[V] Recuperi

Lunedì 15 giugno alle ore 21.00! E siamo alla terza tappa della Quarta Era... Guest star: BARBARA BARALDI! Avrete le solite quattro ore di tempo per scrivere un racconto che potrebbe essere scritto anche in un'ora soltanto, quindi no scuse: gente che ha tempo fino alle 23, gente che arriva alle 23, gente che può starci tutta la sera o gente che scrive dal cellulare facendosi ispirare dagli amici, MINUTI CONTATI VI ASPETTA! Guardate il trailer dell'edizione QUI
alexandra.fischer
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[V] Recuperi

Messaggio#1 » lunedì 15 giugno 2015, 22:21

RECUPERI
Di Alexandra Fischer
 
Il quartiere è intorpidito nell’ovatta della nebbiolina autunnale.
Poche luci giallognole la punzecchiano coraggiosamente in quello che è di fatto un sonnolento pomeriggio novembrino.
Qualcosa, tuttavia, scuote anche quell’angolo di mondo, nel quale non passano neppure le auto.
È il rumore di una porta sbattuta con violenza, che viene riaperta subito dopo dall’interno.
- Yolanda - grida una voce femminile – torna subito qui.
L’interpellata non si volta neppure, pur avendo ancora nella retina la macchia verde del colore dell’uscio.
Vorrebbe piangere ma non può, tale è la collera che l’acceca e l’anestetizza dal freddo pungente.
Non si è neppure presa il montgomery, tanta è stata la collera per aver ricevuto la mail che le ha distrutto il compleanno.
Manca l’invitato che più vorrebbe al mondo, suo padre.
E pensa che questa mancanza varrà anche per le feste a venire.
Nel salotto Anni Quaranta, la donna che l’ha chiamata torna a tranquillizzare gli invitati.
- Scusate. Sapete com’è fatta. Lo dicevo io a suo padre. Meno regali e più presenza.
Sul tavolo ci sono infatti molti pacchetti, di varie dimensioni e troneggia una torta di marzapane rosa, festonata di glassa bianca.
Non mancano neppure i marron glacé e le praline.
I presenti, in tutto tre persone, sorridono comprensivi.
- Non hai niente da scusare – le dice la sorella Greta.
Il marito di lei replica: - Proprio così.
Intanto, si tasta nella tasca dei pantaloni e allunga una busta al figlio Manlio, dicendogli: - Vai a cercare tua cugina e dalle questa.
Cosa che il ragazzo fa di corsa; è vicino per età a Yolanda e sa dove può trovarla.
Quando arriva al parco, la trova in lacrime seduta sull’altalena e sa anche perché l’ha scelta.
Il padre ha voluto accompagnarle lì cinque estati prima per dirle che non avrebbe mai più potuto vivere con la madre, ma che non avrebbe mai dimenticato lei.
Le aveva promesso la propria presenza a ogni compleanno, diradandole sempre più e rattoppando gli squarci emotivi della figlia con un filo colorato fatto di regali.
Manlio si avvicina a Yolanda e le mette una mano sulla spalla.
Sua cugina si asciuga le lacrime con le mani e inghiotte l’amarezza.
- Vengo – dice asciutta – è solo che aveva promesso di esserci, almeno quest’anno.
Sono i suoi diciotto anni.
Il cugino le tende la busta: - Leggi qui, da parte nostra.
Yolanda la apre e lo abbraccia.
Ha perso il padre, ma ha recuperato i parenti di quel lato della famiglia.
- Li abbiamo cercati e se guarderai sul notebook, stasera, non sentirai più quel vuoto – le dice Manrico – torniamo a casa, ora. Tua madre e i miei ci aspettano per la torta.
E la cugina lo segue, sapendo quando è costata quella ricerca ai familiari, ma i recuperi sono sempre possibili, pensa, divisa fra curiosità e malinconia.
L’amarezza non c’è più.



