[E] Dolly

Lunedì 15 giugno alle ore 21.00! E siamo alla terza tappa della Quarta Era... Guest star: BARBARA BARALDI! Avrete le solite quattro ore di tempo per scrivere un racconto che potrebbe essere scritto anche in un'ora soltanto, quindi no scuse: gente che ha tempo fino alle 23, gente che arriva alle 23, gente che può starci tutta la sera o gente che scrive dal cellulare facendosi ispirare dagli amici, MINUTI CONTATI VI ASPETTA! Guardate il trailer dell'edizione QUI
Emiliano Grisostolo
Messaggi: 13

[E] Dolly

Messaggio#1 » lunedì 15 giugno 2015, 22:43

Dolly
di Emiliano Grisostolo
 
Marilena percorre la via che porta su in collina al paese di Mitrave. La sua casa, risalente alla fine dell’ottocento e rimessa a nuovo, è immersa in un silenzio irreale. Nessuno gli da una mano a pulirla quando si assenta per lavoro anche per diversi giorni. Le ragazze che ha contattato trovano le scuse più assurde, parlano di rumori e presenze. La rabbia che ha dentro per la frustrazione di non riuscire a trovare nessuno che pulisca quella grande casa in sua assenza, è cresciuta nelle ultime settimane. Da quando si è accorta che qualcuno entra in sua assenza dentro casa e accende la luce del soggiorno, ha iniziato ad avere paura.
Dolly, la femmina di doberman di suo marito, passa tutto il giorno in cortile libera da catena, la recinzione alta gli impedisce di uscire. Neppure la sua piccola riesce a impedire a quei teppisti di entrare nella sua abitazione e fargli quello strano scherzo, ma si è accorta che ogni giorno che passa, Dolly diventa più agitata, nervosa, si guarda sempre attorno, la segue come un’ombra, non la lascia mai un minuto e spesso si stende a terra e sembra piangere.
La donna entra nel vialetto di casa, attende che il cancello automatico si apra e percorre i pochi metri che la separano dal garage in legno che Dario aveva costruito solo pochi mesi prima. Spegne il motore, vede Dolly che le fa le feste accanto alla portiera e con il telecomando richiude il cancello prima che la piccola decida di svignarsela. Marilena apre la portiera dell’auto e gratta la testa del cane arruffandogliela.
“Ciao bella!”
Si rispecchia nei suoi occhioni come si rispecchiava in quelli di Dario. Ogni volta che gli osserva, i ricordi di suo marito riemergono come una marea, e deve scacciarli prima che divengano uno tsunami.
Controlla che il cancello si sia richiuso, raggiunge il portoncino d’ingresso, lo apre ed entra in casa guardandosi attorno. Lo sguardo si perde attento da un lato all’altro del living d’ingresso, dove il divano ospita un pupazzo di un orso di pezza che prende metà dello spazio a disposizione. Accende la luce e avanza, mentre Dolly parte diritta in soggiorno in avanscoperta a controllare qualcosa. Marilena la raggiunge e si ferma all’entrata, osserva allibita ancora una volta quella luce che qualcuno accende in sua assenza. Paura e angoscia iniziano a farsi strada dentro di lei.
“Vieni Dolly, fai un giro per la casa”.
Certa che non ci sia nessuno, Marilena si prepara la cena, guarda mezzo film alla tivù e quando si accorge che sono le ventidue spegne tutte le luci, controlla che il portoncino d’ingresso sia chiuso e decide di andare a letto.
Non si accorge che qualcuno la osserva da dietro un vetro posto all’interno di una cornice di legno poggiata su di un comodino accanto al letto. Le sorride e strizza l’occhio nel buio della camera, mentre Dolly guaisce distesa in soggiorno e la luce si accende a farle compagnia durante la notte.



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Callagan
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Messaggio#2 » martedì 16 giugno 2015, 13:27

Ciao, Emiliano e ben trovato.
Allora, al di là dell'idea al centro del tuo racconto, ritengo che ci siano diverse cose da rivedere.
Hai usato quasi tutti i 3k caratteri a disposizione ma, per quello che dici, dovevi usarne al massimo mille. Pur essendo un racconto brevissimo, infatti, la narrazione è molto lenta e pesante: non è necessario che descrivi ogni singolo passo mosso dalla protagonista: è controproducente.
Ci dici troppe cose fin dall'inizio tanto che si capisce troppo presto dove vuoi andare a parare: il finale è troppo telefonato.
Se posso permettermi un consiglio: avresti potuto arricchire la narrazione con flashback: ricordi e dialoghi. Avresti potuto mettere più sentimento in queste poche righe.
Il difetto minore del racconto è il titolo, Dolly. Il cane non ha un ruolo così nevralgico... o almeno non per quanto si legge.

