già c'era e così rimane, non la fai vivere al lettore e anzi lo mantieni distante. Per quanto detto il pollice è NI e piuttosto incerto se tendere al basso o all'alto. In caso di mancato passaggio del turno ti attendo nel laboratorio ;)

LuanaMazzi
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Messaggio#12 » venerdì 26 giugno 2015, 13:19

Il titolo, come ho spiegato in risposta al primo commento, è estremamente personale, quindi lo capisco solo io e sapevo benissimo che non avrebbe detto niente a voi.

In generale effettivamente non ho voluto scrivere una storia che avesse un inizio e una fine ma solo descrivere un ristretto momento. Alcuni mi hanno scritto che poteva far parte di qualcosa di più ampio e sicuramente è così, almeno io l'ho pensato in questo modo, per questo non approfondisco e non do "molto" ho descritto l'attimo che la tematica mi ha ispirato. Quindi avete ragione nelle vostre osservazioni.

Scusate se non ho risposto a tutti singolarmente ma non ho avuto tempo.

Comunque vada è stata un'esperienza molto carina e stimolante che mi ha dato modo di vedere meglio i miei limiti e confrontarmi con altre persone e il loro giudizio. Spero a presto

Allegri Saluti Luana.

FrancescoIorio
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Messaggio#13 » venerdì 26 giugno 2015, 20:38

"26-14-11..." di Luana Mazzi
Ciao Luana.
Del tuo racconto sono riuscito ad apprezzare il realismo e l'atmosfera medioevale e di battaglia da te creata. Inoltre il tema è di sicuro centrato, anche se la trama in sè non è riuscita a catturarmi.
Per quanto riguarda il resto, condivido quello che è già stato detto: sono presenti alcune ripetizioni che tuttavia non si fanno nemmeno troppo notare, ci sono un paio di frasi che mi suonano male per via della scelta dei tempi verbali e infine non mi convince la punteggiatura così ricca di virgole.
Alla prossima

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