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Vastatio
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Messaggio#2 » giovedì 18 giugno 2015, 22:04

Ciao, questo è forse il racconto che ho fatto più difficoltà a leggere per via dello stile utilizzato. Non sono il lettore giusto per questo tipo di scrittura ricercata. Ogni frase sembra tagliata con l'accetta per via dei frequenti a capo (ma forse è solo un problema dovuto al copia incolla) e trovo la scelta di alcune parole troppo artificiosa (come l'uso di "retina").
Non sono riuscito a capire cosa sia stato "recuperato" con tanta fatica. Forse è qualcosa legato al tema della luce, perché non riesco a vederlo se non nella "sottintesa" speranza, felicità ecc

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beppe.roncari
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Messaggio#3 » venerdì 19 giugno 2015, 15:57

Ciao Alexandra, ben trovata.
Sono un po' perso nella comprensione del tuo racconto.
"Ha perso il padre, ma ha recuperato i parenti di quel lato della famiglia."
Che intendi dire?
Che i suoi famigliari hanno fatto ricerche sulla nuova famiglia del padre e le hanno raccolto delle foto?
Attenta a due occorrenze di "collera" un po' troppo vicine fra loro e a un errore in questa frase:
"Il padre ha voluto accompagnarle lì cinque estati prima per dirle che..." -- "-le" è dire "a lei" non "a loro" al femminile plurale. Sarebbe "dirgli" o "dir loro".
Ciao, alla prossima!

alexandra.fischer
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Messaggio#4 » sabato 20 giugno 2015, 22:42

Ciao Vastatio,
grazie del commento, scusami tu per la scrittura ancora da sistemare (troppo ricercata? Forse troppo tronca. Devo lavorare ancora molto sull'uso degli a -capo. La protagonista recupera l'affetto dei parenti del lato paterno. Glieli ha ritrovati il cugino (in accordo con la madre e gli zii del lato materno).

Ciao Beppe, grazie per la segnalazione dell'errore: è un refuso, volevo dire accompagnarla. Scherzi della revisione finale. Ops. Grazie anche per avermi segnalato la vicinanza di "collera". Per quel che riguarda la storia in sé, sì, intendevo dire che Yolanda ritrova i parenti del lato paterno grazie a una ricerca compiuta dal cugino (del lato materno) con il consenso della madre e degli zii di Yolanda (questi ultimi del lato materno).

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AmbraStancampiano
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Messaggio#5 » domenica 21 giugno 2015, 12:03

Ciao,

sarò molto sincera, spero che tu non te la prenda per le mie opinioni personali: per capire bene il tuo racconto, ho dovuto rileggerlo più volte. Lo stile che hai scelto ed il lessico sono un po' difficili e, sebbene crei delle belle immagini, allontani il lettore dal fulcro della storia.

Riguardo al tema, ho avuto qualche difficoltà: la luce che non si spegne mai è la speranza di Yolanda che il padre venga a trovarla, oppure l'affetto della sua famiglia?

Poi ho qualche dubbio sulla conclusione: mi parli del recupero del rapporto con alcuni familiari solo alla fine, senza mostrarmelo; l'effetto che mi dà è quello di un'informazione finale buttata lì per dare un contentino all'inconsolabile Yolanda (che comunque dopo 5 anni di questo genere di comportamenti, dovrebbe essere arrivata da sola a capire che il padre è uno stronzo), ci può anche stare, ma il fatto che il titolo del racconto sia proprio "recuperi" mi fa capire che tu, da autrice, gli dai un'importanza fondamentale, che però non comunichi sufficientemente bene al lettore in favore di tutta una serie di descrizioni molto belle ed articolate, ma di fatto poco importanti ai fini di questo racconto.

In generale, credo di aver capito le tue intenzioni, ma trovo il racconto (magari anche per motivi di spazio) organizzato e gestito un po' male.
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

alexandra.fischer
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Messaggio#6 » domenica 21 giugno 2015, 12:50

Ciao Ambra Stancampiano,
no che non me la prendo per la tua opinione sul mio racconto. Trovo anzi, che tu abbia fatto benissimo a farmene notare i difetti (non sono arrivata a comunicare abbastanza i sentimenti dei personaggi e questo è un problema di gestione dei personaggi). La luce che non si spegne mai è l'affetto che Yolanda si ostina a esigere dal padre. La busta è l'incoraggiamento dei parenti del lato materno (eccoti i parenti di papà, lo potrai conoscere meglio attraverso di loro e capire come mai è così assente, forse in vista di un perdono). Sì. Concordo, c'è molto da aggiustare. Mi dispiace che tu abbia faticato a leggermi.