Spero di rileggerti il mese prossimo. Qui dentro si migliora in fretta ;)

LuanaMazzi
Messaggi: 15

Messaggio#3 » mercoledì 17 giugno 2015, 11:17

Bella narrazione, molto fluida che porta il lettore nel mezzo della vita di Marilena. Il finale "a sorpresa" mi ha entusiasmata perché non me lo aspettavo. In poche righe sei riuscito a concentrare la vita di una donna vedova, con i suoi dolori e la vita di ogni giorno che va avanti con un modo quasi "fotografico" di narrazione. Ho ben inquadrato da subito la grande casa, la luce che si accende, Dolly, le ragazze che spaventata non intendono andare a pulire casa di Marilena. Complimenti.

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Adry666
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Messaggio#4 » venerdì 19 giugno 2015, 12:15

Ciao Emiliano,

tema ben centrato.

Bella l’idea, anche se una maggiore “suspense”  non avrebbe guastato, il finale non mi ha sorpreso.

Il ritmo è un po’ lento, poca azione e molte descrizioni che in un racconto così breve forse sono un po’troppe.

Nella frase: “…a un lato all’altro del living d’ingresso,..” toglierei l’inglesismo “living” e lo sostituirei con un vocabolo della nostra lingua, suona un po’ stonato.

Ritengo che con alcune piccole modifiche e ritocchi possa diventare un racconto molto interessante, bravo.

 

sharon.galano
Messaggi: 61

Messaggio#5 » sabato 20 giugno 2015, 10:18

Ciao Emiliano,
il racconto si fa leggere. Il tema c'è. Ma ci sono troppi dettagli. La suspense di cui ti parlano gli altri partecipanti manca. Avresti potuta renderla con maggiore efficacia accorciando le frasi. Ci vuole un ritmo spezzato per aumentare la tensione. Proprio all'inizio del racconto c'è una frase troppo lunga che appare ridondante. Mi riferisco al momento in cui dici che la protagonista è frustata a causa delle ragazze che non vogliono pulirle casa. Troppo. Basta dire che "la sua rabbia cresceva di giorno in giorno".
Il racconto riprende un topos classico. Casa vecchia, occhiolino del morto attraverso foto e simili, cane che vede e sente ogni cosa. Io avrei puntato sul comico. Ma è solo questione di gusto.
Spero di esserti stata utile con queste mie osservazioni. Aspetto le tue.
A presto
e a rileggerci

luca.pagnini
Messaggi: 120

Messaggio#6 » sabato 20 giugno 2015, 18:06

Ciao Emiliano!
Non ho molto da osservare, il racconto si lascia leggere, scorre senza intoppi né linguistici, né di trama, ma forse proprio questo è il suo limite. Intanto dai troppo presto delle indicazioni che dicono chiaramente dove andremo a parare (“Le ragazze che ha contattato trovano le scuse più assurde, parlano di rumori e presenze.”) e questo toglie gran parte dell’aspettativa sul colpo di scena finale che, secondo me, in questo tipo di racconti basati sulla suspense, soprattutto quando sono così brevi, deve restare alta fino all’ultimo rigo, o quasi. Poi c’è una mancanza di “movimento” narrativo che se realizzata, oltre a far rispettare il dettato “show, don’t tell”, avrebbe distolto l’attenzione dalla rivelazione finale informando il lettore su altri aspetti. A mo’ di esempio (ma potresti usare qualsiasi altra tecnica), avresti potuto andare avanti e indietro nel tempo descrivendo (e non raccontando) piccoli sprazzi di vita quotidiana del cane e del suo padrone, così da mostrare ciò che era quella casa prima della dipartita dell’uomo. Sul piano stilistico ci sono frasi un po’ lunghe che, per gusto personale, trovo pesanti (Perché “Non si accorge che qualcuno la osserva da dietro un vetro posto all’interno di una cornice di legno poggiata su di un comodino accanto al letto” invece di una più diretta, per esempio, “Non s’accorge di qualcuno che l’osserva da una foto poggiata sul comodino”?). La luce accesa c’è, testo con potenzialità.