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antico
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Messaggio#7 » domenica 21 giugno 2015, 16:13

Il racconto si presenta come una lunga prefazione e si conclude senza fornire l'informazione necessaria: quella del ritrovamento dei parenti da parte del padre. Come linguaggio, è più morbido rispetto a quello dell'ultima edizione, continua così: l'obiettivo è semplificare è rendere la lettura la più fluida possibile. Detto questo, è incompleto. Forse passando dal Laboratorio e potendolo allargare di 2000 caratteri può raggiungere un maggior compimento, ma devi focalizzarti su quello che vuoi trasmettere e se vuoi che il ritrovamento dei parenti perduti possa lenire in parte il senso di mancanza del padre devi seminare degli elementi nella prima parte che lo rendano comprensibile. Al momento, per me, è un pollice giù, ma le potenzialità sono ancora inespresse, lavoraci.

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patty.barale
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Messaggio#8 » lunedì 22 giugno 2015, 16:47

Ciao Alexandra.
Purtroppo ho avuto parecchi problemi a capire il tuo racconto:
1-la luce che non si spegne è la sua speranza di avere il padre vicino? Se no non riesco a individuarla in altro
2- non rieco a capire l’importanza del recupero della famiglia del padre: a parte il fatto che essendo stato sposato con la madre non vedo perché occorra una tale ricerca dei parenti (non conosce gli zii e i nonni paterni?), a meno che il padre non avesse rapporti con loro, ma allora, cosa potrebbe ottenere da questi parenti che non hanno certo una buona opinione del genitore?
Non so, ho come l’impressione di un universo di sentimenti e motivazioni inespresse, che forse avrebbero bisogno di un maggiore respiro per prendere vita.
Infine ti faccio notare:
“collera” usata in due frasi consecutive, “accompagnarle” refuso che dovrebbe stare per “accompagnarla” e “Manlio” che alla fine diventa “Manrico”.
Ciao e alla prossima!
:-)

Luigi_Locatelli
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Messaggio#9 » lunedì 22 giugno 2015, 17:16

Il racconto dal punto di vista della scrittura è scritto bene. Il tutto scorre bene e in modo chiaro e comprensibile, quasi fino alla fine. Purtroppo mi sono perso proprio nel finale. Finale in cui non comprendo che valore possano avere per la ragazza i nomi dei parenti del padre. Secondo me, quando fai un cambio di scena, per esempio quando sposti la visuale da lei che scappa e ritorni in salotto, sarebbe opportuno sottolineare la cosa con una riga vuota per evitare confusioni. Comunque, dato che ci scontriamo da un po', posso dire che ti trovo migliorata dal punto di vista della chiarezza espositiva.

alexandra.fischer
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Messaggio#10 » lunedì 22 giugno 2015, 19:25

Ciao Antico, grazie dell'invito a partecipare al Laboratorio e di avermi trovata "ammorbidita" nella scrittura; credo che lo accoglierò molto presto. Ti do piena ragione, in effetti, con qualche carattere in più, potrò fare maggiore chiarezza sulla sorpresa finale del ritrovamento dei parenti del lato paterno e, di conseguenza, del padre (inteso come ricordo).

Ciao Patty Barale. ti ringrazio per la segnalazione del refuso, delle ripetizioni e del nome cambiato all'ultimo momento (roba dalla quale guardarsi come la peste; farò più attenzione). La luce che non si spegne è per Yolanda l'affetto che si ostina a provare per il padre, nonostante le provochi sofferenza. I parenti del padre, nelle mie intenzioni, sono rimasti spiazzati dalla rottura fra i genitori di Yolanda e quindi c'è stato un allontanamento, al quale ovvia Manlio. Il fatto che il padre non abbia rapporti stretti con loro non lo qualifica come persona negativa (direi che si tratta più di relazioni allentate per via di troppi non detti, ma recuperabili. Tipo le Voci della Sera della Ginzburg).

Ciao GDN76, ti sono grata per avermi consigliata sul problema del cambio di scena; una riga vuota mi sarà sicuramente di enorme aiuto. Mi fa piacere che tu abbia trovato migliorato il mio modo di scrivere quanto a chiarezza. Per quel che riguarda il finale della storia: Yolanda vuole ritrovare i parenti del padre, del quale ha un ricordo sbiadito per poterlo sentire vicino attraverso i loro ricordi (è un modo per avviare un recupero del rapporto, perché è stata molto ferita da lui e vuole capire come mai si sia comportato così).

alexandra.fischer
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Messaggio#11 » lunedì 22 giugno 2015, 19:30

Ciao Beppe,
scusa, ancora una cosa: Yolanda non riceve fotografie dal cugino, bensì gli estremi di questi parenti del lato paterno.

viviana.tenga
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Messaggio#12 » mercoledì 24 giugno 2015, 22:18

Ciao Alexandra,

A parte un paio di sviste, il racconto scorre bene. In particolare, mi sono piaciute le immagini iniziali e l'atmosfera che creano. Purtroppo, ho fatto fatica a capire la trama, o meglio il finale: perché è così importante ritrovare i parenti dalla parte del padre? Se era legata anche a loro, non vedo perché debba averli persi di vista dopo che i genitori si sono separati? Se no, perché hanno così importanza? Anche sul tema ho faticato un po'. Ho capito quali erano le tue intenzioni, ma fatico un po' a vedere come "luce" (quindi, con un'accezione positiva) l'affetto verso qualcuno che, alla resa dei conti, non se lo merita, ma mi rendo conto che questa è una mia considerazione soggettiva.

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Gian de Steja
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Messaggio#13 » giovedì 25 giugno 2015, 10:05

Ciao Alexandra. ;)
Il racconto evolve bene fino al finale, poi, sinceramente, non ci ho capito nulla. Cosa mostra Manlio a Yolanda? Cosa vedrà stasera sul notebook da non fargli più sentire il vuoto dovuto alla mancanza del padre? Magari gli altri hanno capito al volo, ma io i commenti li scrivo senza leggere per evitare “contaminazioni”. Anche sul tema, mi sembra un po’ preso per i capelli e comunque non è molto chiaro. Forse la luca della speranza non si spegne mai? La luce della famiglia. Boh?
"L'aria sarà sempre troppo carica di qualcosa. Il vostro corpo sempre indolenzito o stanco. Vostro padre, sempre troppo ubriaco. Vostra moglie sempre troppo fredda. Avrete sempre una qualche scusa per non vivere la vostra vita." C. Palahniuk

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alessandra.corra
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Messaggio#14 » giovedì 25 giugno 2015, 16:34

Ciao Alexandra,

Una festa di compleanno mal riuscita. La protagonista non accetta l'assenza del padre e lo rimpiange e la sua famiglia, come regalo, le dona i riferimenti della famiglia del padre. Qualcosa stona nel finale, però. Mi sembra strano, infatti, che in quei cinque anni, oltre a suo padre, avesse perso anche tutti i contatti con gli altri membri della famiglia paterna. Per la giusta comprensione della storia questo andrebbe spiegato, così è come se qualche tassello mancasse al racconto.
Alla prossima!

alexandra.fischer
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Messaggio#15 » giovedì 25 giugno 2015, 18:58

Ciao Viviana Tenga,
in effetti, nel finale c'è stata questa debolezza. Mi rendo conto che la ricerca dei parenti del lato del padre sembra una forzatura (ma ho immaginato una separazione difficile fra i genitori, che di fatto, ha cancellato un intero lato della famiglia). La luce che non si spegne mai, dunque, per me è l'eterna ostinazione nel ricucire anche legami impossibili per via della voce del sangue. Sono felice che nel complesso il racconto ti sia parso ben gestito.

Ciao Gian de Steja, sì la luce che non si spegne mai è proprio quella della famiglia. Manlio mostra a Yolanda gli indirizzi mail del lato paterno della famiglia e di lì, la cugina potrà comprendere le motivazioni della freddezza del padre.

Ben trovata Alessandra Corrà,
farò come dici tu, lo spiegherò (è stata una separazione traumatica, con Yolanda contesa fra i genitori prima dello stacco finale del padre, ridotto a figura fantasma dispensatrice di regali). Grazie per i complimenti sulla mia scrittura.

alexandra.fischer
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Messaggio#16 » domenica 28 giugno 2015, 20:42

Ringrazio dei commenti:
Diego Ducoli, mi fa piacere che ti sia piaciuta la descrizione della torta e dell'incontro fra i cugini; se poi la storia non è il tuo genere, pazienza (avrei dovuto aggiustarla meglio). Accidenti, per i cugini, non devi spendere molto in regali di Natale. Scherzi a parte, cercherò di migliorare la prossima volta facendo tesoro dei tuoi consigli.

Raffaele Marra, scusa se la storia non ti è parsa coinvolgente dal punto di vista emotivo, forse era troppo letteraria. E' un errore al quale mi impegnerò a porre rimedio anche ascoltando le voci della gente intorno a me (non solo quelle dei libri). Pago anni di scrittura e lettura solitari.

L'Antico. Passerò dal Laboratorio il prima possibile e vedrò come aggiustare il racconto (ho già un paio di idee).

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