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invernomuto
Messaggi: 270

Messaggio#7 » domenica 21 giugno 2015, 4:12

Ciao Emiliano
Purtroppo mi trovo d'accordo con la gran parte degli altri partecipanti che hanno commentato, il tuo racconto è ben svolto e ben narrato ma il succo della storia finisce per diventare annacquato dalla quantità di parole spese per il suo svolgimento.
Volendola buttare sulla suspance avrei piuttosto tirato fuori una storia alla Sesto Senso, con una marito che c'è ma non parla mai con la moglie, che accende delle luci che la moglie, per qualche strano motivo, continua a spegnere in preda al terrore, a Dolly che quando fa le feste al suo padrone viene tirata via in malo modo; avrei rivelato solo nell'ultima riga lo status di vedova single della moglie per aggiungere così quel colpo di shock value che nelle storie brevi aiuta.
Buona tecnica, tema rispettato ma poco mordente, spero di rileggerti presto!

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alberto.dellarossa
Messaggi: 230

Messaggio#8 » martedì 23 giugno 2015, 14:19

Ciao Emiliano. Bella l'idea, toccante la presenza del padrone e il legame mai rescisso con il cane, ma lo stile è pesante e la forma in alcuni casi è da rivedere. Ora, se per la forma è solo questione d'esercizio (rileggere a voce alta spesso è un aiuto più che sufficiente) è decisamente più ostico piegare lo stile alla propria volontà. Ciò che mi ha colpito negativamente è una certa prolissità delle descrizioni - in alcuni passaggi sfiori l'infodump (anche se le informazioni da trasmettere sono davvero essenziali). Siamo a Minuti Contati, la nostra croce è l'esiguità di caratteri: nel tuo caso si ha l'impressione che tu abbia fatto di tutto per montare a neve la narrazione.

enrico.nottoli
Messaggi: 82

Messaggio#9 » martedì 23 giugno 2015, 19:08

Ciao Emiliano,
Il racconto che hai scritto ha degli sbilanciamenti a mio avviso. A volte indugia in particolari (che comunque a me piacciono molto) ma poi si chiude in due righe, mentre credo che un finale carico di significato come questo avesse bisogno di più respiro. Peccato perché la narrazione era molto pulita e scorrevole e poteva venir fuori un bel racconto dall’idea iniziale.
A rileggerci :)

Giulio_Marchese
Messaggi: 291

Messaggio#10 » martedì 23 giugno 2015, 23:52

Ciao Emiliano.

Il racconto è un po lento e, malgrado tute le descrizioni, sembra manchi qualcosa. Ad esempio avresti potuto fare intendere com'è morto Dario. Secondo me quest'informazione poteva rendere il racconto davvero inquietante. È scritto bene quindi andiamo subito al finale. È telefonato. Subito si capisce dove vuoi andare a parare. L'introduzione di Dolly (visto il titolo) mi aveva dato una speranza. Il cane la sbrana! Invece no. Sul serio se il cane (a cause del male della casa dell'ottocento in cui visse Dorian Gray) impazziva e la mangiava non sarebbe stata una figata? :P

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antico
Messaggi: 7167

Messaggio#11 » giovedì 25 giugno 2015, 21:54

Benvenuto a Minuti Contati! Il racconto necessita di una revisione, ci sono alcune cosette da sistemare qua e là, ma ci può stare. Non mi piace il dubbio che qualcuno le entri in casa durante il giorno. Donna sola, relativamente isolata per quel che si può capire, se anche solo pensasse minimamente a una cosa del genere partirebbe la reazione fatta di allarmi o denunce. Insomma, farebbe qualcosa e qui invece va avanti come nulla fosse sperando, ogni volta di nuovo dentro casa, che le vada bene. Ritengo la cosa inverosimile ed emozionalmente mi allontana dal finale che invece dovrebbe fare rizzare qualche pelucchio, ci arrivo deconcentrato. Per il resto, nulla da dire: a parte quel problema gestisci bene le informazioni. Per me un pollice NI che tende verso l'alto. In caso non riesca a superare la prima fase ti attendo nel laboratorio e spero vivamente che tu venga a farmi visita.

FrancescoIorio
Messaggi: 12

Messaggio#12 » venerdì 26 giugno 2015, 17:06

"Dolly" di Emiliano Grisostolo
Ciao Emiliano.
Condivido quello che hanno già espresso gli altri: il tema è presente e l'idea iniziale è bella, tuttavia la forma può essere rivista e probabilmente, per essere un racconto breve, ci sono descrizioni troppo pesanti. Mi ha comunque colpito la scelta del tempo verbale e ho apprezzato il modo in cui hai saputo narrare e trascinarci nella vita della protagonista, anche se il ritmo lento ha tolto spazio a situazioni potenzialmente cariche di tensione.
Infine, nonostante il significato della luce accesa e l'intento iniziale, il tuo racconto non è riuscito ad emozionarmi come avrebbe dovuto.
Alla prossima

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